Oggetto: Analisi percettiva Nel 1960 Kevin Lynch scrive “L’immagine della città”, libro destinato a segnare un’epoca nel dibattito urbanistico contemporaneo e definito «il tentativo più interessante e più originale tra i nuovi contributi specifici sulla città». Nel libro, Lynch si proponeva di analizzare la formazione dell’immagine urbana attraverso la percezione che di essa hanno i suoi abitanti; tale immagine non è il frutto di una mera percezione visivo – sensuale ma coinvolge fatti culturali e sociali. Allo scopo di ricostruire e rappresentare l’immagine della città così come percepita dagli abitanti, Lynch sviluppava delle interviste e richiedeva agli intervistati di disegnare una mappa della città o del quartiere, rappresentandone gli elementi salienti. Gli elementi costituenti la struttura urbana, piazze, strade, edifici erano riconcettualizzati e rappresentati in funzione di ciò che essi rappresentavano realmente per gli abitanti e soprattutto del ruolo che essi avevano nel favorire l’orientamento all’interno della città. Tali elementi divenivano pertanto nodi, percorsi, punti di confusione, landmarks, limiti, barriere, etc. Obiettivi: conoscenza della città non sono attraverso categorie analitiche determinate dalle relazioni tra spazio e abitante e in particolare da un impatto visivo, ma anche mediante le sensazioni. Modalità di applicazione: A partire dalle prime esperienze di Lynch, negli anni successivi si è sviluppato un interessante filone di studi interdisciplinari che hanno interessato la psicologia ambientale, l’antropologia culturale, la sociologia ambientale e l’environmental design. Tali discipline hanno trovato un campo di ricerca comune nell’Environmental Behaviour Design Research (EBDR), il cui obiettivo principale è l’individuazione dei legami complessi che si stabiliscono, in senso sia cognitivo sia emotivo, tra individui, gruppi e territori. In questa direzione si sviluppa l’attenzione alla territorialità intesa come appropriazione dello spazio; come processo cioè in cui sono le attività realizzate dalle persone nello spazio ambientale a definire e caratterizzare il vincolo affettivo stabilito con esso. Il complesso rapporto che lega l’uomo al territorio in cui vive rappresenta oggi il cuore di un filone di ricerca interdisciplinare che si presenta di grandissimo interesse e ricchissimo di possibili sviluppi futuri. In questo caso troviamo l’attenzione alle immagini o mappe cognitive-mentali. Altro filone di ricerca, si trova in “A Good City Form” (1981) nel quale Lynch si poneva il quesito di come giudicare la qualità della forma urbana, sviluppando una teoria dell’estetica della città in grado di superare i formalismi geometrici ed il puro soggettivismo, coinvolgendo in tale giudizio di valore le sensazioni percettive e le emozioni che la città esercita sui suoi abitanti o su chi comunque ne abbia esperienza diretta. Lynch individuava 5 dimensioni prestazionali della città: - Vitalità - Significato - Coerenza - Accessibilità - Controllo E due criteri: - Efficienza: costo sostenuto per realizzare e mantenere il sistema; - Giustizia: modalità di distribuzione dei benefici e costi ambientali tra i diversi utenti. Soggetti coinvolti: Individui Settori/ campi di applicazione: Progettazione partecipata, architettura, urbanistica, paesaggio. Fonti bibliografiche: Fera, G. (2008), Comunità, urbanistica, partecipazione. Materiali per una pianificazione strategica comunitaria, FrancoAngeli, Milano. Manieri, E. (1967), L’architettura del dopoguerra negli Stati Uniti, Zanichelli, Bologna. Baroni, M.R. (1998), Psicologia ambientale, Il Mulino, Bologna. Bonnes M., Secchiaroli G. (1992), Psicologia ambientale, La Nuova Italia NIS, Roma. Fera G., Arena M. (2005), “La riqualificazione dello spazio pubblico: condivisione e percezione sociale”, in Atti della XXVI Conferenza Italiana di Scienze Regionali, Firenze. Morandi, M. (1996), La città vissuta. Significati e valori dello spazio urbano, Alinea, Firenze.