Dire l`uomo II. Dall`immagine di Dio alla somiglianza

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Michelina Tenace
Dire l’uomo
II. Dall’immagine di Dio alla somiglianza
La salvezza come divinizzazione
“È il tempo quando fiorisce il tiglio”
Lipa
Indice
© 1997 Lipa Srl, Roma
prima edizione: ottobre 1997
seconda edizione: novembre 2005
Lipa Edizioni
via Paolina, 25
00184 Roma
& 06 4747770
fax 06 485876
e-mail: [email protected]
http: //www.lipaonline.org
Autore: Michelina Tenace
Titolo: Dire l’uomo
Sottotitolo: Dall’immagine di Dio alla somiglianza
La salvezza come divinizzazione
Collana: Pubblicazioni del Centro Aletti
Formato: 130x210 mm
Pagine: 260
In copertina: particolare di un mosaico di Marko I. Rupnik
Stampato a Roma nel novembre 2005
da Abilgraph, via Ottoboni, 11
Selezioni di copertina: Studio Lodoli Sud, Aprilia
Proprietà letteraria riservata Printed in Italy
codice ISBN 88-86517-96-3
Lista delle abbreviazioni ......................................11
Prefazione.............................................................13
Presentazione .......................................................15
1. A partire dalla persona:
dalla filosofia alla teologia ...............20
Partire dalla persona.........................................21
Tentativo di definizione filosofica ...................26
Perché l’uomo non può essere detto “animale
razionale”? ......................................................31
La realizzazione della ragione è l’amore ........34
Ritornare alla persona.......................................39
La proposta dei Padri .......................................42
Considerazioni ulteriori e implicanze
per la vita cristiana ............................................46
La salvezza avviene nella relazione ........................46
L’uomo, un’esistenza cristologica .........................47
“L’uomo per amore si trasforma per Dio in dio” ....48
L’ideale cristiano è la perfezione della relazione .....49
L’escatologia in termini di perfezione nella
comunione ........................................................51
Il peccato è la falsificazione della relazione ............52
La preghiera, esperienza del primo comandamento
e preparazione per il compimento di tutti gli altri ...53
Si diventa persona nella relazione .........................54
L’essere umano è “unità dialogale spirituale” .........55
La pasqua e l’incarnazione, unico sfondo per
dire l’uomo........................................................56
2. La divinizzazione dell’uomo .........58
La divinizzazione, dall’antichità pagana
al linguaggio dei Padri.....................................60
Lo Spirito Santo che è Dio ..............................63
Un’antropologia pneumatica...........................64
Il cuore come luogo dello Spirito ....................67
La salvezza come giustificazione,
santificazione e divinizzazione.........................70
Giustizia di Dio e salvezza dell’uomo ..............70
La grazia giustifica e divinizza .........................74
La santificazione, opera dello Spirito Santo
che ci è stato dato............................................76
La divinizzazione, in poche parole ..................78
3. Divinizzazione e incarnazione.....82.
“Dio si è fatto uomo affinché l’uomo
diventasse dio”...................................................83
Atanasio............................................................85
Il legame tra incarnazione e creazione ............87
La creazione “secondo l’Immagine”: l’uomo logikós
che contempla il Lógos .......................................87
L’uomo a-logikós peccatore .................................89
Dalla falsa idea di Dio alla falsa divinizzazione .......92
L’uomo fra creato e increato ................................92
La catastrofe ontologica ......................................95
Incarnazione e divinizzazione .........................96
Visibile per noi e per la nostra salvezza..................97
Ascesi e discernimento: l’incarnazione dalla parte
dell’uomo..........................................................99
La virtú dell’ascesi è “naturale” ..........................101
Discernimento .................................................103
Servizio di carità e aiuto nel discernimento .........106
6
Monachesimo come via unica alla divinizzazione? ..107
Il cammino della divinizzazione: essere unito,
essere solo, essere insieme, essere bello ................108
4. Il corpo ad immagine del Risorto...112
La gloria di Dio è l’uomo vivente..................114
Ireneo .............................................................115
La teologia: crescere nell’amore..........................116
L’antropologia .................................................118
Qual è allora il legame tra anima e Spirito? ..........124
Come il corpo partecipa dell’essere
immagine di Dio?..........................................127
Un messaggio attuale sul corpo e quindi
sull’uomo......................................................134
Il paradosso della dignità nella debolezza
della carne .......................................................137
L’uomo è polvere .............................................139
Il corpo risuscitato è la terra promessa ................141
5. L’esperienza autorevole del martire 144.
Un testimone: Ignazio di Antiochia.............146
Cristo fonte dell’ecclesiologia e
dell’antropologia “eucaristica” .....................150
Divinizzazione e martirio...............................155
Come il Verbo si è fatto carne, la parola
diventa vita nel credente....................................159
La parola fatta vita diventa visibile ......................160
La parola e la vita diventano comunità ................161
7
6. Il miracolo della fede: dal dare la vita
al generare alla vita ........................164
I primi santi: Ol’ga e Vladimir ......................166
Gli strastoterpcy ..............................................169
“La sofferenza trasfigurata è via di salvezza” ........175
Il vero orizzonte della vita cristiana che unisce
il presente e il futuro sono le beatitudini ..............176
Gli jurodivyje ................................................178
Lo starec e il miracolo della fede: risuscitare
l’uomo interiore............................................181
7. “Credo in Dio Padre Creatore” ...185
Divinizzazione e creazione.............................185
Credo in Dio Padre Creatore ........................187
L’ordine nel caos..............................................187
La creazione ex nihilo .......................................188
Creazione e fede in Dio Padre ............................189
Creazione e scienza...........................................189
Creazione e ateismo ..........................................192
La creazione come fabbricazione? ......................194
La creazione limitata ad un atto che inizia nel
tempo? ...........................................................195
In principio... in Cristo .....................................196
Alleanza, liberazione, creazione ....................197
Progressiva comprensione della creazione ...........199
Creazione e storia della salvezza.........................201
Cristo, la nuova alleanza per la vita eterna ...........202
Dal nulla all’amore: la nuova creazione
come comunione di risorti .............................204
Abramo e la fecondità dell’alleanza .....................204
Mosè e la liberazione del popolo ........................207
8
Giobbe: la promessa di partecipare alla vita
divina .............................................................209
Il suo comandamento è la vita eterna ..................210
8. Dalla persona alla comunione: la
Chiesa comunità dei salvati ...........213
Dalla persona alla comunione .......................214
La Chiesa ieri e oggi........................................219
La Chiesa “mistero”........................................221
La Chiesa “impero” ........................................223
La Chiesa “istituzione”...................................225
La Chiesa “comunione”...............................228
La novità dello Spirito ....................................231
Concludendo: la Chiesa comunità
escatologica di salvezza ..................................232
9. La Madre di Dio – “Terra promessa”..234
La Vergine Madre di Dio e Madre
della nuova umanità in Cristo........................236
La discesa dello Spirito Santo sulla creatura
ad immagine e somiglianza di Dio ................238
Maria piena di grazia ......................................245
La Piena di grazia fa venire la pienezza
dei tempi ......................................................247
Sposa, Madre, Vergine: la vocazione
di ogni creatura................................................250
Sposa..............................................................251
Madre.............................................................252
La verginità-umiltà: l’umiltà che piacque a Dio .....253
9
Lista delle abbreviazioni
Ad Eph.
=
Ad Magn.
=
Ad Philad.
=
Ad Pol.
=
Ad Rom.
=
Ad Smyrn.
=
Ad Trall.
=
AG
=
AH
=
CCC
=
CP
=
DeV
=
DS
=
DV
=
EV
=
FR
=
Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini: SC
10bis (1998), a cura di P.T. Camelot,
56-78
Ignazio di Antiochia, Lettera ai Magnesi: SC
10bis (1998), 80-92
Ignazio di Antiochia, Lettera ai cristiani di
Filadelfia: SC 10bis (1998), 120-30
Ignazio di Antiochia, Lettera a Policarpo: SC
10bis (1998), 146-54
Ignazio di Antiochia, Lettera ai Romani: SC
10bis (1998), 106-18
Ignazio di Antiochia, Lettera ai cristiani di
Smirne: SC 10bis (1998), 132-44
Ignazio di Antiochia, Lettera ai cristiani di
Tralli: SC 10bis (1998), 94-104
Concilio Vaticano II, Decreto Ad gentes
sull’attività missionaria della
Chiesa (7.12.1965): EV I, 1087-242
Ireneo di Lione, Adversus haereses. L’edizione qui usata è quella di SC, curata da un’équipe sotto la guida di A.
Rousseau, che propone una nuova
edizione della traduzione latina,
insieme al testo dell’originale greco sopravvissuto e ai frammenti
delle versioni armena e siriaca
libro I: SC 264 (1979)
libro II: SC 294 (1982)
libro III: SC 211 (1974)
libro IV: SC 100 (1965)
libro V: SC 153 (1969)
Catechismo Chiesa cattolica, Città del
Vaticano 1992
Atanasio di Alessandria, Contro i pagani: SC
18bis (1977), a cura di P.T. Camelot
Giovanni Paolo II, Lettera enciclica
Dominum et vivificantem sullo
Spirito Santo nella vita della
Chiesa e del mondo (18.5.1986):
EV X, 448-631
Dictionnaire de spiritualité, ascétique et mystique, doctrine et histoire, I-XVI +
tavole generali, Paris 1937-1995
Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Dei Verbum sulla divina rivelazione (18.11.1965): EV I, 872-911
Enchiridion Vaticanum, voll. I-XX, Bologna
1976-ss
Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Fides et
Ratio circa i rapporti tra fede e ragione (14.9.1998): EV XVII, 1175399
11
12
GS
=
Ins
=
InV
=
LG
=
MuD
=
PG
=
PL
=
SC
TMA
=
=
UR
=
VAn
=
Concilio Vaticano II, Costituzione pastorale
Gaudium et spes sulla Chiesa nel
mondo contemporaneo (7.12.1965):
EV I, 1319-644
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, voll. IXXVI, Roma 1979-2005
Atanasio di Alessandria, L’incarnazione del
Verbo: SC 199 (1973), a cura di
C. Kannengiesser
Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium sulla Chiesa
(21.11.1964): EV I, 284-456
Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Mulieris
dignitatem sulla dignità e vocazione della donna (15.8.1988): EV
XI, 1206-345
Patrologiae cursus completus, Series Graeca, ICLXI, a cura di J.-P. Migne, ParisTurnhout 1857-1866
Patrologiae cursus completus, Series Latina,
I-CCXXI, a cura di J.-P. Migne,
Paris-Turnhout 1844-1864
Sources chrétiennes, Paris 1942ss
Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Tertio
millennio adveniente in preparazione al giubileo dell’anno 2000
(10.11.1994): EV XIV, 1714-820
Concilio Vaticano II, Decreto Unitatis redintegratio sull’ecumenismo
(21.11.1964): EV I, 494-572
Atanasio di Alessandria, Vita di Antonio: SC
400 (1994), a cura di G.J.M.
Bartelink
Prefazione
“Chi è Dio?”
Questa domanda ha occupato la mente di san Tommaso
d’Aquino fin dalla sua infanzia. Oggi – cosí si dice – il problema
che ci poniamo è diverso: “chi è l’uomo?”, ci chiediamo, avendo davanti agli occhi la storia e la varietà della realtà presente. Le due domande sembrano opposte, perché partono da due
atteggiamenti che si considerano contraddittori. Se la prima
creava un ambiente religioso, il frutto della seconda sembra essere l’ateismo.
Eppure dobbiamo renderci conto che atteggiamenti opposti
nascono per lo piú da una semplificazione talvolta ingenua. La
questione “chi è Dio?” è inseparabile dall’altra: “dove si conosce Dio, dove si manifesta?” Gli ebrei dell’Antico Testamento scoprivano i segni della presenza e della potenza di YHWH
riflettendo sulla storia del proprio popolo. Gli antichi saggi greci si stupivano, proprio come piú tardi farà Leonardo da Vinci,
della mirabile forza del “Primo Motore”, autore dell’armonioso
dinamismo del cosmo.
Ma i primi autori cristiani preferivano partire dall’uomo.
Dio è invisibile, si conosce solo dalla sua immagine. La sua piú
perfetta immagine è, senza dubbio, quella che ha dipinto Lui
stesso quando ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza (cf Gen 1,26-27). Pertanto, conoscendo l’uomo si conosce
Dio. La teologia dei Padri della Chiesa si può quindi dire antropologica.
Ma i pensatori religiosi russi amano approfondire il tema
con un altro correlativo: non si può apprezzare l’immagine volendo ignorare chi è rappresentato. Per conoscere l’uomo, bisogna riferire la sua esistenza a Dio. L’antropologia diviene
quindi necessariamente teologica.
Michelina Tenace offre qui una sintesi dello studio dei
pensatori russi e dell’antropologia dei Padri, presentando in
questo libro considerazioni veramente pertinenti e attuali.
Questo libro fa seguito al saggio di Marko I. Rupnik, Dire
l’uomo. Persona, cultura della pasqua. La prima parte del tito-
13
Dire l’uomo II / M. Tenace
lo, infatti, è la stessa. Il sottotitolo, Dall’immagine alla somiglianza. La salvezza come divinizzazione, indica che costituisce,
per cosí dire, il complemento patristico delle riflessioni teologiche contenute nel primo volume. Se alcune considerazioni del
primo volume, nella loro impostazione originale, possono sembrare “spinte”, con questo libro, pur non diminuendo la loro
originalità, trovano una naturale collocazione nella tradizione
dei Padri e degli autori spirituali dell’Oriente cristiano.
card. Tomበ·pidlík
Presentazione
Due volumi per Dire l’uomo, due autori diversi. Stesso titolo, diverso approccio. In verità, il legame tra il primo e il secondo volume è, per un aspetto, il rapporto all’attualità, per l’altro, il rapporto alla tradizione.
Il primo volume riflette sull’uomo a partire dalla frantumazione in cui egli si trova a causa del peccato, considerato sia dal
punto di vista di ciò che ha significato per la cultura (il capitolo sulla verità), sia dal punto di vista di ciò che ha snaturato
nell’accesso a Dio (il capitolo sulla conoscenza), proponendo
quindi una lettura biblico-spirituale di Gen 3 che illumini insieme gli aspetti teologici, psicologici e persino metafisici del peccato. I capitoli della proposta sono quelli che riguardano la persona e la storia e costituiscono il nucleo indicato nel titolo stesso del primo volume: “dire l’uomo” significa dire la persona secondo la forma mentis della pasqua. La novità dell’antropologia cristiana è l’uomo redento dal Figlio di Dio nell’evento della passione, morte e risurrezione, evento che dice l’amore come “natura” di Dio e fondamento nell’uomo del suo essere “persona” ad immagine di Dio Padre Figlio e Spirito Santo.
Le convinzioni del primo volume sono presupposte nel
secondo. Non le ripetiamo, se non quando il filo del discorso
non può farne a meno. Si tratta essenzialmente delle affermazioni seguenti:
La verità è in questione nell’angoscia dell’uomo (e quindi
nell’attesa di salvezza): tale sofferenza evidenzia un divorzio avvenuto tra vita e verità. La verità è diventata artificiale, concettuale, astratta, non personale. Questa falsa verità è il frutto
di un processo culturale che ha isolato il pensiero facendone
un’arma di potere e l’espressione di una soggettività con la pretesa dell’oggettività. Da qui vengono i conflitti e ciò che chiamiamo “crisi dei valori”. Da dove riprendere il discorso? Basta
con i concetti che creano idoli (dice Gregorio di Nissa), bisogna tornare a quella verità che è Persona e che può unire tut-
14
15
Dire l’uomo II / M. Tenace
to perché è viva, eterna, onnicomprensiva e amante. Con tale
verità-Persona, l’uomo è in una relazione che lo rende piú vero, quindi piú persona, una relazione che apre ad un conoscereamore che fa crescere come persona.
La persona. L’essere persona è in questione. La lettura della storia della cultura evidenzia un’atomizzazione e una frantumazione dell’unità personale e interpersonale, per cui si pone la domanda: che cosa è nell’uomo il principio dell’unità (della persona), il principio della diversità (fra le persone e le libertà), il principio di comunione (unità come chiamata a realizzare l’immagine di Dio nella relazione)? L’amore è visto come ciò che può rendere conto dell’unità e della diversità che
esige l’essere persona della comunione. L’amore è principio oggettivo che fonda la soggettività, perché è soggetto che si dà (come oggetto) e che è partecipabile in modo del tutto personale da soggetto a soggetto, senza identificarsi con nessun soggetto
perché è Altro (come oggetto). L’amore è il riconoscimento
dell’altro come altro da me nella sua inafferrabile soggettività-oggettività. Che la persona è comunione significa proprio
questo: l’amore è il nucleo oggettivo che personalizza e che si
condivide. L’altro non si lascia né possedere né ridurre, ma si
incarna, diventa persona.
La conoscenza è possibile se la verità è Persona e se la
Persona è sempre in relazione. Ma la conoscenza è possibile solo come amore. Nella Persona, è l’amore ciò che esprime di piú
la sua personalità, la sua libertà, la sua diversità. Allora la conoscenza è ciò che nella relazione assume tutte le caratteristiche della persona: la conoscenza è una pedagogia dell’amore,
una salita verso il concreto – l’amore è sempre concreto – e una
discesa verso la profondità misteriosa del soggetto, dove l’amore è sempre ad immagine di ciò che abbiamo creato e salvato
nel sacrificio di noi stessi. La conoscenza è amore, se il Lógos
è ragione che ama. Ritrovare la radice divina della capacità del
pensiero e, attraverso il pensiero, partecipare all’eterna creazione di Dio Creatore tramite il Lógos.
16
Presentazione
Il peccato può essere considerato, una volta compreso, come la realtà che piú tocca il nucleo stesso dell’essere persona.
La lettura della caduta dell’uomo attraverso il racconto della
Genesi mette in evidenza la rottura avvenuta nel principio
personalizzante nell’uomo: il dubbio tocca l’immagine di Dio
e la tentazione è possibile perché quest’immagine è l’amore.
Infatti, l’amore può essere rifiutato. Se l’uomo dubita, è l’immagine di Dio e la sua immagine (l’uomo) che vengono deturpate. Tutto ciò che segue, nella sua gravità, tocca la persona: la verità, se non è la Persona, diventa un gioco di parole sui
dettagli, la conoscenza isola il bene e il male e li pone come concetti fuori della relazione. La relazione (uomo-Dio, uomodonna, uomo-creazione) è sradicata e tutti i principi, le leggi,
le alleanze non fanno altro che mostrare l’impotenza in cui si
trova l’uomo dopo il peccato. La guarigione della relazione costituisce il tema centrale della storia della salvezza e illumina il
legame tra creazione, peccato e redenzione.
La pasqua è l’evento della nostra redenzione ed insieme la
rivelazione di tutto ciò che riguarda la nostra relazione con Dio.
Nell’Esodo è contenuto il racconto di quello che siamo, la
nostra storia, ma anche il nostro presente. L’evento della pasqua
è presentato nel suo significato culturale e spirituale, per cui si
parla di forma mentis del cristianesimo. Ma l’evento della pasqua è rivelato pienamente da Cristo, che smaschera il suo contrario, la cultura del peccato. I sacramenti, la vita cristiana, la
vita nello Spirito Santo, creano il principio di una nuova cultura, di un’arte nuova, di un’antropologia riconciliata. Il ruolo della memoria costituisce il cuore della riflessione, perché la
memoria è il fondamento della fede nella risurrezione: l’amore non passerà mai, è ciò di cui Dio non si dimentica mai e che
ci farà essere vivi per sempre.
Questo volume vuole risalire alla fonte delle principali affermazioni sull’uomo, ricordando che la teologia è iniziata come “soteriologia”: annuncio di salvezza che si andava esplici-
17
Dire l’uomo II / M. Tenace
tando in abbozzo di antropologia. È l’uomo il destinatario
della salvezza, quindi i Padri della Chiesa, i primi teologi, approfondendo il contenuto della salvezza, elaboravano già i dati basilari dell’antropologia cristiana (anche se si dice che i Padri
non hanno pensato ad un’antropologia, troppo affascinati
com’erano dalla persona e dall’opera di Cristo). Il secondo volume di Dire l’uomo è il presupposto del primo, anche se viene dopo: come la pasqua suppone l’incarnazione, ma viene dopo, cosí oggi per noi la riflessione sull’incarnazione parte dalla convinzione che Cristo è risorto: è risorto quel Gesú vero uomo, morto sulla croce, sepolto; è risorto quel Gesú che è il
Figlio di Dio, Dio incarnato. Questo volume vuole pertanto approfondire il legame tra incarnazione e risurrezione in riferimento a ciò che dice sull’uomo: la divinizzazione non è altro
che il tema che accompagna sempre la cristologia, il tema riassuntivo dell’antropologia cristiana dei primi secoli rimasto vivo nella tradizione orientale, espresso nella tradizione occidentale con altre parole di contenuto simile o vicino (“santificazione”, ad esempio, o “filiazione”).
Per tanti secoli, fino ad oggi, la prevalente tendenza gnostica
della filosofia cristiana ha divulgato nel mondo un’idea di salvezza astratta o riservata a pochi asceti, per cui l’ateismo ha potuto sviluppare le sue radici come contestazione ad una religione di supervalorizzazione dell’anima, del dopo-la-morte, a
danno della vita di quaggiú e adesso. Incarnazione e risurrezione come misteri della nostra salvezza o divinizzazione costituiscono una rivoluzione copernicana: il cristianesimo professa che la salvezza avviene attraverso la carne (incarnazione)
e riguarda la trasfigurazione del corpo (risurrezione). Quale cristologia lo afferma? Quale antropologia ne rende conto? È
quanto abbiamo cercato di raccontare tentando di cogliere la
genesi delle risposte a queste domande: l’incarnazione dalle affermazioni di Atanasio d’Alessandria, la struttura tricotomica
dell’uomo a partire dalle intuizioni di Ireneo di Lione.
Si tratta quindi del dinamismo che porta l’uomo dall’immagine alla somiglianza, ossia cerca di ritracciare la parabola
della creazione ad immagine di Dio – parabola che, nono-
18
Presentazione
stante il peccato, si compie nel processo di divinizzazione per
le due mani del Figlio e dello Spirito, come afferma Ireneo.
I Padri che nei loro scritti affrontano il tema della divinizzazione dell’uomo non si riducono ad Ireneo e Atanasio.
Perché Atanasio e Ireneo e non Massimo il Confessore? Massimo il Confessore è il piú grande teologo della divinizzazione,
ma viene a conclusione del cammino di formulazione dei dogmi, delle varie teorizzazioni della prima patristica, quando ormai la tradizione monastica è già tale che può assumere il ruolo di movimento culturale sulla base di un’antropologia spirituale.
Ireneo invece è fra chi ancora ha avuto la possibilità di conoscere persone dell’età apostolica. Atanasio assiste al primo
concilio, divulga attraverso la Vita di Antonio l’ideale dell’“uomo di Dio”. La genesi dell’antropologia della divinizzazione è
cosí racchiusa in questi pilastri: la tradizione apostolica, l’urgenza della formulazione dogmatica, l’urgenza di una pratica
cristiana che incarni la salvezza come un già e un non ancora.
C’è anche in questo volume la preoccupazione per alcuni
temi di grande importanza per l’antropologia: la materia, da valutare nell’ordine dell’epifania di Dio (il capitolo sulla teologia
della creazione) e una riflessione sulla persona alla luce della
sua vocazione alla comunione. La seconda edizione ha cercato di dare piú spazio a questi temi nell’intero sviluppo del libro, e presenta pertanto alcuni nuovi capitoli rispetto alla prima edizione del 1997. Questi nuovi capitoli, come del resto
quelli della prima edizione, intendono offrire da un punto di
vista particolare uno sguardo sull’insieme. Come Atanasio non
è tutto quanto hanno detto i Padri sull’incarnazione, allo stesso modo, Boris e Gleb non esauriscono la santità delle Chiese
orientali. Si tratta tuttavia di approcci che, nella loro parzialità,
rappresentano squarci, aperture, capaci di illuminare e di rendere piú articolata la riflessione antropologica nella sua globalità.
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