Settimana dal 25 novembre al 1 dicembre
Anno 2012-2013
Per la nostra salvezza
Carissimi fratelli e sorelle: sia lodato Gesù Cristo. Sono veramente contento di potermi di nuovo
rivolgere a voi. Nell’Anno della Fede continuiamo a conoscere ed approfondire il “simbolo” della
fede, il “credo”. Parliamo di Gesù, il Figlio del Padre: si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in
mezzo a noi. Ma perché il Figlio si è fatto uomo? Che cosa lo ha spinto? Era davvero necessario?
La fede ci dice che lo ha fatto per noi. Per noi uomini e per la nostra salvezza, ossia: per riconciliare
noi peccatori con Dio; per farci conoscere il suo amore infinito; per essere il nostro modello di
santità; per farci «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4). Lo ha fatto per noi e a spingerlo siamo
stati proprio noi: anzitutto il nostro peccato. Addirittura nella preghiera della notte di Pasqua
arriviamo a dire “Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!” chiaramente “felice”
non in quanto peccato, ma perché ha provocato la venuta di Gesù. Come sempre: si dice che Dio sa
scrivere dritto anche sulle righe storte, cioè che sa trarre del bene anche da quello che è soltanto
male e negativo: sono cose che solo Dio sa fare, ma lo fa così bene e così spesso che possiamo dire
che sia una sua caratteristica.
Allora siamo noi, è il nostro peccato che è diventato così grande e così insopportabile che correva il
rischio di staccarci completamente e per sempre da Dio. Tutta l’opera della creazione, le stelle, i
monti, il cielo, il mare, e tutti i milioni di anni impegnati per rendere la terra un posto abitabile e
dare la consapevolezza all’uomo della propria grandezza e della sua capacità di amare e di essere
amato, tutto il capolavoro di Dio correva il rischio di essere sciupato per la nostra stupidità, perché
il peccato è essenzialmente questo. La libertà piena e incondizionata che nel suo eccesso di Amore
Dio ci ha regalato assieme alla vita corre il rischio di farci dimenticare del tutto del Padre, di essere
Suoi Figli e ci fa immaginare di poter vivere meglio senza Dio, senza i comandamenti, senza il suo
Amore. Tre cose Dio poteva fare: poteva disinteressarsi del tutto di noi e lasciarci liberi di
precipitare nel baratro dell’egoismo, nell’inferno del pensare solo a noi stessi; poteva anche
decidere di distruggere tutta l’umanità considerandola indegna di avere Lui come Padre; oppure
poteva mettersi in gioco Lui, rischiando di suo per salvarci: in questo modo non avrebbe tolto la
nostra libertà, che considera un bene irrinunciabile, ma ci avrebbe dato la possibilità concreta di
rialzare la testa e non annegare completamente nel pantano dell’egoismo. E così ha fatto. Da soli,
con le nostre sole forze non saremmo mai stati capaci di risollevarci, di ritornare a guardare in alto.
Il cielo era diventato buio per noi e le uniche luci che si vedevano erano quelle sfocate e illusorie
date da una vita di peccato, miserabile, senza Amore, senza pace, senza gioia, senza Dio. Per noi
uomini, per salvarci, si è incarnato, ha trovato il sì generoso, splendente di Maria; si è fatto uno di
noi per indicarci la strada. È venuto a dirci che quando tutto sembra perduto, quando non vedi una
via di uscita, si può aprire una nuova via, dove sembra non ci sia. Gesù è venuto per dire a noi che
eravamo senza speranza “coraggio”, guarda avanti. Il mondo reale non è solo quello che riesci a
vedere con la vista limitata che ti dà la tua posizione. Se guardi le cose dal cielo puoi vedere anche
quello che prima era dietro l’orizzonte. Chi ha provato solo la durezza della vita, chi non ha mai
osato alzare gli occhi al cielo, e non sapeva neppure che si potessero alzare, rischia di vivere
un’esistenza triste, dominata dal senso di vuoto, dalla solitudine profonda di chi non sa neppure che
esista l’Amore. Per questo Gesù è venuto: per farci intravedere la Vita vera, il Regno di Dio, senza
tuttavia toglierci la libertà di poterla scegliere noi e quindi lasciandoci protagonisti della nostra vita.
L’incarnazione è l’opera della Trinità, perché Gesù è mandato dal Padre, si è incarnato per opera
dello Spirito Santo, è un uomo come noi e contemporaneamente è Figlio di Dio: così può essere
contemporaneamente modello (uno da imitare) e guida (uno da seguire), colui che ci indica una
strada e contemporaneamente è Lui stesso la strada. Gesù è uno che ti chiede di affidare a Lui tutta
la tua vita e contemporaneamente ti lascia la libertà di decidere ogni giorno di volerlo seguire; ti
lascia anche dirgli di no e fa festa grande quando gli dici di si. Questa è la grandezza di Gesù.
Grazie Signore perché ci ami così tanto e ti metti in gioco del tutto con noi e per noi. Amen.
APPROFONDIMENTO
 Quale aspetto dell’Amore di Dio ritieni più importante per noi? (fiducia, pazienza,
dono di sé, perdono)
INTENZIONI DI PREGHIERA:
 Nuova cellula universitari
 Corso Base e tutti i fratelli che parteciperanno
 Stefania, (sorella di Enrico,) giovane mamma
ammalata di tumore
 Il nostro parroco don Nicola e la sua operazione
COMUNICAZIONI
Ringraziamo e benediciamo Gesù per questi incontri:
CELLULA
CELLULA
CELLULA
CELLULA
CELLULA
CELLULE
GIOVANISSIMI 1:mercoledì ore 20.30
GIOVANISSIMI 2: mercoledì ore 20.30
GIOVANI: martedì ore 20.30
UNIVERSITARI:sabato 15 dicembre
FAMIGLIE: sabato 1, sabato 15 dicembre, sabato 12 gennaio
ADULTI: martedì 20.30
SERATA PRESEPI: giovedì 22 dicembre ore 20.30.
CORSO BASE:
Affidiamo a Gesù il percorso e i fratelli che vi partecipano. Gli incontri cominciano
il 6 dicembre, per proseguire poi il 13 dicembre, 20 dicembre, 10 gennaio
e 17 gennaio 2013.
Vieni Signore Gesù.
ATTENZIONE, ATTENZIONE: Gli incontri cominciano il 6 dicembre e
non il 29 novembre come preannunciato. Lo spostamento è dovuto all’operazione
di Don Nicola.
COMUNICAZIONI PER TUTTE LE CELLULE:

vi invitiamo a essere fedeli al foglio della preghiera e a portarla in
cappella perché possa diventare un dono per tutti! Grazie

quando sono raccolti i soldi del
nuovo “lettore”, potete metterli
nell’armadio fuori dalla Cappella. Grazie

il nuovo sito per le cellule di S. Sebastiano è : www.sanse.it