Foto di Tommaso Le Pera
Stagione 2014-15
Numero 2 - 11 novembre 2014
Ballet Black
Arancia Meccanica
Una giovinezza enormemente giovane
Orchidee
moro. I 55 giorni che cambiarono l’Italia
Flebowsky. Storie di ordinaria corsia
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news
DEBUTTA ALLO
SLOVENO
“TRIESTE
UNA CITTÀ
IN GUERRA”
RITORNA IL 23
NOVEMBRE
IL CONCERTO
DEGLI
ALPINI
Debutto assoluto venerdì 14 novembre
nella sala del Ridotto al Teatro Sloveno, per
lo spettacolo Trst, mesto v vojni/
Trieste, una città in guerra,
interessante progetto plurilingue cui hanno
collaborato il Teatro Sloveno, il Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia e la Casa
del Lavoratore Teatrale. La produzione
evoca la Prima Guerra Mondiale e dal
2 dicembre replicherà alla Sala Bartoli,
inserito nella programmazione di Prosa.
Dopo alcune stagioni di assenza ritornano
al Politeama Rossetti gli alpini con il tradizionale concerto che quest’anno si intitola
Ricordare in Musica con gli
Alpini ed è dedicato a due importanti
riflessioni: quella sul centesimo anniversario
della Grande Guerra e quella sul ritorno
di Trieste all’Italia.
L’appuntamento è dunque per domenica
23 novembre: in questa edizione il concerto sarà di pomeriggio, con inizio alle
17.30, e si prospetta davvero piacevole.
Al Coro dell’Associazione Nazionale Alpini
di Trieste, si alterneranno altre pregevoli
formazioni che raggiungeranno Trieste per
l’occasione: innanzitutto il Coro ANA di
Trento e poi il Coro ANA di Vittorio Veneto.
Coronerà la serata un concerto pianistico
del Maestro De Caro. Come accade sempre
per queste iniziative, gli alpini legheranno
anche quest’anno il concerto a un fine
benefico. Il soggetto è ogni volta diverso
e per il 2014 si è scelto di devolvere l’incasso dei biglietti all’Associazione Italiana
Sclerosi Multipla. Per l’acquisto dei biglietti
ci si può rivolgere al Politeama Rossetti a
partire da martedì 11 novembre: il posto
è unico a €5,50.
FRANCO
PERÒ
IL 18/11
AL CIRCOLO
DELLA STAMPA
Martedì 18 novembre alle 17.30 il Circolo
della Stampa di Trieste ospita un incontro
dedicato al Teatro Stabile del Friuli Venezia
Giulia. Quali le prospettive, le possibilità di
incidere sul territorio regionale, le strategie di
programmazione in un periodo di crisi economica globale? Sono alcune delle domande
cui risponderanno il Presidente Milos Budin
e il neodirettore Franco Però alla luce della
nuova normativa sul Fus.
Trieste a Teatro
Periodico del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Largo Giorgio Gaber, 1 34126 Trieste
tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it [email protected]
Anno XXII - numero 233 - 11 novembre 2014
Aut.Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 - stampa Stella Arti Grafiche - Trieste
direttore responsabile Stefano Curti redazione Ilaria Lucari, Greta Petronio
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Nevia Pohlen “oggi ho visto MAGAZZINO 18.
Complimentoooniii a Cristicchi, regia e orchestra veramente un capolavoro. Assolutamente
da vedere, commovente, toccante.....Unico.”
TS Teatro 2014_15 #2.indd 3
@ilRossetti
@giovaortolani
“Sala piena e tanti giovanissimi al teatro
Rossetti di Trieste per Magazzino 18
di @scristicchi”
mar
11
novembre
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novembre
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ven
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novembre
lun
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novembre
mar
18
novembre
mer
19
novembre
20.30 Sala Assicurazioni Generali DAN
BALLET BLACK
21.00 Sala Bartoli
IL MAGO DI OZ
21.00 Teatro Miela
AP
MORO. I 55 GIORNI CHE...
20.30 Sala Assicurazioni Generali PRI
ARANCIA MECCANICA
21.00 Sala Bartoli
IL MAGO DI OZ
21.00 Teatro Miela
AP
MORO. I 55 GIORNI CHE...
20.30 Sala Assicurazioni Generali A
ARANCIA MECCANICA
21.00 Sala Bartoli
IL MAGO DI OZ
20.30 Sala Assicurazioni Generali B
ARANCIA MECCANICA
21.00 Sala Bartoli
IL MAGO DI OZ
20.30 Sala Assicurazioni Generali C
ARANCIA MECCANICA
21.00 Sala Bartoli
IL MAGO DI OZ
16.00 Sala Assicurazioni Generali D
ARANCIA MECCANICA
17.00 Sala Bartoli
IL MAGO DI OZ
21.00 Sala Assicurazioni Generali
ENRICO BRIGNANO
“EVOLUSHOW”
21.00 Sala Bartoli
AP
UNA GIOVINEZZA
ENORMEMENTE GIOVANE
21.00 Sala Bartoli
AP
UNA GIOVINEZZA
ENORMEMENTE GIOVANE
20.30 Sala Assicurazioni Generali
gio
FESTIVAL CANZ. TRIESTINA
20
21.00 Sala Bartoli
AP
novembre UNA GIOVINEZZA
ven
21
novembre
sab
22
novembre
dom
23
novembre
lun
24
novembre
ENORMEMENTE GIOVANE
21.00 Sala Assicurazioni Generali
BUDAPEST GYPSY
SYMPHONY ORCHESTRA
21.30 Sala Bartoli
AP
UNA GIOVINEZZA
ENORMEMENTE GIOVANE
21.00 Sala Bartoli
AP
UNA GIOVINEZZA
ENORMEMENTE GIOVANE
17.00 Sala Bartoli
AP
UNA GIOVINEZZA
ENORMEMENTE GIOVANE
17.30 Sala Assicurazioni Generali
CONCERTO ASS.NE ALPINI
dalle 19.00 Sala Bartoli
PROIEZIONE DEI FILM
“AMORE E CARNE” E
“SANGUE” E INCONTRO
CON PIPPO DELBONO
mar
21.00 Teatro Stabile Sloveno
25
ORCHIDEE
novembre
AP
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danza
BALLET BLACK
direzione artistica di
Cassa Pancho
coreografie di Martin Lawrance,
Christopher Marney, Arthur Pita
musiche di Paul Hindemith,
Pyotr Il’Yich Tchaikovsky,
Maurice Ravel,
George Frideric Handel,
Moisés Vivanco, Cole Porter,
James Shelton,
Lorenz Hart & Richard Rodgers
la compagnia:
Isabela Coracy Alves Nascimento,
Kanika Skye Carr,
Jacob Alexander William Wye,
Damien R Johnson,
Jose Ailton Souza Alves,
Christopher Graciano Silvester Renfurm,
Cira Oslynn Robinson,
Marie Astrid Mence
tour organizzato in esclusiva da
Just in Time – Mauro Diazzi
Ballet Black
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grafi di punta, come Liam Scarlett,
Shobana Jeyasingh, Will Tuckett,
Richard Alston e Martin Lawrance.
«Il nostro obiettivo finale è quello
di vedere un cambiamento fondamentale nel numero di ballerini neri e asiatici coinvolti nelle
compagnie di balletto tradizionali
– scrive la compagnia nella propria presentazione – e di rendere
dunque l’esistenza di Ballet Black
meravigliosamente inutile».
Nel frattempo coinvolgono il pubblico internazionale, conquistano
la stampa, ricevono premi (uno fra
tutti il Dance Awards 2012 come
miglior compagnia indipendente del Regno Unito) e ritornano
finalmente in Italia. Il programma
composto per la serata a Trieste
prevede la prima esecuzione italiana della coreografia A Dream Within
a Midsummer’s Night Dream.
Questo numero, danzato dall’intera
compagnia, concluderà la serata: è
un lavoro lungo e suggestivo, che il
coreografo portoghese Arthur Pita
ha creato per il Ballet Black. Una
nuova e divertente versione del
Sogno di una notte di mezz’estate
shakespeariano: Puck introduce il
pubblico in una magica foresta in
cui Oberon, Titania e gli amanti
sono indotti a folleggiare. Da un
sogno scaturisce un altro sogno
dove la passione e l’amore vero
fioriscono. I danzatori si muoveranno su una contaminazione musicale che alterna George Frideric
Handel a Moisés Vivanco, Cole
Porter a James Shelton, a Lorenz
Hart & Richard Rodgers.
Completano la serata Limbo di
Martin Lawrance, danzato in trio
sulle musiche di Paul Hindemith e
il doppio duetto Two for a Kind di
Christopher Marney su musiche di
Pyotr Il’Yich Tchaikovsky e Maurice
Rave, che indaga nel mutamento di
un rapporto di coppia.
di Ilaria Lucari
Artistic Director
Patron
Cassa Pancho
Kwame Kwei Armah
Cira Robinson as Titania in Arthur Pita’s A Dream Within a Midsummer Night’s Dream. Costume designs by Jean Marc Puissant. Photography by Elliott Franks. Graphic design by Rob Clarke
«Ballet Black non è mai apparso
meglio di così» ha scritto The
Indipendent recensendo qualche
mese fa a Londra, la coreografia A
Dream Within a Midsummer’s Night
Dream del portoghese Arthur Pita.
Non a caso sarà proprio questo
pezzo – eseguito per la prima volta
in Italia – il cuore del programma che il Ballet Black presenta a
Trieste, in apertura della stagione
Danza.
Fondato nel 2001 il Ballet Black
è una compagnia di danza inglese dalla fisionomia assai singolare:
coniuga un progetto coraggioso
e unico, ad un livello artistico e
tecnico di rilievo, tale da meritare
il supporto della prestigiosa Royal
Opera House di Londra.
A creare l’interessante gruppo ha
pensato Cassa Pancho, che ne è
tuttora direttore artistico: discendenze inglesi e di Trinidad, ha studiato alla Royal Academy of Dance
e dopo la laurea ha dato vita all’ensemble imponendosi l’obiettivo di
creare modelli di ruolo ai giovani
danzatori africani e asiatici. Inoltre
è “alumni” del programma leadership del National Theatre “Step
Change”, supportato da Nicholas
Hytner e Nick Starr ed ha rafforzato il progetto a partire dal
2002 creando anche la Ballet Black
School e nel 2004, il BB Associate
Programme, che attualmente ha
oltre 200 membri.
Tutti i componenti del Ballet Black
sono dunque ballerini di discendenza africana e asiatica: a Trieste
applaudiremo sei danzatori, dotati
nel classico, emozionanti nel contemporaneo, intenti con il loro
lavoro a diversificare il balletto
classico che per la sua tradizione non offre molte possibilità a
danzatori orientali o di colore. Il
repertorio di Ballet Black tocca i
balletti più classici e arriva fino ai
contemporanei creati da coreo-
Ballet Black presents A Triple Bill featuring…
A Dream Within a
Midsummer Night’s Dream
A triple bill of exciting new choreography from Martin Lawrance, Christopher
Marney and our latest story ballet, A Dream Within a Midsummer Night’s Dream
created by award-winning dance maker, Arthur Pita
MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2014
www.ilrossetti.it info +39-040 -3593511
POLITEAMA ROSSETTI - TRIESTE
SALA ASSICURAZIONI GENERALI
IL PROGRAMMA
LIMBO
coreografia Martin Lawrance
musica Paul Hindemith
costumi Rebecca Hayes
TWO OF A KIND
coreografia Christopher Marney
musiche Pyotr Il’Yich Tchaikovsky e
Maurice Ravel
costumi Yukiko Tsukamoto
A DREAM WITHIN
A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM
coreografia Arthur Pita
musiche George Frideric Handel,
Moisés Vivanco, Cole Porter, James
Shelton, Lorenz Hart & Richard
Rodgers
costumi Jean-Marc Puissant
@BalletBlack
Politeama Rossetti
Sala Assicurazioni Generali
martedì 11 novembre 2014
durata 1h e 35’ con intervallo
mar 11 novembre ore 20.30 - turno DAN
prezzo dei biglietti
Platea A-B Interi € 40, Ridotti € 37
Platea C Interi € 37, Ridotti € 34
I Galleria Interi € 30 , Ridotti € 27
II Galleria Interi € 26 , Ridotti € 24
Loggione Interi € 12
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prosa
«L’idea che tutto avvenga attraverso la testa di Alex per me è stato
fondamentale ai fini della realizzazione dei brani: le mie musiche
iniziano riferendosi all’originale,
per poi man mano deformarsi: trascendono e degenerano proprio
perché stanno nella testa di Alex;
quello che Alex ascolta non è Beethoven, è la sua idea deformata
di Beethoven, è il suo delirio di
Beethoven. E’ questa deformazio-
ne musicale che mi ha interessato.
Credo che tutto ciò che è nella
mente, nel “planetario”, di Alex
sia giusto, è il modo di metterlo
in pratica, attraverso la violenza,
che è sbagliato! Paradossalmente
il canale della creatività, che si attua mettendo in scena un’opera
come questa, è la strada giusta per
trasmettere alla società di oggi un
messaggio di non-violenza!
di Morgan
Arancia Meccanica
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a
Arancia Meccanica rappresenta uno
dei romanzi distopici meglio rappresentativi nel suo genere, non
meno visionario e lungimirante
di un altro classico come 1984
di Orwell, con cui, in modo non
casuale, esistono diverse convergenze.
A distanza di 51 anni dalla pubblicazione del romanzo ci si rende
conto di quanto Burgess avesse
saputo guardare oltre il suo tempo,
presagendo, attraverso la storia di
Alex e dei suoi amici drughi, una
società sempre più incline al controllo delle coscienze ed all’indottrinamento di un “pensiero unico”.
Se negli anni Sessanta quei temi
cominciavano a diventare materia
di riflessione, oggi siamo molto
più consapevoli del tentativo di
controllo delle coscienze a cui tutti
siamo sottoposti.
L’opera favorisce delle domande: la libertà di scelta è davvero
così importante? L’uomo è davvero capace di scegliere? La parola
libertà ha un significato preciso? È
meglio essere malvagi per propria
scelta o essere retti grazie ad un
lavaggio scientifico del cervello?
Il film di Kubrik del 1971 ha saputo
tradurre perfettamente il mondo
descritto da Burgess, facendo della
versione cinematografica di Arancia
Meccanica un caposaldo della cinematografia. Un film che ha lasciato
un segno tale da scoraggiare l’idea
di una messinscena. Tuttavia, quando ho letto l’adattamento che lo
stesso Burgess ha elaborato per
il teatro, sono rimasto sorpreso e
coinvolto dalla sua completa autonomia drammaturgica.
Nella prima parte al linguaggio
caratterizzante dei drughi, si alternano canzoni in versi scritte dallo
stesso Burgess, aspetto che almeno
nella struttura se non nel contenuto, mi ha fatto pensare ad un
testo brechtiano. È stato naturale
pensare ad un musicista fuori dagli
schemi, che in qualche modo somigliasse ad Arancia Meccanica: Marco
Castoldi in arte Morgan.
Così come nel romanzo la storia
viene raccontata in prima persona da Alex, il capo carismatico
dei Drughi, nella messinscena tutto
è vissuto come in un suo incubo: perciò, visioni, musiche, ritmo
saranno scanditi dal sentire del
protagonista.
La scena è una scatola nera ove si
materializzeranno le visioni di Alex,
installazioni di arte contemporanea
che si autodistruggoo nella scena
successiva. Un mondo rarefatto e
onirico in cui però avvengono cose
reali, ad una causa corrisponde
sempre un effetto.
In tal senso è interessante indagare su quanto sia possibile l’idea del male assoluto, come puro
godimento. Non a caso lo stesso
Burgess paragona Alex a Riccardo
III.
Ciò significa che non ci sono cause
reali a giustificare la violenza di
Alex, e Kubrik stesso ha scelto
questa strada.
I costumi dei Drughi saranno vicini
all’immagine dei ragazzi di oggi, così
da cercare un rapporto empatico più immediato ed inquietante
con lo spettatore. Con Tommaso
Spinelli abbiamo curato la traduzione del testo rimanendo fedeli
il più possibile a Burgess. Il lavoro
più duro ha riguardato il linguaggio
dei drughi, il Nadsat inventato dallo
stesso autore, uno slang inglese
con influenze russe.
Per non perdere lo straniamento e
la violenza di questa parlata abbiamo lavorato sui singoli termini con
attenzione scrupolosa, in qualche
caso confrontandoci con la generazione dei nostri diciottenni avvezza
all’utilizzo di un linguaggio che crei
identità.
di Gabriele Russo
ARANCIA
MECCANICA
Le avventure di un giovane i cui principali interessi sono
lo stupro, l’ultra-violenza e Beethoven.
scritto da
Anthony
Burghes
musiche
Morgan
regia
gabriele
russo
stagione teatrale 2014/2015
DAL 12 AL 16 NOVEMBRE 2014
www.ilrossetti.it info +39-040 -3593511
POLITEAMA ROSSETTI - TRIESTE
SALA ASSICURAZIONI GENERALI
ARANCIA MECCANICA
Le avventure di un giovane i cui principali
interessi sono lo stupro, l’ultraviolenza
e Beethoven
scritto da Anthony Burgess
regia di Gabriele Russo
PERSONAGGI
INTERPRETI
Barbone, Dott Brodsky, padre Alex
Alfredo Angelici
Moglie Alexander, Adolf, Joe
Martina Galletta
Dim
Sebastiano Gavasso
Alexander, anziana signora, cappellano
Giulio Federico Janni
Georgie
Alessio Piazza
Alex
Daniele Russo
Deltoid, ministro, madre Alex
Paola Sambo
musiche di Morgan
scene di Roberto Crea
costumi di Chiara Aversano
luci di Salvatore Palladino
aiuto regia Eugenio Dura,
Carmen Pommella
additional music Massimiliano Pace
assistente scenografo Michele Gigi
assistente costumista Viola Di
Costanzo, Nunzia Russo
produzione
Bellini - Teatro Stabile di Napoli
Politeama Rossetti
Sala Assicurazioni Generali
dal 12 al 16 novembre 2014
durata 1h e 40’ senza intervallo
mer 12 novembre ore 20.30 - turno PRI
gio 13 novembre ore 20.30 - turno A
ven 14 novembre ore 20.30 - turno B
sab 15 novembre ore 20.30 - turno C
dom 16 novembre ore 16.00 - turno D
prezzo dei biglietti
Platea A-B Interi € 29, Ridotti € 24
Platea C Interi € 21, Ridotti € 17
I Galleria Interi € 12
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altri percorsi
«E qui vi chiedo: ma come avete potuto credere alla versione ufficiale?
Come vi è potuto venire in mente
che potesse essere attendibile l’ipotesi che fossi stato io ad aggredire
il ragazzo?
Io che negli Scritti Corsari usciti
solo un anno prima avevo ricordato
a chiare lettere che in tutta la mia
vita non ho mai esercitato un atto di
violenza né fisica né morale.
E non perché io sia fanaticamente
per la non-violenza, la quale, se è una
forma di auto-costrizione ideologica, è anch’essa violenza.
Non ho mai esercitato nella mia vita
alcuna violenza né fisica né morale
semplicemente perché mi sono affidato alla mia natura cioè alla mia
cultura».
Una giovinezza
enormemente
giovane
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di Rai 5.
Riproporlo alla Sala Bartoli ad un
anno di distanza è un dono agli
spettatori (molti non erano riusciti a vederlo), ma anche un omaggio
a questo preparatissimo autore,
mancato purtroppo pochi mesi fa.
Una giovinezza enormemente giovane è un monologo presago, quasi
divinatorio che da un lato evoca
il pensiero di Pier Paolo Pasolini
attraverso la sua opera letteraria e poetica, e dall’altro sancisce
la grande capacità profetica dello
scrittore, sul piano sociale e politico.
Di questo “vedere politicamente”,
Gianni Borgna, è stato testimone
culturale prima con la sua reale
vicinanza a Pasolini nell’ambiente
della FGC romana, poi attraverso
lo studio della figura e del pensiero dello scrittore friulano, di cui è
stato profondamente competente.
Roberto Herlitzka, con la sua
espressività profonda, con la sua
magistrale incisività è, in scena,
Pasolini: guarda un corpo, malconcio sulla spiaggia – forse il suo?
– nella notte di quell’assassinio
rimasto sempre oscuro.
Attorno a quest’immagine forte si
sviluppa lo spettacolo che da quel
misterioso istante progredisce in
un flusso di riflessioni sul mondo
che Pasolini ha lasciato e sulle sue
evoluzioni di cui non potrà più
essere il testimone critico e acuto,
pur avendole intuite: l’immagine di
una Roma così diversa dalla sua,
città multietnica, con l’idea che il
bene più grande sia la ricchezza,
che la storia e la cultura non possano essere che quelle borghesi...
Temi con cui oggi quotidianamente ci confrontiamo, confliggiamo e
che il suo pensiero, la sua ricchezza poetica, ci insegnano ancora
ad attraversare con la necessaria
consapevolezza.
di Ilaria Lucari
Roberto Herlitzka in
Una giovinezza
enormemente
giovane
di
Gianni Borgna
ispirato a testi
di
Pier Paolo Pasolini
regia di
Antonio Calenda
Paolo Giovanazzi
Nino Napoletano
Borut Vidau
scene di
luci di
foto di Francesco Bruni
«Pasolini oggi è più vivo che mai.
Si discute, ci si confronta, si litiga
ancora sulle sue tesi, sulle sue
previsioni, sulle sue metafore. Ma
cosa direbbe Pasolini di noi, dei
nostri tempi oscuri e confusi? E
cosa direbbe di sé, della sua vita
e anche della sua morte? Cosa lo
spinse, ad esempio, a andare fino
all’Idroscalo di Ostia quella tragica
notte di tanti anni fa? Da queste
domande è nata l’idea di questo
spettacolo-monologo. Ho immaginato che improvvisamente, anche
soltanto per un giorno, Pasolini
tornasse tra noi e ci parlasse, con
la stessa passione, la stessa lucidità d’allora, ma anche con quel
distacco, quell’humour sottile di
chi non è più coinvolto nelle cose
terrene. Cómpito tutt’altro che
facile, perché dovevo a un tempo
non forzare gli scritti e i pensieri
del poeta ma anche lavorare di
fantasia, e sia pure con la massima verosimiglianza, per colmare
i vuoti inevitabili e riempire le
pagine lasciate involontariamente
bianche. Il monologo non è infatti
una sequenza di testi pasoliniani,
ma la riscrittura di brani, testi,
pensieri della più diversa provenienza, rifusi e rielaborati fino
a farne un testo assolutamente
originale e autonomo».
Con queste parole, lo scorso
anno, Gianni Borgna presentava l’attento e sensibile lavoro di
drammaturgia alla base di Una
giovinezza enormemente giovane
fortunato spettacolo di produzione dello Stabile regionale interpretato da un Roberto Herlitzka
molto emozionante, diretto da
Antonio Calenda. Dopo l’esordio
al Mittelfest 2013 e il primo successo a Trieste, lo spettacolo è ora
stato accolto calorosamente al
Piccolo Teatro di Milano, a Roma al
Teatro Argentina, al Piccolo Bellini
di Napoli e ha suscitato l’interesse
suono di
DAL 18 AL 23 NOVEMBRE 2014
www.ilrossetti.it info +39-040 -3593511
POLITEAMA ROSSETTI - TRIESTE
SALA BARTOLI
Roberto Herlitzka in
UNA GIOVINEZZA
ENORMEMENTE GIOVANE
di Gianni Borgna
ispirato a testi di Pier Paolo Pasolini
regia di Antonio Calenda
scene di Paolo Giovanazzi
luci di Nino Napoletano
suono di Borut Vidau
aiuto regista Roberta Torcello
riprese e montaggio video
Daniele De Luca
realizzazione manichino
Pierpaolo Rebec
assistente di lingua friulana
Roberta Cortella
direttore di scena e capo macchinista
Marco De Vescovi
capo elettricista Nino Napoletano
fonico e tecnico video Ruben Vuaran
sarta Benedetta Schepis
direttore d’allestimento
Paolo Giovanazzi
macchinisti d‘allestimento
Alberto Castellacci, Christian Cerne,
Massimo Tatarella, Giorgio Zardini
elettricisti d’allestimento Massimo Carli,
Alessandro Macorigh,
Roberto Starec, Davide Comuzzi
fonico d’allestimento CarloTuretta
Politeama Rossetti
Sala Bartoli
dal 18 al 23 novembre 2014
durata 1h 20’ senza intervallo
mar 18 novembre ore 21.00 - t. libero
mer 19 ottobre ore 21.00 - t. libero
gio 20 ottobre ore 21.00 - t. libero
ven 21 ottobre ore 21.30 - t. libero
sab 22 novembre ore 21.00 - t. libero
dom 23 novembre ore 17.00 - t. libero
prezzo dei biglietti
Posto unico Interi € 19
Posto unico Ridotti € 16
Posto unico Last Minute € 12
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altri percorsi
«Fammi essere più madre
di una madre
Nel mio amore per il bambino
Che non è carne della mia carne»
Orchidee
10
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Gli spettatori che nel 2002 hanno
assistito alla Sala Bartoli a Barboni,
non avranno potuto dimenticare l’impatto emotivo del teatro
di Pippo Delbono: un artista di
difficile definizione, affascinante,
singolare che ritorna in questa
stagione con un nuovo lavoro
molto apprezzato dalla critica per
la sua nitida linea formale e per il
potente impatto.
Lo spettacolo, intitolato Orchidee,
inserito nell’abbonamento altripercorsi, andrà in scena al Teatro
Sloveno, nell’ambito della collaborazione avviata con lo Stabile del
Friuli Venezia Giulia sia nell’attività
di produzione sia sul piano culturale e degli spazi.
Assieme, dunque, i due enti provvedono alla presentazione dello
spettacolo di Delbono nonché a
un’interessante rassegna di film e
docufilm realizzati dall’artista in
programma fra il 24 e il 27 novembre, in collaborazione anche con
la casa del Cinema/Kinoatelje. Un
approfondimento appropriato sul
lavoro appassionante di un artista che si è imposto sia in Italia
che all’estero, come dimostra la
sua costante presenza ai massimi
festival internazionali, le retrospettive a lui dedicate dal Théatre du
Rond-Point di Parigi, la sua messinscena entrata nel repertorio
del Residenztheater di Monaco
di Baviera.
«Ancora posso scrivere d’amore
scriveva il poeta Dario Bellezza,
grande amico di Pier Paolo Pasolini
morto ucciso dall’aids» commenta
Pippo Del Bono a proposito di
Orchidee.
«L’orchidea è il fiore più bello ma
anche il più malvagio, mi diceva
una mia amica, perché non riconosci quello che è vero da quello
che è finto. Come questo nostro
tempo. In Orchidee c’è, come in
tutti i miei spettacoli, il tentativo
di fermare un tempo che sto attraversando. Un tempo mio, della mia
compagnia, le persone che lavorano ormai da molti anni con me,
ma anche un tempo che stiamo
attraversando e vivendo oggi tutti
noi. Italiani, europei, occidentali,
cittadini del mondo. Un tempo
confuso dove mi sento, ci sentiamo, in tanti, credo, sperduti…
Con la sensazione di aver perduto
qualcosa. Per sempre. Forse la
fede politica, rivoluzionaria, umana,
spirituale. Orchidee nasce anche da
un grande vuoto che mi ha lasciato mia madre quando è partita
per sempre. Mia madre che dopo
i conflitti, le separazioni, avevo
rincontrato per ridiventare amici.
Io, un po’ più grande un po’ più
saggio, lei vecchia ritornata un po’
più bambina».
Ma Orchidee parla anche di
altri vuoti, come lo smarrimento dell’artista nella realtà attuale.
Com’è nella sua poetica, Delbono
risponde a tali spunti attraverso
una successione lirica e generosa di immagini, scene, chiaroscuri,
momenti drammatici, canzoni, leggerezza…
Il suo è un teatro totale, un linguaggio semplice e mai noioso a
cui bisogna abbandonarsi, consapevoli che non lo si può decodificare attraverso i canoni classici
della “lettura” di una messinscena.
Così, dopo aver raccontato vuoti
e abbandoni struggenti (come
quello dalla propria stessa madre)
l’artista, assieme alla sua compagnia stabile – anch’essa composta
da elementi diversi, ognuno con un
proprio portato potente – racconta anche del bisogno di “riempire”
quei vuoti, in uno slancio vitale
che è forse il motore di tutto. Un
istinto che ci spinge a esistere,
superare, creare e – come ricorda
lo stesso Delbono – ancora parlare e scrivere d’amore. (i.lu.)
Compagnia Pippo Delbono
orchidee
uno spettacolo di Pippo Delbono
produzione
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Teatro di Roma
Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna
Théâtre du Rond Point – Parigi
Maison de la Culture d’Amiens – Centre de Création et de Production
dal 25 al 26 novembre 2014
Teatro Stabile Sloveno - Trieste
INFO&PRENO
www.ilrossetti.it info +39-040 -3593511
CORPOaCORPO omaggio al cinema di Pippo Delbono
lunedi 24 novembre 2014
Sala Bartoli
ore 19.00 Amore Carne
(ITALIA/SVIZZERA 2011, durata 75 minuti)
ore 20.45 Sangue
(ITALIA/SVIZZERA 2013, durata 92 minuti)
a seguire l’incontro con Pippo Delbono
martedì 25 novembre 2014
Ridotto Teatro Stabile Sloveno
ore 19.00 La Paura
(ITALIA/FRANCIA 2009, durata 66 minuti)
Blue Sofa (ITALIA 2009, durata 20 minuti)
ore 21.00 spettacolo Orchidee
sala principale
mercoledì 26 novembre 2014
Ridotto Teatro Stabile Sloveno
ore 19.00 Grido
(ITALIA 2006, durata 75 minuti)
ore 21.00 spettacolo Orchidee
sala principale
giovedì 27 novembre 2014
Teatro Miela
ore 19.00 Guerra
sabato
(ITALIA 2003, durata 61 minuti)
ore 21.00 CORPO A CORPO
(ITALIA/BELGIO 2014, durata 90 minuti)
regia Mario Brenta e Karine De Villers
dalle prove dello spettacolo Orchidee
a seguire l’incontro con Mario Brenta
e Karine De Villers
a cura di Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Slovensko stalno gledališce -Teatro Stabile Sloveno, Teatro Miela, Casa del Cinema, Kinoatelje
ingresso alle proiezioni 5 euro; ridotto titolari di biglietti/abbonamenti validi per lo spettacolo “Orchidee” 3 euro
ORCHIDEE
uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè,
Bobò, Margherita Clemente,
Pippo Delbono, Ilaria Distante,
Simone Goggiano, Mario Intruglio,
Nelson Lariccia, Gianni Parenti,
Pepe Robledo, Grazia Spinella
immagini e film Pippo Delbono
luci Robert John Resteghini
musiche Enzo Avitabile, Deep Purple,
Miles Davis, Philip Glass, Victor
Démé,
Joan Baez, Nino Rota,
Angélique Ionatos, Wim Mertens,
Pietro Mascagni
direzione tecnica Fabio Sajiz
suono Giulio Antognini
luci e video Orlando Bolognesi
macchinista Gianluca Bolla
elaborazione costumi Elena Giampaoli
amministratore di compagnia
Raffaella Ciuffreda
produzione Emilia Romagna Teatro
Fondazione, Teatro di Roma, Nuova
Scena - Arena del Sole - Teatro Stabile
di Bologna, Théâtre du Rond Point - Parigi, Maison de la Culture d’Amiens Centre de Création et de Production
Teatro Sloveno
dal 25 al 26 novembre 2014
durata 1h 55’ senza intervallo
mar 25 novembre ore 21.00
mer 26 novembre ore 21.00
prezzo dei biglietti
Platea Interi € 25
Platea Ridotti € 22
Galleria Interi € 12
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CORPOaCORPO omaggio al cinema di Pippo Delbono
lunedi 24 novembre
Sala Bartoli
martedì 25 novembre
Ridotto del
Teatro Stabile Sloveno
mercoledì 26 novembre
Ridotto del
Teatro Stabile Sloveno
giovedì 27 novembre
Teatro Miela
ore 19.00 Amore Carne
(ITALIA/SVIZZERA 2011,
durata 75’)
ore 19.00 La Paura
(ITALIA/FRANCIA 2009,
durata 66’)
ore 19.00 Grido
(ITALIA 2006,
durata 75’)
ore 20.30 CORPOaCORPO
(Corps à Corps, ITALIA/BELGIO 2014, durata 90’)
ore 20.45 Sangue
(ITALIA/SVIZZERA 2013,
durata 92’)
Blue Sofa
(ITALIA 2009, durata 20’)
regia Mario Brenta
e Karine De Villers
dalle prove dello spettacolo
Orchidee
a seguire incontro con
Mario Brenta
e Karine De Villers
ore 22.30 Guerra
(ITALIA 2003, durata 61’)
a seguire incontro con
Pippo Delbono
ore 21.00 spettacolo
Orchidee
sala principale
ore 21.00 spettacolo
Orchidee
sala principale
a cura di Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Slovensko Stalno Gledališce-Teatro Stabile Sloveno,
Teatro Miela, Casa del Cinema, Kinoatelje
ingresso alle proiezioni 5 euro (valido per entrambi i film);
ridotto titolari di biglietti/abbonamenti validi per lo spettacolo “Orchidee” 3 euro
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altri percorsi
moro.
i 55 giorni che cambiarono l’Italia
«È il teatro a dirci che nella zona
dell’agguato stazionava gente dei
servizi segreti, che la prigione era
sorvegliata da forze speciali. E a
sostegno delle tesi c’è la memoria, la firma di un giudice come
Imposimato. Ulderico Pesce stavolta
parla a nome di anime morte, con
una malinconia contadina, non polemica. Perciò forte» il critico de La
Repubblica Rodolfo di Giammarco
ha apprezzato moro. I 55 giorni che
cambiarono l’Italia ed il teatro di
denuncia, di memoria, di impegno
che Ulderico Pesce porta avanti da
interprete, regista e – con il giudice
Ferdinando Imposimato – autore
dello spettacolo. Con questo teatro,
attuale, incisivo si inaugura la serie
di sei spettacoli degli altripercorsi
in cui si esprime la rinnovata sinergia fra Teatro Stabile regionale e
Bonawentura/Teatro Miela. «Più che
di spettacoli sul caso Moro c’è la
necessità di sapere la verità sulla sua
morte» si impone Pesce nell’affron-
tare sulla scena quegli avvenimenti.
Lo aiuta in ciò il contributo del giudice Imposimato, titolare dei primi
processi sul Caso Moro, che nello
spettacolo compare in video interagendo con il protagonista e rivelando verità terribili. Ed altrettanto
contribuisce alla forza e alla sincerità
della storia, la particolare ottica che
Pesce assume. È il 16 marzo 1978:
viene rapito Aldo Moro e restano
uccisi gli uomini della sua scorta.
Ulderico Pesce decide di partire
da lì e intrecciare le rivelazioni del
giudice allo sguardo di due poliziotti
morti, Raffaele Iozzino e Francesco
Zizzi. La tragedia di Moro, quella
dello Stato non può sciogliersi dalla
loro. Iozzino era il poliziotto che
riuscì a sparare due colpi contro i
terroristi. Zizzi, al suo primo giorno
di lavoro, sostituiva un collega malato. Sua madre da oltre trent’anni
attende la verità su quel figlio che
non farà più ritorno. Una verità che
è ora di dare a lei e all’Italia.
MORO. I 55 GIORNI
CHE CAMBIARONO L’ITALIA
scritto da Ferdinando Imposimato
e Ulderico Pesce
diretto e interpretato da
Ulderico Pesce
interventi in video del Giudice
Ferdinando Imposimato
produzione
Centro Mediterraneo delle Arti
Teatro Miela
dall’ 11 al 12 novembre 2014
durata 1h senza intervallo
mar 11 novembre ore 21.00
mer 12 novembre ore 21.00
prezzo dei biglietti
Posto unico Interi € 19
Posto unico Ridotti € 16
Posto unico Last Minute € 12
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altri percorsi
Flebowsky
Storie di ordinaria corsia
FLEBOWSKY
STORIE
DI ORDINARIA CORSIA
tratto dal libro “Storie di ordinaria corsia”
scritto da Fabrizio Blini
regia di Gigi Piola
con Nicola Pistoia
e con Ketty Roselli
e Armando Puccio
disegno luci di
Marco Laudando
aiuto regia
Annalisa Biancoforte
produzione
Nuova Compagnia di Prosa
Politeama Rossetti
Sala Bartoli
dal 27 al 30 novembre 2014
durata 1h 10’ senza intervallo
gio 27 novembre ore 21.00
ven 28 novembre ore 21.00
sab 29 novembre ore 21.00
dom 30 novembre ore 17.00
prezzo dei biglietti
Posto unico Interi € 19
Posto unico Ridotti € 16
Posto unico Last Minute € 12
«Non sono mai stato sano come
un pesce, nemmeno un giorno, al
massimo mi sono sentito come
un bastoncino surgelato» confida
Flebowsky agli spettatori. È così che
conosciamo il protagonista dello
spettacolo... o meglio la “guida”, che
si assume il ruolo – fondamentale
ritiene lui – di spiegare il dedalo
degli ospedali, di assicurare a tutti
una sorta di manuale. E come dargli
torto? Basta ascoltarlo un po’ per
rendersi conto che negli ospedali è impossibile orientarsi da soli:
tutto infatti funziona al contrario.
La “camera ardente” è il posto più
gelido, al Pronto Soccorso entri
velocemente con il “rosso” ma se
hai il “verde” sei destinato ad aspettare ed aspettare... e le corsie?
Nonostante il nome, guai a corrervi!
Così Flebowsky, che sulla scena avrà
i modi acuti e sornioni di Nicola
Pistoia, diretto da Gigi Piola, darà
una mano ad affrontare le tante,
quotidiane storie “di ordinaria cor-
sia”... Storie popolate da primaristar, medici-eroi, dalla familiarità di
infermieri e paramedici, ma osservate per una volta dal punto di vista
disagiato, spaesato, spesso esilarante
del paziente. Una persona che –
pur di risolvere la propria malattia – si trova ridotto a “numero”
dalla burocrazia ospedaliera, come
se non bastasse già l’aver dovuto
rinunciare alla propria casa, ai vestiti,
alle piccole comodità, al proprio
bagno e al divano, alle fusa del proprio gatto... Di contro, ci si trova a
partecipare involontariamente a un
non previsto ed enorme “pigiama
party”! Così è facile che il tragico si
rovesci in comico, la risata in lacrime: l’importante - dice Flebowsky –
è superare l’esperienza. Ed è meglio
se lo si fa attraverso il sorriso,
ricordando, anche una volta dimessi
e guariti, i valori della condivisione e
della tolleranza, ed aiutando innanzitutto con il proprio atteggiamento
la “buonasanità”.
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Enrico
Brignano
“Evolushow”
Gli applausi della tournée di
Rugantino, conclusosi trionfalmente
a New York, i recital proposti durante l’estate e sempre conclusisi con il
“tutto esaurito” e il medesimo risultato per la data “zero” del nuovo
spettacolo, Evolushow… Gli applausi
fanno ormai da leitmotiv alle esibizioni di Enrico Brignano, comico
fra i più amati dal pubblico italiano. Il Teatro Stabile ospiterà l’unica
tappa in regione del nuovo spettacolo, grazie ad Azalea Promotion
e Live Nation: Evolushow è un vero
e proprio one man show dedicato
all’evoluzione dei comportamenti
umani e al nostro rapporto ormai
vitale con la tecnologia. Brignano vi
accetta la sfida di raccontare in due
ore millenni di storia, dal paradiso
terrestre al digitale terrestre, dalla
mela di Adamo alla mela di Jobs,
dal fossile al missile: un esilarante
viaggio attraverso l’evoluzione, giocando con le sue contraddizioni e
sorridendo di qualche errore.
Budapest
Gypsy
Symphony
Orchestra
Il 21 novembre si esibirà la più
grande orchestra del mondo ed
altrettanto “mondiale” è il suo
successo: si tratta della Budapest
Gypsy Symphony Orchestra che
tocca Trieste per un favoloso concerto grazie ad Azalea Promotion
e Altramusica. L’orchestra si è formata nel 1985, ai funerali di Sandor
Jaroka, uno dei massimi solisti gitani
del nostro tempo: i musicisti che
erano giunti in massa, improvvisarono un’esibizione dopo la cerimonia.
Tra i membri vanno menzionati il
virtuoso dello zimbalom Oszkar
Okros e i discendenti di vere e
proprie dinastie di musicisti gitani, come Lakatos, Lendvai Csocsi,
Boross e Berki. Istintiva come una
serata zigana, rigorosa come un’orchestra viennese, la formazione
è la più coinvolgente ed eclettica Orchestra Sinfonica del nostro
tempo, con un repertorio che include Brahms, Kodály, Liszt, Rossini, De
Sarasate, Strauss, Tchaikovski.
Festival
della Canzone
Triestina
Ritorna al Politeama Rossetti
il Festival della Canzone Triestina.
L’edizione numero 36 andrà in
scena giovedì 20 novembre 2014,
e presenta dodici inedite canzoni
dialettali dedicate a tipizzazioni,
figure e momenti cari alla triestinità. Conduttori e intrattenitori della
kermesse saranno Sandro Davia,
con i suoi personaggi El Mago de
Umago, Siora Iolanda e Pasquale
Abbacchio, poi Leonardo Zannier, I
Cugini de Gianfry e Flavio Furian.
Non mancheranno gli ospiti d’onore. Molto attesa sarà la presenza
de Les Babettes che, dopo essere
arrivate ad un soffio dal Live di
X Factor, porteranno sul palco la
loro trascinante vocalità da Belle
Epoque.
Verrà poi insignito del “Premio alla
Carriera” e presenterà Uno di noi
il popolarissimo Teddy Reno. Tra
gli altri, verrà consegnato il premio
“Gianfry Triestin Patoco”. Prezzo
unico per tutti i biglietti 5 euro.
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la cultura,
Ci sono infiniti buoni
motivi per incoraggiare
e sostenere la cultura
in tutte le sue
migliori espressioni.
La Fondazione
lo crede da sempre.
quasi un processo di “geminazione”
Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto.
Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi
da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più.
La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”.
Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate,
che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo.
Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti
e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro
astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione).
Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio.
Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare.
Che potremo condividere e scambiare con altri.
La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche
matrice di autentica felicità individuale.
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il colore del benessere sociale
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