Sondra Faccio Canazei, 6 Settembre 2011 LA RESPONSABILITA' DELLO STATO Applicazione del Progetto di Articoli sulla Responsabilità dello Stato della Commissione di Diritto Internazionale Introduzione In tema di responsabilità dello Stato particolare rilievo assume l'analisi della giurisprudenza dei tribunali arbitrali incaricati di dirimere le questioni tra investitore e Stato in materia di investimenti diretti esteri. Il contenzioso Stato-Investitore è cresciuto enormemente nelle ultime decadi, in parallelo con l'aumento del numero dei trattati di investimento bilaterale e degli accordi di investimento stipulati dagli Stati. Questi ultimi sono strumenti attraverso i quali gli Stati garantiscono agli investitori della controparte sovrana un certo grado di tutela contro un'eventuale azione dello Stato ospitante atta a frustrare il valore dell'investimento. In particolare, con questi accordi internazionali gli Stati riconoscono agli investitori [individui] il diritto di agire direttamente contro di essi, davanti a un tribunale arbitrale, all'uopo costituito. In altri termini, i trattati di investimento bilaterale stipulati dagli Stati rappresentano la base giuridica del diritto d'azione riconosciuto all'investitore. Dirtto che gli investitori di tutto il mondo non hanno esitato ad esercitare chiamando in giudizio le loro controparti istituzionali, e dando vita ad un ricco ed interessante corpo giurisprudenziale. Ad esso si intende fare riferimento per tracciare qualche breve osservazione sull'applicazione del progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato, che dal 2001 ad oggi ha avuto grande eco all'interno delle decisioni delle corti arbitrali. La disamina si soffermerà su due aspetti fondamentali: − il richiamo alle disposizioni in materia di attribuzione della condotta allo Stato (Capitolo II, artt. 4 ss), − l'applicazione delle disposizioni in tema di esclusione dell'illiceità (Capitolo V, artt. 23 e 25). L'attribuzione della Condotta allo Stato In materia di investimenti diretti esteri, la condotta dello Stato viene in rilievo quale fonte di responsabilità internazionale, quando essa gli è attribuibile sulla base del diritto internazionale e costituisce una violazione di un obbligo per esso vincolante, sancito dal diritto internazionale consuetudinario o dal diritto pattizio [accordo di investimento e/o trattato bilaterale, talvolta impegno contrattuale coperto da umbrella clause] (art. 2). In Total S.A. v. Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/04/01, Decision on Objections to Jurisdiction, 25 August 2006) nella disamina del caso gli arbitri hanno fatto espresso riferimento ai due presupposti della responsabilità enunciati dall'art. 2 del progetto di articoli, precisando “a basic issue in the present dispute is whether Argentina has committed an internationally wrongful act, that is whether it has breached the international obligations contained in the BIT by conduct attributable to it. As held by the International Law Commission, these two conditions are sufficient to establish such a wrongful act giving rise to international responsibility. Having caused damage is not an additional requirement.” Il danno non è un elemento essenziale del rapporto di responsabilità anche se nel diritto internazionale degli investimenti è difficile pensare che l'investitore privato agisca contro lo Stato sovrano a tutela di un mero danno giuridico. Di fatto, in mancanza di un vero e proprio danno economico, i costi legati al procedimento arbitrale e il rischio di compromettere lo sviluppo di futuri investimenti nello Stato convenuto e/o in altri Stati fungono da disincentivi all'esercizio dell'azione da parte dell'investitore. In altri termini, in assenza di un effettivo pregiudizio economico, l'investitore non avrebbe interesse ad agire, perché altre valutazioni di tipo pratico intervengono ad attenuare l'interesse ad ottenere riparazione per la violazione [non dannosa] del precetto giuridico. In tali casi, tuttavia, l'interesse ad agire potrebbe permanere in capo allo Stato di nazionalità dell'investitore, il quale, non ragionando solo in termini di opportunità economica ma anche in termini di opportunità politica, potrebbe attivarsi attraverso altre vie, e.g. protezione diplomatica, per assicurare il rispetto dell'obbligazione internazionale e ripristinare l'ordine violato. I trattati bilaterali di investimento, rappresentano la fonte principale dalla quale i tribunali traggono le basi per fondare la responsabilità degli Stati, ciò sia dal punto di vista dell'elemento soggettivo (regole applicabili per l'attribuzione della condotta allo Stato), che dal punto di vista dell'elemento oggettivo (violazione della norma di diritto internazionale). Tuttavia, spesso i trattati non sono esaustivi e le regole di diritto internazionale consuetudinario intervengono con funzione integrativa. In Noble Ventures v. Romania,(ICSID case no. ARB/01/11, Award of 12 October 2005) il tribunale arbitrale osseva “as States are judicial persons, one always has to raise the question whether acts committed by natural persons who are allegedly in violation of international law are attributable to a State. The BIT does not provide any answer to this question. The rule of attribution can only be found in general international law which supplements the BIT in this respect. Regarding general international law on international responsibility, reference can be made to the Draft Articles on State Responsibility as adopted on second reading 2001 by the International Law Commission and as commended to the attention of Governments by the UN General Assembly in Res. 56/83 of 123 December 2001.. While those Draft Articles are not binding, they are widely regarded as a codification of customary international law. The 2001 ILC Draft provides a whole sets of rules concerning attribution..” Dal punto di vista dell'elemento soggettivo, i riferimenti al progetto di articoli sono numerosi. Si propongono di seguito alcuni esempi. In Jan de Nul NV and Dredging International NV v. Arab Republic of Egypt, (ICSID case no. ARB/04/13, decision on jurisdiction of 16 June 2006) il tribunale ICSID richiama l'art. 4 del progetto di articoli e conclude che lo Stato deve essere considerato responsabile per la condotta dei suoi organi, ribadendo che ai fini del diritto internazionale lo Stato è trattato come una singola persona giuridica. L'art. 4, prescisa il consesso di arbitri, fa riferimento ai c.d. organi de jure investiti di potere dal diritto interno dello Stato. Per quanto riguarda gli enti che non sono organi dello Stato ai sensi dell'art. 4 ma che sono investiti, sebbene temporaneamente, del potere di esercitare prerogative dell'attività di governo, la corte arbitrale in Helnan International Hotels A/S v. Republic of Egypt, (ICSID Case No. ARB/05/19), ha precisato che i loro atti sono considerati come atti dello Stato ai sensi del diritto internazionale, così come previsto dall'art. 5 del progetto di Articoli. Richiamando il commento della Commissione di diritto internazionale all'articolo 5 del progetto, il tribunale arbitrale in Eureko BV v Republic of Poland (Partial Award of 19 August 2005), ha chiarito che la ratio della disposizione in commento é da ricercare nella volontà di prendere in considerazione il crescente fenomeno delle c.d. Entità parastatali alle quali è attribuito l'esercizio di funzioni governative e degli enti statali privatizzati che, nonostante il passaggio di proprietà da pubblico a privato, continuano a mantenere alcune funzioni pubbliche e regolamentari. In taluni casi, l'operazione di attribuzione allo Stato della condotta dei suoi organi puo' far sorgere alcune difficoltà, soprattutto quando la responsabilità di questi è fatta derivare dalla violazione di obblighi di carattere contrattuale assunti dall'organo con gli investitori stranieri. A tal proposito, il tribunale in Eureko BV v Republic of Poland (Partial Award of 19 August 2005), ha precisato che ai fini dell'attribuzione della condotta degli organi statali allo Stato è irrilevante il fatto che l'organo abbia agito “as a private commercial actor” e/o che l'atto abbia natura di acta jure gestionis. Così in Noble Ventures v Romania (ICSID case no. ARB/01/11, Award of 12 October 2005), il tribunale arbitrale precisava, “the distinction [between acta iure imperii and acta iure gestionis] plays an important role in the field of sovereign immunity when one comes to the question of whether a State can claim immunity before the courts of another State. However, in the context of responsibility, it is difficult to see why commercial acts, so called acta iure gestionis, should by definition not be attributable while governmental acts, so called acta iure imperii, should be attributable. The ILC draft does not maintain or support such a distinction.” Secondo la corte arbitrale dunque, la conclusione di un contratto o la sua violazione sono atti attribuibili allo Stato ai sensi dell'art. 4 del progetto di articoli. Tuttavia, sebbene attribuibili allo Stato, tali atti non integrano di per sé degli illeciti internazionali. La presenza dell'elemento soggettivo non determina automaticamente quello oggettivo e la violazione degli obblighi [contrattuali] assunti dall'organo statale non si traduce necessariamente ed automaticamente in una violazione delle obbligazioni internazionali dello Stato [assunte, per esempio, nei confronti di un altro Stato attraverso i c.d. Trattati di investimento bilaterale]. Per integrare il c.d. Elemento oggettivo ovvero per ricondurre la violazione dell'obbligazione contrattuale alla sfera della responsabilità internazionale dello Stato alcuni tribunali arbitrali hanno fatto riferimento alla cd. Umbrella clause, la quale rende le obbligazioni di carattere contrattuale assunte dallo Stato agente iuri gestionis [anche attraverso i suoi organi] obbligazioni rilevanti sul piano del diritto internazionale e in quanto tali fonti di responsabilità internazionale. La c.d. Umbrella clause, inserita in un trattato di investimento, impone agli Stati contraenti il dovere, sanzionabile a livello di diritto internazionale, di adempiere a ogni obbligo da essi assunto in tema di investimenti, compreso quello assunto attraverso accordi contrattuali. Per usare la definizione adottata nella decisione del 12 ottobre 2005 nel caso Noble Ventures v Romania (ICSID case no. ARB/01/11) “[a]n umbrella clause is usually seen as transforming municipal law obligations into obligations directly cognizable in international law.” Attraverso tale clausola le obbligazioni di tipo contrattuale aventi ad oggetto investimenti diventano obbligazioni di carattere internazionale e perciò atte a far sorgere la responsabilità dello Stato. In Noble Ventures v Romania (ICSID case no. ARB/01/11, Award of 12 October 2005) il tribunale esplica tale meccanismo, precisando, “breaches of a contract into which the State has entered are capable of constituting a breach of international law by virtue of the breach of the umbrella clause”. Nel caso CMS Gas Transmission Company v Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/01/8, Award of 12 May 2005), il tribunale incaricato concluse che la Repubblica di Argentina era responsabile sul piano internazionale per aver violato la c.d. Umbrella clause contenuta nel trattato di investimento bilaterale da essa concluso con gli Stati Uniti. La violazione si era concretizzata attraverso il mancato adempimento delle clausole di stabilità contenute nei contratti di licenza garantiti a TGN (società privatizzata oggetto dell'investimento straniero di CMS) dallo Stato Argentino. Il richiamo al progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato elaborato dalla Commissione di diritto internazionale, ha rappresentato una vera e propria miniera per le corti arbitrali, le quali hanno attinto a piene mani dalle sue disposizioni non solo nel trattare della responsabilità degli Stati ma anche in altri casi, soprattutto per avere dei riferimenti normativi in tema di attribuzione. Per esempio, nel caso Tokios Tokles v Ukraine (ICSID Case No. ARB/02/18, Decision on Objections to Jurisdiction of 29 April 2004), la giurisdizione del tribunale era subordinata dal trattato bilaterale tra Ucraina e Lituania alla preventiva attivazione di negoziazioni tra le parti che, nel caso di specie, erano intercorse tra la società controllata in loco dall'investitore straniero (Lituano) e le autorità municipali di Kyiv (Ucraina). Il tribunale arbitrale, chiamato a decidere se le parti avevano di fatto adempiuto all'obbligo di negoziazione ad esse imposto dal trattato, ha fatto riferimento in nota all'art. 4 del progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato, dando fondamento ai propri argomenti secondo i quali la condotta delle autorità locali di Kyiv erano attribuibili allo Stato e il presupposto della previa negoziazione era adempiuto. Circostanze di Esclusione dell'Illiceità In molti casi gli Stati, chiamati a rispondere della propria condotta, hanno fatto ricorso alle disposizioni di cui al Capitolo V del progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato, adducendo a giustificazione delle proprie azioni circostanze di forza maggiore e necessità. In particolare, i paesi sud americani sono stati ripetutamente convenuti in giudizio davanti alle corti arbitrali a causa di provvedimenti attuati in stato di crisi [economica e sociale] ed hanno spesso fatto ricorso, con alterne fortune, alle circostanze di cui agli articoli 23 forza maggiore e 25 stato di necessità. Per esempio, lo Stato Venezuelano ha addotto ragioni di forza maggiore per giustificare la violazione di un contratto di concessione, che prevedeva l'aumento periodico delle tariffe applicabili al transito su l'autostrada gestita da Autopista Concesionada de Venezuela C.A. Il mancato aumento delle tariffe era stato spiegato dallo Stato convenuto adducendo ragioni di forza maggiore, ovvero di malcontento generale e di rischio concreto di agitazioni popolari in conseguenza dell'aumento dei prezzi. Il tribunale ICSID, chiamato a dirimire la controversia non ravvisò la presenza degli elementi necessari [impossiblità della prestazione, imprevedibilità dell'evento di forza maggiore, non attribuibilità dell'evento allo Stato] per integrare la condizione di forza maggiore e rifiuto' l'argomento dello Stato resistente. In particolare, ad opinione della corte il mancato aumento dei prezzi, non era stato determinato da un evento imprevedibile. Di fatto, la possibilità di sollevamenti popolari era ragionevolmente prospettabile alla luce di precedenti episodi di protesta [nel 1989] determinati a loro volta dall'aumento dei prezzi imposto da meccanismi contrattuali. Sulla base di tali considerazioni, gli arbitri non sono andati oltre nella disamina dei presupposti per la sussistenza della forza maggiore e lo Stato è stato considerato responsabile per la violazione dell'obbligazione dedotta nel contratto di concessione. I presupposti presi in considerazione dalla corte arbitrale nel caso Autopista Concesionada de Venezuela C.A. v Bolivarian Republic of Venezuela (ICSID Case No. ARB/00/5, Award of 23 September 2003) rispecchiano pedissequamente la formulazione contenuta nell'art. 23 del progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato. Il tribunale arbitrale nel caso di specie ha fatto proprio il concetto di forza maggiore così come formulato dalla Commissione di diritto internazionale. Per quanto riguarda lo stato di necessità, esso è stato spesso richiamato in seno agli arbitrati celebrati tra investitori stranieri e la Repubblica Argentina in conseguenza delle misure di emergenza adottate dallo Stato Argentino durante la grave crisi finanziaria del 2000. Nei vari casi proposti al vaglio delle corti, perno fondamentale del ragionamento é stato l'art. 25 del progetto di articoli, piu' volte richiamato sia dalle parti che dagli arbitri quale paramentro di valutazione dello stato di necessità. In CMS Gas Transmission Company v Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/01/8, Award of 12 May 2005) il tribunale“.. like the parties themselves, considers that article 25 of the Articles on State responsibility adequately reflects the state of customary international law on the question of necessity” e lo prende a modello ai fini della valutazione della condotta dello Stato argentino. In un altro caso, LG&E Energy Corp., LG&E Capital Corp., LG&E International Inc. v Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/02/1, Decision on Liability of 3 October 2006), il tribunale arbitrale incaricato, osservava “when a State invokes the state of necessity, it has full knowledge of the fact that it deliberately chooses a procedure that does not abide an international obligation. [sic] This deliberate action on the part of the State is therefore subject to the requirements of Article 25 of the Draft Articles, which must concur jointly and without which it is not possible to exclude under international law the wrongfulness of a State’s act that violates an international obligation.” Tra i vari aspetti considerati, vi è quello previsto dall'art. 25 lettera (b) secondo il quale lo Stato non puo' invocare lo stato di necessità come causa di esclusione dell'illiceità di un atto non conforme ad uno dei suoi obblighi internazionali se tale atto lede gravemente un interesse essenziale dello Stato o degli Stati nei confronti dei quali l'obbligo sussiste, oppure della comunità internazionale nel suo complesso. Nel caso di trattati bilaterali di investimento, l'interesse dello Stato é mediato attraverso quello degli investitori. In altre parole è interesse dello Stato a che l'interesse dell'investitore sia garantito secondo le disposizioni del trattato. Per questa ragione, le corti arbitrali sono giunte a precisare che nei casi aventi ad oggetto una violazione di trattati di investimento per la quale si adduce la circostanza della necessità, nella valutazione dei requisiti di cui all'art. 25 è opportuno tenere in considerazione l'interesse dell'investitore “[because] this particular kind of treaty is also of interest to investors as they are specific beneficiaries and for investors the matter is indeed essential.” 1. In Enron Corporation and Ponderosa Assets L.P. v Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/01/3, Award of 22 May 2007), il tribunale dopo 1 CMS Gas Transmission Company v Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/01/8, Award of 12 May 2005) aver precisato “that it would consider the requirement of Article 25 of the Articles on State Responsibility as to the act not seriously impairing an essential interest of the State towards which the obligation exists in the context of the Treaty obligations..” osserva che “in the context of investment treaties there is still the need to take into consideration the interests of the private entities who are the ultimate beneficiaries of those obligations […] The essential interest of the Claimants would certainly be seriously impaired by the operation of Article XI or state of necessity in this case.” L'interpretazione data dalle corti arbitratli all'interesse dello Stato enunciato all'art. 25 lett (b) del progetto di articoli attribuisce nuova importanza al ruolo internazionale degli investitori. Il loro interesse alla protezione dell'investimento, in sede arbitrale viene a coincidere con l'interesse dello Stato nei confronti del quale l'obbligo sussiste. Quest'ultimo, peraltro, rimane sullo sfondo del procedimento arbitrale, il quale sorge per iniziativa dell'investitore contro lo Stato ritenuto responsabile dell'illecito. Sulla natura delle circostanze di esclusione dell'illiceità si é pronunciata la Commissione di diritto internazionale nel suo commento agli articoli. La Commissione le considera cause di esclusione della responsabilità [secondary rule of international law] atte a giustificare l'illecito internazionale ma non a farne venir meno la sussistenza. Non sembra che la teoria opposta, che le considera vere e proprie cause di giustificazione [primary rule of international law] atte ad escludere l'esistenza stessa della fattispecie illecita, abbia avuto particolare successo nelle decisioni arbitrali. In Sempra Energy International and Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/02/16, Award of 28 September 2007) il tribunale ha appoggiato l'interpretazione della Commissione. Ai sensi dell'art. 27 del progetto di articoli l'invocare una causa di esclusione dell'illecito non pregiudica, il rispetto dell'obbligo in questione, se e nella misura in cui la causa di esclusione dell'illiceità non sussiste più, né la questione dell'indennizzo per ogni perdita causata dall'atto in questione. Lo Stato è obbligato a indenizzare per ogni conseguenza dannosa provocata dalla propria condotta sebbene lecita e/o giustificata da una circostanza di esclusione dell'illiceità. L'ipotesi di cui all'art. 27 rientra tra quelle indicate in via esemplificativa dalla Commissione nel commento generale al progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato, in tale commento la Commissione spiega “there may be cases where States incur obligations to compensate for the injurious consequences of conduct which is not prohibited, and may even be expressly permitted, by international law (e.g. compensation for property duly taken for a public purpose). There may also be cases where a State is obliged to restore the status quo ante after some lawful activity has been completed.” L'indennizzo dovuto ai sensi dell'art. 27, tuttavia, ha diversa natura rispetto a quello previsto per la riparazione del pregiudizio arrecato dall'atto internazionalmente illecito. La perdita che deve essere riparata secondo l'art. 27 non coincide con il danno che deve essere risarcito ai sensi degli artt. 34 e 36. Nel spiegare la distizione il tribunale arbitrale incaricato nel caso CMS Gas Transmission Company v Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/01/8, Award of 12 May 2005) riprendeva lo stesso commento della Commissione e ribadiva “the concept of damages [in article 34] appears to have been broader than that of material loss in article 27”, e aggiungeva, “the respondent had argued that if a state of necessity was made out, no compensation would have been due.. [but] the respondent's argument is tantamount to the assertion that a party to this kind of treaty, .. is supposed to bear entirely the cost of the plea of the essential interests of the other party”. L'obbligo di indennizzare la controparte emerge chiaramente dalla giurisprudenza in materia di investimenti, ma rimane dubbio il contenuto di tale indennizzo. Nel caso LG&E Energy Corp., LG&E Capital Corp., LG&E International Inc. v Argentine Republic (ICSID Case No. ARB/02/1, Decision on Liability of 3 October 2006) il tribunale ha ritenuto non indennizzabili i danni subiti dall'investitore durante lo stato di necessità; mentre nel caso Mitchell v Democratic Republic of the Congo, (ICSID Case No. ARB/99/7, Decision on Annulment of 1 November 2006), il comitato istituito per giudicare sull'annullamento della precedente decisione arbitrale ha precisato che “even if the Arbitral Tribunal had concluded... that they [the measures] were not wrongful, this would not necessarily have had any impact on evaluating the act of dispossessing Mr. Mitchell, and on the need of compensation; possibly, it could have had an influence on the calculation of the amount of such compensation”. Conclusioni La giurisprudenza arbitrale in materia di investimenti ha riconosciuto piena dignità al progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato, richiamandoli esplicitamente in diverse occasioni quali fonti di diritto internazionale consuetudinario. Gli articoli hanno svolto funzione integrativa e sono intervenuti a completare le disposizioni dei trattati di investimento. Per gli arbitri il progetto di articoli ha rappresentato un agile strumento di consultazione, del quale hanno confermato la valenza pratica e contenutistica. La giurisprudenza dei tribunali arbitrali, attraverso i suoi richiami alle disposizioni del progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato, ha contribuito a consolidare lo status consuetudinario delle regole codificate dalla Commissione di Diritto Internazionale. Nelle controversie in materia di investimento gli Stati sono chiamati in giudizio dagli investitori che ne invocano la responsabilità a livello internazionale. Sono gli interessi degli investitori consacrati nei trattati e/o nei contratti coperti da umbrella clause ad essere lesi dalla condotta degli Stati e sono questi che devono essere presi in considerazione nella valutazione della responsabilità dello Stato e delle sue conseguenze. Ecco dunque che i parametri interpretativi offerti dal progetto di articoli assumono nuovi contenuti. Così, qualora lo Stato resistente invocasse lo stato di necessità ex art. 25, la valutazione della condizione di cui alla lett. b, ovvero “l'assenza di una lesione ad un interesse essenziale dello Stato nei confronti dei quali l'obbligo sussiste”, non potrà prescindere dalla considerazione degli interessi degli investitori in concreto agenti in giudizio e danneggiati nei loro affari dall'azione dello Stato convenuto. Allo stesso modo, la misura dell'indennizzo e dell'eventuale risarcimento, qualora fosse riscontrata l'esistenza di un illecito internazionale, deve essere commisurata al valore dell'investimento, alla perdita subita dall'investiotore, al suo mancato guadagno, alle spese e ai danni da esso patititi. In altre parole, il punto di rifermento rimane l'individuo/investitore, non lo Stato di nazionalità dello stesso, il quale viene in rilievo solo in via mediata rimanendo per lo piu' sullo sfondo quale strumento di legittimazione dell'agire dell'individuo sul piano internazionale.