Chiavi di lettura della parabola del piccolo seme che cresce da solo di Marco 4,26-28 e del granello di senapa Matteo 13,31-32 DA TENERE PRESENTE CON LA PARABOLA DEL SEME CHE CRESCE DA SOLO Marco 4,26-28 Dentro la terra umida il seme si spacca e ne esce un codino verso il basso (la radice) e uno stelo verso l’alto (il germoglio), che dopo qualche tempo, presenta delle piccole foglie, e poi frutti. Di tutto questo lavorio non si vede niente. Ed è proprio sul non vedere che si basa il racconto di Gesù: il regno di Dio è presente, anche se nascosto come il seme, e darà i suoi frutti. Quindi importante pazientare, sapere che il tempo di attesa è un tempo che permette di lasciare le cose che non contano per crescere. La trasformazione, il passaggio avviene quando si vive fino in fondo ogni tappa di crescita, senza saltare o far saltare quelle che sembrano troppo impegnative PASSAGGI POSSIBILI DA VIVERE A PASQUA CON QUESTA PARABOLE: Tristezza– gioia Buio-luce Freddo della solitudine che si prova sotto terra, il calore che si prova quando si esce. È il calore della vita che continua dopo aver passato momenti bui. È la resurrezione: si rinasce dopo un’esperienza difficile, faticosa, che ha richiesto di morire all’avere tutto subito, senza fare fatica. Caduta-possibilità di ricominciare sempre Importante individuare con i bambini le cose che costano fatica, che si vorrebbe non fare. Sperimentando la fatica di fare da soli aiutarli a rivolgersi a Gesù per chiedere e trovare il lui la forza di attraversare ogni fatica, ogni tristezza e dolore. E’ Gesù, la sua parola questo regno, questo seme che muore per dare a tutti la possibilità di trovare casa nei suoi rami, nel suo abbraccio. È l’abbraccio che ci dona nella croce. Lì Gesù ci mostra quale strada ha percorso per far crescere in noi l’amore di Dio. La scelta a cui Gesù si sottopone apre ogni nostra morte alla speranza di una vita che può rifiorire. Proprio dando la sua vita fino in fondo, senza lasciarsi tentare di rispondere alla violenza con la violenza, ma rispondendo all’odio con amore, con il perdono, fa ripartire la vita in un altro modo, fuori dalla mentalità comune. Anche oggi abbiamo bisogno di non lasciarci tirare dentro a questa cultura violenta, che vuole sopraffare sugli altri ponendo come vere le proprie ragioni di rivincita, di giustizia. E’ questo amore di Gesù, che scende sulla nostra terra e la fa fiorire di vita nuova. E’ con lui nel cuore che riusciamo a fare frutto, non fosse altro che quello di avere fiducia di poter ricominciare anche quando sbagliamo. E’ questo suo amore che permette di ricominciare quando ci si trova fermi appesantiti dai nostri fallimenti. Lui ci dona la forza di ripartire in modo nuovo, accompagnandoci, portando con noi ogni nostro dolore. E’ da questo suo dono che nasce la chiesa, una chiesa che è formata da tutti noi, che accogliendo Gesù e la sua parola, ci sentiamo a nostra volta chiamati a far morire quello che non ci permette di accogliere chi ci è vicino. Quindi anche noi, anche i bambini, lasciando i tornaconti personali, facendo morire il voler competere e dominare sugli altri ecc… diventeremo piccoli, grandi alberi che portano frutti di accoglienza, di perdono, di condivisione ecc… UNA SCUOLA HA COINVOLTO I GENITORI COSI’: COSTRUZIONE DI UN CARTELLONE SUDDIVISO IN DUE PARTI: nella prima, abbiamo invitato genitori e bambini ad incollare la sagoma di tanti semini sui quali scrivere qualcosa di loro o della loro vita che avrebbero voluto far “morire”, eliminare dal proprio quotidiano, che non permette loro di vivere relazioni che scaldano il cuore ; nella seconda, invece, sono state incollate le sagome di tanti fiori (o alberi con frutti) che riportavano, sui loro petali, i propositi, le scelte possibili per far nascere, crescere, custodire e coltivare la vita ricevuta in dono.