Per saperne di più | Una precisazione cronologica sul viaggio di Dante

annuncio pubblicitario
La Divina Commedia
Per saperne di più | Una precisazione cronologica sul viaggio di Dante
Inferno, VII
Nei vv. 98-99, alla fine della lunga
digressione sulla Fortuna, Virgilio
fornisce a Dante personaggio (in
realtà è Dante scrittore a chiarirlo a
noi lettori) una notazione cronologica: già ogne stella cade che saliva
/ quand’io mi mossi.
In genere si intende che son passate sei ore da quando Virgilio si è
mosso. Noi preferiamo intendere
“dodici ore”. Per giungere a questa conclusione, dobbiamo chiarire
due questioni, riguardo alle quali ci
avvaliamo delle tesi di Manfredi Porena. Vediamole.
Prima questione: a quale moto
(salita e caduta) delle stelle fa riferimento Dante? Al moto diurno delle
stelle che vediamo nell’emisfero a
noi visibile (e che dunque si muovono in un arco di tempo di sei
ore)? Oppure, come sembra più
probabile, al moto delle cosiddette “stelle circumpolari”, che per 12
ore “salgono” e per 12 ore “scendono” (ciclo che gli uomini, per
Dante, vedono per intero)? Poiché
Dante usa l’aggettivo ogne, appare
logico che egli abbia voluto alludere a tutte le stelle, dunque anche a
quelle “circumpolari”, che avevano
iniziato il loro “moto” di salita 12 ore
prima.
Seconda questione: che cosa significa quand’io mi mossi? Alcuni
pensano che si debba spiegare:
“Quando io (Virgilio) mi mossi dalla
selva oscura per iniziare il cammino
e Dante mi seguì”. Ma, se accettiamo questa ipotesi, in questo passo
del canto VII dovremmo essere alle
sei del mattino, perché Virgilio si è
mosso con Dante dalla selva oscura per iniziare il viaggio intorno alle
sei di sera (Lo giorno se n’andava,
II, 1). Ora, non dimentichiamo che
(come abbiamo dimostrato sopra)
sono passate 12 ore dal primo movimento di Virgilio e Dante; per cui
dovrebbero essere le sei del mattino. Ma ciò non è possibile, perché
ben quattro canti dopo il VII siamo
ancora nella notte fonda, ad un
paio di ore prima del sorgere del
Sole (XI, 113).
Se invece calcoliamo le 12 ore da
quando Virgilio (senza Dante) si
è “mosso dal Limbo”, possiamo
scandire meglio le fasi del viaggio
di Dante stesso. Prima fase: Virgilio
si muove dal Limbo dopo mezzogiorno (con il Sole nel pieno della
sua luce); seconda fase: Virgilio
raggiunge Dante nella selva oscura e inizia con lui il viaggio al tramonto intorno alle sei della sera;
terza fase: passano altre sei-sette
ore dal passaggio dell’Acheronte e
dall’Antinferno fino al terzo cerchio
dei golosi; quarta fase: siamo nella
notte fonda (12 ore dopo la partenza di Virgilio dal Limbo) al momento
del passaggio dal quarto al quinto
cerchio (cioè ai vv. 98-99 del VII
canto).
Perché ci siamo soffermati su questa discussione, che potrebbe apparire solo tecnica ed esteriore?
Almeno per due motivi.
Il primo: Dante, come fa spesso nel
poema, fornisce indicazioni precise
circa le coordinate temporali del
suo itinerario, che egli vuole radicare nel tempo, in quanto intende
comunicare al lettore il fatto che il
suo è un viaggio non immaginario e
visionario, ma realistico e concreto.
Il secondo: il momento (nelle ore
dopo mezzanotte) in cui si svolge la
parte del viaggio tra quarto e quinto cerchio è profondamente emblematico. È notte fonda e la notte
esprime simbolicamente l’oscurità
della ragione in cui maturano sia
l’ira violenta sia l’oscurità dell’animo in cui si sedimenta nell’intimo
dell’uomo l’ira accidiosa.
1
Scarica