Febbre Mediterranea familiare D. Rigante Istituto di Clinica Pediatrica, Università Cattolica Sacro Cuore, Roma E’ la più comune malattia autoinfiammatoria monogenica a trasmissione autosomica recessiva (OMIM 249100) Causata da mutazioni nel gene MEFV che codifica per la proteina pirina Prototipo di malattia autoinfiammatoria caratterizzata da attacchi ricorrenti di febbre e sierosite Si osserva l’attivazione dell’inflammosoma ed una aumentata produzione di interleukina-1 Il gene interessato si chiama MEFV (da MEditerranean FeVer) e le mutazioni a suo carico si trasmettono come carattere autosomico recessivo Si esprime con attacchi infiammatori ricorrenti autolimitati della durata di 1-3 giorni che possono coinvolgere uno o più siti L’attacco infiammatorio è caratterizzato da febbre associata in modo variabile a sierosite, sinovite, coinvolgimento di cute e muscoli ed innalzamento degli indici infiammatori Interessa prevalentemente le popolazioni del mare Mediterraneo e la sua frequenza varia in funzione delle etnie Il gene MEFV codifica per una proteina di 781 aminoacidi del peso di 95 kD, nota come pirina o "marenostrina", espressa in granulociti, monociti, cellule dendritiche, fibroblasti sinoviali e peritoneali Si riteneva che la pirina operasse un controllo negativo dell’infiammazione, attraverso il dominio B30.2 che regola l’attività caspasica nell’inflammosoma, da cui dipende la secrezione di interleukina-1 (IL-1) Alcuni studi in modelli animali hanno dimostrato l’esistenza di mutazioni del gene MEFV con "aumento di funzione" della pirina e attivazione dell’inflammosoma Yu JW, et al. Cell Death Differ 2006; 13: 236-49 Chae JJ, et al. Immunity 2011; 34: 755-68 94% 47-50% 21% Attacco addominale Attacco articolare Manifestazioni cutanee Manifestazioni muscolari Attacco toracico Attacco scrotale 50% 31% 5% Tunca M, et al. Medicine 2005; 84: 1-11 La febbre varia da 38 a 40°C, risponde parzialmente ad antipiretici o corticosteroidi, mentre è resistente agli antibiotici Nel 25% dei casi è la sola manifestazione di FMF, soprattutto nei bambini Gli esami laboratoristici dimostrano una leucocitosi neutrofila ed un aumento degli indici infiammatori (PCR, VES, SAA, fibrinogeno), che si normalizzano al cessare della febbre Gli attacchi infiammatori possono essere evocati da stress fisico/emotivo, mestruazioni o infezioni intercorrenti Il dolore addominale è descritto in oltre il 90% dei pazienti ed è a carico dell’intera parete addominale Si associa a difesa, aperistalsi, distensione addominale e positività del segno di Blumberg A seguito della diagnosi di “addome acuto” il ricorso alla laparotomia esplorativa è frequente Nel 9-19% dei casi si esegue una appendicectomia (con appendice “bianca” e riscontro di essudato neutrofilico sterile), nell’1,6% dei casi si esegue una colecistectomia Il quadro clinico si risolve in circa 48 ore Alcuni pazienti lamentano stipsi durante l’attacco, la diarrea è più frequente nel bambino In alcuni pazienti il dolore addominale compare senza febbre Nixon RK, Priest RJ. N Engl J Med 1960; 263: 18-21 Il coinvolgimento articolare è descritto nel 47-50% dei pazienti e riguarda spesso una grande articolazione singola (ginocchio, caviglia, anca) Possono essere coinvolte anche la spalla, l’articolazione temporo-mandibolare e l’articolazione sterno-clavicolare Nei casi sottoposti ad artrocentesi il liquido sinoviale è sterile, pur se con conta leucocitaria elevata Il quadro clinico si risolve in 24-48 ore Nel 2% dei pazienti l’artrite può avere un decorso protratto (>4 settimane), con rischio di danno e deformità articolare Una monoartrite ricorrente può essere l’unica manifestazione di FMF Il genotipo M694V è associato al rischio di sviluppo di spondilite anchilosante (in soggetti HLA-B27 negativi), oltre che di sacroileite ed entesite subclinica Langevitz P, et al. J Rheumatol 1994; 211: 341-6 Il dolore toracico è descritto nel 31% dei pazienti ed è legato a versamento pleurico monolaterale La toracentesi dimostra un essudato sterile ricco in granulociti neutrofili Il coinvolgimento pericardico è molto raro, ma possibile Descritto il coinvolgimento pericardico isolato come unico segno di FMF Una pericardite acuta idiopatica ricorrente deve far porre il sospetto di FMF o di altri disordini autoinfiammatori Il quadro clinico si risolve in 24-48 ore Rigante D, et al. Ann Med 2011; 43: 341-6 L’eritema erisipeloide compare in corrispondenza dei polpacci o delle caviglie nel 21% dei pazienti Si caratterizza per un rash eritematoso ben demarcato e rilevato Istologicamente si osserva una massiccia infiltrazione di granulociti polimorfonucleati e monociti Il quadro clinico si risolve in 48-72 ore Radakovic S, et al. J Am Acad Dermatol 2013; 68: e61-3 Elementi clinici utili nella diagnosi differenziale FMF TRAPS s. PFAPA MKD CAPS Febbre 1-3 gg. >7 gg. 3-6 gg. 3-7 gg. 1-2 gg. Artrite Monoartrite Monoartralgie Fugaci artromialgie Poliartralgie Poliartralgie -- -- ++ ++ -- +++ ++ -- +/- -- Rash erisipeloide migrante raro macule papule similorticarioide Gene MEFV TNFRSF1A --- MVK NLRP3 Adenopatia Sierosite Sequele cliniche dell’infiammazione cronica nella FMF Anemia normocromica normocitica Splenomegalia Ritardo di crescita Riduzione della densità minerale ossea Disturbo della qualità di vita Depressione ed ansietà Infertilità femminile Rischio di parto pretermine Aumento del rischio di malattie cardiovascolari Amiloidosi Ben-Zvi I, Livneh A. Nat Rev Rheumatol 2011; 7: 105-12 Prima dell’avvento della colchicina l’amiloidosi sistemica era una complicanza comune della FMF L’amiloidosi è causata dalla deposizione extracellulare di fibrille amiloidi in vari parenchimi (principalmente rene, surrene, intestino, milza, polmone, cuore e testicolo) Il coinvolgimento renale da amiloidosi si manifesta con proteinuria, che può evolvere a sindrome nefrosica e insufficienza renale cronica L’etnia medio-orientale, lo stato di portatore della mutazione M694V in omozigosi, il genotipo a/a del gene SAA, il sesso maschile, il coinvolgimento articolare e l’anamnesi familiare positiva per FMF (indipendentemente dal tipo di mutazione) aumentano il rischio di sviluppare una amiloidosi Gershoni-Baruch R, et al. Arthritis Rheum 2003; 48: 1149-55 L’analisi molecolare del gene MEFV costituisce il solo strumento diagnostico oggettivo della FMF Il test genetico può avere valore prognostico (M694V in omozigosi causa un fenotipo più precoce e severo) Quando il suo risultato non è conclusivo, è cruciale il giudizio clinico ed il test in vivo con colchicina per la diagnosi di FMF Dal 1972 la colchicina (alla dose di 0,5-2 mg/die) è il farmaco usato nella profilassi degli attacchi di FMF, oltre che per la prevenzione dell’amiloidosi La risposta favorevole alla colchicina costituisce un criterio diagnostico maggiore per la diagnosi di FMF Assunta continuativamente (fino a una dose massima di 3 mg/die) è efficace nel prevenire l’insorgenza degli attacchi infiammatori nel 60-65% dei casi di FMF, ma induce una remissione parziale in un 20-30% La resistenza alla colchicina è definita come mancata risposta clinica e laboratoristica, che si manifesta con frequenza immodificata degli attacchi (>1 /mese) e livelli elevati di PCR e SAA tra gli attacchi La resistenza vera è rara e si osserva solo nel 5-10% dei casi, nonostante la stretta aderenza alla terapia alle dosi massime tollerate Zemer D. N Engl J Med 1986; 314: 1001-5 Dosaggi iniziali della colchicina Età < 5 anni 0.5 mg/die In casi di proteinuria 2 mg/die In casi di attacchi gravi 1.5 mg/die Negli omozigoti M694V 1.5-2 mg/die Si preferisce offrire la dose di colchicina in somministrazione singola (si può dividere in due dosi ogni 12 ore in casi particolari) La dose massima è 2 mg sino a 12 anni, 3 mg per un adulto La gravità della malattia e la tolleranza degli attacchi consentono di decidere il dosaggio di colchicina Il controllo dei parametri infiammatori (SAA e PCR) deve avvenire ogni 3 mesi nelle fasi attive di malattia Si deve aumentare la dose se: Gli attacchi febbrili persistono L’infiammazione subclinica persiste Alternative alla colchicina orale colchicina e.v. (1 mg / sett. associata a 2-3 mg/die di colchicina per os) interferone-alfa s.c. (5 milioni UI s.c. all’inizio dell’attacco; 3-5 milioni UI x 3/settimana) etanercept s.c. (0.8 mg/kg/settimana) infliximab e.v. (5 mg/kg/dose) anakinra s.c. (1 mg/kg/die s.c. ) canakinumab s.c. (150/300 mg ogni 4 settimane) rilonacept s.c. (IL-1 Trap, 2.2 mg/kg/settimana) talidomide (100-200 mg/die) inibitori del re-uptake di serotonina dapsone Criteri diagnostici di Tel Hashomer Criteri maggiori Criteri minori • • Episodi febbrili ricorrenti • Eritema erisipela-like • FMF in parente di primo grado Episodi ricorrenti di febbre + peritonite o sinovite o pleurite • Amiloidosi di tipo AA in assenza di altre malattie predisponenti • Risposta favorevole alla colchicina per 3 mesi La diagnosi di FMF è DEFINITIVA se 2 criteri maggiori o se 1 criterio maggiore + 2 criteri minori risultano soddisfatti La diagnosi di FMF è PROBABILE se solo 1 criterio maggiore + 1 criterio minore sono soddisfatti Sohar E, et al. Am J Med 1967; 43: 227–53 Take-home messages La FMF la più comune malattia autoinfiammatoria geneticamente trasmessa come carattere autosomico recessivo I segni clinici esordiscono nelle prime due decadi con attacchi di febbre e sierositi, consentendo una diagnosi clinica supportabile con il test genetico La presenza di 2 mutazioni comuni (mutazioni in p. 680-694 sull’esone 10) consente la conferma genetica della malattia, ma l’assenza di mutazioni non esclude la diagnosi La profilassi a lungo termine con colchicina è mirata alla prevenzione degli attacchi infiammatori La colchicina consente il controllo della malattia nella maggioranza dei casi ed il raggiungimento dell’età adulta senza complicazioni Alternativa alla profilassi con colchicina è rappresentata dagli antagonisti dell’interleukina-1