PIT 17 - Serre Vibonesi: Reti condivise per lo sviluppo sostenibile e l’attrazione di investimenti La strategia proposta individua un piano di sviluppo sostenibile in un territorio in generale scarsamente urbanizzato, connotato da un forte ritardo di sviluppo, caratterizzato da una marginalità, che per alcuni comuni montani interni, si configura come debolezza strutturale a causa di forti vincoli fisico-ambientali (scarsa accessibilità) e che si concretizza in rischi effettivi di spopolamento dei luoghi. Tale debolezza, collegata alla morfologia del territorio, alle carenze infrastruttu-rali ed alle difficoltà di attivare uno sviluppo economico per l’area sostenibile ed autopropulsivo, di contro, si coniuga con un patrimonio naturalistico d’eccellenza, una certa vivacità del tessuto produttivo, caratterizzato da esempi rilevanti e da un buon grado di “risveglio progettuale” promosso da reti di partnership pubblico-private (ma anche connotato da scarse dinamiche di co-ordinamento e da deboli relazioni di rete), un patrimonio diffuso, culturale, na-turale e antropico, connotato da un elevato valore ed interesse grazie al mante-nimento di caratteri ed impianti originari. Il territorio appare interessato da tre fenomeni principali, sicuramente correlati, uno di tipo economico l’altro più prettamente sociale, il terzo di tipo infrastrut-turale, e da cui scaturiscono gli aspetti problematici cui si intende dare risposta con il PIT Serre Vibonesi. Il primo fenomeno evidenziato dall’analisi di contesto riguarda la struttura economica del sistema produttivo caratterizzato da una scarsa numerosità impren-ditoriale (l’area PIT rappresenta circa il 26% del totale delle unità locali della provincia), composto da imprese di dimensioni medie inferiori alle già piccole unità produttive provinciali e regionali (tale polverizzazione risulta particolar-mente evidente in agricoltura), e che si esprime in un basso grado di apertura dell’economia, rimanendo, tranne in pochi casi eccellenti, legata alla domanda locale. In merito si rileva l’estrema esiguità del settore dei servizi (-5 punti per-centuali circa rispetto al corrispondente valore provinciale) aggravato peraltro dalle rilevazioni sulla dotazione dell’area in termini di infrastrutture e servizi sociali nella parte sulla qualità della vita. L’altro fenomeno rilevato riguarda la tendenza alla contrazione della popolazione residente a causa del movimento migratorio che interessa quasi tutti i Comuni dell’area. Tale dinamica da un lato è frutto della debolezza strutturale che caratterizza l’economia dell’area, priva di vere e proprie agglomerazioni ur-bane che sono il motore dell’innovazione sociale e produttiva e di dinamiche commerciali allargate sia in termini di apertura che di ricaduta sul territorio. Il terzo fenomeno, collegato ai due fenomeni sopra rilevati da un rapporto bidi-rezionale, causa-effetto, effetto-causa, riguarda lo scarso grado di urbanizzazio-ne e di dotazione infrastrutturale dell’area. Le maggiori infrastrutture di traspor-to extrastradali (porti, aeroporti, ferrovie) sono esterne all’area, pertanto il si-stema viario stradale resta l’unico per muoversi nell’area e dall’area e diventa fondamentale anche per collegare il territorio con le infrastrutture di trasporto alternative di Vibo Valentia (porti e ferrovie), Lamezia e Reggio Calabria (aero-porti). Intervenire per migliorare e sviluppare il sistema viario dell’area è inoltre fondamentale sia per rendere fruibile il territorio e per collegare i vari comuni-sia per valorizzare l’asse autostradale (A3) che attraversa l’area. L’individuazione di tali priorità intendono contribuire a realizzare un sistema viario efficiente legato sia alle localizzazioni produttive ed umane che ad un si-stema di collegamento provinciale e regionale tale da consentire la valorizza-zione turistica del territorio in relazione agli altri contesti territoriali e tematici. La scarsa dotazione di infrastrutture sociali e culturali è un fattore importante alla base della scarsa affezione della popolazione al territorio e della coesione sociale a tutte le età e livelli socio-culturali, e può essere un fattore importante su cui intervenire per attrarre le nuove generazioni verso il territorio e per coin-volgerle in processi di sviluppo socio-culturale partecipato che mitighino le di-namiche migratorie centrifughe che caratterizzano l’area. L’individuazione di tali problematiche, coerente con gli obiettivi della pro-grammazione dell’area promossa attraverso i diversi strumenti ricordati (APQ, Piani triennali delle OO.PP, progetti Pilota, Patti Territoriali, ecc.), si coniuga (in positivo) con alcune opportunità legate sia alla ricezione di localizzazioni produttive attraverso la individuazione di aree industriali attrezzate, che allo sfruttamento ed alla valorizzazione delle risorse endogene e delle potenzialità latenti dell’area attraverso il potenziamento della struttura produttiva, delle rela-zioni di rete e dei servizi orizzontali che ne attuino opportunamente le econo-mie di scala e di integrazione. In questo contesto il PIT intende essere lo strumento programmatorio condivi-so (attraverso una partnership pubblico-privato che valorizzi i contributi di en-trambi attraverso la concertazione e lo sviluppo di innovative forme di gestio-ne degli investimenti) per incidere positivamente sulle dinamiche di sviluppo dell’Area e nel contempo fungere da catalizzatore della programmazione terri-toriale dando organicità, coerenza ed integrazione ai diversi strumenti pro-grammatori che insistono sul territorio . Attraverso il PIT si intende realizzare l’integrazione delle attività produttive in una logica di rete, creare l’ambiente adatto allo sviluppo del sistema dei servizi, alla localizzazione di nuove imprese e nuove attività ed alla crescita dimensiona-le e qualitativa del sistema esistente, valorizzare il patrimonio naturalistico, cul-turale ed antropico. In quest’ottica si dovrà potenziare ed integrare l’offerta esistente e si dovrà in-cidere sugli elementi di rottura emergenti dall’analisi territoriale per realizzare un sistema d’offerta integrata capace di attrarre investimenti, dall’interno e dall’esterno del territorio. Allo stesso tempo, l’azione di recupero del ritardo di sviluppo comporta la necessità di affrontare esigenze interne, urbanizzazione ed attrezzature, integrazione territoriale delle aree rurali, servizi alle imprese, in-frastrutture, fruibilità dell’ambiente e del patrimonio naturalistico, riqualifica-zione del patrimonio culturale, servizi alla persona, ed esigenze esterne, prove-nienti dalla comunità internazionale, dal mercato, e dalla domanda aggregata. Il PIT Serre Vibonesi è, quindi, organizzato intorno ad un’idea guida che indi-vidua nella valorizzazione delle risorse endogene, nell’accoglimento ed imple-mentazione delle opportunità di localizzazione produttiva e nello sviluppo dei collegamenti interni ed esterni - fisici ed informativi - i fattori di successo sui quali si dovrà puntare. Obiettivi Generali Creazione di un sistema di sviluppo sostenibile, che con modalità di program-mazione concertata, garantisca la crescita organica del sistema Socio-Economico e orienti, attraverso l’accresciuta consapevolezza dei decisori, le scelte strategiche verso obiettivi legati all’effettiva identificazione della perti-nenza di queste con le opportunità proprie del territorio. Capacità di ottimizzare ed implementare il ruolo strategico del sistema di co-muni per metterlo nelle condizioni di cogliere tutte le opportunità derivanti dal-la risposta al fabbisogno dettato dal bacino interno e da quelle che possono provenire da un bacino esterno intercettabile anche con modalità modulari e che potrà nel tempo rappresentare il riferimento principale. Obiettivi Specifici 1. sviluppo di nuove imprese e di nuove attività, delle strutture di servizi alle imprese e della dotazione di servizi di supporto; crescita delle opportunità di lavoro nel settore turistico e della valorizzazione dei territori rurali; rafforzamento delle condizioni di fiducia, cooperazione e coesione sociale; aumento delle opportunità di sviluppo della competitività e redditività aziendale; 2. crescita dell'articolazione, efficienza e compatibilità ambientale delle imprese turistiche; incentivo alla diversificazione di prodotto e all'innovazione; miglio-ramento della qualità del servizio; sviluppo di azioni di promozione; 3. sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali e locali e rafforzamento delle esi-stenti, attraverso l’aumento delle connessioni e collegamenti tra imprese locali crescita e rafforzamento di cluster imprenditoriali; 4. accrescimento dell'innovazione di prodotto e sviluppo delle attività di com-mercializzazione e delle strutture di supporto sul versante infrastrutturale e della logistica; 5. aumento delle opportunità di nuova occupazione derivanti dall'irrobustimento della struttura produttiva locale, dall'aumento della domanda interna, dalla crescita degli investimenti esterni e dalle opportunità di sviluppo del territorio; 6. sostegno allo sviluppo di nuove attività e nuove imprese tese alla valorizzazione delle opportunità di filiera integrate; riduzione degli oneri burocratici e miglioramento delle infrastrutture per la localizzazione produttiva; 7. miglioramento della competitività dei settori e delle filiere, crescita dello spessore del sistema di finanziamento; semplificazione ed integrazione del sistema degli incentivi; 8. azioni di promozione e marketing necessarie allo sviluppo delle imprese operanti nei settori dell’economia sociale; 9. sviluppo della domanda di fruizione culturale. Qualificazione dei servizi per la fruizione, creazione di spazi occupazionali qualificate per la manutenzione e la gestione del patrimonio, applicazioni informatiche e multimediali. tecniche innovative per il restauro, induzione di forte crescita di servizi culturali per la popolazione residente, creazione di imprese nei servizi culturali; 10. aumento delle qualifiche dei lavoratori; sostegno all’imprenditorialità; aumento della propensione all’innovazione tecnologica; rafforzamento del sistema della ri-cerca scientifica e tecnologica e sua integrazione nelle reti internazionali, aumento delle qualifiche dei lavoratori; aumento della propensione all’innovazione tecno-logica; rafforzamento del sistema della ricerca scientifica e tecnologica e sua inte-grazione nelle reti internazionali, aumento dell’informazione disponibile sul mer-cato del lavoro; aumento delle politiche attive del lavoro; miglioramento del si-stema formativo e scolastico; sostegno all’occupabilità femminile; sostegno all’imprenditorialità; 11. aumento delle competenze funzionali allo sviluppo nella P.A., aumento dell’informazione disponibile sul mercato del lavoro; diminuzione della di-spersione scolastica, miglioramento del sistema formativo e scolastico; sostegno all’integrazione sociale dei gruppi svantaggiati; aumento dell’offerta di servizi sociali; sostegno all’occupabilità femminile; 12. riduzione dell’isolamento delle aree rurali; 13. riduzione degli impatti sull’ambiente di traffico e infrastrutture, trasporti, te-lecomunicazioni e sicurezza; 14. migliore accesso alle località turistiche, nuovi canali di commercializzazione del prodotto turistico; 15. miglioramento della rete dei trasporti e delle telecomunicazioni; 16. irrobustimento delle condizioni di base (completamento rete, liberalizzazione dei mercati e apertura alla concorrenza) per la localizzazione imprenditoriale e in-sediativa; 17. induzione delle dinamiche della legalità e della Sicurezza, attraverso il presidio ed il monitoraggio del territorio e la garanzia della proprietà per le imprese; 18. telecomunicazioni, interventi volti a stimolare la domanda di beni e servizi di TLC a vantaggio dei cittadini, delle imprese, della PA; 19. conservazione degli habitat naturali e delle biodiversità, protezione delle specie a rischio di estinzione; potenziamento delle reti di distribuzione; aumento gamma di prodotti e servizi che promuovono gli elementi di originalità ed identità locale; più ampia e qualificata fruibilità del patrimonio naturalistico; aumento integrazione con la strategia di valorizzazione delle risorse culturali e di sviluppo rurale; 20. aumento dell'imprenditorialità legata al completamento dei sistemi idrici, all’aumento della propensione all'innovazione tecnologica in acqua, rifiuti (prevenzione e gestione), energia, difesa del suolo; 21. aumento dei processi di industrializzazione nella gestione di acqua e rifiuti, espansione delle attività di servizio connesse alla modernizzazione dei sistemi di gestione ambientale, sviluppo sistema di imprese e aumento imprenditorialità; chiusura discariche abusive e aumento controlli sul rispetto standard ambientali e delle norme vigenti a tutela dell’ambiente.