LE SFIDE PASTORALI SULLA FAMIGLIA NEL CONTESTO DELL’EVANGELIZZAZIONE CLAUDIO CON FLAVIA AMERINI CENTRO DIOCESANO DI PASTORALE DELLA FAMIGLIA Il Sinodo: famiglia ed evangelizzazione Una "idea ingegnosa" “Un’ingegnosa idea di Papa Francesco”. Così monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha definito l’indizione del Sinodo straordinario sulla famiglia Il Sinodo: famiglia ed evangelizzazione Nel tempo che stiamo vivendo l’evidente crisi sociale e spirituale diventa una sfida pastorale, che interpella la missione evangelizzatrice della Chiesa per la famiglia, nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale Proporre il Vangelo sulla famiglia in questo contesto risulta quanto mai urgente e necessario. L’importanza del tema emerge dal fatto che il Santo Padre ha deciso di stabilire per il Sinodo dei Vescovi un itinerario di lavoro in due tappe. Il Sinodo: famiglia ed evangelizzazione la prima, l’Assemblea Generale Straordinaria del 2014, (5-19 ottobre) volta a precisare lo “status quaestionis” e a raccogliere testimonianze e proposte dei Vescovi per annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la famiglia; la seconda, l’Assemblea Generale Ordinaria del 2015, per cercare linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia. Le sfide Si profilano oggi problematiche inedite fino a pochi anni fa, dalla diffusione delle coppie di fatto, che non accedono al matrimonio e a volte ne escludono l’idea, alle unioni fra persone dello stesso sesso, cui non di rado è consentita l’adozione di figli. Fra le numerose nuove situazioni che richiedono l’attenzione e l’impegno pastorale della Chiesa basterà ricordare: matrimoni misti o inter-religiosi; famiglia monoparentale; poligamia; matrimoni combinati con la conseguente problematica della dote, a volte intesa come prezzo di acquisto della donna; sistema delle caste; cultura del non-impegno e della presupposta instabilità del vincolo; forme di femminismo ostile alla Chiesa; fenomeni migratori e riformulazione dell’idea stessa di famiglia; Le sfide pluralismo relativista nella concezione del matrimonio; influenza dei media sulla cultura popolare nella comprensione delle nozze e della vita familiare; tendenze di pensiero sottese a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale; diffondersi del fenomeno delle madri surrogate (utero in affitto); nuove interpretazioni dei diritti umani. Ma soprattutto in ambito più strettamente ecclesiale, indebolimento o abbandono della fede nella sacramentalità del matrimonio e nel potere terapeutico della penitenza sacramentale. Questionario 1 - Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa riguardante la famiglia 2 - Sul matrimonio secondo la legge naturale 3 - La pastorale della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione 4 - Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili 5 - Sulle unioni di persone della stesso sesso Questionario 6 - Sull’educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari 7 - Sull’apertura degli sposi alla vita 8 - Sul rapporto tra la famiglia e persona 9 - Altre sfide e proposte Come la diocesi ha risposto al questionario. Sono stati contattati i vicari foranei per avere una diffusione più rapida, ai quali nella richiesta, abbiamo inviato direttamente il questionario in formato word. Abbiamo partecipato ad incontri di U.P. Passaparola Come la diocesi ha risposto al questionario Metodo di lavoro: per snellire il lavoro abbiamo chiesto di rinviarci via mail le risposte. Organizzazione di lavoro: Per consigli di U.P. Per gruppi di sposi Creando una piccola commissione singolarmente Come la diocesi ha risposto al questionario Al centro ci sono stati inviati 12 questionari. Solo la parrocchia di Quistello, con d. Roberto e un gruppo di giovani coppie ha risposto a tutte le domande Altre parrocchie come Suzzara e Monzambano hanno risposto al 60/70 % delle domande Altri hanno risposto prendendo in esame sola 1 area tematica (preparazione al matrimonio) Alcuni hanno fatto una sintesi. Come la diocesi ha risposto al questionario 1 persona vedova, personalmente ha risposto solo al punto 9: “Nel questionario tra i tanti “tipi” di famiglia presi in considerazione, non viene menzionata la famiglia vedova, ignorando completamente una realtà purtroppo ben presente nella chiesa e che richiede la stessa attenzione riservata ad altre, se non altro perché Dio stesso invita a prendersi cura dell’orfano e della vedova”. Come la diocesi ha risposto al questionario 1 – Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa riguardante la famiglia Qual è la reale conoscenza degli insegnamenti della Bibbia, della “Gaudium et Spes”, della “Familiaris Consortio” e di altri documenti del Magistero postconcilare sul valore della famiglia secondo la Chiesa Cattolica? Come i nostri fedeli vengono formati alla vita familiare secondo l’insegnamento della Chiesa? Gli insegnamenti della Bibbia, particolarmente le indicazioni morali, sono sicuramente conosciuti. Ma la conoscenza dei documenti è assai scarsa o nulla Come la diocesi ha risposto al questionario Dove l’insegnamento della Chiesa è conosciuto, è integralmente accettato? Si verificano difficoltà nel metterlo in pratica? Quali? L insegnamento della Chiesa non è integralmente accettato. Le difficoltà che si verificano nel metterlo in pratica sono molteplici, soprattutto perché ci si scontra con una società che esalta la materialità e nella quale la Chiesa non riesce a far conoscere il “senso” della propria dottrina, privilegiando, oggi come ieri, la comunicazione degli aspetti normativi e comportamentali. Tali aspetti, tuttavia, se privi del loro significato originale, appaiono come meri obblighi o proibizioni difficili da capire, accettare e mettere in pratica. Come la diocesi ha risposto al questionario Dove l’insegnamento della Chiesa è conosciuto, è integralmente accettato? Si verificano difficoltà nel metterlo in pratica? Quali? Ci sono ,poi, nella quotidianità, zone “grigie” in cui è molto difficile distinguere tra ciò che giusto e ciò che è sbagliato. Per esempio, come si deve comportare una donna che sa che, se aspetta un bambino, potrebbe perdere il posto di lavoro? E, dall’altra parte, come si deve comportare un datore di lavoro che vede una eventuale maternità come un aggravio di spesa, magari in una situazione già difficile di crisi economica? Quale insegnamento seguire quando principi e necessità collidono? Come la diocesi ha risposto al questionario Come l’insegnamento della Chiesa viene diffuso nel contesto dei programmi pastorali a livello nazionale, diocesano e parrocchiale? Quale catechesi si fa sulla famiglia? Ci sono pochissimi momenti in cui poter diffondere l’insegnamento della Chiesa: talvolta durante l’omelia, e poi basta. Per la catechesi della famiglia risultano efficaci i gruppi famiglia, che però seguono le dinamiche tipiche dei gruppi, e sono quindi spesso ristretti e difficilmente si susseguono con continuità all’interno della parrocchia. Si possono formare con più facilità piccoli gruppi in relazione ad eventi singoli, come, per esempio, in occasione del Sinodo mantovano. Come la diocesi ha risposto al questionario In quale misura – e in particolari su quali aspetti – tale insegnamento è realmente conosciuto, accettato, rifiutato e/o criticato in ambienti extra ecclesiali? Quali sono i fattori culturali che ostacolano la piena ricezione dell’insegnamento della Chiesa sulla famiglia? L’insegnamento è conosciuto ma, soprattutto per quanto riguarda argomenti quali i rapporti pre-matrimoniali, l’uso di anticoncezionali o la convivenza, viene criticato, rifiutato o considerato antiquato. I fattori culturali sono molteplici: il relativismo culturale in cui siamo immersi; una società laica in cui anche le leggi dello Stato hanno una loro incidenza sul modo di pensare; gli scandali sessuali che, pur essendo minoritari, sono stati molto evidenziati dai mezzi di comunicazione e hanno minato la credibilità degli ambienti ecclesiastici Come la diocesi ha risposto al questionario 2 – Sul matrimonio secondo la legge naturale Quale posto occupa il concetto di legge naturale nella cultura civile, sia a livello istituzionale, educativo e accademico, sia a livello popolare? Quali visioni dell’antropologia sono sottese a questo dibattito sul fondamento naturale della famiglia? Tale concetto non viene riconosciuto né a livello scientifico né istituzionale (Aborto, Eutanasia). Il problema verte sulla risposta da dare alla domanda: cosa è naturale? Cosa è innaturale? Oggi non si considera la natura in senso astratto e in generale: esiste l’uomo concreto, non la natura umana. Così è considerato naturale ciò che ognuno avverte come tendenza propria dentro di sé. Sarebbe innaturale contraddirla. Il caso più eclatante potrebbe essere il punto di vista sull’omosessualità. In ambienti meno acculturati o più provinciali il “sentire comune” vede la famiglia come naturale quando si tratta dell’unione tra uomo e donna, anche perché orientato alla procreazione. Mentre in ambienti culturalmente più sviluppati o cittadini, tale differenza sembra non essere avvertita o addirittura superata. Si ritiene normale usare lo stesso termine famiglia anche per unioni tra persone dello stesso sesso. Come la diocesi ha risposto al questionario Il concetto di legge naturale in relazione all’unione tra l’uomo e la donna è comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati in generale? Il concetto di legge naturale in relazione all’unione tra l’uomo e la donna è comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati che si accostano ai sacramenti e partecipano alle attività della parrocchia, diverso è il discorso per i battezzati “non praticanti”, che sembrano più aperti ad altre interpretazioni. Come viene contestata nella prassi e nella teoria la legge naturale sull’unione tra l’uomo e la donna in vista della formazione di una famiglia? Come viene proposta e approfondita negli organismi civili ed ecclesiali? Si contesta l’idea di fondo che l’unica unione naturale sia quella tra uomo e donna. Si ritiene che non ci sia nulla di “innaturale” nell’amore tra persone dello stesso sesso e quindi non ci possano essere divieti alla possibilità di formare una “famiglia” Come la diocesi ha risposto al questionario Se richiedono la celebrazione del matrimonio battezzati non praticanti o che si dichiarino non credenti, come affrontare le sfide pastorali che ne conseguono? Si dovrebbe privilegiare l’apertura a tutti, accompagnata da una educazione che favorisca la conoscenza e il maturare di scelte consapevoli. Come la diocesi ha risposto al questionario 3 – La pastorale della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione Quali sono le esperienze nate negli ultimi decenni in ordine alla preparazione al matrimonio? Come si è cercato di stimolare il compito di evangelizzazione degli sposi e della famiglia? Come promuovere la coscienza della famiglia come “Chiesa domestica”? Le uniche esperienze fatte in merito sono i corsi di preparazione al matrimonio, la cui efficacia dipende, in parte, dalla motivazione personale di chi si avvicina al sacramento ma anche dalla struttura stessa dei corsi, che si presentano a volte più come un ripasso del catechismo che non come una preparazione al senso del matrimonio. Come la diocesi ha risposto al questionario Si è riusciti a proporre stili di preghiera in famiglia che riescano a resistere alla complessità della vita e della cultura attuale? Poco o per niente. Chi è abituato a pregare continua anche dopo il matrimonio, ma è assai raro che all’interno della coppia si preghi insieme perché lo si ritiene imbarazzante. Come la diocesi ha risposto al questionario Nell’attuale situazione di crisi tra le generazioni, come le famiglie cristiane hanno saputo realizzare la propria vocazione di trasmissione della fede? Resiste la tradizione di mandare i bambini al catechismo, a cui viene delegata la trasmissione della fede. Ma all’interno della famiglia, nella stragrande maggioranza, non si parla di fede e questo lo si nota perché molti bambini iniziano il catechismo completamente digiuni di qualunque conoscenza di base. D’altra parte, anche le famiglie che testimoniano la propria fede sono in difficoltà con figli che non sembrano voler seguire il loro esempio o lo rifiutano. L’unica scelta possibile è continuare a dare loro un esempio, sperando che, nel tempo, questo dia buoni frutti. Nell’attuale situazione di crisi, poi, anche una coppia che, semplicemente, continua a rimanere unita è una testimonianza di fede. Come la diocesi ha risposto al questionario In che modo le Chiese locali e i movimenti di spiritualità familiare hanno saputo creare percorsi esemplari? Qual è l’apporto specifico che coppie e famiglie sono riuscite a dare in ordine alla diffusione di una visione integrale della coppia e della famiglia cristiana credibile oggi? Quale attenzione pastorale la Chiesa ha mostrato per sostenere il cammino delle coppie in formazione e delle coppie in crisi? Attraverso coppie sposate che hanno seguito corsi organizzati dalla diocesi e hanno a loro volta coordinato o guidato gruppi di famiglie all’interno della parrocchia. Come la diocesi ha risposto al questionario – Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili La convivenza ad experimentum è una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? Dai dati degli ultimi 3 corsi pre – matrimoniali organizzati in parrocchia risulta che il 90% delle coppie chiedevano il matrimonio religioso era già convivente. Esistono unioni libere di fatto, senza riconoscimento né religioso né civile? Vi sono dati statistici affidabili? Sono una realtà che sta diventando prevalente. Non esistono dati. Come la diocesi ha risposto al questionario 4- I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? Come si fa fronte a questa realtà attraverso programmi pastorali adatti? Sono una realtà rilevante. Non ci sono dati certi. Non esistono programmi pastorali ad hoc In tutti questi casi: come vivono i battezzati la loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l’impossibilità di ricevere i sacramenti? La sofferenza dipende dal grado di consapevolezza con cui hanno accettato il principio sacramentale dell’indissolubilità del matrimonio e dalla pratica religiosa precedente la situazione irregolare Come la diocesi ha risposto al questionario Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione? Tra le persone che si trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti? Molti si adattano con fatica a questa disciplina sacramentale e spesso la considerano discriminante nei loro confronti, è invece, più accomodante verso situazioni peccaminose ritenute più gravi. A chiedere per sé questi sacramenti sono le persone religiosamente più sensibili Come la diocesi ha risposto al questionario Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? Se sì, in quali forme? Lo snellimento potrebbe essere un contributo positivo. In tal senso potrebbe essere d’aiuto concedere maggiore credibilità alle dichiarazioni personali senza essere vincolati alla necessità di portare delle testimonianze che spesso non si è in grado di produrre. Come la diocesi ha risposto al questionario Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi? Come si svolge tale attività pastorale? Esistono programmi al riguardo a livello nazionale e diocesano? Come viene annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in atto il sostegno della Chiesa al loro cammino di fede Non esiste una pastorale specifica. Vanno esortati a continuare nel cammino della fede e credere nella misericordia di Dio Come la diocesi ha risposto al questionario 5 – Sulle unioni di persone della stesso sesso Esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio? No Quale è l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione Non ci sono esperienze in tal senso Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni? Va evitato e combattuto il pregiudizio e vanno esortati a continuare nel cammino della fede e credere nella misericordia di Dio al di là della partecipazione ai sacramenti Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede? Non ci sono esperienze in tal senso Come la diocesi ha risposto al questionario 6 – Sull’educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in relazione ai bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite? 50% circa Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Che cosa chiedono? Solo i sacramenti o anche la catechesi e l’insegnamento in generale della religione? Non solo i sacramenti, ma anche la catechesi e l’insegnamento religioso in generale Come le Chiese particolari vanno incontro alla necessità dei genitori di questi bambini di offrire un’educazione cristiana ai propri figli? Come si svolge la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione, l’amministrazione del sacramento e l’accompagnamento? Secondo le stesse modalità che vengono proposte ai figli nati da matrimoni regolari Come la diocesi ha risposto al questionario 7 – Sull’apertura degli sposi alla vita Qual è la reale conoscenza che i cristiani hanno della dottrina della Humanae vitae sulla paternità responsabile? Quale coscienza si ha della valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite? Quali approfondimenti potrebbero essere suggeriti in materia dal punto di vista pastorale? È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono difficoltosa l’accettazione nella grande maggioranza delle coppie? Quali metodi naturali vengono promossi da parte delle Chiese particolari per aiutare i coniugi a mettere in pratica la dottrina dell’Humanae vitae? La dottrina morale è conosciuta ma si ritiene che i metodi naturali non siano efficaci. Si dovrebbero far conoscere meglio, anche nei corsi pre-matrimoniali, per combattere tale pregiudizio, soprattutto attraverso la testimonianza di coppie sposate e formate in tal senso Come la diocesi ha risposto al questionario Qual è l’esperienza riguardo a questo tema nella prassi del sacramento della penitenza e nella partecipazione all’eucaristia? Il tema non viene avvertito come peccato o comunque considerato poco rilevante: di fatto di questo non ci si confessa quasi mai Quali contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e l’educazione civile al riguardo? L’educazione civile promuove l’utilizzo del preservativo anche per evitare la trasmissione di malattie infettive e salvaguardare la salute delle persone. L’aspetto etico dei metodi naturali non è ritenuto rilevante Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire la crescita delle nascite? Anche attraverso politiche sociali di sostegno alla famiglia. E una continua educazione alla paternità e maternità responsabile e consapevole. Come la diocesi ha risposto al questionario 8 – Sul rapporto tra la famiglia e persona Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo: la famiglia è un luogo privilegiato perché questo avvenga? Dovrebbe esserlo, ma nella realtà si rivela spesso fallimentare Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo odierno possono diventare un ostacolo all’incontro della persona con Cristo? Tutte quelle che ne determinano il disfacimento In quale misura le crisi di fede che le persone possono attraversare incidono nella vita familiare? Dipende dalle situazioni particolari. Nelle famiglie con solida formazione spirituale, le eventuali crisi di fede personale vengono supportate spesso in modo efficace. Nelle famiglie già in crisi, per i motivi più diversi, le difficoltà di fede non trovano supporto e aggravano il quadro generale Come la diocesi ha risposto al questionario 9 Altre sfide e proposte Vorremmo tornare sul argomento delle nascite per porre l’attenzione anche sulle problematiche morali che scaturiscono a seguito di percorsi attivati dalla coppia per giungere a procreare tramite la seminazione artificiale. A volte la coppia vive una vera e propria crisi di identità nel non poter avere figli; a volte è traumatica la sofferenza che si insinua all’interno della coppia che non accetta la non fertilità. Conclusioni A mo’ di conclusione, non diciamo molto elaborata, propongo tre indicazioni specifiche per il matrimonio e la famiglia: Proposta vocazionale. Una prima prospettiva si collega con l’inserimento del matrimonio e della famiglia nel mistero di Cristo e nel mistero della Chiesa Una pastorale giovanile. Il tema della famiglia come vocazione, potrebbe essere sviluppato a una particolare condizione del giovane: egli è ancora legato alla famiglia, agli amici della stessa terra, cioè le strutture fondamentali e stabili della vita umana; ma già si apre con un intenso interesse agli aspetti mobili e settoriali della vita Conclusioni Il dialogo con l’uomo. Va deplorato il ritardo con cui l’attuale società adulta inserisce i giovani nel lavoro e nelle responsabilità dirette; ma non va sottovalutata la preziosità di un periodo di preparazione, di educazione, di formazione. Qui può inserirsi la scelta della chiesa locale, valorizzando soprattutto la forza educativa del Vangelo, allenando le coscienze al rigore etico, animando le iniziative della società civile, educando a ricavare dal Vangelo una visione di famiglia che può offrire molti punti in comune per un dialogo ostruttivo con altre persone che hanno matrici e ideali diversi. C’è una parola che può raccogliere in unità le nostre osservazioni, a titolo di abbozzo, di provocazione? Penso che questa parola possa essere contenuta nella parola “speranza”. Segnalo come punto di riferimento, sia come contenuto e come metodo, il quarto Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona, 16-20 ottobre 2006, “Una speranza per l’Italia”. Il frutto della collegialità Presentata e votata, numero per numero, la Relatio Synodi. Un documento inclusivo dove è il consenso, in alcuni casi minore, in altri maggiore, a spiccare. Ogni numero del documento è stato votato dai 183 padri sinodali presenti alla XV Congregazione generale di sabato e in tre casi la maggioranza qualificata di due terzi non è stata raggiunta. Il frutto della collegialità Si tratta in particolare dei numeri 52 (comunione ai divorziati risposati), 53 (concetto di comunione spirituale) e 55 (persone omosessuali). Con fatica e passione Continua il lavoro sulle indicazioni sinodali Il prossimo gennaio il Pontificio Consiglio organizzerà un grande convegno internazionale con tutte le realtà dell’associazionismo familiare, per valutare insieme i frutti del Sinodo straordinario e continuare il cammino di riflessione verso la sessione ordinaria dell’ottobre 2015. Camminare insieme Sua Santità, nel discorso conclusivo al Sinodo, ha espresso grande soddisfazione per il confronto attento e sincero svoltosi durante i loro lavori tra i padri sinodali Camminare insieme «Potrei dire serenamente che – con uno spirito di collegialità e di sinodalità – abbiamo vissuto davvero un'esperienza di "Sinodo", un percorso solidale, un "cammino insieme"». Quello del Sinodo è stato «un cammino dove il più forte si è sentito in dovere di aiutare il meno forte, dove il più esperto si è prestato a servire gli altri, anche attraverso i confronti. E poiché essendo un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni». Ma queste ultime, ha ricordato il Papa, «non ci devono né spaventare né sconcertare e nemmeno scoraggiare, perché nessun discepolo è più grande del suo maestro. Ripartire dalla famiglia Il Circolo “Italico C”, in particolare, ha voluto sottolinerare la necessità di «ripartire dalla famiglia: essa infatti è scuola di umanità, perché scuola di amore nella vita e nella crescita della persona, grazie alle relazioni che il matrimonio richiede fra i coniugi e fra genitori e figli. E’ scuola di socialità, perché sostiene la persona nello sviluppo delle sue capacità al servizio della società. E’ grembo di vita ecclesiale, che educa a vivere nella comunione della Chiesa e ad essere protagonisti attivi in essa. E’ infine scuola di santificazione, in cui si esercita e si alimenta il cammino di santità dei coniugi e dei figli, deve essere un vivaio speciale di vocazioni alla vita sacerdotale e consacrata. Per queste ragioni la Chiesa annuncia il valore e la bellezza della famiglia e con ciò rende un servizio decisivo a un mondo che implora di essere rischiarato dalla luce della speranza». GRAZIE