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Dopo che Maria ha accolto la richiesta formulata da san Bernardo (vv. 40-45), comincia la seconda parte
del canto: anche la terza e ultima guida di Dante sparisce e rimane sulla scena il poeta da solo, alle prese
con una vera e propria «battaglia» nella quale lo sguardo umano (di Dante personaggio), benché più
volte potenziato tenta di accedere alla profondità della luce divina.
Leggeremo la prima fase di questa progressiva e ardua focalizzazione dello sguardo umano nel volto
luminoso e ineffabile di Dio, che corrisponde ai vv. 55-66.
55-66.È questo l’inizio della contemplazione della luce divina, dell’ultima frazione del grande viaggio di
Dante: la vista viene potenziata, diventa maggiore, ma, allo stesso tempo, altre facoltà vengono meno.
Quali e in che modo il poeta rende l’idea di tutto questo?
LA VISIONE DI DIO (76-145)
Per un mortale è impossibile vedere Dio:
Dante non lo descrive direttamente, ma
attraverso progressive visioni che ha di LUI.
1.76-105: la prima
visione è quella
dell’unità
dell’universo in
Dio.
2.106-126: la
seconda è quella
della Trinità.
3.127-139: la terza
è la visione del
mistero
dell’incarnazione.
La visione della Trinità (115-126)
1. Attraverso quali immagini Dante arriva a descrivere il mistero della
Trinità? 2. Cosa afferma il poeta ai vv. 121-123?
3.127-139: la visione del mistero
dell’incarnazione
1.L’articolazione della terza visione (dal v. 127 al v. 136) presenta la stessa struttura della
precedente. Perché? 2. Cosa accade nell’ultima terzina (vv. 139-141)?
Qual è la condizione necessaria per vedere Dio che Dante
indica a chiusura del XXXIII canto del Paradiso e della
Commedia?
Temi fondamentali
1.La tensione continua tra
abbandono mistico e
tentativo razionale di
comprendere e
rappresentare Dio
(struttura bipartita del
canto).
2. La straordinarietà
dell’esperienza celeste, la
difficoltà di fare fronte ad
essa, l’impegno nel
narrarla.
3. La vera beatitudine (la
coincidenza perfetta del
desio, della sete
intellettuale di conoscenza
e del velle, della volontà)