01/07/2009
INDICE
TESTATA
DATA ARTICOLO
TITOLO
PAGINA
01/07/2009
In vacanza state attenti amenù e alimenti
taroccati
1
01/07/2009
IL LATTE ITALIANO PIANGE SUGLI USA
2
Gazzetta d'Alba
30/06/2009
IL PARERE DELLA COLDIRETTI
3
Gazzetta d'Alba
30/06/2009
Le vigne daranno energia?
4
24/06/2009
Il mercato contadino
5
Il Giornale del Piemonte
01/07/2009
Coldiretti Al mercato antico spuntano primizie
6
Il Giornale del Piemonte
01/07/2009
Un nuovo bando per proteggere la qualità
7
La Bisalta
26/06/2009
L’albicocco di Costigliole Saluzzo
8
La Bisalta
26/06/2009
Insieme per valorizzare il cuneese
9
01/07/2009
Nei vigneti la conta dei danni dopo il flagello
della grandine
10
La Stampa ed. Cuneo
01/07/2009
La Coldiretti e il cibo «a chilometri zero»
11
La Stampa ed. Cuneo
01/07/2009
Cinque idrovore per battere la siccità
12
Notizia Oggi ed. Vercelli
15/06/2009
Coldiretti:oggi l'assemnlea sulle problematiche
risicole
13
Notizia Oggi ed. Vercelli
22/06/2009
Riso: è "allarme rosso"
14
01/07/2009
Poca pubblicità, mercato deserto
15
City
City
Economy
Economy
Gazzetta d'Alba
Il Canavese
Il Canavese
Il Giornale del Piemonte
La Bisalta
La Stampa ed. Alessandria
La Stampa ed. Alessandria
La Stampa ed. Cuneo
Notizia Oggi ed. Vercelli
Torino Cronaca
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01/07/2009 - pag. 6
01/07/2009
In vacanza state attenti amenù e alimenti taroccati
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01/07/2009 - pag. 44
01/07/2009
IL LATTE ITALIANO PIANGE SUGLI USA
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30/06/2009 - pag. 40
01/07/2009
Gilli: servono azioni concrete
IL PARERE DELLA COLDIRETTI
La protesta dei cinghialisti tocca da
vicino anche il mondo degli agricoltori.
Qual è la posizione di Coldiretti? «Si è
aperta una riflessione sull’Atc Cn-5;
stiamo verificando se esistono le
condizioni
per
proseguire
la
collaborazione. La gestione del territorio
deve passare sicuramente attraverso la
cooperazione coi cacciatori, però servono
azioni concrete. In ogni caso, cercheremo
di tutelare gli agricoltori e non escludiamo
alcun tipo di provvedimento. Torneremo
alla carica per consentire l’autodifesa delle
proprietà, anche perché con le soluzioni
finora adottate non è stato risolto l’annoso
problema dei cinghiali. Siamo disposti a
sederci intorno a un tavolo, a patto che
esista la concreta volontà di affrontare le
problematiche», ha dichiarato Cesare
Gilli, responsabile albese di Coldiretti.
e.f.
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30/06/2009 - pag. 53
01/07/2009
Le vigne daranno energia?
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24/06/2009 - pag. 14
01/07/2009
Il mercato contadino
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01/07/2009 - pag. 8
01/07/2009
Coldiretti Al mercato antico spuntano primizie
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01/07/2009 - pag. 7
01/07/2009
Un nuovo bando per proteggere la qualità
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26/06/2009 - pag. 33
01/07/2009
L’albicocco di Costigliole Saluzzo
L’albicocco di Costigliole Saluzzo è
una varietà tipica delle colline
Saluzzesi, ha le dimensioni ridotte, ma
il suo profumo e sapore è
particolarmente accentuato, diverso,
terribilmente diverso perché? Questo
albicocco, quasi per continuare a
rimarcare
che
la
zona
era
particolarmente occupata da gente
(tipico dei provenzali) con i capelli
rossi e lentiggini, ha sulla superficie
delle piccole macchie nere e alcune
sfumature rossastre. E’ un albicocco
che non teme confronti, è il più
buono, ed è di dimensioni ridotte
perché il consumatore diversamente
diventerebbe dipendente. La storia
dell’albicocco in Piemonte è antica,
basti citare il “Prontuario” scritto e
stampato a Mondovì nel 1564 da
Volpisco come “Armognengo” e
definisce che i termini derivati sono
armognà e armognan. Il Cav. Vittorio
Righini, nel suo Gran Dizionario del
1859 scrive Armognan: Armeniaca o
meliaca. Frutto dell’armellino o
meliaco;
oggidì
albicocco.Pianata
indigena dell’Armenia, d’onde fu
trasportata in Italia. Questa è una
tematica da spiegare nelle scuole,
dove i ragazzi oltre non avere una
cultura generale,(dicono perché sono
senza testa, oppure il corpo degli
insegnati ha poca capacità di
divulgazione e poca vivacità di dialogo
della materia che insegna di cui vanta
il titolo di dotto?) non conosce
l’origine e la storia dell’unica fonte di
vita
necessaria:
l’alimentazione.
Doglio, scrive nel suo testo che in
dialetto Monferrino si chiama Armognà
o Armognan e che deriva dal tardolatino Umiliaca o Meliaca, che
significa proveniente dall’Armenia. Su
alcuni vocabolari, alla voce armellino,
troviamo albicocco. Il termine
albicocco deriva dall’arabo al-barqùq e
dal latino praecoquus, in sintesi
precoce,è il primo frutto che matura
sull’albero e la pianta ha necessita di
un esposizione al sole, senza ombra.
Questo frutto è ricco di Vitamina A,
ma possiede un grande contenuto di
potassio e molto scarso di sodio.
L’albicocco rientra nei frutti che tutto
veniva usato e nulla cestinato nei
rifiuti. Quando l’abbondanza era grazie
ricevuta da madre natura, i frutti
venivano essiccati, i noccioli spaccati
e le mandorle essiccate, venivano
anche messe in soluzioni di sciroppo
di zucchero. I noccioli privi delle
mandorle, usati per accendere le
cucine economiche e prima messi nei
camini. Attenzione alle mandorle delle
albicocche perché contengono un
glucoside di nome amigdalina derivato
dalla condensazione di una molecola
di mendelonitrile con una molecola di
genziobiosio e, per azione enzimatica,
una volta ingeriti, si scinde svolgendo
acido cianidrico. Sappiate che 60 gr.
di mandorle amare sviluppano circa 6
cg di acido cianidrico, dose che risulta
mortale per un essere umano in buona
salute. Per ottenere un ottimo
amaretto, veniva aggiunto una
percentuale di circa 2 gr. di mandorle
dell’albicocco ogni Kg. di farina, ma
non soltanto, infatti in alcune ricette di
Bònet, si trova come ingrediente
accessorio la mandorla d’albicocco. Il
premio nobel G.S.Whiple, negli anni
trenta sosteneva che con una grande
quantità nell’alimentazione quotidiana si
otteneva lo stesso beneficio del fegato,
cioè provocava la rigenerazione
dell’emoglobina. Sull’albicocco ci sono
stati molti studi e molti benefici sono
stati dichiarati se entra a far parte
dell’alimentazione settimanale, ma la
sua presenza nei mercati è molto
legati alla fine della primavera e inizio
estate, pertanto poco rilevante come
cura di prevenzione a livello merce
fresca. L’albicocco, in generale,
quest’anno ha raggiunto prezzi elevati,
si possono trovare da un euro e
novanta centesimi a quattro euro al
Kilo, mi domando come il ceto più
indigente può acquistarli. Parlo di una
frutta che è presente sul territorio, non
ha necessità di trasporto, non ha
necessità di grande pubblicità perché
piace a tutti, non ha necessità di
confezionamenti pregiati perché si
acquista allo stato sfuso, ed allora
come si giustifica questi prezzi? Per
mia fortuna, ho degli alberi che guardo
con cura perché oggi li definisco
produttori di perle arancione con
puntine di diamante nero, se continuerà
così troverete gli albicocchi in
oreficeria e venduti a pezzi, ma ai
contadini quanto li pagano? Poco,
tremendamente poco, ed allora sorge
come sempre la domanda: “ Chi è che
fa lievitare i prezzi?” Chissà…
SILVANO OSELLA
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26/06/2009 - pag. 25
01/07/2009
Insieme per valorizzare il cuneese
La valorizzazione del territorio e delle sue
risorse artistiche, storiche, naturalistiche e
enogastronomiche ed il desiderio di creare
un senso di identità e di appartenenza per
la promozione delle bellezze piemontesi,
sono gli obiettivi che accomunano
Coldiretti e l’Associazione di enti locali Le
Terre dei Savoia. Da questa condivisione
di obiettivi comuni è nata una proficua
collaborazione che prenderà il via con un
primo interessante appuntamento in
programma nella giornata di domenica 28
giugno a Racconigi in occasione del
“Trovarobe”, Mercato dell’Antiquariato.
Nell’incantevole scenario che vede il
castello Sabaudo fare da cornice, dalle
9.00 alle 19.00 i visitatori avranno la
possibilità di ammirare e conoscere quanto
di meglio offre l’agricoltura del territorio
cuneese. Oltre alle bellezze storico e
culturali, saranno infatti protagoniste
anche le eccellenze delle produzioni
agricole
ed
artigianali,
grazie
all’allestimento di un caratteristico
mercato di vendita diretta. Le moltissime
bancarelle ricreeranno l’atmosfera di un
borgo antico e proporranno a visitatori e
golosi pane, pasta, salumi e formaggi,
vini, miele, marmellate, frutta e verdura
fresca di stagione e molto altro ancora.
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01/07/2009 - pag. 61
01/07/2009
Nei vigneti la conta dei danni dopo il flagello della grandine
TORTONA E’ stata disastrosa anche per la
produzione vitivinicola la grandinata che
venerdì si è abbattuta sul Tortonese. I
danni oscillano fra il 20 e il 70%. La zona
più colpita è quella di Montemarzino,
tanto che le conseguenze, secondo i
viticoltori, si ripercuoteranno anche sulla
produzione
del
prossimo
anno.
«L’epicentro è stato da località Reguardia
di Montemarzino alla frazione Barca spiega Mauro Colombo, direttore della
Cantina sociale di Tortona -. Qui il 70%
del raccolto è fortemente compromesso.
Colpita anche la zona tra Volpedo e
Monleale, e poi quella di Brignano,
Casasco e Pozzol Groppo, la zona di
Berzano e la prima fascia collinare di
Tortona, seppur via via in misura
inferiore». A Montemarzino ci sono circa
40 aziende vitivinicole, tutti soci
conferitori della Cantina sociale di
Tortona. La produzione non è altissima,
ma la qualità è elevata. «Dopo la
grandinata non è rimasto più niente - dice
Davide Daffonchio, consigliere della
Cantina sociale, la cui azienda in località
Reguardia conta circa 3 ettari di vigneti -:
in 20 minuti ha spazzato via tutto il
raccolto. Avevamo già fatto i lavori di
manutenzione, i primi trattamenti per la
flavescenza, quelli per la peronospora e
tutti gli altri. Ora bisognerà ripeterli e il
raccolto è perso, la vendemmia finita
prima ancor di cominciare. I chicchi
hanno spaccato i tralci, rotto la corteccia:
la vite è malata, dovremo curarla e ci
metterà un po’ prima di riprendersi. La
grandinata ha colpito in particolare la
parte alta, una striscia di terra che include
la Giarella». E’ andata un po’ meglio a
Monleale, dove si conta il 40% di danni,
ma Valter Massa, titolare dell’omonima
azienda, è ottimista: «Abbiamo avuto
grandinate peggiori. A prescindere dal
quantitativo che la grandine ha
mediamente distrutto, con le giornate
lunghe di questa stagione la vite avrà la
possibilità di sopperire al fermo biologico
di circa 10 giorni causato dal trauma
subìto. Il danno è diffuso un po’ in tutte le
varietà di vigne, ma niente di
compromesso. Può darsi che non si ottenga
una qualità eccezionale. Sono a rischio le
viti più pregiate da cui si ricavano le “cru”
Bigolla, Cerreta, Costa del Vento e Sterpi,
ma da qui a settembre si vedrà. Mal che
vada faremo del normale Barbera.
Dobbiamo ancora iniziare i diradamenti e
butteremo via l’uva più colpita, mentre
abbiamo già iniziato i trattamenti
antiperonosporici».
MARIA TERESA MARCHESE
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01/07/2009 - pag. 74
01/07/2009
La Posta dei lettori
La Coldiretti e il cibo «a chilometri zero»
Anche Racconigi ha ospitato il mercato di
vendita diretta, in occasione del
Trovarobe, mercatino dell'antiquariato e
del collezionismo: numerosi produttori
agricoli e artigianali, provenienti da tutta
la provincia, hanno proposto frutta e
ortaggi, freschi e trasformati, vini, farine
locali, formaggi, biscotti e pasta: tutto
made in Cuneo. Tracciabilità, qualità e
rispetto della stagionalità, uniti a prezzi
equi sono i fondamenti di tali mercati, che
rappresentano pertanto ottime occasioni
d'acquisto di alimenti genuini a kmzero.
Con lo sfondo del Real castello sabaudo,
il mercato di «Campagna Amica»
racconigese ha accolto un numeroso
pubblico di visitatori, che ha molto
apprezzato la vendita diretta dei
prestigiosi prodotti della terra. La formula
del mercato di «Campagna Amica sta
ottenendo una buona risposta da parte dei
consumatori, sempre più sensibili alla
spesa di qualità. Obiettivo dell'iniziativa,
che moltiplicherà gli appuntamenti in tutta
la provincia, è abbattere le distanze fra
chi produce e chi acquista, rendendo così
la filiera di prodotto trasparente e
riconoscibile. La sinergia fra Terre dei
Savoia, Coldiretti e Confartigianato è
volta principalmente alla valorizzazione
del territorio, delle sue bellezze artistiche
e artigianali, unite alle prestigiose
produzioni agricole, fatte di tradizione e
grande qualità.
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01/07/2009 - pag. 60
01/07/2009
Cinque idrovore per battere la siccità
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15/06/2009 - pag. 17
01/07/2009
Coldiretti:oggi l'assemnlea sulle problematiche risicole
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22/06/2009 - pag. 12
01/07/2009
Riso: è "allarme rosso"
Pag 14
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01/07/2009 - pag. 18
01/07/2009
Poca pubblicità, mercato deserto
ÔCarmagnola Che la pubblicità sia l’anima
del commercio lo conferma “Chilometri
Zero & dintorni”, il mercato direttamente
dal produttore al consumatore che si tiene
ormai da alcune settimane ogni giovedì
pomeriggio, dalle 15 alle 19, sotto la
tettoia di piazza Martiri. A più di un mese
di vita, ancora pochi clienti, sebbene la
filiera corta piaccia e non poco. «E’ la
prima volta che veniamo qui - spiegano
Loris ed Erica - lo abbiamo saputo dal
passaparola». «I prezzi? Non li
guardiamo. Preferiamo pensare alla qualità
e alla freschezza dei prodotti». Undici
banchi in fila, dai più classici ortaggi ai
formaggi, carne, e perfino fiori. Tra i
cartelli esposti spiccano quelli delle uova
a 2,50 euro la dozzina, albicocche a 2,50
euro al chilo, o pomodori «cuore di bue»
a 2 euro al chilo. Tutto dalle aziende
agricole di Carmagnola o dalle immediate
vicinanze, Poirino e Isolabella. L’iniziativa
è firmata da Coldiretti e fa il paio con
“Farmer Market”, che si svolge nella piazza
del Comune in coincidenza con il
Mercantico, la seconda domenica del
mese. Per Laura e Matteo, habitué del
giovedì, «si risparmia anche in benzina e
gasolio: quindi, in inquinamento ». C’è
anche chi, come Filippo, preferirebbe
spendere meno, ma alla fine torna a casa
con la borsa piena: «Meglio del mercato
del sabato e meno caotico». Meno
caotico, certo. È proprio questo il
rammarico degli espositori: «Non si è
fatta abbastanza pubblicità », dicono. Da
Coldiretti, il segretario di Zona
Gianfranco Foco replica: «I produttori
hanno ragione. Rimedieremo. L’e s p
erienza di Chieri insegna però che per
decollare serve tempo: in un anno, i
partecipanti sono aumentati da 12 a 20.
Bisogna organizzarsi e avere pazienza ».
Luca Mazzardis
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