STUDIO COMPARATIVO DELLA FLESSIONE DI EULERO, LA FREQUENZA NATURALE E LE FRATTURE DA FLESSIONE IN CUPRESSUS SEMPERVIRENS L. Peter Sterken (traduzione: Fabrizio Cinelli) Riassunto Sono stati calcolati i momenti di flessione indotti dal vento e gli stress generati nel fusto di un esemplare di Cupressus sempervirens L. al fine di comparare la sicurezza relativa alle fratture di flessione ed alla deformazione di Eulero. Era inoltre calcolata la frequenza naturale del nudo fusto. Quindi l'altezza e la corrispondente dimensione della chioma erano messe in rilievo così da individuare il limite per il quale i calcoli tradizionali di rottura non sarebbero più in grado di predire la sicurezza dell'albero, poiché la esiguità del diametro farebbe sì che il fusto si inarcherebbe (deformazione di Eulero) invece di rompersi a causa del solo stress da flessione. Secondo i calcoli tradizionali di rottura, gli alberi esili con una ridotta superficie della chioma potrebbero essere stabili, grazie ai ridotti stress da flessione, durante raffiche di vento di circa 32,5km/h. Nondimeno, la esiguità della sezione ed il modulo elastico (MOE) potrebbero causare lo stroncamento del fusto quando la frequenza naturale si avvicina pericolosamente a quella delle raffiche violente del vento. I risultati del presente studio suggeriscono che un ridotto diametro del fusto e il MOE rappresentano fattori critici quando valutiamo la sicurezza di alberi snelli. Parole chiave: comparazione - carico del vento - fratture da flessione - deformazione di Eulero - frequenza naturale. Introduzione Gli alberi dal fusto snello possono cadere per la formazione di una grande onda che si sviluppa per tutta la lunghezza del loro asse principale. In realtà, l'albero "devia se stesso" dal carico e questo tipo di collasso sembra dipendere principalmente dal suo modulo di elasticità, dall'altezza dell'albero e dal momento di inerzia (Gordon, 1999). Questo fenomeno può essere visualizzato assimilandolo all'inclinazione di un sottile bastone da passeggio che flette di lato sotto il nostro peso. Quando togliamo la pressione, il bastone ritorna alla forma originaria. Ma se noi lo forziamo a piegarsi troppo -il bastone devia late ralmente- si rompe e noi cadiamo per terra. L'esiguità della sua sezione e la capacità di deformarsi elasticamente determinano quanto del nostro peso può sopportare prima che si deformi. I calcoli tradizionali per la valutazione della resistenza alla rottura del fusto sono basati sulla flessione di una trave formata da un tronco di legno squadrato. Questi calcoli non tengono in debita considerazione la flessione elastica del fusto, cioè il suo comportamento elastico. E' ormai assunto che la sicurezza da frattura è il risultato di ipotetici carichi di vento che agiscono su tronchi e branche anelastiche. Gli attuali metodi, basati tipicamente su quest'ultimo aspetto, determinano il fattore di sicurezza e lo spessore residuo necessario della parete, considerando raffiche di vento della velocità di un uragano (vedi per esempio: metodo SIA, Wessolly and Erb, 1998). Il presente articolo propone di unire l'effetto del comportamento elastic o dei fusti e delle branche, con momenti flettenti indotti dal vento. Questo comportamento elastico è qui rappresentato ipoteticamente dalla deformazione di Eulero e dalla frequenza naturale di flessione dei fusti. Le formule più utilizzate non sono in grado di predire esattamente l'effettiva sicurezza dell'albero, a causa della enorme e naturale diversità di parametri e fattori imprevedibili. Quindi, l'obiettivo dei presente studio è quello di offrire un esercizio teorico che può simulare il processo di integrazione del MOE (Modulus of Elasticity) di un fusto sottile e della frequenza naturale ai calcoli tradizionali di rottura. Ad ogni modo il protocollo sarebbe in modo eguale basato sul triangolo della statica (carico, geometria e proprietà del materiale). Materiali e metodi • Soggetto albero Per questo studio fu scelto un esemplare di Cupressus sempervirens L., alto 17,5m, situato nel Parco Sant Jordi, Spagna. L'albero era circondato da una densa vegetazione di palme, cipressi ed altre specie arboree mediterranee. Di tale pianta sono stati misurati l'altezza, i diametri del tronco e lo spessore della corteccia. Fu scattata una fotografia digitale per poter tracciare la sua silhouette su computer e calcolare l'area della superficie verticale della chioma. • Profilo della velocità del vento Il modello "power-law" è usato per predire la velocità del vento a una data altezza sopra il livello del suolo ed è rappresentato dalla formula seguente (Berneiser & Kónig, 1996): u (z) u (g) h( z ) ( g ) h Dove: u(z) = velocità del vento ad una certa altezza (z) sopra il livello del suolo; u(g) = massima velocità attesa del vento, non influenzata dall'asperità del terreno; h (Z) = altezza sopra il livello del suolo alla quale è raggiunta una certa velocità del vento (altezza dell'analisi); h(g) = altezza sopra il livello del suolo alla quale è raggiunta la massima velocità del vento; a= coefficiente di attrito superficiale. E' inoltre associato un fattore di turbolenza che consideri l'influenza di forti raffiche di vento in arrivo. • Analisi del carico del vento sulla chioma In accordo con le Norme Europee (AENOR, 1998), che raccomandano questa equazione per predire il carico del vento sopra una struttura, si analizza il carico sulla chioma di un albero. Per gli alberi la seguente formula rappresenta il logico adattamento dell'equazione suddetta: σmax = massima sollecitazione di flessione sulle fibre più esterne. • Proprietìt del materiale Per il Cupressus sempervirens erano accettati valori di 2 kN/cm2 per la forza di compressione longitudinale e 735 kN/cm2 per il modulo di elasticità (MOE). A conoscenza dell'autore nessun dato è stato ancora pubblicato per questa specie arborea mediterranea. Per questo motivo finora erano utilizzate le proprietà del legno di Chamaecyparis lawsoniana (Wessolly & Erb, 1998). • Geometria Il diametro e la forma del tronco e lo spessore della corteccia erano ritenuti gli stessi, così come i parametri della velocità del vento, le proprietà del materiale. Lo spessore della corteccia venne sottratto al diametro, per non correre rischi, poiché la sua addizione alla forza del tronco costituisce un parametro che è ampiamente incognito. Nell'inserimento dati del modello matematico variavano solo l'altezza e la corrispondente area della chioma verticale. F = 0,5CwρAu(z)2 Dove: F= Forza che esercita una raffica di vento sulla chioma; CW = coefficiente aerodinamico che descrive la flessibilità che un albero adotta per diminuire la forza del vento; ρ = Densità dell'aria, la quale dipende dalla pressione e dall'umidità dell'aria, così come per la temperatura e l'altitudine sul livello del mare; A = Area della superficie della chioma esposta al vento; u(z) = Velocità del vento u ad una certa altezza (z) sopra il suolo. • Sicurezza da rottura: teoria della flessione Il calcolo della sicurezza da rottura dell'albero è basato sulla teoria della flessione di una trave ed è il medesimo impiegato per il metodo SIA (Wessolly & Erb, 1998). La sollecitazione da flessione sulla superficie di una trave è calcolata con la seguente equazione: max M W Dove: σmax = sollecitazione massima di flessione sulle fibre marginali; M = momento di flessione; W= modulo della sezione trasversale. Il modulo della sezione trasversale è rappresentato dalla seguente formula: W 3 d 32 Il fattore di sicurezza del tronco scaturisce da: compression max S = fattore di sicurezza della sezione trasversale; = 44,42cm = 1,5cm = 5144,13cm3 • Spessore necessario della parete residua Lo spessore della parete residua, di cui un albero necessita per resistere a qualsiasi velocità del vento, può essere calcolato assumendo che il tronco cavo si comporti come un tubo vuoto, perfettamente strutturato. L'equazione qui utilizzata per calcolare lo spessore minimo della parete residua, se perfettamente concentrico e chiuso, è in accordo con la teoria della flessione della trave cava ed è la medesima usata per il metodo SIA (Wessolly & Erb, 1998): 100 t 0,5d 1 3 1 S Dove: t = spessore minimo residuo della parete; d = diametro netto misurato; S = fattore di sicurezza della sezione trasversale. • La sicurezza nei confronti della flessione di Eulero Il carico critico per il collasso di un tronco da flessione euleriana è calcolato considerando il modulo di elasticità del legno verde (MOE), la snellezza e l'altezza dell'albero ed il carico del vento sulla chioma. La formula per le travi, ritrovata in Gordon (1999) , è qui utilizzata per gli alberi: Fcrit 2 Dove: W = modulo della sezione trasversale; d = diametro della sezione trasversale. S Diametro medio del tronco Spessore medio della corteccia Modulo della sezione trasversale EI 4h 2 Dove : Fcrit = forzacriticachecondurrebbealladeformazionediEulerodeltronco; E = momento elastico; I = momento geometrico; h = altezza dell'albero in m. • Frequenza naturale Nel modello impiegato, la frequenza di flessione del tronco nudo è rappresentata dalla seguente equazione (AENOR, 1998): σcompression = forza del legno verde; n l d Ws h 2 Wt Dove: n = frequenza di flessione del tronco, espressa in Hz; εl = fattore di frequenza; d = diametro del tronco; h = altezza della palma o albero; Ws = peso delle parti strutturali che contribuiscono alla durezza del tronco; Wt = peso totale del tronco. Risultati e discussione I risultati dell'analisi del carico del vento, dei fattori di sicurezza e dello spessore della parete residua sono mostrati nella tabella 1. Questi ultimi sono confrontati coi risultati della flessione euleriana e della frequenza naturale di flessione. momento di flessione Albero stress Sicurezza t Sicurezza Frequenza altezza, m kNm S, kN/cm2 Flessione, richiesto Eulero, % naturale, % in cm Hz 17,5 22 23,78 34,53 77,97 102,86 0,67 1,53 2 297,99 2,57 351,15 5,8 131,95 7,61 98,38 3,7 100,02 18,95 63,83 3,2 Poiché il suo fattore di sicurezza è relativamente alto, il cipresso di altezza originaria pari a 17,5m necessiterebbe, teoricamente, di un rapporto t/R di 0,13 per sopportare uragani di 117 km/h. La sicurezza nei confronti della flessione euleriana, con un valore di 351,15% è più elevata della successiva. Quindi, l'influenza della sua sottigliezza sembra essere meno importante delle semplici fratture da flessione. In questo caso, il fattore di sicurezza calcolato secondo la teoria della flessione potrebbe costituire un buon orientamento per la sicurezza da frattura dell'albero. Da notare inoltre che la bassa frequenza di flessione, suggerisce che l'influenza della dinamica non ha molta importanza: sia l'oscillazione dell'albero che la natura dinamica dei carichi del vento possono determinare movimenti di risonanza, che generano risposte dinamiche che possono essere molto più ampie di quelle che sarebbero prodotte da carichi statici equivalenti. Con un'altezza teorica di 22m, la riduzione della dimensione del fusto dell'albero sembra accrescere l'importanza della deformazione di Eulero. Secondo i calcoli tradizionali, l'albero sarebbe teoricamente sicuro (131,95%) e necessiterebbe di uno spessore di parete residua pari a 7,61cm per sopportare un uragano. Questo dipende da un'area di superficie relativamente piccola (! !) e quindi da un basso carico di vento. Nonostante ciò la sicurezza nei confronti della deformazione euleriana è leggermente sotto il 100%, limite necessario per sopportare forti raffiche di vento. Quando abbiamo un'altezza superiore (23,78m), la sicurezza relativa alla flessione si livella al 100%, minimo necessario perché la pianta sia teoricamente sicura. Tuttavia, il valore di deformazione euleriana diminuisce a tal punto che il rischio di flessione aumenta notevolmente. La frequenza naturale molto bassa suggerisce anche che aumenta notevolmente il rischio di collasso. Più la frequenza naturale si avvicina a quella delle raffiche di vento (1 Hz ad esempio) e minore è la stabilità. La snellezza del fusto ed il MOE diventano fattori critici, più degli stress dovuti alla flessione indotta dal solo vento. Diagramma 2 - Comparazione della sicurezza nei riguardi della deformazione euleriana (linea rossa) e della frattura da flessione (linea blu): suggerisce che la sicurezza in rapporto alla flessione euleriana dovrebbe essere comparata a quella relativa alle fratture da flessione. Da osservare il punto di incontro delle curve, dal quale la snellezza del fusto ed il MOE acquistano maggiore importanza. I risultati suggeriscono che, in tronchi, branche o rami molto assottigliati, i calcoli tradizionali basati sull'analisi del carico del vento e la teoria della semplice flessione di un tubo vuoto potrebbero non essere capaci di predire la sicurezza, se il MOE e le ridotte dimensioni diametrali non vengono debitamente considerate. Il fattore di sicurezza per la flessione di Eulero può essere impiegato insieme alla frequenza naturale calcolata (in Hz), poiché sono entrambi metodi per valutare la sensibilità dell'albero nei confronti dell'oscillazione dinamica, pericolosa e imprevedibile. Diagramma 3- Componenti di base del modello proposto: nella prima figura, in alto a sinistra, è rappresentato il triangolo della statica secondo i calcoli tradizionali di rottura; nella figura adiacente, invece, il triangolo fa riferimento alla deformazione euleriana, mentre nella terza i componenti del triangolo sono relativi alla frequenza naturale, cioè alla suscettibilità a raffiche di bassa frequenza. Conclusioni In fusti o branche filate e assurgenti possono acquistare una considerevole importanza i collassi simili alla flessione euleriana. Non solo il carico del vento o la forza di compressione del legno possono indurre semplici fratture di flessione (vedi calcoli tradizionali di rottura), ma anche il MOE (modulo elastico) e la ridotta dimensione diametrale possono influenzare enormemente la sicurezza di un fusto durante il verificarsi di eventi meteorologici. Si avanza quindi l'ipotesi che comportamenti dinamici catastrofici e la flessione euleriana acquistino maggiore importanza dei calcoli tradizionali di rottura con alberi o fusti molto inclinati. E' possibile, quindi, che per questa ragione il metodo SIA (Wessolly & Erb, 1998) impieghi solo forme di chioma, uniformemente distribuite, con silhouette relativamente bassa e rigida. Secondo il presente studio, il fusto sembra essere più disposto al collasso da flessione euleriana, dovuto alla sua sottigliezza più che al carico statico del vento ed alla semplice teoria della flessione di una trave rigida. Questa ipotesi potrebbe accordarsi con il cedimento in natura di fusti o branche esili (vedi Sterken 2005 per una breve descrizione della flessione euleriana). Contemporaneamente, l'assunzione che la flessione di un fusto sia direttamente proporzionale alla forza media del vento che agisce nel centro della chioma ed in rapporto inversamente proporzionale alla rigidezza del tronco (Peltola et al. 2000), supporta questa ipotesi. Note aggiuntive: - In conclusione, nella valutazione di un albero nella pratica quotidiana non c'è la necessità di un'analisi approfondita, poiché una valutazione visuale fatta da esperti ed una certa dose di buon senso forniranno in genere la diagnosi più attendibile; - Il MOE del tronco di questo cipresso era misurato dall'autore su parecchie sezioni trasversali con sensori del modulo di Young, misurando la flessione longitudinale delle fibre più esterne di legno a seguito dell'applicazione artificiale di un noto momento di flessione (vedi: Peltola et al. 2000). Erano registrati valori così bassi, come 414 kN/cm2, all'altezza di 1,03m, che stavano a dimostrare come la sicurezza, rispetto alla flessione euleriana, mai sarebbe stata più bassa di quella calcolata con i valori assunti per Chamaecyparis lawsoniana. - Per l'analisi del carico del vento, era impiegato un fattore di turbolenza aerodinamica di 0,20 che è il valore proposto da Wessolly e Erb (1998) per Chamaecyparis lawsoniana. Secondo questi autori, questo fattore di turbolenza aerodinamica rappresenta parzialmente l'albero nel suo comportamento elastico, durante gli eventi di vento. Nondimeno, occorre notare che questi valori sono meramente ipotetici, poiché ancora non testati (Mattheck & Bethge, 2005). Quindi, sebbene questi fattori di turbolenza aerodinamica siano impiegati nel presente modello per seguire una certa procedura, occorre fare attenzione poiché il risultato finale dell'analisi del vento e della stabilità dell'albero sono, ovviamente anch'essi, ipotetici. Correspondance Address: Peter Sterken: petersterken@hotmailcom Fabrizio Cinelli: [email protected]