Fondamenti di Macroeconomia - Università degli studi di Bergamo

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 ECONOMIA POLITICA – 52021 TREVIGLIO Fondamenti di Macroeconomia
Quesiti di autovalutazione Prof. AnnaMaria Variato a.a. 2008‐2009 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO PARTE A ‐ DOMANDE APERTE LEZIONI 19‐21: CONCETTI GENERALI 1. Scegliete una definizione della macroeconomia per illustrarne le principali finalità. 2. Quali sono gli elementi che spiegano l’utilità dello studio della macroeconomia, anche a livello elementare? 3. Che cosa si intende con la locuzione “fallacia di composizione”? 4. Definite il concetto di trade‐off in macroeconomia. 5. Che cosa è un “aggregato macroeconomico” e quale differenza intercorre fra aggregati sintetici ed aggregati naturali? Argomentate anche attraverso opportune esemplificazioni. 6. Quali sono le principali grandezze studiate dalla macroeconomia? 7. Quali sono i mercati aggregati utilizzati nelle teorie macroeconomiche? LEZIONE 22: PIL E CONTABILITÀ NAZIONALE 8. Definite il Prodotto Interno Lordo. 9. Spiegate perché nel calcolo del PIL sono inclusi i beni finali, ma non i beni intermedi. 10. Che cosa accade al PIL quando un giardiniere divorzia dalla moglie e le fattura il lavoro di potatu‐
ra (che in precedenza svolgeva gratuitamente)? E che cosa accade quando una casalinga diventa lavoratrice autonoma istituendo un asilo nido? 11. Quale relazione lega il PIL al PNL? 12. Quale relazione lega il PIL al PIN? 13. Quali sono le principali voci del PIL secondo il metodo della spesa? 14. Quali sono le principali voci del PIL secondo il metodo della reddito? 15. Come si passa dal PIL al Reddito Nazionale? 16. Che cosa è il Reddito Disponibile? 17. Che differenza sussiste fra PIL reale e PIL monetario? 18. Che cosa è il deflatore del PIL e quale relazione ha con l’indice dei prezzi al consumo (IPC)? 19. Supponete di disporre dei seguenti dati: 2007 2008 Mele Prezzo € 1,00 1,20 Q 400 410 Pere Prezzo € 1,10 1,10 Q 250 265 Benzina Prezzo € Q 1,35 300 1,25 390 Ipotizzando che il sistema economico produca tutti e soli i beni considerati, calcolate il PIL nomi‐
nale negli anni 2007 e 2008 ed il Pil reale con base 2007. Quale è il tasso di inflazione misurato dalla variazione del deflatore del PIL? Supponete che l’indice dei prezzi al consumo sia calcolato con pesi corrispondenti alle quantità prodotte nel 2007, quale è il tasso di inflazione misurato dall’IPC? 2 20. Supponete che l’indice dei prezzi sia pari a 130 e che un paniere tipico di beni e servizi costi 540 €. Quale era il costo del paniere nell’anno base? 21. In un’università americana il costo di un’ora di lezione era 15$ nel 1972 e 77$ nel 1999. L’IPC era 26,1 nel 1972 e 110,9 nel 1999 (1992=100). Quanto costava in dollari del 1999 un’ora di lezione nel 1972? 22. Perché il PIL non è una buona misura del benessere di una nazione? 23. La riduzione delle scorte viene registrata nella contabilità nazionale con un segno negativo o po‐
sitivo? Perché? 24. Quale è l’identità fondamentale di Contabilità Nazionale in un’economia chiusa e senza Stato? 25. Quale è l’identità fondamentale di Contabilità Nazionale in un’economia chiusa e con Stato? 26. Quale è l’identità fondamentale di Contabilità Nazionale in un’economia aperta e con Stato? LEZIONE 23: IL MODELLO DOMANDA AGGREGATA – REDDITO 27. Descrivete in modo sintetico, ma esauriente, servendovi anche di grafici e formule, la teoria del consumo adottata nel modello Domanda Aggregata ‐ Reddito 28. Descrivete in modo sintetico, ma esauriente, servendovi anche di grafici e formule, la teoria dell’investimento adottata nel modello Domanda Aggregata ‐ Reddito 29. Descrivete in modo sintetico, ma esauriente, servendovi anche di grafici e formule, la teoria del risparmio adottata nel modello Domanda Aggregata ‐ Reddito 30. Descrivete anche graficamente il modello domanda aggregata – reddito e come si giunga alla de‐
terminazione dell’equilibrio. 31. Illustrate il significato economico del moltiplicatore e derivatelo analiticamente specificando le ipotesi macroeconomiche utilizzate. 32. Descrivete gli effetti dell’introduzione dello Stato sui valori: a) del moltiplicatore; b) del reddito d’equilibrio; c) del consumo; d) degli investimenti. 33. Quale relazione intercorre fra la propensione marginale al consumo e la propensione marginale al risparmio? 34. Siano AD = 300 + 0,8Y ed AD’ = 400 + 0,7Y due ipotetiche funzioni di spesa. Quale delle due fun‐
zioni comporterebbe maggiori variazioni del reddito in corrispondenza di una data variazione del‐
la spesa autonoma? 35. Se gli investimenti si riducono di 20$ e la propensione marginale al consumo è pari a 0,6: (a) a quanto ammonta la variazione del reddito, (b) il moltiplicatore, (c) la variazione della spesa au‐
tonoma, (d) la variazione della spesa indotta? 36. Si classifichino le seguenti alternative a seconda della loro capacità di accrescere il livello di equi‐
librio del reddito. (a) G e TA crescono di un ammontare x. (b) G e TA si riducono di un ammontare x. (c) G cresce di un ammontare x. (d) TA crescono di x. 37. Supponendo che la propensione marginale al consumo sia pari a 0,75 si determini la variazione del reddito di equilibrio: (a) se G aumenta di $10; (b) TA crescono di 15$; (c) TR crescono di 10$. 38. Quale relazione intercorre fra moltiplicatore e imposte sul reddito? 3 39. Supponiamo che la propensione marginale al consumo sia pari a 0,8, le esportazioni e le importa‐
zioni siano date esogenamente e che il sistema si trovi in condizioni di equilibrio della bilancia commerciale. Si determinino le variazioni del reddito e della bilancia commerciale se: (a) impor‐
tazioni ed esportazioni crescono di 10$; (b) le importazioni si riducono di 10$ e le esportazioni aumentano di 10$; (c) le importazioni si riducono di 10$ e le esportazioni aumentano di 7$. LEZIONE 24: TEORIA DELLA MONETA 40. Indicate quali sono i motivi per detenere moneta e le variabili da cui di conseguenza dipende la domanda di moneta. 41. Illustrate le relazioni fra domanda di moneta e domanda di titoli, evidenziando in particolar modo le condizioni che conducono all’equilibrio dei mercati monetari e finanziari. 42. Quale importante semplificazione viene adottata nei modelli macroeconomici per rappresentare l’aggiustamento all’equilibrio dei mercati monetari e finanziari? 43. Quali sono i fattori che determinano la domanda di moneta? 44. Quale relazione empirica esiste fra domanda di moneta e tasso di interesse? 45. Che cosa accade alla domanda di moneta se aumenta il reddito disponibile? 46. Che cosa accade alla domanda di moneta se aumenta la ricchezza? 47. Che cosa accade alla domanda di moneta se aumenta il tasso di interesse? 48. Che cosa accade alla domanda di titoli se aumenta il reddito disponibile? 49. Che cosa accade alla domanda di titoli se aumenta la ricchezza? 50. Che cosa accade alla domanda di titoli se aumenta il tasso di interesse? 51. Quali sono gli strumenti utilizzati dalla Banca Centrale per influenzare l’offerta di moneta? 52. Che cosa è il moltiplicatore monetario e come si determina? 53. Illustrate la determinazione dell’equilibrio del mercato monetario. 54. Che cosa si intende per operazione di mercato aperto e quali ne sono gli effetti sull’equilibrio del mercato monetario? 55. Che cosa accade se la Banca Centrale aumenta il coefficiente di riserva obbligatoria? 56. Che cosa accade se la Banca Centrale diminuisce il tasso ufficiale di sconto? 57. Se il tasso di interesse rimane invariato per un lungo periodo di tempo, la domanda speculativa della moneta sarà stabile? 58. Quale effetto avranno sulla domanda speculativa di moneta le misure della banca centrale volte a minimizzare le fluttuazioni del tasso di interesse? LEZIONI 25‐26: IL MODELLO IS – LM 59. Illustrate il significato economico e derivate analiticamente la curva IS. 60. Che cosa succede alla curva IS se si verifica un incremento a) nelle importazioni, b) nella tassazio‐
ne, c) nell’investimento, d) nelle esportazioni? 4 61. Illustrate il significato economico e derivate analiticamente la curva LM. 62. Con riferimento al caso IS‐LM generale illustrare gli effetti di una variazione di una componente autonoma della domanda aggregata, mediante l’utilizzo di grafici ed eventuali formule 63. Con riferimento al caso IS‐LM generale illustrare gli effetti di una variazione dell’offerta reale di moneta, mediante l’utilizzo di grafici ed eventuali formule 64. Discutete l’efficacia della politica fiscale espansiva nel modello IS‐LM servendovi di grafici e for‐
mule (e ricordando che esistono ipotesi di partenza diverse) 65. Discutete l’efficacia della politica monetaria espansiva nel modello IS‐LM servendovi di grafici e formule (e ricordando che esistono ipotesi di partenza diverse) 66. L’effetto di spiazzamento: definizione, quali ipotesi sulla IS o sulla LM sono necessari a produrlo, a quanto ammonta analiticamente 67. Si spieghi perché si afferma che l’equilibrio esiste soltanto in corrispondenza del tasso di interes‐
se e del livello del reddito per i quali la IS e la LM si intersecano. 68. Posto che il livello generale dei prezzi sia fisso, che cosa deve fare l’autorità di politica economica affinché si esplichi per intero l’effetto stimolante dell’incremento della spesa pubblica (ovvero per evitare l’effetto di spiazzamento)? 69. Si rappresentino, curve LM che abbiano le seguenti caratteristiche: a) implichino una domanda di moneta completamente inelastica al tasso di interesse; b) implichino una domanda di moneta completamente elastica al tasso di interesse; c) implichino una domanda di moneta molto elasti‐
ca rispetto al reddito. 70. Si rappresentino, curve IS che abbiano le seguenti caratteristiche: a) implichino una spesa per investimenti completamente inelastica al tasso di interesse; b) implichino una spesa per investi‐
menti completamente elastica al tasso di interesse. LEZIONI 27‐29: FORME DI MERCATO E MERCATO DEL LAVORO 71. Perché la macroeconomia teorica attualmente utilizza di preferenza l’ipotesi di concorrenza im‐
perfetta prevalente sui mercati? 72. Definite i concetti di tasso di partecipazione e tasso di disoccupazione. 73. Che cosa è il salario di riserva? 74. Descrivete i possibili meccanismi di fissazione del salario, spiegando perché il salario di mercato tende ad essere superiore al salario di riserva. 75. Illustrate il processo di determinazione dei salari nel mercato del lavoro (funzione WS). 76. Illustrate il processo di determinazione dei prezzi nel mercato del lavoro (funzione PS). 77. Descrivete, servendovi anche di grafici e formule, la determinazione dell’equilibrio nel mercato del lavoro, utilizzando la funzione dei salari e dei prezzi. 78. Definite il tasso di disoccupazione naturale. 79. Esiste una relazione fra tasso di disoccupazione naturale e livello di produzione naturale? 80. Illustrate graficamente e giustificate teoricamente gli effetti sull’equilibrio nel mercato del lavoro, prodotti da un aumento del salario minimo (o più in generale del parametro z). 5 81. Illustrate graficamente e giustificate teoricamente gli effetti sull’equilibrio nel mercato del lavoro, prodotti da una diminuzione della protezione dei lavoratori. 82. Illustrate graficamente e giustificate teoricamente gli effetti sull’equilibrio nel mercato del lavoro, prodotti da un aumento del mark‐up. 83. Illustrate graficamente e giustificate teoricamente gli effetti sull’equilibrio nel mercato del lavoro, prodotti dall’entrata in vigore di una normativa antitrust più restrittiva. 84. Illustrate le affinità e le differenze che sussistono fra la rappresentazione del mercato del lavoro in termini di equazioni dei prezzi e dei salari, rispetto al caso tradizionale di domanda e di offerta di lavoro. MODELLO AD – AS 85. Definite i concetti di reddito effettivo, reddito naturale e reddito di piena occupazione. Illustrate la loro rilevanza nella determinazione della dinamica macroeconomica. 86. Definite e derivate analiticamente la funzione di offerta aggregata. 87. Definite e derivate analiticamente la funzione di domanda aggregata (AD) illustrandone le carat‐
teristiche fondamentali e ponendole in relazione con lo schema IS‐LM. 88. La funzione di Domanda Aggregata ha pendenza negativa per ragioni diverse da quelle che indu‐
cono una relazione negativa fra prezzo e quantità a livello microeconomico. Commentate. 89. Illustrate le problematiche connesse all’equilibrio economico generale fra domanda ed offerta aggregata ponendo particolare enfasi sul ruolo del reddito naturale, e sulla differenza fra consi‐
derazioni di breve, medio e “lungo” periodo. 90. Un aumento della produzione implica un aumento dei prezzi: si tratta di uno spostamento della curva AS, della curva AD, oppure di spostamenti lungo una delle due curve? 91. Un aumento dei prezzi attesi implica un aumento dei prezzi effettivi: si tratta di uno spostamento della curva AS, della curva AD, oppure di spostamenti lungo una delle due curve? 92. Una diminuzione dell’offerta di moneta implica una diminuzione dei prezzi: si tratta di uno spo‐
stamento della curva AS, della curva AD, oppure di spostamenti lungo una delle due curve? 93. Un aumento della spesa pubblica implica un aumento dei prezzi: si tratta di uno spostamento della curva AS, della curva AD, oppure di spostamenti lungo una delle due curve? 94. Nel breve periodo deve valere l’uguaglianza fra produzione d’equilibrio e produzione naturale? 95. Che cosa accade nel “lungo” periodo se il livello di produzione effettiva supera quello naturale? (Giustificate la risposta servendovi anche di grafici ed eventuali formule). 96. Descrivete, anche graficamente, e distinguendo fra effetti di breve, medio e di lungo periodo, gli effetti di un’espansione monetaria che parta da una situazione di equilibrio naturale (si utilizzino gli schemi domanda‐offerta aggregata ed IS‐LM) 97. Descrivete, anche graficamente, e distinguendo fra effetti di breve, medio e di lungo periodo, gli effetti di una riduzione del disavanzo di bilancio che parta da una situazione di equilibrio naturale (si utilizzino gli schemi domanda‐offerta aggregata ed IS‐LM) 6 98. Descrivete, anche graficamente, e distinguendo fra effetti di breve, medio e di lungo periodo, gli effetti di un aumento del prezzo del petrolio che parta da una situazione di equilibrio naturale (si utilizzi lo schema domanda‐offerta aggregata) CURVA DI PHILLIPS 99. Spiegate i presupposti empirici che hanno portato alla formulazione della curva di Phillips. 100.
La curva di Phillips: definizione, e implicazioni di politica economica 101. Illustrate come le aspettative possano influenzare la curva di Phillips, evidenziando i tre casi di aspettative statiche, adattive e razionali. ECONOMIA APERTA 102.
Definite il tasso di cambio nominale e reale. 103.
Definizione e significato economico della parità scoperta dei tassi di interesse. 104.
Illustrate l’equilibrio AD‐Y e la sua relazione con quello NX‐Y 105.
Rappresentate la struttura logica della Bilancia dei pagamenti. 106. Illustrate una situazione che comporti l’equilibrio del mercato dei beni in presenza di avanzo commerciale. 107. Utilizzando gli schemi AD‐Y ed NX‐Y illustrate gli effetti di un aumento della spesa pubblica, partendo da una situazione di equilibrio iniziale in cui il reddito è tale da realizzare il pareggio del‐
le partite correnti. 108. Utilizzando gli schemi AD‐Y ed NX‐Y illustrate gli effetti di un aumento della domanda di beni nazionali (ZZ), partendo da una situazione di equilibrio iniziale in cui il reddito è tale da realizzare il pareggio delle partite correnti. 109.
Che cosa è la curva J? 110. Quali sono gli effetti indotti sulla bilancia delle partite correnti da una svalutazione (o deprez‐
zamento) del tasso di cambio? Evidenziate l’eventuale differenza fra effetti di breve periodo ed effetti di medio periodo (l’effetto j) 111. Quali importanti implicazioni di politica economica vengono introdotte dal modello di eco‐
nomia aperta? 112. Giustificate le ragioni per cui esiste una relazione negativa fra tasso di interesse nominale e tasso di cambio nominale. 7 PARTE B ‐ DOMANDE AGGIUNTIVE A RISPOSTA APERTA I quesiti che seguono non implicano una risposta nozionistica, ma al contrario richiedono una ri‐
flessione critica, ed in quanto tali, non prevedono “una” sola risposta: la risposta “corretta” deve essere sempre e comunque motivata dalla scelta di una o più strade interpretative. Tali quesiti sa‐
ranno inseriti nella prova d’esame solo per determinare voti nella fascia d’eccellenza (27‐ 30 lode). 1) L'imposizione di un salario minimo garantisce ai lavoratori non qualificati uno standard di vita ragionevole senza compromettere le loro prospettive occupazionali. 2) La disoccupazione è l'effetto delle richieste eccessive e poco realistiche dei lavoratori. 3) L'inflazione determina la crescita dell'interesse nominale. Ciò deve ridurre il valore attuale del reddito futuro. 4) Se un Paese si specializza nella produzione di beni con elevato prezzo di vendita, questo por‐
terà ad un automatico aumento del PIL. 5) I sussidi alla disoccupazione incrementano il PIL negli anni in cui l'occupazione è bassa. 6) Un aumento del PIL pro‐capite è sempre un evento positivo. 7) Se gli individui risparmiassero di più, si avrebbe maggior investimento e quindi la ripresa e‐
conomica. 8) Minor output implica minor spesa... e dunque minor output: l'economia potrebbe entrare in una spirale recessiva che non ha mai fine. 9) Il Ministro del tesoro ha aumentato le tasse e la spesa pubblica nello stesso ammontare. Ciò significa che reddito ed occupazione non subiranno variazioni. 10) Per ridurre il disavanzo pubblico di € 1 milione occorre ridurre la spesa pubblica nello stesso ammontare. 11) Poiché la Banca Centrale stampa moneta, può sempre conoscere l'offerta di moneta presen‐
te nel sistema economico. 12) I tassi di interesse sono alti. Questo è un sintomo di una politica monetaria restrittiva. 13) I consumatori devono essere impazziti: il loro reddito corrente è diminuito, ma la spesa è aumentata. 14) Il tasso di interesse influenza l'investimento solo se le imprese devono ricorrere all'indebi‐
tamento; tuttavia molte imprese finanziano il proprio investimento con extra‐profitto. Per‐
tanto non dovremmo attenderci una funzione di investimento particolarmente reattiva al tasso di interesse. 15) I Keynesiani credono nell'utilizzo della sola politica fiscale ed ignorano l'uso della politica mo‐
netaria. 16) L'offerta di moneta può influenzare solo il livello dei pezzi. 17) Una politica fiscale espansiva può espandere l'output senza limiti. 18) L'autorità di politica economica non può influenzare la disoccupazione. 8 19) Maggiore disoccupazione significa sempre minore inflazione. 20) La disoccupazione è sempre un fenomeno negativo. 21) L'inflazione è sempre un fenomeno negativo. 22) Il rimedio sempre efficace per la riduzione della disoccupazione è la riduzione dei salari. 23) Il controllo dell'inflazione è la via per il controllo della disoccupazione. 24) L'inflazione induce gli individui a risparmiare meno. 25) L'inflazione induce gli individui a investire meno. 26) I Paesi con minore inflazione sono più competitivi nel lungo periodo. 27) I tassi di interesse in Italia sono alti; ciò significa che l'euro tenderà ad apprezzarsi nei prossi‐
mi mesi. 28) L'ipotesi di aspettative razionali implica sempre pieno impiego. 29) Non esiste mai il trade‐off inflazione e disoccupazione. 30) Il trade‐off inflazione e disoccupazione esiste sempre. 31) Un regime di cambi fissi è una garanzia contro l'inflazione a livello internazionale. 9 PARTE C ‐ DOMANDE A RISPOSTA CHIUSA Questi quesiti sono gli stessi pubblicati sul sito e che hanno possibilità di soluzione in‐
terattiva. LEZIONI 19‐22: CONCETTI GENERALI E CONTABILITÀ NAZIONALE 1. Il modello di flusso circolare del capitalismo illustra: a. come si determinano i prezzi delle risorse, dei beni e dei servizi b. come si raggiunge l’efficienza in un sistema capitalistico c. come le famiglie e le imprese interagiscono nei mercati 2. I beni capitali sono beni a. che appartengono ai ricchi b. prodotti per essere utilizzati nella produzione di beni di consumo c. attività finanziarie interne all’impresa d. beni forniti dal governo 3. Reddito Nazionale o Prodotto significa: a. la somma ricevuta dagli individui in un intervallo di tempo; b. la misura monetaria del flusso complessivo di beni finali e servizi rispetto ad un intervallo di tempo; c. la somma totale di moneta; d. il reddito dello Stato in un arco di tempo e. il valore netto dei beni tangibili (capitale fisso) in esistenza in un certo istante. 4. L’investimento netto è: a. la differenza fra la spesa di consumo in beni capitali e le tasse indirette; b. positivo quando l’investimento nazionale privato netto è nullo; c. la differenza fra investimento privato lordo e gli ammortamenti; d. negativo quando l’economia si trova in uno stato stazionario. 5. Il PIL non è una buona misura del benessere sociale perché: a. è una grandezza espressa in termini monetari; b. tiene conto dell’inquinamento e di altri costi ambientali; c. il criterio della spesa e del reddito portano alla determinazione di due risultati differenti in quanto le unità di misura delle grandezze sono eterogenee; d. non include attività che non abbiano riscontro monetario. 6. Il criterio generale per inserire una qualsiasi voce nel calcolo del PIL consiste nello stabilire se: a. rappresenti il rendimento del fattore lavoro; b. sia rappresentativo del reddito operativo piuttosto che del profitto; c. sia speso per beni economici ma non per servizi intangibili; d. sia il rendimento corrente di un qualsiasi fattore produttivo; 10 7. Il PNN è: a. il PIL meno gli ammortamenti; b. il reddito nazionale più le imposte dirette; c. il reddito nazionale meno le imposte indirette; d. il reddito nazionale meno i trasferimenti. 8. PIL reale e PIL nominale sono simili nel senso che: a. entrambe le grandezze sono aggiustate per cambiamenti nel livello dei prezzi; b. entrambe si riferiscono a tutte le grandezze economiche monetarie e non monetarie; c. determinano il valore di mercato di tutte le attività monetarie e dei servizi prodotti, con riferimento ad un anno; d. sono una buona misura della distribuzione delle risorse nell’economia mondiale. 9. Gli interessi pagati dalle imprese rappresentano un costo di produzione del reddito nazionale e dunque sono inclusi nel calcolo del PIL. 10. Il PIL è pari alla somma di salari, rendite, interessi, meno i profitti. 11. Se in un dato arco di tempo i prezzi sono raddoppiati ed anche il reddito monetario è raddoppia‐
to, il reddito reale è rimasto costante. 12. Se le imposte indirette pagate dalle imprese sono sottratte dal PIL si ottiene il PNN. 13. E’ possibile che l’investimento netto privato sia negativo. 14. Se non esistessero imprese e Stato, Reddito Disponibile e PNN sarebbero uguali. 15. I pagamenti per pensioni ed i sussidi di disoccupazione sono spese finanziarie produttive che de‐
vono essere incluse nel calcolo del PIL. 16. Dato un modello a tre settori (C+I+G), il reddito è in equilibrio allorché: a. I + S = TA + G ; b. I + G = S + TA ; c. I + TA = S + G ; d. S = I + TA + G . 17. La differenza sostanziale fra beni di consumo e beni capitali risiede nel fatto che: a. I beni di consumo sono prodotti nel settore privato e quelli di investimento nel settore pubblico b. Una economia che destina una proporzione relativamente più ampia delle sue risorse al capitale deve accettare un minor tasso di crescita potenziale c. I beni di consumo soddisfano i bisogni direttamente, mentre i beni capitali solo indiret‐
tamente d. Nessuna delle risposte precedenti 18. Un bene che venga utilizzato per la produzione di un altro bene si dice: a. bene intermedio b. bene capitale c. bene finale 11 19. La macroeconoma ha per oggetto: a. Lo studio delle forme di mercato. b. Lo studio degli aggregati economici. c. Il costo opportunità nelle scelte dell’individuo. d. La domanda e l’offerta individuale. 20. Lo studio dei consumi della Repubblica di San Marino viene effettuato da uno studioso di: a. Microeconomia. b. Macroeconomia. c. Macroeconomia solo se il PIL di San Marino e’ contabilizzato nel PIL italiano. d. Microeconomia solo se il PIL di San Marino viene contabilizzato in modo separato dal PIL italiano. 21. Quale delle seguenti grandezze costituisce una variabile di stock? a. I consumi delle famiglie. b. Le esportazioni nette. c. La variazione delle scorte. d. Nessuna delle precedenti risposte. 22. Il risparmio complessivo di un individuo ad una certa data: a. E’ una variabile di stock. b. E’ una variabile di flusso. c. E’ una variabile di flusso solo quando l’individuo viene analizzato in ambito microecono‐
mico. d. E’ una variabile di stock solo quando il risparmio complessivo dell’individuo viene analiz‐
zato in ambito macroeconomico. 23. L’equilibrio macroeconomico si realizza: a. Quando la spesa totale della collettività è uguale alla somma degli investimenti più la spesa pubblica più le esportazioni nette. b. Quando la spesa totale della collettività è uguale al valore dei beni e servizi prodotti dal settore privato. c. Quando la spesa del settore pubblico è uguale alla spesa del settore privato d. Quando la spesa totale della collettività è uguale al valore dei beni e servizi prodotti dalla collettività. 24. Quale delle seguenti variabili non può essere considerata nell’ambito dello studio della macroe‐
conomia? a. Le esportazioni nette di una impresa individuale. b. La variazione delle scorte. c. Gli investimenti del settore privato. d. La spesa delle amministrazioni pubbliche. 25. Quale dei seguenti Paesi fa parte dell’Unione Economica e Monetaria? a. La Gran Bretagna. b. La Polonia. c. La Norvegia. d. Nessuna delle alternative fornite. 12 26. Quando si parla di Unione Economica e Monetaria ci si riferisce: a. Ai 12 paesi dell’area dell’euro. b. Ai paesi della Unione Europea che hanno adottato l’euro, c. Ai paesi che hanno definito una politica monetaria comune coordinata dalla Banca Cen‐
trale Europea. d. Tutte le risposte fornite. 27. La Forza Lavoro è composta da 22 milioni di individui di cui 17,6 occupati e 4,4 disoccupati. I tassi di occupazione (e) e disoccupazione (u) sono: a. e = 85%, u =15% b. e = 80% u = 20% c. e = 85% u = 30% d. e = 70% u=30% 28. Il tasso di inflazione misura: a. Il livello dei prezzi. b. La variazione nel livello dei prezzi. c. L’evoluzione del salario reale. d. L evoluzione del salario nominale. 29. Il PIL reale: a. E’ pari al PIL nominale più il tasso di inflazione misurato con l’IPC. b. E’ la somma delle quantità di beni e servizi finali prodotti in un’economia moltiplicate per il loro prezzo corrente. c. E’ la somma delle quantità prodotte in un’economia moltiplicate per il loro prezzo in un anno base. d. E la somma delle quantità realmente prodotte in un’economia moltiplicate per il loro prezzo. 30. Che cosa differenzia IPC dal deflatore del PIL? a. Nulla. b. L’IPC misura le variazioni nel tempo dei prezzi osservabili all’ultimo stadio della transa‐
zione commerciale in cui l’acquirente è la famiglia (consumi finali privati) mentre il dela‐
tore del PIL misura le variazioni nel tempo dei prezzi di tutti i beni e servizi inclusi nel PIL. c. L’IPC misura le variazioni nel tempo dei prezzi osservabili all’ultimo stadio della transa‐
zione commerciale in cui l’acquirente è la famiglia (consumi finali privati) mentre il defla‐
tore del PIL misura le variazioni nel tempo dei prezzi dei beni e servizi in cui acquirente è l’impresa. d. Sono calcolati da due istituzioni diverse e dunque rispondono a criteri di calcolo diversi. 31. Il PIL è: a. Una variabile macroeconomica. b. Un numero indice. c. Una stima econometrica. d. Un aggregato monetario. 32. Quale delle seguenti voci non concorre alla formazione del PIL: a. Automobili nuove. 13 b. Automobili usate. c. Servizio di intermediazione. d. Docenze universitarie. 33. L’ISTAT definisce “non forze di lavoro”: a. La somma degli individui che non cercano occupazione ma sono disponibili a lavorare più gli individui non disponibili a lavorare. b. La somma degli individui che non cercano lavoro attivamente più gli individui che non cercano occupazione ma sono disponibili a lavorare. c. La somma di maschi e femmine che non cercano lavoro attivamente. d. Nessuna delle precedenti risposte. 34. L’economia del paese X negli anni 2004‐2005 è così composta: Pane Automobili Pane Automobili 2004 Prezzi (P) 3.000 18.000 2005 Prezzi (P) 3.000 18.200 Quantità (Q) 200 150 Quantità (Q) 220 155 Il PIL nominale per gli anni 2004‐2005 è pari rispettivamente a: a. 1.260.000, 5.521.000; b. 3.300.000, 3.481.000; c. 21.000, 21.200; 35. L’economia del paese X negli anni 2004‐2005 è così composta: Pane Automobili Pane Automobili 2004 Prezzi (P) 3.000 18.000 2005 Prezzi (P) 3.000 18.200 Quantità (Q) 200 150 Quantità (Q) 220 155 Posto il 2004 come anno base, il PIL reale nei due anni considerati è: a. 3.300.000, 3.481.000; b. 3.300.000, 3.450.000; c. 2.790.000, 3.450.000; 14 36. L’economia del paese X negli anni 2004‐2005 è così composta: Pane Automobili Pane Automobili 2004 Prezzi (P) 3.000 18.000 2005 Prezzi (P) 3.000 18.200 Quantità (Q) 200 150 Quantità (Q) 220 155 L’aumento percentuale del PIL nominale di Zeta tra il 2004 e il 2005 è pari a: a. 5,48% b. 0,95% c. 7,14% 37. L’economia del paese X negli anni 2004‐2005 è così composta: Pane Automobili Pane Automobili 2004 Prezzi (P) 3.000 18.000 2005 Prezzi (P) 3.000 18.200 Quantità (Q) 200 150 Quantità (Q) 220 155 L’aumento percentuale del PIL reale di Zeta tra il 2004 e il 2005 (anno base 2004) è pari a: a. 5,48% b. 0,95% c. 4,55% 38. Nell’economia del paese Gamma il paniere rappresentativo delle abitudini di acquisto dei con‐
sumatori è costituito da Alimentari, Abitazione, Abbigliamento, Istruzione e Altri beni e servizi. Ciascuna di queste voci ha nel paniere, uno stesso peso (pari a 0,2) e i prezzi hanno avuto, tra il 2004 e il 2005, la seguente evoluzione: Paniere Alimentari Abitazione Abbigliamento Istruzione Altri beni e servizi Nel 2005 l’IPC è pari a: a. 105,06. b. 112,23. c. 118,32. Prezzi 2004 25 108 43 86 16 Prezzi 2005 32 120 50 90 20 15 39. Nell’economia del paese Gamma il paniere rappresentativo delle abitudini di acquisto dei con‐
sumatori è costituito da Alimentari, Abitazione, Abbigliamento, Istruzione e Altri beni e servizi. Ciascuna di queste voci ha nel paniere, uno stesso peso (pari a 0,2) e i prezzi hanno avuto, tra il 2004 e il 2005, la seguente evoluzione: Paniere Alimentari Abitazione Abbigliamento Istruzione Altri beni e servizi Prezzi 2004 25 108 43 86 16 Prezzi 2005 32 120 50 90 20 Nel 2005 il tasso di inflazione è pari a: a. 5,06%. b. 12,23%. c. 18,32%. 40. Nell’economia del paese Gamma il paniere rappresentativo delle abitudini di acquisto dei con‐
sumatori è costituito da Alimentari, Abitazione, Abbigliamento, Istruzione e Altri beni e servizi. Ciascuna di queste voci ha nel paniere un peso e i prezzi hanno avuto, tra il 2004 e il 2005, la se‐
guente evoluzione: Paniere Alimentari Abitazione Abbigliamento Istruzione Altri beni e servizi Prezzi 2004 25 108 43 86 16 Pesi 2004 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 Prezzi 2005 32 120 50 90 20 Pesi 2005 0,25 0,2 0,18 0,22 0,15 Nel 2005 il tasso di inflazione è pari a: a. 5,06%. b. 12,23%. c. 14,75%. d. Nessuna delle alternative suggerite. 41. Il Salario nominale è degli abitanti del paese Gamma è aumentato da euro 200 nel 2004 a Euro 216 nel 2005. Se il tasso di inflazione è stato del 10,2% significa che i lavoratori sono diventati più ricchi? a. Sì. Il loro potere d’acquisto è aumentato. b. No. Il potere d’acquisto è diminuito. c. No. Il potere d acquisto è rimasto invariato. d. Non è dato di sapere, date le informazioni fornite. 42. Nel 2005, il tasso di inflazione è pari al 10,2%. Di quanto dovrebbero aumentare i salari nominali per mantenere inalterato il salario reale, posto che nel 2004 fossero pari a 200? a. Di euro 16. 16 b. Di euro 20,4. c. Di euro 10,2 d. Non si può dire date le informazioni fornite. 43. Giovanni acquista un’auto usata al prezzo di euro 4500. La concessionaria aveva acquisto l’auto da Pietro per 3900 euro. Quanta parte di questa transazione verrà conteggiata nel PIL: a. Euro 8400. b. Euro 3900. c. Euro 600. d. Nulla. 44. Il prodotto di un sistema economico può superare il PIL potenziale o di piena occupazione: a. Solo per brevi periodi di tempo. b. Anche per lunghi periodi di tempo. c. Non vi è una relazione tra i due. d. Solo in presenza di condizioni particolarmente negative per l’economia. 45. Il prodotto potenziale di un’economia cresce per effetto: a. Dell’aumento dello stock di capitale fisico e umano. b. Del miglioramento della tecnologia a disposizione delle imprese. c. Dell’aumento dalle risorse della nazione. d. Tutte le precedenti risposte. e. Nessuna delle precedenti risposte. 46. Se lo stock di capitale cresce più rapidamente della forza lavoro: a. La produttività del lavoro aumenta. b. La produttività del lavoro rimane costante. c. La produttività del lavoro diminuisce. d. La produttività del lavoro è indipendente dallo stock di capitale. e. Nessuna delle precedenti risposte. 47. Si definiscono fluttuazioni economiche: a. Le variazioni del PIL potenziale intorno al PIL effettivo. b. La variazioni del PIL effettivo intorno al PIL potenziale. c. Le variazioni dei tasso di disoccupazione intorno al tasso di disoccupazione naturale. d. Le variazioni del consumo intorno al suo valore medio. e. Nessuna delle precedenti risposte. 48. I numeri indice consentono un confronto tra le intensità di uno stesso fenomeno in due situazioni temporali o spaziali diverse rendendole comparabili tra loro. 49. L’indice dei prezzi al consumo è una misura dell’inflazione del sistema economico. 50. Il PIL reale è calcolato tramite l’IPC. 51. Per innalzare il tenore di vita di una società non è sufficiente che lo stock di capitale cresca, esso deve crescere più rapidamente della popolazione. 52. Il PIL potenziale cresce sempre. 17 53. Il PIL effettivo è sempre superiore al PIL potenziale. 54. Per calcolare indice dei prezzi al consumo si definisce un paniere di beni e servizi rappresentativo dei consumi della società di riferimento. 55. Il paniere stabilito per il calcolo dell’IPC rimane fisso nel tempo. 56. Il tasso di inflazione misura i livello dei prezzi. 57. Il tasso di inflazione misura la variazione nel livello dei prezzi. 58. Si definisce deflazione un tasso d’inflazione negativo. 59. Il salario reale è pari al salario nominale meno il deflatore del PIL. 60. Il PIL pro capite è generalmente usato come misura del tenore di vita medio di una società. 61. Quando il PIL cresce più rapidamente della popolazione il tenore di vita medio diminuisce. 62. Il PIL potenziale dipende dalle capacità di apprendimento degli individui. 63. Le variazioni del PIL intorno al PIL potenziale sono chiamate esternalità. 64. Gli economisti concordano su tre importanti obiettivi macroeconomici: rapida crescita economi‐
ca, piena occupazione, equa distribuzione del reddito. 65. Il PIL di una nazione è il valore complessivo di tutti i beni e servizi finali prodotti per il mercato in un dato anno, all’interno dei confini nazionali. 66. Il valore dei prodotti intermedi è contabilizzato nel calcolo del PIL. 67. Il consumo è la parte di PIL acquistata dalle famiglie in qualità di consumatori finali. 68. L’incremento dello stock di capitale durante un anno si chiama investimento. 69. L’investimento è una variabile di stock. 70. Le variazioni delle scorte delle imprese non fanno parte degli investimenti privati. 71. La spesa pubblica è funzione del reddito disponibile. 72. I trasferimenti non sono inclusi nel PIL. 73. Le esportazioni nette sono pari alle importazioni totali meno le esportazioni totali. 74. Il valore aggiunto di una impresa è il ricavo ottenuto dalla vendita del suo prodotto meno il costo sostenuto per l’acquisto di tutti i beni intermedi. 75. Il PIL è pari al reddito totale guadagnato nel sistema economico meno il valore aggiunto delle im‐
prese. 76. Il PIL nominale è adeguato per compensare le variazioni di valore della moneta. 77. Per calcolare il PIL reale è necessario stabilire un anno base. 18 Modello Domanda Aggregata – Reddito
78. Per definizione la propensione marginale al consumo è: a. la derivata della funzione del consumo; b. il coefficiente comportamentale della funzione del consumo, se la funzione è di tipo line‐
are; c. la pendenza della funzione di consumo; d. l’insieme delle risposte a), b), c). 79. Il valore della propensione marginale al consumo è: a. maggiore di uno ma minore di due; b. uguale ad uno; c. compresa fra zero ed uno; d. nessuna delle risposte precedenti. 80. Il valore del moltiplicatore per un’economia chiusa e senza Stato, con Investimenti indipendenti dal reddito é: a. 1 / 1‐ c; b. 1 / 1‐ s; c. 1 / c; d. 1 / 1 + c; 81. Il valore del moltiplicatore della spesa fa dipendere: a. la variazione del reddito dalla variazione della spesa autonoma; b. la variazione della spesa autonoma dalla variazione del reddito; c. la variazione del reddito dalla variazione del consumo; 82. Se la funzione del consumo lega il consumo corrente al reddito del periodo precedente: a. vi è una relazione imperfetta fra consumo e reddito disponibile; b. non vi è alcuna relazione fra consumo e reddito disponibile; c. il moltiplicatore della spesa autonoma diventa dinamico; 83. Se la propensione marginale al consumo è 0,75 il moltiplicatore vale: a. 5 ; b. 4 ; c. 3 ; d. 2 ; 84. L’analisi del moltiplicatore mostra che: a. un incremento del risparmio determina uno spostamento della curva degli investimenti; b. un incremento degli investimenti determina uno spostamento della curva del risparmio; c. un incremento del risparmio determina un movimento lungo la curva degli investimenti verso un più elevato livello di reddito; d. un incremento degli investimenti determina uno spostamento lungo la curva del rispar‐
mio verso un più elevato livello di reddito. 85. Una variazione della spesa autonoma viene rappresentata da: a. uno spostamento lungo la curva della spesa; b. uno spostamento della curva della spesa; c. una modificazione dei coefficienti di comportamento; d. nessuna delle risposte precedenti. 19 86. Dati una struttura fiscale proporzionale e un bilancio dello Stato attualmente in pareggio, un in‐
cremento autonomo degli investimenti eleverà il livello di equilibrio del reddito ed il bilancio: a. rimarrà in pareggio; b. avrà un avanzo; c. avrà un disavanzo; 87. Se il governo riduce di 10 dollari la tassazione e la spesa, con una propensione al consumo pari a 0,9 il livello del reddito di equilibrio si ridurrà di: a. 9 dollari; b. 80 dollari; c. 10 dollari; 88. Il moltiplicatore delle imposte, con imposte indipendenti dal reddito, è: a. maggiore del moltiplicatore della spesa pubblica; b. uguale al moltiplicatore della spesa pubblica; c. minore del moltiplicatore della spesa pubblica; d. uguale al moltiplicatore della spesa per investimenti. 89. Se le imposte sono proporzionali al reddito, invece di rimanere costante, a. il moltiplicatore del bilancio in pareggio ha valore zero; b. il valore del moltiplicatore della spesa pubblica si accresce; c. il moltiplicatore dei trasferimenti aumenta; d. il valore del moltiplicatore della spesa pubblica si riduce; 90. Se in condizioni di piena occupazione e prezzi stabili la tassazione e la spesa pubblica vengono accresciute dello stesso ammontare, l’economia: a. rimarrà in condizioni di piena occupazione e prezzi stabili, b. scenderà al di sotto del livello di piena occupazione, c. sperimenterà inflazione. 91. Se la riduzione della spesa pubblica è compensata da un eguale aumento dei trasferimenti, il li‐
vello di equilibrio del reddito: a. rimarrà invariato; b. aumenterà; c. diminuirà; 92. L’investimento è funzione del tasso di interesse. Una riduzione di quest’ultimo: a. accresce il livello dell’investimento e ciò a sua volta riduce il livello del reddito; b. accresce il livello dell’investimento e ciò a sua volta accresce il livello del reddito; c. riduce il livello dell’investimento e ciò a sua volta riduce il livello del reddito; d. riduce il livello dell’investimento e ciò a sua volta accresce il livello del reddito. 93. La spesa per consumi non dipende dalle imposte. 94. Il reddito disponibile è pari al reddito totale meno le imposte nette. 95. La spesa per il consumo è legata al reddito disponibile. 96. La propensione marginale al consumo rappresenta l’intercetta verticale della funzione di consu‐
mo. 97. La propensione marginale al consumo è pari al rapporto tra la variazione del consumo e la varia‐
zione del reddito disponibile. 98. Una riduzione del tasso di interesse provoca una riduzione del consumo. 20 99. Un aumento della ricchezza delle famiglie porterà a uno spostamento verso l’alto della funzione del consumo. 100. Una variazione del reddito disponibile determina uno spostamento della funzione di consu‐
mo. 101. Il moltiplicatore di spesa è il numero per cui bisogna moltiplicare una variazione di spesa per ottenere la variazione del PIL di equilibrio. 102.
Il moltiplicatore di imposta è maggiore del moltiplicatore di spesa. 103.
La spesa pubblica è una variabile di stock. 104.
I governi possono porre in essere politiche economiche volte ad aumentare gli investimenti. 105.
A parità di altre condizioni, un aumento degli investimenti aumenta il PIL pro‐capite. 106. Per aumentare gli investimenti i governi possono agire sulle imprese, sulle famiglie, sulle im‐
portazioni nette. 107. A parità di altre condizioni un aumento dello stock di capitale lascia invariato il tenore di vita medio della società. Teoria della moneta
108.
Keynes riteneva che la moneta venisse impiegata: a. per scambiare beni e servizi, b. per far fronte a necessità impreviste, c. per non incorrere in un rendimento effettivo negativo detenendo obbligazioni a lunga scadenza, d. per tutti i motivi suddetti. 109.
L’ammontare medio di moneta detenuta per transazioni: a. aumenta se l’intervallo fra la percezione e la spesa del reddito si abbrevia; b. aumenta se l’intervallo fra la percezione e la spesa del reddito si amplia; c. si riduce se l’intervallo fra la percezione e la spesa del reddito si amplia; d. aumenta se il reddito viene percepito con maggiore frequenza. 110.
L’ammontare medio di moneta detenuta per transazioni da una famiglia a. cresce al crescere del numero dei giorni del periodo di paga; b. diminuisce al crescere del numero dei giorni del periodo di paga; c. diminuisce al crescere del livello del reddito disponibile; d. cresce al diminuire del livello del reddito disponibile. 111.
Quale fra i seguenti enunciati è scorretto? a. La domanda precauzionale di moneta non dipende dal livello del reddito; b. le domanda di moneta precauzionale dipende dall’incertezza riguardo al futuro; c. la domanda di moneta precauzionale diminuisce al crescere della frequenza con cui le famiglie percepiscono le loro remunerazioni; d. la domanda di moneta precauzionale esiste perché si deve far fronte a spese impreviste. 112.
Secondo Keynes la domanda speculativa di moneta esiste perché: a. gli individui amano speculare sul mercato dei titoli; b. chi detiene moneta corre un rischio considerevole; c. le obbligazioni possono rendere meno della moneta; d. è possibile che gli individui non desiderino acquistare titoli. 21 113. Una curva orizzontale della domanda di moneta in corrispondenza di un dato tasso di inte‐
resse indica che: a. non vi è alcuna domanda speculativa di moneta; b. vi è una domanda di moneta modesta e limitata; c. vi è una domanda illimitata di moneta; d. vi è una domanda illimitata di obbligazioni. 114.
La domanda di moneta è: a. funzione crescente del reddito e decrescente del tasso di interesse; b. funzione decrescente del reddito e del tasso di interesse; c. funzione crescente del reddito e del tasso di interesse; d. funzione decrescente del reddito e crescente del tasso di interesse. 115. Supponiamo che l’offerta di moneta sia costante e che la domanda di moneta sia funzione del reddito e del tasso di interesse. Se il livello del reddito aumenta si ha: a. un incremento della quantità di moneta domandata ed un incremento del tasso di inte‐
resse; b. un incremento della quantità di moneta domandata ed una diminuzione del tasso di in‐
teresse; c. una diminuzione della quantità di moneta domandata ed una diminuzione del tasso di in‐
teresse; d. un diminuzione della quantità di moneta domandata ed un incremento del tasso di inte‐
resse; 116.
La moneta è il mezzo di scambio del sistema economico. Ciò significa che: a. Gli individui possono scambiare moneta senza costi aggiuntivi. b. Gli individui accettano moneta in cambio di beni e servizi. c. Il sistema economico è basato sullo scambio di beni e servizi. d. Nessuna delle precedenti risposte. 117.
Quali sono le limitazioni legate a un’economia di baratto? a. Non esistono le banche. b. La BC non può porre in essere politiche monetarie. c. Può essere costoso trasportare il bene stabilito come mezzo di scambio. d. Tutte le risposte fornite. 118. Nell’economia del Paese X vi sono 15 beni, non vi è moneta e tutti gli scambi avvengono tra‐
mite baratto. Quanti prezzi relativi vi sono? a. 15. b. 30. c. 105. d. Non è possibile stabilirne il numero con esattezza. 119.
La BC influenza il sistema economico: a. Variando la base monetaria. b. Variando la spesa pubblica. c. Variando le tasse sui depositi a vista. d. Nessuna delle precedenti risposte. 120.
Si definisce Base Monetaria per l’Italia: a. Il circolante più i depositi. b. M1. 22 c. M1 + M2. d. Nessuna delle precedenti risposte. 121.
Le banche detengono riserve: a. Per tutelarsi contro furti e perché vincolate dalla BC. b. Esclusivamente perché vincolate dalla BC. c. Per dare una garanzia ai i clienti e perché vincolate dalla BC. d. Per porre in essere azioni di politica monetaria. 122.
Per variare l’offerta di moneta la banca centrale può: a. Porre in essere operazioni di mercato aperto emettendo obbligazioni. b. Stampare moneta nella misura che ritiene necessaria a variare il tasso di interesse. c. Variare il tasso di interesse che le banche offrono sui depositi. d. Nessuna delle precedenti risposte. 123.
Si definisce politica monetaria espansiva: a. Un aumento del coefficiente di riserva obbligatoria. b. Un aumento del tasso di interesse. c. Un aumento dell’offerta di moneta. d. Un aumento del tasso di sconto. 124. In un’economia in cui il coefficiente di riserva obbligatoria è pari al 2%, il moltiplicatore dei depositi è pari a: a. 50. b. 60. c. 80. d. 85. 125.
Il tasso di interesse è il costo‐opportunità di: a. Detenere obbligazioni. b. Detenere titoli di stato. c. Detenere moneta. d. Nessuna delle precedenti risposte. 126. Supponiamo un’economia in cui vi siano solo obbligazioni e moneta e il prezzo dì acquisto delle obbligazioni sia pari a 95. Il prezzo di rimborso sia 102. In questa economia il tasso di inte‐
resse è pari a: a. 12,5%. b. 5,49. c. 7,3%. d. 9,1%. 127.
All’aumentare del tasso di interesse: a. La domanda di moneta si riduce. b. La domanda di moneta aumenta. c. L’offerta di moneta aumenta. d. L’offerta di moneta si riduce. 128.
Un mercato monetario è in equilibrio quando: a. La quantità di base monetaria offerta dalla BC è pari alla quantità di moneta domandata dalle imprese. b. il tasso di interesse è tale per cui non vi è eccesso di domanda e/o offerta di moneta ma vi è solo eccesso di domanda e/o offerta di obbligazioni. 23 c. La quantità domandata di obbligazioni è nulla. d. La quantità di moneta che gli individui (famiglie e imprese) vorrebbero detenere è pari al‐
la quantità di moneta che gli individui effettivamente detengono. 129.
Il Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC) è composto: a. Dalla BCE e dalle BC dei 12 stati membri che hanno introdotto l’euro. b. Dalla BCE e dalle BC di tutti e 25 gli stati membri dell’Unione Europea. c. Dalla BCE e dalle BC e dalle Banche commerciali dei 12 stati membri che hanno introdot‐
to l’euro. d. Dalla BCE, dalle BC e dalle Banche commerciali di tutti e 25 gli stati membri dell’Unione Europea. 130.
Alcuni dei compiti fondamentali da assolvere tramite il SEBC sono: a. Mantenere in equilibrio il mercato monetario, indipendentemente dal livello dei prezzi. b. Definire e attuare la politica monetaria. c. Sostenere le politiche economiche dell’Unione Europea. d. Contribuire alla crescita economica mediante un aumento del PIL. 131.
Una politica monetaria espansiva genererà: a. Un aumento del PIL tramite una aumento del tasso di interesse. b. Un aumento del PIL tramite un aumento degli investimenti. c. Un aumento del PIL tramite una riduzione del prezzo di acquisto delle obbligazioni. d. Una riduzione del PIL tramite un aumento del prezzo di acquisto delle obbligazioni. 132.
Una politica monetaria restrittiva: a. Genera una riduzione del PIL stimolata da una riduzione dell’offerta di moneta. b. Genera una riduzione del PIL stimolata da una riduzione del tasso dì interesse. c. Genera una riduzione del PIL stimolata da un aumento del Prezzo di acquisto delle obbli‐
gazioni. d. Genera una riduzione del PIL stimolata da una riduzione del prezzo di rimborso delle ob‐
bligazioni. 133.
Il tasso di interesse può variare: a. In seguito a variazioni dell’offerta di moneta. b. In seguito a variazioni della domanda di moneta. c. Inseguito a variazioni tanto della domanda che dell’offerta di moneta. d. In seguito a una variazione degli Investimenti. 134. Supponiamo di osservare in un dato arco di tempo un aumento dell’aggregato monetario M3. La crescita sostenuta di M3 può indicare: a. tassi di interesse elevati tali da sostenere la crescita della moneta. b. crescita degli Investimenti. c. crescita della componente autonoma del consumo. d. la preferenza degli investitori per le attività liquide a fronte di incertezza nei mercati fi‐
nanziari. 135. L’offerta di moneta di una nazione è pari alla base monetaria di cui dispone settore privato. 136.
Le riserve obbligatorie sono tali per un accordo tra banche commerciali. 137. Il coefficiente di riserva obbligatoria indica alle banche la percentuale dei depositi da tenere come riserva obbligatoria. 24 138. La Banca centrale è l’istituzione responsabile tanto della politica fiscale quanto di quella mo‐
netaria. 139. Con il termine “operazioni di mercato aperto” si indicano gli acquisti e le vendite di obbliga‐
zioni realizzati dalle Banche Commerciali. 140.
Le banche commerciali creano i depositi a vista e tramite essi creano ricchezza. 141. Il moltiplicatore dei depositi a vista è il numero per cui bisogna moltiplicare l’emissione di ri‐
serve per ottenere la variazione totale dei depositi a vista. 142. Per ogni dato valore del coefficiente di riserva obbligatoria (CRO), la formula per ottenere il moltiplicatore dei depositi a vista è 1/(1 –CRO). 143.
Modificando il tasso di sconto la Banca Centrale può controllare l’offerta di moneta. 144.
La curva di domanda di moneta dell’intero sistema economico è inclinata negativamente. 145. Quando i prezzi del mercato obbligazionario aumentano allora anche i tassi di interesse au‐
mentano. 146. Quando la Banca Centrale acquista obbligazioni di stato, il tasso di interesse diminuisce e la spesa in impianti e attrezzature, case nuove e beni durevoli aumenta. 147. Il Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) è formato dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalle Banche commerciali di tutti gli stati membri. 148.
Obiettivo primario della BCE è garantire la piena occupazione. 149. Un aumento del livello dei prezzi incrementa la domanda di moneta e simultaneamente pro‐
voca una riduzione delle esportazioni nette. 150.
La curva di offerta di moneta, nel lungo periodo, può essere crescente. 151.
L’obiettivo principale della BCE è la stabilità dei prezzi. 152.
La domanda di moneta è funzione del prezzo delle obbligazioni. Modello IS – LM
153.
La curva IS rappresenta: a. una relazione diretta fra tasso di interesse e reddito; b. una relazione inversa tra tasso di interesse e reddito; c. una relazione diretta fra tasso di interesse ed investimento; d. una relazione inversa tra tasso di interesse ed investimento. 154. L’equazione IS è Y = 500 ‐ 20i. Quale fra le seguenti combinazioni reddito‐tasso di interesse non soddisfa la condizione di equilibrio sul mercato dei beni? a. i=0,02 ed Y= 450; b. i=0,05 ed Y= 400; c. i=0,07 ed Y= 360; d. i=0,1 ed Y= 300. 155.
Un incremento autonomo dell’investimento: a. non ha alcun effetto sulla scheda IS; b. non ha alcun effetto sulla scheda IS ma determina una variazione multipla del reddito d’equilibrio; 25 c. determina uno spostamento verso destra della curva IS; d. determina uno spostamento verso sinistra della curva IS. 156. Dati una propensione marginale al consumo pari a 0,8 ed un incremento degli investimenti di 10, la curva IS si sposta: a. verso destra di 50; b. verso destra di 10; c. verso sinistra di 50; d. verso sinistra di 10. 157.
Quale fra i seguenti enunciati è scorretto? a. La scheda IS si sposta verso sinistra se le tasse aumentano; b. la IS si sposta verso destra se vi è un aumento di G e delle tasse; c. la IS si sposta a destra se il saggio di interesse si riduce; d. la IS si sposta a destra se vi è un incremento degli investimenti. 158. Dati C=40+0,8Yd, TA=20, G=20, I=70‐400i, un incremento della tassazione di 10 sposterà la scheda IS a. verso destra di 10; b. verso sinistra di 10; c. verso destra di 40; d. verso sinistra di 40; 159.
Dati C=40+0,8Yd, TA=20, G=20, I=70‐400i, quale fra i seguenti enunciati è corretto? a. un incremento di 10 di G sposta la IS a destra di 10; b. un incremento di 10 di TA sposta a destra la IS di 10; c. un incremento di 10 di G e TA sposta a destra la IS di 10; d. un incremento di 10 di G e TA sposta a sinistra la IS di 10. 160.
Un uguale incremento della tassazione e della spesa pubblica: a. non ha alcun effetto sulla IS; b. sposta la IS a destra per un ammontare pari ΔG; c. sposta la IS a sinistra per un ammontare pari al prodotto del moltiplicatore e ΔG. 161.
La funzione LM rappresenta l’equilibrio monetario quando: a. l’offerta di moneta è uguale alla domanda di merci; b. l’offerta di moneta è uguale alla domanda di moneta; c. la domanda di moneta è uguale alla domanda di merci; d. la domanda di moneta per transazioni e precauzionale è uguale alla domanda speculativa di moneta. 162.
La funzione LM si sposta: a. verso destra se l’offerta di moneta aumenta; b. verso destra se la domanda di moneta aumenta; c. verso sinistra se la domanda di moneta aumenta; d) verso sinistra se la domanda di mo‐
neta diminuisce. 163.
Quale fra i seguenti enunciati è corretto? a. In assenza di domanda speculativa di moneta la LM è verticale; b. in assenza di domanda speculativa di moneta la LM è orizzontale; c. le variazioni dell’offerta di moneta non influenzano la LM se questa ha un’inclinazione positiva; d. le variazioni dell’offerta di moneta non influenzano la LM se essa è verticale. 26 164. Nel caso in cui IS abbia un’inclinazione negativa e la LM inclinazione positiva, un incremento dell’investimento autonomo si traduce in: a. un maggior livello del reddito e del tasso di interesse; b. un minor livello del reddito e del tasso di interesse; c. un maggior livello del reddito ed un minor livello del tasso di interesse; d. un minor livello del reddito ed un maggior tasso di interesse. 165.
Un aumento della tassazione si traduce in: a. un maggior livello del reddito e del tasso di interesse; b. un minor livello del reddito e del tasso di interesse; c. un maggior livello del reddito ed un minor livello del tasso di interesse; d. un minor livello del reddito ed un maggior tasso di interesse. 166.
Un incremento dell’offerta di moneta si traduce in: a. un maggior livello del reddito e del tasso di interesse; b. un minor livello del reddito e del tasso di interesse; c. un maggior livello del reddito ed un minor livello del tasso di interesse; d. un minor livello del reddito ed un maggior tasso di interesse. 167.
Una riduzione della spesa pubblica: a. non ha alcun effetto sulla spesa per consumi e per investimenti; b. stimola gli investimenti, ma riduce la spesa per consumi; c. riduce la spesa per investimenti ma stimola quella per consumi; d. riduce sia la spesa per investimenti che quella per consumi; 168.
Se si verifica un’eguale riduzione della tassazione e della spesa pubblica: a. il reddito subisce una variazione pari alla variazione della spesa pubblica; b. il livello del reddito diminuisce ma il livello del consumo aumenta; c. il livello del reddito diminuisce ma il livello dell’investimento aumenta; d. il livello del reddito diminuisce, ma il livello dei consumi e dell’investimento aumentano. 169.
Un incremento della tassazione si traduce in: a. minori investimenti; b. maggiori investimenti; c. un incremento della propensione marginale al consumo; d. un incremento dell’offerta di moneta. 170.
Se l’offerta di moneta diminuisce: a. il livello del consumo non varia; b. il livello dell’investimento non varia; c. il livello dell’investimento aumenta; d. il livello dell’investimento diminuisce; 171. L’incremento della spesa pubblica sposta la funzione IS a destra in misura pari ad αΔG. Que‐
sta azione fiscale accresce il reddito nella stessa misura se: a. non vi è domanda speculativa di moneta; b. la funzione LM è verticale; c. la LM è orizzontale; d. la LM è inclinata positivamente. 172. Un incremento dell’offerta di moneta sposta la LM verso destra di un ammontare pari a ΔM/k. Il livello del reddito aumenta dello stesso ammontare se: a. la LM non ha alcuna relazione con il tasso di interesse; 27 b. la spesa non è in relazione con il tasso di interesse; c. la LM ha inclinazione nulla; d. la LM ha un’inclinazione maggiore di zero, ma minore di uno. 173.
Una misura fiscale non ha effetto sul livello del reddito se: a. la LM ha inclinazione nulla; b. la LM ha inclinazione positiva ma meno che infinita; c. la LM ha inclinazione infinita; d. vi è relazione fra domanda di moneta a tasso di interesse. 174.
Un incremento dell’offerta di moneta non ha effetto sul livello del reddito se: a. non vi è relazione fra LM e tasso di interesse; b. fra spesa e tasso di interesse non vi è relazione; c. la IS ha inclinazione nulla; d. la LM ha inclinazione positiva. 175.
In quale situazione la politica monetaria è più efficace? a. La IS ha inclinazione infinita; la LM ha inclinazione positiva e finita; b. la IS ha inclinazione finita e la LM inclinazione nulla; c. la IS ha inclinazione infinita e la LM inclinazione nulla; d. la IS ha inclinazione finita e la LM inclinazione infinita. 176.
In quale situazione la politica fiscale è più efficace? a. La IS ha inclinazione nulla e la LM inclinazione finita; b. la IS ha inclinazione nulla e la LM infinita; c. la IS e la LM hanno inclinazioni finite; d. la IS ha inclinazione finita e la LM inclinazione nulla. 177.
La pendenza della curva IS è maggiore quando la domanda per investimenti è a. inelastica rispetto all’interesse ed il moltiplicatore è elevato; b. elastica rispetto all’interesse ed il moltiplicatore è piccolo; c. elastica rispetto al tasso di interesse ed il moltiplicatore è elevato; d. inelastica rispetto all’interesse ed il moltiplicatore è piccolo; 178.
L’inclinazione della LM è più piccola quando: a. non vi è domanda speculativa di moneta e la domanda di moneta per transazioni è asso‐
lutamente inelastica rispetto al tasso di interesse; b. la domanda speculativa e quella per transazioni sono inelastiche rispetto al tasso di inte‐
resse; c. la domanda di moneta per transazioni è piccola e la domanda di moneta speculativa è inelastica rispetto all’interesse; d. la domanda di moneta è fortemente elastica rispetto al tasso di interesse. 179.
Quale fra le seguenti funzioni IS è meno inclinata? a. Y = 640 ‐ 2000i ; b. Y = 640 ‐ 1000i ; c. 0,50Y = 320 ‐ 800i ; d. 0,25Y = 160 ‐ 800i. 180.
Quale fra i seguenti insiemi di equazioni configura la politica monetaria più efficace? a. L’equazione IS è Y = 500 ‐ 2000i e la LM é Y = 400 + 4000i ; b. l’equazione IS è Y = 500 ‐ 2000i e la LM é Y = 400 + 2000i ; c. l’equazione IS è 0,25Y = 160 ‐ 800i e la LM é 0,5Y = 200 + 1000i ; 28 d. l’equazione IS è 0,5Y = 320 ‐ 1600i e la LM é 0,25Y = 100 + 100i ; 181.
Quale fra i seguenti insiemi di equazioni configura la politica fiscale più efficace? a. l’equazione IS è 0,25Y = 160 ‐ 800i e la LM é 0,25Y = 100 + 100i ; b. l’equazione IS è Y = 640 ‐ 3200i e la LM é Y = 400 + 400i ; c. l’equazione IS è 0,25Y = 160 ‐ 500i e la LM é Y = 400 + 400i; d. l’equazione IS è Y = 160 ‐ 500i e la LM é 0,25Y = 125 + 1000i; 182.
Quale fra i seguenti enunciati non è vero? a. La politica fiscale è efficace se la domanda di moneta è assolutamente elastica rispetto all’interesse; b. la politica fiscale è in gran parte efficace se la domanda di moneta è inelastica rispetto al tasso di interesse ed esiste una forte relazione fra spesa e tasso di interesse; c. la politica monetaria è in gran parte efficace se esiste una forte relazione fra spesa e tas‐
so di interesse e l’attivazione dei saldi monetari inattivi richiede ampie variazioni del tas‐
so di interesse; d. la politica monetaria è completamente efficace se la domanda di moneta non è in rela‐
zione con il tasso di interesse ed esiste una forte relazione fra spesa e tasso di interesse. 183. Il mercato dei fondi mutuabili è il mercato in cui le imprese ottengono i fondi quando sono in crisi. 184.
Quando lo stato aumenta la spesa pubblica realizza una politica monetaria espansiva. 185.
Lo stato può effettuare operazioni di mercato aperto. 186.
Nel mercato dei fondi mutuabili, l’offerta di fondi corrisponde ai risparmio delle famiglie. 187.
Maggiore è il tasso di interesse, minore è la quantità di risparmi delle famiglie. 188. Uno stabilizzatore automatico è in grado di modificare il valore del moltiplicatore dei deposi‐
ti. 189.
Le esportazioni nette possono dipendere dalle importazioni nette. 190.
Il valore del moltiplicatore di spesa è sempre un numero maggiore di uno. Mercato del lavoro
191.
192.
Il tasso di disoccupazione misura: a. Il numero di persone disoccupate all’interno di una nazione, b. La percentuale di persone disoccupate sulla forza lavoro di una nazione. c. La differenza tra il numero di individui che compongono la forza lavoro e la popolazione totale di una nazione. d. La differenza tra chi desidera lavorare e chi effettivamente lavora. e. Nessuna delle precedenti risposte. Il salario aumenta se aumenta il livello atteso dei prezzi. 193.
Il salario aumenta se la disoccupazione aumenta. 194. Il salario diminuisce se diminuisce uno dei seguenti fattori: indennità di disoccupazione, sala‐
rio minimo, livello di protezione dei lavoratori. 195. Nel modello di mercato del lavoro studiato, la funzione di produzione aggregata dipende solo dall’occupazione. 29 196.
L’equazione dei salari esprime una relazione positiva fra salario reale e disoccupazione. 197.
Il salario reale dipende positivamente dal mark‐up. 198. Una politica antitrust meno restrittiva implica un aumento del lasso di disoccupazione natu‐
rale. 199.
Se aumenta il mark‐up aumenta l’inflazione. 200.
Se aumenta la disoccupazione aumenta l’inflazione. 201.
Se il parametro θ che definisce le aspettative è pari a 0 le aspettative sono di tipo adattivo. 202.
Il tasso di disoccupazione naturale dipende dal mark‐up. 203.
Il tasso di disoccupazione naturale non dipende da fattori socio‐istituzionali z. 204.
Il tasso naturale di disoccupazione dipende dalla quantità di moneta in circolazione. 205.
Il tasso di disoccupazione è pari al numero di disoccupati sul totale della forza lavoro. 206.
I disoccupati frizionali sono gli individui che non hanno occupazione da più di un anno. 207. La disoccupazione strutturale è in genere un problema persistente che interessa il lungo pe‐
riodo. 208. Anche in piena occupazione il tasso di disoccupazione rimane superiore a zero. Questo avvie‐
ne perché permangono dei valori positivi di disoccupazione frizionale, stagionale e strutturale. 209. Il principale costo economico della disoccupazione è costituito dal costo di mantenimento degli uffici di collocamento. 210.
La forza lavoro è definita come la somma delle persone occupate e di quelle disoccupate. 211.
Si definiscono occupati tutti coloro che hanno un’occupazione fissa. 212.
Un aumento della forza lavoro determina un incremento del prodotto potenziale. 213.
La crescita dell’occupazione deriva solo da un incremento dell’offerta di lavoro. 214.
La produttività del lavoro è pari al prodotto totale di una nazione per il numero di lavoratori. 215. Se lo stock di capitale rimane costante e l’occupazione aumenta allora la produttività dimi‐
nuisce. 216. Se la produttività del lavoro diminuisce, allora anche il tenore di vita medio della società si riduce. 217.
Un aumento del capitale umano non ha effetti sulla produttività del lavoro. 218.
Il progresso tecnologico è indipendente dalla volontà umana. 219.
Il tasso di progresso tecnologico dipende in gran parte dalla spesa totale in ricerca e sviluppo. 220.
Lo stato può incrementare il progresso tecnologico potenziando la protezione da brevetto. 221.
Durante una recessione il tasso di disoccupazione è elevato. 30 Modello AD – AS
222.
La curva di domanda aggregata indica: a. La relazione tra il livello dei prezzi e il PIL reale domandato. b. La relazione tra il livello dei prezzi e il PIL reale offerto. c. Il PIL reale di equilibrio per ogni dato livello dei prezzi. d. II livello dei prezzi per ogni dato livello di PIL. 223.
La curva di domanda aggregata è decrescente perché: a. Mostra una relazione positiva tra il livello dei prezzi e il PIL reale. b. Mostra una relazione inversa tra il livello dei prezzi e il PIL reale. c. Quando i prezzi aumentano il tasso di interesse si riduce. d. Quando i prezzi aumentano il tasso di interesse aumenta. 224. Quali delle seguenti voci, non provoca uno spostamento della curva di domanda aggregata nel piano cartesiano? a. Una variazione del livello dei prezzi. b. Un aumento della spesa pubblica. c. Un aumento dell’offerta di moneta. d. Un aumento delle esportazioni nette. 225. Quali delle seguenti voci non provoca uno spostamento della curva di offerta aggregata nel piano cartesiano? a. Un aumento del prezzo del petrolio. b. Condizioni climatiche particolarmente positive e/o negative. c. Una variazione del PIL. d. Politiche economiche volte a moderare il tasso di crescita dell’economia. 226.
Il termine stagflazione indica: a. Un sistema economico caratterizzato da un tasso di inflazione particolarmente elevato. b. Un sistema economico stagnante che subisce inflazione. c. Un sistema economico con bassi tassi di disoccupazione ed elevata inflazione. d. Un sistema economico con elevata disoccupazione e tassi di crescita del PII. elevati. 227.
La stagflazione è conseguenza di: a. Uno spostamento verso destra della curva di offerta aggregata. b. Uno spostamento verso sinistra della curva di offerta aggregata. c. Uno spostamento verso destra della curva di domanda aggregata, d. Uno spostamento verso sinistra della curva di domanda aggregata. 228.
Un aumento dell’offerta di moneta, nel breve periodo, determinerà: a. Uno spostamento iniziale della curva di AD verso destra e un successivo spostamento lunga la curva AS tale da controbilanciare, in parte, la crescita del PIL. b. Uno spostamento iniziale della curva di AD verso destra e un successivo spostamento lungo la curva AS tale da ampliare la crescita del PIL. c. Uno spostamento iniziale della curva di AD verso sinistra e un successivo spostamento lungo la curva AS tale da controbilanciare, in parte, la crescita del PIL. d. Uno spostamento iniziale della curva di AD verso sinistra e un successivo spostamento lunga la curva AS tale da ampliare, in parte, la crescita del PIL. 229.
Un aumento del prezzo del petrolio costituisce: a. Uno shock alla domanda positivo. b. Uno shock alla domanda negativo. 31 c. Uno shock all’offerta positivo. d. Uno shock all’offerta negativo. 230.
La curva di offerta aggregata di lungo periodo: a. E’sempre crescente b. E’ parallela all’asse della x (orizzontale). c. È parallela all’asse delle y (verticale). d. Può essere crescente, decrescente o verticale. 231.
Una curva di offerta aggregata di lungo periodo verticale implica che: a. Politiche monetarie e fiscali sono efficaci solo nel breve periodo. b. La politica monetaria è efficace nel lungo periodo, la politica fiscale nel breve. c. Gli shock di domanda hanno effetto solo nel lungo periodo. d. Gli shock di offerta hanno effetto solo nel lungo periodo essendo neutrali nel breve. 232.
La curva di offerta aggregata di lungo periodo può essere spostata da: a. La scoperta di un nuovo giacimento petrolifero. b. L’aumento dell’occupazione. c. Politiche fiscali espansive. d. Nessuna delle precedenti risposte. 233. Il modello di domanda e offerta aggregata distingue l’equilibrio di breve periodo da quello di lungo periodo. Quale è la variabile chiave che permette di distinguere gli effetti di uno shock nei due casi: a. I prezzi. b. I costi medi. c. Il salario. d. Il tasso di interesse. 234.
Nel breve periodo, variazioni della produzione determinano variazioni dei prezzi perché: a. Indipendentemente dal mark‐up un aumento del PIL determina un aumento del livello dei prezzi e viceversa. b. Dato un mark‐up stabile nel breve periodo, un aumento del PIL provoca un aumento dei costi medi innalzando il livello dei prezzi e viceversa. c. Una variazione della produzione crea stimoli diversi sulla domanda e offerta di beni e servizi e per questa via può aumentare i prezzi o viceversa. d. Se la produzione aumenta, gli input produttivi divengono più convenienti e viceversa. 235.
Un aumento della spesa pubblica, nel breve periodo, avvia la seguente catena di eventi: PIL costi unitari P
i I
PIL a. G b. G PIL costi unitari P
i I
PIL c. G PIL costi unitari P
i I
PIL d. G PIL costi unitari P
i I
PIL 236.
Un aumento della spesa pubblica, nel lungo periodo, avvia la seguente catena di eventi: a. G
PIL
PIL>PIL potenziale salari
costi unita‐
ri
P
PIL
fino a che PIL = PIL potenziale b. G
PIL
PIL>PIL potenziale
salari
costi unitari
P
PIL
fino a che PIL = PIL potenziale PIL
PIL>PIL potenziale
salari
costi unitari
P
c. G
PIL
fino a che PIL = PIL potenziale 32 d. G
PIL
PIL
PIL>PIL potenziale
fino a che PIL = PIL potenziale salari
costi unitari
P
237.
Si definisce meccanismo di auto‐correzione: a. Il processo di aggiustamento tramite il quale le variazioni di prezzo e salario riportano il sistema economico al prodotto di piena occupazione nel lungo periodo. b. Il processo di aggiustamento tramite il quale le variazioni di prezzo e salario riportano il sistema economico ai prodotto di piena occupazione nel breve periodo. c. Il processo di aggiustamento che i governi pongono in essere per auto correggere shock di offerta positivi e/o negativi. d. Il processo di aggiustamento che si realizza tramite il moltiplicatore. 238.
Il modello di domanda e offerta aggregata distingue il breve dal lungo periodo. In che modo? a. Nel breve periodo gli investimenti sono considerati fissi, nel lungo possono variare. b. Nel breve periodo il consumo è considerato fisso, nel lungo può variare. c. Nel breve periodo i salari sono considerati fissi, nel lungo possono variare. d. Nel breve periodo i prezzi sono considerati fissi, nel lungo possono variare. 239.
Una crescita eccessiva dell’offerta di moneta: a. E’ uno shock di offerta negativo, sposta la curva AS verso destra. b. E’ uno shock di domanda positivo, sposta la curva AD verso sinistra. c. E’ uno shock di domanda negativo, sposta la curva AD verso destra. d. Nessuna delle precedenti risposte. 240.
La curva di offerta aggregata di breve periodo indica: a. Il livello dei prezzi corrispondente ai costi totali dell’impresa per ogni dato livello di pro‐
dotto. b. Il livello dei prezzi corrispondente ai costi medi dell’impresa per ogni dato livello di pro‐
dotto. c. Il livello di prodotto corrispondente al mark‐up dell’impresa. d. Nessuna delle precedenti risposte. 241.
Il modello di equilibrio economico generale si definisce tale perché: a. Analizza l’economia tanto dal lato della domanda quanto da quello dell’offerta. b. Analizza le interrelazioni tra diversi mercati: reale, finanziario, del lavoro. c. Analizza la domanda e l’offerta sia nel breve che nel lungo periodo. d. Analizza le interrelazioni commerciali tra paesi. 242. La curva di domanda aggregata indica il livello dei prezzi corrispondente ai costi medi delle imprese e al loro mark‐up percentuale per ogni dato livello di prodotto nel breve periodo. 243. Il mark‐up è il margine di guadagno delle imprese calcolato come percentuale del costo me‐
dio totale. 244. Nel modello di domanda e offerta aggregata il breve periodo si differenzia dal lungo periodo perché nel breve periodo il tasso salariale è dato. 245. Stagflazione è un termine che indica la contemporanea riduzione del PIL e aumento dei prez‐
zi. 246. Quando la spesa pubblica aumenta, lo spostamento orizzontale della curva di domanda ag‐
gregata, misura le reali dimensioni dell’aumento del PIL. 247.
La curva di AD è inclinata negativamente. 248.
La curva di offerta aggregata di lungo periodo può essere verticale. 33 Curva di Phillips
249.
Nel modello proposto da Lucas, il processo di disinflazione avviene gradualmente. 250.
La modalità di formazione delle aspettative che implica il miglior uso dell’informazione è: a. statica b. adattiva c. razionale d. nessuna delle alternative fornite 251. L’adozione di aspettative razionali è condizione sufficiente per escludere che gli individui compiano errori sistematici 252. L’adozione di aspettative razionali è condizione necessaria per escludere che gli individui compiano errori sistematici 253. In presenza di aspettative adattive gli individui possono compiere errori di previsione siste‐
matici 254. L’implicazione di politica economica derivante dall’adozione di aspettative statiche è che il trade‐off fra inflazione e disoccupazione esiste sia nel breve che nel lungo periodo 255. L’implicazione di politica economica derivante dall’adozione di aspettative adattive è che il trade‐off fra inflazione e disoccupazione esiste sia nel breve che nel lungo periodo 256. L’implicazione di politica economica derivante dall’adozione di aspettative razionali in un modello privo di imperfezioni di mercato è che il trade‐off fra inflazione e disoccupazione non e‐
siste 257.
Il processo di convergenza al tasso naturale di disoccupazione è: a. asimmetrico: quando il tasso di disoccupazione effettivo è inferiore a quello naturale la dinamica dei prezzi è superiore a quella dell’occupazione, mentre nel caso opposto la di‐
namica dell’occupazione supera la velocità di aggiustamento dei prezzi b. asimmetrico: quando il tasso di disoccupazione effettivo è inferiore a quello naturale la dinamica dei prezzi è inferiore a quella dell’occupazione, mentre nel caso opposto la di‐
namica dell’occupazione è inferiore alla velocità di aggiustamento dei prezzi c. simmetrico: il tipo di aggiustamento al tasso naturale di disoccupazione non dipende dal segno della divergenza fra tasso effettivo di disoccupazione e tasso naturale stesso. 258. La curva di Phillips corretta dalle aspettative consente di instaurare una relazione fra inflazio‐
ne e tasso di disoccupazione naturale, che non si stabilisce nel caso in cui le aspettative non ven‐
gano esplicitamente considerate. 259. I teorici della curva di Phillips con aspettative razionali ritengono che la disoccupazione si possa ridurre ricorrendo a politiche congiunturali 260. La curva di Phillips implica l’esistenza di una legge economica così forte, che si può affermare l’esistenza di un’unica curva di Phillips a livello di diversi paesi 261.
Il tasso di disoccupazione naturale è stabile nel tempo 262.
Il processo di indicizzazione salariale aumenta l’impatto della disoccupazione sull’inflazione 263.
Le possibili cause dell’inflazione sono da ricercare in: a. shock positivi di breve periodo sul lato della domanda b. shock negativi di breve periodo sul lato dell’offerta c. continue perturbazioni di carattere monetario d. tutte le alternative fornite 34 Economia aperta
264.
Si definisce Vantaggio assoluto: a. La capacità di un paese di produrre più beni rispetto a un altro paese. b. La capacità di un paese di avere una crescita del PIL in assoluto più elevata. c. La capacità di un paese di produrre un bene utilizzando meno risorse rispetto a un altro paese. d. La capacità di un paese di produrre un bene con un costo opportunità inferiore rispetto agli altri paesi. 265. Per avere 1 paio di scarpe del paese A bisogna cedere 3 maglioni del paese B. La ragione di scambio tra i due paesi è: a. Di uno a uno. b. Di tre a uno. c. Di tre a tre. d. Di uno a tre. 266.
Si definisce Vantaggio Comparato: a. La capacità di un paese di produrre più beni rispetto a un altro paese. b. La capacità di un paese di avere una crescita del PIL in assoluto più elevata. c. La capacità di un paese di produrre un bene utilizzando meno risorse rispetto a un altro paese. d. La capacità di un paese di produrre un bene con un costo opportunità inferiore rispetto agli altri paesi. 267.
Il tasso di cambio nominale è: a. il numero di Unità di moneta nazionale che si possono ottenere per un’unità di moneta estera. b. il prezzo della moneta estera in termini di moneta nazionale. c. Sia a che b. d. Il prezzo dei beni esteri in termini di beni nazionali. 268.
Il dollaro si è deprezzato in misura rilevante rispetto all’euro. Ciò significa: a. Che il tasso di cambio nominale è aumentato. b. Che il tasso di cambio nominale è diminuito. c. Che il tasso di cambio reale è aumentato. d. Che il tasso di cambio reale è diminuito. 269.
Il tasso di cambio reale: a. E’ una misura particolare del prezzo tra valute. b. E’ una misura della competitività tra nazioni. c. È una misura del potere d’acquisto dei salari. d. Nessuna delle precedenti risposte. 270.
L’Europa presenta un avanzo commerciale: a. La quantità di beni esportati è maggiore della quantità dì beni importati. b. La quantità di beni importati è maggiore della quantità di beni esportati. c. Il valore delle esportazioni è maggiore del valore delle importazioni. d. Il valore delle importazioni è maggiore del valore delle esportazioni. 271.
La teoria delle aree valutarie ottimale: a. Stabilisce i criteri in base ai quali paesi con valute differenti possono adottare una mone‐
ta unica. 35 b. Stabilisce i criteri per determinare l’ottimalità di una valuta rispetto a un’altra. c. Stabilisce i criteri per reagire agli shock di offerta che colpiscono aree con stessa la valu‐
ta. d. Stabilisce i criteri per reagire agli shock di domanda che colpiscono aree con la stessa va‐
luta. 272.
Il libero scambio è conveniente a. Solo se un paese ha un vantaggio assoluto verso gli altri paesi. b. Solo se un paese ha un vantaggio relativo verso gli altri paesi. c. In tutti i casi in cui i costi‐opportunità di produrre i beni siano uguali tra paesi. d. Ogni qual volta i costi opportunità dei paesi differiscano e la ragione di scambio sia com‐
presa tra i costi opportunità senza essere uguale ad alcuno di essi. 273.
In un sistema di tassi di cambio flessibili: a. Le forze del mercato fissano i prezzi delle valute. b. Le Banche Centrali fissano i prezzi delle valute. c. Le svalutazioni sono controllate dalle autorità monetarie. d. Le valute devono essere forti per permettere al sistema di funzionare. 274.
Il tasso di cambio euro/dollaro è: a. Un tasso di cambio fisso. b. Un tasso di cambio flessibile. c. A volte è fisso, a volte è flessibile. d. E’ flessibile e dipende dalle decisioni della Federal Reserve e della BCE. 275.
Molti paesi dovrebbero: a. Produrre solo un prodotto in cui hanno un vantaggio comparato e importare tutto il re‐
sto. b. Produrre solo un prodotto in cui hanno un vantaggio assoluto e importare lutto il resto c. Stabilire equamente tra paesi quali beni importare e quali esportare. d. Stabilire i beni da esportare e importare sulla base delle risorse naturali. 276.
La volatilità del tasso di cambio: a. Agevola le esportazioni. b. Agevola le importazioni. c. Non ha effetti sulle esportazioni e importazioni. d. Nessuna delle precedenti risposte. 277.
278.
Un apprezzamento della moneta implica un aumento del tasso di cambio. In un regime di cambi fissi, gli aumenti del tasso di cambio sono dette svalutazioni. 279. Un paese gode di un vantaggio assoluto nella produzione dì un bene quando può produrlo sostenendo un minor costo opportunità rispetto a un altro paese. 280. Se i paesi si specializzano secondo il vantaggio comparato vi è almeno un paese che peggiora la propria condizione. 281. Il tasso di cambio è l’ammontare di valuta necessaria per acquistare un’unità del paniere di riferimento. 282. Un tasso di cambio si definisce flessibile quando è libero di variare in funzione della domanda e dell’offerta di valuta. 36 
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