Mackinder - Geopolitical Review

Il Cuore della Terra.
La Teoria dell'Heartland di Halford
John Mackinder
2015
Antonio Lamanna
www.geopoliticalreview.org
© Geopolitical Review
Pensiero Storia e Attualità Geopolitica
Roma, maggio 2015
Autore
Antonio Lamanna
Antonio Lamanna è Dottore in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l'Università degli Studi di
Roma “La Sapienza”, con una tesi in Diritto Costituzionale Italiano e Comparato - “Il ruolo dei Parlamenti
Nazionali dopo il Trattato di Lisbona. Il caso delle Cortes Generales”. Attualmente prosegue il percorso di studi
nel corso magistrale in Relazioni Internazionali presso il medesimo ateneo. Ha svolto attività di ricerca presso
ASRIE – Associazione di Studi Ricerca e internazionalizzazione in Eurasia e Africa, e l'IRIAD - Istituto di Studi e
Ricerche Internazionali 'Archivio Disarmo'.
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A. Lamanna, Il Cuore della Terra. La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder, Geopolitical Review
(www.geopoliticalreview.org), Roma, maggio 2015
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Il Cuore della Terra.
La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
Il Cuore della Terra.
La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
Antonio Lamanna
« Who rules East Europe commands the Heartland: who rules the Heartland commands the
World-Island: who rules the World-Island commands the World » H. J. Mackinder
Sir Halford John Mackinder è stato un geografo politico
britannico, esperto in molte discipline tra cui legge, storia
e biologia, oltre che diplomatico, presidente della London
School of Economics and Political Science e valido
esploratore1. Noto oggi soprattutto per aver formulato la
teoria dell'Heartland. Esercitò una notevole influenza nel
movimento
geografico
inglese,
soprattutto
nell'insegnamento, egli sosteneva che la geografia aveva
una funzione educativa fondamentale per tre motivi:
consentiva di diffondere una visione imperiale del mondo
e della storia, aiutava a comprendere le altre culture e
forniva, infine, importanti conoscenze strategiche.
Negli anni che vanno dalla fine dell'800 agli anni Quaranta del '900, Mackinder elaborò una
teoria che, secondo molti, avrebbe gettato le basi della geopolitica, la Teoria dell'Heartland.
Questa fu presentata per la prima volta alla conferenza della Royal Geographical Society di
Londra nel 1904, con il paper The Geographical Pivot of History. In seguito la teoria subì
1
Si deve a lui la prima ascensione e la conquista del Monte Kenya nel 1899.
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La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
modifiche fondamentalmente in due fasi: nel 1919 con il libro Democratic Ideals and Reality e
nel 1943 con l'articolo apparso sulla rivista “Foreign Affairs”, The Round World and the
Winning of the Peace.
Secondo la teoria dell'Heartland esisterebbe sul pianeta un'area strategicamente più
vantaggiosa delle altre, che l'Autore rileva nella parte settentrionale dell'Eurasia.
Quest'area, inizialmente definita area perno, e solo in seguito Heartland, si estende dalla
costa dell'Artico fino ai deserti centrali, e ha come confine occidentale l'ampio istmo tra il Mar
Baltico e il Mar Nero. Questo nucleo centrale, che non ammette una precisa delineazione
sulla carta, è definito secondo diversi aspetti geografici: la pianura più vasta del pianeta, la
presenza in questa di grandi fiumi navigabili (che non sfociano nei mari) e le condizioni ideali
per lo sviluppo di un alto grado di mobilità a cavallo e a cammello.
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Il Cuore della Terra.
La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
Nell'articolo The Round World and the Winning of the Peace, Mackinder illustra le
caratteristiche strategiche del nucleo centrale confrontandole con quelle della Francia, e
utilizzando come quadro di riferimento storico la Grande Guerra per la Francia e la Seconda
Guerra Mondiale per la Russia.
Il territorio della Francia, infatti, come quello della Russia è delimitato dal mare e dalle
montagne, salvo che sul tragico passaggio a nord-est che si estende per 300 miglia tra il
Vosgi e il Mare del Nord: «Nell'intervallo di quattro anni - (tra il 1914 e il 1918) – questo fronte
elastico si insellò e si piegò, ma non si spezzò, neppure durante il massiccio attacco tedesco
della primavera 1918. Ciò dimostrò che all'interno del paese vi era spazio sufficiente sia per la
difesa in profondità che per la ritirata strategica. Sfortunatamente per la Francia, tuttavia, la
sua area industriale principale si trovava proprio in quel settore nord-orientale...» 2
E la Russia riproduceva in scala superiore il modello francese, ma con una frontiera aperta a
ovest anziché ad oriente. Durante il secondo conflitto mondiale (e mentre Mackinder scriveva
questo articolo) l'esercito russo era «schierato lungo quella frontiera aperta. Alle spalle vi era
il vasto nucleo centrale, utilizzabile per la difesa e per la ritirata strategica. Ancora più indietro,
la pianura recede verso oriente nei baluardi naturali costituiti dall'inaccessibile' costa
dell'Artico, dal territorio selvaggio della Lenalandia 3 al di là dello Enisej e della frangia di
montagne dell'Altaj all'Hindukush, alle cui spalle vi sono il deserto del Gobi e quelli tibetano e
iraniano. Queste tre barriere sono ampie e profonde e superano di gran lunga in valore
difensivo le coste e le montagne che circondano la Francia». 4
Inizialmente la teoria di Mackinder ebbe poco successo e rimase confinata nell'ambito dei
geografi, fondamentalmente perché aveva scarso interesse pratico, essendo rivolta al futuro
più che al presente. Successivamente, invece, divenne la teoria fondante del pensiero
2
3
4
H. J. Mackinder, The Round World and Winning Peace, tr. it., Il mondo intero e come vincere la pace, in
Limes n.1, 1994, p. 176.
Territorio ad est del fiume Enisej, caratterizzato da montagne, altopiani e vallate, quasi interamente ricoperto
da foreste conifere, Mackinder gli da il nome di Lenalandia dalla sua caratteristica principale, il fume Lena.
H.J.Mackinder, op. cit.
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La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
geopolitico e geostrategico della prima metà del XX secolo.
La Teoria dell'Heartland aveva un grande pregio: per primo, il suo autore, aveva analizzato in
modo lucido e chiaro la struttura politica dell'intero pianeta. Nessuno, prima del 1904, aveva
concepito l'idea che una guerra o un altro avvenimento in una zona del mondo avrebbe
potuto avere ripercussioni in altre parti del pianeta. Nel suo intervento alla
Royal
Geographical Society di Londra del 1904 spiegava: «D’ora in poi, nell’età postcolombiana, si
avrà ancora a che fare con un sistema politico chiuso, ma di portata mondiale. Qualsiasi
esplosione di forze sociali, invece di disperdersi nello spazio dei territori circostanti, ancora
sconosciuti e dominati dal caos barbarico, riecheggerà intensamente dall’altra parte del
globo, facendo di conseguenza saltare gli elementi più deboli dell’organismo politico ed
economico mondiale. È infatti molto diverso l’effetto di una bomba che cade su un terrapieno
e quello della sua caduta dentro gli spazi chiusi e le rigide strutture di un grande edificio o di
una nave.»5 L'interconnessione e l'interdipendenza tra gli avvenimenti in un'area del pianeta
ed un'altra erano divenuti ormai inevitabili, e l'evoluzione politica del pianeta sarebbe dipesa
dal rapporto di forza tra il perno centrale e le terre dell'anello esterno.
La teoria dell'Heartland, tuttavia, può essere meglio compresa alla luce degli avvenimenti
storici verificatesi negli anni a cavallo tra la fine del XIX e la metà del XX secolo, e che
influenzarono l'elaborazione della teoria stessa. Lo scenario storico da cui ha origine la prima
elaborazione è quello compreso tra il 1870 (sconfitta di Napoleone III a Sedan da parte dei
prussiani) e i primi anni del '900, periodo che coincideva con il momento di massima
espansione dell'imperialismo britannico.
Dopo la vittoria a Sedan, la Germania cominciò a costituire un pericolo per la Gran Bretagna
sia per l'opera di costruzione di una grande flotta tedesca, ma ancor di più preoccupava
l'annuncio del progetto di una ferrovia Berlino-Baghdad che mirava ad ostacolare la Gran
Bretagna nel Golfo Persico e nell'Oceano Indiano.
5
H. J. Mackinder, The Geographical Pivot of History, tr. it., Il perno geografico della storia, in I Castelli di Yale,
n.1, 1996, p. 130.
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La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
Ma la Germania non costituiva l'unica preoccupazione per la Gran Bretagna poiché alla
potenza marittima inglese si contrapponeva l'imponente potenza terrestre russa. La questione
a questo punto era: andava adottata una strategia di contenimento della Russia nel lungo
periodo, oppure neutralizzata la spinta bellica tedesca nel breve? Ma il vastissimo
dispiegamento della forza navale inglese su tutti i mari conosciuti favoriva una constatazione,
la flotta inglese era giunta a circondare letteralmente di basi coloniali l'intero continente
asiatico senza però minacciarne la compattezza e la stabilità. Sulla base di questa
considerazione Mackinder «superò concettualmente la scelta tra Germania e Russia come
minaccia principale, suggerendo che nel cuore dell'Eurasia vi fosse un'area strategica che, se
controllata da un'unica potenza o da una coalizione, avrebbe dato a quella vantaggi a lungo
termine».6 Veniva definendosi in tal modo l'obiettivo della futura strategia estera britannica:
impedire che una sola potenza fosse in grado di unire le forze navali tedesche e le risorse
continentali russe.7
Nell'intervento Mackinder forniva le ragioni, utilizzando diverse mappe storiche, della
strategicità dell'area perno nei confronti dei territori circostanti. In particolare si riferì alle
invasioni dei nomadi asiatici che a cavallo raggiungevano l'Europa attraverso l'ampio
passaggio tra i Monti Urali e il Mar Caspio. Non di meno, secondo l'Mackinder, gran parte
della storia moderna potrebbe essere descritta come commento ai rivolgimenti causati,
direttamente e indirettamente, da queste incursioni 8. Una mobilità di potenza rivale fu quella
dei vichinghi sulle loro imbarcazioni, che dalla Scandinavia raggiungevano sia le sponde
settentrionali sia quelle meridionali dell'Europa e penetravano nell'entroterra attraverso le vie
fluviali.
Ma gli avvenimenti specifici da cui ebbe origine l'idea di un nucleo centrale furono le guerre
della Gran Bretagna in Sudafrica e della Russia in Manciuria. Le differenze tra queste due
6
7
8
B. W. Boulet, Halford Mackinder. A biography, College Station Texas University Press, 1987, p. 118.
M. Roccati, La terra e il suo cuore. Halford John Mackinder e la teoria dell'Heartland, in I Castelli di Yale,
n.1, 1996, p. 170.
H. J. Mackinder, op. cit., p. 135.
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La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
guerre portavano Mackinder ad un confronto tra le esplorazioni di Vasco da Gama e la
spedizione fino alla Siberia di Jermak, per riportarlo alle incursioni dei nomadi asiatici ai danni
delle popolazioni dei subcontinenti. Ne concludeva che, quelli in Sudafrica e in Manciuria,
rappresentavano i primi conflitti di una nuova era, e che l'epoca del Nuovo Mondo e delle
grandi scoperte geografiche era ormai terminata. «Per la prima volta possiamo avvertire le
proporzioni reali delle caratteristiche e degli avvenimenti sulla scena mondiale, e possiamo
cercare una formula che esprima almeno determinati aspetti della causalità geografica nella
storia universale».9
Carta originale del 1904
Dunque, la teoria di Mackinder «è costruita, sulla base dello schematismo geografico,
9
H. J. Mackinder, op. cit., p. 130.
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La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
mediante la considerazione simultanea di un elemento costante (l’opposizione terra-mare,
popoli continentali e popoli marini) e di quattro elementi variabili (la tecnica del movimento per
terra e per mare, la popolazione e le risorse utilizzabili nella rivalità delle nazioni, l’estensione
del campo diplomatico). Mackinder, che scriveva all’inizio del secolo, quando la fortuna
dell’Inghilterra pareva evidente e invulnerabile, esaminava i secoli passati per scoprire in essi
le condizioni necessarie alla vittoria dello stato insulare, e scrutava l’avvenire per indovinare
se le circostanze alle quali l’Inghilterra aveva dovuto gran parte della sua grandezza fossero
destinate a scomparire».10
Figlio del'imperialismo britannico, Mackinder formulò la teoria dell'Heartland intorno ad un
forte elemento propagandistico e ideologico: la salvaguardia e la conservazione dell'impero
britannico. Un recente studio di Gerry Kearns 11, noto studioso di Sir Mackinder, rileva
similmente un tale elemento nella teoria dell'Heartland. Nella prima parte dello scritto, che è
quella che qui ci interessa, Kearns individua sei elementi attorno ai quali, quello che chiama
l'immaginario mackinderiano, si fonda: la distribuzione geografica delle risorse, che crea le
naturali disparità tra le nazioni; l'influenza tra territori dovuta alla contiguità di questi tra essi;
l'interconnessione e l'interdipendenza degli Stati, inevitabile in un mondo globalizzato;
l'esprimibilità del pianeta attraverso una mappa coropletica con la possibilità di evidenziare
come ogni società umana rappresenta un rivale e una minaccia per le altre; la potenza, che è
il fattore principale su cui le interazioni tra queste società si basano; l'eccezionalismo, vale a
dire la convinzione della superiorità civile del popolo britannico. 12 In quest'ultimo elemento
Kearns rileva dunque il fattore ideologico nella teoria di Mackinder.
Un tentativo propagandistico che Mackinder, peraltro, non cercava neanche di mascherare.
«Così come naturale era contenere l'avanzata tedesca e l'espansionismo russo, altrettanto
naturale e dovuta si presentava la conservazione del colonialismo inglese». 13
10
11
12
13
R. Aron, Pace e guerra tra le nazioni, Comunità, Milano 1970, p. 234.
G. Kearns, Beyond the Legacy of Mackinder, Geopolitics, Vol. 18, 2013, N. 4, pp. 917-932
D. Scalea, “Beyond the Legacy of Mackinder”, 2014, https://hjmackinder.wordpress.com/
M. Roccati, op.cit., p. 173.
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Il Cuore della Terra.
La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
La regione perno della politica mondiale è dunque quell'area dell'Eurasia inaccessibile dai
mari e percorribile a cavallo e a cammello in passato e col treno nei tempi moderni, un'area
che occupa una posizione nel mondo come quella che occupa la Germania in Europa,
potendo attaccare ed essere attaccata su tutti i fronti salvo che da nord.
A sud e ovest di questo Cuore della Terra si trovano le regioni periferiche disposte in una
vasta mezzaluna e accessibili agli uomini di mare. Fuori dall'area perno, in una grande
mezzaluna interna si trovano Germania, Austria, Turchia, India e Cina, e in una mezzaluna
esterna, Gran Bretagna, Sudafrica, Australia, Stati Uniti, Canada e Giappone.
La rottura dell'equilibrio di potenza a favore dello Stato-perno si risolverebbe con
un'espansione di questo nelle terre periferiche dell'Eurasia, permetterebbe l'impiego delle
vaste risorse continentali russe per la costruzione e il mantenimento delle flotte, con la
conseguente possibilità di conquistare il mondo. Questo poteva accadere se la Germania si
fosse alleata con la Russia, per questo Mackinder sosteneva la necessità della creazione di
Stati-cuscinetto tra la Russia e la Germania, in modo da poter controllare e dosare i rapporti
tra le due potenze.
L'alleanza tra Germania e Russia paventata da Mackinder, che fino agli inizi del XX secolo
sembrava tutt'altro che improbabile, divenne tale con lo scoppio della Grande Guerra e della
Rivoluzione bolscevica in Russia.
Può essere, tuttavia, opportuno rilevare che «il sostituirsi di un nuovo controllo dell’area
continentale a quello della Russia non comporterebbe una riduzione del significato geografico
della posizione-perno. Se ad esempio i cinesi venissero organizzati dai giapponesi al fine di
rovesciare l’impero russo e conquistarne il territorio, essi potrebbero diventare il pericolo
giallo che minaccia la libertà del mondo semplicemente perché aggiungerebbero una fascia
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La Teoria dell'Heartland di Halford John Mackinder
frontale oceanica alle risorse del grande continente. » 14
Dunque, secondo Mackinder, «le particolari combinazioni di equilibrio fra le potenze non sono
essenziali… da un punto di vista geografico, esse finiscono per ruotare intorno allo statoperno, il quale, con ogni probabilità, avrà sempre grandi dimensioni ma possibilità di
movimento limitate, se paragonate a quelle delle circostanti potenze periferiche e insulari. » 15
E se le popolazioni che abitano le aree periferiche marginali «assurgeranno alla prosperità»
forse davvero potremo vivere in «un mondo equilibrato di esseri umani. Ed un mondo felice,
perché in equilibrio e pertanto libero.» 16
14 H. J. Mackinder, The Round World and Winning Peace, op. cit., p. 174.
15 H. J. Mackinder, The Geographical Pivot of History, op. cit., p. 149.
16 H. J. Mackinder, The Round World and Winning Peace, op. cit., p. 182.
2015
A cura di:
Geopolitical Review.
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