Juve, Unesco e la difesa del razzismo antinapoletano La Juve alla guida degli altri club contro il razzismo (e non è uno scherzo). Ovvero: saggio in difesa dell’odio antinapoletano. Inviato all’Unesco un contro-saggio… “E’ solo calcio, lasciate perdere il calcio”? Ora ditelo alla Juventus, ad Agnelli e all’Unesco… Mentre continuano, impuniti, cori e striscioni contro i Napoletani in giro per l'Italia, la Juventus ha finanziato una ricerca sul razzismo (“Colour? What colour?”) presentandola di recente a Parigi presso l’Unesco. A proposito di “discriminazione territoriale” (“insulti di natura xenofoba tra il Nord e il sud del Paese”), il saggio è chiaro: si tratterebbe di “campanilismo”, “di una forma secolare di orgoglio e rivalità locale fra città e regioni”, “parte dell’eredità culturale italiana e pertanto non dissociabile dal calcio”, “il sale del calcio” con tesi “condivise in modo praticamente unanime”. Non si tratterebbe, allora, di “razzismo” poiché “un criterio iniziale è l’esistenza (o meno) di una discriminazione istituzionalizzata. Ad esempio, gli insulti nei confronti di un territorio chiaramente svantaggiato dallo Stato, o abitato da una minoranza che non ha gli stessi diritti di altri cittadini, sono chiaramente discriminatori”. Mancando, sempre per quel saggio bianconero, questi presupposti, non siamo di fronte ad una ideologia “razzista” ma ad esempi di “ignoranza, stupidità o eccessivo umorismo”. Soluzioni? Difficili ma la conclusione è davvero sconcertante: “la decisione più saggia sulla discriminazione territoriale consiste forse nel tollerare, temporaneamente, queste forme tradizionali di insulto catartico”. Solo qualche nota. 1) “Excusatio non petita”… Il fatto che la Juve, autoproclamatasi “guida antirazzista degli altri club”, intervenga in questo saggio chiarendo in più punti la tesi sulla discriminazione vuol dire che dovevano risuonare non poco nelle orecchie bianconere quei fischi/cori antinapoletani dello Juventus Stadium; 2) nelle motivazioni utilizzate da quella ricerca per negare il razzismo (si tratterebbe di razzismo se la parte discriminata fosse svantaggiata istituzionalmente e non avesse pari diritti) ci sono esattamente tutte le motivazioni storico-politico-economiche per confermare che si tratta di razzismo: qualcuno che sappia un poco di storia potrebbe negare che il Sud da 150 anni sia svantaggiato e abbia meno diritti del Nord e a partire proprio da quella conquista-colonizzazione piemontese? Eppure bastava dare un occhio superficiale agli ultimi dati Istat su redditi/pil che al Sud sono la metà che al Nord (in un trend negativo iniziato nel 1860!); 3) si tratta di “metafore e iperboli” (giuriamo ancora che è scritto così) e non dovremmo “sovraccaricare di significati questa trasgressione verbale”: noi tutti restiamo in attesa di conoscere le differenze stilistiche e contenutistiche, allora, tra i -giustamente e universalmente censuratiululati idioti contro calciatori di colore e quelle frasi lunghe e articolate cariche di disprezzo e di rancore; 4) balza agli occhi una omissione grave in quanto in tutto il testo (oltre 80 pagine) non risultano riferimenti ad artefici precisi (in gran parte tifosi della stessa Juve e di altre squadre del Centro-Nord) e vittime precise (unicamente e solamente i Napoletani) rifugiandosi in una generica analisi delle “discriminazioni” territoriali italiane o planetarie come se fossero diffuse e reciproche; 5) nel finale tragi-comico la sintesi del “pensiero bianconero”: tolleriamo quegli insulti perché hanno un valore “catartico”. Giurando sempre che non stiamo scherzando, ci chiediamo che cosa avrebbe scritto Agnelli e come avrebbe accettato quello studio l’Unesco se al posto dei Napoletani ci fossero state persone di colore o fedeli di religione diversa oggetto (anche in loro assenza e in giro per il mondo) di cori carichi di ricordi di tragedie del passato (“colerosi, terremotati”), di dubbi sulla pulizia personale (“non vi siete mai lavati”), sulla cittadinanza (“non siete italiani”) e di auguri di prossime stragi con il coinvolgimento non solo di tifosi ma della popolazione tutta (“forza Vesuvio ecc.”). Come dire: non solo difendiamo quei tifosi razzisti ma in fondo hanno anche ragione e vi spieghiamo perché ed è meglio che vi adeguiate (e il club di Agnelli ha già convinto le autorità sportive che dalle squalifiche di stadi e poi di curve e poi di settori di curve sono passate a blande e tolleranti punizioni economiche in attesa di catartiche e ironiche assoluzioni a prescindere). Poi magari uno si http://www.neoborbonici.it/portal - Associazione culturale Neoborbonica Powered by Mambo Generated: 9 June, 2017, 11:27 chiede perché, istintivamente o consapevolmente, a tanti la Juve non è simpaticissima e perché si festeggi tanto quando la battiamo in finale di coppa o al San Paolo (2 a 1 qualche settimana fa). Lo diciamo spesso: no, non non è solo calcio… Gennaro De Crescenzo Estratto del dossier qui pubblicato è stato inviato dal Movimento Neoborbonico all'Unesco. Nell'immagine una versione "ritoccata" e "aggiornata" del logo dell'Uefa. Nel link allegato le puntuali e condivisibili osservazioni su questo tema di Angelo Forgione, autore del recente e ottimo saggio “Dov’è la vittoria. Le due Italie nel pallone. Aspetti sportivi della malaunità politico-economica”.https://angeloxg1.wordpress.com/2015/11/29/juventus_razzismo_unesco/ http://www.neoborbonici.it/portal - Associazione culturale Neoborbonica Powered by Mambo Generated: 9 June, 2017, 11:27