Archivio Storico Civico Biblioteca Trivulziana ABSTRACT CONFERENZE Mostra internazionale I SEGRETI DEL CORPO La prima edizione dei disegni anatomici di Leonardo da Vinci e il lungo viaggio alla scoperta della “meravigliosa macchina” umana. Conferenze Nell’ambito della mostra sono previste le seguenti conferenze, organizzate dalla Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Le conferenze si terranno nella Sala Weil Weiss della Biblioteca Trivulziana, Cortile della Rocchetta, Castello Sforzesco. 28 maggio, ore 17.00 Leonardo e la rivoluzione dell’anatomia Relatore: Vittorio A. Sironi, docente di Storia della medicina, Università degli Studi di Milano Bicocca Sino al Rinascimento l’anatomia e la fisiologia descritte da Galeno costituivano il fondamento della conoscenza medica. Per oltre un millennio non si avvertì l’esigenza di effettuare ricerca anatomica: l’anatomia era già stata descritta – o meglio sarebbe dire “scritta” – nei testi classici antichi. Questa mancanza non aveva consentito di fare alcun progresso alla conoscenza del corpo umano. La ripresa della pratica dissettoria, iniziata – sia pure in modo ancora occasionale – a Bologna nel XIII secolo ad opera di Mondino dè Liuzzi in funzione del “rilancio chirurgico” e dell’inizio della “contestazione del sapere libresco”, avrebbe avuto il suo apice tra Quattrocento e Cinquecento con il ritorno dell’uomo al centro della cultura. Questo nuovo umanesimo (letterario, artistico, sanitario) avrebbe condotto nel Rinascimento a una triplice “scoperta” del corpo: artistica, anatomica, motoria. Leonardo si situa in questo percorso come una figura complessa: “omo senza lettere” ma ugualmente affascinato dalla “scoperta della natura”, che avviene in lui innanzitutto come “forma visiva”, egli trasfigura l’arte in scienza. Il suo insaziabile desiderio di sapere lo porta a passare dallo studio anatomico degli scorticati (anatomia statica di superficie), tipica dell’indagine degli artisti riguardo al corpo umano, alla ricerca di una comprensione della struttura interna del corpo (anatomia dinamica profonda), caratteristica della ricerca anatomica medica, come farà alcuni decenni più tardi Andrea Vesalio. I numerosi disegni, le tante osservazioni, le puntuali riflessioni sono “appunti” che egli esegue con l’intenzione di scrivere un trattato De figura umana che non vedrà però mai la luce. I suoi studi anatomici trovano immediata applicazione nelle sue opere pittoriche (che sono ben note e apprezzate dai contemporanei), mentre i suoi manoscritti e i suoi disegni anatomici restano nell’oblio sino a Settecento inoltrato, rendendo di fatto malauguratamente irrilevante l’influenza di Leonardo sull’evoluzione del pensiero medico. La medicina del suo tempo era ancora quella umoralistica di stampo ippocratico-galenico, destinata a restare per alcuni secoli la base culturale della prassi medica, nonostante gli sviluppi teorici che la conoscenza del corpo umano avrebbe avuto tra Cinquecento e Settecento: dall’anatomia descrittiva alla fisiologia, dall’anatomia macroscopica a quella microscopica, dall’anatomia normale a quella patologica. Una conoscenza che sarebbe cresciuta grazie alla pratica ormai ricorrente della dissezione anatomica, destinata a divenire sempre più uno “spettacolo” del corpo umano: non solo “privato” per lo studio dei medici dentro il teatro anatomico dell’università, ma anche “pubblico” nelle piazze trasformate in palcoscenici per l’istruzione dei cittadini. 11 giugno, ore 17,00 Leonardo, le tecnologie biomediche e le bioimmagini Relatore: Cristina Messa, docente di Medicina Nucleare, Università degli Studi di Milano Bicocca I disegni del corpo umano di Leonardo colpiscono non solo per la bellezza, ma anche per lo studio accurato che Leonardo sembra intraprendere al fine di comprendere come funziona la macchina umana. Partire dall’immagine del corpo per arrivare a comprendere il funzionamento del nostro organismo ed i meccanismi che sottendono la malattia è una delle grandi sfide della medicina moderna che opera nel settore delle bioimmagini. Nelle tavole di Leonardo, ad ogni rappresentazione del corpo o di sue parti viene data anche una descrizione qualitativa o anche quantitativa, che cerca di mettere in relazione ciò che si vede con ciò che si conosce del corpo umano e del suo funzionamento. Nelle moderne bioimmagini, il corpo umano può essere rappresentato sotto molteplici forme, dando rilevanza a diversi aspetti quali la morfologia e la funzione d’organo, il decorso dei vasi e la loro pervietà, il movimento del cuore, le variazioni del metabolismo. Il percorso seguito per arrivare a tali immagini è lungo e complesso e riproduce, in alcuni periodi, alcune delle modalità di rappresentazione già individuate da Leonardo come le più adeguate a descrivere il corpo umano, quali la visione dell’organo in sezione (tomografia) e la visone in profondità (in 3 dimensioni). Negli ultimi 10 anni, grazie al rapidissimo sviluppo delle tecnologie biomediche, è possibile visualizzare funzioni e processi che mai prima d’ora era stato possibile vedere in vivo nell’uomo sano o malato. Questo ha tantissime conseguenze sia dirette sul miglior trattamento del malato che future sull’aumento delle conoscenze, base fondamentale per la nostra crescita. 25 giugno, ore 17,00 Le tavole anatomiche dei codici di Windsor rivisitate cinque secoli dopo da un anatomico Relatore: Giovanni Tredici, docente di Anatomia, Università degli Studi di Milano Bicocca La visione ed ancor più la lettura degli appunti di Leonardo alle tavole del codice Windsor colpiscono per la modernità del concetto di Anatomia che viene espresso in questa raccolta. Leonardo utilizza la pratica dissettoria, l’esame autoptico eseguito in prima persona, come mezzo per descrivere, attraverso l’immagine, la struttura e la funzione di quella “mirabile macchina” che ritiene essere il corpo umano. Il suo percorso interpretativo non prescinde completamente dalle conoscenze teoriche relative all’anatomia proprie del suo tempo, ma le supera attraverso le conoscenze personali acquisite in altri campi in cui ha operato come ingegnere, architetto, cultore della fisica e della meccanica. Sotto questo aspetto Leonardo si può considerare il precursore della moderna ricerca anatomica ed in particolare il primo studioso moderno di Fisiologia. L’interesse di Leonardo per l’aspetto funzionale trova la sua più rilevante espressione nello studio dell’apparato locomotore, l’apparato il cui studio può essere meglio affrontato da Leonardo. Si tratta di studiare leve (le ossa), punti di applicazione di forze (i muscoli e le loro inserzioni ossee), spostamenti e posizioni reciproche assunte dalle leve stesse tramite i loro punti di contatti (le articolazioni), in altre parole si tratta di applicare concetti propri della fisica meccanica di cui Leonardo è fine conoscitore. In altri settori del corpo dove le conoscenze del tempo forniscono minori appigli per le interpretazioni funzionali, Leonardo non sempre riesce ad intuire ed ad approfondire in maniera adeguata le correlazioni tra forma e funzioni. In questi casi, l’interesse di Leonardo si riduce, lo studio anatomico diventa meno attento, il numero delle tavole scema in maniera evidente. Ad esempio sono veramente poche le tavole dedicate alla rappresentazione del sistema nervoso centrale, del cervello, e le considerazioni sulle funzioni di questo organo non vanno al di là di quella che era la concezione di Galeno, ancora imperante al tempo di Leonardo. Le possibilità di approfondimento in alcuni aspetti della anatomia sono, al tempo di Leonardo, del tutto assenti. L’impossibilità di condurre osservazioni sulla struttura microscopica degli organi limita molto la possibilità di interpretazione funzionale di alcuni processi (ad esempio, la contrazione muscolare) che pure hanno attratto l’interesse e la curiosità di Leonardo. Un altro aspetto degno di nota, espressione della capacità di Leonardo di andare al di là di ciò che vede ed interpretare e sintetizzare la sua esperienza dissettoria, è il giungere a concepire il corpo umano e le sue parti, gli organi, come un continuo mutare di strutture, un rinnovarsi in “un ciclo vitale” che, già presente nei singoli organi, trova poi l’espressione completa e generale nelle variazioni che compaiono durante il ciclo della vita. Per questo Leonardo affronta lo studio dell’essere umano fin dal suo svilupparsi nel grembo materno, poi nel raggiungimento della maturità ed infine nel declinare e nello spegnersi di questo “spirito vitale” nella vecchiaia. Un ultimo aspetto degno di attenzione, sempre nell’ottica di una lettura moderna della “Anatomia” di Leonardo, è l’aspetto della multidisciplinarità, non solo espressa nel campo della biomeccanica del movimento, ma soprattutto evidenziata dagli studi di Anatomia comparata, di Antropologia e di Antropometria. 2 luglio, ore 17,00 Come scoprire i circuiti delle grandi funzioni biologiche: verso nuovi farmaci Relatore: Lilia Alberghina, docente di Biochimica, Università degli Studi di Milano Bicocca Gli sviluppi della genomica e della post-genomica hanno portato ad acquisire una grande quantità di informazioni sui costituenti molecolari di cellule e organi umani in diverse condizioni fisiologiche e patologiche. Da tutti questi dati è difficile ricavare interpretazioni convincenti su come vengano eseguite e controllate le diverse funzioni dell’organismo umano e come si generino le perturbazioni che portano allo sviluppo di stati patologici. La systems biology, incrocio di analisi molecolari, di modellizzazioni matematiche e di studi computazionali, sta emergendo come il nuovo paradigma della ricerca scientifico-biologica, capace di interpretare la messe di dati genomici e post genomici. Viene descritto con qualche esempio il modo di procedere della systems biology e sottolineata l’importanza delle proprietà di emergenza e robustezza nel generare le funzioni biologiche. Su questa base verranno discussi gli apporti che la systems biology sta dando allo sviluppo di una ricerca farmaceutica che risulti più efficace per lo sviluppo di nuovi specifici farmaci per le malattie multifattoriali (cancro, malattie neurodegenerative, autoimmuni, cardiovascolari e per lo stesso invecchiamento).