Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 1 di 22 TUTTE LE PARTICELLE ELEMENTARI HANNO MASSA Ing. Pier Franz Roggero, Dott. Michele Nardelli, P.A. Francesco Di Noto Riassunto: Questo documento vuole dimostrare che ogni particella esistente è dotata di massa che è la sua proprietà più importante ed è intrinseca a sé. Viceversa ogni corpo dotato di massa esiste. Attualmente si considera solo più il fotone ad essere privo di massa ma si dimostra che invece anch’esso ha una massa seppur molto piccola. 1 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 2 di 22 Indice: 1. LA MASSA...............................................................................................................................................................................3 2. LA MASSA DELLE PARTICELLE ELEMENTARI............................................................................................................................6 3. IL MODELLO STANDARD.........................................................................................................................................................7 4. IL BOSONE DI HIGGS.............................................................................................................................................................10 5. IL QUARK TOP.......................................................................................................................................................................11 6. LA MASSA DEI FOTONI..........................................................................................................................................................12 7. LA MASSA DEI GLUONI.........................................................................................................................................................14 8. CONCLUSIONI.......................................................................................................................................................................15 9. Connessione delle masse DEI QUARK con i numeri di Fibonacci e la sezione aurea...........................................................18 10. RIFERIMENTI.......................................................................................................................................................................22 2 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 3 di 22 1. LA MASSA La massa, definita anche massa a riposo o massa invariante, è la proprietà più importante della materia. Si è dato in conformità con il sistema internazionale come unità di misura il chilogrammo. Il simbolo è di solito m. La massa la si può anche definire approssimativamente come un corpo dotato di una certa quantità di materia. La gravità di un sistema è proporzionale alla sua massa. Allo stesso tempo, applicando una spinta – ovvero un’accelerazione, ad un corpo risulta una forza. Più precisamente si ha una massa inerziale mi di un corpo definita come quantità di materia come costante di proporzionalità tra la forza applicata e l'accelerazione subita : La massa inerziale si può in effetti ottenere operativamente misurando l'accelerazione del corpo sottoposto a una forza nota, essendo l'indice della tendenza di un corpo ad accelerare quando è sottoposto a una forza, cioè dell'inerzia del corpo: si tratta però di una misura indiretta. La massa determina anche il peso di un oggetto. Va notato che con bisogna confondere come si fa abitualmente pesandosi con la bilancia il peso con la massa. Il peso è una forza e vale: Se la forza peso è la sola forza agente sugli oggetti la seconda legge di Newton ci fornisce: 3 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 4 di 22 Dove g è l’accelerazione di gravità che all’equatore vale 9,79 e a i poli 9,82 m(s^2 Da notare che ad esempio due palle, una di ferro e una di carta, di ugual raggio e quindi di ugual volume hanno naturalmente masse completamente diverse con la palla di ferro ovviamente più pesante e di massa maggiore, in base alla formula della densità d=m/v dove v è il volume del corpo. Questo per spiegare che le masse dei corpi non dipendono dalle loro dimensioni: non è detto che un corpo di grande massa m sia anche grande in dimensioni, basta che la sua densità sia grande e può anche avere volume piccolo. La massa gravitazionale è equivalente, ovvero è la stessa, alla massa inerziale come diretta conseguenza del terzo principio della dinamica di Newton: chiamiamo F12 il modulo della forza che il corpo 1 esercita sul corpo 2, F21 il modulo della forza che il corpo 2 esercita sul corpo 1 e m1A, m2A, m1P e m2P le masse gravitazionali, attive e passive, dei due corpi. Abbiamo: Questa duplice funzione di massa è definita dal principio dell'equivalenza e per questo motivo la legge di gravitazione di Newton è chiamata legge di gravitazione universale perché vale in tutto l’universo. Inoltre, con la relatività ristretta si ha la massa relativistica è data da: Dove v è la velocità a cui è sottoposto il corpo di massa m e c la velocità della luce. Vale quindi 4 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 5 di 22 Dalla relatività generale si ha l’energia a riposo inteesa come l’energia di un corpo nel suo stato di quiete o di riposo ovvero nel suo sistema di rifeimento ha quantità di moto nulla p=mv=0, Da qui deriva la famosa equazione di Einstein Si ha così l’equivalenza tra massa ed energia che differiscono solo del fattore costante .. Nella meccanica classica vige la fondamentale legge della conservazione della massa, in varie formulazioni. La variazione di massa di un sistema è uguale alla massa entrante meno la massa uscente; ciò implica, per esempio, che la massa non può venire né creata né distrutta, ma solo spostata da un luogo a un altro. In chimica, Antoine Lavoisier stabilì nel XVIII secolo che in una reazione chimica la massa dei reagenti è uguale alla massa dei prodotti. Il principio di conservazione della massa vale con ottima approssimazione nell'esperienza quotidiana, ma cessa di valere nelle reazioni nucleari e, in generale, nei fenomeni che coinvolgono energie relativistiche: in questo caso esso viene incorporato nel principio di conservazione dell'energia. 5 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 6 di 22 2. LA MASSA DELLE PARTICELLE ELEMENTARI Il concetto di massa diventa più complesso al livello della fisica subatomica dove la presenza di particelle elementari con massa (elettroni, quark, ...) e prive di massa (fotoni, gluoni) non ha ancora una spiegazione in termini fondamentali. In altre parole, non è chiaro il perché alcune particelle siano dotate di massa e altre no. Le principali teorie che cercano di dare una interpretazione alla massa sono: il meccanismo di Higgs, la teoria delle stringhe e la gravità quantistica a loop; di queste, a partire dal 4 luglio 2012 grazie all'acceleratore di particelle LHC, soltanto la Teoria di Higgs ha avuto i primi riscontri sperimentali. Nel modello standard della fisica delle particelle elementari, l'origine delle masse delle particelle elementari si spiega con il meccanismo di Higgs. Interagendo con il bosone di Higgs, una particella elementare che può essere osservata sperimentalmente acquisisce una massa quando il campo di Higgs associato non scompare anche nel vuoto. Solo il perché il bosone di Higgs abbia massa però non si spiega. Le masse dei barioni, che includono protoni e neutroni sono circa 100 volte superiore alla massa dei tre quark, che li costituiscono. Le piccolissime dimensioni dei barioni di circa 10^15 m comporta che se i quark al loro interno sono concentrati in uno spazio così piccolo, hanno una lunghezza d'onda di de Broglie così piccola che la loro energia cinetica e quindi la loro velocitàv si avvicina alla velocità della luce e secondo la relatività ristretta comporta una massa relativistica che significa che la massa cresce in maniera enorme. Allora effettivamente tre di questi quark costituiscono la vera massa del protone o neutrone. 6 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 7 di 22 3. IL MODELLO STANDARD Il Modello standard (MS) è una teoria fisica che descrive tre delle quattro forze fondamentali note: le interazioni forte, elettromagnetica e debole (le ultime due unificate nell'interazione elettrodebole), e tutte le particelle elementari ad esse collegate. TAB. 1 7 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 8 di 22 Nel campo della alte energie, si usa esprimere la massa (a riposo o invariante) tramite la sua energia equivalente E = mc². L'energia viene a sua volta espressa in eV. Un elettronvolt è 1 volt (cioè 1 joule diviso per 1 coulomb) moltiplicato per la carica elettrica dell'elettrone (1,602176565 x 10-19C); ne risulta un quantitativo molto piccolo di energia: 1 eV = 1,602176565 x 10-19J Nella fisica delle particelle, il megaelettronvolt (1 MeV = 106 eV) e il gigaelettronvolt (1 GeV = 109 eV) sono utilizzati per misurare la massa delle particelle elementari, usando l'equazione di conversione della relatività ristretta: E = mc², dove E sta per energia, m per massa e c è la velocità della luce nel vuoto. In queste unità, la massa di un elettrone è di 0,511 MeV/c2, e quella di un protone di 938 MeV/c 2, quella del bosone di Higgs, secondo i dati sperimentali avuti nel 2012, dovrebbe essere di 125,3 GeV/c2 . Anche se il Modello standard ha avuto un grosso successo nello spiegare i risultati sperimentali, esso non è mai stato accettato come una teoria completa della fisica fondamentale, a causa della sua incompletezza in particolare nei seguenti punti: 1. Il modello contiene ben 19 parametri liberi, come le masse delle particelle e le costanti di accoppiamento, che devono essere determinati sperimentalmente, ma tutte queste masse non possono essere calcolate indipendentemente l'una dall'altra, quindi deve esistere fra loro una qualche relazione non prevista dal modello. 2. Il modello non comprende l'interazione gravitazionale. 3. Il modello non prevede l'esistenza della materia oscura, che costituirebbe parte della materia esistente nell'Universo. 4. Il modello standard non prevede massa per i neutrini. 8 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 9 di 22 Fin dal completamento del Modello standard sono stati fatti molti sforzi per superare questi limiti e trasformarlo in una teoria completa. Ad esempio la massa ai neutrini può essere aggiunta considerando anche le componenti destrorse di queste particelle. 9 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 10 di 22 4. IL BOSONE DI HIGGS La predizione teorica del bosone di Higgs nasce dal fatto che alcune particelle mediatrici di forza sono massive e per descriverle consistentemente con le procedure della rinormalizzazione, la relativa teoria deve essere invariante rispetto alle simmetrie interne di gauge. È facile mostrare che le lagrangiane contenenti termini espliciti di massa (come quelli con la m nelle equazioni del moto del paragrafo precedente) rompono la simmetria di gauge. Per ovviare a questo problema si introduce un campo, detto campo di Higgs, accoppiato agli altri campi (fermioni e campi di gauge) in modo da fornire, sotto determinate ipotesi, un termine di massa che mantenga la simmetria del sistema sotto trasformazioni interne. Il meccanismo di Higgs è il metodo più semplice di dare massa alle particelle in modo completamente covariante, e il bosone di Higgs è stato a lungo considerato il "tassello mancante" del modello standard. Una particella consistente con il bosone di Higgs è stata infine scoperta nel 2012 dagli esperimenti ATLAS e CMS presso l'acceleratore LHC presso il CERN. A rigor di termini, il meccanismo di Higgs è l'accoppiamento necessario a dare massa ai bosoni vettori W e Z, mentre la massa dei leptoni (elettroni, muoni, tauoni) e dei quark, ovverosia dei fermioni, è regolata dalla interazione di Yukawa; si noti che gli accoppiamenti del bosone di Higgs con i fermioni non sono calcolabili da principi primi, ma sono anch'essi numeri introdotti "ad hoc" nelle equazioni. La sua massa in termini di energia equivalente è: (125,3 ± 0.6) GeV/c² che calcolata in modo tradizionale in kg. diventa: m bosone di Higgs=125,3*10^9*1,602*10^-19/9*10^16=2,23*10^-25 kg 10 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 11 di 22 5. IL QUARK TOP Il quark top è una particella fondamentale del Modello Standard. È stato scoperto nel 1995 dagli esperimenti al laboratorio Fermilab situato presso Chicago, negli USA. Il quark top è di gran lunga la particella elementare più massiva: la più recente misura della sua massa è 173,1 ± 1,3 GeV/c2, quasi come quella del nucleo atomico dell'oro. È un quark di terza generazione di tipo up con una carica di +(2/3)e. Interagisce prevalentemente con l'interazione forte, ma può decadere solamente attraverso la forza debole. Decade quasi esclusivamente in un bosone W ed un quark bottom. Il Modello standard prevede che il suo tempo di vita sia approssimativamente attorno a 5×10−25 secondi, cioè 20 volte più veloce della scala di tempo delle interazioni forti; quindi non adronizza, dando ai fisici un'occasione unica per studiare un quark "nudo". In natura il quark top non costituisce nessun legame adronico. Non ci sono quindi né adroni né mesoni che includono un quark top. Il valore della sua massa è quindi dato da: m quark top=173,1*10^9+1,602*10^-19/9*10^16=3,079*10^-25 kg 11 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 12 di 22 6. LA MASSA DEI FOTONI Il fotone, o storicamente quanto di luce, è il quanto di energia della radiazione elettromagnetica. Precisamente un'onda elettromagnetica può essere pensata come costituita da particelle, appunto i fotoni. È classificato nel modello standard come particella elementare di massa nulla mediatrice dell'interazione elettromagnetica. Avendo spin intero è un bosone. Ad esempio una comune lampada da 100 W a luce rossa può emettere, trascurando la quantità di energia dispersa in calore, centinaia di trilioni di fotoni ogni secondo (dell'ordine di grandezza cioè di ). Questo significa che la luce è costituita da un numero enorme di fotoni che presi singolarmente trasportano quindi una quantità infinitesima di energia. Tuttavia questa quantità infinitesima di energia è sufficiente a rompere alcuni legami molecolari e ad esempio a far innescare le reazioni di fotosintesi clorofilliana delle piante. In questo caso un fotone della luce rossa di lunghezza d'onda di 700 nanometri, che trasporta quindi una energia estremamente piccola rispetto a quelle delle scale di energia dell'esperienza quotidiana. Dalla espressione relativistica dell'energia ricaviamo la massa equivalente del fotone: 12 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 13 di 22 da cui ricaviamo utilizzando la lunghezza d’onda: Questa piccola quantità viene assorbita da un recettore e dà avvio alla produzione di zucchero. Per questo motivo alcune speciali lampade sono utilizzate per accelerare la crescita delle piante.[ La massa del fotone rosso è quindi data dalla formula di Einstein: m=E/c^2 e vale: m fotone rosso=2,83*10^-19/9*10^16=3,144*10^-36 kg Invece la massa del fotone di luce blu con lunghezza d’onda di 400 nanometri e quindi con frequenza maggiore ed energia maggiore della luce rossa è data da: m fotone blu=5,521*10^-36 kg 13 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 14 di 22 7. LA MASSA DEI GLUONI I gluoni sono i bosoni di gauge della interazione forte. Hanno carica elettrica zero, spin 1 (sono bosoni vettori) e generalmente si assume che abbiano massa nulla. Il termine deriva dall'inglese glue (colla), in quanto tengono "incollate" altre particelle, e una loro combinazione viene definita in inglese glueball (palla di colla). Le prime tracce sperimentali dei gluoni furono trovate all'inizio degli anni ottanta nell'electron-positron-collider ad Amburgo, quando vennero riscontrate prove di una struttura a tripla emissione: la terza emissione venne attribuita all'emissione di un gluone da parte di uno dei quark prodotti. Attualmente si considera che abbiano anch’essi una massa piccolissima dell’ordine di < 0.0002 eV/c2 come limite esperimentale. La loro massa è quindi di: m gluone ≈ 0,0002*1,602*10^-19/9*10^16 = 3,56*10^-40 kg 14 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 15 di 22 8. CONCLUSIONI Ogni particella esistente è dotata di massa che è la sua proprietà più importante ed è intrinseca a sé. Viceversa ogni corpo dotato di massa esiste. Perché il bosone di Higgs ha massa minore del quark top non è spiegabile, bisognerebbe in teoria che il bosone di Higgs avesse una massa molto più grande di quella attualmente sperimentata. Non si spiegherebbe altrimenti come fa ad interagire con una particella più pesante a meno che non si ipotizzi che abbia una velocità vicina alla velocità della luce e quindi una massa relativistica molto pià grande, quando interagisce con il quark top. Tuttavia è un’incongruenza non ancora risolta. Non ha senso dire che una particella ha massa zero. Infatti attualmente il modello standard comincia a scricchiolare anche perché il neutrino è stato verificato sperimentalmente avere massa e così anche la particella gluone che attualmente dovrebbe avere la massa più piccola di tutte le particelle esistenti. Attualmente si considera solo più il fotone ad essere privo di massa ma abbiamo dimostrato che invece anch’esso ha una massa seppur molto piccola. 15 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 16 di 22 Di seguito la tab. 2 che riepiloga le masse di alcune particelle fondamentali e i rapporti di massa esistenti tra di loro. TAB. 2 Rapporto MASSA in Rapporto col Rapporto col PARTICELLA con Kg bosone di Higgs neutrone l'elettrone quark top bosone di Higgs neutrone protone elettrone fotone blu fotone rosso neutrino gluone 3,079^10^-25 2,23*10^-25 1,675*10^-27 1,672*10^-27 9,109*10^-31 5,521*10^-36 3,144*10^-36 5*10^-37 3,56*10^-40 0,724 1 133,1 133,4 244813 40391233472 70928753180 446000000000 626404494382022 Notiamo che: 3,079 circa 3,14 2,23 circa (1,61803398 + 0,61803398) = 2,236... 1,675 e 1,672 circa 1,61803398 9,109 circa (3,14 * 3,14) – 0,61803398 5,521 circa (1,61803398^4 )– 1,61803398 3,144 circa 3,14 5 = 5 che è numero di Fibonacci 16 0,00544 0,0075 1 1.002 1839 303387067 532760814 3350000000 4705056179775 0,00000296 0,00000408 0,000544 0,000545 1 164988 289726 1821800 2558707865 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 17 di 22 3,56 circa (1,61803398^3) – 0,618033398 connessioni quindi con rapporto aureo, sezione aurea e Pigreco. 17 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 18 di 22 9. CONNESSIONE DELLE MASSE DEI QUARK CON I NUMERI DI FIBONACCI E LA SEZIONE AUREA A proposito di masse di particelle, ricordiamo un nostro precedente lavoro (vedi Rif. 2) sulle masse dei quark, dal quale emergeva una connessione con i numeri di Fibonacci e la sezione aurea, dal quale riportiamo qualche brano e una tabella. Ci sono delle connessioni tra alcuni fenomeni sub-atomici (effetto hall quantistico e cariche frazionarie, masse dei quark, numeri quantici, stabilità nucleare e atomici (stabilità nucleare)) e la sezione aurea ed i numeri di Fibonacci. “Forse magari la congettura di Goldbach non c’entra, ma di sicuro c’entrano i numeri primi, e soprattutto il numero 3, poiché 1/3 e 2/3 sono, com’è noto le cariche frazionarie, positive e negative, dei quark (dalla voce “Quark (particella)” di Wikipedia), in modo che 3/3 o 1/3 +2/3 = 1 = e carica dell’elettrone, e qui passiamo anche alle masse dei quark: TAB. 3 Nome Carica Up (u) Down (d) Strange / Sideways (s) Charm / Centre (c) Bottom / Beauty (b) Top / Truth (t) +2/3 −1/3 −1/3 +2/3 −1/3 +2/3 Massa (MeV/c^2) da 1,5 a 3,3 da 3,5 a 6 da 80 a 130 da 1150 a 1350 da 4100 a 4400 173100 ± 1 300 18 stimata Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 19 di 22 E a proposito delle masse delle particelle, notiamo che i loro rapporti tra un valore e il precedente “costeggiano”da vicino la serie di Fibonacci, a ulteriore riprova che i numeri, in questo caso quelli di Fibonacci, sono molto importanti in fisica, in questo caso sub-atomica: TAB. 4 Valori minimi massa stimata dei quark 1,5 ≈ numeri di Fibonacci o loro medie Valori massimi massa stimata dei quark Rapporti successivi ≈ numeri di Fibonacci o loro medie 3 3,3 6/3,3=1,81 2 3,5 3,5/1,5= 2,33 22,85 21 6 21,6 21 21 80 14,37 13 130 10,38 1 150 4 100 3,56 42,21 3 44,5 media tra 34 e 55 1 350 4 400 3,25 10,5 media tra 8 e 13 3 173 100 1 300= 171 700 173100+1300 39,34 =172600 34 La corrispondenza approssimativa è molto evidente. E cosi pure per i rapporti orizzontali tra la stima massima e quella minima, molto vicini o connessi al numero 1,618 = numero aureo. 19 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 20 di 22 TAB. 5 Stima massima M 3,3 6 130 1 350 Stima minima m 3,3 3,5 80 1 150 Rapporto M/m 2,2 1,71 1,625 1,17 ≈ 1,618 2,6 = 1,618^2 ≈ 1,618 ≈ 1,618 ≈1,22 media tra 1,27= √1,618 e 1,12 =√1,27= 4 √1,618 4400 4100 1,073 173 100+1 300 =174 400 173100 - 1300 = 171 800 1,01513 8 ≈1,061=√1,618 ≈ 1,01515= 32 √1.618 Anche qui, l’evidenza della connessione dei rapporti orizzontali tra stime massime e stime minime con il numero aureo 1,618, il suo quadrato e le sue radici, è fortissima, assolutamente non imputabile al caso. E quindi a sostegno della presenza del numero aureo nei numeri espressione delle probabili masse dei quark, considerando le stime massime e quelle minime delle masse dei quark.” Forse magari la congettura di Goldbach non c’entra, ma di sicuro c’entrano i numeri primi, e soprattutto il numero 3, poiché 1/3 e 2/3 sono, com’è noto le cariche frazionarie, positive e negative, dei quark (dalla voce “Quark (particella)” di Wikipedia), in modo che 3/3 o 1/3 +2/3 = 1 = e carica dell’elettrone, e qui passiamo anche alle masse dei quark. Inoltre, ricordiamo la seguente equazione, che si ricava dalle funzioni modulari di Ramanujan: 20 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 21 di 22 24 log 142 10 + 11 2 + 4 10 + 7 2 3 5 = 2Φ − R( q ) + 5 q 4 20 ( ) 3+ 5 1 f − t dt 1+ exp ∫ 0 f − t1 / 5 t 4 / 5 2 5 ( da cui è possible ottenere sia 24 che Φ , dove Φ = ) 5+1 e 24, che è connesso ai “modi” 2 che corrispondono alle vibrazioni fisiche delle stringhe bosoniche, è dato dalla seguente espressione: ∞ ∫0 4 anti log 24 = 10 + log cos π txw' − π x 2 w' e dx 142 cosh π x ⋅ 2 π t2 t w' − w' e 4 φ w' ( itw') . 10 + 7 2 11 2 + 4 4 21 Versione 1.0 12/10/2015 Pagina 22 di 22 10. RIFERIMENTI - 1) Wikipedia 2) “La serie di Fibonacci nel microcosmo (effetto Hall quantistico, cariche frazionarie , masse dei quark, numeri quantici, stabilità nucleare) Gruppo “B. Riemann”*Francesco Di Noto, Michele Nardelli“ 22