Il futuro è nella prevenzione e nell`Interventistica - TSRM-PU

annuncio pubblicitario
E enti
Settimanale - Anno 5
TERRITORIO
|
ISTITUZIONI
|
N° 22
Lunedì 28 maggio 2012
IMPRESE
Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media
Tutto pronto
per il
45° Congresso Nazionale
dell’associazione
L’
appuntamento è a
Torino dall’1 al 5 giugno 2012, presso il Centro
Congressi del Lingotto. Nei
prossimi giorni, dunque,
Medici radiologi di tutta
Italia si riuniranno per
fare il punto di un settore
in rapido sviluppo e per
assaporarne gli scenari futuri, visti i progressi della
diagnostica per immagini e delle nanotecnologie
dell’ultimo biennio. Laboratori di diagnostica per
immagini, casi quiz e simposi saranno a corollario di
un programma d’interventi
molto nutrito che prediligerà lo studio delle patologie
di maggior interesse culturale e professionale per il
radiologo del XXI secolo,
non dimenticando le moderne problematiche della
vascolarizzazione
delle
lesioni e degli esami funzionali.
Grande spazio verrà dato
anche alla prevenzione (in
oncologia, ma anche nelle
patologie cardio-vascolari)
e allo sviluppo recente della Radiologia d’urgenza.
L’intero programma è scaricabile dal sito www.congresso.sirm.org
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
■ SIRM / Cambio al vertice
Il futuro è nella prevenzione
e nell’Interventistica
Cambia il ruolo del medico radiologo parallelamente all’avanzare
della tecnologia: una sfida per il nuovo presidente Carlo Faletti che
subentra ad Antonio Rotondo
M
aggiore sensibilità degli
strumenti, riduzione al
minimo dell’invasività e diagnosi sempre più raffinate sono i recenti successi nel campo
della Diagnostica per immagini
e Interventistica, ambiti della
medicina che in quest’era stanno vivendo un rapidissimo sviluppo.
I medici radiologi della SIRM,
Società Italiana di Radiologia
Medica, si riuniranno fra 4
giorni a Torino in occasione del
Congresso Nazionale biennale
dell’associazione per confrontarsi e aggiornarsi professionalmente. Sarà presente anche
Antonio Rotondo, professore
ordinario di radiologia presso
la Seconda Università di Napoli e presidente per il biennio
2010/2012 della Società Italiana
di Radiologia Medica (SIRM) ,
che si appresta a lasciare l’incarico che ha in seno all’associazione al collega Carlo Faletti,
direttore del dipartimento di
Diagnostica per immagini
dell’azienda sanitaria ospedaliera CTO-M.Adelaide di Torino, che dal 6 giugno sarà il
nuovo presidente in carica.
Durante la “presidenza Rotondo”, la SIRM è stata tra le prime
società scientifiche ad accreditarsi come provider presso
la Commissione Nazionale di
Formazione Continua (Cnfc)
dell’Agenas. Nel 2011 SIRM
Provider ha attribuito ai suoi
iscritti quasi 30mila crediti
formativi, mentre nel 2012 ha
raggiunto il massimo numero
di soci della sua storia.
Un’ottima eredità che Carlo
Faletti raccoglie con orgoglio e
che costituisce il substrato sul
quale si svilupperà il suo programma .
“Più visibilità per il medico
radiologo”, dice Faletti in una
approfondita intervista che
pubblichiamo a pag. 3: il fine è
giustificato dalla tecnologia che
cambia, il mezzo è la costruzione di un rapporto più diretto
tra lo stesso e lo specialista di
riferimento per la soluzione di
un problema diagnostico.
www.esaote.com
Creativity in Healthcare
Scopri tutte
le iniziative di
Box Media
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
2 Diagnostica per immagini
■ RICERCA / Oggi la tecnologia permette di osservare la biomorfologia degli organi dall’interno del corpo
La rivoluzione dell’imaging molecolare
Sofisticati strumenti d’indagine stanno cambiando l’iter diagnostico delle malattie
N
anotecnologie e diagnostica per immagini.
Un connubio niente affatto
intuitivo, sul quale si sta concentrando il settore specifico
della ricerca internazionale.
La comunità clinica, infatti,
è certa di poter rispondere al
diffuso bisogno di diagnosi
precoce delle patologie attraverso l’uso delle immagini a
livello molecolare. Una vera
rivoluzione, che segna la terza
svolta epocale per la diagnostica per immagini, dopo l’avvento dei primi sistemi a raggi X, che di fatto cambiarono
il modo di indagare il corpo
umano (fino ad allora analizzato attraverso sezioni dei cadaveri), e l’utilizzo successivo
di onde dell’intero spettro
elettromagnetico (dai raggi
gamma alle radiofrequenze,
ma anche onde meccaniche,
in particolare gli ultrasuoni),
che amplificarono il ven-
E enti
TERRITORIO
|
ISTITUZIONI
|
IMPRESE
DIN NEWSLETTER
Settimanale - Anno 5 - Numero 23
Lunedì 28 maggio 2012
taglio di opzioni analitiche
portando alla realizzazione
di tomografi computerizzati,
strumenti per risonanza magnetica ed ecografi. Tutto ciò
è accaduto in meno di mezzo
secolo.
In soli 40 anni, infatti, la
Radiologia ha fatto passi da
gigante e oggi gli screening
di primo livello della popolazione si avvalgono di una o
più tecniche di imaging. L’iter
diagnostico delle malattie,
tuttavia, è destinato a cambiare ancora: le tecniche d’indagine sono sempre più sofisticate e non solo dal punto di
vista della risoluzione delle
immagini e della computerizzazione degli strumenti.
In questo 21° secolo, infatti,
la diagnostica per immagini sta permettendo di cambiare il punto di vista: dalle
microsonde a fibre ottiche a
quelle ecografiche, dall’uti-
Attività editoriale a cura de:
Sede operativa:
Via Carlo Pisacane, 1
20016 Pero - Milano
Direttore responsabile: Donatella Treu
Stampatori:
ll Sole 24 Ore S.p.A.
Via Busto Arsizio, 36
20151 Milano;
Il Sole 24 Ore S.p.A.
Via Tiburtina Valeria; Km
68,7 - 67061 Carsoli (Aq);
Società Editrice Arena
S.p.A. - Via Torricelli,14 37060 Caselle di
Sommacampagna - (Vr);
lizzo di radioisotopi alle nanotecnologie, oggi la tecnologia permette di osservare
la biomorfologia degli organi
dall’interno del corpo oppure
di analizzarla su un piano dimensionale molto più ridotto.
Ma come, nello specifico, le
nanotecnologie contribuiscono a questa evoluzione del
settore? Questa branca della
scienza moderna, l’Imaging
molecolare, di fatto mira a
evidenziare molecole in piccole quantità, molecole tipiche di uno stato patologico
e indicative, quindi, della
presenza e dell’evoluzione
della malattia. Tali molecole
devono essere “marcate” con
un gran numero di particelle
di dimensioni nanometriche
altamente sensibili che emettano un segnale amplificato e
visibile. “Si tratta dell’evoluzione dei mezzi di contrasto –
spiega Alessandro Maiocchi,
Stampa Quotidiana S.r.l Via Galileo Galilei, 280/A
40059 Località Fossatone
- Medicina - (Bo);
Centro Stampa Editoriale
S.r.l. - Via Del Lavoro, 18
- 36040 Grisignano di
Zocco - (Vi);
Centro Stampa Quotidiani
S.p.A. - Via dell’Industria, 52
- 25030 Erbusco - (Bs);
research projects manager
Bracco Imaging, una delle
eccellenze italiane nel settore, intervenuto al Nanotechfestival di Colleretto Giacosa
(TO) -, che sono indispensabili nei protocolli clinici
per far risaltare l’immagine.
Tra le piccole particelle nanotecnologiche
sviluppate
da Bracco, per esempio, vi
sono quelle progettate per
applicazioni ad ultrasuoni: si
tratta di microbolle di tensioattivi che contengono un gas.
Iniettate nel corpo umano e
sotto l’effetto degli ultrasuoni
queste bolle emettono a loro volta altri ultrasuoni, che
consentono di individuare la
posizione e il comportamento della bolla stessa e dunque
della molecola bersaglio. Ma
la ricerca non si è fermata
qui: abbiamo messo a punto
piccole particelle di ossido
di ferro (superparamagnetic
iron oxides da 200 o 50 nm
di diametro) e le nanoparticelle lipidiche per risonanza
magnetica, etc. Tutto ciò allo
Registrazione Tribunale
di Milano numero 208
del 21 marzo 2005
scopo di sostenere il medico
nella scelta e modulazione
delle terapie mirate e guidarlo
negli interventi con tecniche
minimamente invasive”.
In estrema sintesi, queste particelle devono essere costituite da un materiale che sia il
più naturale possibile, devono
essere in grado di “ricercare”
in autonomia la molecola
specifica, accumularsi su questa attraverso i recettori e poi
essere smaltite dall’organismo
umano senza creare danni:
una vera sfida per i ricercatori.
“Grazie alle tecnologie e alla
digitalizzazione, siamo giunti
a una migliore comprensione
della biologia - aggiunge Maiocchi -. Pertanto, oggi, noi
ricercatori siamo in grado di
aggiungere al dato anatomico
anche l’informazione degli attori molecolari che sottendono alla patologia”. Con questa
tecnica è possibile studiare in
vivo lo sviluppo dei fenomeni
patologici.
L’immagine di per sé, però,
non dice nulla se non è poi
trasferita immediatamente a
un medico che sappia utilizzarla. L’immagine, infatti, è
utile quando ha un contenuto
diagnostico. Ecco che anche
l’intera comunità medica e
clinica va rimodulata in virtù
delle nuove scoperte e applicazioni. In futuro, quindi, il
medico radiologo dovrà collaborare in maniera più stretta e frequente con lo specialista che ha in cura il paziente,
per poter meglio interpretare
i segnali precoci di ogni tipo
di patologia e porvi rimedio.
■ NANOTECH / Ricerca di frontiera made in Italy
Bracco.
The Contrast Imaging
Specialists.
Lab on fiber: nascono i nanodispositivi ottici innovativi
L’Università del Sannio ha messo a punto una tecnologia all’avanguardia che consente di realizzare laboratori miniaturizzati integrati completamente su fibra ottica.
Nel bio-medicale, scoveranno batteri, virus e tumori
O
www.braccoimaging.com
gni tanto capita anche
da noi. Nonostante i finanziamenti risicati e la fuga
di cervelli, anche l’Italia può
vantare qualche clamoroso
successo scientifico. E vantarsi, di fronte al mondo intero,
di essere all’avanguardia in
una determinata branca della
scienza. Succede nel campo
della Nanofotonica, lo studio del comportamento della
luce su scala nanometrica. Il
gruppo di Optoelettronica del
Dipartimento di Ingegneria
dell’Università del Sannio,
guidato dai professori Antonello Cutolo ed Andrea Cusano, ha ideato e sviluppato
una tecnologia innovativa
per la realizzazione di ‘Laboratori miniaturizzati e multifunzionali’ completamente
integrati su una sottilissima
fibra ottica, ovvero all’interno
di un capello di vetro di 125
micron.
Telecamere acustiche ed ecografi miniaturizzati sono gli
strumenti che il gruppo di
ricerca sta realizzando e mettendo a punto nei laboratori
dell’Università, in stretta collaborazione con Emanuela
Esposito, ricercatrice presso
l’istituto di Cibernetica del
CNR di Pozzuoli. I risultati
ottenuti fino ad ora sono stati pubblicati sulla prestigiosa
rivista “ACS Nano” dell’American Chemical Society. Le
applicazioni nel settore biomedicale promettono di rivoluzionare le metodiche
d’indagine in vivo e in vitro,
perché, grazie alle dimensioni
nanometriche, alle fibre ottiche e alle grandi potenzialità
tecnologiche dei dispositivi,
sarà possibile scovare virus,
batteri e tumori in campioni
di ridotte dimensioni.
Come dire meno tempo e
meno costi. Le strutture nanometriche da integrare sulle fibre ottiche saranno realizzate con diversi materiali
(aventi determinate proprietà
elettriche, fisiche, magnetiche, chimiche, biologiche)
opportunamente selezionati
per la specifica applicazione.
Inoltre la capacità di modificare le proprietà ottiche dei
materiali sulla base di stimoli esterni (magnetici, elettrici
o meccanici) permettendo
di controllare il flusso della
luce, e quindi l’informazione
che viaggia in fibra, favorirà
sviluppi applicativi nel settore
dell’optical computing.
“È un’importante svolta tecnologica - afferma Cusano che consente di esaltare fino
in fondo le enormi potenzialità della Nanofotonica, grazie
al connubio, da sempre auspicato ma mai realizzato efficacemente, con le ‘autostrade
della luce’, le fibre ottiche.
Da un lato la nuova piattaforma tecnologica fornisce nuove modalità di gestione, di
elaborazione e manipolazione
del flusso di informazioni che
viaggia su portante ottica in
fibra; dall’altro la tecnologia
Lab on Fiber trova concreti
esempi applicativi nella realizzazione di array di sensori
chimici e biologici, e potrebbe
arrivare a competere nell’arco di pochi anni con l’ormai
consolidata tecnologia Lab on
Chip, sviluppata nel decennio
scorso. I nostri nano dispositivi (ossia i laboratori) – continua il docente - vengono
infatti realizzati direttamente
su una fibra ottica con notevoli vantaggi in termini di dimensioni (e quindi di peso e
consumi energetici) e di complessità dei sistemi di interrogazione che si traducono in
un abbassamento sostanziale
dei costi di analisi”.
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
Diagnostica per immagini
■ PROFESSIONI / In uno scenario che cambia, urge valorizzare il ruolo dello specialista in radiologia
“Più visibilità per il medico radiologo”
È l’impegno di Carlo Faletti, dal 6 giugno presidente della SIRM, che ha già stilato la
lista dei progetti da sviluppare nel corso del suo incarico
Carlo Faletti,
direttore del
dipartimento
di Diagnostica
per immagini
dell’azienda
sanitaria
ospedaliera
CTO-M.
Adelaide di
Torino
I
n primo piano c’è la necessità di un maggiore coinvolgimento del medico radiologo
nel ruolo d’interlocutore privilegiato tra chi richiede un esame e il responsabile dell’iter
diagnostico; poi il bisogno di
partecipazione nelle questioni organizzative e gestionali.
Altrettanto importante è l’esigenza di aumentare la “visibilità” del medico radiologo nei
confronti del paziente, obiettivo da raggiungere attraverso
la costruzione di un rapporto
più diretto tra lo stesso e lo
specialista di riferimento per
la soluzione di un problema
diagnostico. Sono le priorità indicate dal dottor Carlo
Faletti, direttore del dipartimento di Diagnostica per immagini dell’azienda sanitaria
ospedaliera CTO-M.Adelaide
di Torino, Trauma Center di
riferimento Regionale, e dal
prossimo 6 giugno anche nuovo presidente in carica della
SIRM, la Società italiana di
radiologia medica (che associa
la maggioranza dei radiologi
italiani, oltre 10 mila associati,
ed è stata fondata nel 1913).
“Negli ultimi anni - spiega - la
radiologia ha subito un’evoluzione tecnologica epocale,
trasformandosi in un insieme
di metodiche diverse che partono dai raggi X della radiologia tradizionale per arrivare
all’ecografia, alla Tc spirale e
alla risonanza magnetica. Metodiche che oggi sono meglio
definite con il termine di diagnostica per immagini”.
Di pari passo è andato anche
il progresso delle singole tecniche d’indagine sia in termini
di performance della sensibilità diagnostica che in termini
quantitativi per rispondere ad
una domanda sempre più ampia e articolata. Si calcola che
gli esami di diagnostica per
immagini in Italia siano quasi
100 milioni l’anno e che negli
ultimi anni la produzione di
prestazioni di imaging sia più
che raddoppiata con una tendenza inarrestabile alla crescita. Sempre più spesso alla diagnostica per immagini viene
affidato il compito di formulare una diagnosi circostanziata con l’obiettivo di mettere a
punto un corretto iter terapeutico. “È cambiato nel tempo
anche l’approccio del paziente
- sottolinea il dottor Faletti che sta imparando sempre di
più ad individuare nel medico
radiologo una figura professionale di riferimento. Non
dice più vado a far il tal esame ma vado da quel medico
radiologo per risolvere il mio
problema diagnostico. Oggi
l’esito dell’esame non viene
più attribuito all’apparecchiatura diagnostica quanto piuttosto alla perizia del medico
radiologo che ne interpreta le
immagini correlandole al paziente”.
Nell’agenda del dottor Faletti
trova spazio anche la ricerca di
nuovi strumenti per migliorare l’attività del medico radiologo sia in termini strumentali
che organizzativi. “Il medico
radiologo è oggi pronto ad assumersi nuovi ruoli - sottolinea - anche in campo gestionale: ad esempio dovrebbe
essere consultato nelle gare
di appalto per le forniture del
mezzo di contrasto. Si tratta di
una scelta importante e anche
delicata, perché consente al
medico radiologo di arrivare il
più velocemente possibile alla
diagnosi”. Altro nodo cruciale
da risolvere quello della gestione delle liste di attesa, avvertito come uno dei maggiori
problemi del servizio sanitario
nazionale.”Oggi si prescrivono
troppi esami senza consultare prima il medico radiologo
- sostiene Faletti - ma basterebbe avviare un dialogo più
costruttivo con il medico di
medicina generale e assieme
a lui valutare il livello di appropriatezza delle richieste.”
Il CTO-M. Adelaide di Torino
3
Si calcola che gli esami
di diagnostica per
immagini in Italia siano
quasi 100 milioni l’anno
e che negli ultimi anni la
produzione di prestazioni
di imaging sia più che
raddoppiata con una
tendenza inarrestabile
alla crescita
A questo proposito potrebbe
essere applicate delle linee guida con l’obiettivo di fornire ai
medici che prescrivono l’esame uno strumento formativo
di orientamento.
Nel nuovo programma di attività della Società Italiana
di Radiologia Medica c’è anche un’altra importante sfida:
quella di stimolare una costante crescita delle capacità
cliniche e operative della categoria a partire dalla formazione post-universitaria fino
all’inserimento nel mondo
del lavoro. “La necessità di un
riconoscimento più ampio al
ruolo del medico radiologo a
tutti i livelli viene oggi giustificato - precisa sempre Faletti
- non solo dalla sua preparazione clinica e tecnica, ma anche dalla sua capacità di saper
scegliere e collegare le varie
metodiche di esame”.
■ STRATEGIE / L’innovazione di Philips Italia nel campo della diagnostica
Nell’imaging 2.0 il paziente è al centro
Un modo nuovo di pensare la radiologia: ce ne parla Carlo Camnasio, presidente
T
ecnologia e innovazione
sono componenti da sempre presenti nel dna di Philips,
sia nel settore dell’elettronica
di consumo che dell’illuminazione e anche, soprattutto,
nell’healthcare. L’azienda è
presente nel settore medicale
da oltre 100 anni, è stata pioniera nell’utilizzo dei raggi
X per finalità diagnostiche e
oggi si distingue per una vasta gamma di sistemi medicali
all’avanguardia.
A fianco dell’innovazione tecnologica, però, c’è un’innovazione altrettanto importante
che è quella relativa all’approccio al paziente e alla medicina
in generale.
“Quello che ci contraddistingue è una presenza a tutto
campo - afferma Carlo Camnasio, presidente di Philips
Italia -. Noi poniamo grandissima attenzione al ciclo di cura
del paziente. Abbiamo un’impostazione tale per cui anche
i nostri prodotti sono pensati
per seguire il paziente mettendolo al centro dal punto di vista dello screening, prima, poi
della diagnosi, del trattamento
e infine del follow-up. Tutte
queste attività, una di seguito
all’altra, vengono seguite in
modo adeguato con prodotti
diversi ma legati tra di loro,
in modo tale da poter vedere,
talvolta in modo diretto, l’efficacia che il trattamento fa su
un paziente.
In un contesto sociale sempre più segnato dal fenomeno
dell’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle
malattie croniche, tecnologia
significa anche realizzare soluzioni innovative che consentano di rispondere ai bisogni dei
pazienti, a casa e in ospedale,
cercando nel contempo di ab-
battere gli elevati costi generali, dell’healthcare.
“Nei prossimi anni, sarà sempre più sentito il tema della
cura del paziente a domicilio
- afferma Camnasio -. Stiamo
sviluppando approcci basati
sulla telemedicina che consentono il monitoraggio in remoto (si può ad esempio effettuare un elettrocardiogramma
a distanza) ma stiamo anche
proponendo prodotti e strumenti che permettono di effettuare a domicilio le procedure
di ossigenazione e ventilazio-
Carlo Camnasio presidente di Philips Italia
ne necessarie in alcune terapie”. La cura a domicilio crea
dunque dei vantaggi ai pazienti stessi che sono più a proprio
agio nell’ambiente domestico
ma, non meno importante,
comporta anche uno sgravio
sui costi della sanità pubblica laddove non è necessaria
l’ospedalizzazione.
Se l’impegno di Philips è focalizzato sulla realizzazione
di soluzioni che consentano
di migliorare la qualità di
vita, è innegabile che l’imaging rappresenti, in tal senso,
una priorità nelle diagnosi e
nell’identificazione delle migliori terapie. E, con un knowhow di oltre 100 anni, Philips
è oggi in grado di portare nel
settore della diagnostica una
serie di apparecchiature molto
innovative.
“L’anno scorso abbiamo lanciato un progetto conosciuto
con il nome di Imaging 2.0
che evidenzia a un nuovo modo di pensare la radiologia
e che intende rivoluzionare
questo ambito della medicina
con tecnologie all’avanguardia
in grado non solo di garantire comfort e sicurezza al paziente ma anche di comprendere e soddisfare le esigenze
HIFU con sistema di Risonanza magnetica Philips
dei radiologi”. Lo sviluppo
dell’Imaging 2.0 è esemplificato dal lancio di nuovi prodotti
molto particolari, ad esempio,
prodotti che siano attenti al
corretto utilizzo della dose di
raggi X.
“iDose4 è un sistema ideato
appositamente per le Tac che
permette di ridurre la dose di
radiazioni fino all’80% - spiega Camnasio -. Il microDose,
invece, è una soluzione per
la mammografia digitale che
permette di ridurre la dose di
radiazione fino al 50%. Si tratta di un obiettivo importante
dal momento che la mammografia è un esame che viene
ripetuto costantemente nel
tempo”.
Lo stato dell’arte nella diagnostica è legato anche all’utilizzo
di macchine ibride, che consentono di utilizzare 2 metodiche contemporaneamente.
Il vantaggio? Se si unisce, ad
esempio, una risonanza con
una Pet si possono ottenere
nello stesso tempo informazioni anatomiche e funzionali
così da avere una precisione
altissima. Sullo stesso principio, funziona anche la Ct-Pet.
“Abbiamo anche dei sistemi
denominati Hifu che abbinano la risonanza con gli ultrasuoni a scopi non diagnostici
ma terapeutici”, afferma Camnasio.
A testimonianza di un’attenzione al paziente a 360° è infine il progetto Ambient Experience che si pone come un
importante ausilio alle tecniche diagnostiche. Il sistema da qualche tempo realtà anche
in Italia - grazie a soluzioni
architettoniche con pareti curve, luci e musica, crea attorno
al malato, specie se si tratta di
un bambino, un mondo virtuale sereno e piacevole che
consente un approccio non
traumatico agli accertamenti
diagnostici.
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
4 Diagnostica per immagini
■ CARDIORADIOLOGIA / Cardio Tc e Rm cardiaca: le tecniche che permettono di non ricorrere al cateterismo arterioso
Si punta sulle metodiche non invasive
A descriverle è Ernesto Di Cesare, professore della facoltà di Medicina dell’Università dell’Aquila
l cuore ha sempre meno
segreti. Il merito va alla
cardioradiologia, per cui le
prime esperienze risalgono
al 1999, oggi in assoluto l’ultima frontiera nello studio
delle patologie cardiovascolari. Dalle potenzialità innovative, grazie a sofisticati
strumenti, ovvero tecniche di
imaging quali la tomografia
computerizzata (Tc) e la risonanza magnetica (Rm), essa
permette di ottenere informazioni prima impossibili.
E, soprattutto, di farlo in modo non invasivo, come spiega
Ernesto Di Cesare, professore della Facoltà di Medicina
dell’Università dell’Aquila,
presidente della sezione di
cardioradiologia della SIRM,
la Società italiana di radiologia medica, partendo dalla
tomografia computerizzata.
Dice: “Le recenti e più avanzate apparecchiature di Tc
sono in grado di visualizzare, con elevata accuratezza,
le arterie coronarie, vale a
dire le strutture vascolari
che trasportano l’ossigeno al
muscolo cardiaco, elemento indispensabile per la sua
contrattilità e la sua sopravvivenza”.
Quando l’apporto di ossigeno si riduce o si arresta, il
muscolo prima perde la sua
funzione contrattile e poi,
se il processo avanza, va incontro a morte producendo
quell’effetto patologico catastrofico che prende il nome
d’infarto miocardico. Questa
resta tutt’oggi la prima causa
di morte.
“La riduzione dell’apporto
di ossigeno — continua Di
Cesare — è determinata da
stenosi o completa ostruzio-
ne delle arterie coronarie.
La causa di gran lunga più
frequente è l’aterosclerosi,
sulla quali si possono ottenere informazioni indirette con
vari presidi diagnostici, ma
la tecnica di riferimento per
visualizzare le coronarie e la
presenza di malattia ateroasclerotica è la coronarografia,
tecnica invasiva ottenuta con
impianti radiologici attraverso cateterismo selettivo delle
coronarie e introduzione di
mezzo di contrasto”.
Bene, è qui la svolta nella
diagnostica del cuore: con
la Tc si possono visualizzare
le coronarie evitando il cateterismo arterioso con introduzione di ridotte quantità di mezzo di contrasto
da una vena periferica del
braccio. Peraltro la scienza
ha fatto passi importanti in
merito alle apparecchiature
usate, poiché oggi si è ridotto il tempo di acquisizione
(anche frazioni di secondo)
e con esso la possibilità di
Cardio Tc :
ricostruzione
del volume:
rendering
(a colori)
e riformattazione
multi planare
(in scala di grigi)
artefatti da movimento.
“Soprattutto — precisa il
presidente — si è ridotta la
dose di radiazioni erogata al
paziente. In condizioni ottimali può essere al di sotto di
1 mSv, in pratica addirittura
inferiore a un terzo della dose media di esposizione alle
radiazioni naturali in Italia,
che è pari a 3,4 mSv tra radiazioni cosmiche e terrestri”. Per poter eseguire la Tc
è necessaria una frequenza
cardiaca minore a 65 battiti
per minuto (spontanea o indotta farmacologicamente) e
la capacità di mantenere l’apnea per pochissimi secondi.
Al contrario, in genere, non
è possibile in caso di allergia
ai mezzi di contrasto iodati,
insufficienza renale, gravidanza, insufficienza respiratoria e scompenso cardiaco
severo.
Altra tecnica all’avanguardia
non invasiva per lo studio
del muscolo cardiaco è la
Rm cardiaca. “Grazie a essa
— continua il professore —
si può visualizzare il cuore in
ogni sua porzione, rilevandone sia la morfologia che la
funzione contrattile, inoltre
con l’utilizzo di sequenze
■ MATERIALI / Le novità di CID
RICONOSCERE E VALUTARE
LA CAUSA.
EIZO RADIFORCE™ –
I MONITOR LCD PER LA
DIAGNOSTICA.
Stent: la tecnologia migliora
l’efficacia dei dispositivi
La novità è il sistema di rilascio del farmaco con
reservoirs, senza l’uso dei polimeri
I
www.radiforce.it
YEARS WARRANTY
I
nnovazione, ricerca e
sviluppo di dispositivi
all’avanguardia per la cura di
gravi patologie coronariche,
come l’aterosclerosi: questo
il terreno d’azione della CID
(Carbostent & Implantable
Devices). Società indipendente nata dallo spin-off
della Business Unit Vascular
Therapy del Gruppo Sorin,
ha come maggior investitore
IP Investimenti e Partecipazioni. Conta circa 200 dipendenti, un fatturato per l’80%
all’estero (presenza in 80 paesi) e ha importanti progetti
per il futuro: “La CID — dice
Franco Vallana, presidente e
amministratore delegato —
punta allo sviluppo dei prodotti e all’espansione della
presenza internazionale. L’intento è di rispondere all’evoluzione del settore, nel rispetto dei più alti standard di
qualità, affidabilità e fiducia
da parte della classe medica”.
La CID nasce nel 2009 con
l’obiettivo di sviluppare un
progetto di stent di nuova
generazione. A testimonian-
za dell’impegno della società
sono le tecnologie esclusive
prodotte, a partire dal Rivestimento Carbofilm. “Sin dal
primo Carbostent nel 1998
— continua Vallana —, il
prodotto si è qualificato come il più avanzato nel settore
degli stent coronarici grazie
al rivestimento di Carbofilm.
Carbofilm è un film ultrasottile (< 0.5 μm) ad alta densità
di puro carbonio con struttura turbostratica che può
essere applicato, con estrema
adesione, su un substrato
senza alterarne le caratteristiche morfologiche e fisiche.
Grazie alle caratteristiche
specifiche è possibile discriminare la presenza di edema,
di necrosi del muscolo o di
riparazione fibrotica”. La risonanza magnetica è un esame che trova applicazione su
più fronti: nello studio del
microcircolo e nella valutazione del miocardio vitale,
ibernato o stordito, come
nella sindrome coronarica
acuta permette di differenziare le cause ischemiche
(infarto) da quelle infettive
(miocardite). Ma si impiega
pure in caso di cardiomiopatie, offre elementi diagnostici nello studio dei tumori
cardiaci e il suo potere di
analisi morfofunzionale dà
indicazioni in alcune cardiopatie congenite.
Solo in alcuni casi richiede
l’utilizzo di mezzo di contrasto paramagnetico, comunque diverso da quello iodato
utilizzato in Tc, e non espone
a radiazioni ionizzanti.
“Per questa diagnostica si allungano i tempi rispetto alla
TC — chiarisce Di Cesare
—. In genere dura da 30 a
50 minuti. Al paziente viene
richiesta l’esecuzione di multiple apnee respiratorie che
possono variare ciascuna da
5 a 15 secondi”.
Per sottoporsi alla Rm è
necessario dunque che il
paziente collabori e tra le
principali controindicazioni
vi sono la claustrofobia, la
presenza di clips metalliche
ferromagnetiche e il pacemaker, benché di recente
siano stati introdotti devices
compatibili in Rm.
fisico-chimiche il Carbofilm
rappresenta ancora oggi il
miglior materiale emo e bio
compatibile”.
La più recente innovazione
invece è il Sistema di rilascio
del farmaco, senza l’uso di
polimeri, a partire da reservoirs, sotto forma di scanalature profonde, ricavate solo
nella superficie dello stent a
contatto con la parete del vaso. Infine, la formulazione del
farmaco: “Rispetto ai sistemi
in uso per consentire la diffusione del farmaco nel tessuto
biologico della coronaria con
cui lo stent entra in contatto
— spiega il presidente —, la
CID ha sviluppato un sistema esclusivo consistente nel
rivestimento delle molecole
del farmaco con una ‘shell’
di molecole di acidi organici
con terminazione lipofilica.
Grazie all’affinità chimica
di queste terminazioni con
i componenti biologici delle
molecole delle cellule, ne risulta una diffusione ‘mirata’
del farmaco nel tessuto, con
il risultato di raggiungere
direttamente le cellule bersaglio”.
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
Diagnostica per immagini
■ FOCUS / La Radiologia Interventistica, frontiera della Diagnostica per immagini
Cambia il modo di trattare le patologie urgenti
Mini-invasività e costi sociali inferiori
I casi più frequenti raccontati da Paolo Fonio, professore associato di Radiologia all’Università degli studi di Torino
D
i nuovo le tecniche più
innovative e le procedure all’avanguardia protagoniste della diagnostica per
immagini. Questa volta tocca
alla radiologia interventistica:
una “ultraspecialità” clinica
della radiologia basata sulla
diagnosi e sul trattamento
mininvasivo, guidato appunto
dalla diagnostica per immagini, di numerose patologie.
“Il continuo miglioramento
dell’imaging e dello strumentario, sempre più sofisticato e
miniaturizzato, rende ragione
della sua tumultuosa evoluzione. D’altronde l’esigenza
della moderna medicina di
trattare le patologie in modo
sempre meno invasivo, con
riduzione dei costi sociali e
dei tempi di degenza, sta alla
base della diffusione di questa disciplina da pochi centri
di riferimento agli ospedali
di piccole-medie dimensioni,
dove è entrata stabilmente
nella pratica clinica quotidiana”. A parlare è Paolo Fonio,
professore associato di Radio-
logia all’Università degli studi
di Torino, consigliere della sezione di radiologia vascolare e
interventistica della SIRM.
Numerosi i campi di applicazione della radiologia interventistica. Ai fini pratici si distinguono due grandi ambiti:
vascolare ed extravascolare.
“Nel primo caso — spiega il
professore — le procedure più
diffuse sono quelle del distretto arterioso, ovvero mediante
tecnica endovascolare. Cioè
“navigando” con cateteri e
fili-guida nel sistema arterioso attraverso la puntura di
un’arteria periferica (di solito
a livello inguinale), con l’uso
di cateteri “a palloncino” che
dilatano le pareti e sottili “retine” metalliche (stent) che
mantengono pervio il lume si
“riaprono” segmenti ristretti
od occlusi delle arterie, ripristinando il corretto flusso
ematico a livello degli arti
inferiori nel trattamento della “claudicatio intermittens”,
dei reni in alcune forme di
ipertensione, del cervello at-
Analisi
extravascolare
traverso le carotidi nella prevenzione dell’ictus ischemico
cerebrale”.
Con la stessa tecnica endovascolare è possibile trattare la
patologia dilatativa arteriosa.
In particolare va sempre più
espandendosi il trattamen-
to endovascolare mediante
endoprotesi degli aneurismi
dell’aorta addominale, con
un trend di crescita di questa
tecnica a fronte di una contrazione degli interventi in
chirurgia tradizionale. “La
tecnica — precisa il dottore
Fonio — ha raggiunto livelli di affidabilità tali da farla
preferire in molti casi trattati
in regime di urgenza, anche
nel distretto toracico, ove
particolarmente delicate appaiono le rotture traumatiche
da incidenti della strada che
sempre più frequentemente
vengono ‘riparate’ mediante
l’inserimento endovascolare
di un’endoprotesi”.
Sempre legate all’urgenza
sono le procedure di embolizzazione arteriosa, eseguite
mediante la stessa tecnica endovascolare. Hanno l’obiettivo
di occludere dei vasi arteriosi
che stanno sanguinando per
cause traumatiche, per la presenza di particolari patologie e
in seguito a interventi chirurgici o di altra natura. “Anche
in questo caso — continua il
professore — il ricorso all’embolizzazione in regime di
urgenza in alternativa all’intervento chirurgico è sempre
più frequente, tant’è che oggi
pressoché tutti i grandi ospedali italiani hanno un servizio
di reperibilità attivo 24 ore su
24 di radiologia interventistica vascolare, per far fronte a
questa esigenza”.
Innumerevoli i campi di applicazione della radiologia
interventistica in ambito extravascolare. Gli interventi
più semplici, come le biopsie,
cioè il prelievo di cellule o
frammenti di tessuto per la
loro tipizzazione, in cui l’ago
può essere guidato vero la lesione ‘bersaglio’ dall’ecografia
o dalla TC, vengono eseguiti
nella realtà italiana praticamente in tutti gli ospedali.
“I distretti interessati vanno
dalla tiroide alla mammella,
al fegato, ai reni e al pancreas
— spiega il professore Paolo
Fonio —. Vi sono procedure
più complesse, per esempio
a livello del distretto urinario
o epato-biliare, che vengono
eseguite in ospedali di grandi
dimensioni. L’evoluzione dello strumentario e l’esperienza
degli operatori ha esteso queste procedure, ovviamente in
centri di riferimento, ad ambiti molto ‘delicati’, quali quello
dei trapianti epatici e renali”.
Non si può dimenticare a
questo punto di fare un accenno all’ampio capitolo della radiologia interventistica
oncologica. In questo ambito i trattamenti cosiddetti
loco-regionali sulle neoplasie
non hanno più solo intento
palliativo, bensì anche curativo, come le procedure di
termoablazione con sonde a
radiofrequenza di lesioni epatiche, guidate generalmente
dall’ecografia.
■ PRODOTTI / Nuove frontiere nel settore degli stent
Dispositivi all’avanguardia contro
l’ostruzione vascolare
Sistema di Tomografia Computerizzata a Fascio Conico
Grazie al contributo di CID, l’Italia è leader nella tecnologia medicale dei
dispositivi impiantabili
C
ID è un’azienda medicale
che produce dispositivi
impiantabili di elevata tecnologia utilizzati nelle arterie
coronariche e periferiche per
ovviare alla presenza di ostruzioni che limitano il flusso
sanguigno arterioso, essenziale per mantenere il corretto
funzionamento di organi vitali
come il cuore. CID, acronimo
di “Carbostent & Implantable
Devices”, è una realtà tutta
italiana che esporta in tutto il
mondo i prodotti che sviluppa
e produce nella sede di Saluggia (VC) all’interno di un polo
tecnologico di assoluta eccellenza. CID nasce nel dicembre
2008 da uno spin-off di Sorin
Group ed impiega attualmente circa 200 persone. Grazie ai
numerosi brevetti e dispositivi
innovativi che ha sviluppato,
il suo nutrito portafoglio prodotti viene oggi offerto in numerosi mercati internazionali,
con particolare focus a livello
italiano ed europeo.
Dopo i primi anni di vita,
in cui il business principale è stato il trattamento delle
Immagine di uno
stent autoespandibile
in nitinolo
ostruzioni coronariche, il 1°
gennaio 2011 CID ha iniziato la commercializzazione di
dispositivi per il trattamento
delle ostruzioni periferiche
quali arterie renali, iliache,
femoro-poplitee ed infra-poplitee. Tecnologia innovativa
in questi ultimi dispositivi è il
film di rivestimento ultrasottile, costituito da puro carbonio,
in grado di rendere la superficie metallica a cui è applicato
particolarmente emocompatibile, minimizzando il rischio
di formazione di pericolosi
trombi. Nel prossimo futuro
l’esclusiva tecnologia a rilascio
micro-controllato di farma-
co senza l’utilizzo di polimeri
(potenzialmente causa di effetti collaterali anche gravi)
sarà applicata alla già esistente
piattaforma autoespandibile
in nitinolo. Tale dispositivo,
già in fase di sviluppo nel reparto R&D, permetterà di trasferire in ambito periferico gli
eccellenti risultati ottenuti in
ambito coronarico con lo stent
Cre8 (leggasi “Cri-eit”), fiore
all’occhiello della tecnologia
CID, che ha riscosso il consenso della comunità medica
internazionale sia in ambito
europeo che americano.
Per maggiori informazioni:
www.cidvascular.com
Co n u n g r an d e F. O. V.
ogni cosa diventa più
ch i ar a e s e m p l i ce
L’ INTERA ANATOMIA DENTO-MAXILLO-FACCIALE A DISPOSIZIONE PER LE VOSTRE DIAGNOSI.
Ottieni una qualità di immagine tre volte superiore grazie alla calibrazione Hounsfield.
• Cefalometria
• Ortodonzia e Gnatologia
• Analisi ATM
5
• Pianificazione implantologica
• Chirurgia orale e maxillo-facciale
• Endodonzia
DE GÖTZEN s.r.l. a company of ACTEON Group • Via Roma 45 • 21057 Olgiate Olona (VA) • ITALIA
Tel + 39 0331.376760 • Fax + 39 0331.376763
E-mail : [email protected] • www.acteongroup.com
VI ASPETTIAMO AL SIRM
- Fila Laterale, Stand n. 155 -
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
6 Diagnostica per immagini
■ RICERCA / La relazione tra l’Insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (Ccsvi) e la Sclerosi Multipla (SM)
L’apporto dell’imaging nello studio
delle malattie neurovegetative
A dx stenosi
della vena
giugulare; a dx
dopo trattamento
endovascolare
con PTA
Roberto Floris, responsabile dell’unità di Neuroradiologia del Policlinico Universitario
Tor Vergata di Roma ha condotto studi specifici sulla teoria Zamboni
L’
insufficienza venosa cerebrospinale
cronica
(Ccsvi) è riconosciuta come
entità nosologica nella World
Consensus Conference on
Venous Malformations, a
Montecarlo nel Settembre
2009. La Ccsvi è una condizione clinica caratterizzata
da inadeguato deflusso del
sangue dal Sistema Nervoso
Centrale (SNC) causato da
stenosi/malformazioni nelle
vene giugulari e nella vena
azygos, con aumentata pressione venosa e stasi ematica,
cui consegue accumulo di
cataboliti tossici e ferro. Nella
Sclerosi Multipla, patologia
cronica del SNC con aspetti
neurodegenerativi e infiammatori demielinizzanti, i depositi cerebrali di ferro sono
ritenuti i principali responsabili di danno ossidativo e
azione
pro-infiammatoria,
tipici della patologia.
I malati di SM sono circa
1,3 milioni nel mondo, di cui
400.000 in Europa e 57.000
in Italia. I quadri clinici sono
estremamente eterogenei: la
disabilità può essere minima
o devastante. Si evince quindi
l’impatto economico e sociale
di questa malattia.
Nel 2009, suscita clamore
la descrizione di Zamboni
dell’associazione tra Ccsvi e
SM con sensibilità e specificità del 100%, valutata con
Eco-Color-Doppler. Il successivo studio pilota del prof.
Zamboni sull’efficacia del
trattamento endovascolare di
Ccsvi mediante Angioplastica
Percutanea Transluminale in
Perfusione cerebrale TC e RM
soggetti con SM, riporta un
significativo miglioramento
di pressione emodinamica venosa, outcome clinico, carico
lesionale e lesioni attive dopo
follow-up a 18 mesi, tuttavia
con un tasso di re-stenosi non
trascurabile.
La comunità scientifica internazionale mostra perciò notevole interesse nei confronti
di questa innovativa teoria,
ma studi sulla prevalenza della C Ccsvi nella SM, perfusione cerebrale, depositi di ferro
e dinamica liquorale, danno
risultati spesso contrastanti
e mai definitivi; gli stessi cri-
teri diagnostici di Ccsvi sono
lacunosi. Eppure nascono
associazioni di malati per rivendicare il ruolo della Ccsvi
nella SM e difendere i benefici
del trattamento endovascolare mediante PTA, con l’ausilio
dei mass media, soprattutto
internet e social network.
Chiamano il trattamento
endovascolare intervento di
liberazione, poiché libera i
malati di SM dalle malformazioni venose, migliorando la
sintomatologia neurologica.
La speranza condivisa è liberare in un unico momento
terapeutico individuo e società da disabilità, elevati costi
pubblici e privati, migliorando la qualità di vita di pazienti spesso molto giovani.
In questo scenario sorge la
necessità, a livello nazionale
e internazionale, di verificare
con rigore e su larga scala i
dati di Zamboni. Il Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Imaging Molecolare,
Radiologia Interventistica e
Radioterapia del Policlinico
Universitario Tor Vergata,
in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze,
conduce nel 2009 uno studio
prospettico randomizzato a
singolo cieco sulla prevalenza
della Ccsvi in soggetti affetti da SM e in controlli sani,
con Ecd secondo il protocollo
stilato da Zamboni stesso e
con perfusione-RM. I risultati non mostrano differenze
significative nella prevalenza
della Ccsvi tra malati e controlli e si evince inoltre che le
malformazioni venose considerate Ccsvi da Zamboni non
correlano significativamente
con la disabilità neurologica
associata a SM. Inoltre, lo studio di perfusione conferma
le alterazioni emodinamiche
tipiche di SM, la cui correlazione con i sintomi non è influenzata da Ccsvi.
Una valutazione oggettiva
della Ccsvi è ardua, per la va-
riabilità inter e intra-individuale del sistema venoso, sia
nei rilievi morfologici, sia nei
parametri flussimetrici: il limite tra patologico e variante
anatomica è mal delineabile.
Queste contraddizioni spingono il gruppo e altri autori
a cercare conferma nella flebografia, procedura meno
soggettiva, ma invasiva. Da
un’esperienza preliminare su
44 soggetti ( 29 pazienti con
SM e 15 controlli sani) non
è stata osservata alcuna correlazione significativa tra la
presenza di Ccsvi e SM, evidenziandosi anomalie venose
sia nei pazienti che nei soggetti sani senza alcuna prevalenza. Si potrà considerare
l’efficacia della PTA solo dopo
studi randomizzati che attestino una prevalenza significativa fra Ccsvi e SM su larga scala. Allo stato dell’arte,
associazione tra Ccsvi e SM
e definizione stessa di Ccsvi
sono dibattute.
■ PROTAGONISTI / Bk Medical, sistemi e dispositivi a ultrasuoni
Indagini ecografiche senza limiti
Intraoperatorie, laparoscopiche o drop-in per chirurgia robotica, le sonde
BK Medical rappresentano lo stato dell’arte del settore
S
empre un passo avanti,
per scelta e filosofia di business, con soluzioni uniche
nel settore delle apparecchiature ecografiche. È con questa
forza che opera la società BK
Medical (www.bkmed.com),
brand del Gruppo Analogic.
La qualità e l’unicità delle soluzioni BK sono frutto di una
lunga esperienza produttiva e
dei costanti investimenti in ricerca e sviluppo che impegnano annualmente circa il 12%
del fatturato aziendale.
Le soluzioni BK rappresentano
lo “stato dell’arte” della metodica ecografica in diversi ambiti, tra i quali spiccano, oltre
alle applicazioni ecografiche
standard, l’ecografia interventistica (anche intraoperatoria),
l’ecografia intraoperatoria in
chirurgia laparotomica, laparoscopica e robotica, neurochirurgia, urologia e andrologia, in anestesia, nonché nello
studio delle patologie del pavimento pelvico.
Il livello di specializzazione
di BK è raggiunto grazie a
soluzioni uniche. Si possono
ricordare l’imaging avanzato
(anche con mezzo di contrasto) grazie alle tecnologie proprietarie IQPac e Quantum
Sonda per attività ecografica
intraoperatoria robotica
Technology
o l’imaging biplanare simultaneo real-time
(anche con sonde intraoperatorie) con doppio repere
per punzione ecoguidata. Le
apparecchiature garantiscono
sterilizzabilità delle sonde per
immersione totale (connettore compreso); compatibilità
con sistemi di sterilizzazione
Steris e Sterrad in conformità
alla destinazione applicativa
delle varie sonde, disponibilità
di guide bioptiche per attività
eco-guidata per tutte le sonde
(monouso o sterilizzabili).
Tutto ciò permette all’ecografista di affrontare l’attività disponendo di strumenti pensati
considerando le sue specifiche
esigenze, per il massimo livello di qualità esistente.
Tra le sonde si ricordano quelle intraoperatorie biplane, le
sonde laparoscopiche con lume interventistico e capacità
di lettura dei mezzi di
contrasto, sino alla recentissima sonda “drop-in” per
chirurgia robotica che viene
“impugnata” direttamente d
al braccio del robot Da Vinci
e permette la visualizzazione
delle immagini sul visore del
robot, garantendo la visione
contemporanea del campo
operatorio e della corrispondente immagine ecografica,
anche colordoppler o con contrasto.
La realtà statunitense
lavora da 30 anni nel
settore dei dispositivi ad
ultrasuoni per urologia,
chirurgia e anestesia.
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
Diagnostica per immagini
■ PREVENZIONE / Patologie del seno: le risorse per l’individuazione precoce e specifica
Vince la complementarietà delle tecniche
Ne parliamo con Pietro Panizza, presidente della sezione di Senologia e direttore della
Radiologia 1 della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
I
n attesa del suo 45° congresso, che si terrà a Torino
ai primi di giugno, la Società
Italiana di Radiologia Medica
– SIRM – presenta le innovazioni in ambito senologico,
attraverso le parole del dottor Pietro Panizza, presidente
della sezione di Senologia e
direttore della Radiologia 1
della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori
di Milano. La sezione conta
circa 1.000 iscritti, e la SIRM
è l’unica società scientifica in
Italia che si occupa dell’imaging senologico con competenze in tutte le tecniche disponibili.
Nell’attività di diagnosi per
immagini legata alla senologia, tre sono gli strumenti
principe in uso ai radiologi:
nell’ordine la mammografia, l’ecografia e la risonanza
magnetica. Spiega Panizza:
“Il nostro impegno in questi
anni è stato quello di creare
la cultura della complementarietà tra le varie tecniche
di diagnostica per immagini.
Solo sapendo gestire e interpretare le tre tecniche è possibile stabilire come procedere
Il dottor
Pietro Panizza
nell’iter diagnostico e, se necessario, optare per un prelievo citologico o istologico con
agobiopsia o agoaspirato”.
La tecnica di base per la diagnostica senologica resta la
mammografia, da eseguirsi
periodicamente dopo i 40
anni di età, o comunque a seconda di quanto stabilisce il
medico, in base alla presenza
o meno di sintomi.
La mammografia, spiega Panizza, è una tecnica ormai
consolidata – fondamentale,
perché l’unica in grado di
identificare le microcalcificazioni che possono corrispondere a un’alterazione
iniziale in pazienti asintomatiche - che negli ultimi dieci
anni è passata da analogica a
digitale: “La digitalizzazione
ha portato con sé la possibilità di vedere l’immagine su
grandi monitor, di archiviare
i dati e averli sempre a disposizione, con la stessa qualità
garantita dai sistemi analogici
e una progressiva diminuzione della dose di radiazioni al
paziente. Nell’ambito della
mammografia digitale, merita qui ricordare nuove apparecchiature che si stanno rendendo disponibili. Una è di
certo la tomosintesi, una tomografia della mammella che
permette di ottenere un’immagine in 3D, con una visione più definita delle lesioni”.
Le caratteristiche di questo
esame consentono di ipotizzare la riduzione dei tassi di
richiamo delle pazienti.
Sempre con la mammografia digitale si sta iniziando la
sperimentazione con mezzo
di contrasto in vena: questa
metodica dovrebbe consentire di identificare le lesioni in
modo più accurato grazie alla
loro ipervascolarizzazione.
Ampiamente utilizzata, l’ecografia nella diagnostica per
immagini della senologia garantisce immagini di sempre
maggior qualità e dettaglio.
“In tema di ecografia sono
da segnalare gli studi in corso per valutare l’elastosonografia, una tecnica in grado
■ PROFESSIONI / La parola alla Federazione Nazionale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica
“Più spazio ai Tsrm, professionisti
a fianco dei medici radiologi”
Occupandosi di protezione fisica e dosimetria, i tecnici sanitari di radiologia medica
(Tsrm) sono garanti della sicurezza e della qualità della prestazione nei confronti della
popolazione. Come cambia il loro ruolo
I
Tsrm, tecnici sanitari di
radiologia medica, sono
professionisti sempre più preparati e specializzati. Nell’ottica di un ampliamento delle
competenze che il ministero
della Salute e le Regioni intendono attribuire ai 22 profili sanitari, la valorizzazione
dei tecnici di radiologia è un
concreto ed efficace contributo alla sostenibilità dei Sistemi sanitari.
Tale valorizzazione passa
attraverso tre temi fondamentali:
radioprotezione,
territorializzazione e domiciliarizzazione delle prestazioni radiologiche e rilevazione
delle alterazioni alla normale
anatomia radiologica. Da più
di un decennio i Tsrm devono conseguire un diploma di
laurea e la contestuale abilitazione all’esercizio della professione.
“La crescita delle professioni
sanitarie e alcune esigenze or-
ganizzativo-economiche del
sistema socio-sanitario - dice
Alessandro Beux, presidente
della Federazione nazionale
Non solo tecnologia e tecnica
dei collegi professionali dei
tecnici sanitari di radiologia
medica - hanno indotto il
ministero e le Regioni a va-
lorizzare e responsabilizzare
le professioni sanitare, all’interno delle loro aree di competenza”.
Il tema che più sta a cuore
ai tecnici di radiologia è la
radioprotezione. “Una parte significativa degli esami
radiologici - chiarisce Beux
- prevede l’esposizione a radiazioni ionizzanti: esami di
radiologia convenzionale, Tc,
emodinamica e radiologia interventistica.
Gli ultimi sono particolarmente sensibili per le importanti dosi alle quali sono
esposti i pazienti. Di conseguenza, su questo tema, la
Federazione si fa supportare
dall’Associazione italiana dei
tecnici di radiologia interventistica (Aitri), presieduta da
Diego Catania. Le radiazioni
ionizzanti portano sempre
con sé un certo grado di rischio e possono avere effetti
dannosi, dai problemi cutanei
di misurare la durezza della
lesione, e potenzialmente di
migliorare la capacità di distinguere lesioni benigne e
maligne”, spiega Panizza.
Infine la risonanza magnetica: caratteristica di questo
esame è l’altissima sensibilità.
“Da effettuarsi solo su precise indicazioni e in casi definiti, la Rm identifica meglio
le lesioni. Oggi i macchinari
sono più potenti, con campi magnetici fino a 3 tesla.
Grazie a particolari sequenze
di acquisizione, la caratterizzazione delle lesioni si fa
sempre più precisa”. In tema
di imaging della mammella
novità assoluta è la Pem, Positron Emission Mammography, che esegue una sorta di
Pet della mammella per una
valutazione più dettagliata e
più accurata della patologia
7
mammaria, che in futuro sarà
disponibile presso la Medicina Nucleare dell’Istituto Tumori e in gestione al team del
dottor Flavio Crippa, responsabile della SS Pet clinica.
In caso di dubbio o sospetto,
il percorso diagnostico si conclude con la parte interventistica. Con guida mammostereotassica si può eseguire
l’agobiopsia in un’area, per
esempio, di microcalcificazioni. Biopsie possono essere
guidate anche dalle immagini
Rm o ecografiche.
“Il lavoro del radiologo è
importante anche in fase
pre-operatoria: a lui spetta il
compito di guidare il chirurgo verso la lesione non palpabile. Ciò avviene attraverso
tecniche quali la Roll - Radioguided Occult Lesion Localization - o il filo guida”.
Mammografo
digitale con
tomosintesi
alla possibile induzione di patologie tumorali”.
Nelle società occidentali si
assiste a un aumento esponenziale e acritico degli esami
radiologici, benché la maggior parte di questi risulti poi
negativo. “Ovviamente, non
siamo contro la diagnostica
per immagini che utilizza radiazioni ionizzanti - precisa
il presidente dei Tsrm - ma
vorremmo che questi esami
venissero effettuati solo a coloro a cui è appropriato farli.
Le normative europee e nazionali sono importanti, ma il
garante della radioprotezione
è il tecnico di radiologia che,
conoscendo e aderendo alle
più autorevoli raccomandazioni, ottimizza l’indagine e
riduce quanto più possibile
l’esposizione”.
Il Tsrm è così garante della
sicurezza e della qualità della prestazione nei confronti
della popolazione. La Federazione ha investito e continuerà a investire su questo tema, sensibilizzando i singoli
operatori e dimostrando un
forte interesse verso specifici
percorsi formativi, affinché
i tecnici di radiologia siano
sempre più consapevoli e
responsabili in ogni esame.
Un secondo tema rilevante è la territorializzazione
e domiciliarizzazione delle
prestazioni radiologiche. “La
miniaturizzazione delle tecnologie - spiega Alessandro
Beux - consente ai Tsrm di
poter uscire dalle radiologie
degli ospedali e andare sul
territorio
(poliambulatori,
La Federazione è stata
istituita nel 1965 e
attualmente conta
21.600 tecnici sanitari
case della salute o strutture
ospedaliere periferiche). Lo
stesso vale per la radiologia
presso il domicilio di chi è
costretto all’immobilità. Tutto ciò è reso possibile anche
dalla teleradiologia, cioè il
trasferimento a distanza delle
immagini per un consulto o la
refertazione, e dall’aumentato
livello di competenza della
professione tecnica di radiologia”.
Terzo tema significativo è la
rilevazione delle alterazioni alla normale anatomia
radiologica. “Oggi il flusso
radiologico - conclude Beux prevede che il paziente arrivi,
si sottoponga all’esame e poi
questo vada in refertazione.
Se al tecnico di radiologia fosse anche richiesto di dare una
prima valutazione critica delle immagini e rilevare le eventuali alterazioni alla normale
anatomia radiologica, questi esami godrebbero di una
più tempestiva attenzione da
parte del medico radiologo e
sarebbero refertati prima”. Il
tutto a vantaggio delle persone.
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
8 Diagnostica per immagini
■ INTERVENTISTICA / La prevenzione terziaria nei “Quaderni del ministero della Salute”
Linee guida per la sanità del terzo millennio
In clinica, s’impone sempre di più la diagnostica interventistica come metodologia all’avanguardia: Giovanni
Simonetti, direttore del dipartimento dedicato alla Fondazione Policlinico Tor Vergata a Roma ne spiega i criteri
I
l ministero della Salute ha deciso di inserire,
tra gli argomenti delle sue
pubblicazioni
“Quaderni
del ministero della Salute”,
anche quello legato ai criteri
di appropriatezza nella Radiologia Interventistica. Per
capire la portata della decisione, occorre fare un passo
indietro e spiegare la genesi
dei quaderni, veri e propri
contributi monografici. Si
tratta, spiega Giovanni Simonetti, direttore del Dipartimento di Diagnostica per
Immagini, Imaging Molecolare, Radiologia Interventistica e Radioterapia della
Fondazione Policlinico Tor
Vegata a Roma: “Sono criteri
concordati con il ministro e i
capi dipartimento, in merito
all’appropriatezza del sistema salute italiano. Mentre
prima, senza i criteri, ogni
responsabilità veniva demandata alle singole regioni,
oggi le problematiche legate
ai vari settori possono essere
seguite e risolte in maniera coordinata. Non seguire
queste indicazioni significa,
in ultima istanza, per le re-
gioni, procurarsi successivi
problemi di budget”.
Uno degli argomenti oggetto
dei Quaderni è appunto la
Radiologia Interventistica,
tecnica che proietta la sanità
direttamente nel terzo millennio.
“Il nostro obiettivo – spiega
il professore, che è consigliere del ministro Balduzzi - è
quello di preoccuparci della salute delle persone. In
questo senso la medicina è
sempre più preventiva. Con
corretti comportamenti e
Giovanni Simonetti della Fondazione Policlinico Tor Vergata
abitudini di vita, si previene
l’insorgere di alcune patologie: si tratta in questo caso di
prevenzione primaria. Con
la prevenzione secondaria,
invece, si riescono a fare
diagnosi anche su pazienti
asintomatici, riuscendo a
migliorare in questo modo il
fattore prognostico”. C’è poi
un livello di prevenzione terziario, che unisce la diagnostica, all’interventistica: si
pensi al caso della presenza
di una stenosi carotidea. Al
posto di intervenire con un
taglio nel collo, con un cateterismo dall’inguine si giunge alla carotide e si applica
uno stent. Questa è la Radiologia Interventistica: esegue
azioni sul paziente, sia asintomatico che sintomatico
(prevenzione terziaria).
Questa disciplina, innovativa e affascinante, permette
di perseguire una serie di
obiettivi: “Innanzitutto –
spiega il professor Simonetti
– ci occupiamo dei problemi
in ottica di salute, e non di
malattia. Riusciamo a intervenire con minor invasività,
con tempi di ricoveri strin-
I Quaderni sono rivolti
ai medici di medicina
generale, ai medici
radiologi ma anche ai
pazienti
gati e un costo più contenuto. Stanti le problematiche e
i limiti economici che interessano il nostro Paese e il
sistema salute, soluzioni di
questo genere aiutano davvero a praticare una migliore
medicina, meno invasiva e
più efficace”.
I campi di applicazione della Radiologia Interventistica
vanno da quello vascolare a
quello extra-vascolare e interessano tutti i distretti corporei (si va dagli aneurismi
cerebrali, alle malformazioni arterovenose intracraniche, agli aneurismi dell’aorta, all’arteriopatia diabetica
etc.). Inoltre, la Radiologia
Interventistica ha un ampio campo di applicazione
in ambito oncologico, con
finalità sia diagnostiche sia
terapeutiche, sia curative sia
palliative.
I Quaderni aiutano ad affrontare in modo organico l’utilizzo delle tecniche
diagnostiche e terapeutiche
innovative effettuabili mediante la Radiologia Interventistica, definendo criteri
di appropriatezza organizzativa, funzionale e tecnologica come modello e standard
per i centri esistenti e in corso di realizzazione. Per come
sono strutturati, precisa il
professore: “I Quaderni si
rivolgono sia all’utenza, sia
ai medici esperti nel settore,
sia ai politici che desiderano organizzare un problema
medicale che agli amministratori. Molto importante
è il ruolo che i Quaderni
svolgono nei confronti dei
medici di medicina generale,
che molto spesso non sono
a conoscenza delle tecniche
di Radiologia Interventistica. La lettura del documento
può aiutare il medico a rivolgersi subito alla struttura
specializzata e al radiologo,
sia per la fase di prevenzione
che per la fase terapeutica”.
I Quaderni, fornendo criteri,
aiutano infine a normalizzare le procedure adottate dai
diversi centri. E permettono agli utenti desiderosi di
informarsi di verificare se il
centro che dichiara di seguire le procedure è affidabile o
meno.
Mezzi di contrasto: la ricerca avanza
ELEKTA
L’innovazione di Bracco nelle soluzioni per l’imaging diagnostico
NEUROSCIENCE
B
Monitorare l’attività cerebrale
Dove e quando serve
Elekta Neuromag® TRIUX
Il sistema più avanzato per
Magnetoencefalografia
racco Imaging, azienda
multinazionale leader nel
settore dell’imaging e parte
del Gruppo Bracco prosegue
nell’obiettivo di rinforzare ulteriormente il proprio portafoglio di prodotti e soluzioni
tecnologiche per la diagnostica
per immagini.
Con la recente acquisizione
di Swiss Medical Care, società
svizzera con sede a Losanna,
impegnata nella ricerca, produzione e commercializzazione di sistemi automatici per la
somministrazione dei mezzi di
contrasto, continua infatti un
percorso di investimenti mirati a rispondere alla crescente
domanda - da parte degli operatori del settore - di strumenti
innovativi, sicuri ed efficienti nella somministrazione di
mezzi di contrasto per l’imaging diagnostico.
“Siamo molto fiduciosi del fatto che la famiglia innovativa di
sistemi per la somministrazione di mezzi di contrasto – portata in dote dall’acquisizione
di Swiss Medical Care – possa
fornire benefici anche ai servizi
di radiologia italiani”, sottolinea Fulvio Renoldi Bracco, che
guida la Global Business Unit
Imaging del gruppo Bracco.
Bracco Imaging sarà presente
al 45° Congresso Nazionale
della Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM) che si
terrà a Torino ad inizio giugno,
dedicato ai professionisti sani-
tari che potranno conoscere
da vicino le soluzioni per le
principali modalità di Imaging
diagnostico: raggi X, compresa
la Tomografia Computerizzata,
risonanza magnetica e ultrasuoni, ed essere informati sui
sistemi per la somministrazione di mezzi di contrasto, tra
cui quello sviluppato da Swiss
Medical Care, progettati per
rispondere alle crescenti esigenze di sicurezza ed efficienza
degli operatori del settore.
Bracco Imaging sta rinforzando la propria partnership con
gli specialisti healthcare grazie
alle continue soluzioni innovative integrate. Una sinergia di
successo confermata dall’esperienza clinica.
Fulvio Renoldi
Bracco,
responsabile
Business Unit
Imaging
di Bracco
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
Diagnostica per immagini
■ APPLICAZIONI / Cresce l’interesse per il fitness e parallelamente aumenta il numero d’infortuni
Radiodiagnostica e sport: settore in rapido sviluppo
Radiologia tradizionale e digitale, ecografia, risonanza magnetica e tac in diagnostica sportiva: ne parliamo
con Carlo Masciocchi, professore ordinario di Radiologia
N
egli ultimi anni, sempre
maggiore è il numero di
soggetti che praticano attività
sportiva sia amatoriale sia agonistica, con contestuale incremento del numero dei traumi
da sport. Inoltre, gran parte
dei praticanti sono nella cosiddetta “età evolutiva”, età in
cui l’apparato locomotore e lo
scheletro sono in accrescimento: tipicamente parliamo dei
giovani sino a circa 18 anni. In
tali soggetti, le cartilagini possono essere considerate l’anello
debole della catena. L’incidenza dei vari tipi di lesione, negli adulti come nei ragazzi, e
per entrambi i sessi, vede una
netta prevalenza di strappi e
stiramenti rispetto a fratture
e lussazioni. I traumi da sport
interessano più frequentemente l’arto inferiore, in particolar
modo ginocchio e caviglia,
mentre l’arto superiore è la “seconda vittima”, in modo particolare a livello della spalla e del
gomito. In tutti questi casi, la
diagnosi muscolo-scheletrici
necessita della valutazione
tramite Imaging, allo scopo
di conoscere l’esatta entità ed
estensione del danno.
La Radiologia Convenzionale
costituisce l’indagine diagnostica di primo livello per lo
studio della componente ossea
del sistema muscolo-scheletrico. Per questo motivo sarà
prevalentemente indirizzata
alla valutazione delle lesioni
traumatiche maggiori (fratture, distacchi epifisari e apofisari, lussazioni), mentre altri
campi di applicazione possono essere rappresentati dallo
studio dei malallineamenti
articolari, della spondilolistesi
e delle osteocondriti. L’Ecografia, invece, offre un’ottima
rappresentazione dei tessuti
molli perischeletrici, per cui
costituisce la prima indagine strumentale cui di solito si
sottopone l’atleta con patologia
muscolo-tendinea. L’ambito
patologico d’impiego della metodica ecografica è costituito
dalle lesioni traumatiche dei
muscoli (distrazioni, contusioni), e dalle molto più rare lesioni dei tendini e dei legamenti.
L’Ecografia ha notevole importanza anche nella verifica delle
lesioni cosiddette da “sovraccarico funzionale” ove cioè il
gesto atletico ripetuto determi-
na usura e microlacerazioni,
soprattutto a livello delle componenti tendinee. Lo studio
della periartrite di spalla, per
esempio, oggi meglio definita
come sindrome da conflitto,
viene infatti fatto mediante
ecografia che valuta l’usura e la
sofferenza cronica dei tendini
della cuffia dei rotatori, strutture queste molto importanti
nella stabilità dell’articolazio-
ne della spalla e nel suo movimento. Inoltre, l’Ecografia è
ottimo strumento diagnostico
quando si voglia controllare
nel tempo l’evoluzione di un
danno tendineo o quando si
vogliano eseguire, in casi selezionati, infiltrazioni, mediante
la guida ecografica, di farmaci
e sostanze specifiche nell’ambito delle componenti tendinee,
per ridurre i fenomeni infiam-
matori, combattere il dolore o
permettere un recupero con
una migliore cicatrizzazione
del tendine danneggiato.
La Tac viene raramente impiegata nella valutazione dei
traumi da sport del paziente
in età evolutiva ad eccezione
dei casi di fratture complesse
dello scheletro assile o di specifiche problematiche osteoarticolari (malallineamento
femoro-rotuleo,
sinostosi
astragalo-calcaneare, ecc.). Nel
Immagine relativa a rottura
del menisco
9
soggetto sportivo adulto la Tac
oggi trova un’applicazione solo
in casi selezionati ove si voglia
fare un miglior bilanciamento
di danni artrosici indotti dal
sovraccarico funzionale sportivo, o quando sia necessario
un intervento chirurgico per
una migliore pianificazione
della terapia, come nel caso
dell’asportazione di corpi liberi
ossei o cartilaginei intra-articolari. Un ruolo molto più importante e significativo è stato
assunto nell’ultimo decennio
dalla Risonanza Magnetica
che, grazie alla sua multiplanarietà, alla ottima risoluzione
spaziale e di contrasto, e all’assenza di radiazioni ionizzanti,
può essere considerata il “gold
standard” delle indagini di secondo livello. È, infatti, la tecnica diagnostica di riferimento
nella valutazione completa del
danno sportivo, perché questa
riesce a mostrare alterazioni
sia dell’osso sia della cartilagine o dei tendini e muscoli
periarticolari. In particolare,
nei traumi da sport dell’adolescente rappresenta un presidio diagnostico irrinunciabile
per la migliore definizione di
lesioni distorsivo-contusive di
ginocchio e caviglia, della spalla instabile e di altre condizioni
analoghe in cui la valutazione
con le metodiche di primo livello sia risultata insufficiente.
La Risonanza Magnetica può
essere utilizzata anche nel controllo delle varie patologie nel
tempo, poiché, non utilizzando radiazioni ionizzanti, non
ha di fatto effetti dannosi sul
soggetto sportivo.
Immagini 3D di qualità eccellente
Lo stato dell’arte dell’ecografia
Gli strumenti della serie NewTom, fiore all’occhiello di QR
Biolive Group presenta E-Cube 9 Alpinion, marchio distribuito
in esclusiva per l’Italia
I
dispositivi NewTom, orgoglio del made in Italy, rappresentano il primo esempio
al mondo di tecnologia Cone
Beam per radiologia clinica.
Grazie a più di vent’anni di
esperienza nel campo della
ricerca, dello sviluppo e della
produzione, NewTom fornisce immagini 3D di altissima
qualità, assicurando il meglio ai propri clienti.
NewTom 5G e NewTom VGi
sono apparecchiature rivoluzionarie perché garantiscono
la più completa gamma di informazioni sull’anatomia del
paziente, salvaguardando la
salute di quest’ultimo grazie
al bassissimo tempo di esposizione ai raggi X.
L’utilizzo di un sensore digitale dedicato e di algoritmi
proprietari annulla il problema della distorsione dell’informazione clinica e riduce
al minimo gli artefatti, fornendo così allo specialista
immagini estremamente nitide e accurate.
La scala di grigi a 16 bit (grazie al sensore flat panel di ultima generazione) e la macchia focale di 0,3 mm (la più
piccola della sua categoria,
ottenuta mediante l’uso di
un tubo radiogeno ad anodo
rotante) contribuiscono in
maniera sostanziale all’ottenimento di immagini di qua-
NewTom 5G
I
lità superiore. La tecnologia
SafeBeam, tipica di tutti i
dispositivi NewTom, adatta
automaticamente i parametri radiologici al volume da
esaminare, permettendo così una riduzione della dose
emessa su un bambino di
circa il 40% rispetto a quella
di un adulto. Inoltre, grazie
ai diversi FOV (Campi di
Acquisizione) disponibili, lo
specialista può selezionare
accuratamente la zona interessata evitando inutili esposizioni ai raggi X.
Il software proprietario NNT
viene sviluppato internamente insieme ai dispositivi
NewTom. È un software dedicato all’imaging radiologico che permette l’elaborazione di dati 2D e 3D in tempo
reale e la loro facile condivisione.
Le immagini NewTom sono
tutte in scala 1:1 e consentono la misurazione accurata
delle strutture e la pianificazione di trattamenti dedicati
e specifici.
NewTom è un marchio del
gruppo Cefla sc ed è prodotto dalla veronese QR.
mmagini nitide, perfette,
tridimensionali. L’ecografia 3D offre questa possibilità
da diversi anni ed è ormai
entrata a far parte della vita
di tutti i pazienti, nella prevenzione e sempre più di frequente, in campo ostetrico,
nell’iter delle gravidanze. Ma
la tecnologia sta avanzando
ulteriormente. Oggi si lavora sul movimento. L’ecografia 4D, infatti, ha aggiunto
all’immagine tridimensionale, ma statica, la possibilità
di monitorare anche il movimento in tempo reale, grazie
all’acquisizione da parte delle
sonde di 25-30 fotogrammi
al secondo senza movimento
della sonda. Questo aspetto
torna utile per monitorare il
feto, in caso di gravidanza,
ma anche per l’indagine su
qualsiasi organo del corpo
umano. Tra gli strumenti più
all’avanguardia nel settore c’è
E-Cube 9, ideato e prodotto
da Alpinion. Si tratta di un
innovativo ecografo, dotato delle più alte tecnologie
presenti sul mercato, che
fornisce tecnologia di ultima generazione con il più
grande trasduttore a singolo
cristallo mai creato. Il trasduttore a singolo cristallo
4D, primo al mondo, garantisce un’immagine di qualità
superiore, dettagliata, di alta
risoluzione. E-Cube 9, inoltre, è caratterizzato da un’ergonomica superiore, un gel
riscaldante integrato e delle
porte coperte che proteggono dal trasduttore.
Attraverso
l’integrazione
delle tecnologie Imaging di
Alpinion, E-Cube 9 fornisce
una performance straordinaria e costante nel tempo,
con uniformità d’immagine
e un’eccellente penetrazione,
anche quando la diagnostica
riguarda pazienti difficili da
trattare, indipendentemente
dal caso clinico.
Il trasduttore a cristallo singolo garantisce non solo una
copertura della frequenza
broadband, ma anche una
maggiore efficienza di conversione di energia rispetto
ai convenzionali materiali di
trasduttori in piezo-ceramica. Il materiale utilizzato riduce la dispersione (spreco)
di calore, attraverso la riduzione dell’impedenza acustica mismatica all’interno del
traduttore ultrasuoni.
E-Cube 9 Alpinion è distribuito in esclusiva per l’Italia da Biolive Group http://
www.biolivegroup.com
Le tecnologie integrate in E-Cube 9
FleXcan Architecture: La piattaforma Alpinion di
immagini ultrasuono permette un processo dell’informazione acustica avanzato che favorisce l’acquisizione di immagini di alta qualità in maniera accurata e duratura.
Optimal Imaging Suite: La tecnologia software integrata Alpinion ottimizza le immagini ottenute in base agli
ambito specifici di specializzazione, rimuovendo artefatti e
aumentando il contrasto tra tessuti e strutture.
Trasduttori Premium Class: Alpinion ha dedicato
tanta ricerca e studio per lo sviluppo di un trasduttore a singolo cristallo che sia efficiente per un’ottima penetrazione a
banda larga. Il trasduttore a singolo cristallo è fornito di un
cavo flessibile con un’ottima impugnatura leggera adatta per
una facile manipolazione.
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
10 Diagnostica per immagini
■ DISTRETTO FACCIALE / Si sta diffondendo anche in Italia l’apparecchio radiografico digitale cone beam Ct
Nuove possibilità diagnostiche anche in odontoiatria
Il nuovo strumento emette quantità inferiori di radiazioni e consente di valutare anche la densità del’osso e la sua
capacità di contenere calcio . Ce ne parla Salvatore Cappabianca, professore di Diagnostica per immagini a Napoli
C
onsiderata, da sempre,
cenerentola della Radiologia, la Radiologia Odontoiatrica è invece una realtà
consolidata e complessa, che
non fa più solo riferimento
alle cosiddette “panoramiche
dentali”, nelle quali era unicamente possibile ottenere una
visione globale dell’osso e dei
denti, ma nulla relativamente
ai tessuti molli della bocca. La
visione si limitava ai denti e ai
rapporti tra loro, e alle strutture sottostanti.
Nel tempo la tecnologia si è
però evoluta e, come spiega Salvatore Cappabianca,
professore di Diagnostica
per immagini e Radioterapia
presso la facoltà di Medicina e
Chirurgia della Seconda Università degli Studi di Napoli:
“È stato possibile utilizzare il
dental scan, ossia acquisire
immagini attraverso una Tac,
di bocca e denti, sopra e sotto.
Questi macchinari, dotati di
programmi per la rielaborazione delle immagini, ci hanno permesso di fruire di foto
dente per dente, e anche della
situazione e del rapporto con
le ossa e le parti molli, lingua,
gengive, labbra. Sempre con
la Tac era – ed è – possibile
valutare la densità dell’osso,
e la sua capacità di contenere
calcio”. Informazione, questa,
Salvatore
Cappabianca
professore di
Diagnostica
per immagini
e Radioterapia presso
la facoltà di
Medicina e
Chirurgia
della Seconda
Università
degli Studi di
Napoli
Alta tecnologia made in Italy
Gli strumenti Acteon de GÖtzen si rivolgono all’odontoiatria
L’
azienda de GÖtzen, recentemente entrata a far
parte del gruppo internazionale Acteon, rappresenta
da oltre 30 anni una realtà
storica importante del made
In Italy nel settore dei dispositivi medicali odontoiatrici.
de GÖtzen, situata ad Olgiate Olona (Va) occupa una
superficie di 10mila metri
quadri, all’interno dei quali
si trovano dislocati un sito
produttivo, i dipartimenti di
ricerca e sviluppo, di design,
e quelli di controllo qualità
ed amministrazione. L’azienda controllando l’intero ciclo
essenziale, nel momento in
cui è necessario per esempio
programmare e posizionare
un impianto: sapere lo stato
di salute dei denti aiuta ad
eseguire meglio il trattamento o a valutare se ci sono controindicazioni.
L’uso della Tac, però, porta
con sé una serie di problemi,
afferenti alla quantità di radiazioni cui vengono esposti
i pazienti. La criticità è stata
risolta, da qualche anno a
questa parte, con l’introduzione di un nuovo strumento, l’apparecchio radiografico
digitale cone beam Ct, che
lavora come una Tac, ma solo
sul distretto facciale. Spiega
il professor Cappabianca: “A
differenza della classica Tac,
questa macchina non emette
raggi in continuo, ma fasci
a cono, a emissioni pulsate.
Ciò consente di aumentare il
panorama giustificativo d’uso
dello strumento, e certamente
per la radiologia implantare e altri tipi di patologie del
distretto facciale, grazie alle
minori emissioni radianti”.
Fino a cinque anni fa, questo
apparecchio era ritenuto idoneo per la valutazione della
produttivo al suo interno,
progetta e produce dispositivi dentali X ray ad elevato
contenuto tecnologico, come
l’ormai storico radiografico
intra orale X-Genus, che nel
corso del tempo ha ottenuto
svariati riconoscimenti e apprezzamento a livello internazionale.
Nel 2010, l’azienda ha realizzato WhiteFox, un innovativo ConeBeam, richiesto
Il primo cone beam
Ct è stato installato
nel Dipartimento di
Diagnostica per immagini
e Radioterapia a Napoli
morfologia del dente, ma non
per valutare la densità dell’osso. Le nuove generazioni di
apparecchi, invece, consentono anche questo tipo di valutazione.
“Da un punto di vista economico-gestionale, la macchina
è perfetta anche per lo studio
di pazienti giovani, con una
maggiore serenità. Oltre a
ciò, la cone beam Ct permette anche la valutazione delle
patologie dell’asse aereo del
collo”. Si pensi per esempio ai
pazienti che soffrono di apnea
notturna: il gruppo di lavoro
del professor Cappabianca ha
mostrato che il macchinario
visualizza con precisione il
punto di maggior riduzione
e venduto in tutto il mondo.
WhiteFox consente una diagnosi completa 3D, ad elevata risoluzione, dell’intero
apparato
stomatognatico,
comprendente l’analisi anatomica pre-intervento odontostomatologico, ortodontico e
di chirurgia maxillo-facciale
delle strutture splancocraniche e la rapida pianificazione
implantare in caso di procedure di chirurgia guidata.
Grazie al pannello ricettore di
grandi dimensioni (195mm
x 244mm), l’operatore ha la
possibilità di scegliere tra cinque FOV diversi (da 60x60 a
200x170 mm) e fra tre diversi
gradi di qualità dell’immagine; tutto ciò, unito all’acquisizione in modalità pulsata,
garantisce una protezione del
paziente circa la dose ricevuta durante la scansione che
risulta essere minima ed inferiore rispetto alla media del
mercato.
Caratteristica unica del WhiteFox è la calibrazione in
unità hounsfield, tipica dei
sistemi più sofisticati di Ct
medicali ma raramente riscontrabile nel panorama
dei Ccct dentali. Le unità
hounsfield forniscono un
indice della radiodensità rilevata esprimendola su una
scala standardizzata. I dati
pre e post analisi chirurgica
possono essere comparati
perché si basano sullo stesso
metodo di calibrazione. Con
il software WhiteFox Imaging, l’operatore avrà la possibilità di accedere a tutte le
richieste nel panorama radio-
del calibro della via aerea. La
cone beam Ct fornisce anche
una valutazione volumetrica
delle patologie funzionali delle articolazioni temporomandibolari.
Queste macchine di nuova
generazione hanno un costo
molto più esiguo – pari a un
terzo – delle classiche Tac, ma
ovviamente possono essere
usate solo per il distretto della
testa.
“È necessario che a utilizzarle siano i medici radiologi,
previa indicazione dell’odontoiatra. È bene che i pazienti
siano a conoscenza del fatto
che la procedura richiede
una certificazione dell’esame
costituita dal referto, che diventa di proprietà del paziente stesso; il suggerimento del
medico radiologo sarà il punto di partenza per le successive valutazioni dell’odontoiatria. I colloqui tra specialisti
è fondamentale per la definizione della migliore strategia
possibile. Va tenuto presente
che anche un intervento di
protesizzazione con impianti
ha implicazioni, sia estetiche
che funzionali. Una buona
programmazione
richiede
che l’osso sia previamente valutato in struttura, morfologia, densità”.
La tecnologia cone beam Ct si
sta pian piano diffondendo in
Italia: in Campania la prima
macchina a essere stata installata è quella del Dipartimento
di Diagnostica per immagini
e Radioterapia del professor
Cappabianca, che sarà operativa prima dell’estate.
Il WhiteFox
logico dentale, senza dover
acquistare opzioni addizionali: evidenziazione del canale
mandibolare, pianificazione
implantologica, controllo della densità ossea, calcolo del
volume di biomateriale per
il rialzo del seno mascellare,
ricostruzione
panoramica,
analisi Atm, analisi cefalometriche, esportazione di file
per la realizzazione di guide
chirurgiche. Sia l’algoritmo di
prima ricostruzione Fdk che
il software di visualizzazione
sono stati sviluppati all’interno dell’azienda e quindi
perfettamente calibrati sulla
workstation WhiteFox. Ogni
utilizzatore WhiteFox potrà
fornire ai propri pazienti il
caso clinico acquisito in modalità condivisibile con altri
clinici, grazie ad un Cd contenente tutti i tools necessari
per la visualizzazione e l’analisi dell’esame strumentale.
Per
maggiori
informazioni visita il sito internet
www.whitefox-conebeam.com
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
Diagnostica per immagini
■ MANAGEMENT / I nuovi strumenti a supporto dei soci SIRM
Risorse ed economia sanitaria
in radiologia: novità in ambito gestionale
Unità Territoriali di Diagnostica per Immagini (Udit) e linee guida online per
l’organizzazione dei servizi in outsourcing sono tra i temi di grande attualità.
L’intervento di Antonio Orlacchio, presidente della Sezione dedicata
“C
ontribuire al progresso
delle scienze radiologiche e di formazione dell’immagine, nelle loro basi fisiche,
biologiche, radioprotezionistiche mediche e informatiche, favorire l’aggiornamento culturale e scientifico dei
soci promuovendo iniziative
didattiche e congressuali e
promuovere iniziative intese
a garantire la professionalità
dei soci”: è lo scopo del SIRM,
Società Italiana di Radiologia
Medica, che, con i suoi 9mila
iscritti, è di fatto l’organizzazione rappresentativa di tutti
i radiologi sul territorio nazionale. La Società il prossimo anno festeggerà i 100 anni
dalla sua fondazione.
Per realizzare questi obiettivi
all’interno del SIRM sono state create delle “Sezioni di studio” organizzate per diffondere, approfondire e condividere
le conoscenze scientifiche
nell’ambito della Diagnosti-
ca per Immagini e della Radiologia Interventistica. Tra
queste, la Sezione Gestione
delle Risorse ed Economia
Sanitaria in Radiologia riveste un ruolo trasversale e utile
a tutti i Soci della SIRM, dal
momento che si occupa degli
aspetti tipicamente gestionali
e comuni a tutti i settori della Diagnostica per Immagini:
dalla gestione delle apparecchiature alle linee guida per
l’utilizzo delle stesse da parte
del personale dedicato, con
particolare attenzione al tema
del cosiddetto Risk Management. Presidente della sezione
è il professore Antonio Orlacchio, che tiene a precisare
come “l’obiettivo che l’attuale Comitato direttivo della
sezione ritiene principale è
quello di dare indicazioni pratiche ai soci SIRM per la loro
attività professionale mediante l’approfondimento delle tematiche di attuale interesse in
ambito congressuale, e con la
realizzazione e diffusione di
linee guida”.
Tra gli aspetti d’interesse attuale legati al mondo della
Radiologia, quelli di cui si
discute maggiormente negli
ultimi mesi riguardano il rafforzamento sul territorio della
Diagnostica per Immagini e
l’esternalizzazione dei servizi
di radiologia (Outsourcing).
È noto a tutti, anche ai non
addetti ai lavori, che l’accesso alle strutture ospedaliere
e ai servizi da esse erogati è
sempre più difficile. Le conseguenze sono pagate dai pazienti e si traducono in tempi
e liste di attesa lunghissime
che spesso inducono (impongono) la scelta di rivolgersi
al privato o di passare per il
reparto di Pronto Soccorso.
Quest’ultima scelta è alla base
dei molti problemi che ci sono nelle strutture ospedaliere,
non ultimi i problemi di na-
tura economica legata ai costi
di un’organizzazione difficile e
che spesso “collassa”, e che di
conseguenza non è più in grado di mantenere alta la qualità
del servizio erogato. In questo
scenario, la Diagnostica per
Immagini riveste un ruolo
importantissimo, dal momento che oggi entra a far parte
dell’iter diagnostico, dei controlli e della terapia, mediante
la Radiologia Interventistica,
in tutte le branche della Medicina. Questo è il motivo
per cui la Sezione di Studio
di gestione delle risorse della
SIRM, guidata dal professore
Orlacchio, anche nell’intento
di dare un aiuto concreto alla
gestione della Sanità Pubblica
e favorirne la uniformità sul
territorio nazionale, ha realizzato di recente delle linee guida (disponibili sul sito della
Sezione http://www.sirm.org/
sottositi/management/ ) per
la creazione e l’organizzazione
delle Unità di Diagnostica per
Immagini Territoriali (Udit),
centri di radiologia che dovranno essere in grado di
decongestionare gli ospedali,
fornendo tipologie di esami
quali la radiologia tradizionale, la Mammografia, la Moc,
la risonanza magnetica osteoarticolare, la TC, l’ecografia
e molti altri. Anche il tema
dell’outsourcing è ritenuto dal
SIRM di grande attualità, e di
recente la Sezione Gestione
delle Risorse ed Economia
Sanitaria in Radiologia vi ha
dedicato diversi incontri. In
questo ambito citiamo l’opinione del professor Orlacchio,
che nella sua introduzione al
documento di sintesi sulla
Tavola Rotonda “Esternalizzazione : Opportunità o
Rischio?” esprime il suo pa-
■ OUTSOURCING / I servizi di Ims, Imaging Medical Service
Con la teleradiologia specialisti sempre presenti
La società si fa carico di refertare gli esami e di organizzare il personale specializzato nelle strutture in cui opera
© anna - Fotolia.com
N
el 2001, alcuni medici
radiologi con alle spalle
anni di esperienza nel proprio settore e attività in differenti strutture pubbliche
e private decidono di unirsi
per proporre una modalità
di professione radiologica
non ancora molto diffusa in
Italia ma ben nota, ad esempio, negli Stati Uniti. Nasce
così la Imaging Medical Service Srl (Ims), società che si
propone di fornire servizi di
outsourcing sanitario, terziarizzazione in radiologia e
teleradiologia a enti privati,
pubblici, poliambulatori e
a strutture convenzionate e
non con il servizio sanitario
nazionale.
“Sostanzialmente la nostra è
un’attività di outsourcing, ma
a livello di attività professionale e non di attrezzature” afferma Claudio Bonfioli, uno
dei soci. “Non abbiamo voluto entrare anche nel discorso
della fornitura delle apparecchiature perché ci tenevamo
a differenziarci sull’offerta di
un servizio altamente professionale, un po’ come fanno i
grossi studi legali o di commercialisti”.
Ims ha dunque in atto con-
tratti con numerose strutture
ospedaliere all’interno delle
quali gestisce il servizio di
radiologia, sia nei confronti
dei pazienti ricoverati che di
quelli esterni.
“Noi forniamo una equipe di
professionisti e stipuliamo
con la struttura un contratto
di servizio – che può essere a
tempo determinato o a tempo indeterminato rinnovabile - nel quale sono declinate
le specifiche inerenti ai volumi di lavoro e agli elementi
qualitativi - spiega Bonfioli -.
La responsabilità del servizio,
invece, dal punto di vista medico, è nostra.
Siamo noi che nominiamo un
responsabile, un facente funzioni di primario”.
Se da molti anni l’outsourcing
di servizi no core è entrato
nella logica gestionale degli
ospedali, l’esternalizzazione
dei servizi specialistici avanza più lentamente. Il modello però funziona e ha molti
vantaggi, in primis quello di
liberare le strutture di tutto
ciò che è inerente alle problematiche della gestione del
servizio.
“Di fatto, siamo noi ad occuparci del coordinamento di
tecnici e infermieri presenti
nelle strutture in cui operiamo - commenta Bonfioli -.
Non da meno, la struttura ha
un costo definito che spesso
è competitivo rispetto a costi di gestione di personale
interno, e non deve preoccuparsi di tematiche quali la
fluttuazione della quantità
del personale. Con ciò, ci
troviamo ad operare in un
contesto ancora piuttosto arretrato e la fatica maggiore
che incontriamo è relativa a
una certa rigidità culturale
nell’accettare modelli nuovi”.
Un modello nuovo è rappresentato anche dalla teleradiologia, che è uno dei campi
d’applicazione su cui Ims intende focalizzarsi.
“La nostra è la specialità che
maggiormente può beneficiare del progresso tecnologico
e della possibilità di trasferimento delle immagini, ma
il punto centrale è riuscire a
garantire che il lavoro svolto
in teleradiologia sia caratterizzato dagli stessi elementi
qualitativi del lavoro svolto
sul posto”.
Con teleradiologia si intende la possibilità di trasferire
in Rete le immagini diagno-
11
rere con chiarezza spiegando
come “I motivi che hanno
portato alla scelta di tale argomento - che certamente in
futuro sarà ancora oggetto di
ulteriori approfondimenti e
discussioni in ambito scientifico - sono legati soprattutto all’evoluzione economica,
tecnologica ed organizzativa
nell’ambito della Medicina”. E
aggiungendo che “non meno
rilevante è l’interesse che gli
imprenditori privati mostrano nel settore della Diagnostica per Immagini, e che di
conseguenza sarà essenziale,
per un consesso scientifico,
poter conciliare, in un settore
che si occupa della Salute dei
cittadini, le necessità, le aspettative, la garanzia di qualità
degli uni con gli interessi degli altri”.
stiche che vengono prodotte
dalle attuali attrezzature radiologiche – siano esse provenienti da radiografie, Tac,
risonanze ed esami di medicina nucleare – e renderle
visualizzabili in tempo reale
da un radiologo che non sia
necessariamente sul posto.
“Il nostro servizio dovrebbe
essere modulato, da un lato,
in una gestione dell’urgenza della radiologia e offrire
quindi la possibilità di eliminare il tempo morto che
intercorre tra la chiamata
del radiologo e il suo arrivo
in ospedale, dall’altro, in una
gestione in tempo reale dei
referti che consenta di avere
ovunque le immagini del paziente che in quel momento
sta facendo l’esame in urgenza” afferma Bonfioli.
Allo stesso modo, il servizio
di teleradiologia permette di far afferire a un centro
di refertazione gli esami di
competenza di diverse strutture posizionate ovunque sul
territorio e di renderli disponibili a differenti specialisti
riuniti telematicamente. È
così possibile garantire che
la lettura dell’esame venga
eseguita sempre dal professionista di maggior esperienza indipendentemente dal
fatto di averlo in loco. Non
da ultimo, il servizio può
essere utilizzato, di fronte a
casi complessi, come seconda
opinione, con la possibilità,
per l’ospedale, di inviare le
immagini a un professionista
particolarmente esperto per
un consulto.
12 Diagnostica per immagini
La qualità delle immagini TC che volete, con i bassi dosaggi
che ciascun paziente richiede, grazie a Philips Imaging 2.0
Philips Ingenuity CT: la tecnologia TC che non richiede compromessi. Grazie a Philips Imaging 2.0, che rappresenta un
approccio innovativo alla tecnologia di imaging, Ingenuity CT è in grado di produrre immagini di alta qualità con tempi di
scansione ridotti e basso dosaggio di radiazioni. L’estrema nitidezza delle immagini
consente una maggiore confidenza diagnostica e, soprattutto, è possibile sottoporre
i pazienti a scansioni TC adeguate alle loro esigenze. Scoprite la tecnologia TC che
vi offre tutti questi vantaggi sul sito www.philips.com/IngenuityCT.
Eventi
Lunedì 28 maggio 2012
Scarica