Stagione 2012-13 Numero 5 - 5 aprile 2013 Aprile 2013 Foto di Luigi Laselva › La modestia › Cercasi tenore › Art › Fiona › Tutto Shakespeare in 90 minuti › Gypsy ci sono infiniti modi di essere presenti sulla scena. il nostro, storicamente, sta nel fare che ciò accada. molto, molto prima che il sipario si alzi generali è lì. Generali. dove c’è arte. 2 Aprile 2013 SALA ASSICURAZIONI GENERALI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 ore 21.00 prosa BaA2 17 ore 21.00 prosa BaPRI2 18 ore 17.00 prosa BaE2 19 ore 21.00 prosa t.libero 20 ore 21.00 prosa t.libero 21 ore 17.00 prosa t.libero 22 23 ore 21.00 prosa BaA3 24 ore 21.00 prosa BaPRI3 25 ore 17.00 prosa BaE3 ore 21.00 prosa BaA1 26 precedentemente programmato martedì 9/4 ore 21.00 prosa BaPRI1 27 precedentemente programmato mercoledì 10/4 ore 17.00 prosa BaE1 28 precedentemente programmato giovedì 11/4 29 30 SALA BARTOLI lunedì martedì mercoledì giovedì LA MODESTIA ore 20.30 PROSA turno B ore 20.30 PROSA turno C ore 16.00 PROSA turno D venerdì sabato domenica lunedì palio degli asinelli martedì ore 18.00 mercoledì ore 17.30 giovedì CERCASI TENORE trieste nel mio cuor ART TUTTO SHAKESPEARE IN 90 MINUTI ore 20.30 PROSA turno B ore 20.30 PROSA turno C ore 16.00 PROSA turno D sabato domenica lunedì ore 16.00 ore 20.30 PROSA t. PRIME ore 20.30 PROSA t. libero ore 20.30 PROSA turno A ore 20.30 PROSA turno B ore 20.30 PROSA turno C ore 16.00 PROSA turno D SOCIETà DEI CONCERTI martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica lunedì ore 20.30 MUSICAL turno M ore 20.30 MUSICAL t. libero GYPSY venerdì ore 20.30 MUSICAL t. libero ore 20.30 MUSICAL turno O ore 20.30 MUSICAL turno N ore 16.00 MUSICAL turno P FIONA martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica venerdì sabato Trieste a Teatro - calendario aprile 2013 3 Personaggi Interpreti Foto di Luigi Laselva Ángeles/ Anja Terezovna Francesca Ciocchetti Marìa Frenanda/ Leandra Maria Paiato Arturo/Semederovo Paolo Pierobon San Javier/Terzov Fausto Russo Alesi LA MODESTIA di Rafael Spregelburd traduzione di Manuela Cherubini regia di Luca Ronconi scene di Marco Rossi costumi di Gianluca Sbiccia luci di A.J.Weissbard con (in ordine alfabetico) Francesca Ciocchetti, Maria Paiato, Paolo Pierobon e Fausto Russo Alesi una coproduzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa, Festival dei Due Mondi di Spoleto e Mittelfest - Cividale del Friuli su progetto di Santacristina Centro Teatrale abbonamento prosa Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali dal 5 al 7 aprile 2013 durata 2h e 45’ senza intervallo ven 5 aprile ore 20.30 turno B sab 6 aprile ore 20.30 turno C dom 7 aprile ore 16.00 turno D Prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 29, ridotti € 24/20 Platea C Interi € 21, ridotti € 17/15 Gallerie Interi € 12 4 U NO SPETTACOLO SPIAZZANTE La modestia di Rafael Spregelburd si inserisce per il Piccolo Teatro di Milano che ne è produttore – assieme al Festival dei Due Mondi di Spoleto e il Mittelfest di Cividale – in un progetto di “esplorazione delle forme del contemporaneo” come lo definisce il direttore Sergio Escobar. Un’esplorazione condivisa con il direttore artistico e regista dello spettacolo Luca Ronconi che li ha condotti addirittura a “rappresentare l’irrapresentabile”. È quanto dobbiamo attenderci da questo autore argentino, giovane e premiatissimo, che ci regalerà uno degli spettacoli più spiazzanti e affascinanti che il palcoscenico del Politeama abbia mai ospitato. La modestia presuppone una incredibile molteplicità di piani di lettura e di spunti strettamen- te intrecciati ed inoltre ci pone davanti alla soluzione assolutamente inusuale di rappresentare due vicende diverse e lontane in una simultaneità di luoghi e di tempi. Due storie: una si svolge a Buenos Aires ai giorni nostri, l’altra in un paese dell’Est, in un tempo più lontano. La stranezza è che entrambe vengono messe in scena nel medesimo spazio (un interno borghese) e dagli stessi attori che senza cambiare costume, senza cesure, passano – scena dopo scena – da un contesto all’altro, da un ruolo all’altro. L E STORIE La vicenda che avviene in Argentina ha ritmi vorticosi e una struttura spezzata: mette in scena due avvocati alle prese con le responsabilità di un naufragio, un’amante in pena per la figlia che teme possa essere rapita dal marito sicuramente abbonamento prosa coinvolto in loschi giri d’affari e una moglie invece frustrata, vanamente occupata in opere meritorie che rivolge agli immigrati a Buenos Aires… La storia che ha come sfondo il paese dell’Est Europa, invece scorre più tradizionalmente: narra di uno scrittore fallito ammalato di tubercolosi e poverissimo, la cui moglie tenta in ogni modo di salvare. Giunge addirittura ad attribuirgli uno scritto incompiuto del proprio padre e a far credere a un medico (esule dalla Russia) che i diritti di questo capolavoro saranno suoi se curerà gratuitamente l’uomo, in modo che possa portare l’opera a compimento. Lo scrittore non trova la forza di ribellarsi a questa falsa attribuzione… In ciò la rappresentazione della dissoluzione della morale moderna, chiave de La modestia e delle altre sei brevi commedie che compongono l’Eptalogia di Rafael Spregelburd. D ALLA PITTURA ALLA SCENA: RAFAEL SPREGELBURD «L’Eptalogia – spiega l’autore – nasce da un mio incontro con La Ruota dei Sette Peccati Capitali di Hieronymus Bosch, un dipinto esposto su un tavolo al Museo del Prado a Madrid. Al di là del fascino che Bosch ha sempre esercitato su di me con i suoi paesaggi fuori dal tempo, ove tanto l’inferno quanto il paradiso suscitano analogo terrore, questo dipinto pare rimandare a un antico modello: quello dello spettatore “attivo”. Occorre compiere un piccolo sforzo (ovvero girare intorno al quadro) per poter ammirare la riproduzione di ciascun peccato dal corretto punto di osservazione. È una fatica simbolica ma enorme al tempo Trieste a Teatro - aprile 2013 stesso. Mi piace immaginare che a voi, spettatori seduti di fronte a La modestia, sarà immediatamente chiesto di compiere uno sforzo simile». Come Bosch constata la frana inarrestabile di un Ordine e del suo mondo – quello medievale – ed esprime la disperazione per quella catastrofe attraverso la sua pittura, costringendo l’osservatore a prenderne consapevolezza, così fa Spregelburd con il suo potente discorso morale, con la sua drammaturgia potente. I titoli dei testi dell’Eptalogia designano i sette peccati contemporanei, con una corrispondenza interna, spesso ludica e ghignante, ai peccati tradizionali: La modestia ad esempio corrisponde alla Superbia. Più che di una sostituzione, sembra trattarsi di una sommatoria: ereditiamo i sette peccati del passato e ne generiamo sette nuovi. I L LAVORO DI RONCONI CON GLI ATTORI «Colpisce – dice Ronconi – la sensazione di spaesamento che pervade i personaggi: nessuno si sente mai a casa propria, né in senso logistico, né in senso identitario. Il teatro di Spregelburd fa pensare a un certo cinema che abbiamo conosciuto e apprezzato grazie a registi e sceneggiatori come Alessandro Gonzales Iñarritu e Guillermo Arriaga. Una cifra tipicamente sudamericana che ci è divenuta familiare e che viviamo come profondamente contemporanea» su queste sensazioni ha lavorato con quattro interpreti d’eccezione del teatro italiano: Paolo Pierobon, Maria Paiato, Fausto Russo Alesi e Francesca Ciocchetti, bravissimi nel restituire incessanti cambi di ruolo e personaggio vivendo uno spiazzamento che li pone continuamente in discussione. intervista AL REGISTA Rafael Spregelburd: che cosa trova interessante dei suoi testi? Una volta mi hanno chiesto: “Qual è il tuo spettacolo ideale?”. Io ho risposto, e risponderei ancora, che è uno spettacolo infinito in un teatro in fuga. Lo sguardo un tantino scettico che mi viene quando si parla di “profondità”, e la curiosità che mi si sveglia immediatamente quando si parla di “estensione”, li ritrovo perfettamente in Spregelburd. E poi, come gli ho detto quando l’ho incontrato, il motivo per cui mi piace il suo teatro è che mi sembra che scriva commedie che si fanno da sole. Sono organismi che proliferano quasi indipendentemente dall’autore. Anche se poi in realtà l’autore c’è, ed è presente in ogni cerniera. Tuttavia i suoi testi ti danno questa impressione: tanto è vero che in parecchie commedie, compresa La modestia, hai l’impressione che l’autore non riesca a trovarne la fine. E non lo considero un difetto o una mancanza. Di fronte a un testo di questo genere, il lavoro con gli attori non può certo andare verso l’approfondimento psicologico, lo scavo nell’interiorità dei personaggi... Non avrebbe senso. L’idea stessa di identità individuale viene messa radicalmente in discussione. C’è un aspetto che mi piace molto della Modestia: che gli attori non dovrebbero mai sapere con precisione se stanno in una storia o nell’altra. Quella sensazione di essere sempre profughi, di vivere continuamente le vite degli altri, mi pare che sia una caratteristica dei personaggi di Spregelburd. Molte delle sue commedie sono bilocate - penso a Il panico, La paranoia – si svolgono in più posti, in due luoghi se non in quattro. Dunque emerge la sensazione di essere un po’ i fantasmi di altri: nella Modestia, questa sensazione è fortissima, si usano gli attrezzi di altri, i personaggi si siedono dove altri si sono seduti, si sdraiano su letti che appartengono ad altri, perchè sono nell’altra storia. È una cosa bella e interessante: la riflessione sul rapporto tra l’attore e il personaggio si moltiplica all’ennesima potenza. Questi testi non sono scritti da un letterato, ma da un uomo di teatro… Lo senti subito! Una battuta di Schiller o di Ibsen può essere recitata bene o recitata male, ma resta, ha una sua autonomia. Invece una battuta di Spregelburd pretende di essere recitata. Tratto da una conversazione con Oliviero Ponte Di Pino 5 Foto di Federico Riva CERCASI TENORE di Ken Ludwig traduzione di Lilla Picciotto regia di Giancarlo Zanetti scene di Nicola Rubertelli costumi di Dora Argento musiche di Luciano Francisci disegno luci di Franco Ferrari costumi di Dora Argento con Gianfranco Jannuzzo e Federico Pacifici, Claudia Coli, Tiziana Bagatella, Fabrizio Apolloni, Rodolfo Medina, Stefania Papirio, Simona Celi produzione Fenice srl Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali dal 12 al 14 aprile 2013 durata 2h 20’ con intervallo ven 12 aprile ore 20.30 - turno B sab 13 aprile ore 20.30 - turno C dom 14 aprile ore 16.00 - turno D Prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 29, ridotti € 24/20 Platea C Interi € 21, ridotti € 17/15 Gallerie Interi € 12 6 A TEATRO PER RIDERE «Lend me a Tenor riempie i teatri del suono delle risate»: il sito personale di Ken Ludwig, fecondo e pluripremiato autore contemporaneo, si apre proprio con la citazione di questo stralcio di critica apparsa sul London Sunday Express. Si ride dunque, e molto, con Cercasi Tenore – questa la traduzione italiana del titolo – che, nell’edizione interpretata da Gianfranco Jannuzzo e diretta da Giancarlo Zanetti, conferma le stesse entusiastiche accoglienze anche da parte delle nostre platee. I L TESTO E L’AUTORE La commedia è uno dei maggiori successi di Ken Ludwig, ma non il solo… L’autore infatti ha costellato la sua carriera di testi geniali, con cui ha indagato territori diversi: quello del teatro classico con titoli come Sullivan & Gilbert o l’ancora più famoso Moon over Buffalo (che in Italia è stato recitato dallo straordinario duo ProclemerAlbertazzi) e quello del musical, dove nel 1992 si è aggiudicato un Tony Award per Crazy for You di certo uno fra gli spettacoli più belli del teatro musicale di tutti i tempi, con le partiture di George Gershwin. Cercasi Tenore è “esploso” immediatamente, fin dal debutto avvenuto a Broadway nel 1986: successo incondizionato di pubblico, di critica, repliche per 14 anni di seguito e una ridda di premi. Due Tony, quattro Drama Desk, tre Outer Critics Circle… Il testo viene tradotto in 16 lingue e recitato praticamente in abbonamento prosa tutto il mondo. Un successo da spiegare con una trama intrigante, un ritmo incandescente, una comicità d’effetto assicurato, ma mai facile o volgare: l’umorismo di Ludwig è invece intelligente e garbato, espresso attraverso battute che non hanno bisogno di modifiche o appesantimenti. Testi che in mano ad attori e registi capaci, sanno essere come impeccabili strumenti affidati a virtuosi. L A SINOSSI L’azione si svolge negli anni Trenta a Cleveland, in provincia. Nel teatro di questa cittadina, lavora Max: aspirerebbe a diventare un cantante lirico ma per ora è costretto ad accontentarsi dell’impiego di assistente al fianco di un direttore di teatro d’opera davvero senza scrupoli. Per l’allestimento dell’ Otello il direttore ha deciso di tentare un “colpo grosso”: ha scritturato un tenore di fama mondiale soprannominato addirittura “il stupendo”. Si tratta dello spagnolo Tito Merelli (Ludwig ne faceva un italiano nell’originale, forse omaggio alle generazioni di Caruso o Pavarotti…) focoso e talentuoso divo, il cui arrivo porta totale scompiglio negli animi che popolano quel teatro di provincia. Max scopre come gestire il proprio talento vocale, la figlia del direttore e una giovane soprano non fanno che litigare contendendosi una sospirata notte d’amore con Tito… Tutti attendono con somma curiosità la sua grande interpretazione di Otello. Peccato però che a poche ore dal sipario il grande artista soccomba ad un mix di Trieste a Teatro - aprile 2013 alcolici e sedativi: lo si trova esanime e assolutamente non in grado di cavare nemmeno una nota della difficile opera verdiana... Cosa dire al pubblico? Come arginare il danno per il botteghino e per l’immagine del direttore? Magari le aspirazioni di qualche timido personaggio a questo punto verrebbero in aiuto… ed ecco l’opportunità per Max di provare il suo talento sostituendo “il stupendo”. La commedia giunge a conclusione in un esilarante turbine di fraintendimenti, scambi di persona, doppi sensi, vulcaniche gag che strappano allo spettatore ilarità ed applausi a non finire. I L CAST Il regista Giancarlo Zanetti – al suo debutto sul palcoscenico dello Stabile regionale – è uomo di teatro molto completo, abile autore, attore e regista ed ha scelto per questa portentosa macchina umoristica un cast affidabile e preparato, in grado di trarre il massimo effetto dalle splendide occasioni che il testo offre di battuta in battuta: cesello dei caratteri e gag d’effetto devono infatti procedere di pari passo nello sviluppo di ognuno dei personaggi. A capo della compagine d’attori è Gianfranco Jannuzzo, che interpreta l’aspirante tenore Max, ponendo al servizio dello spettacolo tutta la sua grande esperienza (il suo curriculum cinematografico, televisivo ma soprattutto teatrale è davvero copioso) costruita accanto a maestri della levatura di Gino Bramieri e Gigi Proietti, e la sua naturale inclinazione alla leggerezza e all’eleganza. di Ilaria Lucari KEN LUDWIG Ken Ludwig è un importante drammaturgo contemporaneo e uomo di teatro americano. Nato a York, in Pennsylvania, oggi risiede a Washington DC insieme alla moglie e ai figli. Ha studiato alla York Suburban Senior High School, all’Harvard School dove ha avuto come insegnante di musica Leonard Bernstein e all’Università di Cambridge dove si è perfezionato in storia del teatro. La sua prima commedia andata in scena a Broadway, Lend Me a Tenor (1989), gli ha procurato la sua prima candidatura al prestigioso Tony Award: una partenza davvero fortunata! Vince poi quel premio con Crazy for You pochi anni più tardi, nel 1992. Fra le altre opere importanti presentate a Broadway e poi nel mondo ricordiamo almeno Moon Over Buffalo (1995) interpretato a New York da Carol Burnett e Lynn Redgrave e a Londra all’Old Vic da Frank Langella e Joan Collins, e i testi per l’adattamento musicale di Le avventure di Tom Sawyer (2001). Tra le altre opere significative spiccano Shakespeare in Hollywood (2003), Be My Baby (2005) e il suo adattamento de I tre moschettieri che ha esordito al Bristol Old Vic nel dicembre del 2006. Ludwig ha pure scritto un adattamento de L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson che ha debuttato al Teatro Alley nell’aprile 2007, per poi essere presentato nel West End l’anno successivo. Un altro adattamento, questa volta tratto dal film Un americano a Parigi, ha esordito con successo all’Alley Theatre di Houston nel maggio del 2008. Eclettico e fantasioso, Ken Ludwig scrive anche storie e spettacoli dedicati all’infanzia: fra questi ricordiamo Twas. The Night Before Christmas in cui racconta le avventure di un topo, un elfo e una bambina coraggiosa che riesce a salvare il Natale dalle malefatte di un elfo cattivo che vorrebbe ingannare Babbo Natale. Nel corso degli anni, Ludwig ha vinto molti premi, fra cui due ambìti Olivier Award, ha avuto diverse nomination per il Tony Award, ed è stato insignito di una laurea honoris causa presso la York University. I suoi lavori sono stati messi in scena in più di 25 Paesi in tutto il mondo, e tradotti in almeno 16 lingue. Nel 2006 il Times lo ha definito uno dei migliori commediografi degli Stati Uniti. 7 di Yasmina Reza traduzione di Alessandra Serra regia di Giampiero Solari scene di Gianni Carluccio luci di Marcello Iazzetti costumi di Nicoletta Ceccolini con Alessio Boni, Alessandro Haber e Gigio Alberti produzione Nuovo Teatro Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali dal 16 al 18 aprile 2013 durata 1h 30’ senza intervallo mar 16 aprile ore 20.30 - turno PRI mer 17 aprile ore 20.30 - t. libero gio 18 aprile ore 20.30 - turno A Prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 29, ridotti € 24/20 Platea C Interi € 25, ridotti € 22/20 I Galleria Interi € 20, ridotti € 18/16 II Galleria Interi € 12 8 Foto di Oreste Lanzetta ART I L MISTERO DELL’ARTE Almeno una volta nella vita, sarà capitato anche a voi di porvi davanti a un reperto artistico con qualche perplessità… Un brano di musica dodecafonica, uno spettacolo molto d’essai, o – perché no – uno di quei quadri o di quelle sculture che nelle esposizioni d’arte contemporanea ci incuriosiscono e allo stesso tempo ci fanno sentire incompetenti e frustrati! Fin dal suo punto di partenza, un preziosissimo e costosissimo quadro d’autore tutto bianco, Art, il testo di Yasmina Reza – premiata e acutissima autrice del nostro tempo – ci indurrà a più di qualche sorriso. In realtà, il tema dell’arte si rivela poi solo uno spunto iniziale, colto e significativo, per dare il La a un’indagine ben più intrigante e a una ridda d’interrogativi che molto ci sveleranno del “sentire contemporaneo”. L’ AMICIZIA FRA MASCHI RACCONTATA DA UNA DONNA Attorno al quadro infatti si confrontano tre amici, uniti da uno di quei legami misteriosi e invidiati, che si immagina tutto affidabilità e cameratismo. «All’amicizia maschile, sentimento generalmente considerato così puro, così autentico, così naturale, goliardicamente semplice, anche così sacro – specie in Italia – viene data una bella scartavetrata da questa autrice francese, Yasmina Reza» commenta infatti Gigio Alberti, uno dei protagonisti. «Una donna quindi. Che sbircia in una serata di tre vecchi amici, uomini fatti, divertenti, simpatici, folgoranti nelle loro abbonamento prosa battute, ognuno con una storia sentimentale non facile alle spalle (i rapporti con l’altro sesso non sono mai facili, si sa) per vedere se davvero l’amicizia tra uomini sia questa specie di Paradiso terrestre dove ognuno ritrova se stesso e se stesso riesce ad essere…». Non sarà affatto scontata la risposta che ci daremo alla fine dello spettacolo, assieme ai protagonisti Serge, Marc e Yvan. I tre sono soliti passare assieme qualche serata, scambiando chiacchiere e battute, confidenze sulle rispettive soddisfazioni professionali, sulle frustrazioni o le avventure… Li sorprende scoprire un giorno che Serge ha fatto un importante acquisto, un quadro… tutto bianco. Si tratta di una grande, rinomata monocromia, un autentico “Antrios”, questo il nome dell’artista: nonostante il pomposo pedigree, però, il quadro a Marc e Yvan suggerisce soltanto scetticismo. Tacere o essere sinceri con Serge? La questione del quadro dà la stura a uno scontro feroce, fatto di verità e rivalità, di menzogne e di battute, di debolezze e meschinità. Grazie alla sottile analisi di Yasmina Reza, alla sua capacità di raccontare la nostra realtà fra graffiante ironia e drammatico scontro – stile che allo Stabile ha già conquistato pienamente il pubblico nel 2010, quando è stato rappresentato il suo Il dio della carneficina (Carnage) – l’indagine diviene ben più profonda ed è tutta declinata sui rapporti interpersonali. L A REGIA DI SOLARI Giampiero Solari, che ritorna per la seconda volta nella stagione 2012-2013, dopo il grande successo ottenuTrieste a Teatro - aprile 2013 to con Il tormento e l’estasi di Steve Jobs, recentemente presentato alla Sala Bartoli, trova con la modulazione dell’autrice una perfetta sintonia. Guida con mano sicura i tre interpreti in questo confronto livido e assieme divertente “dentro il quadro bianco” e considera: « L’amicizia. Il passaggio di un’esistenza insieme. Soli. Creando alleanze. Due contro uno. Altri due contro uno. Si provoca violenza nei rapporti. Violenza. (…) Forse è così, tutta la vicenda, le discussioni appassionate, le verità, le bugie, le alleanze, le insicurezze, tutto accade dentro il quadro bianco (…) Il paradosso del testo fa in modo che ci si rida sopra. Con ironia, con affetto, una risata in cui ci si riconosce. L’apparente satira sull’arte contemporanea diventa la finestra per entrare in un meccanismo di rapporti sull’amicizia. Il tutto… dentro un quadro bianco. Dentro. Dopo esserci passati… ci si confonde con il paesaggio e si sparisce». T RE INTERPRETI BRAVI E DIVERSI Alessio Boni, Alessandro Haber, Gigio Alberti: è straordinario come la produzione abbia saputo unire sulla scena tre interpreti indiscutibilmente di primo livello, tutti forti di esperienze teatrali e cinematografiche, e dotati di forti, differenti personalità artistiche. Li abbiamo già applauditi tutti sulla scena dello Stabile regionale e ognuno sarà un ritorno molto gradito per il pubblico. Sarà anche l’armonizzazione di profili così potenti, uno dei punti di forza dello spettacolo, che ha ottenuto ovunque decisi consensi. YASMINA REZA Yasmina Reza è una drammaturga, scrittrice e attrice francese, le cui opere teatrali sono state adattate e rappresentate in molti Paesi ottenendo ovunque molti premi. È nata a Parigi nel 1959, da una famiglia in cui era forte la passione per l’arte: il padre, uomo d’affari, ebreo-moscovita aveva la passione per la musica e la madre, ungherese, aveva una formazione da violinista. Sicuramente quest’ambiente ha influito sul suo immaginario e la sua fervida fantasia di scrittrice. Alla domanda se l’umorismo aspro che caratterizza le sue opere derivi da una componente ebraica, risponde infatti «Penso proprio di sì. La mia identità ebraica è solo letteraria, né religiosa né laica, né comunitaria. Il modo di comportarsi della mia famiglia, i loro amici ebrei, gli atteggiamenti, il modo di vedere la vita, di parlare, tutto questo è passato ai miei personaggi che hanno quello speciale umorismo fatto di concentrazione, bruschezza, amarezze, sintesi.» La fortuna bussa alla sua porta nel 1998 nei panni di Sean Connery… Yasmina Reza era già un’ammirata autrice teatrale trentasettenne, che aveva affinato il mestiere fin dall’università, cominciando come attrice, e partecipando in tale veste a rappresentazioni di opere contemporanee e di classici di Molière e Marivaux. I suoi primi testi “Conversazione dopo una sepoltura” e “La traversata dell’inverno”, erano stati rappresentati con successo. Ma è proprio con “Art”, scritta nel 1994 – un’irresistibile commedia con tre protagonisti maschili che si confrontano su una costosa tela di arte contemporanea – che raggiunge una travolgente notorietà. Connery si innamora della pièce: la produce a New York, si aggiudica il Tony Award e ne compra anche i diritti cinematografici. Yasmina Reza è il tipo di autrice che rivela il lettore a se stesso e non teme di parlare di morte e di vecchiaia. Scrive delle sue e delle nostre paure. «E poi – dice – questo lo sa ogni scrittore, tutto ciò che si scrive è premonizione. I veri scrittori inglobano in sé l’uomo e la donna, le diverse età e situazioni». La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Lontano (2001) di André Téchiné dove ha interpretato la parte di Emily. Ma notevole è stata anche l’eco del film di Roman Polanski del 2011 “Carnage”, tratto dall’omonima commedia della Reza e di cui lei stessa ha firmato la sceneggiatura. 9 FIONA di Mauro Covacich adattamento musiche e regia di Andrea Liberovici scene di Irene Novello luci di Paolo Giovanazzi suono di Carlo Turetta con Orlando Cinque e con Irene Serini e Caterina Luciani produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Politeama Rossetti Sala Bartoli dal 16 al 28 aprile 2013 durata 1h 10’ senza intervallo Per gli orari e i turni delle varie recite fare riferimento al calendario di pag. 3 Prezzo dei biglietti Posto unico Interi € 19, ridotti € 16 Last minute Interi € 12 10 I L CORONAMENTO DI UN PROGETTO DI PRODUZIONE Con l’allestimento di Fiona, di cui Andrea Liberovici cura adattamento musiche e regia dall’omonimo romanzo di Mauro Covacich, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia corona un progetto di produzione che, in questa stagione, ha significativamente segnato la programmazione alla Sala Bartoli. Uno spazio che è stato completamente dedicato alla creazione e alla presentazione – con lunga tenitura – di spettacoli declinati sui temi dell’attualità, scritti da autori viventi e creati nell’intento di porre in luce le potenzialità artistiche e culturali del territorio. Un teatro dunque molto vivo, che ritrova e afferma il proprio ruolo nel pensiero e nella vita del pubblico, ed induce a riflessioni urgenti ed esiziali sulla realtà e sulle inquietudini dell’uomo contemporaneo. S ANDRO: FRA SUCCESSO E SMARRIMENTO Proprio un uomo di oggi – ritratto nel suo caos interiore, nel suo smarrimento che si perde nella patologia psicologica – è Sandro, il protagonista di Fiona che Mauro Covacich ritrae assumendone il punto di vista, a tratti commovente, a tratti allucinato. Il suo “male di vivere” sarà restituito – nell’efficace lavoro di messinscena di Andrea Liberovici, artista di grandissimo interesse, apprezzato regista lo scorso anno de L’ultima notte di Raul Gardini di Corrado Augias – anche attraverso la struttura dello spettacolo: un flusso di coscienza dai ritmi frenetici e abbonamento prosa & altri percorsi spezzati, come un inquietante “zapping”… In effetti per Sandro il linguaggio della televisione è il pane quotidiano: è uomo in carriera a Milano 2, dove va in onda Habitat, un reality show di successo di cui è autore. Un reality crudo, cinico, che segna tanto maggiori ascolti, quanto più diviene specchio del vuoto di valori e di pensiero della società. Ma Sandro è anche il marito apparentemente irreprensibile di Lena, con cui condivide ricordi di gioventù, tenerezza e l’abissale frustrazione di essere genitori adottivi di Fiona, una bimba haitiana che rifiuta ogni contatto affettivo. Si rifiuta di parlare e rosicchia tutto, quasi a colmare una struggente, metaforica fame. Infine Sandro ha un profilo oscuro, inquietante, imprevedibile, grazie al quale lo spettacolo vira verso inattesi toni noir... La televisione, specchio del vacuum quotidiano, i supermercati – totem della solitudine contemporanea, alleviata dalla febbrile corsa al consumo – e una famiglia che diviene luogo di ansie e non di pacificazione, fanno da attualissimo sfondo al malessere di quest’uomo eccellente e assieme oppresso. In un allestimento che si avvarrà di una pluralità di codici espressivi, Liberovici ha scelto con molta cura il cast attoriale: affiancato da Irene Serini e Caterina Luciani, sarà Orlando Cinque a dare sostanza scenica al personaggio di Sandro. I L PROTAGONISTA Interprete interessante, Orlando Cinque sarà alla sua seconda apparizione sul palcoscenico dello Stabile regionale, dove è già stato applaudito nel 2007, al fianco Trieste a Teatro - aprile 2013 di Claudia Cardinale ne Lo zoo di vetro, diretto da Andrea Liberovici. Oltre che per il suo curriculum teatrale (è stato diretto da Sciaccaluga, Baliani, Bruni, Bruschetta, De Capitani in testi classici e di drammaturgia contemporanea, e recentemente ha affrontato egli stesso il complesso ambito della regia, interpretando e dirigendo testi di Camus e Koltès), Orlando Cinque è noto al grande pubblico per le partecipazioni a fiction e film televisivi fra cui menzioniamo Love Bugs, Romanzo Criminale, La nuova squadra, Un posto al sole e, recentemente, I Borgia. L’attore affronterà con sottile introspezione e sensibilità il suo personaggio, perseguitato dalla sua vita alienata, dai suoi incubi, dal suo autodistruttivo disorientamento. Lo condurrà attraverso le sue inquietudini fino a quella che gli parrà, una sorta di “liberazione”, di anestesia dall’ansia quotidiana e che lo porterà a far “esplodere” la propria situazione nella dimensione esteriorizzata che oggi, penosamente, rischia di restare la sola ad offrirci consapevolezza della nostra identità. L’ AUTORE Con particolare soddisfazione lo Stabile porta in scena per la prima volta con Fiona la incisiva, intelligente scrittura di Mauro Covacich. Autore triestino, ha pubblicato molto e in particolare testi di narrativa, tra cui ricordiamo Storia di pazzi e di normali, Anomalie, L’amore contro, A perdifiato, Trieste sottosopra, Prima di sparire, A nome tuo e L’esperimento. La sua scrittura, quest’anno diviene anche film: il Festival di Cannes ospiterà Miele, opera prima di Valeria Golino. LA REGIA DI LIBEROVICI Nei suoi spettacoli usa una ricchezza di linguaggi diversi: come sarà l’allestimento di Fiona? Appartiene alla modalità linguistica con cui costruisco gli spettacoli da quasi 20 anni il ricorrere a diverse tecnologie. Non sento però che la mia ricerca faccia parte di alcun genere – videoteatro, teatro del corpo, d’avanguardia ecc – che le ragioni del mercato ci impongono. La prima nuova tecnologia che ha utilizzato il teatro è stata la maschera. Per me il senso di fare teatro oggi risiede nella consapevolezza che io innanzitutto come “pubblico” sono cambiato antropologicamente rispetto all’abbonato di 50 anni fa. Come quasi tutti vivo e produco complessità con centinaia di azioni contemporanee (inviare una mail parlando al telefonino e ascoltando un cd). Questa complessità e mutazione ritmica sono il nostro vivere e dunque anche il mio tentativo che questa vita si compia sulla scena. La mia ambizione quindi, è di creare spettacoli in cui lo spettatore non abbia il tempo di guardare l’orologio, pensare al ristorante dove mangerà o all’auto in seconda fila, ma che appunto venga catturato dalla scena. Il personaggio di Sandro è molto complesso... Anche in questo caso potrei parlare di mutazione antropologica. Non scherzo affermando che andrebbe processato all’Aia per crimini contro l’umanità l’inventore dei reality show e di tutte le mercificazioni mediatiche dell’essere umano, che nel giro di pochi decenni hanno contribuito a sterminare la consapevolezza stessa d’essere uomini fra gli uomini. Che una persona molto colta come Battiato parli in un consesso internazionale sulla cultura come un modesto comico nel backstage del Bagaglino, credo sia significativo di quanto il nostro linguaggio e quindi la nostra cultura (non intesa come un accumulo di letture o concerti sinfonici ascoltati ma come rispetto e ascolto per i propri simili) siano precipitate verso il basso. Sandro, il protagonista dello spettacolo, rappresenta ed estremizza questo deserto. Lì dove ci sono “grandi fratelli” o social network che sostituiscono l’incontro fra uomini – quando sappiamo che utilizzati in altro modo potrebbero essere grandi opportunità – non rimane che la solitudine, e siccome l’uomo è un animale sociale non fa che riempire questo vuoto con dei fantasmi. Sandro, apparentemente una figura postmoderna, è in realtà il protagonista tragico di una tragedia. La sua epica si consuma tutta nel travestimento “politicamente corretto” del marito perfetto, dell’uomo di successo, del padre di una figlia autistica, che dentro queste forme omologanti, dentro agli scaffali ben ordinati dell’“uomo-merce” non si ritrova più e si sente in prigione. Per paradosso cerca la sua vita dando la morte. Nessuna catarsi, Sandro non fugge, ma edifica pazientemente il suo personale buio in cui chiudere gli occhi su di sé. 11 TUTTO SHAKESPEARE IN 90 MINUTI di Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield ideazione, progetto e traduzione di Paolo Valerio adattamento e regia di Alessandro Benvenuti regista assistente e collaborazione all’adattamento Chiara Grazzini costumi ed oggetti a cura di Pamela Aicardi sartoria Chiara Defant colonna sonora Antonio Di Pofi luci di Enrico Berardi con Zuzzurro &Gaspare e Maurizio Lombardi co-produzione a.ArtistiAssociati e Fondazione Atlantide-Teatro Stabile di Verona Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali dal 19 al 21 aprile 2013 durata 1h 30’ senza intervallo ven 19 aprile ore 20.30 - turno B sab 20 aprile ore 20.30 - turno C dom 21 aprile ore 16.00 - turno D Prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 29, ridotti € 24/20 Platea C Interi € 25, ridotti € 22/20 I Galleria Interi € 20, ridotti € 18/16 II Galleria Interi € 12 12 “L A BREVITÀ, GRAN PREGIO” Potremmo “rubare” questo verso alla Bohème pucciniana per alludere al lavoro che lo scrittore americano Jess Winfield, l’autore Adam Long e l’attore Daniel Singer portano a compimento in The Complete Works of William Shakespeare (Abridged) un geniale testo del 1987 applaudito finalmente quest’anno anche sulle scene italiane, nell’edizione firmata da Paolo Valerio e diretta da Alessandro Benvenuti per a.ArtistiAssociati e il Teatro Stabile di Verona. Qualcuno ha calcolato che sarebbero necessarie almeno 100 ore per recitare l’intero corpus delle opere shakespeariane… ma seguendo ua formula magica che solo loro potevano concepire, i tre autori riescono a “condensarle” nello spettacolo in soli 90 minuti: ecco il perché del titolo italiano Tutto shakesperare in 90 minuti. G LI AUTORI E IL SUCCESSO Nel 1981 Winfield, Long e Singer fondano “The Reduced Shakespeare Company” un gruppo che nelle prime intenzioni non doveva avere molto di “dirompente”… l’idea infatti era quella di dedicarsi alla scrittura e all’interpretazione di parodie da opere shakespeariane. Come arginare però l’esito di un colpo di genio come Tutto shakesperare in 90 minuti? Impossibile: l’opera omnia del Bardo in questa assurda “condensazione” va in scena a Londra sommessamente in un teatro off e… immediatamente esplode. La abbonamento prosa attende un’interminabile scia di repliche passando da uno all’altro “off” tutti costantemente esauriti e poi, una tenitura di oltre vent’anni al Teatro Criterion in Piccadilly Circus. E intanto parte il tour – anch’esso destinato a oltre vent’anni di giro ininterrotto – che porta Shakespeare e risate incontenibili in tutto il mondo. Ed i pretenziosi critici anglosassoni? Nasi arricciati e reazioni spocchiose? Macché! «Irresistibile» titola il New York Times, «Stupendo!» fa eco il London Times. «Shakespeare come se fosse tornato ai tempi del Bardo: osceno, irreverente, sublime e divertente» azzarda il recensore del Miami Herald, mentre quello del Daily Variety analizza così «Un folle riassunto che crea infinite risate. Costruito con un ritmo vorticoso e con grande diletto, sicuramente conquisterà anche il più scettico. E non ci sono dubbi, anche lo stesso William Shakespeare … approverà». D ICE IL REGISTA Alessandro Benvenuti ha affrontato coraggiosamente adattamento e direzione di un tale capolavoro, rendendolo perfetto per le scene italiane: 37 opere di Shakespeare in 90 minuti, teatro all’ennesima potenza, con un trio d’attori dai ritmi incandescenti e dai tempi comici irresistibili. «Comunque tu le proponga – scrive nelle sue note alla regia – le parole di William Shakespeare contengono sapere e poesia, e chiunque abbia la fortuna di recitarle su un palco non può che venir toccato dalla loro grazia restituendola al pubblico che ascolta. Trieste a Teatro - aprile 2013 Afferma la rivista Today Show recensendo lo spettacolo: “Se ami Shakespeare ti piacerà, se lo odi ti piacerà lo stesso”, ecco, credo che in questa affermazione che condivido pienamente vi sia il senso più profondo della nostra operazione: portare Shakespeare al pubblico nel modo più inusuale e sorprendente possibile attraverso i precetti del linguaggio dei comici dell’arte. Se è vero che di noia e ignoranza si può anche morire, di poesia e allegria, io credo, non si possa e non si debba che desiderarne il più possibile». Z UZZURRO E GASPARE AL ROSSETTI E perfetto tramite di questa allegria e poesia con il pubblico saranno Zuzzurro e Gaspare, che per la prima volta in quest’occasione recitano al Politeama Rossetti. Tutti conosciamo il loro perfetto affiatamento, il loro humor incontenibile, la simpatia e la sensibilità grazie alle quali hanno costruito una carriera di successi televisivi e teatrali. È proprio questa passione per il teatro che li conduce a Shakespeare accompagnati da una validissima spalla, Maurizio Lombardi. E proprio nel nome di Shakespeare i tre hanno vinto la prova forse più difficile: la sfida di recitare questo scanzonato capolavoro nella città icona di questo autore, al festival a lui dedicato a Verona. Dopo un simile debutto il tour sembrerà loro un piacevole passeggiare fra applausi e accoglienze calorose: come quella che li attende a Trieste, con una sala che a tutte le recite sfiora il sold out. di Ilaria Lucari NOTE DI REGIA DI ALESSANDRO BENVENUTI Fare Shakespeare tutto in una volta, per me che del bardo di Stratfordupon-Avon non ho mai fatto niente né come regista né come attore, è uno di quei paradossi che ogni tanto amo vivere. Se poi a propormi la cosa sono due complici con i quali nel tempo ho condiviso altre sfide puntualmente vinte, la cosa acquista ancora più sapore. Con Nino e Andrea è sempre stato così: ci si incontra, si produce vita, e poi si riparte ognuno per la sua strada per ritrovarci quando in loro rinasce il bisogno di cambiare un’altra volta direzione. Non so se sia presuntuoso da parte mia affermarlo, ma credo di essere, per loro, il cuoco che ogni tanto occorre per aggiungere un sapore nuovo ai loro manicaretti artistici. E Tutto Shakespeare in 90 minuti questo è: uno squisito, geniale manicaretto teatrale ispirato dal genio d’oltre Manica. Quasi cento ore sarebbero, infatti, necessarie per rappresentare più o meno seriamente l’intero corpus di opere Shakespeariane; Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield, gli autori del testo, hanno preso il tutto e lo hanno messo a bollire in un pentolone cuocendolo a fuoco lento fino a estrarne un brodo drammaturgico super concentrato che da più di venti anni delizia i palati di un pubblico sempre più vasto ed entusiasta. Scrive il Today Show: «Se ami Shakespeare ti piacerà, se lo odi ti piacerà lo stesso». Fra le tante critiche entusiastiche che lo spettacolo ha raccolto in mezzo mondo, questa, che è la meno trionfalistica, racchiude in sé la verità più vera. Non si resiste infatti al fascino e al peso specifico delle parole di un grande poeta quando queste vengono dette con la potenza della semplicità e il desiderio, da parte di chi le recita, di far divertire chi ascolta attraverso l’intelligenza che in esse, l’autore di teatro più grande di sempre, vi ha messo facendole diventare, non per caso, immortali. Infine due parole sul terzo interprete: Maurizio Lombardi. È bravo, dotato artisticamente e con una gran voglia di menar le mani teatralmente parlando. È insomma il perfetto terzo socio della gloriosa Shakespeare Pocket Company, l’unica compagnia teatrale italiana in grado di proporvi al prezzo di un solo spettacolo tutto il corpus drammaturgico del massimo autore teatrale mai comparso sulla faccia della Terra. In tempo di crisi economica, ditemi se questa non è finalmente una buona notizia? Di Alessandro Benvenuti 13 Personaggi Interpreti GYPSY scritto da Arthur Laurents musiche di Jule Styne liriche di Stephen Sondheim adattamento e regia di Stefano Genovese disegno luci di Valerio Tiberi scenografie e costumi di Matteo Piedi direzione musicale di Fabio Serri coreografie di Stefano Bontempi aiuto regia Diego Savastano con Loretta Goggi produzione MAS Music, Arts &Show e Poltronissima abbonamento musical Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali dal 23 al 28 aprile 2013 durata 2h e 45’ con intervallo mar 23 aprile h. 20.30 turno M mer 24 aprile h. 20.30 turno libero gio 25 aprile h. 20.30 turno libero ven 26 aprile h. 20.30 turno O sab 27 aprile h. 20.30 turno N dom 28 aprile h. 16.00 turno P Prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 49, ridotti € 46 Platea C Interi € 43, ridotti € 40 I Galleria Interi € 38, ridotti € 35 II Galleria Interi € 33, ridotti € 30 Loggione Interi € 12 14 Foto di Roberta Grandini Rose Loretta Goggi Herbie Sergio Leone Louise Gisella Szaniszlò June Eleonora Tata Grandpa / Kingerlein / Cigar Mario Pietramala Weber / Pastey / Res.Director Diego Savastano Tulsa Matteo Tugnoli Kansas Danilo Picciallo Yonkers Marco De Gaudio L.A. Tiziano Edini Tassie Barbara Corradini Mazzeppa Stefano Bontempi Electra / segretaria Giada Lorusso Baby June Lorena Martini Baby LouiseVanessa Innocenti AgnesValentina Arena DoloresViola Anzilotti Newsboys Michele Terralavoro, Salvatore Marchione e Nico Buratta L A FORTUNA DI GYPSY Uno straordinario personaggio femminile, una colonna sonora coinvolgente, liriche efficaci e raffinate come solo un grande maestro del musical americano quale Stephen Sondheim sa concepire, e una storia coinvolgente che racconta la nascita di una “stella” sullo sfondo di un’America a cavallo fra la frivolezza del charleston e del varietà e i primi segni della Grande Crisi… Ecco i cardini della fortuna di Gypsy. Scritto da Jule Styne e da Stephen Sondheim il musical è stato accolto entusiasticamente fin dal suo debutto, avvenuto a Broadway nel 1959 per la regia di Jerome Robbins (lo stesso di West Side Story) e celebrato subito con otto nomination ai Tony Awards. Da lì la sua fortuna fu crescente: toccò Londra (l’esordio nel West End data 1973), tornò in diverse riprese a Broadway (l’ultima nel 2008), raggiunse il grande schermo (nel 1962 e nel 1993) sempre con grandissime primedonne nel ruolo di Rose. Rosalind Russel e poi Bette Milder al cinema ed Ethel Merman e la bravissima Angela Lansbury a teatro. D’altra parte la figura della protagonista è talmente complessa, delicata, volubile, che soltanto una grande interprete può ambire a portarlo sulla scena. Nella prima edizione italiana del musical, che approda al palcoscenico prodotta da MAS – Music Arts & Show e Poltronissima, per la regia di Stefano Genovese, sarà una “Signora della scena” della classe e della completezza di Loretta Goggi a confrontarsi con il profilo di quest’antesignana e ambiziosa “stage mother”. abbonamento musical L A SINOSSI Stati Uniti, anni Venti. Rose ha due figlie Baby June e Louise e vuol farne delle star: è una madre affettuosa ma anche aggressiva e determinata. Lavorano in uno spettacolo assieme ad altri giovani talenti e mentre June ha carisma, Louise è timida: la madre però è inflessibile nell’imporle la carriera da lei scelta. È disposta anche a opporsi al volere del padre, da cui presto si allontana preferendogli Herbie un agente teatrale che potrebbe avvantaggiare le piccole. Crescendo le ragazze divengono sempre più brave, soprattutto June che incanta il magnate di Broadway Mr. Goldstone: dovrebbe raffinare il suo talento in una scuola, ma la madre rifiuta, per non perderne il controllo. Presto però June fugge per amore con un giovane che progetta uno spettacolo proprio e le offre un numero da solista. Ferita, Rose si concentra sulla carriera di Louise. La circonda di ragazze, per evitarle tentazioni, e le costruisce un numero simile a quello della sorella. Lo show però non ha fortuna: il varietà è in crisi, l’America s’impoverisce… ciononostante Louise, Rose ed Herbie – a cui la donna si è spesso promessa rimandando sempre le nozze – proseguono la loro strada. Per errore ottengono un contratto in un teatro di burlesque: Rose s’infuria ma Louise persuade la madre a restare, non ci sarebbero altri ingaggi. Lì la ragazza conosce le spogliarelliste e i loro segreti e quando una di loro sta male, Louise la sostituisce, spinta dalla madre. Herbie scandalizzato da tanta ambizione lascia Rose. La giovane invece ottiene un insperato successo, proprio grazie al suo timido candore. In poco tempo Louise Trieste a Teatro - aprile 2013 impara a spogliarsi con malizia e diviene una quotata diva del burlesque: Gypsy Rose Lee. La madre non le serve più e con lei ha un violento confronto: Rose ne esce frustrata, consapevole di aver perduto il suo uomo e le figlie e infine riconosce di aver fatto ogni cosa non per loro ma per sé… Solo allora, commossa, Louise la perdona. L A CLASSE DI LORETTA GOGGI «Per il testo e le canzoni – confida Loretta Goggi – ho rivisto e risentito le varie interpretazioni delle grandi star delle quali vi accennavo e sono sotto choc dalla paura di questo “simpantipatico” personaggio. Tremo, mi sudano le mani, la temperatura corporea è la tipica del panico che mi prende ogni volta che mi innamoro di un progetto! Non prometto niente sulla mia riuscita, ma in Gypsy ci sarò! Eccome se ci sarò!». Passione e modestia di un’attrice che si prepara a dare tutta sé stessa in una prova che certo sarà memorabile, affrontando quello che i critici americani definiscono “il più difficile ruolo femminile che il musical americano possa offrire”. I NUMERI MUSICALI ATTO I 1. Overture 2. May We Entertain You? (Baby June e Baby Louise) 3. Some people (Rose) 4. Small world (Rose e Herbie) 5. Baby June and her newsboys (Baby June e Newsboys) 6. Mr. Goldstone, I Love You (Rose, Herbie, Ensemble) 7. You’ll Never Get Away From Me (Rose e Herbie) 8. Dainty June and Her Farmboys (June e Farmboys) 9. If Momma Was Married (June e Louise) 10. All I Need is the Girl (Tulsa) ATTO II 1. Entr’acte 2. Madame Rose’s Toreadorables (Louise, Rose e Hollywood Blondes) 3.Together, Wherever We Go (Rose, Herbie e Louise) 4.You Gotta Get a Gimmick (Mazeppa, Electra e Tessie Tura) 5. Let Me Entertain You (Louise) 6. Rose’s Turn (Rose) D ICE IL REGISTA «Gypsy è una prova d’attrice innanzitutto, ma su questo con Loretta Goggi sono tranquillo» ammette Stefano Genovese. «È anche una prova di Regia perché l’intreccio è complesso e si snoda lungo quindici anni durante i quali i personaggi crescono, si formano e si trasformano, vivendo la complessità di un’intera vita. Il tutto raccontato in una commedia che fa molto ridere ma che non rinuncia ad andare a fondo» di Ilaria Lucari DAL 23 AL 28 APRILE 201315 POLITEAMA ROSSETTI - TRIESTE news Il primo giungno canta Marco Mengoni, trionfatore del Festival di Sanremo A giugno grande musica al Rossetti Il 14 l’esclusivo appuntamento con Steve Vai: straordinaria chitarra e orchestra Un giugno letteralmente “con i fiocchi” attende gli appassionati di musica al Politeama Rossetti. Il mese si apre sabato 1° giugno con l’attesissimo concerto del trionfatore della 63° edizione del Festiva di Sanremo, Marco Mengoni. Unica data in Friuli Venezia Giulia, quella che Azalea Promotion organizza in collaborazione con lo Stabile regionale, vede il giovane e bravissimo cantante impegnato a intrecciare l’esecuzione dal vivo dei suoi tanti successi alla presentazione delle hit dell’ultimo album #Prontoacorrere. L’Essenziale Anteprima Tour 2013 partirà da Milano l’8 maggio (data già sol out) e anche la tappa regionale sembra destinata allo stesso risultato: i fan dunque raggiungano in 16 fretta i punti vendita, dove i biglietti sono già disponibili. Il 14 giungo il Politeama Rossetti sarà invece cornice di un vero evento esclusivo, imperdibile per chi ama il rock e l’ottima musica: proprio a Trieste si apre infatti il tour italiano di Steve Vai, straordinario chitarrista di Frank Zappa. Toccherà oltre la nostra città soltanto due piazze, Ravenna e Roma. Assolutamente di qualità il progetto che Steve Vai ha concepito, intitolandolo Steve Vai & Evolution Tempo Orchestra. L’eclettico e virtuoso Vai, universalmente riconosciuto come uno dei migliori chitarristi nella storia del rock, proporrà al pubblico i suoi pezzi più famosi completamente rivisitati in chiave classica, accompagnato dai 50 strumentisti della Evolution Tempo Orchestra diretta da George Natsis. Proporrà in questa nuova chiave i suoi migliori cavalli di battaglia. I brani di Steve Vai contengono già in sé la potenzialità di espressione in forma classica: l’artista, infatti, scrive e compone usualmente su spartito, sin dai tempi in cui metteva sul pentagramma le follie del suo mentore Frank Zappa, ed è abituato a concepire i propri brani pensando ai movimenti esatti per ogni singolo strumento. La consistenza ritmica della rock band fornisce la base ad una serie di arie che paradossalmente erano già insite nei brani stessi, attendendo solo il momento di essere evidenziate all’interno di un contesto adeguato. La prevendita è in corso. ilRossetti news È in arrivo al Rossetti il musical Priscilla Provini l’8 aprile per il bimbo interprete di Benjamin Attenzione Trieste! Arriva Priscilla! L’evento musical con cui il Teatro Stabile regionale chiude la propria stagione, invaderà di allegria, hit musicali e colore la città, già ben prima che il celeberrimo bus rosa con cui i protagonisti dello scatenato spettacolo attraversano l’Australia, “parcheggi” sul palcoscenico del Politeama Entro venerdì 5 aprile bisogna prenotarsi per partecipare alla preselezione che si tiene lunedì 8 aprile al Politeama. Si cerca il bambino che interpreterà Benjamin, figlio di Marion e Tick, uno dei protagonisti dello show. Il testo vuole che la mamma lo abbia cresciuto insegnandogli ad essere dolce e senza pregiudizi. inbreve DEBUTTA “FIONA”: UN INCONTRO DI PRESENTAZIONE CON L’AUTORE E LA COMPAGNIA Martedì 16 aprile alle 17.30 al CaféRossetti avrà luogo un incontro di presentazione dedicato allo spettacolo di produzione Fiona, tratto dall’omonimo romanzo di Mauro Covacich. Lo spettacolo, che offre un interessante sguardo sulle inquietudini contemporanee debutterà la sera stessa alla Sala Bartoli. Alla discussione sarà presente l’autore assieme ad Andrea Liberovici – cui si devono adattamento musiche e regia dello spettacolo – ed al protagonista Orlando Cinque. Interverranno la professoressa Cristina Benussi e il direttore dello Stabile Antonio Calenda. Rossetti… Gli appassionati e gli spettatori più curiosi tengano dunque d’occhio il sito del Teatro e la pagina Facebook perché Priscilla-La regina del deserto, pluripremiato e irresistibile musical dalla colonna sonora composta di successi degli anni 70 e 80, sarà preceduto da una scia di iniziative divertenti e anche abbastanza inconsuete… Per iniziare, anche quest’anno, il cast ufficiale ha bisogno di un “completamento” un piccolo protagonista che – come è già accaduto lo scorso anno per Elisabeth – viene reclutato proprio “su piazza”. Forza dunque, ai bambini di Trieste che amano cantare e desiderano fare un’esperienza da “professionisti” fra attori, scene e costumi veri! Trieste a Teatro - aprile marzo2013 2013 Gli aspiranti attori devono avere fra i 7 e i 10 anni, possedere doti di recitazione e canore. Al provino verrà richiesto di cantare una canzone (solo voce o con base registrata) e una prova di attitudine alla recitazione. La commissione giudicatrice è composta da Luciano Pasini e Daniela Ferletta – rispettivamente direttore e insegnante di educazione musicale della Scuola “Starts Lab” che opera in collaborazione con lo Stabile – e da personale del Teatro. Verranno scelti 10 bambini fra i quali, in una successiva selezione finale, l’assistente alla regia di Priscilla individuerà coloro che si alterneranno nel ruolo di Benjamin, entrando nel “cast” del musical. Iscrizioni al numero 040-3593537. FRANCO RICORDI ILLUSTRA IL SUO LIBRO SU SHAKESPEARE Martedì 23 aprile alle 17.30 alla Sala Bartoli si terrà la presentazione del libro Shakespeare filosofo dell’essere di Franco Ricordi attore, regista, direttore artistico e scrittore. Al dibattito – che sarà a ingresso libero – sono previsti molti interventi, fra cui quello di Antonio Calenda e dello stesso autore. Il libro indaga l’influenza del Bardo – che oltre che uomo di teatro è stato anche profondo filosofo – sul mondo moderno e contemporaneo. 17 Ritorna in scena il Palio Teatro Scuola Il 9 e il 10 aprile l’attesa sfida fra le scuole superiori Periodico del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia redazione Largo Giorgio Gaber, 1 34126 Trieste tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it [email protected] Lo spettacolo vincitore della XXIII edizione del Palio Teatro Scuola presentato dall’Istituto Magistrale G. Carducci Il 9 e il 10 aprile il Teatro Stabile ospita, dopo il successo dello scorso anno, il Palio Teatro-Scuola organizzato dall’ Associazione Culturale “Teatro degli Asinelli”. La manifestazione che è arrivata alla sua XXIV edizione, coinvolge un notevole numero di scuole superiori i cui allievi costruiscono, recitano e presentano in piena autonomia e con talento spettacoli che spesso hanno positivamente stupito la giuria di esperti che segue la sfida. Le performance sono tutte aperte al pubblico e il biglietto si potrà acquistare alla biglietteria del Rossetti nelle giornate di spettacolo (euro 10,00 per una giornata; euro 18,00 per le due giornate). Ecco il programma della manifestazione: MARTEDÌ 9 APRILE (inizio spettacoli ore 18:00) IST. TEC. PER GEOMETRI M. FABIANI Capolinea 2012 di Ilaria Marcuccilli regia di Ludovica Papa e Simone Ferrari IST. D’ARTE E. e U. NORDIO Questo non è uno spettacolo di Maria Orrano regia di Maria Orrano e Carlo Caccialanza 18 LICEO SCIENTIFICO G. OBERDAN Il bicchiere di carta di Michele Amodeo regia di Michele Amodeo LICEO CLASSICO F. PETRARCA Il Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupéry. Elaborazione del testo e regia di Beatrice Achille MERCOLEDÌ 10 APRILE (inizio spettacoli ore 17:30) IST. TEC. COMMERCALE L. DA VINCI E G.R. CARLI con annesso IST. PROFESSIONALE S. DE SANDRINELLI Uno strano caro amico di Pasquale Calvino. Elaborazione del testo a cura di Emanuele Giorgi e Michela Mis regia di Gheorghe Bocmari LICEO CLASSICO D. ALIGHIERI La parola ai giurati di Reginald Rose, regia di Silvia Trampus LICEO SCIENTIFICO G. GALILEI Here comes the journey di Sara Pincin, regia di Sara Pincin IST. MAGISTRALE G. CARDUCCI Taxi a due piazze di Ray Cooney regia di Giorgia Kakovic e Simone Starc Anno XXI - numero 217 5 aprile 2013 Aut. Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 stampa Stella Arti Grafiche Trieste direttore responsabile Stefano Curti testi di Ilaria Lucari redazione Greta Petronio Dorja Bogovic ilRossetti news la cultura, Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni. La Fondazione lo crede da sempre. quasi un processo di “geminazione” Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più. La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo. Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione). Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio. Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare. Che potremo condividere e scambiare con altri. La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale. il colore del benessere sociale