© sergio sisani 2015 DM 37/08 - Applicazione. In sintesi: Il DM 37/08 si applica agli impianti di cantiere e similari. Non è necessario il progetto(1). È obbligatoria la dichiarazione di conformità (DICO). Il DM 37/08 non si applica se l'energia è fornita soltanto da un gruppo elettrogeno con potenza maggiore di 20 kW (1) È necessario se la consegna di energia è in Media Tensione (20 kV). 2 © sergio sisani 2015 DPR 462/01 - Applicazione. In sintesi: L’installatore deve verificare l’impianto prima di rilasciare la DICO. La DICO è atto di omologazione dell’impianto. L’impianto può essere usato soltanto dopo l’emissione della DICO. La DICO deve essere inviata dal datore di lavoro, entro 30 giorni, all’INAIL e all’ASL/ARPA. 3 © sergio sisani 2015 La Dichiarazione di Conformità. Combinato disposto del DM 37/08 e del DPR 462/01. LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ (DICO) È L’UNICO DOCUMENTO CHE ACCOMPAGNA L’IMPIANTO ELETTRICO DI CANTIERE. Secondo il DM 37/08: la DICO deve essere rilasciata dall’installatore al termine dei lavori; inoltre, secondo il DPR 462/01: poiché la DICO è anche atto di omologazione dell’impianto, l’impianto di cantiere non può essere utilizzato prima dell’emissione della DICO. Da notare che l’installatore: 1) realizza l’impianto di cantiere senza progetto, 2) esegue le verifiche di sicurezza, 3) lo certifica, 4) lo omologa. Ovvero... se la canta e se la suona! 4 © sergio sisani 2015 La Dichiarazione di Conformità. Per riassumere. Impianto elettrico di cantiere alimentato da rete pubblica o da gruppo elettrogeno con potenza ≤ 20 kW DM 37/08, artt. 1, 2, 10. Esecuzione a regola d’arte da installatore abilitato. L. 186/68 DM 37/08, artt. 3, 6, 8. Installatore esegue verifiche di sicurezza e funzionalità. DM 37/08, art. 7. Installatore emette la DICO e la consegna al suo Committente. DM 37/08, art. 7. Messa in esercizio dell’impianto. DPR 462/01, art. 2. Il Committente, se datore di lavoro, entro 30 giorni invia la DICO ad INAIL e ASL (o ARPA) oppure allo Sportello Unico Attività Produttive. DPR 462/01, art. 2. 5 © sergio sisani 2015 L’impianto di terra. 6 © sergio sisani 2015 L’impianto di terra. Generalità. • • • • L’impianto di terra deve essere unico. Se esiste già un dispersore (ristrutturazioni): a) si utilizza quello esistente, previa verifica dell’efficienza; nella DICO deve essere citato il riferimento alla DICO precedente relativa alla sua installazione; b) se quello esistente non è sufficiente si realizza un nuovo dispersore, che deve essere comunque collegato all’esistente. Il datore di lavoro invia copia della DICO all’INAIL e all’ASL o all’ARPA, oppure allo Sportello Unico (DPR 462/01, art. 2). L’impianto deve essere verificato ogni due anni dalla ASL oppure da un Organismo Abilitato (DPR 462/01, art. 4). 7 © sergio sisani 2015 L’impianto di terra. Sistema TT (consegna energia in bassa tensione). La resistenza del dispersore RE deve rispettare la condizione: 25 RE ≤ I dn dove Idn è la corrente di intervento dell’interruttore differenziale. Per la distribuzione terminale si impiegano dispositivi ad «alta sensibilità» con Idn = 0,03 A, e la condizione diventa: RE ≤ 833 Ω Per la distribuzione primaria si possono impiegare dispositivi meno sensibili; per esempio, con Idn = 0,5 A la condizione diventa: RE ≤ 50 Ω In entrambi i casi sono condizioni che in generale si possono rispettare facilmente. 8 © sergio sisani 2015 L’impianto di terra. Sistema TN (alimentazione da gruppo elettrogeno). In generale occorre coordinare il valore dell’impedenza dell’anello di guasto con il tempo di intervento delle protezioni. Nel caso dei cantieri, poiché in pratica si impiegano sempre interruttori differenziali, il coordinamento è sempre soddisfatto, per cui non occorre alcuna verifica strumentale. 9 © sergio sisani 2015 L’impianto di terra. Sistema TN (alimentazione da gruppo elettrogeno). Per il collegamento a terra del neutro del generatore deve essere rispettata la condizione UL RN ≤ RE U0 − U L dove: RN è la resistenza di terra del neutro RE è la resistenza minima di terra delle masse estranee non collegate ad un conduttore di protezione, attraverso le quali si può presentare un guasto tra fase e terra, e che vale convenzionalmente 10 Ω (CEI 64-8, art. 413.1.3.7) U0 è la tensione nominale verso terra UL è la tensione di contatto limite, che vale 25 V per i cantieri. Si ha pertanto, per un impianto a tensione U0/U 230/400 V: RN ≤ 1,22 Ω Questa condizione non è sempre facilmente rispettabile. 10 © sergio sisani 2015 L’impianto di terra. Sistema IT (alimentazione da piccolo gruppo elettrogeno). • Si usa quando l’impianto è poco esteso e non è richiesta una grande potenza. • Si applica il concetto di «separazione elettrica». • Il gruppo deve essere mantenuto isolato da terra. • Le masse degli apparecchi non devono essere collegate a terra. • Le masse degli apparecchi devono essere collegate fra di loro e a quella del gruppo. 11 © sergio sisani 2015 Separazione elettrica Esempio. I piccoli gruppi elettrogeni vanno mantenuti isolati da terra. È consigliabile un appoggio ligneo per garantire l’isolamento anche in ambienti umidi o bagnati. In questo caso l’apparecchio è collegato con presa-spina direttamente al generatore; il conduttore di protezione (PE) connette quindi la massa dell’apparecchio a quella del generatore, e il tutto è isolato da terra. 12 © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Definizioni. Massa Massa Estranea H2 O R EB R EB RE Parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione in condizioni di guasto. Una parte conduttrice che può andare in tensione solo perché è in contatto con una massa non è da considerare una massa. Parte conduttrice non facente parte dell’impianto elettrico in grado di introdurre un potenziale, generalmente il potenziale di terra. 13 © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru. Devono essere collegati a terra • Se sono una massa; • Se sono una massa estranea; • Se devono essere protetti contro i fulmini. 14 © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru. Ponteggi e gru sono delle «masse»? • • Il ponteggio non corrisponde alla definizione di «massa» e non può essere considerato tale soltanto perché su di esso sono appoggiati o fissati componenti elettrici. La gru non corrisponde alla definizione di «massa»; a bordo di essa si trovano delle «masse» che sono collegate a terra con il proprio conduttore di protezione (involucro del motore, eventuale quadro di comando, etc.). 15 © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru. Ponteggi e gru sono delle «masse estranee»? • • • • • • Se il ponteggio e/o la gru hanno una resistenza di terra inferiore a 200 Ω sono delle «masse estranee» e devono essere collegati a terra. Se il terreno è asfaltato, ricoperto di ghiaia, lastricato, di natura rocciosa, etc. non è necessaria alcuna misura. Negli altri casi occorre eseguire la misura come se l’elemento fosse un dispersore. La misura può essere fatta dall’installatore. Il collegamento va fatto, in uno o due punti, all’impianto di terra del cantiere, con un conduttore di sezione minima 6 mm2. Non è necessario eseguire ponticelli fra le diverse parti dell’elemento. 16 © sergio sisani 2015 Contatto simultaneo di una persona con un apparecchio guasto e con il ponteggio Il corpo umano come conduttore R R IB IF 2R R R RE REP REB RE REP R resistenza di un arto REB resistenza verso terra della persona REP ≥ 200 Ω → protezioni efficaci. Non occorre prendere provvedimenti. Nei cantieri il valore standard della resistenza verso terra della persona è stabilito in REB = 200 Ω, quindi le protezioni sono efficaci se REB ≥ 200 Ω IB=0 IF 2R RE resistenza del dispersore REP resistenza verso terra del ponteggio IF corrente di guasto IB corrente attraverso il corpo RE RE Queste considerazioni sono valide soltanto nell’ipotesi di contatto mano-mano e per una persona isolata da terra. REP REP REP < 200 Ω → protezioni non efficaci. Collegando il ponteggio a terra la corrente attraverso il corpo si annulla. © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru. Ponteggi: un caso particolare COMPONENTE FISSATO O APPOGGIATO AL PONTEGGIO conduttura appoggiata o fissata al ponteggio apparecchio fissato al ponteggio COLLEGAMENTO A TERRA cavo multipolare H07RN-F NO cavo unipolare H07V-K in tubo protettivo (isolante o metallico) NO in classe II NO in classe I NO in classe III (SELV o PELV) NO in materiale isolante ma non in classe II SÌ In questo caso il ponteggio si comporta come una massa, anche se non corrisponde alla definizione di «massa». 18 © sergio sisani 2015 Il rischio da fulmine La valutazione può portare a due conclusioni: a) il rischio è inferiore a quello tollerabile; si dice che la struttura è «autoprotetta» e non occorre prendere alcun provvedimento, è sufficiente conservare agli atti il documento; b) il rischio è superiore a quello tollerabile; in questo caso il provvedimento da adottare consiste nella messa a terra; questo comporta la denuncia all’INAIL dell’impianto di protezione contro i fulmini, con l’obbligo della verifica biennale (DPR 462/01). Nota Se, pensando di semplificare, la messa a terra di ponteggi e gru viene fatta a priori prescindendo dalla valutazione del rischio, si è comunque obbligati alla denuncia dell’impianto di protezione contro i fulmini, con tutti gli oneri che ne conseguono. 19 © sergio sisani 2015 Il rischio da fulmine Nel caso dei cantieri l’argomento concerne soltanto i ponteggi e le gru. • • La valutazione deve sempre essere fatta e compete al datore di lavoro (DLgs 81/08, art. 84); non è necessario che sia fatta da un Professionista iscritto all’Albo.(*) (*) Nei casi più complessi è comunque opportuno rivolgersi ad uno specialista iscritto all’Albo. 20 © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru. Protezione contro i fulmini • • • Il rischio da valutare è soltanto la perdita di vite umane per tensioni di contatto e di passo in prossimità della struttura (fascia di 3 m). Se la resistività superficiale del terreno è superiore a 5 kΩ·m le tensioni di contatto e di passo sono trascurabili e non occorre nessuna protezione. Se la resistività del terreno è inferiore a 5 kΩ·m occorre la valutazione analitica del rischio. Esempi di terreni con resistività superiore a 5 kΩ·m: manto bituminoso (spessore 5 cm) • strato di ghiaia di 15 cm • suolo roccioso (basalto, porfido, etc.) • 21 © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru. Protezione contro i fulmini • • • • Nel caso che dalla valutazione analitica del rischio discenda la necessità di protezione, occorre mettere a terra l’elemento (in almeno due punti, con almeno quattro dispersori). I dispersori ed i collegamenti devono essere eseguiti secondo le Norme del C.T. 81 del CEI. Non è necessario ponticellare tutti gli elementi. I dispersori debbono essere collegati all’impianto di terra generale del cantiere. 22 © sergio sisani 2015 Il rischio da fulmine Esiste anche un rischio di natura diversa. In presenza di atmosfera temporalesca le lavorazioni in quota, soprattutto per strutture che si sviluppano in elevazione, risultano pericolose anche se le strutture metalliche sono collegate a terra. Il collegamento a terra, infatti, evita soltanto le tensioni di passo e di contatto. Il personale che si trova in quota rimane esposto, per esempio, agli effetti del flash e dello spostamento d’aria, che possono anche causare cadute. In questi casi è comunque necessario sospendere i lavori. 23 © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru. Per riassumere. TERRA NO NO PONTEGGIO E/O GRU rischio fulmine tollerabile SÌ NO massa? massa estranea? (RE ≤ 200 Ω) NO SÌ SÌ TERRA SÌ 24 © sergio sisani 2015 Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru. Esempio: collegamento errato. La gru è appoggiata su asfalto con supporto ligneo: è certamente RE > 200 Ω, non occorre la misura. Quindi la gru non è una massa estranea. Il collegamento a terra è errato: è senz’altro inutile, e, in alcuni casi, potrebbe essere pericoloso. Vista la natura del terreno, inoltre, non occorre nemmeno la protezione contro i fulmini. 25 © sergio sisani 2015 Esempio 1: nessun collegamento a terra. 26 © sergio sisani 2015 L’edificio è già protetto contro i fulmini. 27 © sergio sisani 2015 28 © sergio sisani 2015 29 © sergio sisani 2015 Esempio 2: nessun collegamento a terra. Il ponteggio e la scala sono più alti dell’edificio. La resistività superficiale della pavimentazione di appoggio è certamente superiore a 5 kΩ·m. 30 © sergio sisani 2015 31 © sergio sisani 2015 Questa presentazione è stata realizzata in occasione del Seminario Sicurezza elettrica nei cantieri tenutosi il 9 Ottobre 2015 presso l’Hotel Domus Pacis di S.M. degli Angeli. Ne sono vietate la riproduzione e la diffusione con qualsiasi mezzo senza il consenso scritto dell’Autore. PERUGIA, 9 Ottobre 2015. © SERGIO SISANI