PUNTE, TUTTI I SEGRETI SVELATI Il miglior modo per gestire la

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PUNTE, TUTTI I SEGRETI SVELATI
Il miglior modo per gestire la tecnica nel modo più pulito possibile acquisendo
forza e flessibilità
Pubblicato da Alessandra Bedin
www.webdanceacademy.com/blog
Giorno 4 di un corso in 5 parti
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------------------------------Ciao!
Oggi continua il prontuario per l’utilizzo delle punte, dalla A alla Z, quello che
devi sapere per iniziare senza traumi e con consapevolezza.
Nella lezione di oggi impareremo ad eseguire i relevé salendo e scendendo
morbidamente e mantenendo la rotazione: una delle cose che la maggior parte
delle ballerine inizialmente trova più difficile sull’utilizzo delle punte.
COME ESEGUIRE IN MODO CONSAPEVOLE E SOSTENUTO
SFRUTTANDO L’IMMAGINAZIONE
Perché eseguire correttamente un relevé è così difficile?
Le ballerine che iniziano ad usare le punte generalmente trovano impegnativo
salire e scendere dalle punte in modo silenzioso e graduale, salgono saltandoci
su e scendono cadendo, senza ammortizzare il movimento. Salire senza
saltarci sopra e scendere morbidamente è difficile perché richiede una forza
muscolare notevole, che può non vedersi ma c’è perché si costruisce con il
paziente esercizio prima di tutto senza le punte. E questo è vero al di là della
marca e del modello che potrai scegliere. Ci sono modelli che aiutano molto il
lavoro del piede, è vero, ma in definitiva non faranno il lavoro per te. La tua
porzione di lavoro è richiesta comunque, e non la farà la scarpetta, per quanto
‘miracolosa’.
Anzi, ti dirò di più: più alta è la percentuale del tuo lavoro in rapporto al
sostegno e alla flessibilità che può dare una scarpetta, migliori saranno i tuoi
risultati globali. Se sarai stata in grado di danzare con una ‘scarpaccia’
cigolante e durissima, quanto più danzerai con una soave scarpettina flessibile
e silenziosa 
Però il focus qui si sposta altrove. Vediamo dove!
Quale problema si trovano di fronte le ballerine che si accingono a
iniziare la tecnica di punte?
Viene loro richiesto uno sforzo supremo per poter salire e scendere in modo
elastico e silenzioso. Le punte nuove e la mancanza di esperienza non aiutano,
soprattutto se non si sono sviluppati a dovere i muscoli del corsetto muscolare,
delle gambe in generale e gli adduttori. La velocità di esecuzione degli esercizi
poi, inizialmente, non aiuta affatto.
Bisogna avere una grande pazienza all’inizio e andare lentamente, per
consolidare i passaggi di salita e discesa in modo sciolto, senza fretta di
arrivare all’obiettivo desiderato (danzare sulle punte). Inoltre, lo
scoraggiamento arriva facilmente mentre le dita dei piedi, non abituate a una
sofferenza simile, spesso reagiscono con dolorose vesciche e non di rado
unghie nere che poi si staccano. Tutti questi motivi, non per ultimo il dolore ai
piedi, possono ostacolare la corretta esecuzione dei relevés.
Per sopperire alla poca forza iniziale dei piedi, inoltre, si tende ad usare troppo
i quadricipiti, che non fanno che ingrossare le cosce senza però realmente
risolvere il problema del sostegno, anzi creandone uno: la perdita della
rotazione durante i relevé, mentre i piedi vanno in eversione nel tentativo di
non ‘crollare’ nelle discese (ossia, le caviglie cedono in avanti facendo staccare
il mignolo da terra).
Da cosa partire?
Bisogna anzitutto ammettere che il lavoro di punte non è fatto solo con i piedi
o i polpacci: è una tecnica di danza che viene eseguita con tutto il corpo, e
questo è ancora più vero con la rotazione. Mi spiego meglio: la sensazione
della rotazione, in particolare, avviene già nell’addome e nella schiena e giù
per i fianchi, lungo i femori, le gambe, nei piedi e fino al pavimento. Se anziché
pensarla come una parte del corpo e basta la pensi in modo globale, il
risultato meccanico (e di conseguenza visivo) sarà già ben diverso. I fianchi
sono semplicemente i punti di incontro centrale di linea e funzionalità del
movimento.
È come quando esegui una seconda posizione delle braccia arrondi in modo
esteticamente giusto ma ‘finito lì’ e provi invece a immaginare la curva delle
braccia come una linea che continua all’infinito.
Ti renderai conto sicuramente della differenza di sensazione tra una ‘posa’
statica e una interiormente ‘dinamica’!
Sfiorerò la filosofia, ma ascolta bene cosa ha da dire il noto Ballet Master
americano Philip S. Rosemond:
‘La danza classica non è solo l'allineamento della struttura scheletrica: è
muscoli, legamenti, ossa, midollo. È il cuore e la mente. È viscerale. Noi
sminuiamo la nostra forma d'arte, limitando la nostra conoscenza al riguardo.
Addéntrati consapevolmente nelle sue estensioni e poi potremo non solo
ampliare la gamma delle sue funzioni, ma espandere le possibilità dell’intera
funzione umana – soprattutto poi in termini di danza.
Armati di questa consapevolezza, dubito che si possa mai mettere, ad
esempio, una bambina di 7 anni sulle punte. È la mancanza di conoscenza,
unita ad una mancanza di etica, comprensione socio-culturale e gusto che
mette una bambina sulle punte... o in calze a rete, supplicandola di afferrare il
suo cavallo in un’esibizione quasi ‘circense’ premeditata per vincere un trofeo.
L'intero organismo qui è completamente coinvolto... e con il sistema nervoso,
muscolare e circolatorio così strettamente collegati, sarà influenzato in tutti i
modi... Ecco perché è importante iniziare ad un’età giusta e avere sviluppato
una serie di aspetti non soltanto fisici (verso i dodici anni, ma senza fretta). Il
balletto è un modo specifico di muovere il corpo nello spazio, ma è soggetto
alle leggi della fisica, la gravità, l'universo... e richiede un centro di calma e
maturità per comprendere appieno la tecnica.
Sia le grandi ballerine Makarova
e Cojocaru che Guillem ad
esempio hanno iniziato a
danzare non proprio da
piccolissime, e non sembravano
soffrire... il loro fisico era ideale
infatti. Ma quanto può far male
introdurre una formazione rigida
in un processo di sviluppo non
ancora abbastanza consapevole
della globalità del lavoro
richiesto dalla danza stessa?‘
(Philip S. Rosemond)
Sai, a me piace far lavorare le menti delle ballerine con l’immaginazione. La
danza non è soltanto movimento e arte, coinvolge l’essere umano totalmente.
Quindi bisogna discernere l’età giusta per le cose giuste nel rispetto dell’essere
umano, e comprendere la danza come disciplina e arte che va al di là
dell’apparenza. Spero che queste poche righe ti aiutino ad avere una
prospettiva diversa al fine di approcciare tutta la danza in modo più obiettivo e
completo ;-)
Se potessi riassumere “come eseguire un corretto relevé in 3
passi”, ecco quali sarebbero:
Quando comprendi che le punte non coinvolgono solo il modello di punta, piedi
e polpacci ma anche (completa tu!)…………………, ………………..., ……………………
(vale a dire ottenere consapevolezza della postura, del senso profondo di ciò
che si sta facendo, dell’orizzonte che ci si apre davanti e dell’armonia in cui ci
inseriamo tutti), avrai anche capito che l’ultima cosa con cui si danza sono
i piedi (cito Alberto Testa) e avrai già ottenuto più forza soltanto da quest
STEP 1: prima di partire a lavorare col corpo, allena la mente
A. Immagina senza fretta alcuna, alcuni concetti di te PRIMA di eseguire un
relevé. Ti senti allungata al massimo? Fai finta di essere un albero, che
cresce man mano che le sue radici entrano nel pavimento. Hai steso le
tue ginocchia al massimo? Puoi percepire la tua rotazione al di là dei
piedi, lungo tutta la gamba e oltre, come due porte alte e strette che
aprendosi dentro di te ti attraversano il corpo? Bene. Ora puoi eseguire
un relevé, e constatare che risultati ti restituisce.
Adesso fai il contrario: prova a non pensare a niente e a fare relevé.
Come stai salendo? Come stai scendendo? Puoi notare qualche
differenza?
Chiaramente questo ‘training’ immaginativo all’inizio ti sembrerà faticoso e
lungo, ma credimi… i muscoli imparano presto, e così se ti alleni in questo
modo anche la mente ti restituirà man mano le immagini che vuoi in modo
istantaneo, e dopo i primi tentativi non ti richiederà più tutto lo sforzo iniziale.
B. Inoltre, senza attivare gli adduttori, scordati di scendere in modo
silenzioso. Essi uniscono le cosce fra loro, e ti permettono di salire senza
saltare e di scendere senza ‘cadere’.
Se poi sei tra coloro che desiderano sapere quali siano gli esercizi che
impostano un lavoro corretto e guidano verso il vero rinforzo globale, fammelo
sapere qui in modo da guidarti verso esercizi specifici per gli adduttori nonché
verso il programma dei primi due anni di punte nel dettaglio.
STEP 2: sostieniti senza ‘pesare’ sui piedi
A. La cosa più importante che vorrei che tu comprendessi è: il tuo peso
corporeo dovrà essere suddiviso in pochi cm quadrati, divisi per 5+5
dita. Di conseguenza esse dovranno sopportare un carico notevole, sia
che tu pesi 40, 50 o più Kg. L’unico modo per far fronte inizialmente a
questo sforzo mentre esegui i relevé, è partire dal corsetto
muscolare (addominali e dorsali), avere la sensazione di ‘fasciare’
insieme tutto come se portassi un bustino stretto e autosostenerti da lì
PRIMA di salire in relevé con i piedi. Noterai subito che così facendo,
lo sforzo diminuisce all’istante, mentre viene ripartito dove dovrebbe
(nella pancia!) e il peso che graverà sui piedi risulterà alleggerito di
molto!
B. Lavora correttamente con il peso del corpo: prima di salire in relevé,
avanza con il peso leggermente. Poi, spingi verso l’alto. Scendi sempre
verticalmente, e soltanto dopo ripristina il peso dove stava in
partenza, ovvero un po’ più indietro.
STEP 3: cura l’en dehors a partire dalle sensazioni interne
A. Per la rotazione, io ho trovato utilissimi i consigli che raccomando in
questo breve report. Se non l’hai mai visto e studiato, fallo subito.
Nell’arco di un mese, i muscoli impareranno che cosa fare per
abituarsi alla rotazione, e tu in questo modo li aiuterai. Io così facendo
ho praticamente ‘cambiato forma’ in 30 giorni, sviluppando i muscoli
‘giusti’ che servono appunto a salire e scendere dalle punte con la
dovuta forza e grazia. (Ovviamente, questi metodi funzionano
benissimo su un fisico già sviluppato: un allievo che abbia meno di
dodici anni non ne ricaverà alcun beneficio reale, perché i suoi muscoli
devono essere educati per lavorare in modo corretto senza altri aiuti).
B. Inoltre, non tralasciare mai l’appoggio dei mignoli, sia quando
sali in relevé che quando scendi. Essi sono fondamentali, anche se
non hai una rotazione da manuale, per far lavorare più gli adduttori e
meno i quadricipiti, e per fornire una maggiore stabilità, tenendo
conto che la scarpina da punta è tondeggiante e quindi non fa
appoggiare tutta la pianta del piede sul pavimento al 100%.
C. Ovviamente la cosa funziona nel modo migliore se alla base di tutto
c’è una postura corretta e consolidata, in cui hai percepito gli
adduttori, controllato che le spalle siano abbassate, respirato
lateralmente (e non con la pancia o il petto), oltreché aver allungato
testa e piedi nelle direzioni opposte. Questo possono testimoniarlo
alcuni miei allievi, nonché insegnanti e coreografi che hanno messo in
pratica i miei suggerimenti contenuti qui.
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e farle durare più a lungo. Se pensi che questo supporto ti sia stato utile, ti
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Siamo arrivati alla fine per oggi, mi raccomando metti in pratica queste
riflessioni e ogni step, verifica se i tuoi relevé stanno migliorando, mentre parti
da intenzioni di qualità e da piccoli ma profondi accorgimenti posturali e
muscolari… Vorrei vederti davvero in forma! Ti lascio un saluto,
Alessandra Bedin
[email protected]
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