Filatura del pomodoro: controllarla con i biostimolanti

INNOVAZIONI DAL CAMPO
● STUDIO PRELIMINARE SULL’EFFICACIA DEI MICRORGANISMI BENEFICI
Filatura del pomodoro:
controllarla con i biostimolanti
Controllare il fenomeno dell’allungamento
degli internodi nelle plantule di pomodoro è
un problema per l’attività vivaistica: l’impiego
di biostimolanti a base di microrganismi può
rappresentare una soluzione sostenibile ed efficace
di F. Caradonia, D. Ronga,
L. Setti, L. Laviano, D. Hagassou,
F. Rizza, F. Badeck, C. Morcia,
R. Ghizzoni, V. Terzi, L. Moulin,
P. Bonfante, E. Francia
I
l pomodoro da industria (Solanum
lycopersicum L.) rappresenta un
modello di studio per il confronto dei sistemi colturali; tuttavia,
la specie richiede elevati input e ciò
può essere causa di rischi ambientali,
sia per il suolo sia per le acque (Drinkwater et al., 1995).
Negli ultimi anni, per una maggiore
uniformità di maturazione, un miglior
controllo delle infestanti e degli stress
abiotici e grazie all’impiego prevalente di ibridi F1, si preferisce ricorrere al
trapianto piuttosto che alla semina del
20
pomodoro da industria. Per il trapianto,
usualmente, vengono impiegate plantule allevate in vivaio in plateau di polistirolo espanso su substrati torbosi.
Nell’ottica di ottimizzare i costi, razionalizzare il lavoro e aumentare la
produttività, la densità di allevamento è tenuta elevata con conseguente
ombreggiamento fra le plantule che
causa allungamento degli internodi e
«filatura» delle stesse.
Ciò nonostante l’alta densità non è
l’unico fattore che determina tale fenomeno: la fi latura delle plantule in
vivaio infatti è causata anche dall’alto contenuto in acqua all’interno delle
cellule, dalle alte temperature con minori escursioni termiche (tra il giorno
e la notte) e da applicazioni non controllate di fertilizzanti.
supplemento a L’Informatore Agrario • 47/2016
© 2016 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.
Stando alla normativa vigente, per il
controllo della crescita delle plantule
di pomodoro da industria non è possibile impiegare nessun tipo di sostanza chimica ad attività brachizzante
capace di interferire con il metabolismo ormonale delle piante, ovvero in
grado di ridurre i livelli di gibberelline, ormoni responsabili dell’allungamento cellulare (www.cespevi.it/
probiorn/cp15.htm).
In base alle conoscenze attuali sarebbe, pertanto, possibile controllare la
filatura delle plantule solo attraverso
una gestione razionale dei fattori che
più la influenzano: densità di allevamento, condizioni di illuminazione,
interventi irrigui e di fertilizzazione.
Non tutte queste tecniche, però, sono
di immediata e facile attuazione, soprattutto da un punto di vista economico, in quanto richiedono alti livelli
di automazione e specializzazione. La
ricerca e la sperimentazione si stanno interessando a sviluppare nuove
strategie e prodotti che permettano la
produzione di plantule di pomodoro in
modo sostenibile evitando il problema
della filatura.
L’individuazione di prodotti naturali, capaci di contenere il fenomeno
della filatura senza rinunciare a un’elevata densità di coltivazione, potrebbe agevolare l’allevamento, rendendo
meno difficoltose le operazioni sopra
evidenziate.
Tra le possibili alternative troviamo
l’impiego di sostanze biostimolanti e
in particolare di microrganismi e consorzi microbici.
Biostimolanti:
che cosa sono?
I biostimolanti sono sostanze capaci di stimolare i processi nutrizionali
delle piante indipendentemente dal
tenore in nutrienti, con l’unico obiettivo di migliorare l’efficienza d’uso degli elementi, la tolleranza agli stress e
le caratteristiche qualitative delle col-
INNOVAZIONI DAL CAMPO
Come è stata impostata la sperimentazione
I gruppi coinvolti nella ricerca hanno effettuato la prova di crescita nella
serra del Centro di ricerca per la genomica vegetale CREA – GPG di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), secondo uno
schema sperimentale costituito da 6
diverse tesi.
Le caratteristiche delle tesi e le dosi impiegate sono riportate nella tabella A.
Ogni tesi era costituita da un totale di
52 plantule e per ogni tesi sono state valutate 5 repliche. Le micorrize e
il preparato commerciale, impiegati
nella sperimentazione, sono stati miscelati alla torba (pH 6; conducibilità
elettrica 0,25 dS/m) prima della semina, mentre i batteri sono stati inoculati dopo la completa emergenza delle
plantule. Sono stati impiegati semi di
pomodoro da industria della varietà
Everton F1, forniti dalla ditta ISI Sementi (Fidenza, Parma), appartenente
agli ibridi prismatici di media vigoria
con frutti senza succo e con polpa che
riempie completamente le cavità placentari.
La semina è stata effettuata il 22 aprile
2016 in plateau di polistirolo riempiti
con torba e successivamente i semi sono stati ricoperti con vermiculite (granulometria compresa tra 0,5 e 4 mm).
I plateau sono stati posti su vassoi separati contenenti un sottile strato di
sabbia sterile per evitare contaminazioni tra i trattamenti. Le plantule so-
ture (La Torre et al., 2016a). I biostimolanti sono prodotti molto eterogenei
che comprendono sostanze umiche,
estratti di alghe, proteine idrolizzate,
sali inorganici, ma anche microrganismi utili (Calvo et al., 2014; La Torre
et al., 2016b).
Microrganismi. I biostimolanti a base
di microrganismi possono comprendere batteri, funghi, lieviti e microalghe
(La Torre et al., 2016b), impiegati da soli
o in combinazione.
Tali microrganismi sono naturalmente presenti nell’ambiente e possono interagire con la maggior parte
delle radici delle piante fornendo una
serie di benefici: un miglior assorbimento di elementi nutritivi (N, P, K e
micronutrienti) e acqua, una maggiore tolleranza ai patogeni del suolo e
agli stress abiotici, oltre a migliora-
TABELLA A - Tesi a confronto
Tesi
Trattamento
1 Controllo non trattato
2 Glomus mosseae
Rhizophagus
3 intraradices
Formulato
4 commerciale
Dose
Notizie generali
50 g (10 UFC/g)
per 500 g di terreno
Fungo micorrizico arbuscolare,
ceppo puro fornito da MycAgro Lab
50 g (10 UFC/g)
per 500 g di terreno
Fungo micorrizico arbuscolare,
ceppo puro fornito da MycAgro Lab
Formulato commerciale a base
30 g per 500 g di terreno di funghi simbionti, batteri della
rizosfera e funghi saprofiti
Consorzio microbico:
50g (10 UFC/g) per 500g Fungo micorrizico arbuscolare,
– Rhizophagus
ceppo puro fornito da MycAgro
di terreno 500 μL
5 intraradices
(1×104 UFC/mL)/pianta Lab. Batteri isolati dal terreno
– 6 specie batteriche
Consorzio microbico: 50g (10 UFC/g) per 500 g Fungo micorrizico arbuscolare,
ceppo puro fornito da MycAgro
di terreno 500 μL
– 6 specie batteriche (1×104 UFC/mL)/pianta Lab. Batteri isolati dal terreno
UFC = Unità formanti colonia.
6 – Glomus mosseae
no state allevate in serra con un fotoperiodo di 16 ore di luce e una temperatura di 25 °C di giorno e 19 °C di
notte.
L’irrigazione è stata effettuata a seconda delle esigenze delle plantule con acqua di pozzo. Trattandosi di
una prova preliminare, non sono stati effettuati trattamenti con prodotti
fitosanitari e fertilizzanti per evitare
che questi influissero negativamente
sulla crescita dei diversi microrganismi impiegati nei trattamenti. Tuttavia, le plantule durante tutto il corso
della prova non hanno presentato sintomi di carenza o di malattie.
Dopo circa un mese, quando tutte le
plantule avevano raggiunto lo stadio
di quarta foglia, di cui 2 ben espanse,
sono stati rilevati i seguenti parametri: altezza della plantula, diametro
del colletto, indice relativo al contenuto in clorofilla mediante SPAD-502
(Minolta, Japan) e stima del contenuto di flavonoidi tramite utilizzo dello
strumento Dualex 4 Scientific (Dx4)
(FORCE-A, Orsay, France) (vedi glossario a pag. 22).
•
re la struttura del terreno (Bonfante e
Desirò, 2015).
Gli effetti positivi derivati dell’impiego di questi microrganismi dipendono
principalmente dalla combinazione tra
il genotipo della pianta ospite e quello
del/i microrganismo/i con l’ambiente
di coltivazione (Baum et al., 2015).
Tuttavia, lo studio di Dabrowska et
al. 2014 condotto su colza (Brassica napus L.) in un ambiente controllato ha
evidenziato che l’impiego di funghi
micorrizici nella rizosfera di piante
non-ospiti, in presenza di microrganismi indigeni, può portare alla riduzione del peso secco delle radici e dell’altezza delle piante.
Pertanto, tale fenomeno potrebbe essere sfruttato nel settore vivaistico per
una gestione sostenibile della crescita delle piante per quanto riguarda la
problematica della filatura.
Obiettivo
della sperimentazione
In Italia non ci sono prodotti fitosanitari ad attività brachizzante registrati
per l’impiego sul pomodoro, e le tecniche agronomiche per la gestione della
filatura non sono di facile applicazione
per i vivaisti.
L’obiettivo preliminare di questo studio (effettuato nel 2016) è stato quello
di valutare diversi biostimolanti (batteri e funghi micorrizici) da soli o in
associazione (consorzi microbici) per
la gestione sostenibile della fi latura
del pomodoro da industria nel settore vivaistico.
Risultati ottenuti
Dai rilievi effettuati sono emersi risultati interessanti (foto 1).
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INNOVAZIONI DAL CAMPO
Tesi 1
Tesi 2
Tesi 3
Tesi 4
Tesi 5
Tesi 6
Foto 1 La tesi 3, trattata con Rhizophagus intraradices, è quella che ha ridotto maggiormente l’altezza media delle plantule,
circa del 20% rispetto al controllo non trattato
In particolare la tesi 3, tratdi gestione vivaistica (uso di
GLOSSARIO
tata con Rhizophagus intrarafertilizzanti e trattamenti fidices, è quella che ha ridotto
tosanitari).
Foto A
maggiormente l’altezza meSPAD. Strumento che perFederica Caradonia
dia delle plantule, circa del
mette di determinare in vi- Strumento
Domenico Ronga
20% rispetto al controllo non
vo il contenuto di clorofilla SPAD-502
Leonardo Setti, Luca Laviano
(Minolta,
trattato.
presente nei tessuti vegetali
Djangsou Hagassou
Japan)
Anche la tesi 4, trattata
(foglie). Poiché la gran parEnrico Francia
con il formulato commerciate dell’azoto fogliare risulDipartimento di scienze della vita
le (utilizzato come ulteriore
ta contenuto nelle molecole di clorofilUniversità degli studi
tesi di controllo), ha mostrala, conoscendo il contenuto di clorofilla
di Modena e Reggio Emilia
to una certa attività brachizpresente nelle foglie, è possibile deterFulvia Rizza, Franz Badeck
zante riducendo del 10% l’alminare indirettamente lo stato nutrizionale
Caterina Morcia
tezza media delle plantule
della pianta ( foto A).
Roberta Ghizzoni
rispetto all’assenza di tratValeria Terzi
Dualex. Strumento che, oltre a determinare in
tamento.
vivo il contenuto di clorofilla presente nei
CREA-GPG - Centro di ricerca
Per quanto riguarda il raptessuti vegetali (foglie), permette
per la genomica vegetale
porto tra altezza media e diadi quantificare il contenuto
Fiorenzuola d’Arda (Piacenza)
metro medio delle plantule
di flavonoidi nell’epiderLionel Moulin
(indice di robustezza delle
mide fogliare ( foto B).
Laboratoire des interactions
plantule utilizzato per valuL’analisi dei due inplantes-microorganismestare lo stress da trapianto) la
dicatori migliora
environnement
tesi 4 ha evidenziato un valola stima dello staCentre IRD France Sud
Foto B Strumento
re inferiore rispetto a quello
to nutrizionale delMontpellier, Francia
Dualex 4 Scientific (Dx4)
del controllo.
la pianta (Cerovic et
Paola Bonfante
(FORCE-A, Orsay, France)
Prendendo in consideraal., 2012).
Dipartimento di scienze della vita
•
zione i caratteri fisiologici, i
e biologia dei sistemi
risultati migliori sono stati
Università degli studi di Torino
ottenuti dalla tesi 3 che ha mostrato
un indice SPAD superiore del 13% rispetto al controllo e un contenuto di
Si ringrazia il progetto MIC-CERES
nell’ambito del quale sono stati individuati
flavonoidi superiore del 47% rispetto
In conclusione, l’impiego di microri ceppi microbici ed ISI Sementi per aver
al controllo.
ganismi, da soli o in consorzi, influenfornito i semi impiegati nella prova.
La tesi 5, trattata con un consorzio za la crescita delle plantule allevate in
microbico (Rhizophagus intraradices + vivaio sia per quanto riguarda l’altezza
batteri), ha invece stimolato la crescita sia il diametro.
delle plantule, presentando un’altezza
Questo lavoro rappresenta un intemedia del 24% superiore e un rapporto ressante studio preliminare riguardo
Per commenti all’articolo, chiarimenti
altezza media e diametro medio del- l’efficacia dei microrganismi benefici
o suggerimenti scrivi a:
le plantule superiore del 34% rispetto per il contenimento della filatura del
[email protected]
al controllo.
pomodoro.
Per consultare gli approfondimenti
Probabilmente, la presenza dei batSono in corso ulteriori approfondie/o la bibliografia:
teri all’interno del consorzio microbico menti per ottenere conferma delle eviwww.informatoreagrario.it/
ha ridotto l’azione brachizzante espli- denze riscontrate e per testare i diversi
rdLia/16ia47_8719_web
cata da Rhizophagus intraradices.
microrganismi in condizioni normali
Influenza sulla crescita
delle plantule
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INNOVAZIONI DAL CAMPO
$$ARTICOLO PUBBLICATO SUL SUPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO N. 47/2016 A PAG. 20
Filatura del pomodoro:
controllarla con i biostimolanti
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