Mercato monetario e mercato finanziario Monetario Finanziario

Mercato monetario e mercato finanziario
Monetario
Finanziario
Breve termine: 0-18 m.
Lungo termine: > 18 m.
Impiego liquidità
Investimenti
Valuta / banconote / B.o.t. (buoni ordinati del
tesoro)
Azioni:
-prezzo di mercato: combinazione domanda-offerta -->
prezzo mercato
-dividendo: è una quota degli utili proporzionali alle
azioni
Obbligazioni:
-Private (Bond);
-Dello Stato (debito sovrano): Treasury bond (USA),
Bund (Germania), Cct (Italia) conto corrente.
C/c (conto corrente) deposito a vista
Determinazione valore delle Obbligazioni
Valore
Interesse
Saggio di interesse
200
10 euro
5%
250
10 euro
4%
300
10 euro
3%
10 : 20 = x : 100
Nei paesi che hanno praticato il Q.E. (agevolazione quantitativa) negli ultimi anni vi è stata una politica di
acquisto di titoli di stato da parte della banca centrale con due obbiettivi interconnessi:
1. Aumentare l'offerta di moneta → compro titoli contro banconote → più banconote nel istema
2. Aumento valore dei titoli → se compro titoli la domanda aumenta → aumenta valore titoli
→ sono agevolati gli investimenti
Borsa e intermediari finanziari
Privato →Banca (compra) → SIM – S.G.R:
- Borsa – Telematica
SIM S.G.R. ← (banca d'affari (vende) ← Banca ←Impresa
– Indice è un valore sintetico dell'andamento della borsa
– SEC (USA)/Consob sono organi di vigilanza, per vigilare sugli scambi ed evitare l'abuso di
informazioni riservate (insider trading)
– Futures sono delle anicipazioni dei titoli che rappresentano un valore futuro (previsioni)
– Hedge Funds sono dei fondi di investimento speculativi. Sono finalizzati ad assicurare un maggiore
rendimento, con però un rischio maggiore e hanno in genere 2 caratteristiche:
1. un'evelata quota d'ingresso
2. i gestori sono molto liberi nel decidere cosa comprare, non solo azioni o obbligazioni, ma anche
materie prime e cose acquistabili
– I nostri fondi, rappresentati da quote, vanno in banca. Il gestore compra e vende azioni che
rimarranno in banca
Il controllo della moneta e il ruolo delle Banche Centrali
Il ruolo della banca:
Ogni banca raccoglie i risparmi da parte dei correntisti e investe queste somme, trattenendo una quota di
riserva, in altre attività mettendole a disposizione di soggetti che hanno necessità di liquidità. Le banche
guadagnano dalla differenza fra gli interessi pagati ai correntisti e gli interessi incassati dai debitori.
In questo modo però le banche possono creare moneta. Il valore del moltiplicatore è 1\r (r=riserva
obbligatoria).
Le banche, non come singolo operatore, sono in grado di "creare moneta" cioè di moltiplicare le banconote
emesse dalla Banca Centrale.
Le banche, nel loro complesso, possono creare moneta con un sistema simile al moltiplicatore Keynesiano
che si chiama moltiplicatore dei depositi bancari.
Funzionamento:
↓
1000
800
640
512
Banca → 800 (Prestiti) → Banca B → 640 (prestito) → Banca C → 512 (prestito) → Banca D .......
↓
↓
↓
200 (riserva)
160 (riserva)
128 (riserva)
Il sistema in questo caso viene bloccato dalla percentuale di riserva quindi la formula diventa m=1/r.
Esercizio 1:
r = 20%
deposito iniziale = 1000
totale deposito = 1 / 20% / 100 → 1x100/20 = 5
Esercizio 2:
la riserva obbligatoria passa al 25%, calcolare gli effetti sul totale dei depositi bancari.
M= 1 / 25% / 100 = 1x100/25 = 4
La riserva può essere determinata dalla banca centrale quindi può orientare con uno strumento molto incisivo
l'offerta di moneta: abbassa la riserva e moltiplica l'offerta, aumenta la riserva e demoltiplica l'offerta.
Questo strumento proprio per la sua potenzialità viene poco usato.
Strumenti di controllo dell'offerta di moneta
1. L'emissione o il ritiro di moneta: (signoraggio)
2. Operazioni di mercato aperto: la Banca Centrale compra o vende titoli e in questo modo
rispettivamente aumenta o diminuisce l'offerta di moneta (compra=aumenta, vende=riduce). Questo
strumento è di facile utilizzo ma relativamente poco efficace sul breve periodo
3. Manovre sul tasso d'interesse: una volta il termine era tasso di sconto, ora è il tasso di riferimento ed
era il tasso praticato dalla Banca Centrale alle banche per prestare loro dei soldi (il padre di tutti i tassi
d'interesse, da quello derivano a cascata tutti gli altri). In pratica quando la Banca Centrale vuole
aumentare la disponibilità di moneta abbassa il tasso, se vuole ridurla lo alza. Fino al 2003 le decisioni
spettavano alla Banca d'Italia, successivamente con l'introduzione dell'euro, le decisioni sono state
affidate alla BCE e sono uniche per tutta l'area euro. Il tasso d'interesse è già uno strumento
abbastanza potente nell'incidere sull'offerta di moneta perchè combina anche degli effetti a cascata sui
prestiti e sui valori dei titoli
4. La variazione del coefficiente di riserva delle banche: in questo caso la Banca Centrale o le autorità
monetarie impongono di variare la percentuale che le banche sono obbligate a trattenere come riserva.
100000 euro base monetaria
riserva 25% m=1\r=1\4
offerta globale delle banche= ? ---> 400000 euro totale depositi
riserva 20% ---> 500000 euro
La manovra sulla riserva obbligatoria ha degli effetti fortissimi e viene usata raramente salvo che vi
sia la
necessità di contrastare una fortissima inflazione. Attualmente la riserva obbligatoria
imposta è del 2%.
5. Tasso di cambio: se prevalgono le importazioni il valore della moneta diminuisce; se il valore della
moneta scende e prevalgono le importazioni, dovremmo usare più nostre monete per comprare
all'estero quindi viene tolta moneta dal sistema e si riduce l'offerta di moneta.
Viceversa se prevalgono le esportazioni
(X-M)>0
saldo positivo --> domanda moneta nazionale --> apprezzamento cambio --> esportazioni causano un
aumento della moneta nazionale --> aumento offerta moneta
(X-M)<0
saldo negativo --> domanda moneta estera --> deprezzamento cambio --> importazioni causano una
diminuzione della moneta nazionale --> diminuisce moneta in circolazione
Caso particolare di breve periodo:
1. Operazioni su iniziativa delle controparti (overnight): può essere o di deposito (chi ha eccesso di
moneta deposita e poi ritira) o viceversa di ritiro (ritiro e poi deposito il giorno dopo). Queste
operazioni permettono di riassorbire o immettere liquidità su un arco di tempo brevissimo e hanno
anche un tasso di riferimento (se il tasso sale riduce la liquidità e se scende la aumenta).
La struttura della Banca Centrale Europea
•
BANCA NAZIONALE: in Italia è la Banca d'Italia (1893-Via Nazionale, Roma); fino all'istituzione
dell'euro controllava l'offerta di moneta in Italia decidendo in merito. Dal 1999 questa funzione è
passata alla BCE e il controllo e la stampa delle banconote avviene sulla base delle direttive della
BCE.
Alla Banca d'Italia sono rimaste le competenze di tesoreria dello Stato e vigilanza sulle banche
italiane. Al vertice c'è un governatore (prima a vita, ora carica massima di 12 anni, Ignazio Visco)
insieme ad un direttorio; è un ente di diritto pubblico anche se ha una struttura da S.P.A; gli azionisti
della Banca d'Italia sono le maggiori banche e le assicurazioni.
SEBC: Sistema Europeo delle Banche Centrali. Questo sistema comprende tutte le banche dei Paesi
dell'Unione Europea.
• Euro Sistema, che comprende tutti i Paesi e le loro banche centrali che hanno l'euro.
La BCE, al vertice ha un presidente, Mario Draghi;
• un Consiglio Direttivo composto da presidente e vicepresidente e governatori dell'Euro Sistema che
decide la politica monetaria;
• un Comitato esecutivo più ristretto che ha il compito di attuare la politica monetaria;
• il presidente che unifica queste attività e ha il diritto di voto che prevale in caso di parità;
• un Consiglio Generale con compiti consultivi a cui partecipano tutti i governatori delle Banche
Centrali (anche se non hanno l'euro)
Unità 16
Inflazione e disoccupazione
Terminologia essenziale:
• INFLAZIONE: è l'incremento del livello generale dei prezzi, non occasionale o momentaneo
• Strisciante: fino al 3%
• Moderata: fino al 5/6%
• Elevata: fino al 10/12%
• Galoppante: oltre al 10/20%
• Iperinflazione
• DEFAZIONE: è il contrario di inflazione, e rappresenta quindi una riduzione del livello generale dei
prezzi (è sicuramente negativo, è un indice di crisi economica)
• DISINFLAZIONE: è la riduzione del tasso di aumento dei prezzi, riduzione dell'inflazione (è quasi
sempre positivo)
Come si misura l'inflazione?
• IPC (indice dei prezzi al consumo)
• DEFLATORE
Gli effetti dell'inflazione:
L'inflazione in sè e dal punto di vista astratto potrebbe essere un fenomeno totalmente neutro ("una questione
di dimensione del portafoglio"), se l'inflazione fosse perfettamente spalmata e senza ritardi, i suoi effetti
sarebbero nulli, dato che non è così qualcuno ci guadagna e qualcuno ci perde.
BENEFICIATI
DANNEGGIATI
Debitori
Creditori
Stato
Pensionato
Azionisti
Obbligazionisti
Investitori audaci
Investitori timidi
Chi ha comprato un lingotto d'oro
Cause dell'inflazione:
1. da domanda: "buona" perchè nasce dalla richiesta di beni (i prezzi salgono perchè tutti vogliono
comprare); però può diventare negativa, in connessione con l'eccesso di moneta, se legata ad una
domanda statale senza controllo
2. da offerta
3. da eccesso di moneta
1) INFLAZIONE DA DOMANDA: la domanda dei beni può provenire dal settore privato e frequentemente è
un indice di un aumento dei costumi indotto da un aumento del reddito; oppure da un aumento della domanda
di beni di investimento (più raro).
A volte la domanda è indotta dalle spese pubbliche e in questo caso il rischio di inflazione può essere duplice:
• la domanda di beni e la distribuzione di redditi da parte dello stato;
• per pagare queste spese lo stato emette titoli di debito e si fa finanziare dalla banca centrale
aumentando l'offerta di moneta e quindi facendo scattare anche l'inflazione da eccesso di moneta
Questa inflazione diventa negativa quando l'incremento della richiesta di beni, in genere su iniziativa dello
Stato, viene a coincidere con il reddito di piena occupazione: cioè quando il sistema è al livello di PIL
potenziale.
2) INFLAZIONE DA OFFERTA: ha 2 componenti, una interna che è l'aumento del costo del lavoro e una
esterna che da luogo a quella che si chiama inflazione importata (es. Crisi petrolifera degli anni '70 →
aumento del prezzo del petrolio, nei secoli scorsi era stata causata anche da politiche mercantilistiche). Contro
l'inflazione importata, non per scelte mercantilistiche, c'è poco da fare nel breve periodo, quindi si subisce e
basta. Può essere però contenuta con una politica monetaria restrittiva, ma con il rischio di peggiorare
l'andamento dell'economia (Stagflazione=crisi+inflazione)
L'inflazione interna viene a volte definita "inflazione da eccesso di domanda salariale" perché secondo alcuni
economisti le richieste di aumento del salario provocano un aumento dei costi e a cascata dei prezzi,
quest'ultimo nasce dall'aumento dei salari che si ribaltasugli stessi e viene moltiplicato dal metodo del markup → metodo del costo pieno; (p 497-498)
Prezzo=CostoUnitario+Profitto%
ES.
Clup(Costo per ogni unita di lavoro)
Clup: 80; Mark-up:20%; Prezzo: ? → 96
Clup: 100; Mark-up: 20%; Prezzo: ? → 120 (+24)
Il metodo del mark-up provoca una moltiplicazione degli effetti inflattivi perché si crea una specie di profitto
da inflazione
C.U. (costo unitario); Prezzo = C.U. (1+mark-up)
L'inflazione da costi veniva negli anni 80 anche alimentata da meccanismi quali la "scala mobile" (un
adeguamento automatico dei salari a fronte dell'aumento dei prezzi, temperato ma comunque automatico).
Questo meccanismo assicurava delle tutele ma creava contemporaneamente i presupposti per una perdita del
potere d'acquisto. Fu sostituito dalla politica dei redditi di programmazione del tasso di inflazione e dei salari
con verifica a posteriori.
La soluzione sostanzialmente efficace è stata quella di togliere la scala mobile e fissare un adeguamento
programmato di prezzi e salari.
Il collegamento tra prezzi e mercato del lavoro emerge anche da un altro meccanismo, il cosiddetto "trade off"
(scambio) tra inflazione e disoccupazione studiato dalla curva di Phillips che studiando l'andamento
dell'economia inglese tra 800 e 900 ha osservato che la riduzione dell'inflazione normalmente era sempre
associata ad un aumento della disoccupazione e viceversa
se infl ↓ disocc ↑
se infl ↑ disocc ↓
Questa relazione è stata messa in discussione però a partire dagli anni '70 perché prima si ha avuto la
stagflazione (che è un composto di stagnazione + inflazione, dove stagnazione vuol dire crisi economica e
disoccupazione).
Dopo la stagflazione dei primi ani '70 il mondo economico cambiò un po' opinione e buona parte degli
economisti immaginarono una curva di Phillips verticale, coincidente con il tasso naturale di disoccupazione
chiamato "Nairù" che significa tasso di disoccupazione che non accelera l'inflazione.
Ormai la curva di Phillips non viene più applicata ma il collegamento tra inflazione e disoccupazione
continua a essere tenuto presente ad esempio dalla Banca Centrale Europea (BCE).
3) INFLAZIONE DA ECCESSO DI MONETA (viene stampata troppa moneta o vengono comprati titoli
di Stato), se è costretta a farlo questo provoca un aumento costante della quantità di moneta con 2
soggetti, uno che ci guadagna (Stato) perchè può pagare i propri debiti, e uno che ci perde (cittadini)
perchè perdono potere d'acquisto. Il trasferimento alla BCE ha reso impraticabile questo meccanismo
perchè non ha più nessun obbligo di comprare i titoli di Stato, quindi per trovare i soldi lo Stato o
aumenta le imposte o paga maggiori interessi sui propri prestiti.
1- esempio storico: iperinflazione spagnola e portoghese a seguito dell'afflusso di metallo dalle
Americhe
2- iperinflazione post guerra in Germania, in questo caso l'elemento scatenante di inflazione è un
eccessivo
aumento della base monetaria non compensato da un aumento dell'attività economica.
In questa inflazione in fondo ha una causa assolutamente discrezionale cioè legata a scelte della Banca
Centrale
Inflazione
Più recentemente si sono avute nflazioni i ecceso di moneta legate ai finanziamenti del debito pubblico (es.
Italia anni fa). Negli ultimi anni il tentativo delle Banche Centrali di agevolare la ripresa con politiche
monetarie estremamente espansive e si presenta come una possibile fonte di inflazione al momento solo
parziale.
Riferimento pag 501, il libro nel trattare l'argomento rovescia la terminologia parlando di:
a. domanda di inflazione ossia la richiesta di aumento dei prezzi e dei salari che crea una spirale
inflazionistica (questa secondo le categorie già utilizzate sarebbe un'inflazione da costo o da offerta)
b. offerta di inflazione: in questo caso si descrive il comportamento della banca centrale che allargango la
base monetaria alimenta l'inflazione (secondo la terminologia degli appunti è il caso di inflazione da eccesso
di moneta).
Il beneficiario di queste operazioni (vedi pag 500) diventa frequentemente lo stato che si avantaggia della
cosiddetta imposta da inflazione e inoltre gode della riduzione del peso del debito.
Disoccupazione
Popolazione attiva: popolazione dai 15 ai 65/70 anni;
Tasso di attività: percentuale della popolazione attiva che lavora o che è in cerca di occupazione o è
disoccupata;
Disoccupati o in cerca di occupazione:ci sono due criteri di valutazione:
a. Criterio soggettivo: chi dichiara di cercare o di aver attivamente cercato lavoro in un dato periodo
b. Criterio oggettivo: chi ha lavorato un certo numero di ore in un dato periodo
L'ISTAT ha adottato prima un criterio sogettivo e successivamente un criterio oggettivo;
Il tasso di disoccupazione: misura il rapporto tra disoccupati e soggetti in cerca di prima occupazione
(numeratore) e sotto al denominatore gli occupati + disoccupati in cerca di occupazione.
Offerta lavoro: S (salari) L (lavoro) / We (salari) Ol (lavoro)
S↑L↑
S↓L↓
Domanda lavoro:
S↓L↑
S↑L↓
Se il salario di equilibrio (We) coincide con l'incontro tra domanda e offerta. Abbiamo una perfetta
coincidenza tra quantità di posti richiesti e quantità di posti offerti (chi non lavora sceglie la condizione che
sotto un certo salario non lavora).
(es. 16 popolazione attiva, salario 100 euro a settimana. Con un salario a 100 euro (io datore di lavoro)
assumerei solo 8 persone, se io ne assumo solo 8 i disoccupati involontari sono 6, 2 invece che non vogliono
solo 100 euro sono i dusoccupati volontari).
Secondo la teoria neoclassica, la disoccupazione è causata da un eccesso di domanda salariale, quindi si può
abbassare diminuendo i salari. Questa soluzione è però solo parziale perchè comunque lascia molti lavoratori
fuori dall'occupazione (anche se vengono etichettati come disoccupati volontari).
Invece dal punto di vista delle politiche Keynesiane, la soluzione potrebbe essere un'altra: aumentare la
domanda di lavoro attraverso l'intervento dello Stato, di investimento o di semplice assunzione.
CRISI DELLO STATO SOCIALE
Recentemente queste politiche sono andate in crisi a fronte di quella definita come crisi dello Stato sociale
ovvero a causa dell'eccessivo debito e per la combinazione di:
1. rallentamento della crescita
2. invecchiamento della popolazione
3. incidenza (quanto pesa) della spesa e del debito pubblico
Come si risolve?
1. intervento del terzo settore come strumento di compensazione
2. riforme per rendere dinamico il mercato del lavoro
3. ripresa almeno in termini contingenti (in modo momentaneo) degli investimenti pubblici
Curva dell'offerta di lavoro inclinata all'indietro
Secondo alcuni economisti oltre un certo limite, la curva dell'offerta si presenta addirittura inclinata
all'indietro, ossia se aumentano i salari vi può essere una minore offerta di lavoro (il salario è sufficiente,
viene incentivato il part-time...). Questa forma fa sì che il meccanismo funzioni anche al contrario, cioè la
tendenza alla diminuzione dei salari fa aumentare l'offerta di lavoro e quindi incrementare la disoccupazione.