PUGLIA
Sommario
Castel del Monte ............................................................................................................................................... 3
Motivi simbolici ............................................................................................................................................. 5
Interpretazioni ............................................................................................................................................... 6
Un Percorso Iniziatico ................................................................................................................................ 7
Il Graal........................................................................................................................................................ 7
Lo Scrigno che conteneva il Graal.............................................................................................................. 7
La Corona Imperiale di Federico II ............................................................................................................. 7
Un Osservatorio Astronomico ................................................................................................................... 8
Un enorme congegno matematico............................................................................................................ 8
Una Dimora di Caccia................................................................................................................................. 8
Cos'e' allora?.............................................................................................................................................. 9
Andria .............................................................................................................................................................. 10
Palazzo Comunale........................................................................................................................................ 10
Porta S.Andrea o Arco di Federico II............................................................................................................ 10
Torre dell'Orologio ...................................................................................................................................... 10
Palazzo Ducale ............................................................................................................................................. 10
Forte di Porta Castello ................................................................................................................................. 10
Palazzo Ceci Ginistrelli ................................................................................................................................. 10
Le Maschere Apotropaiche.......................................................................................................................... 10
Piazza Vittorio Emanuele ............................................................................................................................. 10
Andria sotterranea ...................................................................................................................................... 10
Barletta ............................................................................................................................................................ 11
Giovinazzo ....................................................................................................................................................... 12
Bari................................................................................................................................................................... 14
Basilica di San Nicola ................................................................................................................................... 14
Chiesa Russa ................................................................................................................................................ 15
Complesso di Santa Scolastica ..................................................................................................................... 15
Duomo di Bari .............................................................................................................................................. 15
Sacrario dei Caduti d’Oltremare .................................................................................................................. 16
Teatro Petruzzelli ......................................................................................................................................... 17
Teatro Piccinni ............................................................................................................................................. 17
Castello Normanno-Svevo ........................................................................................................................... 17
Acquario Provinciale .................................................................................................................................... 17
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Colonna della Giustizia ................................................................................................................................ 18
Piazza del Ferrarese ..................................................................................................................................... 18
Forte di Sant'Antonio Abate ........................................................................................................................ 18
Bari vecchia.................................................................................................................................................. 19
Bisceglie ........................................................................................................................................................... 21
Dolmen della Chianca .................................................................................................................................. 21
Centro storico .............................................................................................................................................. 22
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Castel del Monte
Castel del Monte è un edificio del XIII secolo fatto costruire dall'imperatore Federico II in Puglia, nell'attuale
frazione omonima del comune di Andria, a 18 km dalla città, nei pressi della località di Santa Maria del
Monte, in provincia di Barletta-Andria-Trani.
È situato su una collina della catena delle Murge occidentali, a 540 metri s.l.m. È stato inserito nell'elenco
dei monumenti nazionali italiani nel 1936 e in quello dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1996.
L'edificio è a pianta ottagonale (lato esterno: 10,30 m intervallo tra le torri più diametro di ogni torre: 7,90
m) e a ogni spigolo si innesta una torretta a sua volta ottagonale (lato 2,70 m), mentre l'ottagono che
corrisponde alla corte interna ha lati la cui misura varia tra i 6,89 m e i 7,83 m. Il diametro del cortile
interno è di 17,86 m. Il diametro dell'intero castello è di 56 m, mentre il diametro di ogni torre è di 7,90 m.
Le torri sono alte 24 m e superano di poco l'altezza delle pareti del cortile interno (20,50 m)
Lo spazio interno è suddiviso in due piani, rialzati rispetto al piazzale antistante di 3 e 9,5 metri
rispettivamente. Le stanze, trapezoidali, sono divise da muri che congiungono gli spigoli dell'ottagono
interno e gli spigoli di quello esterno, dove si impostano le omologhe torri.
Il problema della copertura delle stanze è risolto scomponendo il trapezio iniziale in un quadrato centrale e
due triangoli laterali. Il quadrato centrale è coperto da una volta a crociera, mentre i due triangoli laterali
sono sovrastati da due spicchi di volta a botte per ciascuna stanza. Al centro di ogni volta a crociera,
nell'intersezione tra i costoloni, fuoriesce dall'intradosso una chiave di volta "estradossata" diversa per ogni
stanza. I costoloni non hanno una funzione di portanza statica, ma solo decorativa. Le volte a botte sono
costruite seguendo l'andamento dei muri esterni relativi a quella parte della costruzione. Per quanto
adiacenti, i due tipi di volte utilizzate sono completamente indipendenti: nell'intersezione tra le stesse,
infatti, si può notare come l'orditura presenti una discontinuità, provocata da una sfasatura nella
composizione delle due coperture contigue.
Il piano di imposta della volta è sottolineato da una cornice, ripresa anche nel capitello sopra le colonne
portanti. La comunicazione tra il piano inferiore e quello superiore è assicurata dalla presenza, non in tutte
le otto torri, delle scale a chiocciola. Le scale si sviluppano secondo un senso antiorario e constano di 44
gradini trapezoidali che si dipartono, ognuno in un unico masso lapideo, da una colonna centrale del
diametro di circa 22 centimetri.
Il piano superiore, per quanto ricalchi la struttura del piano inferiore, si presenta più raffinato e curato: i
costoloni che sorreggono le volte sono più slanciati, ed ogni sala è vivacemente illuminata dalla presenza
delle finestre bifore o, in un caso (il lato che guarda verso Andria), trifora. La particolarità di queste finestre
è la presenza di gradini e di sedili che le fiancheggiano. Lungo le pareti di ogni sala corre un sedile al di sotto
della base delle colonne.
Degno di particolare attenzione, all'interno del castello è il marchingegno di manovra dell'antica
saracinesca di chiusura del portale principale, visibile con tutti i cavedi necessari, all'interno della muratura
portante, per lo scorrimento delle catene che lo sostenevano.
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Il portale di ingresso principale si apre sulla parete della struttura ottagonale orientata
approssimativamente ad est, vale a dire di fronte al punto in cui sorge il sole in coincidenza degli equinozi di
primavera e d'autunno. Ad esso si accede attraverso due rampe di scale simmetriche, disposte "a tenaglia"
ai lati dell'ingresso, ricostruite nel 1928.
A differenza del semplice ingresso secondario dalla parte opposta, orientata a ponente, dell'edificio
(costituito da un semplice portale ad arco a sesto acuto), l'ingresso principale è decorato con due colonne
scanalate che sorreggono un finto architrave su cui si imposta un frontone di forma cuspidale.
Ogni parete presenta due finestre: una monofora in corrispondenza del primo piano e una bifora per il
secondo piano, non sempre in asse tra loro. Da questa regola si discostano le facciate orientale ed
occidentale (quelle in cui sono posti i due portali) che non presentano la monofora, e la facciata
settentrionale, che presenta una trifora (dal lato che guarda verso Andria) per il secondo piano. Ulteriori
feritoie sono presenti sulle torri, per dare luce alle scale a chiocciola interne.
Dal punto di vista strutturale le mura tra le torri si ergono direttamente dal terreno, mentre le torri
presentano uno zoccolo, messo in risalto nella parte superiore da una cornice in stile gotico. Ad ulteriore
prova della perfezione strutturale dell'edificio si può notare come le tangenti ai lati del cortile interno si
incontrano precisamente al centro delle torri ottagonali.
Nel cortile interno la compattezza delle mura è attenuata solo dalla presenza di tre ingressi nella parte
inferiore e tre "porte finestre" nella parte superiore. La sensazione all'interno del cortile è che tutto il primo
piano funga da zoccolo per il piano superiore, alleggerito dalla presenza di archi ciechi.
Si pensa che al centro di questo cortile in precedenza ci fosse una vasca anch'essa ottagonale, costituita da
un unico blocco di marmo che secondo la leggenda doveva rappresentare il Sacro Graal che sarebbe
rimasto per un periodo all'interno di questo castello.
Sotto la vasca, al centro del cortile, al di sotto del piano di calpestìo è presente una grande cisterna per la
raccolta delle acque piovane, aspetto tenuto in gran conto in questo edificio tanto che erano presenti altre
cinque cisterne di raccolta all'interno delle torri; quella al di sotto del cortile interno è l'unica rimasta
funzionante.
Le alte pareti da cui è formato il cortile interno danno l'idea di trovarsi all'interno di un pozzo, che nella
simbologia medioevale rappresentava la conoscenza.
Malgrado sia comunemente definito "castello", l'esatta funzione dell'imponente edificio è tuttora
sconosciuta. Privo dal punto di vista architettonico di elementi tipicamente militari e di fossati, posto in una
posizione non strategica, in realtà l'edificio non fu probabilmente una fortezza. Alcuni elementi della
costruzione, inoltre, fanno decisamente scartare questa ipotesi: ad esempio le scale a chiocciola nelle torri
sono disposte secondo un senso antiorario (a differenza di qualunque altra costruzione difensiva
dell'epoca), situazione che metteva in svantaggio gli occupanti del castello contro eventuali assalitori
perché sarebbero stati costretti ad impugnare l'arma con la sinistra. Le feritoie, inoltre, sono troppo strette
anche per ipotizzare un lancio di frecce. Anche l'ipotesi che fosse una residenza di caccia, attività assai
amata dal sovrano, è messa in discussione dalla presenza di fini ornamenti e dall'assenza di stalle e altri
ambienti tipici delle residenze di caccia.
A causa dei forti simbolismi di cui è intrisa, è stato ipotizzato che la costruzione potesse essere una sorta di
tempio, o forse una sorta di tempio del sapere, in cui dedicarsi indisturbati allo studio delle scienze.
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In ogni caso si rivela come un'opera architettonica grandiosa, sintesi di raffinate conoscenze matematiche,
geometriche ed astronomiche. Un centesimo di euro raffigurante il castello.
Alcune lievi asimmetrie nella disposizione delle residue decorazioni e delle porte interne, quando non
dovute a spoliazioni o alterazioni, hanno suggerito ad alcuni studiosi l'idea che il castello e le sue sale, pur
geometricamente perfette, fossero stati progettati per essere fruiti attraverso una sorta di "percorso"
obbligato, probabilmente legato a criteri astronomici. Per spiegare la totale mancanza di corridoi si è inoltre
ipotizzato che al livello del primo piano vi fosse un tempo un ballatoio in legno, oggi scomparso, dal lato
prospiciente il cortile interno, che avrebbe consentito l'accesso indipendente alle singole sale.
Una recente ipotesi assegnerebbe alla costruzione la funzione di centro benessere, atto alla rigenerazione e
alla cura del corpo, su modello dell'hammam arabo. Diversi sono gli elementi della costruzione che
porterebbero in tale direzione: i molteplici e ingegnosi sistemi di canalizzazione e raccolta dell’acqua, le
numerose cisterne per la conservazione, la presenza delle più antiche stanze da bagno della storia, la
particolare conformazione dell’intero complesso, il percorso interno obbligato e la forma ottagonale.
A causa della sua forma ottagonale, con altrettanti ottagoni posti in corrispondenza degli spigoli, è possibile
spiegare che l'edificio fosse costruito per richiamare la forma di una corona; ciò spiegherebbe la funzione di
Castel del Monte, ovvero un' ulteriore affermazione del potere imperiale, un monumento. Il castello infatti
è posizionato in modo tale da essere visto a distanza di decine di km, affinché i popoli che abitavano quelle
terre si ricordassero della presenza del potere imperiale e non animassero sommosse popolari.
Motivi simbolici
L'edificio, oltre a essere un esempio di costruzione precisa, è carico di simbolismi che hanno appassionato
numerosi studiosi. L'ottagono su cui è basata la pianta del complesso e dei suoi elementi è una forma
geometrica fortemente simbolica: si tratta della figura intermedia tra il quadrato, simbolo della terra, e il
cerchio, che rappresenta l'infinità del cielo, e quindi segnerebbe il passaggio dell'uno all'altro. La scelta
dell'ottagono potrebbe derivare dalla Cupola della Roccia a Gerusalemme, che Federico II aveva visto
durante la sesta crociata, o dalla Cappella Palatina di Aquisgrana.
L'intera costruzione è intrisa di forti simboli astrologici e la sua posizione è studiata in modo che nei giorni
di solstizio ed equinozio le ombre gettate dalle pareti abbiano una particolare direzione. A mezzogiorno
dell'equinozio di autunno, ad esempio, le ombre delle mura raggiungono perfettamente la lunghezza del
cortile interno, ed esattamente un mese dopo coprono anche l'intera lunghezza delle stanze. Due volte
l'anno (l'8 aprile e l'8 ottobre, ed ottobre in quel tempo era considerato l'ottavo mese dell'anno), inoltre, un
raggio di sole entra dalla finestra nella parete sudorientale e, attraversando la finestra che si rivolge al
cortile interno, illumina una porzione di muro dove prima era scolpito un bassorilievo.
Sulle due colonne che fiancheggiano il portale di ingresso sono accovacciati due leoni, quello di destra che
guarda verso sinistra e viceversa, rivolti verso i punti dell'orizzonte in cui il sole sorge nei due solstizi
d'estate e d'inverno. Si può notare un'altra particolarità nell'edificio: alle cinque cisterne d'acqua presenti
sotto le torri, si collegano idealmente cinque camini all'interno. Alcuni hanno posto in relazione questa
presenza con le parole del Vangelo secondo Luca: «Oggi io vi battezzo con l’acqua, ma verrà chi vi
battezzerà col fuoco», accreditando così l'ipotesi che la costruzione fosse adibita ad una sorta di tempio.
È stato notato come l'edificio, visto da lontano, appaia molto simile ad una corona e, in particolare, quella
con cui fu incoronato Federico II stesso (anch'essa ottagonale).
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Volendo idealmente tagliare il portale di ingresso all'edificio con una linea verticale passante per il suo asse,
sarebbe possibile vedere una grande F, iniziale del sovrano che la volle e che forse lasciò così la sua
impronta e la sua firma. La disposizione delle scale, inoltre, sarebbe stata studiata affinché chiunque esca
non possa mai dare le spalle all'edificio o all'iniziale dell'uomo che lo fece costruire.
Il Castel del Monte domina il territorio di gran parte dell'Alta Murgia
Il numero otto ricorre in vari elementi di questa costruzione: la forma ottagonale della costruzione, del
cortile interno e delle otto torri ai vertici, le otto stanze interne, la vasca interna che doveva essere
ottagonale, otto fiori quadrifogli sulla cornice sinistra sul portale di ingresso, altri otto sulla cornice
inferiore, otto foglie sui capitelli delle colonne nelle stanze, otto foglie sulla chiave di volta, otto foglie di
vite sulla chiave di volta della prima sala del piano terra, otto foglie di girasole sulla chiave di volta di
un'altra sala, otto foglie ed otto petali su quella della quinta sala, otto foglie di acanto sulla chiave di volta
dell'ottava sala, otto foglie di fico sulla chiave di volta dell'ottava sala al piano superiore.
L'unica trifora della costruzione è rivolta verso la città di Andria.
Castel del Monte è sinonimo di 8 perchè è profondamente legato a questo numero. Possiamo definirla la
struttura per eccellenza più misteriosa d'Italia, unica nel suo genere, per l'isolamento assoluto,
l'impossibilità abitativa, per la sua geometria sacra... insomma per chi si avvicina non può far altro che
notare un enorme punto di domanda in cima all'unico colle vicino ad Andria. Venne costruito da Federico II
di Svevia per motivi ancora oggi sconosciuti.
Il castello ha una struttura a blocco di forma ottagonale con ai vertici dei lati 8 torri anch'essi ottagonali.
L'interno ospita 8 stanze trapezoidali distribuite parallelamente su due piani, delimitanti un cortile interno
altrettanto ottagonale che un tempo ospitava una fonte sempre della stessa forma. Dal cortile si accede
all'interno attraverso 3 portali corrispondenti a 3 porte finestre del piano superiore. La copertura delle
stanze trapezoidali, che poteva dare problemi architettonici, è stata risolta con ingegno, dato che nel
trapezio è stato inscritto un quadrato coperto con volta a crociera, mentre i "triangoli" restanti di scarto.
L'esterno, sobrio quanto massiccio e austero, presenta una bifora per lato tranne in direzione di Andria,
verso nord, dove ad aprire il muro abbiamo una trifora sormontata da una piccola bifora, cosa non casuale
dato che ad Andria, nella cripta del duomo vi sono sepolte le due care mogli di Federico, Jolanda di Brienne
e Isabella d'Inghilterra, che era solito contemplare dal suo amato castello.
Interpretazioni
Molte sono state le interpretazioni di Castel del Monte:
• Un percorso iniziatico
• Il Graal
• Lo scrigno che conteneva il Graal
• La corona imperiale di Federico II
• Un osservatorio astronomico
• Un enorme congegno matematico
• Una dimora di caccia
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Un Percorso Iniziatico
E' possibile entrare nel complesso da un grande portone dal quale si accede da due rampe di scale
speculari, mentre dalla parte opposta vi è un'entrata secondaria. Il portale era provvisto di intercapedine
per la discesa della saracinesca di chiusura, azionata con carrucole dalla sala soprastante, al primo piano.
Questo faceva sì che chi entrava poteva non incontrare mai nessuno, perchè la porta si chiudeva
"magicamente" alle sue spalle. Di questo castello è importante ogni elemento perchè è quasi certo che non
sia stato costruito per caso, ma che sia stato concepito come un'enorme "macchina di iniziazione"
all'interno del quale poteva essere formato il proprio spirito. Infatti ad entrare in questo edificio si è
obbligati come inizialmente a seguire un percorso ben preciso. Dopo aver scelto una delle due rampe di
scale, si entra in una sala (ad oggi adibita a biglietteria) da cui si accede ad una seconda sala che conduce
nel cortile. Questo significa che entrando nel castello, l'immagine del cortile la si può osservare solo
dall'interno e non dall'esterno guardando attraverso le porte. Questo conduce la persona a sentirsi
pienamente all'interno del complesso e a trovare la sorpresa del caratteristico cortile solo dopo aver deciso
di entrare completamente, lasciando alle spalle l'esterno. Tutto questo presuppone che l'iniziato dovesse
toccare punti precisi percorrendo una strada ben precisa. Giungendo nel cortile si è investiti da una
sensazione di trovarsi fuori dal mondo, basta volgere lo sguardo al cielo per capirlo. E' come se ci si trovasse
all'interno di un immenso pozzo, senza via d'uscita, senza alcuna possibilità di fuga. Un tempo è sicuro che
ci fosse una vasca ottagonale al centro del cortile, l'iniziato, dopo essersi purificato con l'acqua poteva
cominciare l'avventura mistica tra le stanze del castello, come un cavaliere dopo essersi purificato con
l'acqua del Graal, anzi la sensazione era quella di trovarsi addirittura all'interno del sacro calice, dato che
l'impressione, a guardare in alto, è proprio quella di essere dentro un'enorme bicchiere!
Dopo la purificazione si poteva iniziare con la prova vera e propria e il primo quesito era proprio quello di
scegliere una delle due porte che si presentano innanzi, la porta di destra o quella di sinistra, diverse tra
loro. E così via stanza dopo stanza, porta dopo porta, come un labirinto che avrebbe portato alla soluzione
o alla misfatta, al premio o all'uscita, alla conoscenza o al ritorno al mondo. Il cammino spirituale verso
l'illuminazione, la trasformazione della propria anima mortale in anima immortale, tutti elementi che
ritroviamo spesso quando parliamo di massoneria. Non per nulla tutto il complesso è sommerso dalle foglie
d'acanto, simbolo prediletto. Tutte le stanze sono uguali tranne una, la famigerata "stanza magica". E' al
piano terra ed è cieca, ma rispetto alle altre è diversa per le decorazioni del pavimento a stella di Davide. Si
pensava fosse una stanza magica, utilizzata per rituali particolari, o per la fine del viaggio.
Il Graal
Una delle interpretazioni è che l'intera struttura sia un'enorme coppa del Graal, all'interno della quale è
possibile la magia e la pratica alchemica. E visto dal di fuori sembra proprio una grande coppa!
Lo Scrigno che conteneva il Graal
Altre voci lo hanno sempre visto come scrigno della santa coppa, contenitore del contenitore per
eccellenza, qui si dovrebbe trovare ancora il Graal nascosto per 2000 anni e allo stesso tempo in grande
mostra (perchè il castello ne era una riproduzione fedele) a tutti i cavalieri che, passando di qui, vi recavano
omaggio prima di avventurarsi in Terra Santa. Solo in questo luogo è possibile toccare la piena conoscenza
e consapevolezza del creato. La stessa struttura, così minimalista, doveva toccare l'essenzialità dell'anima.
La Corona Imperiale di Federico II
E' stato visto anche in chiave simbolica, come un grande monumento, un'enorme corona che era possibile
osservare da lontano, che esaltava l'immenso potere di Federico II, che si considerava secondo solo a Gesù
Cristo.
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Un Osservatorio Astronomico
Un'altra ragione è che fosse un semplice osservatorio astronomico, all'interno del quale, dal suo cortile, in
ogni giorno dell'anno era possibile osservare costellazioni ben precise, perchè si può osservare solo una
porzione di cielo: Di giorno il sole con ombre secche, scandisce il cortile con linee di luce/ombra molto
precise.
Un enorme congegno matematico
Un'altra ragione è cercata solo dal punto di vista strutturale, pare che fosse un grande "congegno
matematico", che fosse stato costruito seguendo una sorta di numeri precisi per poter raggiungere la
perfezione del creato e creare un tempio sulla Terra in cui si potesse incontrare Dio. Quello che si era fatto
anticamente con il tempio di Salomone, una struttura umana matematicamente perfetta a tal punto da
divenire dimora di Dio. Gli stessi templi antichi e le stesse chiese di oggi sono gli unici luoghi in cui è
possibile entrare in contatto con la divinità. L'intento di Federico era dunque quello di ricostruire l'antico
tempio di Salomone, la Gerusalemme Celeste, seguendo pari passo le indicazioni della Bibbia. La corte di
Federico dopotutto riuniva i migliori matematici, architetti, musici, letterati, astronomi del tempo. Lo stesso
sovrano era ossessionato da ogni forma di sapere e dagli esperimenti che ne poteva trarre. Passava più
tempo che poteva a studiare e si faceva tradurre un'infinità di testi antichi. L'università era la sua seconda
casa. Castel del Monte poteva dunque essere il risultato di questi esperimenti, un grosso risultato di una
complessa formula matematica.
E Castel del Monte rispetta in ogni sua parte la legge dei numeri, in esso ritroviamo le consonanze musicali
dei numeri sonori di Severino Boezio, la sequenza dei numeri magici di Fibonacci e la proporzione aurea, o
"numero d'oro" 1,618 la divina proporzione, il numero secondo il quale Dio ha creato la vita, perchè
misteriosamente presente in ogni forma di vita a partire dal corpo umano, complesso ma sempre
rispondente al rapporto numerico aureo, formula conosciuta fin dall'antichità e sempre utilizzata in ogni
costruzione sacra. Però il numero per eccellenza qui presente è, come avremo ben potuto notare, il
numero otto. I due piani distribuiti come due anelli unno sopra l'altro, sono come un numero otto
scomposto e sovrapposto. Il sette è il numero perfetto, ma l'otto, sette + 1, esprime la perfezione assoluta
perchè non solo è il simbolo dell'infinito capovolto e quindi dell'eternità, ma rappresenta la nuova
creazione. Mentre la vecchia creazione di Dio si è svolta in sette giorni, la nuova creazione partirebbe
dall'ottavo, che in questo caso viene rappresentata dalla rinascita battesimale.
Dio ha creato l'uomo e la donna in sette giorni, ma, avendo peccato occorre aggiungere un ulteriore giorno
perchè l'uomo rinasca. Ecco perchè spesso i battisteri hanno una forma ottagonale. La stessa resurrezione
di Gesù è avvenuta di lunedì, questo ipotetico "ottavo giorno". Otto è il simbolo dell'infinito, della vita
eterna, l'ottagono è la forma geometrica a metà tra il cerchio e il quadrato, tra il cielo (cerchio) e la terra
(quadrato), è il luogo cioè di incontro tra terra e cielo, tra uomo e Dio; chi vi entra può trovarsi
nell'anticamera del Paradiso.
Una Dimora di Caccia
L'interpretazione più realistica, che inserisco per ultima, è quella che Castel del Monte fosse stato costruito
come dimora di caccia. La motivazione è stata data esclusivamente per via di un bassorilievo in cui viene
descritta una scena di caccia dove è presente lo stesso Federico. Inoltre la struttura così aperta facilitava la
caccia con il falco, attività molto amata dallo stesso imperatore. Ma insorge un altro problema. Questo
castello non è abitabile. Non ha cucine, scuderie, sale di ricevimento, del trono, camere da letto; ogni
stanza è misteriosamente identica all'altra e lungo le pareti, solo delle stanze al primo piano, vi corre una
sorta di panca in marmo perimetrale che rende impossibile l'appoggiarci dei mobili alle pareti. Non esiste
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un fossato per la difesa, cunicoli per la fuga. Le stesse scale delle torri vanno in senso antiorario, facilitando
un potenziale attacco con la spada da parte del nemico, si sa che era difficile combattere su una scala a
chiocciola che andasse in senso orario se non si era mancini. Come funzionalità abitativa abbiamo solo la
presenza di camini e servizi igienici, dotati di latrine e lavabi. Questo castello era abitato sì, ma per periodi
molto brevi, come giustamente si suppone, riunioni segrete alchemiche ed esoteriche di Federico con gli
studiosi e gli universitari dell'epoca, con cui era molto amico. Inoltre se confrontato alle altre dimore di
caccia del sovrano, troviamo profonde diversità e incongruenze. Quindi è da scartare anche questa
supposizione.
Cos'e' allora?
E' stato edificato per un motivo che non conosciamo. Perchè? Qual era la sua funzione? Non esiste nessun
documento che risponda a questa domanda. Il luogo è stato sempre coperto da un profondo segreto e
molti studi, per questa ragione, sono stati fatti pre trovare una motivazione, una giustificazione per questo
straordinario edificio. Ovunque è possibile trovare ogni sorta di studio sul complesso, coinvolgendo
equinozi, solstizi, linee immaginarie che lo congiungono con le piramidi, assi terrestri, inclinazioni con il
cielo, latitudini e longitudini, altezze e lunghezze, è stato sezionato, ridisegnato, calcolato in rapporto con
ogni altro luogo misterioso della terra. Supposizioni affascinanti ma a mio avviso a volte esagerate,
rischiando purtroppo di cadere nel particolare perchè si vuole trovare il sensazionale nello stipite,
l'incredibile nel mattone quando è l'intera struttura nel suo complesso ad essere inspiegabile senza che
debba aggiungere dell'altro o debba assomigliare ad alcunchè, perchè è lui e solo lui ad essere tanto unico
nel suo genere. Un mistero in cui ognuno può trovare la propria soluzione.
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Andria
Il centro storico della città è caratterizzato da un suggestivo e fitto dedalo di vie e stretti vicoli traboccanti
di monumenti di grande pregio. Fuori dal centro abitato, in cima ad una collina, è collocato Castel del
Monte, fatto realizzare nel XIII secolo da Federico II di Svevia, con l'unica trifora rivolta verso la città; il
castello, simbolo della città e di tutta la Puglia, fa parte dei patrimoni dell'umanità dichiarati dall'UNESCO
ed attrae un notevole flusso turistico. Castel del Monte è raffigurato sulla moneta da 1 centesimo di euro.
Da ricordare inoltre:
Palazzo Comunale
Costruito dopo il ritorno di Federico II di Svevia dalla sesta crociata, pare per volere dello stesso imperatore
nel 1230, in origine era un convento Francescano. Nel 1813 un decreto di Gioacchino Napoleone Murat, Re
delle due Sicilie soppresse tutti i conventi ed il palazzo divenne l'attuale sede del comune di Andria.
Porta S.Andrea o Arco di Federico II
Fu edificata all'epoca dei normanni e Federico II di ritorno dalla sesta crociata, trovando la città fedele vi
fece scolpire sopra di essa le famose parole che egli dedicò alla comunità.
Torre dell'Orologio
Costruita all'epoca di Francesco II del Balzo.
Palazzo Ducale
Residenza fortificata rimaneggiata nel XVI secolo.
Forte di Porta Castello
Risalente al XI secolo.
Palazzo Ceci Ginistrelli
Risalente al XIX secolo.
Le Maschere Apotropaiche
Piazza Vittorio Emanuele
Già piazza Catuma così chiamata perché sotto di essa vi sono delle catacombe.
Andria sotterranea
Vecchie abitazioni risalenti al periodo medievale si snodano nei sotterranei dell'intero centro storico, si
tratta di grotte o di vere e proprie stanze murate in pietra con archi e colonne (non visitabile).
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Barletta
Per fare un tuffo nel passato non c'è bisogno di prendere la macchina del tempo: basta visitare il centro
storico di Barletta. Nel Medio Evo la città era un importante crocevia per i pellegrini diretti in Terrasanta o
per i crociati. Lo dimostrano bellissime chiese gotico-romaniche come la Cattedrale di Santa Maria
Maggiore e la Basilica del Santo Sepolcro. Nei pressi di quest'ultima c'è il celebre Colosso di Barletta, detto
anche Eraclio. Questa gigantesca statua di bronzo venne eretta con molta probabilità nel V secolo ed è di
stampo bizantino. Da visitare anche la cantina della Disfida, dove secondo la tradizione ebbe luogo il
celebre duello tra italiani e francesi. L'evento viene rievocato ogni anno con una manifestazione in costume
il 13 febbraio, quando il clima di festa del periodo di Carnevale contagia i cittadini e i turisti che trascorrono
le vacanze a Barletta. Il Castello normanno-svevo di Barletta merita sicuramente una visita, così come il
Teatro Curci. Ma Barletta esercita un fascino particolare soprattutto sugli amanti dell'arte. Con la sua
architettura barocca, l'elegante Palazzo della Marra ospita infatti la Pinacoteca De Nittis, dove si tengono
mostre temporanee e si conservano i quadri del noto pittore impressionista Giuseppe De Nittis, originario
proprio di Barletta.
Barletta, famosa per la celebre disfida, ospita preziose testimonianze del periodo medievale tra cui il bianco
Castello del XII sec., sede del Museo Civico che espone significative testimonianze di epoche lontane. Il
Duomo, dedicato a S. Maria Maggiore e costruito su un antico impianto romanico, il Colosso, imponente
statua in bronzo del IV sec. e la Chiesa del Santo Sepolcro, equilibrata stratificazione di stili diversi, sono
alcuni degli interessanti monumenti che si possono ammirare durante una passeggiate tra le vie di Barletta.
Poco distante potremo visitare Canne della Battaglia, teatro dello scontro tra l’esercito romano e quello
cartaginese, un libro di storia a cielo aperto che inizia il suo racconto dalla preistoria, per poi passare
all’epoca romana e concludere con l’epoca medievale.
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Giovinazzo
Affacciata sul mare, Giovinazzo è una piccola città dal caratteristico borgo medievale dotato di un
porticciolo e di uno splendido lungomare fortificato.
Di particolare interesse nel centro urbano è piazza Vittorio Emanuele II che, dominata al centro dalla
Fontana con Tritoni, ospita il Municipio, il Palazzo del Marchese di Rende e la Chiesa di San Domenico.
Leggendariamente fondata da Perseo, figlio di Giove, Giovinazzo diviene centro urbano fortificato ad opera
di Traiano intorno al 102 d.C. Sede vescovile fin dal V secolo, grazie al susseguirsi delle dominazioni di
Bizantini, Normanni e Svevi, nel medioevo assunse il ruolo di importante centro mercantile.
Sicuramente da non perdere, per l’intero mese di agosto, sono i festeggiamenti civili e religiosi in onore
della Madonna di Corsignano.
A pochi chilometri dal centro troviamo il Dolmen di San Silvestro. Esempio di architettura megalitica del II
millennio a.C., ospitava le salme dei personaggi più importanti della comunità.
Una delle attrattive di maggior rilievo del comune è il Dolmen di San Silvestro, esempio di architettura
megalitica del II millennio a.C., situato nella Murgia costiera a 6 chilometri dal centro di Giovinazzo. Il
Dolmen, destinato a sepolture collettive, molto probabilmente ospitava le salme dei personaggi più
importanti della comunità durante l'età del bronzo.
Di particolare interesse nel centro urbano è piazza Vittorio Emanuele II su cui affacciano il Municipio, il
palazzo del marchese di Rende e la Chiesa di San Domenico e al centro della quale domina la Fontana con
Tritoni. Sicuramente da non perdere, durante l’intero mese di agosto, sono le manifestazioni civili ed i riti
religiosi legati ai festeggiamenti in onore della Madonna di Corsignano e tutti gli eventi organizzati sullo
splendido lungomare fortificato.
Passare le vacanze in Puglia con la comodità di soggiornare a pochi passi dalla città di Bari, godendo di un
mare limpido e trasparente. Se questo è il vostro obiettivo, sappiate che in provincia di Bari c'è la città che
fa per voi: Giovinazzo. A nemmeno 30 minuti dal capoluogo, questa località si distingue per essere un porto
turistico con una vivace vita notturna e tante spiagge. Per non parlare del suo centro storico, con una
splendida Cattedrale affacciata sul mare e incantevoli palazzi rinascimentali. La leggenda vuole che l'antica
"Jovis Natio" sia stata fondata dal mitico eroe Perseo, figlio di Giove. E Giovinazzo fa onore a queste origini
così illustri, ritagliandosi un posto di tutto rispetto tra i piccoli gioielli della costa adriatica. Ecco una guida
per trarre il meglio dalle vacanze a Giovinazzo.
Se avete intenzione di passare le vacanze a Giovinazzo, state facendo la scelta giusta: questa cittadina
balneare ha davvero tutti i requisiti per un soggiorno indimenticabile. Ogni monumento parla di un passato
non ancora estinto e il mare azzurro e limpido sembra sussurrare segreti perduti nell'oblio del tempo. Il
passato romano è rievocato dallo splendido Arco di Traiano che si oltrepassa per varcare la soglia del borgo
antico. Curiosando nel centro storico di Giovinazzo scopriamo deliziosi scorci sul mare, piazze storiche e
bellissime chiese medievali. La più importante è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata in stile
gotico-romanico, ricca di arcate, fregi e colonne che lasceranno i turisti a bocca aperta. Meritano anche la
Chiesa di San Domenico, la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e l'imponente Convento dei Padri
Domenicani. La piazza Vittorio Emanuele II colpisce per la sua vastità e per la Fontana dei Tritoni dalle
caratteristiche sculture. E non dimenticate di perdervi nelle facciate raffinate di due edifici storici: Palazzo
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Ducale e Palazzo Severo Vernice. Dalla Cattedrale è possibile sbucare sul suggestivo Lungomare di Levante,
che vi regalerà passeggiate da sogno, con vedute sull'Adriatico rubate al miglior pittore paesaggista.
Giovinazzo non è solo un poetico borgo marittimo, è anche un importante centro della movida in provincia
di Bari. La sera Giovinazzo assume un'aria frizzante e vivace che nulla toglie al suo elegante splendore.
Intere comitive di giovani si riversano nei numerosi locali del suo borgo antico, mentre tante famiglie si
fiondano nei suoi gustosi ristoranti di pesce. D'estate, poi, Giovinazzo si illumina di eventi e sagre in cui
degustare prodotti tipici del territorio pugliese e festeggiare la notte con spettacoli in piazza. Un evento cult
per i giovani pugliesi (e non) è il Giovinazzo Rock Festival, manifestazione gratuita a cui ogni anno
partecipano i maggiori esponenti del rock italiano e internazionale. Cosa vedere vicino Giovinazzo? Anche
qui c'è l'imbarazzo della scelta. Giovinazzo è popolata fin dall'Età del Bronzo, e a testimonianza di ciò
troviamo il Dolmen di San Silvestro, gioiello dell'architettura megalitica che risale al II millennio a.C. Nelle
vicinanze troviamo anche le affascinanti Bitonto e Ruvo di Puglia con le loro bellissime Cattedrali, e la
deliziosa Molfetta con il suo borgo antico sul mare. Lo stesso Castel del Monte è a 40 km. Salendo
incontriamo alcuni gioielli culturali della costa pugliese: Bisceglie, Trani e Barletta. Per chi volesse visitare
Bari, il capoluogo pugliese dista appena 28 km da Giovinazzo.
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Bari
Basilica di San Nicola
La Basilica di San Nicola fu eretta tra il 1087 e il 1097 per custodire le spoglie mortali di San Nicola, che nel
1087 sessantadue marinai baresi erano riusciti a trafugare a Mira, in Licia, e a trasportare in Italia. Quando
le reliquie arrivarono a Bari, l'abate Elia – che poi divenne vescovo della città – iniziò la costruzione di una
nuova Chiesa. L'edificazione fu rapida, e nel 1089 Urbano II consacrò la cripta e vi depose le reliquie:
nell’ottobre dello stesso anno, vi tenne un Concilio contro la chiesa greca. La Basilica era così importante, e
il Santo così venerato, che perfino Guglielmo il Malo risparmiò l’edificio dalla distruzione generale
perpetrata nel 1156.
Al tempio miracoloso, oltre le folle di credenti, vennero pure, in atto di fede, papi e sovrani. Da questa
basilica, Pietro l'Eremita lanciò il suo appassionato appello per la liberazione del Santo Sepolcro; qui
Ruggiero il Normanno, Arrigo VI, l'imperatrice Costanza e il pallido Manfredi furono incoronati re.
Le mura imponenti, la facciata tripartita con le archeggiature in alto, le bifore, il massiccio transetto, le tre
navate divise da colonne e pilastri, i matronei a trifore, sono tutti elementi caratteristici dello stile
romanico.
Esterno. Semplice ma maestosa è la facciata, fiancheggiata da due torri campanarie mozze. Tripartita da
lesene, essa è coronata da archetti e aperta in alto da bifore e in basso da tre portali: di questi, il mediano è
a baldacchino su colonne, e riccamente scolpito. Ammirevoli sono i fianchi con profonde arcate cieche e
ricche porte. Arcature cieche in basso e bifore in alto animano le alte testate del transetto e la parete
continua absidale, ornata al centro da un grande finestrone.
Interno. Il maestoso interno è a tre navate, divise da colonne e pilastri, con un vasto transetto e tre absidi.
Sopra gli archi sta il piano del matroneo a trifore. Il soffitto, intagliato e dorato, è caratterizzato da riquadri
dipinti del XVII secolo. L'altar maggiore è sormontato da un ciborio del XII secolo, il più antico della Puglia.
Nell'abside centrale degni di nota sono: il pavimento con tarsie marmoree e con motivi orientaleggianti dei
primi decenni del XII secolo; la bellissima cattedra episcopale del 1105, detta “cattedra dell’abate Elia”,
grande trono marmoreo ricavato da un unico blocco, che si trova alle spalle del ciborio; il cinquecentesco
monumento funebre di Bona Sforza. L’altare dell'abside destro presenta un trittico quattrocentesco di A.
Rico da Candia; nella parete retrostante sono resti di affreschi del Trecento. Sulla destra s’innalza il ricco
altare di San Nicola, in lamina d'argento sbalzato, del 1684. Nell'abside sinistra, spicca una tavola con
Madonna e Santi, del 1476.
Cripta. Per una delle scale al termine delle navate si scende nella Cripta, vasta quanto il transetto: presenta
tre absidi ed è sostenuta da 26 colonne abbellite da capitelli romanici. Sotto l'altare della cripta riposano i
resti di San Nicola. Dalle ossa del Santo, patrono della città, i monaci avrebbero estratto un liquido con
poteri miracolosi, chiamato “manna”. Ecco perché sono attribuite a San Nicola le qualità di taumaturgo.
Museo. Il museo, ordinato nella navata destra, presenta i pezzi superstiti del c.d. Tesoro di San Nicola
(reliquiari, candelieri, manoscritti miniati), ai quali sono stati aggiunti dipinti, suppellettili, arredi e
soprattutto sculture, spesso frammentarie, rinvenute all'interno delle torri o sotto i pavimenti del transetto
e della cripta durante recenti lavori di restauro.
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Chiesa Russa
La Chiesa Russa di Bari sorge in Corso Benedetto Croce. E' dedicata a San Nicola, molto venerato in Russia,
soprattutto dai greco-ortodossi. Voluta dallo zar Nicola II, commissionata dalla Società di Palestina
Ortodossa, e progettata dall'architetto Aleksej Viktorovic Š?usev, la chiesa fu costruita a partire dal 1913: i
lavori terminarono subito dopo la Grande Guerra. Da allora, la chiesa – arricchita da una preziosa icona del
Santo – fu meta di continui pellegrinaggi e di personaggi illustri. Seguendo le intenzioni iniziali, l'edificio
divenne una chiesa-ospizio. Nei primi tempi fu gestita da un comitato, detto "Barigrad", che fu soppresso
dalla Rivoluzione d'ottobre. Nel 1937 la chiesa divenne proprietà del comune di Bari, che si impegnava a
rispettarne la proprietà ecclesiastica e a conservarne la funzione religiosa. Dal 1938 l'edificio è utilizzato
come scuola materna e, in parte, destinato ad accogliere l'infanzia abbandonata dell'Istituto "M. Diana". In
ogni caso, la chiesa divenne simbolo di unione con le civiltà dell'Europa orientale e del bacino orientale del
Mediterraneo.
La chiesa è in stile moscovita. L'interno, a croce greca, è sovrastato dalla cupola, che poggia su un alto
tamburo. I mobili e l'arredamento furono progettati da artisti russi ma realizzati a Bari. Nel marzo del 2009,
alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana e del Presidente della Federazione Russa, la chiesa è
stata consegnata in mano russa.
Complesso di Santa Scolastica
Il complesso di Santa Scolastica, comprendente la chiesa e l'ex monastero, ha origine molto antica.
Costruito prima del 1100, il complesso risale forse all'VIII secolo. Nel Cinquecento, esso fu incorporato nei
bastioni delle mura cittadine.
La facciata della chiesa è barocca, tripartita da due lesene, e decorata da un bel finestrone e da un oculo.
Sul portale troneggia la statua di San Benedetto, mentre ai lati dell'arco, due angeli sorreggono mitra e
pastorale dell'arcivescovo Puteo, che nel 1579 consacrò il tempio. Il campanile è romanico. L'interno è a tre
navate e presenta resti di pavimento in maiolica policroma. Notevole è l'altare marmoreo, e l'abside che
contiene una pala con Madonna col Bambino, tra Santa Scolastica e San Benedetto che si rivolgono a San
Mattia. Il complesso di Santa Scolastica, oggi sede universitaria, ospita importanti mostre ed esposizioni. Si
prevede che, in tempi non lontani, ospiterà il Museo Archeologico.
Duomo di Bari
La Cattedrale di Bari, dedicata a San Sabino, prospetta su Piazza dell’Odegitria ed è considerata il più bel
monumento architettonico pugliese del secolo XIII. In realtà, quella che vediamo non è né l'antica
cattedrale iniziata sotto l'Arcivescovo di Bisanzio, nel primo trentennio del secolo XI, né quella che –
distrutta, in parte o totalmente la prima – fu costruita tra il 1171 e il 1188 e consacrata nel 1292. Della sorte
della prima costruzione della Cattedrale, discordi sono i pareri degli storici; se fu interamente distrutta
assieme al resto della città nel 1156 da Guglielmo il Malo, o se di essa, nella generale rovina, si salvò
qualche cosa. La seconda costruzione, fatta o meno sullo stesso suolo, e con le stesse arcate, fu deturpata
dalle goffe architetture secentesche e ancor più dalle deturpazioni barocche – compiute nel 1741
dall'arcivescovo Gaeta e dall’architetto Domenico Vaccaro – che modificarono la facciata, l’interno delle
navate, l’interno della Trulla e la Cripta. I restauri effettuati alla metà del Novecento hanno ridato al tempio
il suo volto medievale. In particolare, l’arredo interno fu riportato alle antiche fattezze romaniche,
realizzando il ciborio, l’ambone e la recinzione del presbiterio. Sui colonnati e gli archi della navata centrale
furono aperte le trifore dei matronei mai utilizzati e sostituiti con ballatoi pensili.
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La Cattedrale, in stile romanico, conserva all’esterno uno dei due campanili originali (il secondo è crollato
nel 1613) e presenta una cupola su tamburo ottagonale. La bella facciata principale è a spioventi, terminata
a cuspide e tripartita da lesene, secondo l'ordine interno delle navate. Essa è rimasta intera solo nella parte
superiore, ove si ammirano il cornicione interno e la faccia sottostante, ornata di bellissimi bassorilievi di
foglie e fiorellini con stralcio ramificato. Il gran rosone centrale, nonostante i guasti patiti nell'interno,
conserva la sua cornice di corona di rosario con soprastante cornice semicircolare a palmette, sulla quale si
protendono figurine di sfinge e animali vari. Sulla facciata posteriore spicca il magnifico finestrone.
L’interno, solenne e armonioso, è a tre navate e tre absidi. Si notano finti matronei e i leoni stilofori
all'ingresso del presbiterio, oltre alla cattedra episcopale, al pulpito e al ciborio. Ricchissima è la
suppellettile marmorea e la decorazione di tutte le parti architettoniche, attribuite a grandi scultori come
Alfano da Termoli, Anseremo da Trani, Peregrino da Salerno. Ricca è anche la decorazione parietale ad
affresco, della quale sopravvivono alcuni resti nelle absidi minori e nella Cripta. Con il recupero del
Novecento, ogni oggetto artistico è stato restaurato e riproposto alla lettura degli studiosi e dei visitatori,
per ricomporre l’immagine di una delle chiese più belle di tutta l’Italia meridionale.
Dalla navata sinistra si accede a un antico battistero, chiamato Trulla, trasformato in sacrestia e alla Cripta.
Quest’ultima fu restaurata nel 1156, dopo la distruzione operata da Guglielmo il Malo, e custodisce le
spoglie di San Sabino. Al suo interno, si possono ammirare stupendi affreschi trecenteschi e la preziosa
icona bizantina della Madonna di Costantinopoli, detta Madonna Odegitria.
Sacrario dei Caduti d’Oltremare
Il Sacrario dei Caduti d'Oltremare si trova nella periferia sud della città e fu inaugurato il 10 dicembre 1967.
Il Sacrario custodisce i resti mortali di oltre 75.000 caduti, di cui 45.000 ignoti, riportati in Patria una volta
dismessi i cimiteri di guerra a suo tempo costituiti nei territori d'oltremare ove operarono unità italiane
durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Sono inoltre custoditi i resti mortali di militari deceduti nei
campi di concentramento nazisti.
Il Santuario si divide in vari settori, dedicati alle seguenti zone: Germania - Jugoslavia (1940-1945) - Albania
(1915 1918) - Africa Orientale - Africa Settentrionale - Libia (1911-1939) - Libia (1940-1943) - MaroccoTunisia-Algeria (1940-1945) - Grecia-Albania (1940-1945).
Nel settore Africa Settentrionale sono stati recentemente raccolti i 42 Caduti dei 61 uomini che
componevano l'equipaggio del sommergibile "Scirè". Nella sottostante cripta sono apposte le grandi lapidi
riportanti i nomi dei Caduti "accertati ma non individuati" i cui resti sono raccolti nel Sacrario. Una lapide è
stata particolarmente dedicata ai 140 fedeli Ascari, Eritrei e Libici, i cui resti sono stati trasferiti in Italia nel
Maggio 1972 assieme ai nostri caduti dal dismesso cimitero militare di Tripoli.
Il Sacrario custodisce inoltre numerosi reperti, uniformi, cimeli, documenti e immagini raccolte nei locali del
Museo Storico. La zona circostante il Sacrario è sistemata a parco della Rimembranza e vi sono raccolti
numerosi pezzi di artiglieria e mezzi cingolati, nonché una serie di lapidi e cippi commemorativi delle varie
Armi e Corpi del nostro Esercito.
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Teatro Petruzzelli
Teatro Piccinni
Castello Normanno-Svevo
Il castello di Bari fu eretto – intorno al 1131 – su precedenti strutture abitative d’epoca bizantina. Lo volle
Ruggero il Normanno, per evidenti scopi difensivi. Della struttura originale rimane ben poco perché, nel
1156, Guglielmo il Malo attaccò e distrusse la città. Qualche edificio religioso fu risparmiato, ma il castello
fu ridotto a poco più di un rudere. Il complesso attuale è la ricostruzione del 1233-1240, dovuta
all’imperatore Federico II, e alla genialità dell’architetto Guido del Vasto.
Durante le Crociate, il castello fu l’abituale ricovero per i cavalieri in partenza e in arrivo dalla Terra Santa.
Tra il 1280 e il 1463, esso fu affidato a vari feudatari. Nel 1308, durante il Regno degli Angioini, furono
arrestati e qui custoditi i Templari dell’Italia Meridionale, fino al 1312, quando l’Ordine fu soppresso.
Successivamente il castello passò a Ferrante d'Aragona, quando Bari entrò a far parte del suo dominio
regio. Con gli Aragonesi l’edificio assunse la configurazione attuale, con quattro bastioni angolari a lancia.
Successivamente, esso fu donato agli Sforza, in occasione delle nozze di Alfonso d’Aragona con la figlia del
duca di Milano. Agli inizi del Cinquecento, il maniero divenne dimora della duchessa di Bari, Isabella
d'Aragona, che trasformò il Castello in una lussuosa dimora fortificata, meta di letterati, artisti e potenti
uomini di corte. In particolare, il complesso fu munito sui tre lati vero terra da una possente cinta
bastionata, rafforzata da poderosi baluardi: inoltre, attorno al Castello, fu costruito un ampio fossato.
Nell’Ottocento, il castello fu adibito dai Borboni a fortezza e prigione; poi divenne caserma per la fanteria e
gendarmeria.
La possente e grandiosa costruzione è formato da due parti distinte: la prima comprende il mastio, di
origine bizantino-normanna, trasformato da Federico II. Il mastio presenta una pianta trapezoidale, con due
torri delle quattro originarie. La seconda parte ingloba i baluardi a scarpata con torrioni angolari a lancia sul
fossato, che furono aggiunti da Isabella d’Aragona. Il lato nord, quello sul mare, conserva il portale ogivale
(ora murato) e le graziose bifore della ricostruzione duecentesca.
Al castello si accede dal lato sud, varcando il ponte sul fossato ed entrando nel cortile tra i baluardi
cinquecenteschi e il mastio svevo, sulle cui torri e cortine costruite in bozze di pietra scura, si notano
diverse monofore. Sul lato ovest un portale gotico scolpito immette in un atrio su colonne con volte a
crociera, dal quale si passa nel cortile interno, quadrilatero, di impianto rinascimentale, assai rimaneggiato.
In questo interno, sulla sinistra in un salone del pianterreno è presente la Gipsoteca cittadina. Accanto,
un’interessante sala con volta a botte costolonata a sesto acuto, è adibita ad archivio. Al piano superiore,
nel lato meridionale del castello, ha sede la Soprintendenza ai beni architettonici storici e artistici della
Puglia.
Acquario Provinciale
L'Acquario Provinciale si trova lungo il Corso Vittorio Veneto, al Molo Pizzoli. Fu fondato nel 1965
dall'Amministrazione Provinciale di Bari, nell'area del cosiddetto Porto Nuovo e contiene 40 mini-acquari da
150 litri ciascuno, con specie di diversi invertebrati marini; 6 vasche da 500 litri ciascuna con gli ambienti
più caratteristici della costa pugliese; 8 vasche da 8000 litri con esemplari di varie specie ittiche, crostacei e
cefalopodi; 2 vasche da 8000 litri per il recupero di tartarughe marine.
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Alcune vasche ospitano esemplari di fauna di acqua dolce. In una vasca è rappresentato un diorama sulla
fauna abissale. Oltre all'attività espositiva e didattica, l'Acquario svolge lavoro di ricerca nell'annesso
laboratorio di biologia marina. Molto deteriorata negli ultimi tempi, la struttura richiede interventi urgenti
di recupero.
Colonna della Giustizia
La Colonna della Giustizia sorge accanto al Palazzo del Sedile, sulla parte sinistra di Piazza Mercantile.
Chiamata dai Baresi "colonna infame", era in realtà la struttura cui venivano incatenati ed esposti al
pubblico ludibrio i debitori insolventi, i bancarottieri e i falliti: era, insomma, la gogna cittadina. Secondo
alcuni studiosi, la colonna sarebbe stata eretta verso la metà del Cinquecento, per volontà del viceré
spagnolo Pietro di Toledo, che emanò un decreto per rendere meno dura la pena della berlina.
Il manufatto è costituito da una colonna di marmo bianco, sormontata da una sfera, e da un leone di pietra,
di proporzioni naturali, che le sta accovacciato alla base. Esso porta sul petto un collare con incisa la scritta
Custos Iusticiae, ossia custode della giustizia. Pare che i condannati fossero messi a cavallo di
quest'animale, col sedere scoperto e le mani incatenate alla colonna.
Piazza del Ferrarese
Piazza del Ferrarese si trova nell’area di una delle porte di accesso alla città medievale, la cosiddetta Porta
di Mare, o Porta Australe, o Porta di Lecce, aperta nel 1612 per facilitare l’ingresso delle merci nella vicina
piazza Mercantile dove si svolgeva il mercato. L’opera fu compiuta sotto il regno di Filippo III di Spagna.
Sulla porta erano scolpiti un distico e un’iscrizione inneggianti al re. Sopra la porta erano incise le effigi di
Japige e di Barione, i mitici fondatori di Bari.
Piazza del Ferrarese è importante perché in essa è stato riportato alla luce un tratto dell’antica via AppiaTraiana, costruita dai Romani nei primi anni del II secolo d.C. La piazza prende il nome da un commerciante
di Ferrara – tale Stefano Fabri o Fabbro – che nel Seicento si stabilì a Bari e qui teneva i suoi fondaci. Questo
commerciante ha lasciato un buon ricordo di sé, avendo finanziato la costruzione della loggia superiore del
Palazzo del Sedile.
Forte di Sant'Antonio Abate
Il Forte di Sant'Antonio Abate sorge sul Lungomare Imperatore Augusto. Fu eretto per scopi difensivi, ossia
per proteggere la città dalle incursioni dei pirati saraceni. La data di costruzione non è accertata. Fonti
attendibili sostengono che il forte fu eretto intorno al 1440 dal principe di Taranto Giovanni Antonio del
Balzo, sui resti di una torre innalzata cent'anni prima da Roberto d'Angiò, e forse di una chiesa bizantina del
IX-X secolo. Distrutto nel 1463 dai Baresi, che mal sopportavano il dominio di Taranto, il fortino fu
ricostruito nel Cinquecento. La ricostruzione fu voluta da Isabella d'Aragona, nel quadro di un
rafforzamento di tutto il sistema difensivo della città. All'interno del fortino furono costruite anche alcune
scale sotterranee, che permettevano l'evacuazione del forte in caso di pericolo.
L'edificio prende il nome dalla cappella dedicata a Sant'Antonio abate, che si trova sotto l'androne. La
cappella – visitabile solo il 17 gennaio – contiene una graziosa statua lignea del Santo, protettore degli
animali domestici, e un quadro d'autore ignoto, che raffigura il Santo stesso.
La struttura è ora utilizzata per eventi culturali.
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Passeggiata in via Venezia (ossia la muraglia che sia affaccia sul mare e sul molo) con una visita al romantico
Porto vecchio. E fuori del borgo antico la Chiesa russa di Bari, situata nel quartiere Carrassi, in Corso
Benedetto Croce.
Bari vecchia
San Nicola è il quartiere storico della città di Bari. Detto Bari Vecchia dai suoi abitanti, è inserito all'interno
delle antiche mura, ed è così denominato, a partire dal XIX secolo, in contrapposizione alla città nuova (la
cui edificazione è iniziata a partire dal 1813 sotto il regno di Gioacchino Murat). Bari Vecchia è situata nella
penisola racchiusa tra i due porti di Bari (il porto vecchio e il porto nuovo), delimitata a sud da Corso
Vittorio Emanuele, mentre la città nuova si estende tra la ferrovia e la costa, con strade a reticolo
ortogonale.
Insieme formano l'odierno centro urbano della città di Bari e sono riuniti dal 2014 nel I municipio (ex IX
circoscrizione) denominata quartiere Murat, che è il centro pulsante della città capoluogo pugliese.
La città antica (la cosiddetta Bari vecchia) fra i porti nuovo e vecchio è chiusa a est dalle mura che la
separano dal lungomare ed è caratterizzata da un impianto urbanistico tipicamente medievale. Il centro
storico, che sorge su di una piccola penisola laddove originariamente si sarebbero sviluppati i primi
insediamenti preistorici, rappresenta quella porzione di Bari più folcloristica, ancora legata ad antiche
tradizioni: essa appare infatti depositaria di memorie e costumi che nella città moderna sempre più si è
propensi ad abbandonare.
Bari Vecchia nel corso dell'ultimo decennio ha avuto una sorta di riqualificazione per via dell'apertura di
locali lungo Piazza Mercantile, divenendo dunque più vivibile rispetto agli anni 80/90 .
Si trovano nella Bari antica notevoli monumenti romanici, tra cui la Basilica di San Nicola (XII secolo),
capolavoro dell'architettura romanico pugliese. Altro edificio da ammirare insieme alla sua bellissima Cripta
è la Cattedrale di San Sabino (1170-1178), nei cui archivi è conservato un celebre Exultet (codice miniato)
databile attorno al 1025.
Il centro storico pullula di chiese minori tra cui interessanti dal punto di vista architettonico sono la Chiesa
di San Gregorio (XI secolo-XII secolo), la Chiesa della Trinità, la Chiesa di San Giorgio dei Martiri (o degli
Armeni), la Chiesa di Santa Chiara, la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa di San Marco dei veneziani, quella di
Santa Scolastica, la Chiesa di Santa Pelagia, la Chiesa del Gesù, la Chiesa di Santa Teresa dei Maschi, con
annesso Convento, la Chiesa di San Michele e ultima, ma non meno apprezzabile, la Chiesa della Vallisa.
Nel centro storico sono presenti altri monumenti come il celebre castello normanno-svevo fatto edificare,
perlomeno nel suo nucleo principale a noi pervenuto, da Federico II di Svevia sul sito di precedenti
fortificazioni normanne e bizantine. Particolare nota merita il ritrovamento al suo interno, durante gli scavi
condotti all'inizio degli anni ottanta, della pianta completa di una chiesetta protocristiana con l'abside
canonicamente orientata ad est, cioè verso il punto in cui sorge il sole, il cui impianto, completo di fonte
battesimale e recante nel piano fondale diverse sepolture, è visitabile seguendo il percorso attrezzato in
uscita dal fondo della sala che ospita la Gipsoteca.
Ampliato nel XVI secolo, quando divenne dimora di Isabella d'Aragona e in seguito dalla di lei figlia Regina
Bona Sforza di Polonia, fu poi adibito nel XIX secolo dapprima a prigione e successivamente a caserma. Le
principali modifiche riguardarono, in epoche diverse, le torri e successivamente i loro bastioni che si ergono
imponenti dal fondo del fossato che circondava l'intero edificio.
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Altro edificio celebre di Bari antica è il Fortino di Sant'Antonio Abate, eretto per scopi difensivi nel XIV
secolo dal Principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, demolito dagli stessi baresi nel 1463 e in
seguito ricostruito nel XVI secolo.
Da non trascurare i percorsi pedonali che da Piazza del Ferrarese portano, attraverso l'antica Piazza
Mercantile all'intrigo di vicoli della città vecchia, con i suoi profumi e gli scorci di improvvisa bellezza, e
attraverso la rampa che conduce al Fortino su citato, alla suggestiva passeggiata lungo la Muraglia che
termina in prossimità del complesso di Santa Scolastica, nei pressi dell'accesso principale all'area portuale.
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Bisceglie
Dolmen della Chianca
Il nome Chianca deriva dal termine dialettale biscegliese chianghe, cioè lastra di pietra o di lava. In alcuni
testi, e su alcune guide, il dolmen della Chianca viene indicato con il nome di dolmen di Bisceglie. A tal
proposito è opportuno tener presente che nel territorio biscegliese si trovano altri due monumenti
megalitici dello stesso tipo: il dolmen di Albarosa e il dolmen della masseria Frisari.
La costruzione megalitica, rientrante nella tipologia delle tombe dolmeniche a galleria ed a corridoio
all'interno di tumulo ellittico, è costituita da una cella sepolcrale quadrangolare, formata da tre lastroni
verticali in pietra calcare locale (Chianghe), di cui due sono disposti come pareti laterali ed uno come parete
di fondo.
Su di essi è disposto orizzontalmente un quarto lastrone di pietra più grande che costituisce il tetto di
copertura, ed ha una lunghezza approssimativa di 3,85 m ed una larghezza di 2,40 m. L'altezza della cella è
di circa 1,80 m.
Secondo alcuni studiosi per posizionare la lastra del tetto si è reso necessario l'impiego coordinato di
almeno un centinaio di persone I lastroni verticali poggiano direttamente sulla roccia ed uno di essi è
caratterizzato da due piccole aperture.
La cella continua all'esterno in un corridoio scoperto lungo 7,60 m, orientato ad est e delimitato da piccole
lastre di pietra disposte verticalmente lungo il dromos. La lunghezza complessiva dell'intero monumento è
poco meno di 10 m.
Attualmente il dolmen della chianca costituisce un unicum, non soltanto per l'eccezionale stato di
conservazione, ma anche per la consistenza numerica dei reperti, non comparabili con oggetti simili di altri
dolmen presenti nel barese.
La costruzione fu scoperta dagli archeologi Francesco Samarelli e Angelo Mosso il 6 agosto del 1909, in
località "la Chianca" nel territorio di Bisceglie, in una zona distante dal Pulo di Molfetta di qualche
chilometro vicinissima ad un lungo e profondo crepaccio denominato "lama di Santa Croce" ricco di grotte
anticamente abitate. I primi scavi furono condotti dagli scopritori al momento del rinvenimento e furono
proseguiti dall'archeologo Michele Gervasio negli ultimi mesi del 1910. Quando il dolmen fu scoperto i
contadini del luogo avevano già rimosso tutto prima degli scavi, anche se alcune tracce dei mucchi di
pietrame e di terriccio che coprivano la costruzione erano evidenti agli occhi degli archeologi.
Nella cella furono rinvenute ossa di animali, frammenti di piccoli vasi e alcuni coltelli di pietra risalenti
intorno a 1200 - 1000 anni a.C., sei scheletri di adulti e di ragazzi disposti in modo disordinato, e due
scheletri in posizione rannicchiata. Nel dromos furono trovate alcune stoviglie nerastre, un pendaglio in
bronzo ed una brocca. I reperti furono acquisiti dal museo archeologico di Bari, ove attualmente sono
conservati.
Sin dalla sua scoperta il dolmen della Chianca è sempre stato oggetto di studio da parte di studiosi
autorevoli di ogni parte del mondo.
Il 9 giugno del 2007 le Poste Italiane hanno emesso un francobollo di 0,60 euro raffigurante il dolmen della
Chianca.
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PUGLIA
Il 19 maggio del 2011 l'UNESCO ha riconosciuto il dolmen della Chianca di Bisceglie come "Patrimonio
testimone di una cultura di pace per l'umanità".
Centro storico
La città si affaccia sul mare Adriatico per uno sviluppo del litorale di circa 7.5 km, fra i comuni di Trani, a
nord, e Molfetta, a sud.
Il territorio comunale, prevalentemente pianeggiante, scivola verso il mare solcato da diverse lame, nelle
quali il microclima è particolarmente favorevole alla proliferazione di flora e fauna. Il territorio comunale si
spinge per alcuni chilometri verso i centri di Corato, Ruvo di Puglia e Terlizzi, incontrando così i primi pendii
delle Murge.
L'altimetria è compresa fra 0 e 160 metri di altitudine sul livello del mare. La città si estende
prevalentemente in una fascia compresa fra il tratto costiero e la linea ferroviaria Bologna - Lecce, con
alcune propaggini che vanno oltre la strada ferrata (quartiere di Sant'Andrea, zona artigianale, zona
industriale). Il nucleo più antico della città, un tempo limitato da due lame che convergevano verso il bacino
portuale, sorge su una porzione di territorio predominante rispetto alle aree successivamente urbanizzate.
Bisceglie nasce asserragliata sul mare, intorno ad un antico porto, tuttora attivo. Nella città intra moenia,
fatta di strade strettissime e alte, e di volte che le scavalcano, difesa a filo dal castello federiciano e dalla
torre Maestra, sorge e domina dal punto più alto la cattedrale, sorgono antiche chiese e monasteri, antichi
palazzi nobiliari e un antico teatro.
La città intra moenia costituisce una imponente monumentalità tale da sembrare fatta in un unico pezzo,
scavato e bucato. Andando “oltre”, la città extra moenia è ricca di chiese e conventi, di palazzi, ville e casali.
Ci sono perfino i dolmen e le grotte anticamente abitate. Tutto ciò testimonia una storia che si perde nella
notte dei tempi.
La torre maestra fu fatta erigere verso il 1060 dal conte Pietro di Trani. Interamente costruita in pietra
calcare locale, rappresenta l'elemento dominante della città con i suoi 27 m di altezza.
Per dimensioni e caratteristiche di fabbrica può essere considerata analoga alla torre normanna di
Rutigliano. È da essa che ogni giorno, sin dai primi anni del dopoguerra, alle ore 8.00 ed alle ore 12.00, si
diffonde in tutta la città l'ormai tradizionale segnale sonoro di una potente sirena, usata durante il secondo
conflitto mondiale come allarme aereo.
Il castello, probabile opera del periodo svevo, è formato da un recinto quadrilatero sostenuto da quattro
torri angolari - quadre e da una quinta torre, più piccola, inserita all'interno della cortina muraria. L'accesso
al fortilizio avveniva per mezzo di un ponte levatoio. All'interno vi erano gli alloggi dei militi, le stalle, la
chiesetta di San Giovanni ed un palatium. All'esterno del recinto si stagliava la torre maestra che era
collegata ad esso tramite un ponte levatoio. Verso la metà del Cinquecento, con la nuova cinta muraria
della città, il castello fu riconosciuto inefficiente e venne disarmato.
Attualmente la struttura è sottoposta ad un intervento di restauro che ne consente solo la fruizione esterna
dei corpi di fabbrica.
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PUGLIA
Agli inizi del XV secolo, il sistema difensivo medioevale di cui la città era dotata, risultò essere inadeguato a
sostenere la nuova artiglieria da fuoco. Fu così che con l'avvento degli Aragonesi le vecchie mura
normanne, alte e sottili, vennero sostituite da una nuova cinta muraria, bassa e terrapienata, che seguì
quasi ovunque il tracciato precedente. Il tracciato aragonese prevedeva 4 torrioni più una torre di cinta del
castello: Torrione Sant'Angelo (NW), Torrione dell'abisso (SW), Torrione San Martino (NE) (smantellato),
Torrione della Porta (S) (smantellato). La nuova murazione aveva mantenuto le due porte cittadine: una
orientata a nord detta porta di mare (oggi murata), una orientata a sud chiamata "di Zappino" (ove
attualmente sorge il teatro Garibaldi). Nella seconda metà del XVI secolo a seguito delle minacce turche,
sempre più insistenti, e con l'avvento degli Spagnoli le mura furono rafforzate con 5 baluardi pentagonali e
intorno ad esse vennero scavati enormi fossati e fu creato il cosiddetto guasto. I cinque baluardi erano: il
Bastione della Porta o Polveriera (smantellato), il Bastione di San Paolo (W), il Bastione del Castello (SE)
(oggi inglobato da edifici), il Bastione di San Gennaro (E), il Bastione di San Martino (NE) il più grande ed
ultimo ad essere stato costruito. Gran parte delle strutture di fortificazione è attualmente fruibile e visibile,
soprattutto sul versante del porto e lungo la via che ad esso giunge.
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