le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell`evangelizzazione

LE SFIDE PASTORALI SULLA
FAMIGLIA
NEL CONTESTO
DELL’EVANGELIZZAZIONE
CLAUDIO CON FLAVIA AMERINI
CENTRO DIOCESANO DI PASTORALE DELLA FAMIGLIA
Il Sinodo: famiglia ed evangelizzazione
Una "idea ingegnosa"
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“Un’ingegnosa idea di Papa Francesco”. Così monsignor
Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la
Famiglia, ha definito l’indizione del Sinodo straordinario
sulla famiglia
Il Sinodo: famiglia ed evangelizzazione
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Nel tempo che stiamo vivendo l’evidente crisi sociale e
spirituale diventa una sfida pastorale, che interpella la
missione evangelizzatrice della Chiesa per la famiglia,
nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale
Proporre il Vangelo sulla famiglia in questo contesto risulta
quanto mai urgente e necessario. L’importanza del tema
emerge dal fatto che il Santo Padre ha deciso di stabilire
per il Sinodo dei Vescovi un itinerario di lavoro in due
tappe.
Il Sinodo: famiglia ed evangelizzazione
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la prima, l’Assemblea Generale Straordinaria del 2014,
(5-19 ottobre) volta a precisare lo “status quaestionis” e a
raccogliere testimonianze e proposte dei Vescovi per
annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la
famiglia;
la seconda, l’Assemblea Generale Ordinaria del 2015,
per cercare linee operative per la pastorale della
persona umana e della famiglia.
Le sfide
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Si profilano oggi problematiche inedite fino a pochi anni fa, dalla
diffusione delle coppie di fatto, che non accedono al matrimonio e a
volte ne escludono l’idea, alle unioni fra persone dello stesso sesso, cui
non di rado è consentita l’adozione di figli. Fra le numerose nuove
situazioni che richiedono l’attenzione e l’impegno pastorale della
Chiesa basterà ricordare: matrimoni misti o inter-religiosi; famiglia
monoparentale; poligamia; matrimoni combinati con la conseguente
problematica della dote, a volte intesa come prezzo di acquisto della
donna;
sistema delle caste; cultura del non-impegno e della presupposta
instabilità del vincolo; forme di femminismo ostile alla Chiesa; fenomeni
migratori e riformulazione dell’idea stessa di famiglia;
Le sfide
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pluralismo relativista nella concezione del matrimonio; influenza dei
media sulla cultura popolare nella comprensione delle nozze e della
vita familiare; tendenze di pensiero sottese a proposte legislative che
svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale;
diffondersi del fenomeno delle madri surrogate (utero in affitto);
nuove interpretazioni dei diritti umani. Ma soprattutto in ambito più
strettamente ecclesiale, indebolimento o abbandono della fede nella
sacramentalità del matrimonio e nel potere terapeutico della
penitenza sacramentale.
Questionario
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1 - Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero della
Chiesa riguardante la famiglia
2 - Sul matrimonio secondo la legge naturale
3 - La pastorale della famiglia nel contesto
dell’evangelizzazione
4 - Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni
matrimoniali difficili
5 - Sulle unioni di persone della stesso sesso
Questionario
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6 - Sull’educazione dei figli in seno alle situazioni di
matrimoni irregolari
7 - Sull’apertura degli sposi alla vita
8 - Sul rapporto tra la famiglia e persona
9 - Altre sfide e proposte
Come la diocesi ha risposto al
questionario.
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Sono stati contattati i vicari foranei per avere una
diffusione più rapida, ai quali nella richiesta, abbiamo
inviato direttamente il questionario in formato word.
Abbiamo partecipato ad incontri di U.P.
Passaparola
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Metodo di lavoro: per snellire il lavoro abbiamo chiesto di
rinviarci via mail le risposte.
Organizzazione di lavoro:
Per consigli di U.P.
Per gruppi di sposi
Creando una piccola commissione
singolarmente
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Al centro ci sono stati inviati 12 questionari.
Solo la parrocchia di Quistello, con d. Roberto e un
gruppo di giovani coppie ha risposto a tutte le domande
Altre parrocchie come Suzzara e Monzambano hanno
risposto al 60/70 % delle domande
Altri hanno risposto prendendo in esame sola 1 area
tematica (preparazione al matrimonio)
Alcuni hanno fatto una sintesi.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
1 persona vedova, personalmente ha risposto solo al
punto 9:
“Nel questionario tra i tanti “tipi” di famiglia presi in
considerazione, non viene menzionata la famiglia vedova,
ignorando completamente una realtà purtroppo ben presente
nella chiesa e che richiede la stessa attenzione riservata ad
altre, se non altro perché Dio stesso invita a prendersi cura
dell’orfano e della vedova”.
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Come la diocesi ha risposto al
questionario
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1 – Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero
della Chiesa riguardante la famiglia
Qual è la reale conoscenza degli insegnamenti della
Bibbia, della “Gaudium et Spes”, della “Familiaris
Consortio” e di altri documenti del Magistero postconcilare
sul valore della famiglia secondo la Chiesa Cattolica?
Come i nostri fedeli vengono formati alla vita familiare
secondo l’insegnamento della Chiesa?
Gli insegnamenti della Bibbia, particolarmente le indicazioni
morali, sono sicuramente conosciuti. Ma la conoscenza dei
documenti è assai scarsa o nulla
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Dove l’insegnamento della Chiesa è conosciuto, è integralmente
accettato? Si verificano difficoltà nel metterlo in pratica? Quali?
L insegnamento della Chiesa non è integralmente accettato. Le difficoltà
che si verificano nel metterlo in pratica sono molteplici, soprattutto
perché ci si scontra con una società che esalta la materialità e nella quale
la Chiesa non riesce a far conoscere il “senso” della propria dottrina,
privilegiando, oggi come ieri, la comunicazione degli aspetti normativi e
comportamentali. Tali aspetti, tuttavia, se privi del loro significato
originale, appaiono come meri obblighi o proibizioni difficili da capire,
accettare e mettere in pratica.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Dove l’insegnamento della Chiesa è conosciuto, è
integralmente accettato? Si verificano difficoltà nel
metterlo in pratica? Quali?
Ci sono ,poi, nella quotidianità, zone “grigie” in cui è molto
difficile distinguere tra ciò che giusto e ciò che è sbagliato.
Per esempio, come si deve comportare una donna che sa che,
se aspetta un bambino, potrebbe perdere il posto di lavoro?
E, dall’altra parte, come si deve comportare un datore di
lavoro che vede una eventuale maternità come un aggravio
di spesa, magari in una situazione già difficile di crisi
economica? Quale insegnamento seguire quando principi e
necessità collidono?
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Come l’insegnamento della Chiesa viene diffuso nel contesto
dei programmi pastorali a livello nazionale, diocesano e
parrocchiale? Quale catechesi si fa sulla famiglia?
Ci sono pochissimi momenti in cui poter diffondere
l’insegnamento della Chiesa: talvolta durante l’omelia, e poi
basta. Per la catechesi della famiglia risultano efficaci i gruppi
famiglia, che però seguono le dinamiche tipiche dei gruppi, e
sono quindi spesso ristretti e difficilmente si susseguono con
continuità all’interno della parrocchia. Si possono formare con
più facilità piccoli gruppi in relazione ad eventi singoli, come, per
esempio, in occasione del Sinodo mantovano.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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In quale misura – e in particolari su quali aspetti – tale
insegnamento è realmente conosciuto, accettato, rifiutato e/o
criticato in ambienti extra ecclesiali? Quali sono i fattori
culturali che ostacolano la piena ricezione dell’insegnamento
della Chiesa sulla famiglia?
L’insegnamento è conosciuto ma, soprattutto per quanto riguarda
argomenti quali i rapporti pre-matrimoniali, l’uso di
anticoncezionali o la convivenza, viene criticato, rifiutato o
considerato antiquato.
I fattori culturali sono molteplici: il relativismo culturale in cui
siamo immersi; una società laica in cui anche le leggi dello Stato
hanno una loro incidenza sul modo di pensare; gli scandali
sessuali che, pur essendo minoritari, sono stati molto evidenziati
dai mezzi di comunicazione e hanno minato la credibilità degli
ambienti ecclesiastici
Come la diocesi ha risposto al
questionario
2 – Sul matrimonio secondo la legge naturale
Quale posto occupa il concetto di legge naturale nella cultura civile, sia a livello istituzionale,
educativo e accademico, sia a livello popolare? Quali visioni dell’antropologia sono sottese a
questo dibattito sul fondamento naturale della famiglia?
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Tale concetto non viene riconosciuto né a livello scientifico né istituzionale (Aborto,
Eutanasia). Il problema verte sulla risposta da dare alla domanda: cosa è naturale?
Cosa è innaturale? Oggi non si considera la natura in senso astratto e in generale:
esiste l’uomo concreto, non la natura umana. Così è considerato naturale ciò che
ognuno avverte come tendenza propria dentro di sé. Sarebbe innaturale
contraddirla. Il caso più eclatante potrebbe essere il punto di vista
sull’omosessualità. In ambienti meno acculturati o più provinciali il “sentire comune”
vede la famiglia come naturale quando si tratta dell’unione tra uomo e donna,
anche perché orientato alla procreazione. Mentre in ambienti culturalmente più
sviluppati o cittadini, tale differenza sembra non essere avvertita o addirittura
superata. Si ritiene normale usare lo stesso termine famiglia anche per unioni tra
persone dello stesso sesso.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Il concetto di legge naturale in relazione all’unione tra l’uomo e la donna è
comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati in generale?
Il concetto di legge naturale in relazione all’unione tra l’uomo e la donna è
comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati che si
accostano ai sacramenti e partecipano alle attività della parrocchia, diverso
è il discorso per i battezzati “non praticanti”, che sembrano più aperti ad
altre interpretazioni.
Come viene contestata nella prassi e nella teoria la legge naturale sull’unione
tra l’uomo e la donna in vista della formazione di una famiglia? Come viene
proposta e approfondita negli organismi civili ed ecclesiali?
 Si contesta l’idea di fondo che l’unica unione naturale sia quella tra uomo e
donna. Si ritiene che non ci sia nulla di “innaturale” nell’amore tra persone dello
stesso sesso e quindi non ci possano essere divieti alla possibilità di formare una
“famiglia”
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Se richiedono la celebrazione del matrimonio battezzati
non praticanti o che si dichiarino non credenti, come
affrontare le sfide pastorali che ne conseguono?
Si dovrebbe privilegiare l’apertura a tutti, accompagnata da
una educazione che favorisca la conoscenza e il maturare di
scelte consapevoli.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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3 – La pastorale della famiglia nel contesto
dell’evangelizzazione
Quali sono le esperienze nate negli ultimi decenni in ordine
alla preparazione al matrimonio? Come si è cercato di
stimolare il compito di evangelizzazione degli sposi e della
famiglia? Come promuovere la coscienza della famiglia come
“Chiesa domestica”?
Le uniche esperienze fatte in merito sono i corsi di preparazione
al matrimonio, la cui efficacia dipende, in parte, dalla
motivazione personale di chi si avvicina al sacramento ma anche
dalla struttura stessa dei corsi, che si presentano a volte più
come un ripasso del catechismo che non come una preparazione
al senso del matrimonio.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Si è riusciti a proporre stili di preghiera in famiglia che
riescano a resistere alla complessità della vita e della
cultura attuale?
Poco o per niente. Chi è abituato a pregare continua anche
dopo il matrimonio, ma è assai raro che all’interno della
coppia si preghi insieme perché lo si ritiene imbarazzante.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
Nell’attuale situazione di crisi tra le generazioni, come le
famiglie cristiane hanno saputo realizzare la propria
vocazione di trasmissione della fede?
 Resiste la tradizione di mandare i bambini al catechismo, a cui
viene delegata la trasmissione della fede. Ma all’interno della
famiglia, nella stragrande maggioranza, non si parla di fede e
questo lo si nota perché molti bambini iniziano il catechismo
completamente digiuni di qualunque conoscenza di base. D’altra
parte, anche le famiglie che testimoniano la propria fede sono in
difficoltà con figli che non sembrano voler seguire il loro
esempio o lo rifiutano. L’unica scelta possibile è continuare a
dare loro un esempio, sperando che, nel tempo, questo dia buoni
frutti. Nell’attuale situazione di crisi, poi, anche una coppia che,
semplicemente, continua a rimanere unita è una testimonianza di
fede.
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Come la diocesi ha risposto al
questionario
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In che modo le Chiese locali e i movimenti di spiritualità
familiare hanno saputo creare percorsi esemplari?
Qual è l’apporto specifico che coppie e famiglie sono
riuscite a dare in ordine alla diffusione di una visione
integrale della coppia e della famiglia cristiana credibile
oggi?
Quale attenzione pastorale la Chiesa ha mostrato per
sostenere il cammino delle coppie in formazione e delle
coppie in crisi?
Attraverso coppie sposate che hanno seguito corsi
organizzati dalla diocesi e hanno a loro volta coordinato o
guidato gruppi di famiglie all’interno della parrocchia.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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– Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni
matrimoniali difficili
La convivenza ad experimentum è una realtà pastorale
rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si
potrebbe stimare numericamente?
Dai dati degli ultimi 3 corsi pre – matrimoniali organizzati in
parrocchia risulta che il 90% delle coppie chiedevano il
matrimonio religioso era già convivente.
Esistono unioni libere di fatto, senza riconoscimento né religioso
né civile? Vi sono dati statistici affidabili?
Sono una realtà che sta diventando prevalente. Non esistono
dati.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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4- I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale
rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si
potrebbe stimare numericamente? Come si fa fronte a questa
realtà attraverso programmi pastorali adatti?
Sono una realtà rilevante. Non ci sono dati certi. Non esistono
programmi pastorali ad hoc
In tutti questi casi: come vivono i battezzati la loro irregolarità?
Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente
indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza
l’impossibilità di ricevere i sacramenti?
La sofferenza dipende dal grado di consapevolezza con cui
hanno accettato il principio sacramentale dell’indissolubilità del
matrimonio e dalla pratica religiosa precedente la situazione
irregolare
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Quali sono le richieste che le persone divorziate e
risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti
dell’Eucaristia e della Riconciliazione? Tra le persone che si
trovano in queste situazioni, quante chiedono questi
sacramenti?
Molti si adattano con fatica a questa disciplina sacramentale
e spesso la considerano discriminante nei loro confronti, è
invece, più accomodante verso situazioni peccaminose
ritenute più gravi. A chiedere per sé questi sacramenti sono
le persone religiosamente più sensibili
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Lo snellimento della prassi canonica in ordine al
riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo
matrimoniale potrebbe offrire un reale contributo positivo
alla soluzione delle problematiche delle persone
coinvolte? Se sì, in quali forme?
Lo snellimento potrebbe essere un contributo positivo. In tal
senso potrebbe essere d’aiuto concedere maggiore
credibilità alle dichiarazioni personali senza essere vincolati
alla necessità di portare delle testimonianze che spesso non
si è in grado di produrre.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi?
Come si svolge tale attività pastorale? Esistono programmi
al riguardo a livello nazionale e diocesano? Come viene
annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia
di Dio e come viene messo in atto il sostegno della Chiesa
al loro cammino di fede
Non esiste una pastorale specifica. Vanno esortati a
continuare nel cammino della fede e credere nella
misericordia di Dio
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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5 – Sulle unioni di persone della stesso sesso
Esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello
stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio?
No
Quale è l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile
promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone
coinvolte in questo tipo di unione
Non ci sono esperienze in tal senso
Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno
scelto di vivere secondo questo tipo di unioni?
Va evitato e combattuto il pregiudizio e vanno esortati a continuare nel cammino della
fede e credere nella misericordia di Dio al di là della partecipazione ai sacramenti
Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come
comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?
Non ci sono esperienze in tal senso
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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6 – Sull’educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari
Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in
relazione ai bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite?
50% circa
Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Che cosa
chiedono? Solo i sacramenti o anche la catechesi e l’insegnamento in
generale della religione?
Non solo i sacramenti, ma anche la catechesi e l’insegnamento religioso in
generale
Come le Chiese particolari vanno incontro alla necessità dei genitori di questi
bambini di offrire un’educazione cristiana ai propri figli?
Come si svolge la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione,
l’amministrazione del sacramento e l’accompagnamento?
Secondo le stesse modalità che vengono proposte ai figli nati da matrimoni
regolari
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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7 – Sull’apertura degli sposi alla vita
Qual è la reale conoscenza che i cristiani hanno della dottrina della
Humanae vitae sulla paternità responsabile? Quale coscienza si ha della
valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite? Quali
approfondimenti potrebbero essere suggeriti in materia dal punto di vista
pastorale?
È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che
rendono difficoltosa l’accettazione nella grande maggioranza delle coppie?
Quali metodi naturali vengono promossi da parte delle Chiese particolari
per aiutare i coniugi a mettere in pratica la dottrina dell’Humanae vitae?
La dottrina morale è conosciuta ma si ritiene che i metodi naturali non siano
efficaci. Si dovrebbero far conoscere meglio, anche nei corsi pre-matrimoniali,
per combattere tale pregiudizio, soprattutto attraverso la testimonianza di
coppie sposate e formate in tal senso
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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Qual è l’esperienza riguardo a questo tema nella prassi del
sacramento della penitenza e nella partecipazione all’eucaristia?
Il tema non viene avvertito come peccato o comunque considerato
poco rilevante: di fatto di questo non ci si confessa quasi mai
Quali contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e
l’educazione civile al riguardo?
L’educazione civile promuove l’utilizzo del preservativo anche per
evitare la trasmissione di malattie infettive e salvaguardare la salute
delle persone. L’aspetto etico dei metodi naturali non è ritenuto
rilevante
Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla
natalità? Come favorire la crescita delle nascite?
Anche attraverso politiche sociali di sostegno alla famiglia. E una
continua educazione alla paternità e maternità responsabile e
consapevole.
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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8 – Sul rapporto tra la famiglia e persona
Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo: la famiglia è un luogo
privilegiato perché questo avvenga?
Dovrebbe esserlo, ma nella realtà si rivela spesso fallimentare
Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo odierno possono diventare
un ostacolo all’incontro della persona con Cristo?
Tutte quelle che ne determinano il disfacimento
In quale misura le crisi di fede che le persone possono attraversare incidono
nella vita familiare?
Dipende dalle situazioni particolari. Nelle famiglie con solida formazione
spirituale, le eventuali crisi di fede personale vengono supportate spesso in
modo efficace. Nelle famiglie già in crisi, per i motivi più diversi, le difficoltà di
fede non trovano supporto e aggravano il quadro generale
Come la diocesi ha risposto al
questionario
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9 Altre sfide e proposte
Vorremmo tornare sul argomento delle nascite per porre
l’attenzione anche sulle problematiche morali che
scaturiscono a seguito di percorsi attivati dalla coppia per
giungere a procreare tramite la seminazione artificiale. A
volte la coppia vive una vera e propria crisi di identità nel
non poter avere figli; a volte è traumatica la sofferenza che
si insinua all’interno della coppia che non accetta la non
fertilità.
Conclusioni
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A mo’ di conclusione, non diciamo molto elaborata, propongo
tre indicazioni specifiche per il matrimonio e la famiglia:
Proposta vocazionale. Una prima prospettiva si collega con
l’inserimento del matrimonio e della famiglia nel mistero di
Cristo e nel mistero della Chiesa
Una pastorale giovanile. Il tema della famiglia come
vocazione, potrebbe essere sviluppato a una particolare
condizione del giovane: egli è ancora legato alla famiglia,
agli amici della stessa terra, cioè le strutture fondamentali e
stabili della vita umana; ma già si apre con un intenso
interesse agli aspetti mobili e settoriali della vita
Conclusioni
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Il dialogo con l’uomo. Va deplorato il ritardo con cui l’attuale società adulta
inserisce i giovani nel lavoro e nelle responsabilità dirette; ma non va sottovalutata
la preziosità di un periodo di preparazione, di educazione, di formazione. Qui può
inserirsi la scelta della chiesa locale, valorizzando soprattutto la forza educativa
del Vangelo, allenando le coscienze al rigore etico, animando le iniziative della
società civile, educando a ricavare dal Vangelo una visione di famiglia che può
offrire molti punti in comune per un dialogo ostruttivo con altre persone che hanno
matrici e ideali diversi.
C’è una parola che può raccogliere in unità le nostre osservazioni, a titolo di
abbozzo, di provocazione?
Penso che questa parola possa essere contenuta nella parola “speranza”. Segnalo
come punto di riferimento, sia come contenuto e come metodo, il quarto Convegno
Ecclesiale Nazionale di Verona, 16-20 ottobre 2006, “Una speranza per l’Italia”.
Il frutto della collegialità
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Presentata e votata, numero per numero, la Relatio Synodi.
Un documento inclusivo dove è il consenso, in alcuni casi
minore, in altri maggiore, a spiccare.
Ogni numero del documento è stato votato dai 183 padri
sinodali presenti alla XV Congregazione generale di
sabato e in tre casi la maggioranza qualificata di due
terzi non è stata raggiunta.
Il frutto della collegialità
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Si tratta in particolare dei numeri 52 (comunione ai
divorziati risposati), 53 (concetto di comunione spirituale) e
55 (persone omosessuali).
Con fatica e passione
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Continua il lavoro sulle indicazioni sinodali
Il prossimo gennaio il Pontificio Consiglio
organizzerà un grande convegno internazionale con
tutte le realtà dell’associazionismo familiare, per
valutare insieme i frutti del Sinodo straordinario e
continuare il cammino di riflessione verso la sessione
ordinaria dell’ottobre 2015.
Camminare insieme
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Sua Santità, nel discorso conclusivo al Sinodo, ha espresso
grande soddisfazione per il confronto attento e sincero
svoltosi durante i loro lavori tra i padri sinodali
Camminare insieme
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«Potrei dire serenamente che – con uno spirito di collegialità e di
sinodalità – abbiamo vissuto davvero un'esperienza di "Sinodo", un
percorso solidale, un "cammino insieme"».
Quello del Sinodo è stato «un cammino dove il più forte si è sentito in
dovere di aiutare il meno forte, dove il più esperto si è prestato a
servire gli altri, anche attraverso i confronti. E poiché essendo un
cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti
di desolazione, di tensione e di tentazioni». Ma queste ultime, ha
ricordato il Papa, «non ci devono né spaventare né sconcertare e
nemmeno scoraggiare, perché nessun discepolo è più grande del suo
maestro.
Ripartire dalla famiglia
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Il Circolo “Italico C”, in particolare, ha voluto sottolinerare la necessità
di «ripartire dalla famiglia: essa infatti è scuola di umanità, perché
scuola di amore nella vita e nella crescita della persona, grazie alle
relazioni che il matrimonio richiede fra i coniugi e fra genitori e figli. E’
scuola di socialità, perché sostiene la persona nello sviluppo delle sue
capacità al servizio della società. E’ grembo di vita ecclesiale, che
educa a vivere nella comunione della Chiesa e ad essere protagonisti
attivi in essa. E’ infine scuola di santificazione, in cui si esercita e si
alimenta il cammino di santità dei coniugi e dei figli, deve essere un
vivaio speciale di vocazioni alla vita sacerdotale e consacrata. Per
queste ragioni la Chiesa annuncia il valore e la bellezza della famiglia
e con ciò rende un servizio decisivo a un mondo che implora di essere
rischiarato dalla luce della speranza».
GRAZIE