Istituto Comprensivo "Italo Calvino"

annuncio pubblicitario
Istituto Comprensivo "I. Calvino" - Jesolo Paese (VE)
CORSO PROPEDEUTICO ALLO STUDIO DELLA LINGUA LATINA - A.S. 2010/2011
Docente: Prof. Mauro Perissinotto
Compendio e ripasso lezioni 5/6 del 28 Febbraio e 01 marzo 2011
Scaricabile anche dal sito www.mauroperissinotto.com
Sintesi della lezione precedente
Il latino presenta fondamentalmente le seguenti .................................. copulative: ......., ........., ........... e
l'enclitica, che si utilizza come fosse un ............................... del secondo termine.
La principale negazione latina è .........., impiegata per negare un'...................... proposizione. Altre
negazioni fino ad ora incontrate sono ...............................................................................
In latino gli aggettivi ..........................con il nome cui si riferiscono, ovvero rispetto ad esso presentano
lo stesso...................., lo stesso ............................ e lo stesso ...................... Si è detto che gli aggettivi
appartengono alla ....................... o ............................ classe e che quelli femminili della prima
impiegano le uscite della ..................................................................
Il predicato nominale
Il predicato nominale indica una qualità del ...................... Si compone del verbo ................. (in
latino.........), detto ...................., oppure di un altro verbo, detto..........................., avente le medesime
funzioni, ed il ................. del predicato, ovvero un ...................... e/o un .......................... riferiti al
.......................... In latino il ................... del predicato si esprime con il caso ...............................,
concordando così con il .................................... Se si tratta di un aggettivo esso concorda con
quest'ultimo anche in .......................... e ..................................., mentre si è costituito da un sostantivo
esso ............................. mantiene il .............................. e il .................................. che gli sono propri. Di
solito in latino il nome del predicato ....................... precede la ......................., che è posta alla
...................... della frase.
La frasi seguenti verranno così tradotte (cerca nelle dispense precedenti il significato delle parole che non
ricordi; prova ad intuire la traduzione delle rimanenti) :
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Sicilia Italiae magna insula est ...................................................................................................
Saevitiae procellarum nautis nota est .........................................................................................
Silvae beluae (belua,ae= belva) ferae est ..................................................................................
Pugna insularum incolis secunda est .........................................................................................
Tulliola (nome proprio), aviae tuae cara es!................................................................................
Amicae, dominae nostrae minime gratae sumus.......................................................................
Multae Africae terrae infecundae sunt, sed Campania terra fecunda amoenaque
(amoena,ae= amena, piacevole) est .........................................................................................
.....................................................................................................................................................
8. Etiam (=anche) multae urbes (= città, nom. plur) Galliae, Africae, et Italiae clarae et antiquae
coloniae Grecae sunt........................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
Traduci la seguente versione, usando le conoscenze che hai fino ad ora acquisito.
La dea Fortuna
Romae incolae Fortunam colunt et in urbe (nella città) deae multae pretiosaeque arae sunt. Sed dea raro
(raramente) opulentam vitam parat (parare=preparare, procurare), numquam (=mai) beatam. Nam si (=se)
iustitiam et perseverantiam dedideramus, non Fortunam, sed industriam (industria,ae = operosità) et sollertiam
(sollertia= ingegnosità) invocare debemus (debeo= dovere). Fortuna enim (=infatti) caeca est: iustitiam ignorat,
misericordiae non obtemperat (obtempero= obbedire), saepe (=spesso) inimicitiarum causa est. Itaque (=e così)
multi (=molti, soggetto) Fortunam et incostantiam eius (sua, di lei) contemnunt (contemno= disprezzare)
Prof. Mauro Perissinotto
Scarica