La Turchia fra Europa ed Asia - Il Centro Servizi Culturali Santa Chiara

I l concetto di confine è di natura politico-giuridica – anche
se i confini cercano legittimazioni geografiche o etniche – e
ha riacquistato nella storia del presente una centralità non
di rado tragica. Ai confini si sono sviluppate ovunque nel
mondo culture complesse, tese alla valorizzazione di specificità
e identità e assieme al confronto e alla contaminazione.
Il confine evoca anche lontananza, e la dialettica centro/
periferia è alla base di grandi creazioni artistiche, poetiche,
filosofiche e di teorie e strategie politiche. Il concetto di
limite è sinonimo e assieme esasperazione di questo stato,
suggerisce situazioni sociali estreme o costrittive – in senso
fisico e metaforico – che determinano potenziali trasgressioni,
ed è spesso all’origine dei processi creativi, in particolare
in una concezione artistica contemporanea e innovativa.
La posizione storica di confine della città di Trento la rende
ideale per un’esplorazione a vasto raggio di questi concetti
e di questa condizione (di regioni e culture di confine).
Il progetto, che ha carattere multidisciplinare, è partito con
un primo appuntamento dedicato alla Siberia, è proseguito
quindi con “la Turchia fra Europa e Asia” e dedicherà il
2008/2009 a una riflessione sui “confini caldi”, segnati nella
storia e nel presente da conflitti di diversa natura.
La Turchia fra Europa ed Asia
Gli appuntamenti del gennaio 2008 sono gli ultimi di un
percorso partito nel novembre 2006 con spettacoli e letture
dalla Turchia e un convegno internazionale dedicato alla
particolare posizione di questo paese, al confine fra Europa
e Asia e in bilico fra tradizione e modernità.
Il progetto è proseguito nel 2007 con il sostegno alla produzione
italiana di testi teatrali turchi, anche in collaborazione
con il Festival Asti Teatro (uno di questi, “Affittasi” di
Ozen Yula, è stato presentato nel quadro dell’estate trentina),
e si conclude con ulteriori proposte e suggestioni dedicate
alla presenza turca in Europa. La rilevanza e l’attualità
politico-culturale del tema è collegata al dibattito sull’ingresso
nell’Unione Europea, che non può prescindere dalla
capillare presenza di cittadini di origine turca in molti paesi
d’Europa (Germania soprattutto). Ad ulteriori produzioni
italiane, delle compagnie Pupi e Fresedde e Arca Azzurra
(la drammaturgia e la cultura turca contemporanea si sono
rilevate di grande qualità – come del resto la letteratura – e
di grande suggestione per le nostre scene), si affiancherà
quindi la presenza di una compagnia mista turco -tedesca,
da Wuppertal, con un laboratorio e uno spettacolo dedicato
ai ragazzi. Quest’ultima tappa non poteva dimenticare inoltre
la tragedia e la cultura armena, cui sono dedicati una serata
fra poesia e musica e lo sconvolgente film dei fratelli
Taviani tratto dal romanzo di Antonia Arslan (che sarà presente),
e la complessa questione curda, con la grande
ondata migratoria che ha toccato in prima battuta proprio
l’Italia, originando singolari esperienze di accoglienza, come
quella di Badolato in Calabria (documentata in video). Il dialogo
interculturale e l’accoglienza sono al centro delle riflessioni
che il Santa Chiara propone grazie alla collaborazione
con la Facoltà di Sociologia.
Gennaio 2008
Centro Servizi Culturali
S. Chiara in
collaborazione con
Facoltà Sociologia
dell’Università di Trento
collaborazioni
Provincia Autonoma di
Trento - Assessorato
all’emigrazione
Comune di Trento
Cassa Centrale Casse
Rurali Trentine
La collaborazione fra Italia e Turchia promossa dal Centro prosegue a Istanbul con una vetrina
dedicata alla scena italiana all’interno del Festival Teatrale Internazionale, in collaborazione con l’ente
Teatrale Italiano. Il Festival Asti Teatro e il premio Riccione Ater
SPETTACOLI DALLA STAGIONE DI PROSA
Dalla stagione di Trentooltre
Teatro Sociale
Mercoledì 9, Giovedì 10 gennaio ore 21.00
venerdì 11, sabato 12 ore 20.30
Domenica 13 gennaio ore 16.00 e 20.30
Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi
L’ ULTIMO HAREM
Uno spettacolo di Angelo Savelli, liberamente ispirato
ai racconti di Nazli Eray e de “Le mille e una notte”
e ai saggi si Ayse Saracgil e Fatema Mernissi
Con:
Serra Yilmaz
(Seza, la guardiana dell’harem – la madre
Le tre sorelle – Nebilè, la casalinga)
Valentina Chico
(Humeyra, la favorita dell’harem
Sureyya, la donna alata – Guzin, l’amica)
Riccardo Naldini
(Sambul, l’enuco dell’harem – Hasan, l’orafo
Selahattin, il marito della porta accanto)
Scene e costumi: Mirco Rocchi
Luci: Roberto Cafaggini
Musiche e immagini: Angelo Savelli e Serra Yilmaz
Abiti: Manuela Del Panta, Sartoria Monaco
Producione Giancarlo Mordini, Francesco De Biasi
Una sera del 1909 ad Istanbul, alla vigilia della definitiva chiusura degli harem, nel palazzo d’Yildiz una seducente
favorita circassa attende, insieme all’anziana guardiana ed al capo degli eunuchi imperiali, l’incerta visita del
sultano, ingannando l’attesa con il racconto di storie fantastiche. Quasi cent’anni dopo, una casalinga dimessa e la
sua spumeggiante amica sognano improbabili fughe dalla prigione del loro indecifrabile malessere quotidiano. Ma
l’harem non è tanto una cinta di mura invalicabili quanto piuttosto un luogo dello spirito, un’attitudine vischiosa e
pericolosa in cui cadere prigionieri, sia ieri che oggi, sia in Oriente che in Occidente, sia uomini che donne.
Per secoli le donne hanno ingannato il tempo tessendo non solo tele per Ulissi scomparsi o fazzoletti per Otelli
gelosi ma anche e soprattutto storie fantastiche intrise degli umori, dei sogni, delle repressioni della loro
esistenza quotidiana. All'origine di questa grande tradizione narrativa mediterranea si situa proprio un harem:
quello delle "Mille ed una Notte" dove l'astuta schiava Sherazade narra mille storie per salvarsi la vita contro il
folle arbitrio di un Sultano - Barbablù.
“L'ultimo harem” è uno spettacolo creato da Angelo Savelli intorno alla personalità della brava e estroversa attrice
turca Serra Yilmaz, presenza carismatica di quasi tutti i film del celebre regista turco, ormai naturalizzato in Italia,
Ferzan Ozpetek, (Harem suarè, Le fate ignoranti, La finestra di fronte) alla cui originale sensibilità artistica
dobbiamo lo stimolo per la prima idea di questo progetto. Accanto a Serra Yilmaz, nel ruolo di coprotagonista, la
bella ed intensa attrice romana Valentina Chico, nota al grande pubblico per la partecipazione nella parte di
protagonista della terza serie dello sceneggiato televisivo di Rai uno "Incantesimo". Completa il cast il versatile
attore fiorentino Riccardo Naldini, impegnato in una singolare carrellata di ambigue e contraddittorie figure
maschili.
Dalla stagione Trentooltre
Teatro Sociale
Martedì 15, mercoledì 16 e giovedì 17 gennaio 2008 ore 20.30
Arca Azzurra Teatro – Astiteatro 29
Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento
LA MALEDIZIONE DEL CERVO
di Murathan Mungan
ideazione dello spazio e regia: Riccardo Sottili
riduzione e adattamento: Massimo Salvianti
con la consulenza di: Ayse Saraçgil
con la Compagnia L'Asina sull'Isola di Paolo Valli e Katarina Janokova
con: Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci
costumi: Lucia Socci
luci: Marco Messeri e Riccardo Sottili
suono: Roberto Nigro
Un autore turco molto noto in patria, un testo splendido, immenso, fantastico, ricchissimo, denso di storie,
emozioni, magia.
La saga di una famiglia, quattro generazioni per un racconto che sembra venire da “Le mille e una notte”, che ci
parla di un tempo favoloso di “Bey”, di capi di una tribù nomade che decide di fermarsi, di diventare stanziale, del
luogo scelto per questo, dei cervi scacciati dal loro territorio, della loro maledizione che porta alla dissoluzione di
palazzi e di tante vite.
Un testo-fiume con un andamento fatto di scarti temporali dove le generazioni si mischiano in un presente
sfuggente che è il sempre del racconto e di chi lo sa ascoltare.
Per questo l’Arca Azzurra ha progettato una riduzione del grande testo che mantenendone lo spirito e anche la
lettera sappia però darne interi quei frammenti restituendo almeno in parte la magia con un lavoro
rispettosissimo di adattamento drammaturgico. L'azione di un gruppo di cinque attori, che impersonano i
protagonisti del lavoro, ne sintetizzano i movimenti restituendo la loro voce e accompagnando il tutto con lo
scorrere di immagini affidate a L'Asina sull'Isola oltre che con un adeguato disegno luci.
Quindi una riduzione, un adattamento che non potrà restituire che in parte il grande respiro epico del testo di
Mungan. Ci rendiamo conto soprattutto di quanto le vicende narrate sono lontane dalla nostra cultura, di come
appartengano ad una tradizione che ci è largamente estranea. Ma allo stesso tempo siamo certi che il respiro, lo
spirito di questa storia ci appartiene, appartiene alla necessità di narrare, di raccontare, di dare della propria
condizione immagini magiche e fantasiose che è così presente in tutte le culture popolari del mondo e soprattutto
a quella cui questa compagnia fa continuo riferimento nel suo lavoro quotidiano sulle tavole di tanti palcoscenici e
presente in tutti i suoi spettacoli.
PER ADULTI E RAGAZZI
Gli appuntamenti del gennaio 2008 sono gli ultimi di un percorso partito nel novembre 2006 con spettacoli e
letture dalla Turchia e un convegno internazionale dedicato alla particolare posizione di questo paese, al confine
fra Europa e Asia e in bilico fra tradizione e modernità.
Il progetto è proseguito nel 2007 con il sostegno alla produzione italiana di testi teatrali turchi, anche in
collaborazione con il festival AstiTeatro (uno di questi, “Affittasi” di Ozen Yula è stato presentato nel quadro di
Trento Estate), e si conclude con ulteriori proposte e suggestioni dedicate alla presenza turca in Europa.
La rilevanza e l'attualità politico culturale del tema è collegata al dibattito sull’ingresso nell'Unione Europea, che
non può prescindere dalla ca pillare presenza di cittadini di origine turca in molti paesi d'Europa (Germania
soprattutto). Ad ulteriori produzioni italiane, delle compagnie Pupi e Fresedde e Arca Azzurra (la drammaturgia e
la cultura turca contemporanea si sono rilevate di grande qua lità – come del resto la letteratura- e di grande
suggestione per le nostre scene), si affiancherà quindi la presenza di una compagnia mista turco -tedesca, da
Wuppertal, con un laboratorio e uno spettacolo dedicato ai ragazzi. Quest’ultima tappa non poteva dimenticare
inoltre la tragedia e la cultura armena, cui è dedicata una serata fra poesie , musica o lo sconvolgente film dei
fratelli Taviani dal romanzo di Atonia Aslan (che sarà presente), e la complessa questione curda con la grande
ondata migratoria che ha toccato proprio in prima battuta l’Italia, originando singolari esperienze di accoglienza,
come quella di Badolato in Calabria (documentata in video). Il dialogo interculturale e l’accoglienza sono al centro
delle riflessioni che il S.Chiara propone in collaborazione con la Facoltà di Sociologia.
Per adulti e ragazzi
venerdì 11 gennaio, ore 18.00
Teatro Cuminetti
Wupper Theater di Colonia
Il lupo e l’Agnello
Uno spettacolo con gli attori di Wupper Theater e i bambini scuola elementare Sacro Cuore di Trento
Segue incontro
“Scuola e dialogo interculturale”
con prof. Carlo Buzzi, docente di Educazione e Integrazione(facoltà di Sociologia – Università di Trento), Giovanna
Palmieri (consulente teatro e scuola Centro S.Chiara), La Compagnia e Lara Girardelli insegnante dell’Istituto
Sacro Cuore coinvolta nel progetto.
INGRESSO LIBERO
Wupper Theater è una compagnia mista, che lavora nelle scuole e nella città di Wuppertal favorendo processi di
integrazione attraverso la pratica del teatro. Il nucleo della compagnia presente a Trento sarà composto da
un’attrice tedesca, un turco e un’italiana e riproporrà presso la II B della scuola elementare S.Cuore di Trento i
processi sperimentati in Germania, perché è soprattutto a livello della scuola che si creano le condizioni e la
cultura della convivenza. Processi e dinamiche che verranno analizzati nell’incontro che seguirà il breve
spettacolo.
Ispirato dalla favola e dalla piéce teatrale di Meray Ulgen, il laboratorio tratta l’amicizia nascente tra le famiglie
delle capre e delle pecore, che sono vicine di casa e parlano diverse lingue. Devono solidarizzare tra loro per
proteggere i loro figli dal lupo. Il lupo è furbo, avido, parla più lingue e non è pensato come un animale, bensì
come un uomo, che sfrutta l’ignoranza e la fragilità delle sue prede. Le famiglie devono comprendersi tra di loro e
contemporaneamente imparare la lingua dell’altro, per poter vivere meglio insieme. Una fata che parla italiano,
faciliterà la partecipazione dei bambini al laboratorio e allo spettacolo finale.
SERATA ARMENA
Ridotto del Teatro Sociale
Giovedì 17 gennaio 2008 - ore 17.30
Ridotto del Teatro Sociale
Recital poetico-musicale
Poesie di Daniel Varujan, poeta armeno (1884-1915), tratte da Mari di grano e altre poesie armene (a cura e con
introduzione di Antonia Arslan, Edizioni Paoline, 1995)
Musiche di Bach, Chopin, Debussy e dei compositori armeni Aram Kachaturian (1903-1978) e Arno Babadjanian
(1921-1983)
Voci recitanti: Antonio Caldonazzi – Maria Pia Zanetti
Pianoforte: Edoardo Bruni
Con l’intervento della Prof. Antonia Arslan
Con la collaborazione della dott. Emanuela Merlo
elenco poesie in ordine di lettura
-
Il carro dei cadaveri
Carità
L'aborto
Il pianto di Dio
Dedica
Langue la lampada
Nella prigione di mio padre
Hashish
La preghiera di mia nonna
Lettera di nostalgia
Vecchio Amore
Da "Il canto del pane"
- Il richiamo delle terre
- La semina
- Pioggia di primavera
- Mari di grano
- Papaveri
- Campo maturo
- Raccolgo la messe..
- Notte sull'aia
- Benedizione
- Ritorno
- Il mulino
- Antasdan (Benedizione per i campi dei quattro
angoli del mondo)
Un modo per commemorare il “Grande Male” (Mez Yeghern) cioè il genocidio del popolo armeno perpetrato agli
inizi del XX secolo. Un ricordo del poeta armeno Daniel Varujan, considerato “il più grande esploratore delle
possibilità della lingua armena1”, nato a Perknik (Sebastia) nel 1884 e brutalmente ucciso a colpi di pugnale il 28
agosto 1915 a soli 31 anni.
“Una voce sconosciuta arriva a noi dalle “terre di Nairì”, dal paese d’Armenia, l’antico altopiano sotto il monte
Ararat, dove secondo la leggenda si posò l’Arca di Noè. E’ un canto di poesia e di saggezza, sono le parole di un
dotto e dolce contadino – veggente che fu un grande poeta, e fu ucciso a trent’anni, nel fiore del suo genio; ma in
1 Da: Daniel Varujan, Mari di grano e altre poesie armene, op. cit., pag. 15
trent’anni di vita fece in tempo a percorrere tante strade, a perdersi in affascinanti errori e a ritrovare la sua vita:
la sua donna, la sua terra, la sua fede. E una patria per cui morire.”2
Antonia Arslan è una scrittrice e saggista italiana di origine armena. Laureata in archeologia, è stata professore di
letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Padova. Ha tradotto e curato le raccolte II canto
del pane e Mari di grano di Daniel Varujan. Nel 2004 ha scritto il suo primo romanzo, La masseria delle allodole
(Rizzoli), con il quale ha vinto il Premio Stresa ed il Premio Campiello e da cui è stato tratto l'omonimo film diretto
dai fratelli Taviani (2007).
Antonio Caldonazzi, attore trentino, si diploma nel 1993 all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio
d'Amico. E' produttore, attore e regista di diversi spettacoli, l'ultimo dei quali è Vino dentro, fortunato monologo
con il quale compie una lunga tournée italiana che tocca anche alcune piazze europee (S.Pietroburgo, Bellinzona).
Dal 1996 collabora costantemente con il Teatro Stabile di Bolzano come attore, regista, aiuto regista e assistente
alla Direzione. Ha lavorato anche nel campo cine-televisivo.
Maria Pia Zanetti, attrice bolzanina, ha lavorato per anni con il Teatro Stabile di Bolzano diretto da Marco
Bernardi, dove ha interpretato diversi ruoli per la regia di Paolo Bonaldi, Luigi Ottoni, Marco Bernardi. Ha
innumerevoli esperienze anche radiofoniche, avendo interpretato per la sede RAI di Bolzano sceneggiati,
commedie, varietà, letture e spot pubblicitari. Tiene corsi di lettura espressiva. Attualmente realizza, sempre per
la RAI, speakeraggi e doppiaggi televisivi.
Edoardo Bruni, pianista e compositore trentino, è diplomato in pianoforte (Conservatori di Trento e di Rotterdam)
ed in composizione (Conservatorio di Trento), è laureato in filosofia (Università di Padova) ed è dottore di ricerca
in musicologia (Università di Parigi 4 - Sorbonne e di Trento). Svolge attività concertistica in Italia e nel resto
d'Europa. Sue composizioni sono state eseguite tra l'altro dagli ensembles paigini La Pluma de Hu ed Alternance e
dall'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.
Giovedì 17 gennaio 2008 ore 20.30
Sala Video
Proiezione del film
“La masseria delle allodole”
con una breve introduzione della prof. Antonia Arslan
Trama
1915. In una piccola città della Turchia la guerra sembra lontana, lontane le persecuzioni contro la minoranza
armena. È armena la famiglia Avakian, che apre la sua bella casa per il funerale del suo patriarca. Anche il
Colonnello Arkan, rappresentante della autorità turca, viene a rendere omaggio. “Grazie di questo gesto di
pace…” gli mormora Aram, a nome della famiglia. Dopo molti anni tornerà dall'Italia il figlio maggiore Assadour,
che esercita a Padova la professione di medico: a lui il padre ha lasciato la vecchia Masseria delle Allodole. Aram
con la moglie Armineh, vivace ed esuberante, la zia Hasmig, il piccolo Avetis e le sue sorelle si preparano ad
accoglierlo con impazienza, mentre Nunik, giovane ed esuberante, vive con angoscia la sua relazione nascosta
con Egon, un giovane ufficiale turco.
Regia di Paolo e Vittorio Taviani
Interpreti: Moritz Bleibtreu, Paz Vega, Angela Molina e Alessandro Preziosi
Sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani
Fotografia: Giuseppe Lanci
Musiche: Giuliano Taviani
Montaggio: Roberto Perpignani
It – 2006
Distribution 01
Durata 117’
Genere Drammatico
2 Da: Daniel Varujan, Mari di grano e altre poesie armene, op. cit., pag. 5
I CURDI IN EUROPA
COMPAGNIA TERZO MONDO TEATRO
8
Loredana Putignani
VIDEO ARARAT UNA COMETA DAL CIELO TURCO
Il lavoro documenta la nuova quotidianità di un gruppo di uomini, donne e bambini curdi sbarcati sulle
coste calabresi, in un paese svuotato dall'emigrazione italiana, Badolato, oggi diventato un CIR,
incredibilmente in ripresa proprio grazie all'arrivo dei profughi. Il video segnala il tentativo d'insediamento
dei curdi, dopo un viaggio al limite della sopravvivenza. Erano i primi sbarchi clandestini, ed allora (a
differenza di oggi, dove immagini e stanziamenti hanno alterato la naturale architettura dell'ospitalità), i
profughi invece che centri carcerari, trovarono un accogliente paese di nere donne velate! Attraverso
antichi segnali musicali e in commistioni con alcuni vecchi rimasti nel paese, nelle attese ai bar, si
consumano le aspettative di un futuro avaro. Attraverso i rituali di un quotidiano alla deriva. Didascalie e la
voce fuori campo si riconnettono ad alcune conversazioni sull'esilio segnalate da N. Aziz.
________________________
ARARAT UNA COMETA DAL CIELO TURCO
Durata 33'
Anno di ripresa 1998
Luogo Badolato (Calabria)
Post-produzione Editing Montaggio Audio 2006-2007
Testi Namo Aziz Voce fuori campo Loredana Putignani
Montaggio Youssef Tayamoun 2006-7
Riprese Loredana Putignani
Produzione Compagnia Terzo Mondo Teatro
LOREDANA PUTIGNANI
• Note Biografiche
Laurea di dottore in 'Saperi e tecniche dello spettacolo teatrale, cinematografico e digitale', corso di Laurea
Specialistica della Facoltà di Scienze Umanistiche -Università degli Studi di Roma 'La Sapienza'. Diploma in
Scenografia all'Accademia di Belle Arti ed in Costume al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Inizia
l'esperienza teatrale con Eduardo De Filippo al Centro Teatro Ateneo della Sapienza. Prosegue il lavoro di ricerca e
sperimentazione con il Living Theatre, in numerosi seminari con Grotowski, Brook ed altri registi della scena
contemporanea. Dagli inizi degli anni '80 collabora con il Teatro dei Mutamenti di Neiwiller come assistente alla
regia, scenografa, costumista e performer, creando spettacoli su Klee, Pessoa, Pasolini, Majakovskij, Tarkovskij
ed in annali laboratori in cui confluiscono musicisti come Steve Lacy in dialogo con Beuys per 'La natura non
indifferente' uno dei molti spettacoli ed Opere/Installazioni realizzati con Teatri Uniti. Lavora per un decennio con
il Teatro di Leo de Berardinis a numerose messe in scena degli Shakespeare, di Eduardo fino al Don Giovanni di
Mozart, debuttando al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Definendo la sua ricerca nel rapporto e sintesi tra Teatro
ed Arti Visive, crea performance, video e regie. Ha diretto i 'gemelli' di Kantor ideando uno spettacolo su Beckett:
'Terremare', creando un ponte di ricerca sulla performatività Kantoriana, tra la Galleria Kystofory di Cracovia e
Napoli. Nel '96 è autrice e regista dello spettacolo 'Rom -Stalker' di cui pubblica il libro e video, partecipando a vari
Festival e Convegni dal DMS di Bologna, al Mittelfest, presso il Multicultural Theatre in Europe, al Cosmic Theatre
di Amsterdam, al Bühnen Wuppertaler della Baush. Realizza diverse Opere/Installazioni come 'Teorema 33K ' alla
Galleria Morra, Istituto Scienze e Comunicazioni Visive di Napoli. Crea spazi al Link Project di Bo logna, una
rivisitazione di Leopardi, in cui gli endecasillabi si misurano con un reale combattimento di pugili , su un ring vero,
ri-installato in scena. Progetta la Concezione Visuale di Eventi in luoghi exstra-teatrali, come il 'Castello dei
Mutamenti' per Toscana delle Culture, Accademia Amiata; in 'La resistenza silenziosa degli uomini necessari 'al
Suor Orsola Benincasa di Napoli; in 'Stalla' alla stazione di Topolò; alle 'Dimore dei cavalli' al Festival Mappe di
Catania, cura video interventi sulla città in 'Disubbidienze' al DAMM di Napoli, fino a 'Terrain Vague' ambientato in
un campo di grano, quinto eremo del 2000, nella Valle Santa, realizzato nella rassegna 'Per Antiche vie' del
Teatro di Roma, con la partecipazione degli studenti dell'Accademia Albertina di Torino ed attori professionisti, per
il Giubileo. Realizza Documenti Visivi, con i Curdi a Badolato, in 'Miseria' Opera/Installazione presentata al Festival
Santarcangelo dei Teatri, rileva i primi sbarchi clandestini del '98. Fonda la compagnia Terzo Mondo, con cui
realizza diversi Laboratori, Video e spettacoli su Africa e Islam, creando la trilogia Calligrafie Arabo Africane
Contemporanee, di cui lo spettacolo 'La Porta dell'Ascolto', presentato nella rassegna "Petrolio" del Teatro Stabile
Mercadante di Napoli. Lo spettacolo 'Materiali di Isolamento' in scena al Festival di Volterra Teatro, al Kismet di
Bari, al Teatro Mercadante di Napoli ecc.. 'Pass-Port Blu', 'The Unity Vision', 'Estinzione', sono Opere/Installazioni
che attraverso le immagini di Al Jazeera e di altri player panarabi, tentano un contatto tra il corpo straniero e le
nuove guerre mediali. Così il lavoro 'Isolamento' realizzato nel chiostro Borrominiano, per Raccordi-Letteratura e
Teatro, alla Casa delle Letterature di Roma, si colloca nel tentativo di recupero sacrale della lingua del XXXIII
Canto del Paradiso di Dante, in commistioni arcaiche di differenti culture e ritmi, come quello dei Gnaoua con le
immagini video dei rituali della città di Essaouira. Realizza diversi Convegni e Laboratori come il 'Gesto Visivo, Tra
Testualità e Corpo' con gli studenti e studiosi del Dipartimento Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna,
dove realizza con Meldolesi incontri come 'La Trinità Artistica' di A.N.' curando video e filmati. Nella collaborazione
attiva con Martone, oltre a film, rassegne e spettacoli: dai 'Persiani' al Teatro Greco di Siracusa agli 'Edipo re' ed
'Edipo a Colono' al Teatro India ed al Teatro Argentina di Roma, sino al 'Don Giovanni' al Teatro San Carlo di
Napoli; ha curato luoghi, video, installazioni, convegni, pubblicazioni e trasmissioni Rai, intorno l'Opera di
Neiwiller; di imminente pubblicazione: 'L'assedio della rappresentazione'. Dal 1998 tramite Concorso Nazionale
per Titoli è docente di prima fascia di Regia presso diverse Accademie, dall'Albertina di Torino all'Accademia di
Reggio Calabria, inoltre dal 2004 ha insegnato Istituzioni di regia al Politecnico Internazionale di Vibo ed al
Biennio Specialistico II° Livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Attualmente è docente di Regia,
Tecniche delle Arti Performative e Tecniche di Produzione Video Teatro all'Accademia di Brera, a Milano.
BADOLATO, 10 DICEMBRE 1995
Per Antonio Neiwiller
ideazione e regia: Mario Martone
montaggio : Giogiò Franchini
con: Loredana Putignani, Patrizio Esposito, Pino Carnuccio
produzione : Megaris, Suor Orsola Benincasa
durata : 20 min
formato: super 8/ video 8 riversato in Betacam
anno di produzione: 1996
Poco prima di morire, Antonio Neiwiller aveva trasferito il suo archivio a Badolato, in Calabria. Aveva trovato un
luogo ideale per la sua vita e per il suo lavoro. Nel 1995 Loredana Putignani, Patrizio Esposito, Pino Carnuccio e
Mario Martone si recarono a Badolato per recuperare i materiali e trasferirli presso l’Istituto Suor Orsola
Benincasa di Napoli, dove sono attualmente custoditi. Il video, realizzato da Martone con mezzi estremamente
semplici, mostra l’archivio così come era stato lasciato da Neiwiller e il luogo in cui si trovava, ultima traccia di
questo grande artista scomparso.