4SISANI Impianto di cantiere (terra)

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DM 37/08 - Applicazione.
In sintesi:
Il DM 37/08 si applica agli impianti di cantiere e similari.
Non è necessario il progetto(1).
È obbligatoria la dichiarazione di conformità (DICO).
Il DM 37/08 non si applica se l'energia è fornita soltanto
da un gruppo elettrogeno con potenza maggiore di 20 kW
(1)
È necessario se la consegna di energia è in Media Tensione (20 kV).
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DPR 462/01 - Applicazione.
In sintesi:
L’installatore deve verificare l’impianto prima di rilasciare la DICO.
La DICO è atto di omologazione dell’impianto.
L’impianto può essere usato soltanto dopo l’emissione della DICO.
La DICO deve essere inviata dal datore di lavoro, entro 30 giorni,
all’INAIL e all’ASL/ARPA.
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La Dichiarazione di Conformità.
Combinato disposto del DM 37/08 e del DPR 462/01.
LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ (DICO) È L’UNICO DOCUMENTO
CHE ACCOMPAGNA L’IMPIANTO ELETTRICO DI CANTIERE.
Secondo il DM 37/08:
la DICO deve essere rilasciata dall’installatore al termine dei lavori;
inoltre, secondo il DPR 462/01:
poiché la DICO è anche atto di omologazione dell’impianto,
l’impianto di cantiere non può essere utilizzato prima dell’emissione della DICO.
Da notare che l’installatore:
1) realizza l’impianto di cantiere senza progetto,
2) esegue le verifiche di sicurezza,
3) lo certifica,
4) lo omologa.
Ovvero... se la canta e se la suona!
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La Dichiarazione di Conformità.
Per riassumere.
Impianto elettrico di cantiere
alimentato da rete pubblica
o da gruppo elettrogeno con potenza ≤ 20 kW
DM 37/08, artt. 1, 2, 10.
Esecuzione a regola d’arte
da installatore abilitato.
L. 186/68
DM 37/08, artt. 3, 6, 8.
Installatore esegue verifiche
di sicurezza e funzionalità.
DM 37/08, art. 7.
Installatore emette la DICO
e la consegna al suo Committente.
DM 37/08, art. 7.
Messa in esercizio dell’impianto.
DPR 462/01, art. 2.
Il Committente, se datore di lavoro,
entro 30 giorni
invia la DICO ad INAIL e ASL (o ARPA)
oppure allo Sportello Unico Attività Produttive.
DPR 462/01, art. 2.
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L’impianto di terra.
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L’impianto di terra.
Generalità.
•
•
•
•
L’impianto di terra deve essere unico.
Se esiste già un dispersore (ristrutturazioni):
a) si utilizza quello esistente, previa verifica dell’efficienza; nella DICO deve essere citato
il riferimento alla DICO precedente relativa alla sua installazione;
b) se quello esistente non è sufficiente si realizza un nuovo dispersore, che deve essere
comunque collegato all’esistente.
Il datore di lavoro invia copia della DICO all’INAIL e
all’ASL o all’ARPA, oppure allo Sportello Unico (DPR
462/01, art. 2).
L’impianto deve essere verificato ogni due anni dalla
ASL oppure da un Organismo Abilitato (DPR 462/01,
art. 4).
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L’impianto di terra.
Sistema TT (consegna energia in bassa tensione).
La resistenza del dispersore RE deve rispettare la condizione:
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RE ≤
I dn
dove Idn è la corrente di intervento dell’interruttore differenziale.
Per la distribuzione terminale si impiegano dispositivi
ad «alta sensibilità» con Idn = 0,03 A, e la condizione diventa:
RE ≤ 833 Ω
Per la distribuzione primaria si possono impiegare dispositivi meno sensibili;
per esempio, con Idn = 0,5 A la condizione diventa:
RE ≤ 50 Ω
In entrambi i casi sono condizioni che in generale si possono rispettare facilmente.
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L’impianto di terra.
Sistema TN (alimentazione da gruppo elettrogeno).
In generale occorre coordinare il valore dell’impedenza
dell’anello di guasto con il tempo di intervento delle
protezioni.
Nel caso dei cantieri, poiché in pratica si impiegano
sempre interruttori differenziali, il coordinamento è
sempre soddisfatto, per cui non occorre alcuna verifica
strumentale.
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L’impianto di terra.
Sistema TN (alimentazione da gruppo elettrogeno).
Per il collegamento a terra del neutro del generatore deve
essere rispettata la condizione
UL
RN ≤ RE
U0 − U L
dove:
RN è la resistenza di terra del neutro
RE è la resistenza minima di terra delle masse estranee non collegate ad un conduttore di protezione, attraverso
le quali si può presentare un guasto tra fase e terra, e che vale convenzionalmente 10 Ω (CEI 64-8, art. 413.1.3.7)
U0 è la tensione nominale verso terra
UL è la tensione di contatto limite, che vale 25 V per i cantieri.
Si ha pertanto, per un impianto a tensione U0/U 230/400 V:
RN ≤ 1,22 Ω
Questa condizione non è sempre facilmente rispettabile.
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L’impianto di terra.
Sistema IT (alimentazione da piccolo gruppo elettrogeno).
•
Si usa quando l’impianto è poco esteso e non è richiesta una grande potenza.
•
Si applica il concetto di «separazione elettrica».
•
Il gruppo deve essere mantenuto isolato da terra.
•
Le masse degli apparecchi non devono essere collegate a terra.
•
Le masse degli apparecchi devono essere collegate fra di loro e a quella del
gruppo.
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Separazione
elettrica
Esempio.
I piccoli gruppi elettrogeni
vanno mantenuti isolati da
terra.
È consigliabile un appoggio
ligneo per garantire
l’isolamento anche in
ambienti umidi o bagnati.
In questo caso l’apparecchio è
collegato con presa-spina
direttamente al generatore; il
conduttore di protezione (PE)
connette quindi la massa
dell’apparecchio a quella del
generatore, e il tutto è isolato da
terra.
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Collegamenti a terra ~ Definizioni.
Massa
Massa Estranea
H2 O
R EB
R EB
RE
Parte conduttrice di un componente elettrico
che può essere toccata e che non è in tensione
in condizioni ordinarie, ma che può andare in
tensione in condizioni di guasto.
Una parte conduttrice che può andare in tensione solo
perché è in contatto con una massa non è da
considerare una massa.
Parte conduttrice non facente parte
dell’impianto elettrico in grado di introdurre
un potenziale,
generalmente il potenziale di terra.
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Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru.
Devono essere collegati a terra
•
Se sono una massa;
•
Se sono una massa estranea;
•
Se devono essere protetti contro i fulmini.
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Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru.
Ponteggi e gru sono delle «masse»?
•
•
Il ponteggio non corrisponde alla definizione di
«massa» e non può essere considerato tale soltanto
perché su di esso sono appoggiati o fissati componenti
elettrici.
La gru non corrisponde alla definizione di «massa»; a
bordo di essa si trovano delle «masse» che sono
collegate a terra con il proprio conduttore di
protezione (involucro del motore, eventuale quadro di
comando, etc.).
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Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru.
Ponteggi e gru sono delle «masse estranee»?
•
•
•
•
•
•
Se il ponteggio e/o la gru hanno una resistenza di terra inferiore a
200 Ω sono delle «masse estranee» e devono essere collegati a
terra.
Se il terreno è asfaltato, ricoperto di ghiaia, lastricato, di natura
rocciosa, etc. non è necessaria alcuna misura.
Negli altri casi occorre eseguire la misura come se l’elemento
fosse un dispersore.
La misura può essere fatta dall’installatore.
Il collegamento va fatto, in uno o due punti, all’impianto di terra
del cantiere, con un conduttore di sezione minima 6 mm2.
Non è necessario eseguire ponticelli fra le diverse parti
dell’elemento.
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Contatto simultaneo di una persona
con un apparecchio guasto e con il ponteggio
Il corpo umano come conduttore
R
R
IB
IF
2R
R
R
RE
REP
REB
RE
REP
R resistenza di un arto
REB resistenza verso terra della persona
REP ≥ 200 Ω → protezioni efficaci.
Non occorre prendere provvedimenti.
Nei cantieri il valore standard della
resistenza verso terra della persona è
stabilito in REB = 200 Ω,
quindi le protezioni sono efficaci se
REB ≥ 200 Ω
IB=0
IF
2R
RE resistenza del dispersore
REP resistenza verso terra del ponteggio
IF corrente di guasto
IB corrente attraverso il corpo
RE
RE
Queste considerazioni sono valide
soltanto nell’ipotesi
di contatto mano-mano
e per una persona isolata da terra.
REP
REP
REP < 200 Ω → protezioni non efficaci.
Collegando il ponteggio a terra
la corrente attraverso il corpo si annulla.
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Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru.
Ponteggi: un caso particolare
COMPONENTE FISSATO O APPOGGIATO
AL PONTEGGIO
conduttura
appoggiata o fissata
al ponteggio
apparecchio fissato al
ponteggio
COLLEGAMENTO
A TERRA
cavo multipolare
H07RN-F
NO
cavo unipolare H07V-K
in tubo protettivo
(isolante o metallico)
NO
in classe II
NO
in classe I
NO
in classe III
(SELV o PELV)
NO
in materiale isolante
ma non in classe II
SÌ
In questo caso il ponteggio si comporta come una massa,
anche se non corrisponde alla definizione di «massa».
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Il rischio da fulmine
La valutazione può portare a due conclusioni:
a)
il rischio è inferiore a quello tollerabile; si dice che la
struttura è «autoprotetta» e non occorre prendere alcun
provvedimento, è sufficiente conservare agli atti il documento;
b)
il rischio è superiore a quello tollerabile; in questo caso il
provvedimento da adottare consiste nella messa a terra; questo
comporta la denuncia all’INAIL dell’impianto di protezione
contro i fulmini, con l’obbligo della verifica biennale (DPR
462/01).
Nota
Se, pensando di semplificare, la messa a terra di ponteggi e gru viene fatta a priori
prescindendo dalla valutazione del rischio, si è comunque obbligati alla denuncia
dell’impianto di protezione contro i fulmini, con tutti gli oneri che ne conseguono.
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Il rischio da fulmine
Nel caso dei cantieri l’argomento
concerne soltanto i ponteggi e le gru.
•
•
La valutazione deve sempre essere fatta e compete al
datore di lavoro (DLgs 81/08, art. 84);
non è necessario che sia fatta da un Professionista
iscritto all’Albo.(*)
(*) Nei casi più complessi è comunque opportuno rivolgersi ad uno specialista iscritto all’Albo.
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Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru.
Protezione contro i fulmini
•
•
•
Il rischio da valutare è soltanto la perdita di vite umane per
tensioni di contatto e di passo in prossimità della struttura
(fascia di 3 m).
Se la resistività superficiale del terreno è superiore a 5 kΩ·m
le tensioni di contatto e di passo sono trascurabili e non
occorre nessuna protezione.
Se la resistività del terreno è inferiore a 5 kΩ·m occorre la
valutazione analitica del rischio.
Esempi di terreni con resistività superiore a 5 kΩ·m:
manto bituminoso (spessore 5 cm)
•
strato di ghiaia di 15 cm
•
suolo roccioso (basalto, porfido, etc.)
•
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Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru.
Protezione contro i fulmini
•
•
•
•
Nel caso che dalla valutazione analitica del rischio discenda
la necessità di protezione, occorre mettere a terra
l’elemento (in almeno due punti, con almeno quattro
dispersori).
I dispersori ed i collegamenti devono essere eseguiti
secondo le Norme del C.T. 81 del CEI.
Non è necessario ponticellare tutti gli elementi.
I dispersori debbono essere collegati all’impianto di terra
generale del cantiere.
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Il rischio da fulmine
Esiste anche un rischio di
natura diversa.
In presenza di atmosfera temporalesca
le lavorazioni in quota, soprattutto per
strutture che si sviluppano in
elevazione, risultano pericolose anche se
le strutture metalliche sono collegate a
terra. Il collegamento a terra, infatti,
evita soltanto le tensioni di passo e di
contatto. Il personale che si trova in
quota rimane esposto, per esempio, agli
effetti del flash e dello spostamento
d’aria, che possono anche causare
cadute.
In questi casi è comunque necessario
sospendere i lavori.
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Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru.
Per riassumere.
TERRA NO
NO
PONTEGGIO
E/O GRU
rischio
fulmine
tollerabile
SÌ
NO
massa?
massa
estranea?
(RE ≤ 200 Ω)
NO
SÌ
SÌ
TERRA SÌ
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Collegamenti a terra ~ Ponteggi e gru.
Esempio: collegamento errato.
La gru è appoggiata su
asfalto con supporto
ligneo: è certamente
RE > 200 Ω, non occorre la
misura. Quindi la gru non
è una massa estranea.
Il collegamento a terra è
errato: è senz’altro inutile,
e, in alcuni casi, potrebbe
essere pericoloso.
Vista la natura del terreno,
inoltre, non occorre
nemmeno la protezione
contro i fulmini.
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Esempio 1: nessun collegamento a terra.
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L’edificio è già protetto contro i fulmini.
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Esempio 2: nessun
collegamento a terra.
Il ponteggio e la scala
sono più alti dell’edificio.
La resistività superficiale
della pavimentazione di
appoggio è certamente
superiore a 5 kΩ·m.
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© sergio sisani 2015
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Questa presentazione è stata realizzata
in occasione del Seminario
Sicurezza elettrica nei cantieri
tenutosi il 9 Ottobre 2015
presso l’Hotel Domus Pacis di S.M. degli Angeli.
Ne sono vietate la riproduzione e la diffusione con qualsiasi mezzo
senza il consenso scritto dell’Autore.
PERUGIA, 9 Ottobre 2015.
© SERGIO SISANI