14 dicembre2001 DERMATOLOGIA LEGAITALIANAPERLALOTTACONTROITUMORI Che fare per i sintomi da freddo sulla pelle Una stella per combattere con noi Non allarmatevi. È probabile che non abbiate protetto la pelle dal rigore invernale I preparativi per il Natale ed i festeggiamenti di fine anno volgono al termine e camminando per le strade si respira una piacevole atmosfera di attesa. Le temperature rigide costringono a muoversi ben vestiti lasciando scoperti soltanto il volto e le mani, che rimangono così esposti alle intemperie. Può allora accadere che all’improvviso la pelle si presenti secca, arrossata o coperta da fastidiose screpolature, accompagnate da prurito o bruciore. Se presentate questi sintomi non vi allarmate; infatti è difficile che siate affetti da una malattia dermatologica. È probabile invece che non abbiate sufficientemente curato e protetto la pelle dal rigore invernale. Forse non tutti sanno che in questa stagione il clima freddo, il vento, l’inquinamento atmosferico e le normali attività quotidiane, possono avere effetti dannosi sulla pelle. Infatti i frequenti sbalzi di temperatura cui ci esponiamo (ad esempio passando bruscamente dall’esterno ad un ambiente riscaldato), disidratano la pelle che diventa secca e facilmente irritabile. Allo stesso tempo il riscaldamento nelle case provoca un’ulteriore perdita del- l’idratazione cutanea, mentre i lavaggi con acqua calda a volte scatenano un eczema. Non bisogna scordare che durante l’inverno la pelle è esposta non solo al freddo ma anche ai raggi solari, che danneggiano la cute anche in questa stagione. Spesso ci ricordiamo di curare la pelle soltanto d’estate mentre le nostre attenzioni vanno in letargo durante l’inverno, con il risultato di avere frequenti problemi dermatologici. Per evitare spiacevoli fastidi è utile seguire un semplice decalogo per la corretta cura della pelle nei mesi invernali. Innanzitutto è importante proteggere adeguatamente la pelle prima di esporsi all’aria aperta. Una sciarpa sul viso e i guanti sulle mani (soprattutto nei bambini ed in chi ha la cute molto delicata come gli atopici) sono una prima efficace difesa dagli effetti dannosi delle intemperie. Bisogna evitare lavaggi con acqua troppo calda poiché possono causare una fastidiosa irritazione, soprattutto se la cute secca. Se fate la doccia tutti i giorni utilizzate un detergente molto delicato ed idratate con regolarità la pelle, preferendo prodotti senza conservanti, coloranti e profumi. Infatti la costante idratazione della cute e la scelta del giusto sapone spesso sono sufficienti ad evitare problemi di secchezza. Questi accorgimenti sono ancora più importanti nei bambini che, avendo una pelle più delicata e fragile sono maggiormente esposti agli effetti dannosi del freddo, del vento e/o dei bruschi sbalzi di temperatura. Anche se non siamo in estate i raggi ultravioletti A e B continuano a colpire la pelle, potendo causare danni. E’ allora importante proteggere la cute con adeguati schermi, i n p art i co l ar e s i la v or a all’aperto e durante i soggiorni in montagna. Non dimenticate che la morbidezza e l’elasticità della pelle dipendo no dal s uo c on te n u to d’acqua che possiamo apportare sia dall’esterno (con le cre m e i drata n ti) c he dall’interno; è perciò importante bere molto anche nei mesi invernali. Inoltre una dieta equilibrata che contenga frutta e verdura può contribuire, per il suo contenuto di vitamina A, C ed E (utili a combattere le sostanze che causano l’invecchiamento cutaneo), al benessere della pelle. Infatti la cute, organo più esterno del corpo e vero e proprio confine fra il nostro Io ed il mondo esterno, finisce per essere uno schermo su cui proiettare le emozioni e gli stati d’animo; basta pensare al rossore che compare per rabbia o vergogna, al pallore che insorge dopo uno spavento o alla sudorazione che accompagna gli stati di tensione. Le condizioni della pelle possono diventare allora un modo non verbale per comunicare e trasmettere il nostro benessere interiore ed esteriore. In conclusione cerchiamo di fare un po’ di attenzione a questo organo così superficiale ed a volte trascurato. Avremo così una pelle in buona salute ed in grado di “regalare” emozioni e sensazioni piacevoli anche con una semplice carezza. Buon Natale. dott. Bellini Maurizio specialista in dermatologia Per ulteriori Informazioni: Tel. 055705351 email: [email protected] http:// www.studioagape.com Redazione giornale: Tel.055340811 Fax 055340814 email: [email protected] OMEOPATIAOMOTOSSICOLOGIA Arteriosclerosi e colesterolo Un riepilogo dei consigli per evitare questa patologia (3ª parte) Il colesterolo è una sostanza che fa parte del nostro organismo. Lo si ritrova in ogni cellula, in quanto entra a far parte della membrana cellulare; il cervello è un organo molto ricco di colesterolo, anche molte sostanze ormonali lo contengono, specie gli ormoni sessuali. Ricordiamoci anche che l’organismo stesso produce colesterolo, solo il 20-30% proviene dal cibo. L’organo più coinvolto nel metabolismo di questa sostanza è il fegato, assieme all’azione enzimatica del pancreas; molte ipercolesterolemie sono infatti dovute ad un rallentamento o ad un danneggiamento delle funzioni epatiche. Quest’ultimo è un concetto molto importante in omeopatia, poiché sottolinea ancora una volta l’importanza del cosiddetto “drenaggio”: spesso è sufficiente “pulire” il fegato per avere un netto miglioramento dei parametri di laboratorio. Abbiamo però citato una sostanza, il mese scorso, che si chiama omocisteina: che cosa è? Nel corpo umano esistono meccanismi di controllo che servono, per esempio, per riparare il Dna (sede del patrimonio genetico), per prevenire mutazioni delle cellule, per produrre sostanze ormonali anti-invecchiamento: uno di questi meccanismi si chiama metilazione. Una sostanza che fornisce gruppi metilici per la metilazione è la metionina; questa è pagina precedente un aminoacido che, una volta ceduto il suo gruppo metilico, si trasforma in omocisteina. In condizioni normali, l’omocisteina si ricicla a metionina grazie a dei nutrienti come la vitamina B12, la vitamina B6, l’acido folico, ecc… È chiaro che se per caso questi nutrienti non sono presenti nel cibo o comunque vengono a mancare, l’omocisteina si accumula nell’organismo depositandosi nella parete delle arterie. È ormai accertato che la presenza di alti livelli di omocisteina nel sangue sia un fattore di rischio vascolare molto più fedele del vecchio esame del colesterolo. Come possiamo osservare da questi semplici dati, il sistema di “riciclo” delle sostanze per il nostro corpo è un fatto normale; è però sempre necessario apportare sostanze nutritive fresche affinché non si inceppino certi meccanismi. È come avere una splendida automobile: se non usiamo il carburante di qualità e nelle dosi giuste, avremo sì un bell’autoveicolo, ma che non si muove. Se avete seguito gli articoli precedenti, penso che si possa già intuire una traccia sulla quale impostare alcuni elementi di terapia. Il primo consiglio da dare è quello alimentare; nel senso che bisogna consumare più fibre alimentari, come verdure fresche, cereali integrali biologici, legumi, frutta fresca. Questo consente di mantenere pulite le anse intestinali, il che significa assorbire meno tossine. Il pesce, come abbiamo già visto, è molto utile, da assumere almeno due volte la settimana. Importante è l’acqua da bere, con le caratteristiche che abbiamo già citato, ed evitare di bere acqua clorata o che contenga metalli pesanti. Ovviamente il fumo attivo e passivo è un grosso fattore di rischio cardio-vascolare. Bisogna, inoltre, ridurre il consumo di zuccheri raffinati di qualsiasi tipo ed eliminare la caffeina; ridurre il consumo di alcolici ed evitare i l p i ù acc u r a ta m e n te possibile gli oli poliinsaturi (oli fritti pluriutilizzati, margarine, grassi rancidi, ecc). Molto importante è il moto: fare un attività fisica leggera ma regolare e costante è un buon sistema per mantenere le proprie arterie pulite e ben funzionanti. Poiché abbiamo bisogno di nutrienti fondamentali per poter eliminare i prodotti di scarto metabolici, è necessario procurarceli con cibo fresco: chi soffre di problemi circolatori o di ipercolesterolemia deve necessariamente assumere alimenti biologicamente validi e non di cibi conservati, inscatolati, surgelati e quant’altro. Per quanto riguarda la terapia naturale, oggi esistono in commercio dei prodotti molto validi e, soprattutto, innocui. Uno dei cardini della cura dell e i p e rco l e s t e r ole m ie è rappresentato dal drenaggio epatico: un fegato ben funzionante e pulito costituisce uno dei fattori terapeutici di base per queste malattie. Molto frequentemente il paziente ha carenze sia vitaminiche che di sali minerali, a causa del pessimo cibo che assume; è indispensabile, allora, che il medico prescriva assieme alla dieta degli idonei e ben dosati integratori di queste sostanze, possibilmente di provenienza naturale (minerale o vegetale). Cito per ultimo, ma non come importanza, lo stress: è stato già ampiamente dimostrato che esso possa far aumentare, talvolta anche in modo decisivo, i valori di colesterolo nel sangue. In conclusione, il miglior approccio terapeutico nelle ipercolesterolemie e nell’arteriosclerosi è di tipo olistico: da una parte la modifica di certe abitudini alimentari e voluttuarie non salutari, dall’altra il ricorso a specifici prodotti ad azione in parte drenante, in parte di tipo integrativo; il medico deciderà se poi sia necessario ricorrere al farmaco chimico oppure no. dott. Danilo Vaccai medico chirurgo-omotosicologo specialista in reumatologia Info presso la nostra redazione: tel. 055340811, fax 055340814 [email protected] Fino al 23 dicembre la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Firenze sarà nelle piazze della città per offrire una Stella di Natale a tutti coloro che vorranno combattere insieme a noi la malattia oncologica. La raccolta di fondi è destinata alle attività e ai servizi dellAssociazione. Prima: prevenzione e informazione, lotta al tabagismo, corsi per smettere di fumare, attività di prevenzione del fumo attivo e passivo ed educazione alimentare nella scuola inferiore media e superiore. Durante: assistenza domiciliare ai malati con volontari e gestione degli ausili e delle pratiche. Dopo: riabilitazione psicofisica delle donne operate di tumore al seno. Saremo presenti a Firenze in via Roma ang. via Tosinghi, via Calimala ang. Orsanmichele, piazza della Repubblica, piazza Dalmazia, piazza delle Cure e il giorno 15 a Fiesole in piazza Mino. Negli stessi giorni lofferta delle Stelle di Natale avrà luogo in altri comuni, fra i quali Scandicci, Lastra a Signa, Signa, San Casciano, Malmantile, Mercatale, Spedaletto, Cerbaia, S. Quirico e Chiesanuova. CORSI Anno nuovo, sigarette addio! Voglia di smettere e di dire addio alle sigarette una volta per tutte? I gruppi per smettere di fumare uniniziativa della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Firenze ti danno la possibilità di farlo. I corsi sono articolati in gruppi di 15/18 persone intenzionate come te a smettere di fumare, sono condotti da psicologi e sono articolati in 10 sedute di unora e mezzo ciascuna. La durata complessiva è di circa un mese. In questi anni, il 70% dei partecipanti a fine corso ha vinto la dipendenza da fumo. Sono aperte le iscrizioni per i prossimi corsi: n Il primo, che si terrà il lunedì e giovedì dalle 18.30 alle 20 avrà inizio il 14 gennaio 2002; n il secondo che si terrà il martedì e il venerdì dalle ore 21 alle ore 22.30 avrà inizio il 15 gennaio 2002; n il terzo che si terrà il lunedì e il giovedì dalle ore 21 alle ore 22.30 avrà inizio il 21 gennaio 2002. Per ulteriori informazioni è a disposizione un numero verde 800.440.550. Per iscriversi è necessario presentarsi direttamente alla sede della lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, viale Volta 173, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18. OSTEOPOROSI Le sigarette? Sbriciolano le ossa Le sigarette non provocano solo cancro e infarto. Tra le molte patologie legate al fumo cè anche losteoporosi. Lo dimostra senza più alcuna ombra di dubbio unimponente ricerca presentata a Firenze, al Congresso di osteoporosi maschile, dal professor Giancarlo Isaia, docente di Medicina Interna allUniversità di Torino. Attualmente in fase di pubblicazione, la ricerca ha come titolo Esopo (un acronimo che sta per Epidemiological Study on the Prevalence of Osteoporosi) ed è il frutto di due anni di lavoro durante i quali sono presi in esame i casi di 4.679 uomini tra i 60 e gli 80 anni e di 9950 donne tra i 40 e gli 80. Due campioni molto vasti, selezionati a caso attraverso gli elenchi dei medici di famiglia. Condotto con il metodo degli ultrasuoni, il test ha fornito questi risultati. Degli uomini nella fascia di età compresa tra i 60 e i 69 anni il 7,9 per cento è risultato colpito da osteoporosi. Nella fascia detà superiore (70/79 anni) la quota è invece risultata del 13,3 per cento. Restringendo lindagine ai soli fumatori, è stato inoltre accertato che i soggetti normali, ovvero senza alcun sintomo di osteoporosi, fumavano da meno di 2,6 anni; gli osteopenici (ammalati potenziali) da 2,9 anni e gli osteoporotici conclamati da 4,1. «Queste cifre - ha spiegato il professor Isaia - mettono in chiara evidenza lo legame stretto tra sigarette e osteoporosi». Cifre che trovano una corrispondenza nella ricerca condotta sulle donne. I casi riscontrati di osteoporosi sono stati: il 4,4 per cento nella fascia tra i 40 e i 49 anni, l11,7 per cento in quella tra 50 e 59, il 28 per cento tra 60 e 69, il 41 per cento tra i 70 e i 79. Limitandosi alle sole fumatrici dichiarate, è stato accertato che le sane fumavano in media da meno di 2,2 anni, le osteopeniche da 2,6 e le osteoporotiche conclamate da 3,1. pagina successiva