Stagione 2012-13
Numero 5 - 5 aprile 2013
Aprile 2013
Foto di Luigi Laselva
› La modestia
› Cercasi tenore
› Art
› Fiona
› Tutto Shakespeare in 90 minuti
› Gypsy
ci sono infiniti modi
di essere presenti
sulla scena. il nostro,
storicamente, sta nel fare
che ciò accada. molto,
molto prima che il sipario
si alzi generali è lì.
Generali. dove c’è arte.
2
Aprile 2013
SALA
ASSICURAZIONI
GENERALI
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16 ore 21.00 prosa BaA2
17 ore 21.00 prosa BaPRI2
18 ore 17.00 prosa BaE2
19 ore 21.00 prosa t.libero
20 ore 21.00 prosa t.libero
21 ore 17.00 prosa t.libero
22
23 ore 21.00 prosa BaA3
24 ore 21.00 prosa BaPRI3
25 ore 17.00 prosa BaE3
ore 21.00 prosa BaA1
26 precedentemente programmato martedì 9/4
ore 21.00 prosa BaPRI1
27 precedentemente programmato mercoledì 10/4
ore 17.00 prosa BaE1
28 precedentemente programmato giovedì 11/4
29
30
SALA
BARTOLI
lunedì
martedì
mercoledì
giovedì
LA MODESTIA
ore 20.30
PROSA turno B
ore 20.30
PROSA turno C
ore 16.00
PROSA turno D
venerdì
sabato
domenica
lunedì
palio degli
asinelli
martedì
ore 18.00
mercoledì
ore 17.30
giovedì
CERCASI
TENORE
trieste
nel mio cuor
ART
TUTTO
SHAKESPEARE
IN 90 MINUTI
ore 20.30
PROSA turno B
ore 20.30
PROSA turno C
ore 16.00
PROSA turno D
sabato
domenica
lunedì
ore 16.00
ore 20.30
PROSA t. PRIME
ore 20.30
PROSA t. libero
ore 20.30
PROSA turno A
ore 20.30
PROSA turno B
ore 20.30
PROSA turno C
ore 16.00
PROSA turno D
SOCIETà
DEI CONCERTI
martedì
mercoledì
giovedì
venerdì
sabato
domenica
lunedì
ore 20.30 MUSICAL turno M
ore 20.30 MUSICAL t. libero
GYPSY
venerdì
ore 20.30 MUSICAL t. libero
ore 20.30 MUSICAL turno O
ore 20.30 MUSICAL turno N
ore 16.00 MUSICAL turno P
FIONA
martedì
mercoledì
giovedì
venerdì
sabato
domenica
venerdì
sabato
Trieste a Teatro - calendario aprile 2013
3
Personaggi
Interpreti
Foto di Luigi Laselva
Ángeles/
Anja Terezovna Francesca Ciocchetti
Marìa Frenanda/
Leandra
Maria Paiato
Arturo/Semederovo
Paolo Pierobon
San Javier/Terzov Fausto Russo Alesi
LA MODESTIA
di Rafael Spregelburd
traduzione di Manuela Cherubini
regia di Luca Ronconi
scene di Marco Rossi
costumi di Gianluca Sbiccia
luci di A.J.Weissbard
con (in ordine alfabetico)
Francesca Ciocchetti, Maria Paiato,
Paolo Pierobon e
Fausto Russo Alesi
una coproduzione Piccolo Teatro di
Milano - Teatro d’Europa,
Festival dei Due Mondi di Spoleto e
Mittelfest - Cividale del Friuli
su progetto di Santacristina Centro
Teatrale
abbonamento prosa
Politeama Rossetti
Sala Assicurazioni Generali
dal 5 al 7 aprile 2013
durata 2h e 45’ senza intervallo
ven 5 aprile ore 20.30 turno B
sab 6 aprile ore 20.30 turno C
dom 7 aprile ore 16.00 turno D
Prezzo dei biglietti
Platea A-B Interi € 29, ridotti € 24/20
Platea C Interi € 21, ridotti € 17/15
Gallerie Interi € 12
4
U
NO SPETTACOLO
SPIAZZANTE
La modestia di Rafael
Spregelburd si inserisce per il
Piccolo Teatro di Milano che ne è
produttore – assieme al Festival
dei Due Mondi di Spoleto e il
Mittelfest di Cividale – in un
progetto di “esplorazione delle
forme del contemporaneo” come
lo definisce il direttore Sergio
Escobar. Un’esplorazione condivisa con il direttore artistico
e regista dello spettacolo Luca
Ronconi che li ha condotti
addirittura a “rappresentare
l’irrapresentabile”. È quanto
dobbiamo attenderci da questo
autore argentino, giovane e premiatissimo, che ci regalerà uno
degli spettacoli più spiazzanti e
affascinanti che il palcoscenico
del Politeama abbia mai ospitato. La modestia presuppone una
incredibile molteplicità di piani
di lettura e di spunti strettamen-
te intrecciati ed inoltre ci pone
davanti alla soluzione assolutamente inusuale di rappresentare
due vicende diverse e lontane in
una simultaneità di luoghi e di
tempi. Due storie: una si svolge
a Buenos Aires ai giorni nostri,
l’altra in un paese dell’Est, in un
tempo più lontano. La stranezza
è che entrambe vengono messe
in scena nel medesimo spazio
(un interno borghese) e dagli
stessi attori che senza cambiare
costume, senza cesure, passano –
scena dopo scena – da un contesto all’altro, da un ruolo all’altro.
L
E STORIE
La vicenda che avviene in
Argentina ha ritmi vorticosi e una struttura spezzata:
mette in scena due avvocati alle
prese con le responsabilità di un
naufragio, un’amante in pena
per la figlia che teme possa essere rapita dal marito sicuramente
abbonamento prosa
coinvolto in loschi giri d’affari
e una moglie invece frustrata,
vanamente occupata in opere
meritorie che rivolge agli immigrati a Buenos Aires…
La storia che ha come sfondo
il paese dell’Est Europa, invece
scorre più tradizionalmente:
narra di uno scrittore fallito
ammalato di tubercolosi e poverissimo, la cui moglie tenta in
ogni modo di salvare. Giunge
addirittura ad attribuirgli uno
scritto incompiuto del proprio
padre e a far credere a un
medico (esule dalla Russia) che
i diritti di questo capolavoro
saranno suoi se curerà gratuitamente l’uomo, in modo che
possa portare l’opera a compimento. Lo scrittore non trova la
forza di ribellarsi a questa falsa
attribuzione… In ciò la rappresentazione della dissoluzione
della morale moderna, chiave
de La modestia e delle altre
sei brevi commedie che compongono l’Eptalogia di Rafael
Spregelburd.
D
ALLA PITTURA ALLA
SCENA: RAFAEL
SPREGELBURD
«L’Eptalogia – spiega l’autore –
nasce da un mio incontro con La
Ruota dei Sette Peccati Capitali
di Hieronymus Bosch, un dipinto
esposto su un tavolo al Museo
del Prado a Madrid. Al di là del
fascino che Bosch ha sempre
esercitato su di me con i suoi
paesaggi fuori dal tempo, ove
tanto l’inferno quanto il paradiso
suscitano analogo terrore, questo
dipinto pare rimandare a un
antico modello: quello dello spettatore “attivo”. Occorre compiere
un piccolo sforzo (ovvero girare
intorno al quadro) per poter
ammirare la riproduzione di ciascun peccato dal corretto punto
di osservazione. È una fatica
simbolica ma enorme al tempo
Trieste a Teatro - aprile 2013
stesso. Mi piace immaginare che
a voi, spettatori seduti di fronte
a La modestia, sarà immediatamente chiesto di compiere
uno sforzo simile». Come Bosch
constata la frana inarrestabile
di un Ordine e del suo mondo –
quello medievale – ed esprime
la disperazione per quella catastrofe attraverso la sua pittura,
costringendo l’osservatore a
prenderne consapevolezza, così
fa Spregelburd con il suo potente discorso morale, con la sua
drammaturgia potente. I titoli
dei testi dell’Eptalogia designano
i sette peccati contemporanei,
con una corrispondenza interna,
spesso ludica e ghignante, ai
peccati tradizionali: La modestia ad esempio corrisponde alla
Superbia. Più che di una sostituzione, sembra trattarsi di una
sommatoria: ereditiamo i sette
peccati del passato e ne generiamo sette nuovi.
I
L LAVORO DI RONCONI
CON GLI ATTORI
«Colpisce – dice Ronconi – la
sensazione di spaesamento che
pervade i personaggi: nessuno si
sente mai a casa propria, né in
senso logistico, né in senso identitario. Il teatro di Spregelburd
fa pensare a un certo cinema che
abbiamo conosciuto e apprezzato
grazie a registi e sceneggiatori come Alessandro Gonzales
Iñarritu e Guillermo Arriaga.
Una cifra tipicamente sudamericana che ci è divenuta familiare
e che viviamo come profondamente contemporanea» su
queste sensazioni ha lavorato con
quattro interpreti d’eccezione del
teatro italiano: Paolo Pierobon,
Maria Paiato, Fausto Russo Alesi
e Francesca Ciocchetti, bravissimi nel restituire incessanti cambi
di ruolo e personaggio vivendo
uno spiazzamento che li pone
continuamente in discussione.
intervista
AL REGISTA
Rafael Spregelburd: che cosa trova interessante dei suoi testi?
Una volta mi hanno chiesto: “Qual è il
tuo spettacolo ideale?”. Io ho risposto,
e risponderei ancora, che è uno spettacolo infinito in un teatro in fuga. Lo
sguardo un tantino scettico che mi
viene quando si parla di “profondità”, e
la curiosità che mi si sveglia immediatamente quando si parla di “estensione”,
li ritrovo perfettamente in Spregelburd.
E poi, come gli ho detto quando l’ho
incontrato, il motivo per cui mi piace il
suo teatro è che mi sembra che scriva
commedie che si fanno da sole. Sono
organismi che proliferano quasi indipendentemente dall’autore. Anche se
poi in realtà l’autore c’è, ed è presente
in ogni cerniera. Tuttavia i suoi testi ti
danno questa impressione: tanto è vero
che in parecchie commedie, compresa
La modestia, hai l’impressione che
l’autore non riesca a trovarne la fine.
E non lo considero un difetto o una
mancanza.
Di fronte a un testo di questo genere,
il lavoro con gli attori non può certo
andare verso l’approfondimento psicologico, lo scavo nell’interiorità dei
personaggi...
Non avrebbe senso. L’idea stessa di
identità individuale viene messa radicalmente in discussione. C’è un aspetto
che mi piace molto della Modestia:
che gli attori non dovrebbero mai sapere con precisione se stanno in una
storia o nell’altra. Quella sensazione di
essere sempre profughi, di vivere continuamente le vite degli altri, mi pare che
sia una caratteristica dei personaggi di
Spregelburd. Molte delle sue commedie
sono bilocate - penso a Il panico, La
paranoia – si svolgono in più posti, in
due luoghi se non in quattro. Dunque
emerge la sensazione di essere un po’
i fantasmi di altri: nella Modestia, questa sensazione è fortissima, si usano gli
attrezzi di altri, i personaggi si siedono
dove altri si sono seduti, si sdraiano su
letti che appartengono ad altri, perchè
sono nell’altra storia. È una cosa bella e
interessante: la riflessione sul rapporto
tra l’attore e il personaggio si moltiplica
all’ennesima potenza.
Questi testi non sono scritti da un letterato, ma da un uomo di teatro…
Lo senti subito! Una battuta di Schiller
o di Ibsen può essere recitata bene o
recitata male, ma resta, ha una sua autonomia. Invece una battuta di Spregelburd pretende di essere recitata.
Tratto da una conversazione con Oliviero
Ponte Di Pino
5
Foto di Federico Riva
CERCASI TENORE
di Ken Ludwig
traduzione di Lilla Picciotto
regia di Giancarlo Zanetti
scene di Nicola Rubertelli
costumi di Dora Argento
musiche di Luciano Francisci
disegno luci di Franco Ferrari
costumi di Dora Argento
con Gianfranco Jannuzzo e Federico
Pacifici, Claudia Coli,
Tiziana Bagatella, Fabrizio Apolloni,
Rodolfo Medina, Stefania Papirio,
Simona Celi
produzione Fenice srl
Politeama Rossetti
Sala Assicurazioni Generali
dal 12 al 14 aprile 2013
durata 2h 20’ con intervallo
ven 12 aprile ore 20.30 - turno B
sab 13 aprile ore 20.30 - turno C
dom 14 aprile ore 16.00 - turno D
Prezzo dei biglietti
Platea A-B Interi € 29, ridotti € 24/20
Platea C Interi € 21, ridotti € 17/15
Gallerie Interi € 12
6
A
TEATRO PER
RIDERE «Lend me a
Tenor riempie i teatri
del suono delle risate»: il sito
personale di Ken Ludwig,
fecondo e pluripremiato autore contemporaneo, si apre proprio con la citazione di questo
stralcio di critica apparsa sul
London Sunday Express. Si
ride dunque, e molto, con
Cercasi Tenore – questa la
traduzione italiana del titolo –
che, nell’edizione interpretata
da Gianfranco Jannuzzo e
diretta da Giancarlo Zanetti,
conferma le stesse entusiastiche accoglienze anche da parte
delle nostre platee.
I
L TESTO E L’AUTORE
La commedia è uno dei
maggiori successi di Ken
Ludwig, ma non il solo…
L’autore infatti ha costellato
la sua carriera di testi geniali,
con cui ha indagato territori
diversi: quello del teatro classico con titoli come Sullivan &
Gilbert o l’ancora più famoso
Moon over Buffalo (che in
Italia è stato recitato dallo
straordinario duo ProclemerAlbertazzi) e quello del musical, dove nel 1992 si è aggiudicato un Tony Award per
Crazy for You di certo uno fra
gli spettacoli più belli del teatro musicale di tutti i tempi,
con le partiture di George
Gershwin.
Cercasi Tenore è “esploso”
immediatamente, fin dal
debutto avvenuto a Broadway
nel 1986: successo incondizionato di pubblico, di critica,
repliche per 14 anni di seguito
e una ridda di premi. Due
Tony, quattro Drama Desk,
tre Outer Critics Circle… Il
testo viene tradotto in 16 lingue e recitato praticamente in
abbonamento prosa
tutto il mondo. Un successo
da spiegare con una trama
intrigante, un ritmo incandescente, una comicità d’effetto
assicurato, ma mai facile o
volgare: l’umorismo di Ludwig
è invece intelligente e garbato,
espresso attraverso battute che
non hanno bisogno di modifiche o appesantimenti. Testi
che in mano ad attori e registi
capaci, sanno essere come
impeccabili strumenti affidati
a virtuosi.
L
A SINOSSI
L’azione si svolge
negli anni Trenta a
Cleveland, in provincia. Nel
teatro di questa cittadina,
lavora Max: aspirerebbe a
diventare un cantante lirico
ma per ora è costretto ad
accontentarsi dell’impiego
di assistente al fianco di un
direttore di teatro d’opera
davvero senza scrupoli. Per
l’allestimento dell’ Otello il
direttore ha deciso di tentare
un “colpo grosso”: ha scritturato un tenore di fama mondiale soprannominato addirittura “il stupendo”. Si tratta
dello spagnolo Tito Merelli
(Ludwig ne faceva un italiano
nell’originale, forse omaggio
alle generazioni di Caruso o
Pavarotti…) focoso e talentuoso divo, il cui arrivo porta
totale scompiglio negli animi
che popolano quel teatro di
provincia. Max scopre come
gestire il proprio talento vocale, la figlia del direttore e una
giovane soprano non fanno
che litigare contendendosi
una sospirata notte d’amore
con Tito… Tutti attendono
con somma curiosità la sua
grande interpretazione di
Otello. Peccato però che a
poche ore dal sipario il grande
artista soccomba ad un mix di
Trieste a Teatro - aprile 2013
alcolici e sedativi: lo si trova
esanime e assolutamente non
in grado di cavare nemmeno
una nota della difficile opera
verdiana... Cosa dire al pubblico? Come arginare il danno
per il botteghino e per l’immagine del direttore? Magari le
aspirazioni di qualche timido
personaggio a questo punto
verrebbero in aiuto… ed ecco
l’opportunità per Max di provare il suo talento sostituendo
“il stupendo”. La commedia
giunge a conclusione in un
esilarante turbine di fraintendimenti, scambi di persona,
doppi sensi, vulcaniche gag
che strappano allo spettatore ilarità ed applausi a non
finire.
I
L CAST
Il regista Giancarlo
Zanetti – al suo debutto
sul palcoscenico dello Stabile
regionale – è uomo di teatro
molto completo, abile autore,
attore e regista ed ha scelto
per questa portentosa macchina umoristica un cast affidabile e preparato, in grado di
trarre il massimo effetto dalle
splendide occasioni che il testo
offre di battuta in battuta:
cesello dei caratteri e gag d’effetto devono infatti procedere
di pari passo nello sviluppo
di ognuno dei personaggi. A
capo della compagine d’attori
è Gianfranco Jannuzzo, che
interpreta l’aspirante tenore
Max, ponendo al servizio dello
spettacolo tutta la sua grande
esperienza (il suo curriculum
cinematografico, televisivo ma
soprattutto teatrale è davvero
copioso) costruita accanto a
maestri della levatura di Gino
Bramieri e Gigi Proietti, e la
sua naturale inclinazione alla
leggerezza e all’eleganza.
di Ilaria Lucari
KEN LUDWIG
Ken Ludwig è un importante drammaturgo contemporaneo e uomo di
teatro americano. Nato a York, in
Pennsylvania, oggi risiede a Washington DC insieme alla moglie e ai figli.
Ha studiato alla York Suburban Senior
High School, all’Harvard School dove
ha avuto come insegnante di musica
Leonard Bernstein e all’Università di
Cambridge dove si è perfezionato in
storia del teatro.
La sua prima commedia andata in
scena a Broadway, Lend Me a Tenor
(1989), gli ha procurato la sua prima
candidatura al prestigioso Tony Award:
una partenza davvero fortunata! Vince
poi quel premio con Crazy for You
pochi anni più tardi, nel 1992. Fra le
altre opere importanti presentate
a Broadway e poi nel mondo ricordiamo almeno Moon Over Buffalo
(1995) interpretato a New York da
Carol Burnett e Lynn Redgrave e a
Londra all’Old Vic da Frank Langella e
Joan Collins, e i testi per l’adattamento musicale di Le avventure di Tom
Sawyer (2001).
Tra le altre opere significative spiccano Shakespeare in Hollywood
(2003), Be My Baby (2005) e il suo
adattamento de I tre moschettieri che ha esordito al Bristol Old
Vic nel dicembre del 2006. Ludwig
ha pure scritto un adattamento de
L’isola del tesoro di Robert Louis
Stevenson che ha debuttato al Teatro
Alley nell’aprile 2007, per poi essere
presentato nel West End l’anno successivo. Un altro adattamento, questa
volta tratto dal film Un americano
a Parigi, ha esordito con successo
all’Alley Theatre di Houston nel maggio del 2008.
Eclettico e fantasioso, Ken Ludwig
scrive anche storie e spettacoli dedicati all’infanzia: fra questi ricordiamo
Twas. The Night Before Christmas in cui racconta le avventure di
un topo, un elfo e una bambina coraggiosa che riesce a salvare il Natale
dalle malefatte di un elfo cattivo che
vorrebbe ingannare Babbo Natale.
Nel corso degli anni, Ludwig ha vinto
molti premi, fra cui due ambìti Olivier
Award, ha avuto diverse nomination
per il Tony Award, ed è stato insignito
di una laurea honoris causa presso la
York University.
I suoi lavori sono stati messi in scena
in più di 25 Paesi in tutto il mondo, e
tradotti in almeno 16 lingue. Nel 2006
il Times lo ha definito uno dei migliori commediografi degli Stati Uniti.
7
di Yasmina Reza
traduzione di Alessandra Serra
regia di Giampiero Solari
scene di Gianni Carluccio
luci di Marcello Iazzetti
costumi di Nicoletta Ceccolini
con Alessio Boni, Alessandro Haber
e Gigio Alberti
produzione Nuovo Teatro
Politeama Rossetti
Sala Assicurazioni Generali
dal 16 al 18 aprile 2013
durata 1h 30’ senza intervallo
mar 16 aprile ore 20.30 - turno PRI
mer 17 aprile ore 20.30 - t. libero
gio 18 aprile ore 20.30 - turno A
Prezzo dei biglietti
Platea A-B Interi € 29, ridotti € 24/20
Platea C Interi € 25, ridotti € 22/20
I Galleria Interi € 20, ridotti € 18/16
II Galleria Interi € 12
8
Foto di Oreste Lanzetta
ART
I
L MISTERO DELL’ARTE
Almeno una volta nella
vita, sarà capitato anche a
voi di porvi davanti a un reperto artistico con qualche perplessità… Un brano di musica
dodecafonica, uno spettacolo
molto d’essai, o – perché no –
uno di quei quadri o di quelle
sculture che nelle esposizioni
d’arte contemporanea ci incuriosiscono e allo stesso tempo
ci fanno sentire incompetenti e
frustrati!
Fin dal suo punto di partenza,
un preziosissimo e costosissimo
quadro d’autore tutto bianco,
Art, il testo di Yasmina Reza –
premiata e acutissima autrice
del nostro tempo – ci indurrà a
più di qualche sorriso. In realtà, il tema dell’arte si rivela poi
solo uno spunto iniziale, colto
e significativo, per dare il La a
un’indagine ben più intrigante
e a una ridda d’interrogativi
che molto ci sveleranno del
“sentire contemporaneo”.
L’
AMICIZIA
FRA MASCHI
RACCONTATA DA
UNA DONNA Attorno al
quadro infatti si confrontano tre amici, uniti da uno di
quei legami misteriosi e invidiati, che si immagina tutto
affidabilità e cameratismo.
«All’amicizia maschile, sentimento generalmente considerato così puro, così autentico,
così naturale, goliardicamente
semplice, anche così sacro –
specie in Italia – viene data una
bella scartavetrata da questa
autrice francese, Yasmina
Reza» commenta infatti Gigio
Alberti, uno dei protagonisti.
«Una donna quindi. Che sbircia in una serata di tre vecchi
amici, uomini fatti, divertenti,
simpatici, folgoranti nelle loro
abbonamento prosa
battute, ognuno con una storia
sentimentale non facile alle
spalle (i rapporti con l’altro
sesso non sono mai facili, si sa)
per vedere se davvero l’amicizia
tra uomini sia questa specie di
Paradiso terrestre dove ognuno ritrova se stesso e se stesso
riesce ad essere…». Non sarà
affatto scontata la risposta che
ci daremo alla fine dello spettacolo, assieme ai protagonisti
Serge, Marc e Yvan. I tre sono
soliti passare assieme qualche
serata, scambiando chiacchiere e battute, confidenze
sulle rispettive soddisfazioni
professionali, sulle frustrazioni
o le avventure… Li sorprende
scoprire un giorno che Serge ha
fatto un importante acquisto,
un quadro… tutto bianco. Si
tratta di una grande, rinomata monocromia, un autentico
“Antrios”, questo il nome
dell’artista: nonostante il pomposo pedigree, però, il quadro a
Marc e Yvan suggerisce soltanto
scetticismo. Tacere o essere
sinceri con Serge? La questione
del quadro dà la stura a uno
scontro feroce, fatto di verità e
rivalità, di menzogne e di battute, di debolezze e meschinità.
Grazie alla sottile analisi di
Yasmina Reza, alla sua capacità di raccontare la nostra realtà
fra graffiante ironia e drammatico scontro – stile che allo
Stabile ha già conquistato pienamente il pubblico nel 2010,
quando è stato rappresentato
il suo Il dio della carneficina
(Carnage) – l’indagine diviene
ben più profonda ed è tutta
declinata sui rapporti interpersonali.
L
A REGIA DI SOLARI
Giampiero Solari, che
ritorna per la seconda
volta nella stagione 2012-2013,
dopo il grande successo ottenuTrieste a Teatro - aprile 2013
to con Il tormento e l’estasi di
Steve Jobs, recentemente presentato alla Sala Bartoli, trova
con la modulazione dell’autrice
una perfetta sintonia. Guida
con mano sicura i tre interpreti
in questo confronto livido e
assieme divertente “dentro il
quadro bianco” e considera:
« L’amicizia. Il passaggio di
un’esistenza insieme. Soli.
Creando alleanze. Due contro
uno. Altri due contro uno. Si
provoca violenza nei rapporti.
Violenza. (…) Forse è così,
tutta la vicenda, le discussioni appassionate, le verità, le
bugie, le alleanze, le insicurezze, tutto accade dentro il
quadro bianco (…) Il paradosso del testo fa in modo che
ci si rida sopra. Con ironia,
con affetto, una risata in cui
ci si riconosce. L’apparente
satira sull’arte contemporanea
diventa la finestra per entrare
in un meccanismo di rapporti
sull’amicizia. Il tutto… dentro
un quadro bianco. Dentro.
Dopo esserci passati… ci si
confonde con il paesaggio e si
sparisce».
T
RE INTERPRETI
BRAVI E DIVERSI
Alessio Boni, Alessandro
Haber, Gigio Alberti: è straordinario come la produzione
abbia saputo unire sulla scena
tre interpreti indiscutibilmente
di primo livello, tutti forti di
esperienze teatrali e cinematografiche, e dotati di forti,
differenti personalità artistiche.
Li abbiamo già applauditi tutti
sulla scena dello Stabile regionale e ognuno sarà un ritorno
molto gradito per il pubblico.
Sarà anche l’armonizzazione
di profili così potenti, uno dei
punti di forza dello spettacolo,
che ha ottenuto ovunque decisi
consensi.
YASMINA REZA
Yasmina Reza è una drammaturga, scrittrice e attrice francese, le cui opere teatrali sono state adattate e rappresentate in molti Paesi ottenendo ovunque
molti premi.
È nata a Parigi nel 1959, da una famiglia
in cui era forte la passione per l’arte: il
padre, uomo d’affari, ebreo-moscovita
aveva la passione per la musica e la madre, ungherese, aveva una formazione
da violinista. Sicuramente quest’ambiente ha influito sul suo immaginario
e la sua fervida fantasia di scrittrice.
Alla domanda se l’umorismo aspro che
caratterizza le sue opere derivi da una
componente ebraica, risponde infatti
«Penso proprio di sì. La mia identità
ebraica è solo letteraria, né religiosa
né laica, né comunitaria. Il modo di
comportarsi della mia famiglia, i loro
amici ebrei, gli atteggiamenti, il modo di
vedere la vita, di parlare, tutto questo
è passato ai miei personaggi che hanno quello speciale umorismo fatto di
concentrazione, bruschezza, amarezze,
sintesi.»
La fortuna bussa alla sua porta nel 1998
nei panni di Sean Connery… Yasmina
Reza era già un’ammirata autrice teatrale trentasettenne, che aveva affinato
il mestiere fin dall’università, cominciando come attrice, e partecipando in
tale veste a rappresentazioni di opere
contemporanee e di classici di Molière
e Marivaux. I suoi primi testi “Conversazione dopo una sepoltura” e
“La traversata dell’inverno”, erano
stati rappresentati con successo. Ma è
proprio con “Art”, scritta nel 1994 –
un’irresistibile commedia con tre protagonisti maschili che si confrontano su
una costosa tela di arte contemporanea
– che raggiunge una travolgente notorietà. Connery si innamora della pièce:
la produce a New York, si aggiudica il
Tony Award e ne compra anche i diritti
cinematografici.
Yasmina Reza è il tipo di autrice che
rivela il lettore a se stesso e non teme
di parlare di morte e di vecchiaia. Scrive delle sue e delle nostre paure. «E
poi – dice – questo lo sa ogni scrittore,
tutto ciò che si scrive è premonizione. I
veri scrittori inglobano in sé l’uomo e la
donna, le diverse età e situazioni».
La sua principale attività nel mondo del
cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la
partecipazione nel film Lontano (2001)
di André Téchiné dove ha interpretato
la parte di Emily. Ma notevole è stata
anche l’eco del film di Roman Polanski
del 2011 “Carnage”, tratto dall’omonima commedia della Reza e di cui lei
stessa ha firmato la sceneggiatura.
9
FIONA
di Mauro Covacich
adattamento musiche e regia di
Andrea Liberovici
scene di Irene Novello
luci di Paolo Giovanazzi
suono di Carlo Turetta
con Orlando Cinque e con
Irene Serini e Caterina Luciani
produzione Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia
Politeama Rossetti
Sala Bartoli
dal 16 al 28 aprile 2013
durata 1h 10’ senza intervallo
Per gli orari e i turni delle varie recite
fare riferimento al calendario di pag. 3
Prezzo dei biglietti
Posto unico Interi € 19, ridotti € 16
Last minute Interi € 12
10
I
L CORONAMENTO
DI UN PROGETTO DI
PRODUZIONE Con
l’allestimento di Fiona, di
cui Andrea Liberovici cura
adattamento musiche e regia
dall’omonimo romanzo di
Mauro Covacich, il Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia
corona un progetto di produzione che, in questa stagione,
ha significativamente segnato
la programmazione alla Sala
Bartoli. Uno spazio che è stato
completamente dedicato alla
creazione e alla presentazione
– con lunga tenitura – di spettacoli declinati sui temi dell’attualità, scritti da autori viventi
e creati nell’intento di porre
in luce le potenzialità artistiche e culturali del territorio.
Un teatro dunque molto vivo,
che ritrova e afferma il proprio ruolo nel pensiero e nella
vita del pubblico, ed induce a
riflessioni urgenti ed esiziali
sulla realtà e sulle inquietudini
dell’uomo contemporaneo.
S
ANDRO: FRA
SUCCESSO E
SMARRIMENTO
Proprio un uomo di oggi –
ritratto nel suo caos interiore,
nel suo smarrimento che si
perde nella patologia psicologica – è Sandro, il protagonista
di Fiona che Mauro Covacich
ritrae assumendone il punto
di vista, a tratti commovente, a tratti allucinato. Il suo
“male di vivere” sarà restituito
– nell’efficace lavoro di messinscena di Andrea Liberovici,
artista di grandissimo interesse,
apprezzato regista lo scorso
anno de L’ultima notte di Raul
Gardini di Corrado Augias –
anche attraverso la struttura
dello spettacolo: un flusso di
coscienza dai ritmi frenetici e
abbonamento prosa & altri percorsi
spezzati, come un inquietante
“zapping”…
In effetti per Sandro il linguaggio della televisione è il pane
quotidiano: è uomo in carriera
a Milano 2, dove va in onda
Habitat, un reality show di successo di cui è autore. Un reality
crudo, cinico, che segna tanto
maggiori ascolti, quanto più
diviene specchio del vuoto di
valori e di pensiero della società. Ma Sandro è anche il marito
apparentemente irreprensibile
di Lena, con cui condivide
ricordi di gioventù, tenerezza e
l’abissale frustrazione di essere
genitori adottivi di Fiona, una
bimba haitiana che rifiuta ogni
contatto affettivo. Si rifiuta di
parlare e rosicchia tutto, quasi
a colmare una struggente,
metaforica fame. Infine Sandro
ha un profilo oscuro, inquietante, imprevedibile, grazie al
quale lo spettacolo vira verso
inattesi toni noir...
La televisione, specchio del
vacuum quotidiano, i supermercati – totem della solitudine
contemporanea, alleviata dalla
febbrile corsa al consumo – e
una famiglia che diviene luogo
di ansie e non di pacificazione,
fanno da attualissimo sfondo al
malessere di quest’uomo eccellente e assieme oppresso.
In un allestimento che si avvarrà di una pluralità di codici
espressivi, Liberovici ha scelto
con molta cura il cast attoriale:
affiancato da Irene Serini e
Caterina Luciani, sarà Orlando
Cinque a dare sostanza scenica
al personaggio di Sandro.
I
L PROTAGONISTA
Interprete interessante,
Orlando Cinque sarà alla
sua seconda apparizione sul
palcoscenico dello Stabile
regionale, dove è già stato
applaudito nel 2007, al fianco
Trieste a Teatro - aprile 2013
di Claudia Cardinale ne Lo
zoo di vetro, diretto da Andrea
Liberovici. Oltre che per il suo
curriculum teatrale (è stato
diretto da Sciaccaluga, Baliani,
Bruni, Bruschetta, De Capitani
in testi classici e di drammaturgia contemporanea, e recentemente ha affrontato egli stesso
il complesso ambito della regia,
interpretando e dirigendo testi
di Camus e Koltès), Orlando
Cinque è noto al grande pubblico per le partecipazioni a fiction
e film televisivi fra cui menzioniamo Love Bugs, Romanzo
Criminale, La nuova squadra,
Un posto al sole e, recentemente, I Borgia.
L’attore affronterà con sottile
introspezione e sensibilità il
suo personaggio, perseguitato
dalla sua vita alienata, dai suoi
incubi, dal suo autodistruttivo
disorientamento. Lo condurrà
attraverso le sue inquietudini
fino a quella che gli parrà,
una sorta di “liberazione”, di
anestesia dall’ansia quotidiana
e che lo porterà a far “esplodere” la propria situazione nella
dimensione esteriorizzata che
oggi, penosamente, rischia di
restare la sola ad offrirci consapevolezza della nostra identità.
L’
AUTORE Con particolare soddisfazione lo
Stabile porta in scena
per la prima volta con Fiona la
incisiva, intelligente scrittura di
Mauro Covacich. Autore triestino, ha pubblicato molto e in
particolare testi di narrativa, tra
cui ricordiamo Storia di pazzi e
di normali, Anomalie, L’amore
contro, A perdifiato, Trieste
sottosopra, Prima di sparire,
A nome tuo e L’esperimento.
La sua scrittura, quest’anno
diviene anche film: il Festival
di Cannes ospiterà Miele, opera
prima di Valeria Golino.
LA REGIA DI LIBEROVICI
Nei suoi spettacoli usa una ricchezza di
linguaggi diversi: come sarà l’allestimento
di Fiona?
Appartiene alla modalità linguistica con
cui costruisco gli spettacoli da quasi 20
anni il ricorrere a diverse tecnologie. Non
sento però che la mia ricerca faccia parte
di alcun genere – videoteatro, teatro del
corpo, d’avanguardia ecc – che le ragioni
del mercato ci impongono. La prima nuova
tecnologia che ha utilizzato il teatro è stata
la maschera. Per me il senso di fare teatro
oggi risiede nella consapevolezza che io innanzitutto come “pubblico” sono cambiato
antropologicamente rispetto all’abbonato
di 50 anni fa. Come quasi tutti vivo e produco complessità con centinaia di azioni
contemporanee (inviare una mail parlando
al telefonino e ascoltando un cd). Questa
complessità e mutazione ritmica sono il
nostro vivere e dunque anche il mio tentativo che questa vita si compia sulla scena.
La mia ambizione quindi, è di creare spettacoli in cui lo spettatore non abbia il tempo
di guardare l’orologio, pensare al ristorante
dove mangerà o all’auto in seconda fila, ma
che appunto venga catturato dalla scena.
Il personaggio di Sandro è molto complesso...
Anche in questo caso potrei parlare di
mutazione antropologica. Non scherzo affermando che andrebbe processato all’Aia
per crimini contro l’umanità l’inventore dei
reality show e di tutte le mercificazioni mediatiche dell’essere umano, che nel giro di
pochi decenni hanno contribuito a sterminare la consapevolezza stessa d’essere uomini fra gli uomini. Che una persona molto
colta come Battiato parli in un consesso
internazionale sulla cultura come un modesto comico nel backstage del Bagaglino,
credo sia significativo di quanto il nostro
linguaggio e quindi la nostra cultura (non
intesa come un accumulo di letture o concerti sinfonici ascoltati ma come rispetto e
ascolto per i propri simili) siano precipitate
verso il basso. Sandro, il protagonista dello
spettacolo, rappresenta ed estremizza questo deserto. Lì dove ci sono “grandi fratelli”
o social network che sostituiscono l’incontro fra uomini – quando sappiamo che
utilizzati in altro modo potrebbero essere
grandi opportunità – non rimane che la
solitudine, e siccome l’uomo è un animale
sociale non fa che riempire questo vuoto
con dei fantasmi. Sandro, apparentemente
una figura postmoderna, è in realtà il protagonista tragico di una tragedia. La sua
epica si consuma tutta nel travestimento
“politicamente corretto” del marito perfetto, dell’uomo di successo, del padre di
una figlia autistica, che dentro queste forme
omologanti, dentro agli scaffali ben ordinati
dell’“uomo-merce” non si ritrova più e si
sente in prigione. Per paradosso cerca la
sua vita dando la morte. Nessuna catarsi,
Sandro non fugge, ma edifica pazientemente il suo personale buio in cui chiudere gli
occhi su di sé.
11
TUTTO SHAKESPEARE
IN 90 MINUTI
di Adam Long, Daniel Singer e
Jess Winfield
ideazione, progetto e traduzione di
Paolo Valerio
adattamento e regia di
Alessandro Benvenuti
regista assistente e collaborazione
all’adattamento Chiara Grazzini
costumi ed oggetti a cura di
Pamela Aicardi
sartoria Chiara Defant
colonna sonora Antonio Di Pofi
luci di Enrico Berardi
con Zuzzurro &Gaspare e Maurizio
Lombardi
co-produzione a.ArtistiAssociati e
Fondazione Atlantide-Teatro Stabile
di Verona
Politeama Rossetti
Sala Assicurazioni Generali
dal 19 al 21 aprile 2013
durata 1h 30’ senza intervallo
ven 19 aprile ore 20.30 - turno B
sab 20 aprile ore 20.30 - turno C
dom 21 aprile ore 16.00 - turno D
Prezzo dei biglietti
Platea A-B Interi € 29, ridotti € 24/20
Platea C Interi € 25, ridotti € 22/20
I Galleria Interi € 20, ridotti € 18/16
II Galleria Interi € 12
12
“L
A BREVITÀ,
GRAN PREGIO”
Potremmo “rubare” questo verso alla Bohème
pucciniana per alludere al
lavoro che lo scrittore americano Jess Winfield, l’autore
Adam Long e l’attore Daniel
Singer portano a compimento in The Complete Works
of William Shakespeare
(Abridged) un geniale testo del
1987 applaudito finalmente
quest’anno anche sulle scene
italiane, nell’edizione firmata da Paolo Valerio e diretta
da Alessandro Benvenuti per
a.ArtistiAssociati e il Teatro
Stabile di Verona. Qualcuno
ha calcolato che sarebbero
necessarie almeno 100 ore per
recitare l’intero corpus delle
opere shakespeariane… ma
seguendo ua formula magica
che solo loro potevano concepire, i tre autori riescono a
“condensarle” nello spettacolo
in soli 90 minuti: ecco il perché del titolo italiano Tutto
shakesperare in 90 minuti.
G
LI AUTORI E IL
SUCCESSO
Nel 1981 Winfield,
Long e Singer fondano
“The Reduced Shakespeare
Company” un gruppo che
nelle prime intenzioni non
doveva avere molto di “dirompente”… l’idea infatti era
quella di dedicarsi alla scrittura e all’interpretazione di
parodie da opere shakespeariane. Come arginare però
l’esito di un colpo di genio
come Tutto shakesperare in
90 minuti? Impossibile: l’opera omnia del Bardo in questa
assurda “condensazione” va
in scena a Londra sommessamente in un teatro off e…
immediatamente esplode. La
abbonamento prosa
attende un’interminabile scia
di repliche passando da uno
all’altro “off” tutti costantemente esauriti e poi, una
tenitura di oltre vent’anni al
Teatro Criterion in Piccadilly
Circus. E intanto parte il tour
– anch’esso destinato a oltre
vent’anni di giro ininterrotto –
che porta Shakespeare e risate
incontenibili in tutto il mondo.
Ed i pretenziosi critici anglosassoni? Nasi arricciati e
reazioni spocchiose? Macché!
«Irresistibile» titola il New
York Times, «Stupendo!»
fa eco il London Times.
«Shakespeare come se fosse
tornato ai tempi del Bardo:
osceno, irreverente, sublime e divertente» azzarda il
recensore del Miami Herald,
mentre quello del Daily
Variety analizza così «Un folle
riassunto che crea infinite
risate. Costruito con un ritmo
vorticoso e con grande diletto,
sicuramente conquisterà anche
il più scettico. E non ci sono
dubbi, anche lo stesso William
Shakespeare … approverà».
D
ICE IL REGISTA
Alessandro Benvenuti
ha affrontato coraggiosamente adattamento e
direzione di un tale capolavoro, rendendolo perfetto
per le scene italiane: 37
opere di Shakespeare in 90
minuti, teatro all’ennesima
potenza, con un trio d’attori dai ritmi incandescenti e
dai tempi comici irresistibili.
«Comunque tu le proponga
– scrive nelle sue note alla
regia – le parole di William
Shakespeare contengono sapere e poesia, e chiunque abbia
la fortuna di recitarle su un
palco non può che venir toccato dalla loro grazia restituendola al pubblico che ascolta.
Trieste a Teatro - aprile 2013
Afferma la rivista Today Show
recensendo lo spettacolo: “Se
ami Shakespeare ti piacerà,
se lo odi ti piacerà lo stesso”,
ecco, credo che in questa
affermazione che condivido
pienamente vi sia il senso più
profondo della nostra operazione: portare Shakespeare
al pubblico nel modo più
inusuale e sorprendente possibile attraverso i precetti del
linguaggio dei comici dell’arte.
Se è vero che di noia e ignoranza si può anche morire, di
poesia e allegria, io credo, non
si possa e non si debba che
desiderarne il più possibile».
Z
UZZURRO E
GASPARE AL
ROSSETTI
E perfetto tramite di questa allegria e poesia con il
pubblico saranno Zuzzurro
e Gaspare, che per la prima
volta in quest’occasione recitano al Politeama Rossetti. Tutti
conosciamo il loro perfetto
affiatamento, il loro humor
incontenibile, la simpatia e
la sensibilità grazie alle quali
hanno costruito una carriera
di successi televisivi e teatrali. È proprio questa passione
per il teatro che li conduce a
Shakespeare accompagnati
da una validissima spalla,
Maurizio Lombardi. E proprio
nel nome di Shakespeare i tre
hanno vinto la prova forse più
difficile: la sfida di recitare
questo scanzonato capolavoro nella città icona di questo
autore, al festival a lui dedicato a Verona. Dopo un simile
debutto il tour sembrerà loro
un piacevole passeggiare fra
applausi e accoglienze calorose: come quella che li attende
a Trieste, con una sala che a
tutte le recite sfiora il sold out.
di Ilaria Lucari
NOTE DI REGIA DI
ALESSANDRO
BENVENUTI
Fare Shakespeare tutto in una volta,
per me che del bardo di Stratfordupon-Avon non ho mai fatto niente
né come regista né come attore, è
uno di quei paradossi che ogni tanto amo vivere. Se poi a propormi la
cosa sono due complici con i quali nel
tempo ho condiviso altre sfide puntualmente vinte, la cosa acquista ancora più sapore. Con Nino e Andrea
è sempre stato così: ci si incontra, si
produce vita, e poi si riparte ognuno
per la sua strada per ritrovarci quando
in loro rinasce il bisogno di cambiare
un’altra volta direzione. Non so se sia
presuntuoso da parte mia affermarlo,
ma credo di essere, per loro, il cuoco
che ogni tanto occorre per aggiungere un sapore nuovo ai loro manicaretti artistici. E Tutto Shakespeare
in 90 minuti questo è: uno squisito,
geniale manicaretto teatrale ispirato
dal genio d’oltre Manica. Quasi cento
ore sarebbero, infatti, necessarie per
rappresentare più o meno seriamente
l’intero corpus di opere Shakespeariane; Adam Long, Daniel Singer e Jess
Winfield, gli autori del testo, hanno
preso il tutto e lo hanno messo a
bollire in un pentolone cuocendolo a
fuoco lento fino a estrarne un brodo
drammaturgico super concentrato
che da più di venti anni delizia i palati
di un pubblico sempre più vasto ed
entusiasta. Scrive il Today Show: «Se
ami Shakespeare ti piacerà, se lo odi ti
piacerà lo stesso». Fra le tante critiche entusiastiche che lo spettacolo ha
raccolto in mezzo mondo, questa, che
è la meno trionfalistica, racchiude in
sé la verità più vera. Non si resiste infatti al fascino e al peso specifico delle
parole di un grande poeta quando
queste vengono dette con la potenza
della semplicità e il desiderio, da parte di chi le recita, di far divertire chi
ascolta attraverso l’intelligenza che
in esse, l’autore di teatro più grande
di sempre, vi ha messo facendole diventare, non per caso, immortali. Infine due parole sul terzo interprete:
Maurizio Lombardi. È bravo, dotato
artisticamente e con una gran voglia
di menar le mani teatralmente parlando. È insomma il perfetto terzo socio
della gloriosa Shakespeare Pocket
Company, l’unica compagnia teatrale
italiana in grado di proporvi al prezzo
di un solo spettacolo tutto il corpus
drammaturgico del massimo autore
teatrale mai comparso sulla faccia
della Terra. In tempo di crisi economica, ditemi se questa non è finalmente
una buona notizia?
Di Alessandro Benvenuti
13
Personaggi
Interpreti
GYPSY
scritto da Arthur Laurents
musiche di Jule Styne
liriche di Stephen Sondheim
adattamento e regia di
Stefano Genovese
disegno luci di
Valerio Tiberi
scenografie e costumi di Matteo Piedi
direzione musicale di Fabio Serri
coreografie di Stefano Bontempi
aiuto regia Diego Savastano
con Loretta Goggi
produzione MAS Music, Arts &Show e
Poltronissima
abbonamento musical
Politeama Rossetti
Sala Assicurazioni Generali
dal 23 al 28 aprile 2013
durata 2h e 45’ con intervallo
mar 23 aprile h. 20.30 turno M
mer 24 aprile h. 20.30 turno libero
gio 25 aprile h. 20.30 turno libero
ven 26 aprile h. 20.30 turno O
sab 27 aprile h. 20.30 turno N
dom 28 aprile h. 16.00 turno P
Prezzo dei biglietti
Platea A-B Interi € 49, ridotti € 46
Platea C Interi € 43, ridotti € 40
I Galleria Interi € 38, ridotti € 35
II Galleria Interi € 33, ridotti € 30
Loggione Interi € 12
14
Foto di Roberta Grandini
Rose
Loretta Goggi
Herbie
Sergio Leone
Louise
Gisella Szaniszlò
June
Eleonora Tata
Grandpa / Kingerlein /
Cigar
Mario Pietramala
Weber / Pastey /
Res.Director
Diego Savastano
Tulsa
Matteo Tugnoli
Kansas
Danilo Picciallo
Yonkers
Marco De Gaudio
L.A.
Tiziano Edini
Tassie
Barbara Corradini
Mazzeppa
Stefano Bontempi
Electra / segretaria
Giada Lorusso
Baby June
Lorena Martini
Baby LouiseVanessa Innocenti
AgnesValentina Arena
DoloresViola Anzilotti
Newsboys
Michele Terralavoro,
Salvatore Marchione e
Nico Buratta
L
A FORTUNA DI GYPSY
Uno straordinario personaggio femminile, una
colonna sonora coinvolgente, liriche efficaci e raffinate
come solo un grande maestro
del musical americano quale
Stephen Sondheim sa concepire, e una storia coinvolgente
che racconta la nascita di una
“stella” sullo sfondo di un’America a cavallo fra la frivolezza
del charleston e del varietà e i
primi segni della Grande Crisi…
Ecco i cardini della fortuna di
Gypsy. Scritto da Jule Styne e
da Stephen Sondheim il musical
è stato accolto entusiasticamente
fin dal suo debutto, avvenuto a
Broadway nel 1959 per la regia
di Jerome Robbins (lo stesso
di West Side Story) e celebrato
subito con otto nomination ai
Tony Awards. Da lì la sua fortuna fu crescente: toccò Londra
(l’esordio nel West End data
1973), tornò in diverse riprese a
Broadway (l’ultima nel 2008),
raggiunse il grande schermo
(nel 1962 e nel 1993) sempre
con grandissime primedonne
nel ruolo di Rose. Rosalind
Russel e poi Bette Milder al
cinema ed Ethel Merman e la
bravissima Angela Lansbury a
teatro. D’altra parte la figura
della protagonista è talmente
complessa, delicata, volubile, che soltanto una grande
interprete può ambire a portarlo sulla scena. Nella prima
edizione italiana del musical,
che approda al palcoscenico
prodotta da MAS – Music Arts
& Show e Poltronissima, per la
regia di Stefano Genovese, sarà
una “Signora della scena” della
classe e della completezza di
Loretta Goggi a confrontarsi con
il profilo di quest’antesignana e
ambiziosa “stage mother”.
abbonamento musical
L
A SINOSSI Stati Uniti,
anni Venti. Rose ha
due figlie Baby June e
Louise e vuol farne delle star:
è una madre affettuosa ma
anche aggressiva e determinata. Lavorano in uno spettacolo
assieme ad altri giovani talenti e
mentre June ha carisma, Louise
è timida: la madre però è inflessibile nell’imporle la carriera da
lei scelta. È disposta anche a
opporsi al volere del padre, da
cui presto si allontana preferendogli Herbie un agente teatrale
che potrebbe avvantaggiare le
piccole. Crescendo le ragazze
divengono sempre più brave,
soprattutto June che incanta
il magnate di Broadway Mr.
Goldstone: dovrebbe raffinare il
suo talento in una scuola, ma la
madre rifiuta, per non perderne
il controllo. Presto però June
fugge per amore con un giovane che progetta uno spettacolo
proprio e le offre un numero
da solista. Ferita, Rose si concentra sulla carriera di Louise.
La circonda di ragazze, per
evitarle tentazioni, e le costruisce un numero simile a quello
della sorella. Lo show però
non ha fortuna: il varietà è in
crisi, l’America s’impoverisce…
ciononostante Louise, Rose ed
Herbie – a cui la donna si è
spesso promessa rimandando
sempre le nozze – proseguono la
loro strada. Per errore ottengono
un contratto in un teatro di burlesque: Rose s’infuria ma Louise
persuade la madre a restare, non
ci sarebbero altri ingaggi. Lì la
ragazza conosce le spogliarelliste
e i loro segreti e quando una di
loro sta male, Louise la sostituisce, spinta dalla madre. Herbie
scandalizzato da tanta ambizione lascia Rose. La giovane invece ottiene un insperato successo,
proprio grazie al suo timido
candore. In poco tempo Louise
Trieste a Teatro - aprile 2013
impara a spogliarsi con malizia
e diviene una quotata diva del
burlesque: Gypsy Rose Lee. La
madre non le serve più e con lei
ha un violento confronto: Rose
ne esce frustrata, consapevole
di aver perduto il suo uomo e le
figlie e infine riconosce di aver
fatto ogni cosa non per loro ma
per sé… Solo allora, commossa,
Louise la perdona.
L
A CLASSE DI
LORETTA GOGGI «Per
il testo e le canzoni – confida Loretta Goggi – ho rivisto e
risentito le varie interpretazioni
delle grandi star delle quali vi
accennavo e sono sotto choc
dalla paura di questo “simpantipatico” personaggio. Tremo, mi
sudano le mani, la temperatura
corporea è la tipica del panico
che mi prende ogni volta che
mi innamoro di un progetto!
Non prometto niente sulla mia
riuscita, ma in Gypsy ci sarò!
Eccome se ci sarò!». Passione
e modestia di un’attrice che si
prepara a dare tutta sé stessa in
una prova che certo sarà memorabile, affrontando quello che
i critici americani definiscono
“il più difficile ruolo femminile
che il musical americano possa
offrire”.
I NUMERI MUSICALI
ATTO I
1. Overture
2. May We Entertain You?
(Baby June e Baby Louise)
3. Some people
(Rose)
4. Small world
(Rose e Herbie)
5. Baby June and her newsboys
(Baby June e Newsboys)
6. Mr. Goldstone, I Love You
(Rose, Herbie, Ensemble)
7. You’ll Never Get Away From Me
(Rose e Herbie)
8. Dainty June and Her Farmboys
(June e Farmboys)
9. If Momma Was Married
(June e Louise)
10. All I Need is the Girl
(Tulsa)
ATTO II
1. Entr’acte
2. Madame Rose’s Toreadorables
(Louise, Rose e Hollywood Blondes)
3.Together, Wherever We Go
(Rose, Herbie e Louise)
4.You Gotta Get a Gimmick
(Mazeppa, Electra e Tessie Tura)
5. Let Me Entertain You
(Louise)
6. Rose’s Turn
(Rose)
D
ICE IL REGISTA
«Gypsy è una prova
d’attrice innanzitutto, ma su questo con Loretta
Goggi sono tranquillo» ammette
Stefano Genovese. «È anche una
prova di Regia perché l’intreccio
è complesso e si snoda lungo
quindici anni durante i quali i
personaggi crescono, si formano
e si trasformano, vivendo la
complessità di un’intera vita. Il
tutto raccontato in una commedia che fa molto ridere ma che
non rinuncia ad andare a fondo»
di Ilaria Lucari
DAL 23 AL 28 APRILE 201315
POLITEAMA ROSSETTI - TRIESTE
news
Il primo giungno canta Marco Mengoni, trionfatore del Festival di Sanremo
A giugno grande musica al Rossetti
Il 14 l’esclusivo appuntamento con Steve Vai: straordinaria chitarra e orchestra
Un giugno letteralmente “con i fiocchi”
attende gli appassionati di musica al
Politeama Rossetti. Il mese si apre sabato 1° giugno con l’attesissimo concerto
del trionfatore della 63° edizione del
Festiva di Sanremo, Marco Mengoni.
Unica data in Friuli Venezia Giulia,
quella che Azalea Promotion organizza in collaborazione con lo Stabile
regionale, vede il giovane e bravissimo
cantante impegnato a intrecciare l’esecuzione dal vivo dei suoi tanti successi
alla presentazione delle hit dell’ultimo album #Prontoacorrere.
L’Essenziale Anteprima Tour
2013 partirà da Milano l’8 maggio
(data già sol out) e anche la tappa
regionale sembra destinata allo stesso
risultato: i fan dunque raggiungano in
16
fretta i punti vendita, dove i biglietti
sono già disponibili.
Il 14 giungo il Politeama Rossetti sarà
invece cornice di un vero evento esclusivo, imperdibile per chi ama il rock
e l’ottima musica: proprio a Trieste si
apre infatti il tour italiano di Steve
Vai, straordinario chitarrista di Frank
Zappa. Toccherà oltre la nostra città
soltanto due piazze, Ravenna e Roma.
Assolutamente di qualità il progetto
che Steve Vai ha concepito, intitolandolo
Steve Vai & Evolution Tempo
Orchestra. L’eclettico e virtuoso Vai,
universalmente riconosciuto come uno
dei migliori chitarristi nella storia del
rock, proporrà al pubblico i suoi pezzi
più famosi completamente rivisitati
in chiave classica, accompagnato dai
50 strumentisti della Evolution Tempo
Orchestra diretta da George Natsis.
Proporrà in questa nuova chiave i suoi
migliori cavalli di battaglia.
I brani di Steve Vai contengono già
in sé la potenzialità di espressione in
forma classica: l’artista, infatti, scrive e
compone usualmente su spartito, sin dai
tempi in cui metteva sul pentagramma
le follie del suo mentore Frank Zappa,
ed è abituato a concepire i propri brani
pensando ai movimenti esatti per ogni
singolo strumento. La consistenza ritmica
della rock band fornisce la base ad una
serie di arie che paradossalmente erano
già insite nei brani stessi, attendendo
solo il momento di essere evidenziate
all’interno di un contesto adeguato. La
prevendita è in corso.
ilRossetti news
È in arrivo al Rossetti
il musical Priscilla
Provini l’8 aprile per il bimbo interprete di Benjamin
Attenzione Trieste! Arriva Priscilla!
L’evento musical con cui il Teatro Stabile
regionale chiude la propria stagione,
invaderà di allegria, hit musicali e colore
la città, già ben prima che il celeberrimo
bus rosa con cui i protagonisti dello scatenato spettacolo attraversano l’Australia,
“parcheggi” sul palcoscenico del Politeama
Entro venerdì 5 aprile bisogna prenotarsi
per partecipare alla preselezione che si
tiene lunedì 8 aprile al Politeama.
Si cerca il bambino che interpreterà
Benjamin, figlio di Marion e Tick, uno dei
protagonisti dello show. Il testo vuole che
la mamma lo abbia cresciuto insegnandogli ad essere dolce e senza pregiudizi.
inbreve
DEBUTTA “FIONA”:
UN INCONTRO DI
PRESENTAZIONE
CON L’AUTORE E LA
COMPAGNIA
Martedì 16 aprile alle 17.30 al
CaféRossetti avrà luogo un incontro di
presentazione dedicato allo spettacolo
di produzione Fiona, tratto dall’omonimo romanzo di Mauro Covacich.
Lo spettacolo, che offre un interessante
sguardo sulle inquietudini contemporanee debutterà la sera stessa alla
Sala Bartoli. Alla discussione sarà
presente l’autore assieme ad Andrea
Liberovici – cui si devono adattamento musiche e regia dello spettacolo
– ed al protagonista Orlando Cinque.
Interverranno la professoressa Cristina
Benussi e il direttore dello Stabile
Antonio Calenda.
Rossetti… Gli appassionati e gli spettatori più curiosi tengano dunque d’occhio
il sito del Teatro e la pagina Facebook
perché Priscilla-La regina del
deserto, pluripremiato e irresistibile
musical dalla colonna sonora composta di
successi degli anni 70 e 80, sarà preceduto da una scia di iniziative divertenti e
anche abbastanza inconsuete…
Per iniziare, anche quest’anno, il cast
ufficiale ha bisogno di un “completamento” un piccolo protagonista che – come
è già accaduto lo scorso anno per
Elisabeth – viene reclutato proprio
“su piazza”. Forza dunque, ai bambini di
Trieste che amano cantare e desiderano
fare un’esperienza da “professionisti” fra
attori, scene e costumi veri!
Trieste a Teatro - aprile
marzo2013
2013
Gli aspiranti attori devono avere fra i 7 e
i 10 anni, possedere doti di recitazione e
canore. Al provino verrà richiesto di cantare una canzone (solo voce o con base
registrata) e una prova di attitudine alla
recitazione. La commissione giudicatrice
è composta da Luciano Pasini e Daniela
Ferletta – rispettivamente direttore e
insegnante di educazione musicale della
Scuola “Starts Lab” che opera in collaborazione con lo Stabile – e da personale
del Teatro. Verranno scelti 10 bambini
fra i quali, in una successiva selezione
finale, l’assistente alla regia di Priscilla
individuerà coloro che si alterneranno
nel ruolo di Benjamin, entrando nel
“cast” del musical. Iscrizioni al numero
040-3593537.
FRANCO RICORDI
ILLUSTRA IL
SUO LIBRO SU
SHAKESPEARE
Martedì 23 aprile alle 17.30 alla Sala
Bartoli si terrà la presentazione del
libro Shakespeare filosofo
dell’essere di Franco Ricordi
attore, regista, direttore artistico e
scrittore.
Al dibattito – che sarà a ingresso
libero – sono previsti molti interventi, fra cui quello di Antonio Calenda
e dello stesso autore. Il libro indaga
l’influenza del Bardo – che oltre che
uomo di teatro è stato anche profondo filosofo – sul mondo moderno
e contemporaneo.
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Ritorna in scena
il Palio Teatro Scuola
Il 9 e il 10 aprile l’attesa sfida fra le scuole superiori
Periodico del Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia
redazione
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Lo spettacolo vincitore
della XXIII edizione del Palio Teatro Scuola
presentato dall’Istituto Magistrale G. Carducci
Il 9 e il 10 aprile il Teatro Stabile ospita,
dopo il successo dello scorso anno, il
Palio Teatro-Scuola organizzato dall’
Associazione Culturale “Teatro degli Asinelli”.
La manifestazione che è arrivata alla sua
XXIV edizione, coinvolge un notevole numero
di scuole superiori i cui allievi costruiscono,
recitano e presentano in piena autonomia
e con talento spettacoli che spesso hanno
positivamente stupito la giuria di esperti che
segue la sfida.
Le performance sono tutte aperte al pubblico e il biglietto si potrà acquistare alla
biglietteria del Rossetti nelle giornate di
spettacolo (euro 10,00 per una giornata;
euro 18,00 per le due giornate).
Ecco il programma della manifestazione:
MARTEDÌ 9 APRILE
(inizio spettacoli ore 18:00)
IST. TEC. PER GEOMETRI M. FABIANI
Capolinea 2012
di Ilaria Marcuccilli
regia di Ludovica Papa e Simone Ferrari
IST. D’ARTE E. e U. NORDIO
Questo non è uno spettacolo
di Maria Orrano
regia di Maria Orrano e Carlo Caccialanza
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LICEO SCIENTIFICO G. OBERDAN
Il bicchiere di carta
di Michele Amodeo
regia di Michele Amodeo
LICEO CLASSICO F. PETRARCA
Il Piccolo Principe
di Antoine De Saint-Exupéry. Elaborazione
del testo e regia di Beatrice Achille
MERCOLEDÌ 10 APRILE
(inizio spettacoli ore 17:30)
IST. TEC. COMMERCALE L. DA VINCI E G.R.
CARLI con annesso IST. PROFESSIONALE S.
DE SANDRINELLI
Uno strano caro amico
di Pasquale Calvino. Elaborazione del testo a
cura di Emanuele Giorgi e Michela Mis
regia di Gheorghe Bocmari
LICEO CLASSICO D. ALIGHIERI
La parola ai giurati
di Reginald Rose, regia di Silvia Trampus
LICEO SCIENTIFICO G. GALILEI
Here comes the journey
di Sara Pincin, regia di Sara Pincin
IST. MAGISTRALE G. CARDUCCI
Taxi a due piazze
di Ray Cooney
regia di Giorgia Kakovic e Simone Starc
Anno XXI - numero 217
5 aprile 2013
Aut. Tribunale di Trieste
n° 846 del 30.7.1992
stampa
Stella Arti Grafiche
Trieste
direttore responsabile
Stefano Curti
testi di Ilaria Lucari
redazione
Greta Petronio
Dorja Bogovic
ilRossetti news
la cultura,
Ci sono infiniti buoni
motivi per incoraggiare
e sostenere la cultura
in tutte le sue
migliori espressioni.
La Fondazione
lo crede da sempre.
quasi un processo di “geminazione”
Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto.
Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi
da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più.
La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”.
Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate,
che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo.
Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti
e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro
astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione).
Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio.
Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare.
Che potremo condividere e scambiare con altri.
La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche
matrice di autentica felicità individuale.
il colore del benessere sociale