impianto di terra

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IMPIANTO DI TERRA
di
Benny Pascucci
L'impianto di terra ha una duplice funzione:
− protezione
− funzionale
La prima classificazione è ulteriormente suscettibile di suddivisione. Gli impianti di terra, infatti,
possono svolgere funzione di:
− protezione delle persone contro l'elettrocuzione;
− protezione delle persone e delle cose contro i danni conseguenti ad una fulminazione di origine
atmosferica.
Limiterò le mie considerazioni solo agli impianti di terra destinati a svolgere una funzione di
protezione contro l'elettrocuzione.
Una corretta progettazione a cui segue una altrettanto corretta realizzazione di un impianto di terra
scaturisce in primis dalla corretta applicazione delle norme vigenti, ma ancor più importante è aver
ben chiara la sua funzione. In parole povere occorre saper rispondere a domande apparentemente
banali del tipo: A che serve?, Cosa succede in sua assenza? Etc.
Mi sembra ovvio, ma, repetita juvant, sottolineare che la funzione dell'impianto di terra cambia in
relazione alle caratteristiche circuitali del sistema elettrico in cui si opera.
E' facile convincersi agevolmente di tale affermazione, basta aver ben in mente, nel caso di guasto a
terra, i differenti percorsi seguiti dalla corrente di guasto, in relazione alle modalità di messa a terra
del neutro.
Per quanto concerne la BT, il valore della resistenza di terra,
− nei sistemi TT è importante, infatti dal suo valore dipende il verificarsi o meno dell'esatto
coordinamento tra la resistenza di terra e la soglia di intervento dei dispositivi di protezione
chiamati ad aprire automaticamente i circuiti attivi. Poiché la protezione dai guasti a terra viene
attuata nel 99,99% dei casi con dispositivi differenziali e avendo per essi la possibilità di
utilizzare soglie d'intervento molto basse, il valore della resistenza di terra può anche essere
molto elevato, senza che ciò vada a scapito della sicurezza delle persone;
− nei sistemi TN, è addirittura ininfluente ai fini della protezione contro le tensioni di contatto.
Infatti, è risaputo che affinché le tensioni di contatto siano contenute entro i limiti imposti dalla
curva di sicurezza, occorre contenere il valore dell'impedenza dell'anello di guasto, il quale
coinvolge la “parte metallica” dell'impianto di terra e non il terreno in cui si trova;
− nei sistemi IT, infine, l'impianto di terra svolge una funzione secondaria, in occasione del primo
guasto a terra, consentendo lo scorrere di deboli correnti capacitive, per poi farsi conduttore,
attraverso anche il terreno, del secondo guasto a terra tra due fasi diverse.
Per quanto concerne, invece, la MT e l'AT, l'impianto di terra svolge un ruolo strategico per quanto
concerne la distribuzione sul terreno, sulle masse e sulle masse estranee dei potenziali che nascono
come conseguenza di un guasto omopolare a terra.
Limitiamo, per adesso le nostre considerazioni ai sistemi BT.
In figura è riportata la schematizzazione dei collegamenti di un impianto di terra in BT.
Al fine di evitare fraintendimenti vediamo il significato dei vari termini:
Impianto di terra: è un sistema formato da parti conduttrici (conduttori di protezione PE, conduttori
equipotenziali principali EQP, conduttori equipotenziali supplementari EQS, conduttore di terra CT,
dispersori intenzionali DA, dispersori naturali DN, ), con lo scopo di vincolare al potenziale di terra
alcune parti dell'impianto e degli utilizzatori elettrici (centro stella dei trasformatori, masse, masse
estranee);
Terra: è il terreno, sia come luogo, che come materiale conduttore, di diversa natura, il cui
potenziale elettrico, in ogni punto, è convenzionalmente uguale a zero.
Dispersore: è un corpo conduttore in contatto elettrico col terreno, direttamente o per mezzo di altri
elementi conduttori (per esempio, il calcestruzzo di una fondazione).
Può essere intenzionale DA, ossia interrato volutamente per ridurre il gradiente di potenziale sulla
superficie del terreno, piuttosto che per ottenere un definito valore di resistenza di terra
dell'impianto; oppure può essere un dispersore di fattoDN, in quanto si trova a contatto con il
terreno, seppure il suo scopo iniziale non era la messa a terra.
Possono essere dispersori di fatto:
− gli elementi metallici delle fondazioni e pavimentazioni, comprese le armature del calcestruzzo;
− le camicie metalliche dei pozzi d'acqua;
− le tubazioni metalliche o di altri fluidi e i tubi portacavi, se a contatto col terreno;
− i serbatoi metallici, per la parte di essi a contatto col terreno;
− la parte interrata dei sostegni metallici o in calcestruzzo armato.
Anche gli schermi e le armature dei cavi elettrici possono svolgere la funzione di dispersore.
Collettore o nodo principale di terra CT: è un elemento (morsetto, barra) che consente il
collegamento al dispersore delle seguenti parti:
− conduttori di protezione;
− conduttore di terra;
− conduttori equipotenziali;
Conduttore di protezione PE: è un elemento conduttore destinato a svolgere funzioni protettive
contro le tensioni di contatto.
Esso realizza il collegamento delle seguenti parti: masse, masse estranee, collettori di terra,
dispersori.
Sono conduttori di protezione anche i conduttori di terra ed equipotenziali.
Conduttore di terra CT: è la porzione di conduttore di protezione che collega a un dispersione una
parte (collettore o nodo di terra) in cui confluiscono più elementi che devono essere messi a terra,
oppure che collega tra loro più dispersori.
Il conduttore di terra trova posto al di fuori del terreno, oppure se interrato deve essere isolato dal
terreno (diversamente diverrebbe anch'esso un elemento dispersore).
Conduttore equipotenziale: è un conduttore di protezione destinato ad assicurare il collegamento
equipotenziale tra masse e masse estranee.
Esistono due tipi di conduttore equipotenziale:
− i conduttori equipotenziali principali EQP, che realizzano le connessioni alla base dell'edificio,
−
solitamente al nodo principale di terra (il quale a sua volta è collegato all'elemento dispersore
dell'impianto);
i conduttori equipotenziali supplementari EQS, che realizzano le connessioni a livello locale
(per esempio tra le tubazioni metalliche di un bagno comprendente un bagno o una doccia);
Massa M: è una parte conduttrice che ha in qualche modo a che fare con i circuiti attivi di un
sistema elettrico, indipendentemente dal valore di tensione di quest'ultimo.
Massa può essere un elemento - la custodia, un sostegno, una parte meccanica mobile o altro di un
componente elettrico, piuttosto che una tubazione, una canaletta, una mensola, interessate dal
passaggio di cavi.
Se non esistono condizioni particolarmente spinte di isolamento (doppio isolamento o isolamento
rinforzato) che lo impediscano o almeno lo rendano assai improbabile, in caso di guasto la parte
attiva dei circuiti può entrare in contatto con la parte passiva, conduttrice, trasferendo con ciò su di
essa il suo potenziale.
La massa quindi, che in condizioni ordinarie non si trova in tensione, lo può essere in condizioni di
guasto.
Perché questo fatto crei dei problemi ai fini della sicurezza delle persone è necessario che la parte
metallica denominata “massa” sia accessibile, vale a dire a portata di mano durante il servizio
ordinario degli impianti elettrici; ovvero comunque raggiungibile, per esempio mediante l'uso di
una scala o di un ponteggio. Le norme non considerano massa una parte metallica protetta da un
involucro o da una barriera saldamente fissati, oppure rimovibili solo grazie all'uso di un attrezzo.
Purché l'involucro o la barriera non debbano essere rimossi per consentire l'esercizio ordinario.
Tali parti, se possono andare in tensione per cedimento dell'isolamento principale, vengono
denominate “parti intermedie”.
Inoltre, non deve essere considerata massa una qualsiasi parte metallica solo perché in contatto con
una massa. Ad esempio, la mensola di sostegno di una canaletta metallica portacavi non diviene
massa per il semplice fatto che la canaletta metallica (questa sì massa) vi si trova appoggiata sopra.
Massa estranea ME: è una parte conduttrice che non ha nulla a che fare con l'impianto e i
componenti elettrici, ma che essendo con il terreno in un determinato punto, è in grado di introdurre
quel potenziale in altri ambiti per il tramite della sua conduttività.
Tipiche masse estranee possono essere gli elementi metallici(sostegni, infissi, cornici, etc.) facenti
parte di strutture dell'edificio, oppure condutture metalliche dell'acqua, dell'aria compressa, del
riscaldamento, del gas e altro.
Una struttura metallica va considerata massa estranea quando presenta verso terra un valore di
resistenza minore di 1000 ohm se si trova in ambienti ordinari; oppure inferiore a 200 ohm se si
trova in ambienti particolari, quali bagni con doccia o vasca, cantieri edili, industrie zootecniche,
locali medici.
Questi due valori, 1000 e 200 ohm, hanno un significato ben preciso. Essi sono stati assunti dai
normatori come valori standard della resistenza verso terra del corpo umano, quando sono state
tracciate le curve di sicurezza, le quali assumono un valore limite di tensione pari a 50 V per gli
ambienti ordinari e 25 V per quelli particolari. Dunque, se una persona tocca una massa
accidentalmente in tensione e ha i piedi appoggiati a terra, la tensione di contatto viene applicata al
suo corpo con in serie 1000 oppure 200 ohm. Ed è per questa eventualità che viene dimensionato il
sistema di protezione contro i contatti indiretti.
La situazione è invece soggetta a peggiorare nel caso la persona fosse in contatto con una parte
metallica il cui valore di resistenza verso la terra di riferimento è inferiore a 1000 o 200 ohm. Il
sistema di coordinamento non offrirebbe più le dovute garanzie.
Da qui la necessità di equipotenzializzare rispetto alle masse, tutte le parti metalliche (masse
estranee) che presentano verso terra una resistenza inferiore a 1000 o 200 ohm.
DIMENSIONAMENTO DELL'IMPIANTO DI TERRA
L'impianto di terra delle utenze MT/BT deve essere unico.
A esso devono essere connessi le seguenti parti:
− i centri stella dei trasformatori;
− le masse e le masse estranee di tutti i sistemi;
− gli SPD;
− i sistemi di protezione contro le scariche atmosferiche;
− i sistemi di protezione contro le scariche elettrostatiche;
− i sistemi antidisturbo.
Gli scopi di un impianto di terra possono così riassumersi:
•
deve avere una sufficiente resistenza meccanica e alla corrosione dovuta agli agenti chimici
presenti nell'aria e nel terreno;
•
deve essere in grado di sopportare l'impatto termico dovuto alle più elevate correnti
prevedibili;
•
deve essere in grado di garantire la salvaguardia delle persone contro le tensioni di contatto
che si manifestano in occasione dei guasti a terra;
•
deve garantire un'adeguata tenuta, sia termica che elettrodinamica, se utilizzato anche ai fini
della protezione contro le scariche atmosferiche;
DIMENSIONAMENTO DEL DISPERSORE
La tabella 2 della norma CEI 11-1 riporta le dimensioni minime che devono avere i dispersori
intenzionali. Tali dimensioni minime sono dettate da considerazioni in ordine alla resistenza
meccanica e contro la corrosione. Dipendono dal tipo di materiale e dalla sua conformazione (corda,
barra, etc).
Fatto salvo poi il rispetto delle dimensioni minime, la sezione del dispersore deve essere calcolata in
relazione all'entità e alla durata della corrente di guasto a terra, onde evitare che un eccessivo
surriscaldamento provochi :
− la riduzione della resistenza meccanica del materiale;
− danni al materiale circostante (calcestruzzo, isolante, etc.)
DIMENSIONAMENTO DEL CONDUTTORE DI TERRA
Nei sistemi AT e MT il dimensionamento del conduttore di terra si esegue allo stesso modo di
quello visto per il dispersore.
In particolare, per quanto concerne le sezioni minime, per garantire una sufficiente resistenza
meccanica e alla corrosione dei conduttori di terra, la sezione minima non deve mai essere inferiore
ai seguenti valori:
− 16 mmq per i conduttori in rame;
− 35 mmq per i conduttori in alluminio;
− 50 mmq per i conduttori di acciaio.
E' bene precisare che il conduttore di terra non deve essere in alcun punto a contatto con il terreno,
altrimenti diviene un elemento dispersore e valgono per esso le dimensioni minime riportate nella
tabella 2.
Nei sistemi BT, ovvero nella parte di impianto di terra non coinvolta dai guasti a terra sulle
apparecchiature o linee di media o alta tensione, la sezione del conduttore di terra non deve essere
di norma inferiore alla più elevata fra quelle dei conduttori di protezione presenti tra le masse e il
collettore o nodo di terra.
DIMENSIONAMENTO DEI CONDUTTORI DI PROTEZIONE
Il conduttore di protezione PE collega la massa dell'utenza elettrica al collettore o nodo
dell'impianto di terra. Esso può viaggiare nello stesso condotto dei conduttori di energia o in modo
indipendente.
I conduttori di fase portano energia all'utenza, i conduttori di protezione portano sicurezza, perciò è
importante che il PE non venga mai interrotto.
La sezione minima del PE non deve essere inferiore a :
− 2,5 mmq se è previsto un qualche tipo di protezione meccanica;
− 4 mmq se non è prevista alcuna protezione meccanica.
La sezione del PE in relazione alla sezione del conduttore di fase va scelta secondo la seguente
tabella:
Sf<= 16 mmq ------ Spe=Sf
16<Sf<=35 ----------Spe=16mmq
S>35mmq------------Spe=Sf/2
DIMENSIONAMENTO DEI CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI
La norma CEI 11-1 raccomanda che i conduttori equipotenziali relativi agli impianti di centrali,
stazioni e cabine abbiano una sezione non inferiore a quella dei conduttori di terra, al fine di
garantire la resistenza meccanica e alla corrosione. Ossia:
− 16 mmq se in rame;
− 35 mmq se in alluminio;
− 50 mmq se in acciaio.
D'altra parte la guida CEI 11-37 consiglia di uniformare a 25 mmq la sezione dei conduttori
equipotenziali principali EQP in rame le masse estranee che collegano le masse estranee
direttamente a un collettore di terra. Per i conduttori equipotenziali supplementari EQS è necessario
fare una precisazione:
− se il conduttore EQS collega tra loro due masse, la sua sezione non deve essere inferiore a
quella del conduttore di protezione più piccolo;
− se il conduttore EQS collega una massa a masse estranee, la sua sezione non deve essere
inferiore alla metà del conduttore di protezione in partenza dalla massa.
La sezione minima di un conduttore EQS in rame non deve comunque essere mai inferiore a 2,5
mmq se è prevista una protezione meccanica, oppure di 4 mmq se non è prevista alcuna protezione
meccanica.
Per quanto concerne, invece, gli EQP, la norma CEI 64-8 art. 547.1.1 prescrive che la sezione
minima di un conduttore EQP non sia inferiore alla metà di quella del conduttore di protezione di
sezione più elevata nell'impianto, con un minimo di 6 mmq e un massimo di 25 mmq se di rame o
50 mmq se in acciaio zincato.
INCOMBENZE FINALI
Una volta realizzato l'impianto di terra, l'installatore, onde poter redigere la dichiarazione di
conformità, ai sensi della 37/08, deve procedere all'effettuazione della misura della resistenza di
terra. Tale verifica va effettuata prima della messa in servizio dell'impianto.
Le fasi necessarie per l'effettuazione di tale misura cambiano in ragione della categoria di
appartenenza del sistema, in particolare, per sistemi di:
•
categoria II o III, l'installatore previa effettuazione di tutte le verifiche a vista e delle
verifiche di continuità dei conduttori di terra, di protezione e equipotenziali, procederà alla
misura della resistenza di terra e laddove necessario della misura delle tensione di passo e
contatto;
•
per i sistemi di prima categoria previa effettuazione di tutte le verifiche a vista e della
verifica di continuità dei conduttori di terra, di protezione e equipotenziali, procederà alla
misura della resistenza di terra con successivo controllo dell'esatto coordinamento tra il
valore della resistenza di terra e il dispositivo di protezione utilizzato, tenendo presente la
massima tensione di contatto ammissibile per la tipologia di impianto realizzata.
Per ambedue le tipologie di impianto di terra, come già sottolineato, l'effettuazione della misura
deve essere successiva ad un'attenta analisi dell'impianto di terra realizzato e deve prevedere il
controllo della esatta rispondenza tra l'impianto realizzato e quello progettato, in particolare occorre
controllare le sezioni dei conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali, lo stato delle
connessioni sia per quanto concerne la loro dimensione, sia per quanto concerne lo stato di
serraggio dei bulloni sul nodo principale di terra e della morsetteria.
In sede di verifica iniziale la misura di continuità va estesa a tutti i collegamenti e occorre sia
effettuata con uno strumento (ohmetro) capace di erogare una corrente di almeno 0,2 A con una
tensione continua o alternata compresa tra 4 V e 24 V.
Successivamente nel corso delle verifiche periodiche è ammessa l'effettuazione a campione delle
misure di continuità.
Per quanto concerne la strumentazione occorrente per l'effettuazione della verifica della resistenza
di terra si può utilizzare uno strumento multifunzione, che consente la misura di continuità e della
resistenza di terra.
Alcuni strumenti multifunzione consento, inoltre, l'effettuazione della misura di resistività del
terreno, con il metodo a quattro picchetti.
Volendo, invece, utilizzare strumenti singoli occorrerà munirsi di un voltmetro, un amperometro, un
ohmetro, una sorgente di alimentazione capace di erogare corrente a frequenze comprese tra 100 e
150 Hz. Si può, per contro, utilizzare un terraohmetro, in gergo detto megger, analogico o digitale.
Una volta effettuata la misura della resistenza di terra e verificato che tale valore sia coordinato con
il dispositivo di protezione dell'impianto, l'installatore consegnerà copia della dichiarazione di
conformità al committente, che provvederà a inoltrarla agli organi competenti.
Vediamo adesso i ruoli e gli obblighi dei soggetti coinvolti.
Obblighi del Datore di Lavoro
Dopo la messa in servizio di un impianto nuovo o di impianto esistente oggetto di sostanziali
modifiche:
−
Classifica gli impianti ed individua la periodicità (quinquennale per impianti ordinari, biennale
per impianti in cantieri, locali adibiti ad uso, medico, ambienti a maggior rischio in caso di
incendio, luoghi con pericolo di esplosione).
−
Invia, entro 30 giorni dalla messa in esercizio, la dichiarazione di conformità (con l'allegato
modulo di trasmissione, reperibile presso ISPESL o ARPA;
−
-AII'ISPESL e all'ARPA per i dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e gli
impianti di terra;
−
Effettua la regolare manutenzione;
−
Fa effettuare, alla scadenza, la verifica periodica rivolgendosi all'ARPA o ad eventuali organismi
individuati dal Ministero delle attività produttive.
Per impianti preesistenti all'entrata in vigore DPR 462/01 (23 gennaio 2002):
−
Effettua regolare manutenzione.
−
Classifica gli impianti ed individua la periodicità (quinquennale o biennale). Ed inoltre:
−
Se gli impianti sono già stati verificati in passato da strutture pubbliche (ISPESL, ASL o
ARPA) e quindi esiste un verbale:
−
Confronta le scadenze previste dal DPR per le verifiche periodiche biennali o quinquennali con
la data dell'ultima omologazione o verifica dell'impianto
e, se il biennio o il quinquennio è stato superato,
•
chiede all'ARPA o agli organismi se individuati ed attivi) l'effettuazione della verifica
periodica.
−
Se gli impianti, regolarmente denunciati al momento della messa in servizio, non sono mai stati
sottoposti a omologazione o verifica da strutture pubbliche:
−
Confronta le scadenze previste dal DPR per le verifiche periodiche (biennali o quinquennali)
con la data della denuncia dell'impianto.
Se il biennio o il quinquennio è stato superato,
−
chiede all'ARPA (o agli organismi se individuati ed attivi) l'effettuazione della verifica
periodica.
In caso di cessazione di esercizio o modifiche sostanziali:
−
Comunica all'lSPESL e all'ARPA l'avvenuta cessazione o l'effettuazione delle modifiche
sostanziali apportate.
Obblighi dell'ISPESL

Comprova la ricezione delle dichiarazioni di conformità trasmesse al fine di documentare
l'adempimento dell'obbligo;

effettua, d'intesa con la Regione, verifiche a campione;

trasmette le risultanze all'ARPA
Obblighi dell'ARPA
−
Comprova la ricezione delle dichiarazioni di conformità e delle richieste di effettuazione di
verifiche periodiche, al fine di documentare l'adempimento dell'obbligo;
−
effettua l'omologazione degli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione;
−
effettua le verifiche periodiche e straordinarie richieste;
−
mette a disposizione della Direzione Sanità Pubblica dell'Assessorato Regionale alla Sanità
l'archivio informatico delle dichiarazioni di conformità, delle richieste trasmesse e delle
verifiche effettuate
Le verifiche periodiche possono essere effettuate da un Organismo Notificato dall'elenco riportato
in allegato.
La denuncia dell'impianto di terra, all'ASL/ARPA o all'ISPESL va effettuata secondo il modello
riportato in allegato.
ALLEGATI
Per visualizzare gli allegati fare click sui rispettivi link.
Modello denuncia impianto di terra
Elenco Organismi notificati al 24_09_08
Scheda tecnica Maxtest 2038
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