CALENDARIO SPETTACOLI
FUORI ABBONAMENTO
12 - 13 - 14 NOVEMBRE 2011
DON ANSELMO TARTAGLIA
omaggio a Mario Scarpetta
nel 7° anniversario dalla scomparsa
regia Roberto Capasso
14 NOVEMBRE 2011
SERATA IN ONORE DI
MARIO SCARPETTA
con testimonianze di ospiti, amici e un
filmato che racconta per immagini la
sua vita artistica.
19 - 20 NOVEMBRE 2011
LOOKING FOR PEPPE
11 DICEMBRE 2011
di Giuseppe de Vincentis
regia Michelangelo Fetto
C’È CONFUSIONE
di e con Paolo Caiazzo
14 - 15 APRILE 2012
NUOVA PRODUZIONE
regia Renato Carpentieri
28 - 29 APRILE 2012
DUETTI SULL’IDENTITÀ
regia e coreografia Flavia Bucciero
5 - 6 MAGGIO 2012
LA BALLATA DELLE
ANIME PERSE
regia Salvatore Nappa
CALENDARIO SPETTACOLI
IN ABBONAMENTO
26 - 27 NOVEMBRE 2011
ULTIME NOTIZIE DALLA
FAMIGLIA
con Antonello Cossia
7 - 8 DICEMBRE 2011
3 - 4 DICEMBRE 2011
JANARA
regia Giovanni Del Prete
GIORNI FELICI
di Samuel Beckett
con Wanda Marasco
17 - 18 DICEMBRE 2011
IO PROVO A VOLARE
14 - 15 GENNAIO 2012
omaggio a Domenico Modugno
di e con Gianfranco Berardi
di Igor Esposito
con Peppino Mazzotta
21 - 22 GENNAIO 2012
RADIO ARGO
4 - 5 FEBBRAIO 2012
RITMI D’AMORE
di e con Umberto Bellissimo
VIA SAN LORENZO
di e con Sergio Vespertino
18 - 19 FEBBRAIO 2012
STASERA OVULO
25 - 26 FEBBRAIO 2012
COMIZI D’AMORE
di e con Antonio Damasco
di Carlotta Clerici
con Antonella Questa
10 - 11 MARZO 2012
CANTA O SPARO
17 - 18 MARZO 2012
AUNTIE AND ME
con Alessandro Benvenuti e
Barbara Valmorin
21 - 22 APRILE 2012
UNA MODESTA PROPOSTA
liberamente ispirato a Jonathan Swift
di Rosario Esposito La Rossa
di Manlio Santanelli
regia Fabio Cocifoglia
24 - 25 MARZO 2012
SENTIMENTI ALL’ASTA
con Nunzia Schiano
regia Niko Mucci
12 - 13 - 14 novembre 2011
SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
Prospet Promozione Spettacolo/Ass. Mario Scarpetta
DON ANSELMO TARTAGLIA
omaggio a Mario Scarpetta
nel 7° anniversario dalla scomparsa
allestimento scenico Massimiliano Pinto
con Gino De Luca, Roberto Capasso,
Francesco Luongo, Viviana Cangiano, Nino Bruno
regia Roberto Capasso
Programma delle serate:
12 - 13 - 14 novembre - DON ANSELMO TARTAGLIA di Eduardo Scarpetta
14 novembre - SERATA IN ONORE DI MARIO SCARPETTA con testimonianze di ospiti, amici e un filmato che racconta per immagini la sua vita artistica.
Chi non ricorda l’avvocato balbuziente di una delle più famose commedie di Eduardo
Scarpetta “ ‘O scarfalietto” ? Don Anselmo Tartaglia, maschera infantile, nel senso di
semplice e spontanea, con la capacita’ di dire o compiere spropositi con la massima
naturalezza possibile che è propria dei bambini. Questo è il filo che lega Felice
Sciosciammocca a Don Anselmo Tartaglia, che per la sua comicita’ pura e istintiva non
pote’ trovare purtroppo spazio adeguato nella scarpettiana, nel senso che avrebbe tolto
tanto al personaggio di Felice Sciosciammocca, creatura di Eduardo Scarpetta.
Don Anselmo Tartaglia è comunque nella storia del teatro napoletano, fa parte della
tradizione teatrale napoletana e anche Lui, con la sua comicita’ allo stato puro, istintivo
e divertente, è stato un riferimento importante nel Teatro di Scarpetta. Un Teatro che
grazie a Mario abbiamo frequentato spesso, vissuto e respirato ed è a Mario , di cui
ricorre quest’anno il 7° anniversario della scomparsa. che vogliamo dedicare questo
spettacolo.
Roberto Capasso, che ha recitato con Mario in tanti lavori, in questo allestimento vuole
risalire alle origini scarpettiane mediando con i grandi riferimenti che lo legano al teatro
di Pasolini e al teatro di avanguardia. Un modesto contributo alla contemporaneita’ e,
perche’ no , all’immortalita di un grande autore come Scarpetta, del quale non bisogna
assolutamente tradirne la memoria.
19 - 20 novembre 2011
SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
Solot Compagnia Stabile di Benevento
LOOKING FOR PEPPE
di Giuseppe De Vincentis
con Giuseppe De Vincentis, Pino Carbone,
Katia Cogliano
regia Michelangelo Fetto
I
l Peppe del titolo è un cittadino napoletano che ha vissuto parte della sua esistenza
dedito ad imprese criminali di vario genere ed è il motivo per cui ha vissuto quasi la metà
della stessa nelle patrie galere. Si potrebbe pensare, come purtroppo frequentemente
usa, ad un’anima persa, ad un condannato a vita, al marchio indelebile e, se volete, ad
un’altra cinquantina di luoghi comuni che more solito vengono copiosamente adoperati
verso chi ha passato la soglia fatale di una casa circondariale; eppure non tutto è
perduto… almeno con Peppe non è successo: quasi per gioco ha preso a frequentare
un corso teatrale e per gioco ha preso in mano una penna; dapprima su uno, poi su
dieci, poi su cento e poi ancora cento fogli di carta ha cominciato ad imprimere i propri
ricordi, le proprie emozioni e non senza pudore e crudezza i propri errori e, dunque, le
speranze per il futuro. E’ cominciato tutto come un gioco, dicevamo, adesso è diventata
una necessità: la necessità di comunicare al mondo e soprattutto al mondo sommerso,
quello degli ultimi, dei diseredati la voglia di cambiare strada perché difficilmente,
quando si intraprende una china ripida e scoscesa, si potrà ritrovare il giusto verso e non
smarrirsi nell’intricata selva… dell’errore fatale.
Una riflessione amara, sorprendente e lucida della propria esistenza che, partendo dagli
anni dell’infanzia, passando dai cancelli del riformatorio, ai lussi concessi da cornucopie
ricolme di danaro facile per finire agli isolamenti forzati ed alla solitudine affettiva,
costituisce l’impianto drammaturgico di uno spettacolo che vede in scena Giuseppe
De Vincentis (autore dei testi), Katia Cogliano, la partecipazione straordinaria di Pino
Carbone e la regia di Michelangelo Fetto.
26 - 27 novembre 2011
Vesuvio Teatro
ULTIME NOTIZIE DALLA FAMIGLIA
di Annamaria Russo
con Antonello Cossia
regia Antonello Cossia
L
a storia raccontata è quella di un padre che convince suo figlio nascituro a svignarsela.
Perchè la paternità è una questione di responsabilità. E lui, Benjamin Malausséne, di
professione capro espiatorio e fratello maggiore per obbligo, lo sa benissimo. Lui che
suo padre non l’ha nemmeno conosciuto e che si è trovato alle prese con una madre
irresponsabile che gli ha appioppato una tribù di fratelli e sorelle (figli di altrettanti
padri sconosciuti), questa responsabilità, vuole assumersela in pieno. E allora al suo
bambino decide di raccontare tutto. Ma proprio tutto. Gli parla di sua nonna, “la vergine
perenne”, già in procinto di correre dietro al suo prossimo amore, salvo liberarsene
subito dopo aver procreato. E poi dei suoi zii: Thérèse, indovina per vocazione, che
non aspetta altro di potergli offrire una tazza di caffè per leggergli i fondi. Clara, Louna,
Verdun e ancora il piccolo con i suoi occhiali rosa, e Jérémy, che a 12 anni è il bombarolo
più giovane della storia. Poi della Regina Zarbo, dello zio Tèo e di Stojil. Una vera tribù
quella dei Malausséne. Una carrellata di personaggi che l’attore interpreta passando
velocemente dall’uno all’altro. Quello a cui si assiste non è narrazione teatrale né un
monologo polifonico, ma una performance che disegna la parola sulla scena. E quando
l’attore interpreta Julie, la giornalista scapestrata di Actuel, la madre dolcissima e cinica
dal quale Il Signor Malausséne sta per darsela a gambe, lo fa con un distacco narrativo
e un’emotività pregnante: è grazie a lei che è possibile il miracolo. Il bambino ritorna,
impiantato nella pancia di Suor Gervaise. Ritorna in vita per sua madre. E sempre grazie
a sua madre Julie, Benjamin capisce che di quel bambino non può e non vuole fare a
meno. È una questione di responsabilità, ma non importa come andrà a finire o cosa
dovrà affrontare, questa volta ne è convinto.
3 - 4 dicembre 2011
JANARA
di Giovanni Del Prete
con Francesca Iovine, Tommaso D’Avanzo,
Silvia Del Zingaro
regia Giovanni Del Prete
Una trama senza trama.
Uno spettacolo che, basato su una ricerca antropologica delle tradizioni popolari, sulle
credenze e superstizioni del Sud Italia, cerca di far rivivere un passato, ancora presente
in alcune zone, anche non remotissime, attraverso la magia della cattiveria, del male.
La janara, è la strega, allora, in ogni cosa gioisce della rabbia, dell’insoddisfazione, della
zizzania, anche autoreferenziale. Come ogni magia di colore, agisce tramite simulacri
umani e ombre, tramite figure e totem vitali, che rappresentano categorie antropiche,
simboli di una umanità in cui stillare, a gocce di esperienza, il male.
Nell’acronia, i luoghi si confondono diventando uno solo (quello teatrale), l’immaginazione
passa da case abbandonate, vecchie, fatiscenti a campagne verdi e fertili, a intimi spazi di
gioco per grandi e piccoli. Quindi non necessariamente cupi e bui, proprio perché il male
si compie anche sotto la luce del sole, anche attraverso le parole di un bambino, così
senza motivo. Riti, ritorni e richiami di un contesto che sfuma, dunque da afferrare non
in una sola dimensione, ma in più realtà: possibili interazioni tra episodi che sfogliano la
verità di tutti.
Narrativamente, il male è un elemento fondamentale, è l’antagonismo, è l’ostacolo
oltre il quale c’è la riuscita, la vittoria. In Janara, la catarsi è di segno meno, sfugge a
connotazioni morali o religiose, e decide da sé, immagine dopo immagine, l’aura entro
cui la manifestazione si consuma. La janara affascina come il male subdolo canta una
lingua viva e sprezzante, forte, in una sola parola, “necessaria”, proprio come una Janara
vorrebbe essere definita.
7 - 8 dicembre 2011
GIORNI FELICI
di Samuel Beckett
con Wanda Marasco
scene Beppe Gaudino
regia Wanda Marasco
I
l versante comico e il versante tragico, come sempre nelle opere di Samuel Beckett.
Una duplice dimensione che questa volta prende le forme di Winnie, donna di mezza
età, in esibizione viscerale, dantescamente confitta in una duna. Quali sono questi
“giorni felici”? Prendono forma di ottusa pulsione cellulare all’inizio del dramma, poi
apparterranno alla memoria. Alla condanna della memoria o, se si vuole, alla memoria
che è condanna. Sono i giorni mortiferi sopravvissuti in una specie di caos ritmico che
asseconda la meccanica clownesca e infernale di Winnie. C’è una donna che non riesce
a sciogliere il canto, ovvero l’armonia delle sue vecchie illusioni. Dovrebbe prendere il
sole sulla riva del mare, ma qui il mare è indifferentemente oceano, deserto, galassia. Il
sole è un tremendo abbaglio, ricordato come il ” vecchio, caro stile” della memoria, del
sentimento del tempo. Intorno a Winnie, estratti uno alla volta da una sporta nera, vari
oggetti del quotidiano. In realtà sono strumenti confinati all’interno di un microcosmo
dove la dimensione spaziale è azzerata e insieme gremita di oggetti. Da questo non
luogo, simile a un pozzo profondo, Winnie sospirerà le nostalgie coniugali, i ricordi di
un’esistenza reale, conservati senza un ordine apparente dentro una grande sporta.
Se la sporta è anche cesta del naufragio, dell’abbandono, essa ha persino un valore
simbolico di sostanza biblica perché è già un punto di smarrimento e di ritrovamento.
Winnie parla tanto. Le acrobazie del linguaggio sono inversamente proporzionali alla
paralisi del corpo. E’ un teatro privo di corpo ma che sancisce la pena della corporeità
come dannazione e come verità tragicomica. Accanto a lei, nella stessa giornata di sole
artificiale, c’e Willie, il marito. Una presenza-assenza. Perché Willie è l’altro. C’è e non
c’è. Tuttavia, senza uno straccio di alterità, non si costruisce ciò che Winnie innalza e
affossa. Willie è necessario, è il secondo clown. Suggerisce le illusioni, gli attacchi, le
forme consolatorie. Disperatamente e gioiosamente mimetica. Sostanziata o disfatta da
un faro implacabile fino alla chiusura del dramma, costruita in Beckett come il cardine
dannato di un inizio replicato all’infinito.
11 dicembre 2011
SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
C’È CONFUSIONE
di e con Paolo Caiazzo
Nasciamo e cresciamo confusi e non è colpa nostra. Osservazioni e commenti di fatti di
attualità con l’angolo visuale di un napoletano. Nel tentativo di fare delle lucide analisi
delle fobie e delle manie quotidiane, Paolo Caiazzo finisce con l`arrendersi cedendo il
passo a chi non riesce a capire perché ‘a capa sua non è bona: Tonino Cardamone.
Monologhi e personaggi in uno spettacolo di taglio cabarettistico ma di gusto teatrale.
“C’è confusione” è uno spettacolo da vivere tutto d’un fiato, con la brillante comicità
dell’attore napoletano. Una chiacchierata, intervallata da personaggi più o meno
probabili, che tenta di raccontare al pubblico gli aspetti tragicomici della nostra
esistenza. Con il linguaggio semplice ed immediato del cabaret, Paolo Caiazzo, guida la
platea nell’antico gusto di ridere di se stessi. Perché per avere meno problemi, sembra
voler affermare la ricetta del comico di San Giorgio a Cremano, forse basterebbe non
prendersi troppo sul serio. Risulta così spontanea la risata, che diventa liberatoria, ed
aiuta ad esorcizzare fobie e manie dei nostri giorni, ma alla stesso tempo le mette in
risalto.
17 - 18 dicembre 2011
Compagnia Berardi-Casolari/Teatro Stabile di Calabria
IO PROVO A VOLARE
omaggio a Domenico Modugno
di e con Gianfranco Berardi
con la partecipazione di
Davide Berardi (voce solista e chitarra)
Giancarlo Pagliara (fisarmonica)
Vincenzo Pede (percussioni)
Ciccio Salonna (contrabbasso)
regia Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari
I
l desiderio di dedicare uno spettacolo a metà fra il teatro e la musica al grande Domenico
Modugno nasce dal voler omaggiare un emblema del cinema, del teatro e della musica
popolare italiana e per ribadire, a noi stessi, e a chiunque voglia farlo assistendovi, chi
siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti.
Oltre a cantante, attore, cantautore, dalla travolgente forza interpretativa, mister
Volare è stato uomo semplice e forte, umile e rivoluzionario, un esempio da seguire,
fermamente ancorato alla sua origine, alle sue radici meridionali mai rinnegate, anche
se spesso confuse e tenute a distanza.
Nella sua opera Modugno ha sempre ricordato la sua gente, quelle persone figlie
dell’amara e dura terra del sudore, dai volti scuri e dalle mani incallite, quelle stesse
mani che pizzicando le corde di una chitarra si sono pian piano levigate, senza mai
dimenticare le passate fatiche quotidiane.
Sin da principio, lungo il nostro percorso artistico, più volte ci siamo fermati ed interrogati
di fronte all’opera di maestri come Modugno, Matteo Salvatore, De Filippo, Petrolini ed
altri, come di fronte ad un grande patrimonio da utilizzare come trampolino di lancio per
nuove creazioni che, partendo da questa tradizione popolare, possano avere una forza
comunicativa rinnovata e al tempo stesso un’ espressività propria ed universale.
Così un po’ per gioco un po’ per sfida nasce “Io provo a volare”, drammaturgia originale,
che a partire da cenni biografici di Domenico Modugno, unitamente alle suggestioni
evocate dalle sue canzoni, racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia
pronti ad affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di diventare un’artista, sull’onda
di miti che oggi come ieri costellano l’immaginario giovanile.
Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e
degli inganni, subiti da truffaldini incontri, che si articola il viaggio fra comici episodi della
realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane a caccia di situazioni favorevoli.
14 - 15 gennaio 2012
teatro rossosimona/peppino mazzotta/monica vicinanza
RADIO ARGO
di Igor Esposito
con Peppino Mazzotta
musiche inedite Massimo Cordovani
regia Peppino Mazzotta
L
o spettacolo è incentrato sulle vicende degli Atridi precedenti e successive alla guerra
più conosciuta e celebrata nella storia dell’umanità: la guerra mossa dagli Achei contro
la città di Troia. Il sacrificio di Ifigenia da parte del padre Agamennone per consentire
all’esercito di partire per la guerra. L’assassinio di Agamennone e della sua schiava
Cassandra da parte della moglie Clitennestra e del suo amante Egisto; la vendetta di
Oreste, unico figlio maschio di Agamennone, che si abbatte sulla mamma Clitennestra
e su Egisto.
Una voce, sola, catturata da un microfono e lanciata nella notte vaga di ripetitore in
ripetitore alla ricerca di orecchie che vogliano sentirla; una voce come il fuoco impetuoso
e affannato che rimbalzò da Troia fino ad Argo, su valli, colli e montagne, per annunciare,
ad occhi che volessero vedere, il ritorno vittorioso della flotta Greca.
Una voce nel cuore della notte, desolata, impotente, che tiene compagnia a chi non
riesce a dormire. Un suono modulato e amplificato che dà corpo a una voce. Una voce
che si fa suono e si mescola ad altri suoni, che “voce” non sono, per evocare altre voci,
altri corpi, altri suoni. Una voce che si fa carico della memoria; preoccupata che il ricordo
si sbiadisca perché la memoria è una gatta che non si affeziona a nessuno e all’improvviso
può scomparire e lasciarci orfani. E l’unico modo per trattenerla è cercare di rendere il
ricordo sempre nuovo e autentico.
Radio Argo è una riscrittura dell’unica trilogia superstite della tragedia greca: l’Orestea.
Le voci dei personaggi mettono in scena l’inconciliabile scontro tra la bestemmia malata
del potere e il disperato canto di redenzione di chi il potere allontana. Canto incarnato
dall’anarchico gesto di Oreste che, dopo il terribile matricidio, rifiuta ogni consolazione
“civile” e “politica”, scegliendo definitivamente la vita.
21 - 22 gennaio 2012
Libera Scena Ensemble
RITMI D’AMORE
di e con Umberto Bellissimo
M
usica, poesia e comicità gli elementi essenziali di questo concerto- spettacolo
che, pur cantando dell’amore non è intriso di sentimenti melensi o di nostalgici ricordi,
ma è caratterizzato da un vero e proprio “dialogo” tra la canzone classica e moderna
napoletana e quella contemporanea. Attraverso un percorso a tappe, laddove ogni
tappa corrisponde alle diverse sfaccettature dell’amore, si alternano canzoni classiche,
moderne e inedite proprie di una Napoli complessa ma nello stesso tempo affascinante.
Si tratta di un dialogo stimolato da una volontà specifica, quella, cioè, di riaffermare la
tradizione popolare e colta della canzone napoletana che non ha tempo, di recuperarne
il valore culturale ed emozionale per aprire sempre nuove possibilità di ricerca e di
sviluppo per la produzione moderna, che non può essere negata.
Verranno presentate poesie e canzoni di Umberto Bellissimo che con profondo rispetto,
“dialogheranno” con testi e musiche di grandi autori come Capurro, Bongiovanni, Fusco,
Falvo, Nicolardi, E.A. Mario, Viviani, Pisano-Cioffi, Totò, Modugno, Carosone, Pino
Daniele che, anche a livello nazionale, hanno lasciato un ricordo indelebile, un’eredità
da custodire gelosamente.
L’alternanza di melodie e di versi colti e popolari, il muoversi tra poeti e macchiettisti,
tra cantautori e comici rappresenta un modo per vivere, senza contraddizioni, fenomeni
musicali nuovi, coniugando riproposizioni della tradizione ed esperienze ritmiche
diverse.
4 - 5 febbraio 2012
Agricantus
VIA SAN LORENZO
di e con Sergio Vespertino
musiche Pierpaolo Petta (alla fisarmonica)
Un uomo si prepara per un appuntamento e, in quell’attesa, ripassa la sua vita, ride,
palpita, si guarda indietro e scopre, con sorpresa e curiosità, i tanti percorsi che ha
tracciato, modificato. I pezzi che ha lasciato cadere, e quelli che ha raccolto. Quell’assurdo
percorso, così imbrigliato, variegato, molte volte metodico, altre volte impazzito, l’ha
portato adesso lì, a quell’appuntamento. Il Destino non ha costruito una strada dritta
e semplice, o facile a tal punto da non fargli provare l’interesse e la voglia di viverla. Il
Destino ha costruito infinite vie, intersecate tra loro, dove raccogliere quanti più umori
possibili, da portare addosso, amare. Siamo pronti a svuotare noi stessi per un’altra
persona, a consegnare l’intero bagaglio e indicare persino la chiave per aprirci. Siamo
così bizzarri da andare incontro a quell’appuntamento. Siamo pure pronti ad annullarci,
se è il caso, perché anche non giurandolo, amiamo la vita. E così scherzando qua e là
con il destino, il caso, il tempo, le cose, Sergio Vespertino ci regala momenti profondi,
giocosi, commoventi, con un racconto speso nell’attesa di un incontro. E soprattutto ci
porta in quel momento, lieve e imprevedibile come pioggerella d’estate, dove ognuno
di noi si lascia bagnare.
18 - 19 febbraio 2012
LaQ-Prod
STASERA OVULO
di Carlotta Clerici
con Antonella Questa
regia Virginia Martini
Premio Calandra 2009 come Migliore Spettacolo
Antonella Questa Premio Migliore Inteprete Calandra 2009
Un monologo che indaga sulle problematiche della maternità “over 35” e della sterilità
femminile; una tematica che l’odierno stile di vita rende più che mai attuale. Fino a dove
riesce a spingersi l’istinto materno di una donna che, passati i 35 anni, una relazione
stabile e felice, un lavoro gratificante, decide che è arrivato il momento di avere un
figlio?
La protagonista di questa commedia arriva alla risposta attraverso una strada tortuosa,
fatta di tentativi, fallimenti, di esami medici e cure pesanti; punteggiata dai consigli di
parenti e amici, da critiche più o meno velate.
Sarà proprio questa consapevolezza raggiunta a regalare al pubblico un finale
commovente e inaspettato.
25 - 26 febbraio 2012
Teatro delle Forme
COMIZI D’AMORE
liberamente ispirato a
“Comizi d’Amore” di Pier Paolo Pasolini
di e con Antonio Damasco
aiuto regia Valentina Padovan
I
l soggetto che ci ispirò fu “Comizi d’Amore”, film documentario diretto nel 1965 da Pier
Paolo Pasolini.
Nel 1963 Pasolini e il produttore Alfredo Bini devono girare l’Italia per trovare location e
volti per il nuovo film del regista friulano: il “Vangelo secondo Matteo”. Pasolini da un pò
di tempo ha un chiodo fisso: conoscere le opinioni degli italiani sulla sessualità, l’amore
e il buon costume e vedere come sia cambiata negli ultimi anni la morale del suo paese.
Si stabilisce quindi di unire le due cose e Pasolini entra in campo, microfono alla mano,
per parlare con gli italiani di “invertiti”, di “prima volta”, di “prostitute” e di “divorzio”.
Ne esce un ritratto del paese contraddittorio, uno spaccato di un’Italia a varie velocità,
un quadro sconcertante che alterna aperture fintamente disinvolte e rigidità ancestrali .
Oggi, quasi cinquant’anni dopo, come sono cambiate le opinioni in merito degli stessi
italiani intervistati dal Poeta?
Come si rapportano con l’Amore i figli, i nipoti di coloro che furono intervistati allora?
Quanto è grande il bisogno d’Amore?
Con quali nuovi mezzi ci si affanna per trovare Amore?
Il nostro viaggio parte da qui.
La filosofia e la letteratura offrono le suggestioni e la poesia: di amore, di sesso ed di
comportamento a riguardo (etica,costume,morale) si parla e si scrive da sempre. I temi
toccano nel vivo, coinvolgono l’uditorio profondamente, l’uomo non sa e non può far a
meno di incontrare e raccontare Amore: amare ed essere amati diventa conferma del
nostro proprio Essere ed Esserci, del nostro essere vivi perché vivi nella vita di colui o di
colei che ci ama.
L’incontro “erotico” è conditio sine qua non della condizione umana: ciò che ci interessa
particolarmente è capire, osservare, raccogliere e narrare come questo avvenga oggi,
nell’era globalizzata di internet, dei social network, le nuove piazze virtuali, dei blog.
10 - 11 marzo 2012
Le Pecore Nere
CANTA O SPARO
di Manlio Santanelli
con Antonella Morea, Roberto Azzurro,
Yacoubou Ibrahim
regia Fabio Cocifoglia
L
a scena si svolge ai giorni nostri in una città degli Stati Uniti.
Il protagonista, Mr. Pitt, è un ricco malavitoso malato di origini napoletane che scrittura
una cantante napoletana, Felicetta, che gli fa anche da infermiera.
Con Mr. Pitt vive Gedeon, ex croupier, ora suo bodyguard.
Felicetta lo cura e le sue canzoni alleviano la salute del boss ma non il suo portafoglio.
A ogni canzone Felicetta pretende grosse somme di danaro.
17 - 18 marzo 2012
Lungta Film
AUNTIE AND ME
di Morris Panych
con Alessandro Benvenuti e Barbara Valmorin
regia Fortunato Cerlino
Utilizzando brillantemente i tempi della commedia, in Auntie and Me, Panych espone il
dolore e la solitudine dei non amati. Con una scrittura a tratti di una comicità esilarante,
compone una pièce meravigliosamente nera, divertente, triste, tenera e parecchio dura,
crudele.
Kemp apprende da una lettera che sua zia, Grace, di cui conserva solo un ricordo
d’infanzia, è morente. Si precipita da lei, mollando tutto, ovvero quel poco di messa in
scena che regge la sua vita, per assicurarsi della morte della zia e riscattare un’eredità
più affettiva che materiale.
La morte annunciata e attesa, però, tarda ad arrivare e Kemp è costretto ad aspettare.
Passano i giorni, i mesi. Le stagioni si susseguono. I due, costretti a stare insieme in
una piccola stanza, si confrontano a colpi di sferzanti trovate da humor nero: Kemp
cerca di convincere in tutti i modi la Zia che deve morire. Lei, per contro, fa di tutto per
rimanere in vita. Messo alle strette il nipote precipita in una sorta di delirio goffo che lo
porterà ad immaginare i più fantasiosi ed esilaranti espedienti per far fuori Grace che
incredibilmente continua a ringiovanire.
Kemp arriverà a progettare persino una complicata macchina per tramortire e fulminare
la vecchia Zia finendo egli stesso vittima del suo marchingegno. Il tempo intanto scardina
e scompone ogni logica e quell’uomo e quella signora finiscono per essere ciò che sono
sempre stati: un uomo solo, stordito dalla ricerca di un’identità, di un affetto; un’anziana
donna dimenticata da tutti tranne che da quel nipote che ne desidera la morte.
24 - 25 marzo 2012
Libera Scena Ensemble/Compagnia de li Cunti
SENTIMENTI ALL’ASTA
di Arnold Wesker
con Nunzia Schiano
illustrazioni dal vivo Sissi Farina, Anna Verde
regia Niko Mucci
L
o spettacolo prende lo spunto da tematiche e personaggi del teatro inglese
contemporaneo, per elaborare una riflessione su “possibili” storie femminili di madri e
mogli abbandonate, che definire “a solo“potrebbe esser riduttivo,in quanto la scrittura
fruga nell’identitàmultipla della voce portante,ovvero nell’animo di una protagonista
che sisdoppia orientando le battute verso zone oscure di se, dialogando con interlocutori
di comodo (un lui assente,una sedia…etc.) che sembrano assomigliare ad un IO-diviso.
La regia mira a sottolineare attraverso la prova d’attrice, il coraggio,l a forza intuitiva,
l’impensabile immaginazione delle donne. Viene anche scelta la via della commistione
fra espressioni artistiche (la scena è in parte creata in tempo reale dalla estemporanea
creatività di un ‘artista visiva, e proiettata sull’azione) sempre a guida femminile: alla
ricerca di nuovi linguaggi espressivi nei teatri possibili.
La trama illustra un percorso terapeutico, un viaggio nella notte dei diversivi, dopo aver
incassato l’abbandono del partner, e culmina nella vendita all’asta dei ricordi, oggetti
d’affezione e merce ormai pregressa da cui ci si deve staccare per razionalizzare la fine
di un rapporto.
14 - 15 aprile 2012
SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
Libera Scena Ensemble
NUOVA PRODUZIONE
regia Renato Carpentieri
21 - 22 aprile 2012
Vodisca Teatro
UNA MODESTA PROPOSTA
liberamente ispirato all’omonima opera di Jonathan Swift
con Eduardo Di Pietro, Annalisa Direttore,
Giovanni Esposito, Giulia Esposito,
Gennaro Monforte, Maddalena Stornaiuolo
regia Rosario Esposito La Rossa
Una modesta proposta è uno spettacolo sulla fame, o meglio sulla ricerca della
soluzione al problema fame. In scena 6 cuochi/chimici, gente che pensa, che progetta
che in una cucina/laboratorio cucina bambini. È questa la soluzione trovata dell’equipe
surreale nata dalle pagine settecentesche di Jontahan Swift. Nel mondo ci sono i miliardo
di bambini che muoiono di fame, visto il sistema capitalista che ci avvolge non possiamo
nutrirli, l’unica soluzione per evitargli una vita da pezzenti è mangiarli. i 6 cuochi/chimici
ci racconteranno in scena che un bambino di un anno se ben nutrito può essere il piatto
più nutriente sulla piazza, ottimo in salsa, minestra e anche al ragù. Quantificheranno i
soldi prodotti da un operazione del genere, che parti del bambino utilizzare sul mercato,
in che modo. Non mancheranno ricette per i grandi chef dai filetto di bambino alle
polpettine di bambino, per finire col tiramisù al bambino e hamburger di bambino. Una
piecè satirica, profondamente critica nei confronti di un sistema capitalista che sacrifica
i suoi figli nel nome del dio Denaro. Per la prima volta sul palco veri e propri esperimenti
di chimica, strabilianti cambiamenti di colore, piccole nubi di fumo, reazioni a catena. La
chimica si sostituisce ai fornelli e ci presenta un enorme esperimento sociale, politico,
surreale, distopico, satirico.
28 - 29 aprile 2012
SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
Movimentoinactor Teatrodanza
DUETTI SULL’IDENTITA’
prima parte Mozartanz - Le sorelle
danzatrici/interpreti Flavia Bucciero, Sabrina Davini,
Silvia Franci
seconda parte Satie - Le serve
danzatrici/interpreti Flavia Bucciero, Franco Corsi,
Cristian Ponzi
regia e coreografia Flavia Bucciero
prima parte : Mozartanz- Le Sorelle
Danzare Mozart, vuol dire giocare con Mozart. La sua musica sembra sgorgare in
maniera naturale e facile come da una sorgente d’acqua inesauribile. La gioia di vivere
vibra nelle sue note, più grande e più nobile di qualsiasi dolore, perché si erge sopra di
esso e lo trascende. Una sorridente armonia emana dalle sue composizioni, più vera di
ogni scomposta tragedia, la dimensione ludica e sensuale convive con la consapevolezza
della fragilità della vita e dei sentimenti.
Sulla trama della musica di Mozart si sviluppa il rapporto amore-odio fra due giovani
donne tra giochi, competizioni, dispetti. A risolvere il conflitto tra le due sorelle,
interverrà la madre, figura super partes , tanto amorevole quanto surreale.
Lo spettacolo, presentato in vari festival e rassegne, ha debuttato al Festival DonnaDanza
del Circuito Campano della Danza.
seconda parte: Satie- Le Serve
Claire e Solange, due cameriere, in un gioco di specchi e di identità che continuamente
si scambiano e si sovrappongono, sono consumate e frustrate dal rituale che le spinge,
quotidianamente, a imitare la padrona e a inscenare il tentativo, sempre interrotto,
dell’uccisione di Madame. Si allenano per compiere l’assassinio nella realtà. Ma quando
giunge, in carne ed ossa, la Signora (messa a conoscenza dalle serve , della scarcerazione
del suo amante) il tentativo di omicidio fallisce .
A sostenere questa versione coreografica (che necessariamente sorvola su alcuni
elementi dell’opera di Genet che non si prestano al linguaggio della danza e altri li
modifica) è la musica, a volte ironica, a volte tragica e inquietante, a volte morbida
e sinuosa di E. Satie, che rivela interessanti analogie con le atmosfere create dal
drammaturgo francese e che lo spettacolo vuole mettere in luce.
5 - 6 maggio 2012
SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
Associazione Jerry Essan Masslo
LA BALLATA DELLE ANIME PERSE
di Salvatore Nappa e Luigi Sica
con Agostino Chiummariello, Marianita Canfora,
Antimo Casertano, Luca Ippolito,
Franco Melone, Raffaele Parisi
regia Salvatore Nappa
C
ambiare è possibile, cambiare si può, cambiare si deve.
Anche se a volte sembra impossibile.
L’intera rappresentazione ruota intorno alla figura di un usuraio, Don Gennaro, che
spreme le sue vittime ad ogni costo, senza serbare la minima remora, stritolando i poveri
malcapitati in un meccanismo che non riusciranno più a controllare.
Nessuno è in grado di sottrarsi alla morsa: imprenditori, istituzioni, killer, sindacalisti,
onorevoli. Tutti in balia dei loro destini, desiderosi di trovare risposte alle proprie
domande attraverso il vile denaro, padre di tutti i mali, sottile filo conduttore di esistenze
tanto diverse.
Eppure, nel finale a sorpresa, saranno proprio quelle vittime a dare amore al loro
aguzzino, riabilitandone l’abietta persona e lanciando, per tal via, un messaggio di
speranza e di cambiamento, quasi a far nascere un fiore sul cemento.