Seminario: “Alternanza Scuola Lavoro e Mobilità Europea: esperienze in Veneto” 30 ottobre 2007 I.T.S.T. “Algarotti” di Venezia Il giorno 30 ottobre 2007, alle ore 15.00, presso l’aula magna dell’I.T.S.T. “Algarotti” di Venezia, il dirigente dell’Ufficio II dell’USR, prof. Alberto Cacco, ha introdotto e aperto i lavori del Seminario “Alternanza Scuola Lavoro e Mobilità Europea: esperienze in Veneto”. L’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha organizzato questo seminario, in collaborazione con la Fondazione Giacomo Rumor – Centro Produttività Veneto di Vicenza, per pubblicizzare le esperienze maturate nei due progetti Leonardo Mobilità realizzati nell’anno scolastico 2006-2007. I due progetti, Eurotutor e Euromobility, hanno visto la partecipazione di docenti e di studenti del Veneto, permettendo l’apertura di un confronto con la realtà europea nel campo dell’Alternanza Scuola Lavoro. Nel corso del seminario, nella prima part, sono intervenuti ad illustrare i due progetti i rappresentanti degli enti promotori, la Fondazione G. Rumor di Vicenza e l’Istituto “Carlo Anti” di Villafranca di Verona; nella seconda, si è dato spazio alle testimonianze di studenti e di docenti che hanno preso parte attivamente alla realizzazione dei progetti. Tra la prima e la seconda parte si è collocato l’intervento del prof. Renato Di Nubila dell’Università di Padova, che ha parlato de ”L’Alternanza come metodologia dell’apprendimento complesso”. Sono seguiti i saluti finali. Conclusa l’introduzione, non prima di aver sottolineato l’aspetto interistituzionale dell’Alternanza Scuola Lavoro in Veneto, ben lontana da ogni tipo di autoreferenzialità, l’ispettore Cacco, coordinatore della giornata, ha passato la parola al primo relatore, il dr. Girardi del CPV (Centro di Produttività Veneto) di Vicenza. Il dr. Girardi ha sottolineato come l’Alternanza Scuola Lavoro trovi un buon riscontro nella regione Veneto sia perché le Camere di Commercio venete hanno investito per prime su tale progetto, sia grazie alla presenza, all’interno di parecchi Istituti scolastici, di risorse umane valide e disponibili a dedicare tempo ed energie a questa iniziativa. La mobilità dei giovani a livello europeo ha un ruolo fondamentale per favorire la reciproca conoscenza di persone, di mercati e di economie: è dallo scambio che nasce la comune ricchezza. Il CPV si impegnerà a fare in modo che i progetti si moltiplichino e che la cultura dello scambio diventi una pratica consueta. Grazie ai molti progetti realizzati, le scuole hanno avuto modo di dimostrare il loro valore. Il relatore ha concluso il suo intervento auspicando che il mondo della scuola dimostri con orgoglio la professionalità che ha acquisito e che sta acquisendo grazie a questi progetti: questo costringerà il mondo ad essa circostante a guardarla con considerazione adeguata al suo valore. Al termine della relazione, il prof. Cacco ha messo in evidenza come, nell’articolo 4 della legge n. 53 del 28-03-2003, che ha istituito l’Alternanza Scuola Lavoro, Unioncamere sia l’unico ente citato e come esso sia stato il primo a definire dei modelli di orario per l’ASL. 1 La parola è quindi passata alla prof.ssa Lauretta Zoccatelli, dell’I.S.I.S.S. “Carlo Anti” di Villafranca di Verona, che ha iniziato il proprio intervento portando i saluti del Preside, prof. Claudio Pardini, non presente al seminario perché impegnato nell’organizzazione della manifestazione “Job&Orienta”. L’Istituto “Carlo Anti” è l’ente promotore del Progetto “Euromobility for SchoolWork Cross Curricular Experiences”, all’interno del Programma Leonardo da Vinci, mentre l’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto e il Centro Produttività del Veneto – Fondazione G. Rumor sono gli organismi intermediari. Nell’anno scolastico 2006-2007, gli organismi di invio sono stati sette istituti del Veneto (ITAPACLE “Einaudi” di Verona, IPSSARCT “Cornaro” di Iesolo, ITT “Gritti” di Venezia, IPSSCT “Remondini” di Bassano del Grappa, ITC “De Nicola” di Piove di Sacco, ITT “Mazzotti” di Treviso, e ITCS “Calvi” di Padova), due del Piemonte (IPC “Mucci” di Brà, in provincia di Cuneo, e IPSSAR “Prevert” di Pinerolo, in provincia di Torino) e uno della Sicilia (IPSAR “Borsellino” di Palermo). I paesi ospitanti, con organismi interni accuratamente individuati, sono stati l’Austria, Cipro, la Danimarca, la Francia, la Germania, l’Inghilterra, la Spagna e l’Ungheria. Il progetto ha visto ben ottanta studenti beneficiari, provenienti da Istituti dell’indirizzo Turistico Alberghiero del Veneto, del Piemonte e della Sicilia, selezionati in base alle competenze linguistiche ed informatiche possedute. Il tirocinio ha avuto la durata di tre settimane. L’obiettivo generale dell’iniziativa è di formare dei futuri cittadini-lavoratori europei; questo si declina in tre sotto-obiettivi molto ambiziosi, come quello di contribuire alla crescita e al miglioramento del servizio formativo in un’ottica transnazionale, di promuovere una evoluzione in dimensione europea dell’Alternanza Scuola Lavoro e di potenziare le competenze specifiche professionali dei beneficiari. Il modello organizzativo si basa sulla condivisione degli equivalenti formativi concordati tra il tutor interno e il tutor esterno. La relatrice ha illustrato la scheda, che funziona come diario di bordo, formulata ed utilizzata per raccogliere, ordinare e valutare tutti gli aspetti del progetto. I risultati sono stati certificati attraverso il dispositivo Europass che rileva l’acquisizione di capacità professionali e tecniche, linguistiche, informatiche, organizzative e sociali. Il sistema Rap4leo, sviluppato dall’Agenzia Nazionale, ha effettuato il monitoraggio di tutte le attività; gli studenti beneficiari hanno compilato on line i questionari proposti e il loro grado di soddisfazione è risultato alto o molto alto in più dell’80% dei casi. Ogni organismo ha anche somministrato propri questionari ex Ante ed ex Post per seguire il processo educativo. La prof.ssa Zoccatelli ha concluso la sua relazione mettendo in evidenza come il progetto abbia permesso agli istituti e agli studenti di aprirsi alla dimensione europea attraverso il confronto con altre scuole, con realtà economiche diverse e con altre realtà lavorative. Esso ha offerto anche un’importante opportunità di autovalutazione agli studenti, ai docenti e ai dirigenti che hanno aderito. 2 Al termine dell’intervento, il prof. Cacco ha evidenziato che questo progetto è stato il primo ad essere valutato attraverso il modello Europass, importantissimo strumento di certificazione delle competenze. E’ stato poi presentato il dott. Bellati di Unioncamere del Veneto che ha illustrato alcune iniziative proposte dall’Eurosportello Unioncamere Veneto, un ufficio che si occupa di progetti europei. Si tratta, ad esempio, del Progetto “Schuman”, che ha lo scopo di favorire i rapporti tra i giovani europei, e dei Progetti Inter-Reg, finanziati dalla Comunità Europea e che coinvolgono regioni contigue dal punto di vista geografico (il Veneto è inserito in tutti gli Inter-Reg: con l’area balcanica, con i paesi del Mediterraneo, con le aree del nord-est europeo, con l’Austria, etc.). Lo scopo di questi progetti è di favorire la mobilità e gli scambi di studenti nell’area europea. Unioncamere ha istituito un fondo che finanzia le progettazioni europee e il relatore ha invitato caldamente tutte le scuole ad attingervi. L’ispettore Cacco ha dato quindi la parola al dott. Enrico Bressan, della Fondazione Giacomo Rumor di Vicenza, per l’illustrazione del Progetto EUROTUTOR (EUROmobiliTy around eUropean world – Training fOR trainers). Il progetto, che coinvolge docenti del Veneto impegnati in progetti di Alternanza Scuola Lavoro all’interno del loro Istituti, ha avuto inizio nello scorso anno scolastico con l’invio di un totale di trenta docenti in Francia, Olanda e Spagna. Nel presente anno scolastico, esso è destinato a venti docenti, già selezionati a Vicenza in settembre, che si recheranno in Olanda e in Francia per una settimana nel mese di novembre. Gli obiettivi principali del progetto sono quelli di dare la possibilità di osservare ed apprendere le metodologie legate all’ASL in altri paesi europei; di conoscere le procedure di valutazione e certificazione delle competenze nei paesi ospitanti e di confrontarle con quelle italiane; di promuovere lo scambio delle migliori pratiche metodologiche e valutative tra paesi europei; di sviluppare la conoscenza dei sistemi europei in Italia e arricchire la professionalità dei formatori. Gli organismi di invio sono la Fondazione Giacomo Rumor – Centro Produttività Veneto (CPV) di Vicenza, che è l’ente promotore, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e la Re.Na.I.A. (Rete Nazionale Istituti Alberghieri). Nell’anno scolastico 2007-2008 gli organismi ospitanti saranno per la Francia il GIP Auvergne – Vocational Training and Integration del Clermont Ferrand e per l’Olanda il Kenniscentrum Handel di Ede. Nell’anno scolastico precedente, oltre a questi due organismi, vi era anche lo spagnolo Instituto de Ensenanza Secundaria “Basoco” di Pamplona. I partner intermediari per il progetto sono Unioncamere del Veneto, la Camera di Commercio di Vicenza e la Provincia di Vicenza. Il monitoraggio dell’esperienza è avvenuto e avverrà attraverso la redazione di relazioni da parte di ciascun gruppo di docenti e tramite la compilazione di questionari individuali e del modello Rap4leo. Il relatore ha sottolineato infine l’importanza di un progetto come questo per creare un’area europea della formazione: le iniziative di formazione per 3 formatori sono essenziali a questo scopo, soprattutto se, al termine dell’esperienza, i docenti si fanno carico di disseminarne i risultati. Il dott. Bressan ha concluso il suo intervento invitando i presenti all’”Incontro Aziende Studenti” che si svolgerà il 29 novembre 2007 presso la fiera di Vicenza: l’intera giornata sarà dedicata all’Alternanza Scuola Lavoro. L’ispettore Cacco ha poi presentato il prof. Renato Di Nubila dell’Università di Padova che ha parlato de “L’Alternanza come metodologia dell’apprendimento complesso”. Dopo aver evidenziato come i sistemi europei siano attualmente in crisi a causa della massiccia presenza di qualifiche professionali, il prof. Di Nubila ha sottolineato come “sia invece essenziale che oggi la scuola prepari teste e non si limiti a preparare ai mestieri”. L’invito ai presenti è stato a riflettere su ciò che il sistema italiano dovrebbe acquisire dagli altri sistemi europei ma anche su quello che esso dovrebbe esportare. Ad esempio, i cicli lunghi di apprendimento, cui la scuola italiana attribuisce molto valore, andrebbero riconsiderati alla luce della complessità del mondo in cui ci troviamo a vivere. Gli altri sistemi europei danno riconoscimento anche ai cicli brevi di formazione, formali e non formali: il sistema italiano dovrebbe valorizzare l’esperienza acquisita, accanto al tradizionale apprendimento di tipo formale. L’indebolimento del sistema delle qualifiche in molti paesi europei ha spinto alcuni di essi, come ad esempio l’Inghilterra, a spostare l’attenzione sulle competenze da acquisire: l’obiettivo è quello di apprendere la capacità di integrare la preparazione al lavoro con il lavoro stesso. Si tratta di capire se anche la scuola italiana sia disposta ad accettare che si apprendano non solo dati e contenuti, ma anche competenze da validare di volta in volta con modalità diverse. In questo processo, l’Alternanza Scuola Lavoro può assumere un ruolo rilevante, facendosi carico di coniugare l’apprendimento formale, vale a dire la disciplinarità, con l’apprendimento non formale, cioè le esperienze significative. L’anima dell’ASL risiede proprio in questo: progettare, realizzare e valutare una serie di percorsi combinati tra scuola e azienda. La scuola italiana possiede dal canto suo un’anima metodologica che manca invece agli altri sistemi europei (ad eccezione di quello francese, molto simile al nostro): essa va valorizzata perché indispensabile per generare pensiero. Dal sapere per discipline si deve giungere al sapere complesso, per intrecci: l’ASL è un invito all’andare a toccare queste realtà. In questo sta proprio il valore aggiunto del progetto. Il prof. Di Nubila si è anche soffermato a considerare il valore dell’esperienza, che costituisce la materia prima dei sistemi europei ma che non è mai stata adeguatamente valorizzata dalla scuola italiana. L’ASL deve diventare l’anello che congiunge il divario di competenze fra ciò che si è e ciò che si dovrebbe essere e fra ciò che si fa e ciò che si dovrebbe fare. Si tratta di un obiettivo molto ambizioso e difficile da raggiungere perché “l’esperienza si fa sempre, ma si può non averla/possederla mai”, come l’acqua che scorre su un piano inclinato che non lascia segno significativo del suo passaggio. Affinché i processi formativi si avvantaggino dell’esperienza è essenziale innanzitutto che distinguano tra “vissuto” ed “esperienza”: il “vissuto” non può essere l’obiettivo finale, ma il punto di partenza a cui poi affiancare la “riflessione” che è l’elemento essenziale per dare valore al “vissuto” stesso e all’esperienza. L’ASL 4 può assumere questo ruolo di momento di riflessione e di valorizzazione dell’esperienza: essa infatti sviluppa consapevolezza, riflessività, capacità di intraprendere, capacità di rendersi conto di ciò che avviene, etc. Concludendo, l’ASL deve fare i conti con l’apprendimento complesso per costruire conoscenze di valore. Per fare questo, la scuola italiana è chiamata a sviluppare metodologie didattiche nuove e diverse (una didattica “statica” non può più funzionare), tanto che si deve parlare oggi di pluralità delle didattiche: didattica della mediazione, didattica della negoziazione, della cooperazione, dei partenariati interessanti, etc. Il mondo imprenditoriale italiano è in ritardo rispetto a tutto questo: vi è ad esempio un numero ancora ristretto di stage disponibili. L’ASL merita però questa sfida, questo coraggio che la scuola ha di intraprendere percorsi di apprendimento complessi. Il prof. Cacco ha quindi invitato alcune alunne di Istituti scolastici veneti che hanno svolto esperienze di ASL all’estero a portare la loro testimonianza. Ha iniziato Deborah Viale, dell’Istituto “De Nicola” di Piove di Sacco, che ha svolto tre settimane di stage lavorativo a Tenerife. L’alunna ha avuto modo di seguire anche un corso di lingua spagnola, di osservare il lavoro delle guide turistiche, di progettare un itinerario e di accompagnare un gruppo di visitatori assieme ad altre guide professioniste. Successivamente, ha svolto anche cinque settimane in un’agenzia di impiego on-line a Francoforte. Il lavoro è consistito in archiviazione di fatture, spedizione di e-mail ai clienti, gestione di programmi informatici specialistici e in lavori d’ufficio di varia tipologia. Il valore formativo che la studentessa ha ricavato dall’esperienza deriva soprattutto dalla relazione umana e professionale instaurata con i colleghi di lavoro che le ha permesso di acquisire una maggiore sicurezza personale. Le due studentesse Silvia Bettiol e Anna Polizzotto dell’Istituto “Mazzotti” di Treviso si sono recate invece a Brighton, in Inghilterra. Al progetto hanno partecipato sette alunni iscritti all’Istituto che sono stati selezionati tramite un test orale e scritto in lingua inglese. L’esperienza ha avuto una durata di tre settimane, durante le quali i ragazzi hanno frequentato inizialmente un corso di marketing, seguito poi da esperienze lavorative di varia tipologia. Alcuni studenti hanno operato presso aziende, organizzando fiere, parlando al telefono con clienti e svolgendo lavori d’ufficio; altri alunni hanno lavorato in un museo, catalogando reperti storici. Oltre all’esperienza di stage, i ragazzi hanno avuto modo di partecipare ad uscite culturali, visitando la città di Londra. Le due alunne che hanno illustrato il progetto ritengono che l’esperienza sia stata importante soprattutto per la sicurezza che ha fatto loro acquisire e per il miglioramento delle loro conoscenze linguistiche. Infine, hanno preso la parola Giorgia Pezzini e Genni Guerreschi dell’I.S.I.S.S. “Carlo Anti” di Villafranca (VR). Le ragazze si sono recate a Monaco di Baviera, dopo essere state adeguatamente preparate dalla scuola di provenienza, attraverso interventi didattici aventi lo scopo di studiare e approfondire usi, costumi e tradizioni della Germania. L’esperienza ha avuto la durata di tre settimane ed è seguita ad un precedente scambio culturale nello stesso luogo, 5 cui le due alunne avevano partecipato. In accordo con l’indirizzo scolastico frequentato, le studentesse hanno lavorato in alberghi, agenzie di viaggio e agenzie di promozione turistica. Inizialmente hanno incontrato qualche difficoltà con la lingua e con l’adattamento ad una cucina piuttosto diversa da quella italiana, ma poi la voglia di testare le loro capacità ha fatto superare ogni problema. Data la non completa padronanza della lingua tedesca da parte delle alunne, sono state assegnate loro mansioni di medio rilievo, come l’accoglienza del cliente, l’utilizzo del programma di gestione, l’aiuto nella preparazione dei pasti, il servizio in sala e in camera. Nei giorni liberi, le studentesse hanno potuto visitare varie città, come Augsburg, Ulm, Monaco e i castelli di Fuessen. A parere delle partecipanti, l’esperienza è stata molto utile per migliorare la loro conoscenza della lingua tedesca e per sviluppare maggiori competenze professionali. Inoltre, anche la loro maturità ed autonomia si sono accresciute, realizzando così gli obiettivi formativi fondamentali del progetto. Giorgia e Genni consigliano a tutti i giovani di svolgere un’esperienza lavorativa all’estero e auspicano che la scuola possa offrire sempre maggiori opportunità di questo tipo. Il prof. Cacco, facendo riferimento all’ultimo intervento, ha invitato a riflettere sull’importanza dei progetti di ASL in relazione allo sviluppo di competenze trasversali. Nella parte finale del seminario, è stato dato spazio agli interventi di tre docenti che hanno partecipato al Progetto Eurotutor durante lo scorso anno scolastico: il prof. Cestaro, il prof. Grigolo e la prof.ssa Cappi. Il prof. Diego Cestaro, dell’I.T.T. “A. Gritti” di Mestre, ha preso parte ad un progetto di studio e osservazione dell’ASL a Pamplona, in Spagna. Il programma si è sviluppato nell’arco di sei giorni con attività di visita presso istituzioni, scuole e imprese che praticano l’alternanza nel paese iberico, con riflessioni e discussioni di gruppo e con la redazione di una relazione finale. Il sistema dell’ASL in Spagna è divenuto obbligatorio nel 1992 con procedure basate su indicazioni nazionali. Su una popolazione regionale di 500.000 abitanti, sono coinvolti circa 5200 alunni e 1300 aziende. Il tempo dedicato all’alternanza è maggiore rispetto a quello italiano: su un percorso annuale di 1300 ore, nell’anno finale ben 700 sono svolte in azienda. L’alternanza è però inserita solo nel percorso professionale. Le associazioni datoriali, in collaborazione con il dipartimento di istruzione, individuano le competenze professionali necessarie alle aziende; successivamente, il dipartimento si attiva affinché i curricula scolastici siano conformi alle richieste. Tutte le procedure sono ben definite e attuate, seguendo guide e schede specifiche. Le aziende orientano gli alunni e possono consigliare un percorso professionale diverso. Un aspetto molto importante è il fatto che la valutazione aziendale ha una influenza determinante sul percorso scolastico, tanto che può influire sulla promozione dell’alunno alla classe successiva. Per quanto concerne la figura del tutor scolastico, questi conosce la realtà dell’impresa in cui vengono inseriti gli studenti per la formulazione del progetto educativo in azienda. Lo studente deve svolgere quanto individuato nel programma formativo. L’impresa tiene conto del fatto che lo studente non è un 6 lavoratore e compila una dichiarazione in cui si specifica il periodo di inserimento, da utilizzare in caso di visita dell’ispettore del lavoro. Il tutor aziendale non viene formato, ma segue le indicazioni scritte su una guida distribuita dal dipartimento scolastico. Il tutor scolastico visita l’azienda in media 6/8 volte nel periodo di stage e si confronta con il tutor aziendale e con lo studente, annotando su una scheda quanto discusso. Al termine del periodo di inserimento, il tutor aziendale valuta lo studente e certifica le competenze acquisite. Gli alunni hanno un rimborso spese fino ad un massimo di 700 euro per un inserimento di 400 ore. Le aziende collaborano per la necessità di formare i lavoratori, per adeguare il percorso formativo dell’allievo alle esigenze aziendali e per mantenere i contatti con il mondo scolastico. Inizialmente, le aziende sono state incentivate a partecipare alla formazione con concessione di sgravi fiscali che in seguito sono stati eliminati. Per quanto riguarda la metodologia, imprese e sindacati hanno individuato i profili professionali che poi sono stati recepiti dal Ministero Nazionale dell’Educazione; è stata poi definita la normativa di base e passata alle comunità autonome; è stato definito il curriculum regionale sul quale i centri formativi hanno impostato il curriculum scolastico. Il curriculum nazionale ha una quota del 55%, mentre la regione può apportare modifiche fino ad un 45%. Ogni cinque anni il Dipartimento di Educazione dovrebbe farsi carico di un processo di revisione dei curricula sulla base delle trasformazioni del mercato. La scuola professionale è divisa in due livelli: corso medio e corso superiore. La parte teorica a carico della scuola è di 30 ore settimanali, di cui il 60% in laboratorio. Le discipline studiate sono prettamente professionali. L’inserimento in azienda avviene con orario assimilabile al contratto di lavoro specifico del settore. Le principali problematiche che si sono riscontrate nel sistema spagnolo sono: un curriculum rigido nei contenuti, eventualmente flessibile nella metodologia; l’assenza del coinvolgimento delle famiglie nel processo educativo; la scarsa motivazione delle piccole imprese ad accettare studenti in ASL perché esse devono dedicare tempo ad una attività non proficua nel breve termine; il training dei tutor aziendali è quasi completamente assente, in quanto consiste solo in colloqui tra il tutor scolastico e quello aziendale; modesta attenzione viene data all’orientamento professionale nel secondo ciclo ESO; non vi è attenzione ai diversamente abili e ai percorsi di apprendimento individualizzato. Il prof. Cestaro ha individuato infine delle possibili applicazioni di quanto osservato in Spagna al sistema italiano: l’importanza di utilizzare linee guida definite a livello centrale e di divulgarle a tutte le tipologie di scuola, con utilizzo di schede condivise; le aziende italiane andrebbero incentivate maggiormente e coinvolte soprattutto nella condivisione degli obiettivi; le associazioni di categoria e i sindacati dovrebbero essere maggiormente coinvolti nelle definizione degli obiettivi dei curricula. Il relatore ha concluso l’intervento sottolineando l’utilità e il valore di progetti come Eurotutor per poter confrontare esperienze diverse a livello europeo. Ha 7 aggiunto che, per una esperienza di confronto più efficace, sarebbe stata necessaria una migliore competenza linguistica da parte dei partecipanti e la possibilità di fermarsi nel paese straniero per un periodo più lungo. Il secondo relatore, il prof. Gregorio Grigolo, dell’Istituto “Colombo” di Adria, si è recato in Francia per osservare il percorso di Alternanza nel sistema di istruzione francese. L’alternanza è riservata solo al sistema dell’istruzione professionale che è suddivisa in due livelli di qualifica e in tre indirizzi. Il primo livello è destinato agli alunni dai 15 ai 17 anni e, a seconda dell’indirizzo frequentato, ha come obiettivo l’acquisizione del Certificato di Attitudine Professionale (C.A.P.) o del Brevetto di Studi Professionali (B.E.P.). Il secondo livello è destinato ai ragazzi dai 17 ai 19 anni che acquisiranno il Baccalauréat Professionale (BAC.PRO.). Questo diploma consente sbocchi principalmente nella vita attiva; solo gli studenti ben preparati, con una valutazione buona o molto buona, possono accedere ad un livello superiore di studi, come la Section de Technicien Supérieur o l’Institut Universitaire de Technologie. Le istituzioni coinvolte nella formazione professionale in Francia sono il Ministero dell’Istruzione, le Regioni, con il loro Piano di sviluppo della formazione professionale, e le Aziende Locali, grazie ai fondi dedicati delle Imprese. Il relatore ha concluso con alcune riflessioni nate dall’opportunità avuta, grazie al progetto Eurotutor, di confrontare il percorso italiano con quello francese di alternanza. Nonostante in Francia gli stage siano riservati solo al sistema di istruzione professionale, rispetto all’Italia si è rilevata una maggiore flessibilità riguardo alla possibilità di fruire delle “passerelle”. Inoltre, la collaborazione tra impresa e istruzione è risultata ben collaudata ed efficace. L’ultima relatrice, la prof.ssa Chiara Cappi dell’Istituto “Mazzotti” di Treviso, si è recata in Olanda presso il Kenniscentrum Handel di Ede, uno dei 19 centri olandesi che coordinano i tirocini. Il sistema scolastico olandese è diviso in formazione pre-professionale, formazione professionale e formazione professionale superiore. Il sistema delle qualifiche ha quattro livelli (junior assistant, assistant, specialist e manager) ed è composto da tre profili: della qualifica (Qualification Profile: descrive le competenze che il lavoratore deve avere all’inizio della sua carriera), delle competenze professionali (PCP: descrive le competenze del lavoratore esperto) e della cittadinanza e dell’apprendimento, che descrive ciò che un lavoratore dovrebbe conoscere e saper fare in relazione alla propria vita sociale e relazionale.. I percorsi formativi prevedono rapporti variabili tra teoria e pratica: nel percorso school-based l’80% del tempo è dedicato alla frequenza scolastica teorica e il 20% all’esperienza in azienda; nel percorso work-based, la proporzione è invertita. Attualmente, il sistema è in corso di revisione ed è previsto un passaggio dall’80% al 60%, in modo da riequilibrare il tempo dedicato a scuola e azienda nei due sistemi. Generalmente gli studenti frequentano la scuola per quattro giorni alla settimana e sono impegnati in azienda per un giorno (o il contrario), ma il sistema è flessibile e le singole scuole possono organizzare il loro curriculum in modo che l’esperienza in aula 8 si alterni a quella in azienda in periodi significativi per durata e collocazione temporale. La presenza di Centri di Esperti Nazionali, come il KCHandel, permette di mediare e coordinare l’interazione tra realtà scolastica e realtà aziendale nel seguente modo: lo studente individua l’azienda presso cui potrebbe svolgere l’esperienza di tirocinio e la propone al tutor scolastico; questi contatta il Centro di Esperti del settore e segnala la scelta dello studente; il Centro di Esperti contatta l’azienda per verificarne i requisiti e, in presenza delle opportune condizioni, procede all’accreditamento; l’azienda viene inserita nel database nazionale, viene attivata la collaborazione tra la scuola e l’azienda e lo studente può quindi iniziare a svolgere il tirocinio. Dopo il primo accreditamento, l’azienda, per mantenere nel tempo lo stato di idoneità, riceve la visita dell’Educational Consultant, incaricato di confermare la presenza degli elementi di idoneità richiesti. I Paesi Bassi hanno realizzato un database delle aziende accreditate, che sono oggi circa 33.000, consultabile on line anche da parte delle scuole e degli studenti per la ricerca delle aziende in cui svolgere esperienze di stage. Il database ha la funzione di mettere a disposizione un numero sufficiente di aziende per coprire tutti i tirocini e di garantire la qualità nelle opportunità di stage offerte. Il ruolo del tutor aziendale è molto importante perché tiene i rapporti con l’alunno, con il Centro di Esperti e con il tutor scolastico; progetta e co-valuta assieme al tutor scolastico; trova in azienda il team che sostiene l’esperienza di tirocinio. La sua formazione avviene tramite pacchetti formativi di base e con soluzioni ad hoc costruite sulle esigenze dell’azienda. Gli elementi valutativi del tutor aziendale sono raccolti in una griglia standard e vengono consegnati alla scuola sia in itinere, sia per la valutazione finale. Vi sono altre figure in azienda che supportano l’allievo nello svolgimento del tirocinio: questo favorisce i rapporti di socializzazione, l’acquisizione di flessibilità e permette una valutazione più attendibile perché elaborata da più soggetti. Gli elementi valutati sono legati soprattutto alle competenze relazionali, come ad esempio la puntualità, il rapporto con i colleghi, etc. La durata del tirocinio in azienda è tale da consentire esperienze significative. Il tutor aziendale partecipa, assieme al tutor scolastico, al coordinamento e al processo di valutazione del percorso in azienda, anche se la responsabilità della valutazione finale ricade comunque sulla scuola. La relatrice ha evidenziato l’importanza del fatto che gli studenti vengano coinvolti in prima persona nella scelta del tirocinio: questo comporta un elevato grado di responsabilizzazione degli stessi, con conseguente potenziamento della loro capacità di decisione autonoma. I criteri di scelta di una determinata azienda da parte degli alunni sono: la vicinanza all’azienda per ridurre il tempo di viaggio, poter avere un guadagno e imparare. Su questi aspetti il tutor scolastico interviene con suggerimenti correttivi. Gli studenti sono del tutto autonomi nella gestione dei tempi di acquisizione delle singole abilità e dei diversi core task; si utilizza anche una piattaforma e-learning e il docente può intervenire, su richiesta dell’alunno, per facilitare la personalizzazione dell’apprendimento. 9 Durante lo svolgimento dell’esperienza, il Centro di Esperti, attraverso i suoi Educational Consultants, ne segue l’andamento con visite e colloqui rivolte ai tutor aziendali, fungendo da cerniera tra scuola e azienda. Gli Educational Consultant svolgono funzione di coordinamento, controllo e valutazione in qualità di organo ufficiale, non ministeriale, e costituiscono quindi un soggetto super partes. L’azienda formula un progetto per l’alunno e riceve dal KC Handel dei materiali informativi riguardanti il percorso che lo studente in tirocinio compie a scuola e ciò che è richiesto in azienda. Lo stage è visto dalle aziende non come perdita di tempo, ma come occasione per fermarsi a riflettere sulla propria realtà produttiva e sui diversi processi in ottica migliorativa. La prof.ssa Cappi ha quindi illustrato alcuni elementi di interesse che sarebbe opportuno trasferire al sistema italiano, come, ad esempio, la concreta partecipazione del tutor aziendale alla valutazione del percorso dello studente, in collaborazione con il tutor scolastico. A suo parere, sarebbe inoltre utile ridurre il grado di discrezionalità e diversità attraverso la definizione di un’unica lista di competenze a livello nazionale, a partire dai profili professionali; avviare azioni di incentivazione per le aziende italiane che ospitano stagisti, anche attraverso forme di sgravio fiscale; aumentare la mobilità a livello europeo potenziando le possibilità di scambio tra allievi di diversa nazionalità; creare figure di tutor di sistema, super partes, corrispondenti agli Educational Consultant dei Centri di Esperti olandesi, che fungano da raccordo tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, migliorando l’interazione del tirocinante con l’azienda; creare un database, almeno a livello regionale, delle aziende idonee ad ospitare stagisti, accessibile direttamente alle scuole e agli studenti; diminuire il tempo dedicato alle discipline teoriche a favore della pratica in contesto. La relatrice ha concluso l’intervento elencando altri elementi del sistema olandese che, a suo parere, dovrebbero essere importati in quello italiano, come l’importanza attribuita alla motivazione dell’alunno, di cui è responsabile in prima persona il tutor aziendale, per il successo dell’esperienza formativa; la responsabilizzazione dell’allievo e la sua integrazione reale nel gruppo dei lavoratori dell’azienda; la sollecitazione dello studente ad essere attivo e a proporre soluzioni personali di miglioramento della propria attività; la considerazione della funzione di affiancamento/formazione dell’alunno da parte del tutor aziendale come momento di crescita personale e di riflessione sui processi aziendali in un’ottica di miglioramento continuo. Alle ore 18.00, l’ispettore Cacco ha chiuso i lavori del seminario ringraziando tutti i relatori e le persone intervenute ed evidenziando il valore degli stimoli forniti dai docenti e delle riflessioni suscitate dagli studenti. Per l’Ufficio II – USRV Rapporti con la Regione e Progetti europei A cura di Chiara Tacconi 10 11