Spedizione al Cho Oyu Diario di viaggio 15 aprile: Dopo sei mesi di duro lavoro di preparazione, è arrivata l'ora di partire alla volta di Kathmandu, prima tappa dell'avventura che mi porterà a tentare la salita al Cho Oyu, la sesta vetta del Pianeta con i suoi 8.201 mt. 16 Aprile: Arrivo a Kathmandu, dopo un volo di circa 10 ore, e sistemazione nell'albergo prescelto. Dopo aver sbrigato le ultime formalità per la spedizione, visitiamo la città ( foto 1). · Pashupatrinath, il tempio indù più importante del Nepal( foto 2,3). · Bandanath, la stupa (tempio buddista) più grande del Nepal e centro culturale buddista. Nei pressi abbiamo visitato altri monasteri tibetani. ( foto 4,5) · Durbar square, quartiere utilizzato da Bernardo Bertolucci per girare varie scene del film "Il piccolo Buddha" ( foto 6,7). · Swoyambhu, tempio buddista posto sulla cima di una collina da dove si domina la città ( foto 8,9). · Lalitpur, il quartiere più antico di Kathmandu, dove si possono ammirare ancora i palazzi e le architetture tipiche della capitale ( foto 10). 19 Aprile: volo Kathmandu­Lhasa. Con un volo di circa un'ora arriviamo a Lhasa, capitale del Tibet, mentre i nostri bagagli arriveranno a destinazione (campo base cinese via terra) ( foto 11). A Lhasa c'è il suggestivo circuito di pellegrinaggio medievale del Barkor, ricco di manufatti religiosi e di pellegrini in preghiera. Qui vi si trova il santuario del Jokhang, cuore spirituale del Tibet. Inoltre , sempre a Lhasa, abbiamo visitato il Potala, ovvero la dimora del Dalai Lama, costretto all'esilio dalle autorità centrali cinesi ( foto 12,13). · Vita al monastero di Gaden ( foto 14). · Visita a Drepung e Sera, due dei più grandi e meglio conservati monasteri del Tibet ( foto 15,16,17,18). 22 Aprile: Partenza alla volta di Tingri, viaggio che durerà in totale tre giorni in pullman ( foto 19). · Tappa n. 1: Lhasa­Gyantse. Causa frane e interruzioni per manutenzione, le due principali strade sono impercorribili, quindi si opta per la terza soluzione, ovvero scalare due passi, il passo Suge La ( 5.300 mt, il più alto di tutto il Tibet ) e il passo Dongu La (4.834 mt.). Arriviamo in tarda serata a Gyantse, circa 250 chilometri da Lhasa, nella valle del Nyangchu famosa per il Kumbum, il chorten (stupa) più grande del Tibet. Nella mattinata ci rechiamo in visita al Baiju Temple e al Gyamtesedzung ( foto 20,21). Nel pomeriggio partiremo alla volta di Xigatse. · Tappa n. 2: Gyantse­Xigatse. Dopo un viaggio di 90 chilometri arriviamo all'albergo di Xigatse, dove ci fermeremo fino al giorno successivo. In loco si visita il Zhashenlunbu Temple ( foto 22), dimora del Buddha più alto del Tibet, 27 metri rivestito di foglie d'oro. · Tappa n. 3: Xigatse­Tingri. 280 chilometri di duro sterrato e tre passi ad un'altitudine che fa già sentire la mancanza di ossigeno: Tra La, Chong La e il Maphu La , rispettivamente 3.925 metri, 5.200 metri e a 5.220 metri ( foto 23,24). 24 aprile ­ Si arriva così a Tingri ( foto 25), ad un'altitudine di circa 4.390 mt; non è sicuramente una città turistica, non c'è molto da vedere, ma le vedute dell'Everest e del possente massiccio del Cho Oyu compensano ampiamente questa mancanza. Siamo a pochi chilometri dal Campo Base Cinese, 38 Km di strada nuova, realizzata da qualche anno, che percorriamo in circa un'ora e mezza. 25 aprile ­ Raggiunto il Campo Base Cinese a 4.985 mt ( foto 26); qui dovremo attendere tre giorni, un giorno in più di quanto previsto, perché mancano gli yak adibiti al trasporto dei materiali per la spedizione. Avremmo dovuto trovarne 80 ma, per disguidi organizzativi, ne erano arrivati solamente 30. Questo comporterà che alcuni materiali importanti, come il generatore elettrico, arriveranno con due giorni di ritardo al campo base avanzato. 27 aprile ­ Finalmente è arrivato il giorno della partenza. Facciamo una tappa al Campo Base Intermedio ( foto 27) posto a 9 Km; ad attenderci 4 ore di passeggiata a 5.000 mt di altitudine. Una volta raggiunto il campo base intermedio, facciamo una sosta e dormiamo la notte. L'indomani partiremo per il campo base avanzato. 28 aprile ­ raggiunto in serata in Campo Base Avanzato(CBA) posto a 5.720 mt dove comincerà la fase di acclimatazione ( foto 28,29). FASE di SALITA 30 aprile: CBA ­Campo 1: percorriamo in 4 ore e 30 i 4 chilometri di terreno morenico pianeggiante con finale a sorpresa: un ghiaione alto 400 metri quasi verticale ( foto 30). Allestiamo, sotto una bufera di neve, le prime cinque tende che andranno a formare il campo 1 (6.400 mt). Si ritorna quindi al CBA per la notte e il successivo giorno di riposo (domenica 1 maggio). 2 maggio: CBA­campo 1: in mattinata si parte per il campo 1 e la tranquillità di aver già posizionato le tende ci induce a salire con passo più lento e assaporare così gli stupendi scenari che già si possono avere da queste montagne. Dopo 4 ore e 30, con lo zaino carico dei materiali per l'alta quota, raggiungiamo le tende al campo 1 e lì sosteremo per la notte ( foto 31). 3 maggio: campo 1­campo 2 (7.130 metri). Dopo il sorgere del sole, non appena l'aria si è riscaldata un po', partiamo alla volta di campo 2, dove attenderemo per tutta la giornata l'arrivo delle tende che non giungeranno mai perché, come verremo a sapere dopo, uno dei portatori ha avuto un incidente durante la salita. A campo 2 troviamo una tenda libera e decidiamo di sostarvi per la notte. Nella notte il termometro segnerà ­30°C ( foto 32,33,34,35). 4 maggio: al risveglio, in tenda, dopo una notte di dormiveglia, noto che la mia vista è leggermente offuscata. Pensando a niente di preoccupante, esco e con amarezza scopro che invece la vista è seriamente compromessa: non riesco più a vedere dall'occhio sinistro. Accompagnato dal mio compagno di tenda, ridiscendo al campo base avanzato e, con il telefono satellitare, mi metto in contatto con uno specialista in patologie d'alta quota, italiano, il quale mi obbliga a ridiscendere immediatamente a una quota più bassa possibile e di fare rientro al più presto in Italia per meglio identificare il problema all'occhio (la sua prima ipotesi è un edema oculare) e ridurre le possibili conseguenze. Per me l'avventura della salita a Cho Oyu termina qui. Nei due giorni successivi, insieme al capo spedizione, si organizza un rocambolesco rientro: accompagnato da uno sherpa, pagadolo per il servizio extra, in 7 ore, a piedi ( foto 36), raggiungo il campo base cinese da dove, con una jeep con pilota a noleggio, raggiungo Tingri dove passerò la notte in hotel per poi raggiungere il confine con il Nepal a Kodari ( foto 37) (189 Km in 7 ore ). Qui prendo sempre a noleggio un'altra jeep e autista che mi porterà a Kathmandù (118 Km in 5 ore) ( foto 38). Dopo aver passato la notte in un albergo, vengo accompagnato in una clinica specializzata nelle patologie oculare legate all'alta quota. Dopo una serie di primi esami, i medici acconsentono di farmi prendere l'aereo per il rientro senza correre il rischio di ulteriori danni all'occhio sinistro. Dopo quattro voli diversi (Kathmandù­Dubai, Dubai­Barhein, Barhein­Francoforte, Francoforte­Milano), e 10 giorni dall'incidente, venerdì 13 (ironia della sorte!) rientro a casa, dopo esser stato accompagnato da un'auto medicale e due infermiere che mi hanno prelevato all'esterno dell'aeroporto di Milano Malpensa. Appena posato lo zaino con parte dell'attrezzatura della spedizione (il resto mi verrà spedito nei giorni eccessivi con un cargo Kathmandu­Milano a mie spese), mi sono recato all'ospedale De Lellis di Schio. La diagnosi è di n°4 ematomi oculari, con possibile interessamento della retina. Tuttora mi reco regolarmente presso il reparto di Oculistica dell'ospedale De Lellis per verificare il decorso dell'incidente. Foto 1 – Arrivo a Kathmandu Foto 2 – Tempio Pashupatrinath Foto 3 ­ Tempio indù Pashupatrinath: rito della cremazione Foto 4 – Tempio buddista Bandanath Foto 5 ­ Tempio buddista Bandanath: statua del Buddha Foto 6 – Durbar square Foto 7 – Durbar square Foto 8 – Tempio buddista Swoyambhu Foto 9 ­ Tempio buddista Swoyambhu: monaci in preghiera Foto 10 – Lalitpur Foto 11 – Volo Kathmandu­Lhasa: Lhotse e Everest sullo sfondo Foto 12 – Potala: residenza del Dalai Lama ora in esilio Foto 13 – Potala nella sua maestosità Foto 14 – Monastero di Gaden Foto 15 – Monastero di Drepung Foto 16 – Monastero di Drepung: monaci in preghiera Foto 17 ­ Monastero di Sera Foto 18 ­ Monastero di Sera: monaci nel giardino interno Foto 19 – Passo di Suge La (5.300 mt.) Foto 20 – Gyantse: Baiju Temple Foto 21 ­ Gyantse: Gyamtesedzung Foto 22 – Xigatse: Zhashenlunbu Temple, dimora del Buddha più alto del Tibet (27 metri) Foto 23 – Lungo la strada per Tingri Foto 24 – passo Maphu La (5.200 mt.) Foto 25 – Tingri Foto 26 – Campo Base Cinese (4.985 mt.) Foto 27 – Campo Base Intermedio Foto 28 – Campo Base Avanzato: da sinistra io, Danilo Scola e Beppe Righi Foto 29 – Campo Base Avanzato visto dalla morena Foto 30 – Salita al Campo 1 Foto 31 – Campo 1 (6.400 mt.) Foto 32 – Salita al Campo 2 Foto 33 ­ Salita al Campo 2: arram picata su seracchi Foto 34 – Arrivo al Campo 2 (7.130 mt.) Foto 35 – Rientro d’emergenza al Campo Base Avanzato con edema oculare Foto 36 – Il portatore mi accompagna al Campo Base Cinese Foto 37 – Kodari: confine tra Tibet – Nepal Foto 38 – Arrivo a Kathmandu