Foto di Tommaso Le Pera Stagione 2014-15 Numero 2 - 11 novembre 2014 Ballet Black Arancia Meccanica Una giovinezza enormemente giovane Orchidee moro. I 55 giorni che cambiarono l’Italia Flebowsky. Storie di ordinaria corsia TS Teatro 2014_15 #2.indd 1 11/11/14 00:12 TS Teatro 2014_15 #2.indd 2 11/11/14 00:12 news DEBUTTA ALLO SLOVENO “TRIESTE UNA CITTÀ IN GUERRA” RITORNA IL 23 NOVEMBRE IL CONCERTO DEGLI ALPINI Debutto assoluto venerdì 14 novembre nella sala del Ridotto al Teatro Sloveno, per lo spettacolo Trst, mesto v vojni/ Trieste, una città in guerra, interessante progetto plurilingue cui hanno collaborato il Teatro Sloveno, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e la Casa del Lavoratore Teatrale. La produzione evoca la Prima Guerra Mondiale e dal 2 dicembre replicherà alla Sala Bartoli, inserito nella programmazione di Prosa. Dopo alcune stagioni di assenza ritornano al Politeama Rossetti gli alpini con il tradizionale concerto che quest’anno si intitola Ricordare in Musica con gli Alpini ed è dedicato a due importanti riflessioni: quella sul centesimo anniversario della Grande Guerra e quella sul ritorno di Trieste all’Italia. L’appuntamento è dunque per domenica 23 novembre: in questa edizione il concerto sarà di pomeriggio, con inizio alle 17.30, e si prospetta davvero piacevole. Al Coro dell’Associazione Nazionale Alpini di Trieste, si alterneranno altre pregevoli formazioni che raggiungeranno Trieste per l’occasione: innanzitutto il Coro ANA di Trento e poi il Coro ANA di Vittorio Veneto. Coronerà la serata un concerto pianistico del Maestro De Caro. Come accade sempre per queste iniziative, gli alpini legheranno anche quest’anno il concerto a un fine benefico. Il soggetto è ogni volta diverso e per il 2014 si è scelto di devolvere l’incasso dei biglietti all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Per l’acquisto dei biglietti ci si può rivolgere al Politeama Rossetti a partire da martedì 11 novembre: il posto è unico a €5,50. FRANCO PERÒ IL 18/11 AL CIRCOLO DELLA STAMPA Martedì 18 novembre alle 17.30 il Circolo della Stampa di Trieste ospita un incontro dedicato al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Quali le prospettive, le possibilità di incidere sul territorio regionale, le strategie di programmazione in un periodo di crisi economica globale? Sono alcune delle domande cui risponderanno il Presidente Milos Budin e il neodirettore Franco Però alla luce della nuova normativa sul Fus. Trieste a Teatro Periodico del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Largo Giorgio Gaber, 1 34126 Trieste tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it [email protected] Anno XXII - numero 233 - 11 novembre 2014 Aut.Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 - stampa Stella Arti Grafiche - Trieste direttore responsabile Stefano Curti redazione Ilaria Lucari, Greta Petronio Find us on Facebook Badge CMYK / .ai facebook.com/ilrossetti Nevia Pohlen “oggi ho visto MAGAZZINO 18. Complimentoooniii a Cristicchi, regia e orchestra veramente un capolavoro. Assolutamente da vedere, commovente, toccante.....Unico.” TS Teatro 2014_15 #2.indd 3 @ilRossetti @giovaortolani “Sala piena e tanti giovanissimi al teatro Rossetti di Trieste per Magazzino 18 di @scristicchi” mar 11 novembre mer 12 novembre gio 13 novembre ven 14 novembre sab 15 novembre dom 16 novembre lun 17 novembre mar 18 novembre mer 19 novembre 20.30 Sala Assicurazioni Generali DAN BALLET BLACK 21.00 Sala Bartoli IL MAGO DI OZ 21.00 Teatro Miela AP MORO. I 55 GIORNI CHE... 20.30 Sala Assicurazioni Generali PRI ARANCIA MECCANICA 21.00 Sala Bartoli IL MAGO DI OZ 21.00 Teatro Miela AP MORO. I 55 GIORNI CHE... 20.30 Sala Assicurazioni Generali A ARANCIA MECCANICA 21.00 Sala Bartoli IL MAGO DI OZ 20.30 Sala Assicurazioni Generali B ARANCIA MECCANICA 21.00 Sala Bartoli IL MAGO DI OZ 20.30 Sala Assicurazioni Generali C ARANCIA MECCANICA 21.00 Sala Bartoli IL MAGO DI OZ 16.00 Sala Assicurazioni Generali D ARANCIA MECCANICA 17.00 Sala Bartoli IL MAGO DI OZ 21.00 Sala Assicurazioni Generali ENRICO BRIGNANO “EVOLUSHOW” 21.00 Sala Bartoli AP UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE 21.00 Sala Bartoli AP UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE 20.30 Sala Assicurazioni Generali gio FESTIVAL CANZ. TRIESTINA 20 21.00 Sala Bartoli AP novembre UNA GIOVINEZZA ven 21 novembre sab 22 novembre dom 23 novembre lun 24 novembre ENORMEMENTE GIOVANE 21.00 Sala Assicurazioni Generali BUDAPEST GYPSY SYMPHONY ORCHESTRA 21.30 Sala Bartoli AP UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE 21.00 Sala Bartoli AP UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE 17.00 Sala Bartoli AP UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE 17.30 Sala Assicurazioni Generali CONCERTO ASS.NE ALPINI dalle 19.00 Sala Bartoli PROIEZIONE DEI FILM “AMORE E CARNE” E “SANGUE” E INCONTRO CON PIPPO DELBONO mar 21.00 Teatro Stabile Sloveno 25 ORCHIDEE novembre AP 11/11/14 00:12 danza BALLET BLACK direzione artistica di Cassa Pancho coreografie di Martin Lawrance, Christopher Marney, Arthur Pita musiche di Paul Hindemith, Pyotr Il’Yich Tchaikovsky, Maurice Ravel, George Frideric Handel, Moisés Vivanco, Cole Porter, James Shelton, Lorenz Hart & Richard Rodgers la compagnia: Isabela Coracy Alves Nascimento, Kanika Skye Carr, Jacob Alexander William Wye, Damien R Johnson, Jose Ailton Souza Alves, Christopher Graciano Silvester Renfurm, Cira Oslynn Robinson, Marie Astrid Mence tour organizzato in esclusiva da Just in Time – Mauro Diazzi Ballet Black 4 TS Teatro 2014_15 #2.indd 4 11/11/14 00:12 grafi di punta, come Liam Scarlett, Shobana Jeyasingh, Will Tuckett, Richard Alston e Martin Lawrance. «Il nostro obiettivo finale è quello di vedere un cambiamento fondamentale nel numero di ballerini neri e asiatici coinvolti nelle compagnie di balletto tradizionali – scrive la compagnia nella propria presentazione – e di rendere dunque l’esistenza di Ballet Black meravigliosamente inutile». Nel frattempo coinvolgono il pubblico internazionale, conquistano la stampa, ricevono premi (uno fra tutti il Dance Awards 2012 come miglior compagnia indipendente del Regno Unito) e ritornano finalmente in Italia. Il programma composto per la serata a Trieste prevede la prima esecuzione italiana della coreografia A Dream Within a Midsummer’s Night Dream. Questo numero, danzato dall’intera compagnia, concluderà la serata: è un lavoro lungo e suggestivo, che il coreografo portoghese Arthur Pita ha creato per il Ballet Black. Una nuova e divertente versione del Sogno di una notte di mezz’estate shakespeariano: Puck introduce il pubblico in una magica foresta in cui Oberon, Titania e gli amanti sono indotti a folleggiare. Da un sogno scaturisce un altro sogno dove la passione e l’amore vero fioriscono. I danzatori si muoveranno su una contaminazione musicale che alterna George Frideric Handel a Moisés Vivanco, Cole Porter a James Shelton, a Lorenz Hart & Richard Rodgers. Completano la serata Limbo di Martin Lawrance, danzato in trio sulle musiche di Paul Hindemith e il doppio duetto Two for a Kind di Christopher Marney su musiche di Pyotr Il’Yich Tchaikovsky e Maurice Rave, che indaga nel mutamento di un rapporto di coppia. di Ilaria Lucari Artistic Director Patron Cassa Pancho Kwame Kwei Armah Cira Robinson as Titania in Arthur Pita’s A Dream Within a Midsummer Night’s Dream. Costume designs by Jean Marc Puissant. Photography by Elliott Franks. Graphic design by Rob Clarke «Ballet Black non è mai apparso meglio di così» ha scritto The Indipendent recensendo qualche mese fa a Londra, la coreografia A Dream Within a Midsummer’s Night Dream del portoghese Arthur Pita. Non a caso sarà proprio questo pezzo – eseguito per la prima volta in Italia – il cuore del programma che il Ballet Black presenta a Trieste, in apertura della stagione Danza. Fondato nel 2001 il Ballet Black è una compagnia di danza inglese dalla fisionomia assai singolare: coniuga un progetto coraggioso e unico, ad un livello artistico e tecnico di rilievo, tale da meritare il supporto della prestigiosa Royal Opera House di Londra. A creare l’interessante gruppo ha pensato Cassa Pancho, che ne è tuttora direttore artistico: discendenze inglesi e di Trinidad, ha studiato alla Royal Academy of Dance e dopo la laurea ha dato vita all’ensemble imponendosi l’obiettivo di creare modelli di ruolo ai giovani danzatori africani e asiatici. Inoltre è “alumni” del programma leadership del National Theatre “Step Change”, supportato da Nicholas Hytner e Nick Starr ed ha rafforzato il progetto a partire dal 2002 creando anche la Ballet Black School e nel 2004, il BB Associate Programme, che attualmente ha oltre 200 membri. Tutti i componenti del Ballet Black sono dunque ballerini di discendenza africana e asiatica: a Trieste applaudiremo sei danzatori, dotati nel classico, emozionanti nel contemporaneo, intenti con il loro lavoro a diversificare il balletto classico che per la sua tradizione non offre molte possibilità a danzatori orientali o di colore. Il repertorio di Ballet Black tocca i balletti più classici e arriva fino ai contemporanei creati da coreo- Ballet Black presents A Triple Bill featuring… A Dream Within a Midsummer Night’s Dream A triple bill of exciting new choreography from Martin Lawrance, Christopher Marney and our latest story ballet, A Dream Within a Midsummer Night’s Dream created by award-winning dance maker, Arthur Pita MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2014 www.ilrossetti.it info +39-040 -3593511 POLITEAMA ROSSETTI - TRIESTE SALA ASSICURAZIONI GENERALI IL PROGRAMMA LIMBO coreografia Martin Lawrance musica Paul Hindemith costumi Rebecca Hayes TWO OF A KIND coreografia Christopher Marney musiche Pyotr Il’Yich Tchaikovsky e Maurice Ravel costumi Yukiko Tsukamoto A DREAM WITHIN A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM coreografia Arthur Pita musiche George Frideric Handel, Moisés Vivanco, Cole Porter, James Shelton, Lorenz Hart & Richard Rodgers costumi Jean-Marc Puissant @BalletBlack Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali martedì 11 novembre 2014 durata 1h e 35’ con intervallo mar 11 novembre ore 20.30 - turno DAN prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 40, Ridotti € 37 Platea C Interi € 37, Ridotti € 34 I Galleria Interi € 30 , Ridotti € 27 II Galleria Interi € 26 , Ridotti € 24 Loggione Interi € 12 5 TS Teatro 2014_15 #2.indd 5 11/11/14 00:12 prosa «L’idea che tutto avvenga attraverso la testa di Alex per me è stato fondamentale ai fini della realizzazione dei brani: le mie musiche iniziano riferendosi all’originale, per poi man mano deformarsi: trascendono e degenerano proprio perché stanno nella testa di Alex; quello che Alex ascolta non è Beethoven, è la sua idea deformata di Beethoven, è il suo delirio di Beethoven. E’ questa deformazio- ne musicale che mi ha interessato. Credo che tutto ciò che è nella mente, nel “planetario”, di Alex sia giusto, è il modo di metterlo in pratica, attraverso la violenza, che è sbagliato! Paradossalmente il canale della creatività, che si attua mettendo in scena un’opera come questa, è la strada giusta per trasmettere alla società di oggi un messaggio di non-violenza! di Morgan Arancia Meccanica 6 TS Teatro 2014_15 #2.indd 6 11/11/14 00:12 a Arancia Meccanica rappresenta uno dei romanzi distopici meglio rappresentativi nel suo genere, non meno visionario e lungimirante di un altro classico come 1984 di Orwell, con cui, in modo non casuale, esistono diverse convergenze. A distanza di 51 anni dalla pubblicazione del romanzo ci si rende conto di quanto Burgess avesse saputo guardare oltre il suo tempo, presagendo, attraverso la storia di Alex e dei suoi amici drughi, una società sempre più incline al controllo delle coscienze ed all’indottrinamento di un “pensiero unico”. Se negli anni Sessanta quei temi cominciavano a diventare materia di riflessione, oggi siamo molto più consapevoli del tentativo di controllo delle coscienze a cui tutti siamo sottoposti. L’opera favorisce delle domande: la libertà di scelta è davvero così importante? L’uomo è davvero capace di scegliere? La parola libertà ha un significato preciso? È meglio essere malvagi per propria scelta o essere retti grazie ad un lavaggio scientifico del cervello? Il film di Kubrik del 1971 ha saputo tradurre perfettamente il mondo descritto da Burgess, facendo della versione cinematografica di Arancia Meccanica un caposaldo della cinematografia. Un film che ha lasciato un segno tale da scoraggiare l’idea di una messinscena. Tuttavia, quando ho letto l’adattamento che lo stesso Burgess ha elaborato per il teatro, sono rimasto sorpreso e coinvolto dalla sua completa autonomia drammaturgica. Nella prima parte al linguaggio caratterizzante dei drughi, si alternano canzoni in versi scritte dallo stesso Burgess, aspetto che almeno nella struttura se non nel contenuto, mi ha fatto pensare ad un testo brechtiano. È stato naturale pensare ad un musicista fuori dagli schemi, che in qualche modo somigliasse ad Arancia Meccanica: Marco Castoldi in arte Morgan. Così come nel romanzo la storia viene raccontata in prima persona da Alex, il capo carismatico dei Drughi, nella messinscena tutto è vissuto come in un suo incubo: perciò, visioni, musiche, ritmo saranno scanditi dal sentire del protagonista. La scena è una scatola nera ove si materializzeranno le visioni di Alex, installazioni di arte contemporanea che si autodistruggoo nella scena successiva. Un mondo rarefatto e onirico in cui però avvengono cose reali, ad una causa corrisponde sempre un effetto. In tal senso è interessante indagare su quanto sia possibile l’idea del male assoluto, come puro godimento. Non a caso lo stesso Burgess paragona Alex a Riccardo III. Ciò significa che non ci sono cause reali a giustificare la violenza di Alex, e Kubrik stesso ha scelto questa strada. I costumi dei Drughi saranno vicini all’immagine dei ragazzi di oggi, così da cercare un rapporto empatico più immediato ed inquietante con lo spettatore. Con Tommaso Spinelli abbiamo curato la traduzione del testo rimanendo fedeli il più possibile a Burgess. Il lavoro più duro ha riguardato il linguaggio dei drughi, il Nadsat inventato dallo stesso autore, uno slang inglese con influenze russe. Per non perdere lo straniamento e la violenza di questa parlata abbiamo lavorato sui singoli termini con attenzione scrupolosa, in qualche caso confrontandoci con la generazione dei nostri diciottenni avvezza all’utilizzo di un linguaggio che crei identità. di Gabriele Russo ARANCIA MECCANICA Le avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l’ultra-violenza e Beethoven. scritto da Anthony Burghes musiche Morgan regia gabriele russo stagione teatrale 2014/2015 DAL 12 AL 16 NOVEMBRE 2014 www.ilrossetti.it info +39-040 -3593511 POLITEAMA ROSSETTI - TRIESTE SALA ASSICURAZIONI GENERALI ARANCIA MECCANICA Le avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l’ultraviolenza e Beethoven scritto da Anthony Burgess regia di Gabriele Russo PERSONAGGI INTERPRETI Barbone, Dott Brodsky, padre Alex Alfredo Angelici Moglie Alexander, Adolf, Joe Martina Galletta Dim Sebastiano Gavasso Alexander, anziana signora, cappellano Giulio Federico Janni Georgie Alessio Piazza Alex Daniele Russo Deltoid, ministro, madre Alex Paola Sambo musiche di Morgan scene di Roberto Crea costumi di Chiara Aversano luci di Salvatore Palladino aiuto regia Eugenio Dura, Carmen Pommella additional music Massimiliano Pace assistente scenografo Michele Gigi assistente costumista Viola Di Costanzo, Nunzia Russo produzione Bellini - Teatro Stabile di Napoli Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali dal 12 al 16 novembre 2014 durata 1h e 40’ senza intervallo mer 12 novembre ore 20.30 - turno PRI gio 13 novembre ore 20.30 - turno A ven 14 novembre ore 20.30 - turno B sab 15 novembre ore 20.30 - turno C dom 16 novembre ore 16.00 - turno D prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 29, Ridotti € 24 Platea C Interi € 21, Ridotti € 17 I Galleria Interi € 12 7 TS Teatro 2014_15 #2.indd 7 11/11/14 00:12 altri percorsi «E qui vi chiedo: ma come avete potuto credere alla versione ufficiale? Come vi è potuto venire in mente che potesse essere attendibile l’ipotesi che fossi stato io ad aggredire il ragazzo? Io che negli Scritti Corsari usciti solo un anno prima avevo ricordato a chiare lettere che in tutta la mia vita non ho mai esercitato un atto di violenza né fisica né morale. E non perché io sia fanaticamente per la non-violenza, la quale, se è una forma di auto-costrizione ideologica, è anch’essa violenza. Non ho mai esercitato nella mia vita alcuna violenza né fisica né morale semplicemente perché mi sono affidato alla mia natura cioè alla mia cultura». Una giovinezza enormemente giovane 8 TS Teatro 2014_15 #2.indd 8 11/11/14 00:12 di Rai 5. Riproporlo alla Sala Bartoli ad un anno di distanza è un dono agli spettatori (molti non erano riusciti a vederlo), ma anche un omaggio a questo preparatissimo autore, mancato purtroppo pochi mesi fa. Una giovinezza enormemente giovane è un monologo presago, quasi divinatorio che da un lato evoca il pensiero di Pier Paolo Pasolini attraverso la sua opera letteraria e poetica, e dall’altro sancisce la grande capacità profetica dello scrittore, sul piano sociale e politico. Di questo “vedere politicamente”, Gianni Borgna, è stato testimone culturale prima con la sua reale vicinanza a Pasolini nell’ambiente della FGC romana, poi attraverso lo studio della figura e del pensiero dello scrittore friulano, di cui è stato profondamente competente. Roberto Herlitzka, con la sua espressività profonda, con la sua magistrale incisività è, in scena, Pasolini: guarda un corpo, malconcio sulla spiaggia – forse il suo? – nella notte di quell’assassinio rimasto sempre oscuro. Attorno a quest’immagine forte si sviluppa lo spettacolo che da quel misterioso istante progredisce in un flusso di riflessioni sul mondo che Pasolini ha lasciato e sulle sue evoluzioni di cui non potrà più essere il testimone critico e acuto, pur avendole intuite: l’immagine di una Roma così diversa dalla sua, città multietnica, con l’idea che il bene più grande sia la ricchezza, che la storia e la cultura non possano essere che quelle borghesi... Temi con cui oggi quotidianamente ci confrontiamo, confliggiamo e che il suo pensiero, la sua ricchezza poetica, ci insegnano ancora ad attraversare con la necessaria consapevolezza. di Ilaria Lucari Roberto Herlitzka in Una giovinezza enormemente giovane di Gianni Borgna ispirato a testi di Pier Paolo Pasolini regia di Antonio Calenda Paolo Giovanazzi Nino Napoletano Borut Vidau scene di luci di foto di Francesco Bruni «Pasolini oggi è più vivo che mai. Si discute, ci si confronta, si litiga ancora sulle sue tesi, sulle sue previsioni, sulle sue metafore. Ma cosa direbbe Pasolini di noi, dei nostri tempi oscuri e confusi? E cosa direbbe di sé, della sua vita e anche della sua morte? Cosa lo spinse, ad esempio, a andare fino all’Idroscalo di Ostia quella tragica notte di tanti anni fa? Da queste domande è nata l’idea di questo spettacolo-monologo. Ho immaginato che improvvisamente, anche soltanto per un giorno, Pasolini tornasse tra noi e ci parlasse, con la stessa passione, la stessa lucidità d’allora, ma anche con quel distacco, quell’humour sottile di chi non è più coinvolto nelle cose terrene. Cómpito tutt’altro che facile, perché dovevo a un tempo non forzare gli scritti e i pensieri del poeta ma anche lavorare di fantasia, e sia pure con la massima verosimiglianza, per colmare i vuoti inevitabili e riempire le pagine lasciate involontariamente bianche. Il monologo non è infatti una sequenza di testi pasoliniani, ma la riscrittura di brani, testi, pensieri della più diversa provenienza, rifusi e rielaborati fino a farne un testo assolutamente originale e autonomo». Con queste parole, lo scorso anno, Gianni Borgna presentava l’attento e sensibile lavoro di drammaturgia alla base di Una giovinezza enormemente giovane fortunato spettacolo di produzione dello Stabile regionale interpretato da un Roberto Herlitzka molto emozionante, diretto da Antonio Calenda. Dopo l’esordio al Mittelfest 2013 e il primo successo a Trieste, lo spettacolo è ora stato accolto calorosamente al Piccolo Teatro di Milano, a Roma al Teatro Argentina, al Piccolo Bellini di Napoli e ha suscitato l’interesse suono di DAL 18 AL 23 NOVEMBRE 2014 www.ilrossetti.it info +39-040 -3593511 POLITEAMA ROSSETTI - TRIESTE SALA BARTOLI Roberto Herlitzka in UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE di Gianni Borgna ispirato a testi di Pier Paolo Pasolini regia di Antonio Calenda scene di Paolo Giovanazzi luci di Nino Napoletano suono di Borut Vidau aiuto regista Roberta Torcello riprese e montaggio video Daniele De Luca realizzazione manichino Pierpaolo Rebec assistente di lingua friulana Roberta Cortella direttore di scena e capo macchinista Marco De Vescovi capo elettricista Nino Napoletano fonico e tecnico video Ruben Vuaran sarta Benedetta Schepis direttore d’allestimento Paolo Giovanazzi macchinisti d‘allestimento Alberto Castellacci, Christian Cerne, Massimo Tatarella, Giorgio Zardini elettricisti d’allestimento Massimo Carli, Alessandro Macorigh, Roberto Starec, Davide Comuzzi fonico d’allestimento CarloTuretta Politeama Rossetti Sala Bartoli dal 18 al 23 novembre 2014 durata 1h 20’ senza intervallo mar 18 novembre ore 21.00 - t. libero mer 19 ottobre ore 21.00 - t. libero gio 20 ottobre ore 21.00 - t. libero ven 21 ottobre ore 21.30 - t. libero sab 22 novembre ore 21.00 - t. libero dom 23 novembre ore 17.00 - t. libero prezzo dei biglietti Posto unico Interi € 19 Posto unico Ridotti € 16 Posto unico Last Minute € 12 9 TS Teatro 2014_15 #2.indd 9 11/11/14 00:12 altri percorsi «Fammi essere più madre di una madre Nel mio amore per il bambino Che non è carne della mia carne» Orchidee 10 TS Teatro 2014_15 #2.indd 10 11/11/14 00:12 Gli spettatori che nel 2002 hanno assistito alla Sala Bartoli a Barboni, non avranno potuto dimenticare l’impatto emotivo del teatro di Pippo Delbono: un artista di difficile definizione, affascinante, singolare che ritorna in questa stagione con un nuovo lavoro molto apprezzato dalla critica per la sua nitida linea formale e per il potente impatto. Lo spettacolo, intitolato Orchidee, inserito nell’abbonamento altripercorsi, andrà in scena al Teatro Sloveno, nell’ambito della collaborazione avviata con lo Stabile del Friuli Venezia Giulia sia nell’attività di produzione sia sul piano culturale e degli spazi. Assieme, dunque, i due enti provvedono alla presentazione dello spettacolo di Delbono nonché a un’interessante rassegna di film e docufilm realizzati dall’artista in programma fra il 24 e il 27 novembre, in collaborazione anche con la casa del Cinema/Kinoatelje. Un approfondimento appropriato sul lavoro appassionante di un artista che si è imposto sia in Italia che all’estero, come dimostra la sua costante presenza ai massimi festival internazionali, le retrospettive a lui dedicate dal Théatre du Rond-Point di Parigi, la sua messinscena entrata nel repertorio del Residenztheater di Monaco di Baviera. «Ancora posso scrivere d’amore scriveva il poeta Dario Bellezza, grande amico di Pier Paolo Pasolini morto ucciso dall’aids» commenta Pippo Del Bono a proposito di Orchidee. «L’orchidea è il fiore più bello ma anche il più malvagio, mi diceva una mia amica, perché non riconosci quello che è vero da quello che è finto. Come questo nostro tempo. In Orchidee c’è, come in tutti i miei spettacoli, il tentativo di fermare un tempo che sto attraversando. Un tempo mio, della mia compagnia, le persone che lavorano ormai da molti anni con me, ma anche un tempo che stiamo attraversando e vivendo oggi tutti noi. Italiani, europei, occidentali, cittadini del mondo. Un tempo confuso dove mi sento, ci sentiamo, in tanti, credo, sperduti… Con la sensazione di aver perduto qualcosa. Per sempre. Forse la fede politica, rivoluzionaria, umana, spirituale. Orchidee nasce anche da un grande vuoto che mi ha lasciato mia madre quando è partita per sempre. Mia madre che dopo i conflitti, le separazioni, avevo rincontrato per ridiventare amici. Io, un po’ più grande un po’ più saggio, lei vecchia ritornata un po’ più bambina». Ma Orchidee parla anche di altri vuoti, come lo smarrimento dell’artista nella realtà attuale. Com’è nella sua poetica, Delbono risponde a tali spunti attraverso una successione lirica e generosa di immagini, scene, chiaroscuri, momenti drammatici, canzoni, leggerezza… Il suo è un teatro totale, un linguaggio semplice e mai noioso a cui bisogna abbandonarsi, consapevoli che non lo si può decodificare attraverso i canoni classici della “lettura” di una messinscena. Così, dopo aver raccontato vuoti e abbandoni struggenti (come quello dalla propria stessa madre) l’artista, assieme alla sua compagnia stabile – anch’essa composta da elementi diversi, ognuno con un proprio portato potente – racconta anche del bisogno di “riempire” quei vuoti, in uno slancio vitale che è forse il motore di tutto. Un istinto che ci spinge a esistere, superare, creare e – come ricorda lo stesso Delbono – ancora parlare e scrivere d’amore. (i.lu.) Compagnia Pippo Delbono orchidee uno spettacolo di Pippo Delbono produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione Teatro di Roma Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna Théâtre du Rond Point – Parigi Maison de la Culture d’Amiens – Centre de Création et de Production dal 25 al 26 novembre 2014 Teatro Stabile Sloveno - Trieste INFO&PRENO www.ilrossetti.it info +39-040 -3593511 CORPOaCORPO omaggio al cinema di Pippo Delbono lunedi 24 novembre 2014 Sala Bartoli ore 19.00 Amore Carne (ITALIA/SVIZZERA 2011, durata 75 minuti) ore 20.45 Sangue (ITALIA/SVIZZERA 2013, durata 92 minuti) a seguire l’incontro con Pippo Delbono martedì 25 novembre 2014 Ridotto Teatro Stabile Sloveno ore 19.00 La Paura (ITALIA/FRANCIA 2009, durata 66 minuti) Blue Sofa (ITALIA 2009, durata 20 minuti) ore 21.00 spettacolo Orchidee sala principale mercoledì 26 novembre 2014 Ridotto Teatro Stabile Sloveno ore 19.00 Grido (ITALIA 2006, durata 75 minuti) ore 21.00 spettacolo Orchidee sala principale giovedì 27 novembre 2014 Teatro Miela ore 19.00 Guerra sabato (ITALIA 2003, durata 61 minuti) ore 21.00 CORPO A CORPO (ITALIA/BELGIO 2014, durata 90 minuti) regia Mario Brenta e Karine De Villers dalle prove dello spettacolo Orchidee a seguire l’incontro con Mario Brenta e Karine De Villers a cura di Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Slovensko stalno gledališce -Teatro Stabile Sloveno, Teatro Miela, Casa del Cinema, Kinoatelje ingresso alle proiezioni 5 euro; ridotto titolari di biglietti/abbonamenti validi per lo spettacolo “Orchidee” 3 euro ORCHIDEE uno spettacolo di Pippo Delbono con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella immagini e film Pippo Delbono luci Robert John Resteghini musiche Enzo Avitabile, Deep Purple, Miles Davis, Philip Glass, Victor Démé, Joan Baez, Nino Rota, Angélique Ionatos, Wim Mertens, Pietro Mascagni direzione tecnica Fabio Sajiz suono Giulio Antognini luci e video Orlando Bolognesi macchinista Gianluca Bolla elaborazione costumi Elena Giampaoli amministratore di compagnia Raffaella Ciuffreda produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Nuova Scena - Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna, Théâtre du Rond Point - Parigi, Maison de la Culture d’Amiens Centre de Création et de Production Teatro Sloveno dal 25 al 26 novembre 2014 durata 1h 55’ senza intervallo mar 25 novembre ore 21.00 mer 26 novembre ore 21.00 prezzo dei biglietti Platea Interi € 25 Platea Ridotti € 22 Galleria Interi € 12 11 TS Teatro 2014_15 #2.indd 11 11/11/14 00:12 CORPOaCORPO omaggio al cinema di Pippo Delbono lunedi 24 novembre Sala Bartoli martedì 25 novembre Ridotto del Teatro Stabile Sloveno mercoledì 26 novembre Ridotto del Teatro Stabile Sloveno giovedì 27 novembre Teatro Miela ore 19.00 Amore Carne (ITALIA/SVIZZERA 2011, durata 75’) ore 19.00 La Paura (ITALIA/FRANCIA 2009, durata 66’) ore 19.00 Grido (ITALIA 2006, durata 75’) ore 20.30 CORPOaCORPO (Corps à Corps, ITALIA/BELGIO 2014, durata 90’) ore 20.45 Sangue (ITALIA/SVIZZERA 2013, durata 92’) Blue Sofa (ITALIA 2009, durata 20’) regia Mario Brenta e Karine De Villers dalle prove dello spettacolo Orchidee a seguire incontro con Mario Brenta e Karine De Villers ore 22.30 Guerra (ITALIA 2003, durata 61’) a seguire incontro con Pippo Delbono ore 21.00 spettacolo Orchidee sala principale ore 21.00 spettacolo Orchidee sala principale a cura di Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Slovensko Stalno Gledališce-Teatro Stabile Sloveno, Teatro Miela, Casa del Cinema, Kinoatelje ingresso alle proiezioni 5 euro (valido per entrambi i film); ridotto titolari di biglietti/abbonamenti validi per lo spettacolo “Orchidee” 3 euro TS Teatro 2014_15 #2.indd 12 11/11/14 00:12 altri percorsi moro. i 55 giorni che cambiarono l’Italia «È il teatro a dirci che nella zona dell’agguato stazionava gente dei servizi segreti, che la prigione era sorvegliata da forze speciali. E a sostegno delle tesi c’è la memoria, la firma di un giudice come Imposimato. Ulderico Pesce stavolta parla a nome di anime morte, con una malinconia contadina, non polemica. Perciò forte» il critico de La Repubblica Rodolfo di Giammarco ha apprezzato moro. I 55 giorni che cambiarono l’Italia ed il teatro di denuncia, di memoria, di impegno che Ulderico Pesce porta avanti da interprete, regista e – con il giudice Ferdinando Imposimato – autore dello spettacolo. Con questo teatro, attuale, incisivo si inaugura la serie di sei spettacoli degli altripercorsi in cui si esprime la rinnovata sinergia fra Teatro Stabile regionale e Bonawentura/Teatro Miela. «Più che di spettacoli sul caso Moro c’è la necessità di sapere la verità sulla sua morte» si impone Pesce nell’affron- tare sulla scena quegli avvenimenti. Lo aiuta in ciò il contributo del giudice Imposimato, titolare dei primi processi sul Caso Moro, che nello spettacolo compare in video interagendo con il protagonista e rivelando verità terribili. Ed altrettanto contribuisce alla forza e alla sincerità della storia, la particolare ottica che Pesce assume. È il 16 marzo 1978: viene rapito Aldo Moro e restano uccisi gli uomini della sua scorta. Ulderico Pesce decide di partire da lì e intrecciare le rivelazioni del giudice allo sguardo di due poliziotti morti, Raffaele Iozzino e Francesco Zizzi. La tragedia di Moro, quella dello Stato non può sciogliersi dalla loro. Iozzino era il poliziotto che riuscì a sparare due colpi contro i terroristi. Zizzi, al suo primo giorno di lavoro, sostituiva un collega malato. Sua madre da oltre trent’anni attende la verità su quel figlio che non farà più ritorno. Una verità che è ora di dare a lei e all’Italia. MORO. I 55 GIORNI CHE CAMBIARONO L’ITALIA scritto da Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce diretto e interpretato da Ulderico Pesce interventi in video del Giudice Ferdinando Imposimato produzione Centro Mediterraneo delle Arti Teatro Miela dall’ 11 al 12 novembre 2014 durata 1h senza intervallo mar 11 novembre ore 21.00 mer 12 novembre ore 21.00 prezzo dei biglietti Posto unico Interi € 19 Posto unico Ridotti € 16 Posto unico Last Minute € 12 13 TS Teatro 2014_15 #2.indd 13 11/11/14 00:12 altri percorsi Flebowsky Storie di ordinaria corsia FLEBOWSKY STORIE DI ORDINARIA CORSIA tratto dal libro “Storie di ordinaria corsia” scritto da Fabrizio Blini regia di Gigi Piola con Nicola Pistoia e con Ketty Roselli e Armando Puccio disegno luci di Marco Laudando aiuto regia Annalisa Biancoforte produzione Nuova Compagnia di Prosa Politeama Rossetti Sala Bartoli dal 27 al 30 novembre 2014 durata 1h 10’ senza intervallo gio 27 novembre ore 21.00 ven 28 novembre ore 21.00 sab 29 novembre ore 21.00 dom 30 novembre ore 17.00 prezzo dei biglietti Posto unico Interi € 19 Posto unico Ridotti € 16 Posto unico Last Minute € 12 «Non sono mai stato sano come un pesce, nemmeno un giorno, al massimo mi sono sentito come un bastoncino surgelato» confida Flebowsky agli spettatori. È così che conosciamo il protagonista dello spettacolo... o meglio la “guida”, che si assume il ruolo – fondamentale ritiene lui – di spiegare il dedalo degli ospedali, di assicurare a tutti una sorta di manuale. E come dargli torto? Basta ascoltarlo un po’ per rendersi conto che negli ospedali è impossibile orientarsi da soli: tutto infatti funziona al contrario. La “camera ardente” è il posto più gelido, al Pronto Soccorso entri velocemente con il “rosso” ma se hai il “verde” sei destinato ad aspettare ed aspettare... e le corsie? Nonostante il nome, guai a corrervi! Così Flebowsky, che sulla scena avrà i modi acuti e sornioni di Nicola Pistoia, diretto da Gigi Piola, darà una mano ad affrontare le tante, quotidiane storie “di ordinaria cor- sia”... Storie popolate da primaristar, medici-eroi, dalla familiarità di infermieri e paramedici, ma osservate per una volta dal punto di vista disagiato, spaesato, spesso esilarante del paziente. Una persona che – pur di risolvere la propria malattia – si trova ridotto a “numero” dalla burocrazia ospedaliera, come se non bastasse già l’aver dovuto rinunciare alla propria casa, ai vestiti, alle piccole comodità, al proprio bagno e al divano, alle fusa del proprio gatto... Di contro, ci si trova a partecipare involontariamente a un non previsto ed enorme “pigiama party”! Così è facile che il tragico si rovesci in comico, la risata in lacrime: l’importante - dice Flebowsky – è superare l’esperienza. Ed è meglio se lo si fa attraverso il sorriso, ricordando, anche una volta dimessi e guariti, i valori della condivisione e della tolleranza, ed aiutando innanzitutto con il proprio atteggiamento la “buonasanità”. 14 TS Teatro 2014_15 #2.indd 14 11/11/14 00:12 Enrico Brignano “Evolushow” Gli applausi della tournée di Rugantino, conclusosi trionfalmente a New York, i recital proposti durante l’estate e sempre conclusisi con il “tutto esaurito” e il medesimo risultato per la data “zero” del nuovo spettacolo, Evolushow… Gli applausi fanno ormai da leitmotiv alle esibizioni di Enrico Brignano, comico fra i più amati dal pubblico italiano. Il Teatro Stabile ospiterà l’unica tappa in regione del nuovo spettacolo, grazie ad Azalea Promotion e Live Nation: Evolushow è un vero e proprio one man show dedicato all’evoluzione dei comportamenti umani e al nostro rapporto ormai vitale con la tecnologia. Brignano vi accetta la sfida di raccontare in due ore millenni di storia, dal paradiso terrestre al digitale terrestre, dalla mela di Adamo alla mela di Jobs, dal fossile al missile: un esilarante viaggio attraverso l’evoluzione, giocando con le sue contraddizioni e sorridendo di qualche errore. Budapest Gypsy Symphony Orchestra Il 21 novembre si esibirà la più grande orchestra del mondo ed altrettanto “mondiale” è il suo successo: si tratta della Budapest Gypsy Symphony Orchestra che tocca Trieste per un favoloso concerto grazie ad Azalea Promotion e Altramusica. L’orchestra si è formata nel 1985, ai funerali di Sandor Jaroka, uno dei massimi solisti gitani del nostro tempo: i musicisti che erano giunti in massa, improvvisarono un’esibizione dopo la cerimonia. Tra i membri vanno menzionati il virtuoso dello zimbalom Oszkar Okros e i discendenti di vere e proprie dinastie di musicisti gitani, come Lakatos, Lendvai Csocsi, Boross e Berki. Istintiva come una serata zigana, rigorosa come un’orchestra viennese, la formazione è la più coinvolgente ed eclettica Orchestra Sinfonica del nostro tempo, con un repertorio che include Brahms, Kodály, Liszt, Rossini, De Sarasate, Strauss, Tchaikovski. Festival della Canzone Triestina Ritorna al Politeama Rossetti il Festival della Canzone Triestina. L’edizione numero 36 andrà in scena giovedì 20 novembre 2014, e presenta dodici inedite canzoni dialettali dedicate a tipizzazioni, figure e momenti cari alla triestinità. Conduttori e intrattenitori della kermesse saranno Sandro Davia, con i suoi personaggi El Mago de Umago, Siora Iolanda e Pasquale Abbacchio, poi Leonardo Zannier, I Cugini de Gianfry e Flavio Furian. Non mancheranno gli ospiti d’onore. Molto attesa sarà la presenza de Les Babettes che, dopo essere arrivate ad un soffio dal Live di X Factor, porteranno sul palco la loro trascinante vocalità da Belle Epoque. Verrà poi insignito del “Premio alla Carriera” e presenterà Uno di noi il popolarissimo Teddy Reno. Tra gli altri, verrà consegnato il premio “Gianfry Triestin Patoco”. Prezzo unico per tutti i biglietti 5 euro. 15 TS Teatro 2014_15 #2.indd 15 11/11/14 00:12 la cultura, Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni. La Fondazione lo crede da sempre. quasi un processo di “geminazione” Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più. La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo. Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione). Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio. Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare. Che potremo condividere e scambiare con altri. La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale. TS Teatro 2014_15 #2.indd 16 Fondazione.cultura.150x210.cmyk.indd 1 il colore del benessere sociale 11/11/1412:55:27 00:12 1-12-2008