EMA/352360/2011
EMEA/H/C/000829
Sintesi destinata al pubblico
Pradaxa
dabigatran etexilato
Questo documento è la sintesi di una relazione di valutazione pubblica europea (EPAR) per Pradaxa.
L’EPAR illustra il modo in cui il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) ha valutato il
medicinale ed è giunto a formulare un parere favorevole alla concessione dell’autorizzazione
all’immissione in commercio nonché le raccomandazioni sulle condizioni d’uso di Pradaxa.
Che cos'è Pradaxa?
Pradaxa è un medicinale contenente il principio attivo dabigatran etexilato. È disponibile in compresse
di colore blu e crema (75, 110 e 150 mg).
Per che cosa si usa Pradaxa?
Pradaxa è indicato per la prevenzione della formazione di coaguli di sangue nelle vene di adulti
sottoposti a interventi chirurgici di sostituzione dell’anca o del ginocchio.
È inoltre indicato per prevenire gli ictus e la formazione di coaguli in adulti con un’anomalia del battito
cardiaco denominata “fibrillazione atriale non valvolare”, che sono pertanto considerati a rischio di ictus.
Il medicinale può essere ottenuto soltanto con prescrizione medica.
Come si usa Pradaxa?
Le capsule vanno deglutite intere con acqua. Nei pazienti che sono stati sottoposti a un intervento di
sostituzione dell’anca o del ginocchio, il trattamento con Pradaxa deve essere iniziato con una capsula
da 110 mg, entro una-quattro ore dalla fine dell’operazione. La terapia continua poi con 220 mg di
medicinale (due capsule da 110 mg), una volta al giorno, per 28-35 giorni in caso di sostituzione
dell’anca e per 10 giorni in caso di sostituzione del ginocchio. L’inizio del trattamento deve essere
rinviato nei pazienti in cui la sede dell’operazione non ha cessato di sanguinare. Qualora il trattamento
non sia iniziato il giorno dell’intervento, è necessario cominciare con due capsule una volta al giorno. Ai
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pazienti con problemi renali di grado moderato, ai pazienti con più di 75 anni d'età o in caso di
trattamento concomitante con amiodarone, chinidina o verapamil (medicinali impiegati per problemi
cardiaci) va somministrata una dose inferiore.
Nella prevenzione di ictus e coaguli di sangue in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare, Pradaxa
è assunto alla dose di 300 mg (una capsula da 150 mg due volte al giorno) nell’ambito di una terapia
di lungo termine. La dose somministrata è inferiore nei pazienti con problemi renali di moderata entità
a elevato rischio di emorragia, nei pazienti di età superiore agli 80 anni e nei pazienti in cura con
verapamil. Una dose inferiore può inoltre essere impiegata in pazienti di età compresa tra i 75 e gli 80
anni a elevato rischio di emorragia. Tutti i pazienti considerati a rischio di sanguinamento devono
essere monitorati attentamente e la dose di Pradaxa è diminuita a discrezione del medico.
Come agisce Pradaxa?
Nei pazienti che si sottopongono a un intervento di sostituzione dell’anca o del ginocchio sussiste un
rischio elevato d’insorgenza di coaguli di sangue nelle vene. Questi coaguli, che comprendono la
trombosi venosa profonda (TVP), possono essere pericolosi nel momento in cui si spostano all’interno
del corpo, ad es. verso i polmoni. Nei pazienti con fibrillazione atriale c’è il rischio che si formino
coaguli di sangue che possono provocare un ictus.
Il principio attivo di Pradaxa, dabigatran etexilato, è un “profarmaco” di dabigatran. Ciò significa che
viene convertito in dabigatran nell’organismo. Dabigatran è un anticoagulante, ovvero previene la
coagulazione del sangue. Esso attenua il rischio dell’insorgenza di coaguli venosi bloccando una
sostanza chiamata trombina, la quale svolge un ruolo essenziale nel processo di coagulazione del
sangue.
Quali studi sono stati effettuati su Pradaxa?
Sono stati condotti due studi principali per porre a confronto Pradaxa (220 oppure 150 mg al giorno)
con enoxaparina (un altro anticoagulante) in pazienti che erano stati precedentemente sottoposti a un
intervento di sostituzione dell’anca o del ginocchio. Il primo studio comprendeva un totale di 2 101
pazienti sottoposti a intervento di sostituzione del ginocchio, mentre il secondo comprendeva un totale
di 3 494 pazienti sottoposti a intervento di sostituzione dell’anca. In entrambi gli studi, la principale
misura di efficacia si basava sul numero di pazienti con formazione di coaguli di sangue nelle vene
oppure sui decessi avvenuti per una causa qualsiasi nel corso del trattamento. Nella maggior parte dei
casi, la formazione di coaguli di sangue era individuata con l’impiego di immagini diagnostiche oppure
ricercando tracce di coaguli di sangue nei polmoni.
Nell’ambito di un terzo studio principale Pradaxa (110 mg e 150 mg due volte al giorno) è stato messo
a confronto con warfarina (un altro anticoagulante) in circa 18 000 pazienti adulti con fibrillazione
atriale considerati a rischio di ictus. La terapia è durata da uno fino a tre anni. Il principale parametro
dell’efficacia era il numero di pazienti che avevano subito un ictus o nei quali un coagulo di sangue
aveva bloccato i vasi sanguigni in altre parti del corpo.
Quali benefici ha mostrato Pradaxa nel corso degli studi?
Pradaxa ha dimostrato un’efficacia equivalente a quella dell’enoxaparina nel prevenire la formazione di
coaguli di sangue o il decesso. Nello studio riguardante pazienti sottoposti a sostituzione del ginocchio,
coaguli di sangue sono stati rilevati nel 36% dei pazienti che assumevano Pradaxa a un dosaggio di
220 mg (182 su 503), rispetto al 38% dei pazienti che ricevevano enoxaparina (192 su 512). Un solo
caso di decesso è stato registrato in ciascun gruppo (meno dell’1%).
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Nello studio condotto su pazienti sottoposti a sostituzione dell’anca, coaguli di sangue sono stati rilevati
nel 6% dei pazienti che assumevano 220 mg di Pradaxa (50 su 880), rispetto al 7% dei pazienti che
ricevevano enoxaparina (60 su 897). Tre pazienti del gruppo Pradaxa sono deceduti (meno dell’1%);
tuttavia due di questi decessi non sono dipesi da coaguli di sangue. Negli studi effettuati su pazienti
sottoposti a sostituzione di anca o ginocchio alcuni elementi facevano supporre che la dose da 220 mg
potesse essere più efficace rispetto alla dose da 150 mg.
Pradaxa si è dimostrato efficace anche nello studio condotto su pazienti affetti da fibrillazione atriale: si
sono osservati ictus o altri problemi riconducibili alla formazione di coaguli di sangue nell’1,5% circa
dei pazienti in cura con Pradaxa 110 mg (183 pazienti su 6 015) e nell’1,1% dei pazienti trattati con
Pradaxa 150 mg (134 su 6 076) rispetto all’1,7% del gruppo trattato con warfarina (202 su 6 022).
Qual è il rischio associato a Pradaxa?
L’effetto indesiderato più comune di Pradaxa (osservato in più di un paziente su 10) è il sanguinamento.
Per l’elenco completo degli effetti indesiderati rilevati con Pradaxa, si rimanda al foglio illustrativo.
Pradaxa non deve essere usato in persone che potrebbero essere ipersensibili (allergiche) al dabigatran
etexilato o a uno qualsiasi degli altri componenti. Il medicinale non deve essere usato in pazienti con
gravi problemi renali, sanguinamento attivo significativo, danni ai tessuti che potrebbero portare a
sanguinamento, problemi del processo di coagulazione del sangue (congeniti, di origine ignota oppure
dovuti ad altri medicinali) o problemi a carico del fegato. Pradaxa non deve essere somministrato a
pazienti che assumono, per via orale o endovenosa, i medicinali antimicotici ketoconazolo e
itraconazolo o i farmaci immunosoppressori ciclosporina e tacrolimus.
Perché è stato approvato Pradaxa?
Il CHMP ha notato che l’effetto di Pradaxa nel prevenire la formazione di coaguli di sangue in pazienti
che sono stati sottoposti a un intervento di sostituzione dell’anca o del ginocchio è paragonabile a
quello di enoxaparina. Essendo assunto per via orale, Pradaxa ha il vantaggio di essere più comodo per
i pazienti.
Il CHMP ha osservato inoltre che Pradaxa risulta altrettanto efficace di warfarina nel ridurre il rischio di
ictus in pazienti con fibrillazione atriale, senza aumentare il rischio di importanti sanguinamenti.
Tuttavia, nei pazienti trattati con Pradaxa di età superiore ai 75 anni si è osservato un accresciuto
rischio di sanguinamenti importanti. Pertanto, si deve valutare l’opportunità di ridurre la dose del
medicinale nei pazienti di età compresa tra i 75 e gli 80 anni, mentre nei pazienti di età pari o
superiore agli 80 anni si consiglia una riduzione della dose.
Il CHMP ha stabilito che i benefici del medicinale sono superiori ai suoi rischi e pertanto ha
raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio.
Quali sono le misure prese per garantire l’uso sicuro di Pradaxa?
La società che produce Pradaxa metterà a disposizione di tutti i medici che possono prescrivere il
medicinale un pacchetto informativo contenente informazioni sul rischio di sanguinamento e istruzioni
su come gestirlo. I pazienti riceveranno inoltre una scheda di allerta.
Altre informazioni su Pradaxa
Il 18 marzo 2008 la Commissione europea ha rilasciato a Boehringer Ingelheim International GmbH
un’autorizzazione all’immissione in commercio per Pradaxa, valida in tutta l’Unione europea.
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L’autorizzazione all’immissione in commercio è valida per cinque anni, dopo di che può essere
rinnovata.
Per la versione completa dell’EPAR di Pradaxa, consultare il sito web dell’Agenzia al link
ema.europa.eu/Find medicine/Human medicines/European Public Assessment Reports. Per maggiori
informazioni sulla terapia con Pradaxa, leggere il foglio illustrativo (accluso all’EPAR) oppure consultare
il medico o farmacista.
Ultimo aggiornamento di questa sintesi: 05-2011.
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