Comune di Ascoli Piceno | AMAT con il contributo di Regione Marche | Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il sostegno di BIM Tronto ASCOLI PICENO CONTEMPORANEO RAGAZZI NOVEMBRE 2015|APRILE 2016 CONTEMPORANEO SABATO 28 NOVEMBRE | ORE 20.30 COMPAGNIA VIRGILIO SIENI LA SAGRA DELLA PRIMAVERA PRIMA REGIONALE + MASTERCLASS GRATUITA PER ALLIEVI SCUOLE DANZA VENERDÌ 15 GENNAIO | ORE 20.30 TEATRO C.A.S.T. / ALESSANDRO MARINELLI PROGETTO ČECHOV ZIO VANJA DOMENICA 17 GENNAIO | ORE 17.30 TEATRO C.A.S.T. / ALESSANDRO MARINELLI PROGETTO ČECHOV UNA STORIA COMUNE STUDIO SU PLATONOV DI ANTON ČECHOV VENERDÌ 15 & SABATO 16 APRILE | DAL POMERIGGIO TEATRO VENTIDIO BASSO / AUDITORIUM MONTEVECCHI / ALTRI LUOGHI DELLA CITTÀ APP ASCOLI PICENO PRESENT I° FESTIVAL DELLE ARTI SCENICHE CONTEMPORANEE TEATRO, MUSICA E DANZA DAL POMERIGGIO A NOTTE FONDA RAGAZZI DOMENICA 6 DICEMBRE | ORE 17.30 ATG - TEATRO PIRATA ROBINSON CRUSOE. L’AVVENTURA DOMENICA 28 FEBBRAIO | ORE 17.30 COLLETTIVO CINETICO – TEATRO DELLE BRICIOLE SHERLOCK HOLMES DOMENICA 6 MARZO | ORE 17.30 TEATROPERSONA IL GRANDE VIAGGIO DOMENICA 17 APRILE | ORE 17.30 TEATRO DELLE APPARIZIONI - TEATRO ACCETTELLA IL TENACE SOLDATINO DI PIOMBO COMUNICATO STAMPA Il Teatro Ventidio Basso amplia e diversifica la sua offerta affiancando, come è divenuto ormai una piacevole e attesa abitudine, alla inaugurata e ben avviata stagione di prosa un cartellone di contemporaneo e uno dedicato ai ragazzi. Una proposta culturale a 360° gradi che guarda i diversi pubblici che abitano il Ventidio voluta e promossa dal Comune di Ascoli Piceno con l’AMAT, con il contributo della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e con il sostegno di BIM Tronto. Ad inaugurare la sezione dedicata al contemporaneo è sabato 28 novembre La sagra della primavera di Virgilio Sieni - direttore della Biennale Danza di Venezia, punto di riferimento della danza italiana per il suo stile inconfondibile e per la altissima poeticità delle sue coroegrafie - che ha scelto per questo lavoro ad Ascoli Piceno in prima regionale il capolavoro di Stravinskij preceduta da un Preludio su musica di Daniele Roccato. In occasione dello spettacolo il danzatore Davide Valrosso della Compagnia di Virgilio Sieni terrà una masterclass gratuita, sabato 28 novembre a teatro dalle ore 15 alle ore 16.30, per gli allievi delle scuole di danza della città. Un omaggio a Čechov è offerto dal dittico proposto dal regista ascolano Alessandro Marinelli e il Teatro C.A.S.T. il 15 gennaio con Zio Vanja e il 17 gennaio con Una storia comune – studio su Platonov di Anton Čechov, esito laboratoriale frutto di un percorso pedagogico che il regista ha affrontato con gli allievi del Progetto Garden, il gruppo di studio più avanzato della scuola di recitazione Laboratorio Teatro C.A.S.T. “Questo Zio Vanja - afferma Alessandro Marinelli - si colloca in un terreno poco battuto dalla tradizione, poiché tenta di far emergere la profondità delle tematiche cechoviane attraverso uno sguardo poetico e al contempo umoristico. Lo stesso Čechov suggeriva di guardare alle sue pièce come a delle commedie, forse per assicurarsi che gli allestimenti scenici accogliessero le oscillazioni di registro disseminate con grande perizia nelle sue opere”. Vero e proprio nucleo progettuale della proposta, attesa novità di questa stagione, è APP – Ascoli Piceno Present. Per la prima volta la città di Ascoli Piceno offre al suo pubblico il 15 e 16 aprile un vero e proprio festival multidisciplinare delle arti sceniche contemporanee dal titolo suggestivo, importante punto di arrivo di una programmazione che da due anni offre uno sguardo sui nuovi linguaggi della scena. Una occasione privilegiata dunque per quanti amano confrontarsi con le espressioni più significative del presente che dal pomeriggio a notte fonda va ad abitare i magnifici spazi “teatrali” della città Teatro Ventidio Basso, Auditorium Montevecchi e altri luoghi del centro storico - per una full immersion nel teatro, musica e danza. Dopo il grande successo delle passate edizioni, tornano da dicembre ad aprile gli appuntamenti domenicali per i ragazzi con quattro spettacoli di grande qualità. Al via il 6 dicembre con Robinson Crusoe. L’avventura di ATG e Teatro Pirata che fa rivivere sul palco il primo romanzo di avventura della letteratura moderna grazie a uno spettacolo divertente e dolce allo stesso tempo, affidato a due attori, narratori-animatori diretti da un giovane e talentuoso regista, Simone Guerro, autore anche delle musiche. Il 28 febbraio la scena è per Sherlock Holmes di Collettivo Cinetico, spettacolo in cui la danza è un mistero tutto da scoprire. La compagnia ferrarese diretta da Francesca Pennini e Angelo Pedroni si cimenta con il teatro per ragazzi e compone uno dei suoi intelligenti, divertenti, coinvolgenti, viaggi nella danza, mostrata come un mondo da percorrere secondo sentieri e strade maestre, in un’infinita, emozionante gamma di possibilità. Lo spettacolo, commissionato dal Teatro delle Briciole all’interno del progetto Nuovi sguardi per un pubblico giovane, che intende stimolare compagnie della sperimentazione a misurarsi con il teatro per ragazzi, è la divertente ricostruzione di uno spettacolo di danza dalle tracce lasciate sull’impianto di un palcoscenico. Vincitore di numerosi premi, ospite acclamato alla Biennale di Venezia con Aure, Teatropersona, al Ventidio il 6 marzo con Il grande viaggio, fonda il proprio lavoro di ricerca teatrale sulla centralità dell’attore e la composizione dell’immagine. Lo spettacolo di Alessandro Serra racconta di un piccolo eroe che si muove alla ricerca di un luogo migliore e, come nelle fiabe, il suo viaggio è anche un viaggio iniziatico, un passaggio necessario alla vita e alla crescita che permette ad ogni spettatore, piccolo e grande, di calarsi in un universo pieno di bellezza e di poesia con un messaggio di grande positività: ognuno di noi, grande e piccino, può creare le proprie pacifiche armi per vincere la paura. Ultimo appuntamento il 17 aprile con Il tenace soldatino di piombo, Premio Eolo Awards 2015 come miglior spettacolo di Teatro di Figura, celebre fiaba reinterpretata da Teatro delle Apparizioni e Teatro Accettella in un gioco in cui gli oggetti prendono vita parlando, combattendo, danzando, protagonisti di un film teatrale proiettato su un grande schermo in diretta. Per informazioni: biglietteria del teatro 0736 244970, AMAT 071 2072439, www.ilteatroventidiobasso.it, www.amatmarche.net. CONTEMPORANEO SABATO 28 NOVEMBRE Compagnia Virgilio Sieni SAGRA DELLA PRIMAVERA PRELUDIO regia e coreografia Virgilio Sieni musica Daniele Roccato interpreti Ramona Caia, Claudia Caldarano, Patscharaporn Distakul Vittoria De Ferrari Sapetto, Giulia Mureddu, Sara Sguotti LA SAGRA DELLA PRIMAVERA regia e coreografia Virgilio Sieni musica Igor Fedorovi Stravinskij interpreti Jari Boldrini, Ramona Caia, Claudia Caldarano Nicola Cisternino, Patscharaporn Distakul, Vittoria De Ferrari Sapetto Maurizio Giunti, Giulia Mureddu, Giulio Petrucci Rafal Pierzynski, Sara Sguotti, Davide Valrosso luci Fabio Sajiz, Virgilio Sieni costumi Giulia Bonaldi, Virgilio Sieni produzione Teatro Comunale di Bologna, Emilia Romagna Teatro Compagnia Virgilio Sieni la Compagnia Virgilio Sieni è sostenuta da Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Regione Toscana, Comune di Firenze PRIMA REGIONALE Per la sua nuova creazione il coreografo Virgilio Sieni ha scelto il capolavoro di Stravinskij La Sagra della primavera. La sagra sarà preceduta da un Preludio su musica di Daniele Roccato. PRELUDIO La coreografia riflette sulla nuda vita per riportarci veloci al senso dell’archeologia che vede la forma nella sua impossibilità di essere afferrata. I corpi appaiono allo stesso tempo come maceria e origine, ricomponendo un dizionario di movimenti primi, ricercando i prolegomeni del rito: tutti tentativi, verifiche, dettagli e accenni, pieghe del corpo sulla soglia dell’umanità; sestetto di donne, in esodo, naufraghe, che cade innocente nella mitologia quale fonte gioiosa del “noi” nel gesto. È la nudità a scavare un guscio di spazio, argine sottile in convivenza con il fuori, l’aperto. La nuda vita della danza emerge da incrinature e cedimenti: campo dove disporre minuziosamente il sentimento anatomico del gesto. Il paesaggio viene qui assorbito in una sorta di pneuma continuo; momenti regolati da un fitto procedere di eventi sulla tattilità, la figura, il colore e la luce. Si cercano domande sulla natura del corpo. Archeologia, fossili, scultura: il succedersi delle posture modulate e strutturate da correzioni continue, da ipotetici studi in successione che si stratificano l'uno sull'altro, lascia apparire una composizione sull'adiacenza del silenzio alla nudità: apertura del vuoto tra le pieghe del corpo, eco che risuona nelle mitologie della tragedia. Loro si donano come materia, luce e figura, alla ricerca della forma e del rumore del tempo sospeso che abbaglia verso noi contemporanei. Virgilio Sieni LA SAGRA DELLA PRIMAVERA Ho scelto di frequentare la musica di Igor Stravinskij e l’universo del rito con l’intento di iniziare un cammino nella frammentazione e la composizione del corpo coreografico, per intravedere il luogo che si presenta al rito nell’oggi del corpo. Mi piacerebbe che la coreografia guardasse al primitivo come forma leale di scavo verso la propria archeologia, un’archeologia di ossa, allineamenti sottili, corrispondenze neurali, muscolari, tendinee, molecolari, fatti che ci danno al mondo: in questo senso il tema della danza diventa urgente in quanto si pone come avamposto sul territorio delle abitudini; il gesto che nasce dall’ascolto dell’ambiente interno e esterno accenna dunque a quell’ignoto che scorre ai bordi della nostra vita. Danzare la Sagra rappresenta infine un’opportunità per rovesciare alcuni modelli colonialisti della coreografia occidentale, dove il rito appare esclusivamente come forma barbara. Nel processo sofisticato che porta l’uomo ad uno spostamento nella radura del margine e della soglia, verso il primo passo nel nuovo mondo, o comunque in un mondo che risorge nuovo alla messa in opera del corpo, proprio in questo spostamento, viene chiesto ai dodici interpreti di originare i movimenti da un continuum di risonanze e di stratificazioni ritmiche. L’arcipelago che appare nell’estrema articolazione e scansione di più livelli ritmici che coesistono alla musica, apre ad una fessurazione continua affinché lo sguardo di chi osserva si abbandoni alla foresta di gesti. In questo luogo costruito da centinaia di traiettorie, il sacrificio riunisce intorno a sè una comunità di danzatori che cerca di superarsi nel cogliere, tra intuito e struttura, rito e gioco, l’elemento della durata. La proposta di una danza che ricerca le risonanze ritmiche dislocandole in infiniti punti del corpo e dello spazio sarà il vero luogo che ogni danzatore si troverà a frequentare, reinterpretando il sacrificio come forma epifanica e morale del bene comune, la consapevolezza di un corpo altro, di un corpo che si dà per margini e soglie, per gesti di liberazione. Già Vaclav Nizinskij anticipa la trasmigrazione per cellule di un movimento da un danzatore all’altro, lasciando emergere il senso profondo dell’individuo nella comunità. Proprio la comunità, qui è chiamata a creare il luogo del rito depositando le fitte trame di danze soprammesse tra donne e uomini, affacciandosi nella sfera dei sensi e nella naturalezza di un corpo indicibile, di una coreografia che non vuole lasciarsi afferrare ma solo toccare con mano. Virgilio Sieni CONTEMPORANEO VENERDÌ 15 DOMENICA 17 GENNAIO Teatro Cast PROGETTO ČECHOV 15.01 ZIO VANJA 17.01 UNA STORIA COMUNE STUDIO SU PLATONOV DI ANTON ČECHOV Compagnia Teatro C.A.S.T. ZIO VANJA di Anton Čechov con Luciano Ciampini, Marco Armillei, Rossana Candellori Elisa Maestri, Pino Presciutti, Valter Finocchi Silvia Maria Speri, Romana Romandini regia Alessandro Marinelli scene e luci Pietro Cardarelli aiuto regia Valter Finocchi e Romana Romandini Laboratorio Teatro C.A.S.T. - Progetto Garden UNA STORIA COMUNE STUDIO SU PLATONOV DI ANTON ČECHOV da Anton Čechov con Oriana Ortenzi, Matteo Vitale, Chiara Giorgi Matteo Petrucci, Eloisa Pierantozzi, Andrea Scipi Davide Carosi, Roberta Procaccini, Alessandro Corradetti regia Alessandro Marinelli scene e luci Pietro Cardarelli aiuto regia Valter Finocchi e Romana Romandini esito laboratoriale frutto di un percorso pedagogico che il regista Alessandro Marinelli ha affrontato con gli allievi del Progetto Garden, il gruppo di studio più avanzato della scuola di recitazione Laboratorio Teatro C.A.S.T. ZIO VANJA Questo Zio Vanja si colloca in un terreno poco battuto dalla tradizione, poiché tenta di far emergere la profondità delle tematiche cechoviane attraverso uno sguardo poetico e al contempo umoristico. Lo stesso Čechov suggeriva di guardare alle sue pièce come a delle commedie, forse per assicurarsi che gli allestimenti scenici accogliessero le oscillazioni di registro - soprattutto dal drammatico al comico - disseminate con grande perizia nelle sue opere. Ho dunque deciso di seguire la strada suggerita dall’autore, mettendo alla prova il testo e le situazioni in esso contenute con l’obiettivo di far risaltare gli spunti più ironici. È stato sorprendente constatare come la materia si piegasse a questa tipo di lettura, e come il lavoro potesse innervarsi di nuova linfa, assumendo un aspetto inconsueto pur conservando tutte le dinamiche originarie. I personaggi di Zio Vanja sognano di assaporare la felicità, ma quello che desiderano sfugge loro di mano, un po’ per incapacità, un po’ per le trame insondabili di un destino imperscrutabile. L’opera si apre con un paesaggio emotivo già segnato dall’insoddisfazione dei protagonisti, insoddisfazione che per ciascuno di loro ha cause profonde e che innescherà le principali linee d’azione della vicenda, tutte significativamente orientate all’insuccesso: Vanja tenterà inutilmente di conquistare l’amore della giovane Elèna, moglie in seconde nozze dell’anziano professor Aleksandr, sposato un tempo con la defunta sorella di Vanja; il professor Aleksandr a sua volta tenterà invano di vendere la tenuta di campagna in cui vive Vanja, nella speranza di raccogliere danaro a sufficienza per assicurarsi una vita di agi in città; Sonja, nipote di Vanja e figlia di Aleksandr, tenterà di coronare il suo sogno d’amore con l’affascinante dottor Astrov, ma non riuscirà nel suo intento essendo quest'ultimo - al pari di Vanja - invaghito di Elèna; Elèna infine, pur sentendosi attratta da Astrov, non potendo sopportare i rimorsi derivanti da un eventuale tradimento, si troverà costretta a rifiutarlo. Per quanto cerchino di cambiare la propria condizione, tutti i personaggi sono irrimediabilmente destinati a tornare al punto di partenza. A ben vedere, le situazioni che essi provocano si riducono a manovre grottesche, goffe o tragicomiche messe in atto per sottrarsi a un senso di vuoto che divora le loro esistenze. “Quando non si ha una vita vera - dice Vanja - si vive di miraggi”. Ed è proprio in virtù di questo scenario fatto di miraggi che è lecito operare con la poetica dell’umorismo. Dietro al miraggio infatti, dietro alle azioni inconcludenti e maldestre che esso provoca, s’avverte lo spettro del tragico, ovvero dell’impossibilità di contrastare qualcosa di innominato che incombe, che avanza minacciosamente e che tutto assorbe, senza possibilità di riscatto. L’umorismo ci fa sorridere delle vicende bizzarre e strambe, ma subito dopo fa affiorare in noi la coscienza della vertigine, della perdita di senso, dell’uomo orfano di Dio, immortalato nell’attimo prima di abbandonarsi all’urlo. Alessandro Marinelli UNA STORIA COMUNE - STUDIO SU PLATONOV DI ANTON ČECHOV Una storia comune - studio su “Platonov” di Anton Čechov è un lavoro scaturito da un percorso pedagogico che ho proposto ai miei allievi più maturi. Platonov fu scritto intorno al 1881 da un Čechov poco più che ventenne. È un’opera ibrida, in cui convivono due modelli di teatro differenti: quello sensazionalistico di stampo ottocentesco, e quello d’atmosfera - rarefatto e sospeso - di cui lo stesso Čechov fu iniziatore e maestro indiscusso. La vicenda è ricca di intrecci, di sottotrame, e abbonda di episodi roboanti e rocamboleschi. Tuttavia, analizzando i passaggi più intimi e le relazioni che legano i personaggi principali, si possono scorgere le temperature emotive, le tematiche e gli stilemi che l’autore svilupperà nella produzione successiva. Nel progettare la messa in scena, ho scelto di concentrarmi proprio sugli aspetti maggiormente riconducibili al Čechov della maturità, riducendo la trama a poche linee essenziali ed esaltando il realismo psicologico della vicenda. Il dualismo strutturale dell’opera non è stato del tutto abbandonato, ma è stato spostato sulle modalità recitative. Com’è noto, a partire da Il Gabbiano messo in scena nel 1901 dal Teatro d’Arte di Mosca, i drammi cechoviani contribuirono ad avviare un processo di ricerca sull’arte dell’attore che sfociò nella consacrazione del naturalismo e nel conseguente declino dei modelli mattatoriali allora in voga. Muovendo da questa considerazione, abbiamo realizzato un allestimento che procede lungo una duplice strada: le scene d’insieme sono proposte in uno stile antinaturalistico, carico e fortemente stilizzato, mentre le scene a due o a tre - vero motore di questa riscrittura - si avvalgono di una recitazione spontanea e priva di orpelli. Si crea in tal modo un forte contrasto che evidenzia le dinamiche interiori, i moti dell’animo e le lacerazioni esistenziali che vivono le figure del dramma. Questo nostro Platonov è dunque uno studio, un’operazione volta a evidenziare ciò che nell’opera originale appare come uno specchio del futuro teatro cechoviano e del destino a esso riservato. Perno dell’operazione è il lavoro dell’attore. Ho cercato di creare uno spettacolo in cui potessero emergere con evidenza le personalità degli allievi. La scenografia è stata ridotta all’osso, proprio per concentrare l’attenzione sull’azione scenica. Mi piace sottolineare che Una storia comune - studio su “Platonov” di Anton Čechov nasce da un’intensa prassi laboratoriale, da un concreto lavoro di decostruzione e ricostruzione del testo letterario. Negli interstizi generati dal processo di analisi e smontaggio, gli interpreti hanno potuto impiantare materiale proveniente dalla loro esperienza personale, dalla loro immaginazione, dalla loro intuizione. Successivamente, nel lavoro di montaggio e di strutturazione della messa in scena, questo materiale è stato accantonato, ma è possibile avvertirne chiaramente la traccia nella freschezza del gioco attoriale: il tessuto verbale dell’opera appare come vivificato, il testo risuona di una consapevolezza profonda, le situazioni respirano liberamente e in maniera fluida, avvolgendo il pubblico nella magia di un Čechov inedito e tutto da gustare. Alessandro Marinelli COMPAGNIA TEATRO C.A.S.T. Il Teatro C.A.S.T. (Cultura Arte Spettacolo Teatro) nasce ad Ascoli Piceno nel 2002 dall’incontro di giovani artisti operanti nel settore teatrale e in quello delle arti visive. Suo obiettivo è coniugare la ricerca di nuove forme espressive con una fruizione che privilegi la comunicazione con il pubblico. Ha all’attivo diverse produzioni tra cui Favola d’ombra (2003) di Alessandro Marinelli, Metamorphoses (2006) da Ovidio, La Favola del figlio cambiato (2007) da Luigi Pirandello, Fremito (2008) da Luigi Pirandello, Malamore - Monolighi del ‘900 (2009), Illusion (2010), Le tre vecchie (2014) di Alejandro Jodorowsky, La contessina Julie (2015) di August Strindberg, tutte per la regia di Alessandro Marinelli. La nostra fedeltà al classico sta nel tradimento. Uscire dalla sua struttura. Contaminarlo con la nostra esistenza. Con la nostra sensibilità. Col nostro giudizio. Per poi farvi ritorno. E sentirlo vivo. La nostra messa in scena è sempre un dialogo. Con noi stessi. Con l’opera. Con il pubblico. Ricerchiamo nel testo quegli archetipi che hanno validità antropologica. E che pertanto parlano alla nostra sensibilità. Su questi archetipi lavoriamo. E li traduciamo in segni teatrali. Parole. Movimenti. Musica. Luce. LABORATORIO TEATRO C.A.S.T. - PROGETTO GARDEN Il Laboratorio Teatro C.A.S.T. è uno progetto pedagogico curato dalla Compagnia Teatro C.A.S.T. dedicato ai giovani che vogliono avvicinarsi alla cultura e all’arte teatrale. Il Progetto Garden è la sezione più avanzata del Laboratorio Teatro C.A.S.T. e raccoglie al suo interno gli allievi più maturi e motivati. Ciò che ci muove non è soltanto un vivo entusiasmo per il mondo del teatro, ma anche una profonda convinzione: nel clima sereno di un ambiente intimo e protetto, attraverso una seria metodologia e un fervido studio, si può crescere artisticamente e umanamente, si possono formare individui più consapevoli e appassionati, che sappiano riconoscere nell’arte (non solo teatrale) un valore importante dell’esistenza, e non un semplice divertissement rispetto alla routine quotidiana. RAGAZZI DOMENICA 6 DICEMBRE ATG - Teatro Pirata ROBINSON CRUSOE L’AVVENTURA ideazione e scrittura Simone Guerro, Silvano Fiordelmondo Francesco Mattioni con Silvano Fiordelmondo, Francesco Mattioni regia e musiche originali Simone Guerro scenografie Frediano Brandetti Ogni uomo, bianco o nero che sia, se lasciato solo diventa un naufrago Dal film Terraferma di Emanuele Crialese Il primo romanzo di avventura della letteratura moderna rivive sul palco grazie a uno spettacolo divertente e dolce allo stesso tempo. Un giovane ragazzo inglese, Robinson Crusoe, lotta contro tutti gli ostacoli che la vita gli presenta (e saranno molti!) per conquistare il suo sogno più grande: essere un marinaio ed esplorare il mondo. Ci riuscirà, ma come ogni impresa grandiosa, il prezzo da pagare sarà enorme, gli imprevisti moltissimi e la ricompensa immensa: essere un uomo libero! Siamo nel 1630 Robinson all'eta di 19 anni decide di lasciare la sua agiata famiglia contro il parere del padre. La sua avventura inizia con un naufragio, ma il giovane non si dà per vinto e decide nonostante il parere contrario del capitano della nave di imbarcarsi nuovamente, alla ricerca della sua libertà. Dopo 15 giorni di navigazione, il sogno di diventare un vero marinaio si spezza in un terribile naufragio che lo lascerà solo su di una isola in mezzo all'oceano. Si dedicherà in solitudine a costruire il suo mondo e la sua vita finché, dopo 20 anni, un uomo a cui darà il nome di Venerdì approda sull'isola. Da quel momento la sua vita cambia, finalmente qualcuno con cui parlare, qualcuno a cui insegnare. Dopo 23 anni passati sull'isola ecco una nave approdare. Robinson finalmente potrà tornare a casa portando con sé Venerdì che però si rifiuterà di seguirlo, vuole essere libero, libero di decidere dove andare. Robinson nella scena finale prende coscienza che non può imporre a Venerdì la sua volontà, e che se vuole veramente essere un uomo libero deve lasciare l'amico libero di scegliere della sua vita. Il Teatro Pirata si cimenta con un grande romanzo e lo fa affidando i suoi attori più anziani a un giovane regista, Simone Guerro, nonché autore delle musiche e affidando la scenografia all'artista Frediano Brandetti. Un’interessante collaborazione artistica che porta sul palco una struttura in continua evoluzione, una musica coinvolgente e due attori, narratori-animatori, le cui abili mani daranno vita alle due marionette protagoniste in scena, Robinson e Venerdì. RAGAZZI DOMENICA 28 FEBBRAIO Collettivo Cinetico – Teatro delle Briciole SHERLOCK HOLMES progetto affidato a CollettivO CineticO [alias compagnia Vitellone CicciottO] compagnia residente presso Teatro Comunale di Ferrara 'Claudio Abbado' concept Francesca Pennini [alias Annina Sperniccef] regia e drammaturgia Angelo Pedroni, Francesca Pennini [alias Pina Redengolo, Annina Sperniccef] coreografie e partiture fisiche Francesca Pennini [alias Annina Sperniccef] in collaborazione con gli interpreti Simone Arganini/Giulio Santolini, Daniele Bonaiuti, Roberto De Sarno [alias Maria Gonnesini, Edilio Beutanina, Bernardo Roseto] assistenza organizzativa Carmine Parise [alias Cesare Parmini] costumi Titta Caggiati [alias Zia Catia Pratiggi] luci e tecnica Emiliano Curà [alias Luciano Reami] realizzazione scene Paolo Romanini [alias Mariano Pinolo] TEATRO DELLE BRICIOLE Solares Fondazione delle Arti CANTIERE «NUOVI SGUARDI PER UN PUBBLICO GIOVANE» ║ 2° CAPITOLO Convinto dell’importanza di un confronto con esperienze teatrali differenti rispetto all’universo tradizionalmente definito come teatro-ragazzi, il Teatro delle Briciole si sta proponendo con questo cantiere di affidare a gruppi della ricerca italiana il compito di creare uno spettacolo per bambini. Dopo Baby don’t cry (Babilonia Teatri, 2010), La Repubblica dei bambini (Teatro Sotterraneo, 2011), con Pop Up. Un fossile di cartone animato (I Sacchi di Sabbia, 2013) si conclude il 1° CAPITOLO del progetto. Nel 2015 si inaugura il 2° capitolo costituito da due nuovi progetti, Play affidato a Mirto Baliani e Sherlock Holmes a CollettivO CineticO. Scrive Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes, che «il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare». L’idea che guida le parole e le azioni di questo spettacolo è la volontà assoluta, liberissima, giocosa, di rovesciare quella verità e osservare con divertita ostinazione il mondo. Sherlock Holmes, il suo celebre metodo fondato sul binomio osservazione e deduzione, si reincarna sulla scena in un anomalo terzetto di investigatori contemporanei, animati da una inesauribile voglia di andare oltre il volto immediato e ingannevole della realtà, di analizzare i dettagli e ipotizzare possibili soluzioni. Nella sua sorprendente somiglianza con i meccanismi profondi della curiosità infantile, l’applicazione rigorosa e nello stesso tempo umoristica del metodo deduttivo è lo strumento di un viaggio di scoperta e investigazione di quel pezzo di mondo, di quel vero e proprio microcosmo che è il teatro. Un viaggio che diventa esplorazione della relazione ambigua tra realtà e finzione, verità e apparenza, artificio tecnico e autenticità di emozione. Quella che si viene compiendo sulla scena, “teatro del crimine” in una inedita accezione, è dunque una vera e propria anatomia in presa diretta, uno sguardo telescopico che si irradia sull’intero spettro del visibile e del sensibile. L’analisi clinica e interattiva di un campione del pubblico (lo spettatore non è forse parte integrante dell’accadimento teatrale?), convive allora con lo smontaggio e il rimontaggio della creazione artistica, innescando una riflessione sull’arte performativa e la sua relazione con la vita. La pluralità delle ipotesi ricostruttive dei movimenti coreografici di uno spettacolo, a partire dagli indizi lasciati sulla “scena del delitto”, si traduce in un vertiginoso atlante concentrato della danza, dal minimal alla contact improvisation, dalla metal al musical, perché il linguaggio del corpo ha estensione infinita, come infinito e aperto è il catalogo delle ipotesi sul mondo, se si parte dalla sua osservazione analitica. Tecnica e immaginazione si sorreggono a vicenda. Il teatro è metafora della immaginazione umana e della vita stessa, universo espressivo totale e complesso, di cui non si tralascia nulla, neanche il versante spazialecostruttivo, così ricco di aspetti carichi di potenzialità, quando si possiede un occhio ricco di acume investigativo. Così, l’occhio di una telecamera, moderno erede della lente di Sherlock Holmes, nella sua assoluta libertà di indagine scruta, analizza, rielabora tutti i recessi dello spazio-mondo: persone e oggetti, spettatori e proiettori, costumi e note di regia, e non si preoccupa di superare le pareti del teatro per puntare sulla vita là fuori che continua a scorrere, o di farsi strada dietro le quinte. Perché “le cose ovvie di cui è pieno il mondo”, se osservate, guardate, scrutate, possono dirci qualcosa di nuovo, rivelare un volto segreto. RAGAZZI DOMENICA 6 MARZO Teatropersona IL GRANDE VIAGGIO spettacolo vincitore del premio del pubblico al FIT Festival di Lugano testo, regia, scene, luci Alessandro Serra con Massimiliano Donato, Simona Di Maio Andrea Castellano, Francesco Rizzo realizzazione oggetti di scena Tiziano Fario in coproduzione con ARMUNIA – Accademia Perduta Romagna Teatri con il sostegno di Regione Toscana - Sistema Regionale dello spettacolo dal vivo Teatro Comunale di Casalmaggiore | CA.RI.CIV. Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre "Andiamo", e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole. Charles Baudelaire. Il Grande Viaggio è una storia universale e comune. La storia di uno di quei viaggi che non si compiono per scelta ma per necessità. Lo spettacolo affronta con forza ma anche con leggerezza il tema dell’immigrazione, vista come opportunità di crescita attraverso le difficoltà e come percorso di conoscenza. Un giovane falegname, con la valigia carica di speranza e ricordi preziosi come tesori, parte da un paese lontano, attraversa il mare e approda in una patria nuova e sconosciuta. Lascia a casa la povertà ma anche il suo cuore e una moglie ammalata che attende di poterlo raggiungere. L’uomo approda in un mondo estraneo e bizzarro ma si sente forte e determinato perché sa che deve trovare presto un lavoro per comprare un farmaco speciale in grado di curare la sua amata compagna. Ma a volte è difficile capire quale strada percorrere e lottare contro la solitudine e lo sconforto che, come inquietanti, invisibili presenze, minacciano di spegnere la speranza, fino all’ultimo lume… Nel momento di maggior sconforto, gli appare, inattesa, la buffa figura di un compagno segreto: la sua anima in forma di animale, un aspetto sopito ma vigoroso del suo io più profondo, il daimon. Ciò che per alcune tradizioni è l’animale totemico, lo spirito guida che ci conduce e ci sostiene quando l’unica possibilità sembra quella di cedere allo sconforto. Ma per realizzare un sogno non bastano il coraggio e la speranza, serve anche un altro essere umano che tenda una mano e regali una possibilità così, nel suo periglioso cammino, il falegname incontrerà un altro personaggio veramente molto insolito…. Inizia così, per il protagonista, un vero e proprio percorso iniziatico che correrà su due binari paralleli: quello del mondo e quello dell’anima. Al termine del Viaggio, il protagoista capirà che nella parte più profonda di ogni essere umano riposa una forza segreta che aiuta a non perdere il coraggio, ad andare avanti, a non rinunciare e che anche l’esperienza più infelice può essere non solo un ostacolo da superare ma anche un’occasione da cogliere, una possibilità di rinascita. RAGAZZI DOMENICA 17 APRILE Teatro delle Apparizioni - Teatro Accettella IL TENACE SOLDATINO DI PIOMBO un film da palcoscenico da Hans Christian Andersen un’idea di Fabrizio Pallara di e con Valerio Malorni e Fabrizio Pallara vincitore di Edo Awards 2015 come miglior spettacolo di Teatro di Figura Una stanza, molti giocattoli, una finestra che si affaccia su un esterno immaginario, la pioggia, le luci soffuse di un interno intimo e caldo, per raccontare la storia del soldatino di piombo e della sua ballerina. La celebre fiaba viene reinterpretata in un gioco in cui gli oggetti prenderanno vita parlando, combattendo, danzando, protagonisti di un film teatrale proiettato su un grande schermo in diretta. Il set è dunque la stanza dei giochi, il luogo in cui avviene la meraviglia e qui il teatro si mostrerà nel suo farsi al servizio dell’occhio della telecamera che, come il buco della serratura di una porta invisibile, offrirà agli spettatori uno sguardo inedito e privilegiato, per entrare nella storia osservando il piccolo e l’impercettibile. Due piani di azione, due differenti visioni, due linguaggi a confronto, quello teatrale e quello cinematografico, che si sveleranno e si misureranno per unirsi e raccontare una grande storia d’amore. ABBONAMENTI RAGAZZI posto unico numerato 27 euro | 13 euro ridotto [fino a 14 anni] BIGLIETTI LA SAGRA DELLA PRIMAVERA posto unico numerato 15 euro | 10 euro ridotto [fino a 25 anni, oltre 65, iscirtti scuole danza] PROGETTO ČECHOV posto unico numerato 10 euro RAGAZZI [in vendita dal 1 dicembre] posto unico numerato 8 euro | 4 euro ridotto [fino a 14 anni] BIGLIETTERIA DEL TEATRO T 0736 244970 dal martedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 12.30 dalle ore 16.30 alle ore 19.30 nei giorni di spettacolo il botteghino del teatro sarà aperto anche nei 45 minuti precedenti l’inizio della rappresentazione INFORMAZIONI BIGLIETTERIA DEL TEATRO T 0736 244970 www.ilteatroventidiobasso.it AMAT T 071 2072439 www.amatmarche.net CALL CENTER DELLO SPETTACOLO DELLE MARCHE T 071 2133600