BASI FONDAMENTALI DELLA SPIRITUALITÀ CONIUGALE
A cura di p.Raimondo Bardelli
1 - La famiglia è una comunità.
L’alleanza coniugale genera la prima comunità naturale voluta dal Creatore (Gen. 2,24-25). Essa è
stabilita dal patto coniugale, vale a dire dall’irrevocabile consenso personale, la cui manifestazione è
per i battezzati segno sacramentale del matrimonio.1La comunità coniugale poggia il suo essere ed
agire su un amore fecondo che fonde gli sposi in una “sola carne”, conferendo a essi il ministero di
collaboratori con Dio nella creazione e educazione di nuove creature. Lo scopo principale
dell’unione amorosa degli sposi è la procreazione di nuove creature. Il sacramento del matrimonio
perfeziona, attraverso una consacrazione particolare dello Spirito Santo, l’unione degli sposi,
trasformandola in “chiesa domestica”.2 Quest’azione dello Spirito Santo arricchisce e perfeziona il
ministero matrimoniale naturale, abilitando gli sposi ad essere “pastori” della loro Chiesa domestica,
trasformandoli, nel medesimo tempo, in profezia vivente dell’amore di Dio per l’uomo e dell’unione di
Cristo con la Chiesa (Ef 5,22-33). La comunità famigliare assume quindi una valenza profetica
particolare per la salvezza del mondo.
Essa è quindi una realtà fondamentale per la santificazione degli sposi, del mondo e della Chiesa.
Questa chiesa domestica è caratterizzata da una missione profetica ed evangelizzatrice propria e
da una particolare presenza di Cristo e dello Spirito. La sua dimensione profetica non può essere
diminuita o confusa con altre comunità, aventi altre finalità profetiche nella Chiesa e nel mondo. Due
sono, infatti, i modi nella Chiesa di Cristo per realizzare le esigenze di completamento della sessualità:
il matrimonio sacramento o la consacrazione verginale per il Regno dei cieli. Entrambi generano
comunità, animate da un amore, da finalità, da dimensioni profetiche diverse, che conducano i loro
membri, in modo differente, alla santità. Il matrimonio sacramento unisce e fonde in uno gli sposi
perché l’uno nell’altro, come due mani giunte, camminino verso la vita eterna.
La consacrazione religiosa invece unisce l’individuo direttamente a Cristo, anticipando sulla terra le
nozze eterne con Lui.
Gli sposi, a volte, non comprendono la ricchezza dei doni naturali e soprannaturali elargiti loro
dallo Spirito Santo attraverso il matrimonio, perciò ritengono la comunità coniugale insufficiente ad
aiutarli a vivere in pienezza la sequela di Cristo; quindi, non avvertendo la confusione che creano nel
loro cammino spirituale, cercano d’instaurare e vivere in comunità ispirate alla vita consacrata.
1
2
Gaudium et Spes, n.48. CEI, Evangelizzazione e mamtrimonio, n.38
Lumen Gentium,n.11; cf. Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio,n.21
1
Ignorano il dinamismo e la finalità intrinseca diversa di queste comunità. Esse, infatti, incarnano un
amore sponsale diverso, caratterizzato da differenti dimensioni profetiche e da un modo differente di
realizzare la sequela di Cristo. Gli sposi, agendo in questo modo, impoveriscono il popolo di Dio della
presenza vivace della loro dimensione profetica, compromettendo l’originalità del loro ministero
destinato primariamente al servizio della chiesa domestica e all’educazione dei loro figli.
La comunità coniugale e quella dei consacrati sono due modi diversi di realizzare la sequela di
Cristo, che la chiesa, fedele ai doni dello Spirito, deve proteggere nella loro originale diversità. La
comunità familiare va quindi protetta, aiutata ad essere se stessa pienamente nel suo essere e agire; in
caso contrario, il Popolo di Dio è impoverito, perché diminuisce la ricchezza dell’annuncio e della
salvezza di Cristo in mezzo al mondo. La Chiesa di Cristo, infatti, è presenza integra del suo Signore
unicamente se rispetta in se stessa la svariata ricchezza dei doni di Dio e dei carismi dello Spirito
Santo.
2 - Diversità e complementarità fra la vita consacrata e matrimonio sacramento.
La vita consacrata nasce da una consacrazione particolare dello Spirito, che porta a perfezione la
consacrazione battesimale, introducendo direttamente “con cuore indiviso” l'individuo nell'amore
sponsale con Dio. Essa è un dono particolare dello Spirito; fa parte essenziale della costituzione della
Chiesa di Cristo3, anticipa nel mondo le nozze eterne con Dio in Cristo,4 perciò ha come propria
dimensione profetica il richiamare al Popolo di Dio la preparazione all’unione sponsale definitiva con
Dio: scopo e fine d’ogni esistenza umana ricordando, allo stesso tempo, alla Chiesa ed al mondo la
provvisorietà di questa dimora terrena.
Il cuore del consacrato è vivificato e completato da un amore sponsale a Cristo ed in Lui e per
Lui si dona totalmente agli uomini attraverso le varie attività caritative. I consacrati sono un aiuto agli
umani “affinché la costruzione della città terrena sia sempre fondata sul Signore e a Lui diretta, e non
avvenga che lavorino invano quelli che la stanno costruendo”.5
L’unione sacramentale degli sposi poggia invece su un dono totale e irreversibile degli sposi,
trasformato da una consacrazione particolare dello Spirito Santo, che li abilita a collaborare con Dio
per generare nuove creature, che attraverso la loro azione educativa raggiungono la maturità umana e
cristiana: diventano realmente figli di Dio.
Vivendo quest’amore fecondo, gli sposi si realizzano, cioè si santificano, preparandosi alle
nozze eterne con Dio. Essi amano Dio in modo indiretto e mediato, cioè la moglie nel e col marito, e
viceversa (cfr 1Cor 7,32-35). La crescita del loro amore li prepara sempre più intensamente
all'amplesso senza fine con Dio. Gli sposi, infatti, nella mediazione reciproca tendono verso questa
meta finale, abbracciando e coinvolgendo nel loro cammino primariamente i figli, e poi – per quanto
3
4
5
ivi n.42
Ivi, n.46
2
quest’impegno principale lo permette - anche i poveri e gli emarginati e coloro che sono lontani dalla
salvezza di Cristo.
Il matrimonio può quindi definirsi un’intima comunità di vita e di amore fecondo tendente al suo
pieno “compimento nella pienezza del Regno di Dio”: le nozze eterne con Dio6
“Per questo la famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l'amore, quale riflesso
vivo e reale partecipazione dell'amore di Dio per l'umanità e dell'amore di Cristo Signore per la sua
sposa. Ogni compito particolare della famiglia è l'espressione e l'attuazione concreta di tale missione
fondamentale”.7
La comunità familiare e quella nascente dalla consacrazione religiosa costituiscono cosi due
modi diversi di vivere e di esprimere l'unico mistero dell'alleanza di Dio con il suo popolo. Ognuna è
caratterizzata da un cammino alla santità e da una missione profetica diversa: realtà diverse, ma
complementari. La disistima dell’una non favorisce certamente la stima dell’altra. Cosi il
deprezzamento del matrimonio non favorisce la valorizzazione della verginità consacrata. Infatti,
quando la realizzazione della sessualità umana nel matrimonio non è ritenuta un gran valore donato dal
Creatore, perde di significato anche la sua realizzazione nella verginità per il Regno dei cieli.8
3 - L’amore è la radice ed il fondamento del matrimonio.
L’alleanza coniugale ha come suo più intimo ed ultimo fondamento l’amore degli sposi, che fonde in
uno le doti del loro corpo e del loro spirito, unendo profondamente le persone fra di loro. Quest’amore
racchiude in se come caratteristica indissolubile la fecondità, perciò base del matrimonio è l’amore
sponsale fecondo.
Il sacramento del matrimonio perfeziona quest’amore naturale degli sposi figli di Dio,
rendendolo simile a quello che unisce fra di loro le tre divine Persone. Gli sposi diventano cosi icona
della Trinità. La crescita costante di quest’amore garantisce la realizzazione del matrimonio secondo il
progetto di Dio. Il suo esercizio unisce valori umani e divini, conducendo gli sposi al libero e mutuo
dono di se stessi, provato da sentimenti e gesti di tenerezza, e pervade tutta quanta la vita dei coniugi,
anzi, diventa perfetto e cresce proprio mediante il generoso suo esercizio. È ben superiore, perciò, alla
pura attrattiva erotica che, egoisticamente coltivata, presto e miseramente svanisce. Gli sposi consci
dunque del valore delle capacità corporee espressive dell’amore, che donano al loro mutuo donarsi ed
accogliersi un volto sensibile, attraente e seducente, devono coltivarle, svilupparle, cioè devono
impegnarsi a valorizzare e perfezionare la tenerezza, il sentimento e la dolcezza e migliorare la
conoscenza e la pratica dell’intimità fisica ecologicamente vissuta. L’amore è la forza permanente
della famiglia. “Senza l’amore la famiglia non è una comunità di persone; senza l’amore la famiglia
non può vivere, crescere e perfezionarsi come comunità di persone..”.9
6
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, n.17
Ivi, n.17
8
Cfr. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, n.16
9
Ivi, n.18
7
3
La vita matrimoniale esige una continua crescita d'amore. Solo attraverso questo i figli possono capire
la tenera e continua presenza dell'amore divino ed allo stesso tempo maturare nella loro umanità e nel
loro essere figli di Dio.10
4 - L’intimità fisica espressione più alta dell’amore coniugale.
L’amore coniugale “ è espresso e reso perfetto in maniera tutta particolare dall'esercizio degli atti che
sono propri del matrimonio; ne consegue che tali atti, coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità,
sono onorevoli e degni e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che
essi significano ed arricchiscono vicendevolmente, in gioiosa gratitudine, gli sposi stessi”. Nella vita
coniugale, infatti, “i rapporti carnali sono il segno e l’espressione della comunione fra le persone. Le
manifestazioni di tenerezza e il linguaggio del corpo esprimono il patto coniugale e rappresentano il
ministero dell’alleanza e quello dell’unione di Cristo e della Chiesa.I momenti di profonda comunione
conferiscono a ogni membro del focolare domestico una reale forza per la sua missione in mezzo ai
fratelli come anche per il suo lavoro quotidiano”.11 L’intimità fisica fa parte inoltre della costituzione
definitiva del sacramento del matrimonio. Il primo rapporto fisico degli sposi sigilla, infatti, in modo
indissolubile il patto coniugale, diventando il tramite del dono dello Spirito Santo e dei doni a lui
connessi. Il rapporto fisico assume cosi un valore sacro, diventa tramite per ricevere i doni dello
Spirito Santo e mezzo per crescere in essi. Gli sposi alla scuola del Cantico dei Cantici imparano a
scoprirne tutta la potenza di comunione che da esso sprigiona, capace di trasformare, attraverso
l’esperienza di piacere ad essa connesso, la loro vita e di avvicinarli maggiormente a Dio. Il piacere
sessuale, infatti, è un riflesso di quello sguardo compiaciuto e saturo di gioia di Dio sulla creazione
iniziale, e del piacere che le persone divine provano in loro stesse nel muto donarsi ed accogliersi. E’
l’estasi della carne che trascina gli sposi ai margini del finito. Esso va quindi ricercato ed amato dagli
sposi come mezzo di santificazione e di avvicinamento a Dio. Vivendo in questo modo l’amplesso
fisico gli sposi realizzano la castità coniugale. Questo modo ecologico di vivere la vita sessuale diventa
la prima evangelizzazione degli sposi per il mondo, che ha volgarizzato e strumentalizzato il sesso, e
allo stesso tempo è la prima e continua iniziazione sessuale per i loro figli. L’iniziazione sessuale,
infatti, naturalmente, cioè per diritto naturale e divino, spetta ai genitori, tutte le altre realtà educative
sono una supplenza ed un aiuto ai genitori
5 - L’alleanza matrimoniale è un sacramento stabile.
Il patto coniugale cristiano determina un sacramento permanente, vale a dire un sacramento che dura
fino alla morte di uno degli sposi. Questo attinge questa sua pienezza indissolubile attraverso primo
rapporto fisico ecologicamente vissuto, perciò ogni amplesso fisico successivo, rendendo presente una
parte costitutiva del sacramento, diventa una sua riatturalizzazione, che trasmette agli sposi il dono
10
11
Ivi.n.50
Giovanni Paolo II, discorso alle famiglie a Saint-Anne d’Auray, 20.09.96
4
dello Spirito Santo e la grazia santificante, aprendoli più intensamente all’azione della grazia
sacramentale..
La liturgia di questa riattualizzazione del sacramento è suggerita dalla natura che mostra il
cammino umano del come prepararla, svolgerla, ed assimilarla. Occorre quindi che gli sposi
recuperino, nel pieno rispetto del senso ecologico delle parti corporee, il valore umano-spirituale dei
gesti d’amore che preparano l’amplesso. L’unione fisica preparata e vissuta in questo modo diventa
come l‘Eucaristia della Chiesa domestica, in altre parole essa riattualizza il loro essere uno in Cristo e
con Cristo per irradiare e accrescere nella loro vita, in quella dei figli e del mondo l’amore divino che
da essa sprigiona. L’esperienza dell’Eucaristia e della riattualizzazione del sacramento del matrimonio
vicendevolmente si rafforzano e valorizzano, aiutando gli sposi ad una loro più intima e profonda
comprensione ed aumentano il loro amore.
6 - La riattualizzazione del sacramento del matrimonio è apertura e sorgente di
vita.
L’intimità fisica sacramentalmente vissuta è sempre sorgente di vita naturale e soprannaturale. Essa,
infatti, ecologicamente svolta, è sempre sorgente di vita in senso naturale in quanto genera nuove
creature o aumenta l’amore, vera vita per gli sposi e per le creature generate o da generare. La vita,
infatti, è amore sia in Dio sia negli umani.
L’amplesso fisico ecologicamente svolto racchiude, infatti, l’esercizio di una forza unitiva e
procreativa capace di generare un amore-vita che arricchisce la vita degli sposi, generando nuove
creature o nutrendo quelle generate.12 E’ indispensabile quindi che gli sposi si pongano al servizio dei
ritmi fecondi ed infecondi contenuti naturalmente nella corporeità della donna per vivere ed esercitare
una procreazione responsabile, riflesso di quella divina, che crea in modo singolo ed inviduale ogni
persona, continuando ad assisterla e a nutrirla con il suo amore.
La comunione fisica degli sposi aumenta in essi la grazia santificante e li apre maggiormente
all’azione della grazia sacramentale del matrimonio, accrescendo cosi in loro la vita soprannaturale
che perfeziona anche l’amore naturale.
La grazia santificante, infatti, consiste in un dono d’amore in tutto simile a quello di Dio,
che entrando nel cuore degli sposi li apre maggiormente ad accogliere tutti quegli aiuti divini- grazia
sacramentale- necessari per vivere in santità la loro unione, perfezionando ed accrescendo nello stesso
tempo il loro amore naturale.
E’ in questo contesto sacro che nascono i futuri figli di Dio. La fedele e costante
realizzazione dei doni naturali e soprannaturali intrinseci al matrimonio garantiscono agli sposi il
perfezionamento, ed ai figli una crescita umano-spirituale costante ed armonica. Solo cosi il
matrimonio diviene segno ed annuncio del recupero del valore umano e soprannaturale del sesso. Gli
sposi devono quindi recuperare il senso sacro della loro intimità vivendola nei gesti preparatori e nella
12
Cfr Humanae Vitae.n 11-12
5
sua consumazione come liturgia della riuattulizzazione del sacramento del matrimonio. Ciò comporta
il rispetto nella loro intimità dei metodi naturali della regolazione delle nascite, quindi l’esclusione di
qualsiasi intervento contraccettivo. La contraccezione implica un atteggiamento di padronanza e non di
servizio verso la natura. Essa riproduce negli sposi l’atteggiamento del primo peccato di “volere
essere come Dio”. Con essa, infatti, gli sposi violano l’ordine naturale, riflesso di quello divino,
creandone un altro a immagine del loro egoismo.
La meditazione costante della via d’amore tracciata dal Cantico dei Cantici e la comunione
continua con lo Spirito di Dio, sorgente di tutti i doni e carismi, li aiuterà ad eliminare costantemente
gli influssi della cultura attuale, che presenta l’amore come semplice emozione e sensazione corporea,
riducendo l’intimità ad una ricerca di un piacere raffinato. Gli sposi vivendo questa loro identità
naturale e soprannaturale realizzano, assieme ai loro figli, l’immersione in Cristo, scopo e meta finale
d’ogni esistenza umana ed attuazione concreta della santità .
7 - Il ministero degli sposi.
Il matrimonio come alleanza naturale è dotato di un proprio ministero conferitole dal Creatore. Esso
consiste nella collaborazione con Dio per la nascita di nuove creature e nella missione di farle
crescere nella sua conoscenza e nei valori morali sprigionanti dalla legge divina iscritta in ogni cuore.
L’azione trasformante dello Spirito Santo nel sacramento del matrimonio –consacrazione- si estende
anche a questo ministero naturale elevandolo e perfezionandolo. Lo Spirito Santo, infatti, consacra gli
sposi per svolgere “un educazione propriamente cristiana dei figli di Dio, li chiama cioè a partecipare
alla stessa autorità e allo stesso amore di Dio Padre e di Cristo pastore, come pure all’amore
materno della Chiesa, e li arricchisce di sapienza, consiglio, fortezza e di ogni altro dono per aiutare i
figli nella crescita umana e cristiana… Il compito educativo riceve quindi la dignità e la vocazione di
essere un vero e proprio “ministero” della chiesa al servizio dell’edificazione dei suoi membri”.13
Questo ministero è singolare nella vita della Chiesa, esso, infatti, si distingue dai ministeri ordinati del
sacerdozio ministeriale, e da quelli semplicemente conferiti, specificanti la partecipazione battesimale
al Cristo Servo, esercitati da laici o consacrati. Questo ministero, pur restando laicale, nasce da una
consacrazione dello Spirito Santo e rende partecipe, in modo singolare, della pastoralità di Cristo e
dell’amore materno della chiesa. Il magistero della Chiesa deve proteggerlo, svilupparlo ed illuminare
gli sposi perché possono viverlo in piena comunione col popolo di Dio.
Gli sposi da parte loro devono esercitarlo in comunione col magistero della Chiesa, solo cosi
sono fedeli a questo dono dello Spirito. Esso lo esercitano non solo nella chiesa domestica, ma anche
nel popolo di Dio promuovendo con l’esempio e la parola i valori fondamentali della famiglie e della
procreazione responsabile.
Gli sposi sono “consacrati per essere ministri di santificazione nelle famiglie e di edificazione
della Chiesa…essi compiono il loro ministero e impegnano il loro carisma nella preparazione specifica
13
Giovanni Paolo II, familiaris consortio, n.38.
6
dei fidanzati al sacramento del matrimonio…nella catechesi famigliare e parrocchiale, nella
promozione delle vocazioni, specialmente di quelle di speciale consacrazione..”.14
La Chiesa locale “deve far spazio...alle coppie e...aiutare le comunità parrocchiali a riconoscere
il ruolo di protagoniste della pastorale, che viene dalla grazia del sacramento. In una società che
emargina sempre più la famiglia e, praticamente, tende a vanificarne la consistenza e i compiti nelle
realtà civili e nell’educazione dei figli ... si deve impegnare a promuovere il ministero dei coniugi
anzitutto nei confronti della nascita della fede dei figli, nei confronti dell’evangelizzazione delle
coppie e delle famiglie deboli nella fede, con le quali essi hanno quotidiani contatti di vicinanza e di
lavoro, di situazioni spesso totalmente chiuse ad altre presenze ecclesiali, nei confronti infine dei
fidanzati, che si preparono al matrimonio”. Gli sposi devono prepararsi, secondo le loro possibilità
intellettuali e di tempo, all’esercizio di questo ministero e non trascurarlo per altri ministeri ritenuti
più vistosi e promozionali nella Chiesa di Cristo. Ognuno si salva nella fedeltà ai doni della propria
vocazione.
8 - La dimensione profetica della vita degli sposi.
Ogni battezzato partecipa al profetismo di Cristo. Lo spirito Santo, attraverso la consacrazione del
matrimonio, abilita il profetismo battesimale degli sposi ad essere profezia, parabola vivente
dell’amore di Cristo per l’umanità e per la Chiesa. (Cfr.Ef.5, 25ss.). Dio è amore. Il suo agire nel
mondo è amare: “Dio ha tanto amato l’uomo al punto di dare il proprio Figlio per la sua salvezza” (1
Gv.4,10). Quest’amore divino entra nel mondo per unire a sé come lo sposo alla sposa tutti gli esseri
umani, per formare con essi un solo corpo (1 Cor.12,12). L’amore coniugale perfezionato ed
accresciuto dalla grazia santificante è abilitato dallo Spirito Santo ad essere profezia dell’amore di Dio
in se stesso, per l’umanità e per la Chiesa. La persona umana, essendo l’amore divino in se stesso di
una ricchezza infinita, può intuirne qualcosa unicamente attraverso i vari modi e le diverse
sfaccettature dell’esperienza umana, perciò la profezia dell’amore coniugale aiuta a penetrarne il
senso. Le dimensioni più ardue dell’amore divino sono quelle dell’amore misericordioso e materno e
paterno di Dio.
La misericordia esprime la fedeltà dell’amore divino verso ogni persona, anche se questa pecca o lo
rifiuta, Dio continua ad amarla, anzi la circuisce di maggior tenerezza, perché torni a Lui. Lo Spirito
Santo trasforma con la sua azione la fedeltà dell’amore coniugale in icona della misericordia divina15,
per questo gli sposi devono perseverare nel loro amore in ogni circostanza, anche la più difficile, quale
l’incomprensione ed il tradimento, anzi in questi frangenti devono amarsi maggiormente. La fedeltà a
questa dimensione profetica li inserisce nel dinamismo della passione, morte e risurrezione di Cristo
per la redenzione reciproca e dei fratelli. La consacrazione matrimoniale abilita gli sposi anche ad
essere espressione profetica della paternità e maternità divina. Questo implica negli sposi una maturità
sempre più grande delle doti corporee della tenerezza, dolcezza e sentimento. Solo attraverso esse la
14
15
CEI, Evangelizzazione e sacramento del matrimonio, 104-106
Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1647-1648
7
donna potrà, come Maria madre di Cristo, esprimere la maternità divina, e l’uomo, come Cristo, la
paternità di Dio.
9 - L’Eucaristia centro e nutrimento della vita e del profetismo matrimoniale.
Cristo è la nuova ed eterna alleanza tra Dio e l’umanità.16 Egli con la sua passione, morte e risurrezione
ha ristabilito l’unione tra Dio e l’uomo peccatore. Cristo, prima di iniziare la sua passione, ha istituito
l’Eucaristia, nella quale si è offerto al Padre per la purificazione dei peccati del mondo, conferendo ai
suoi apostoli il potere di rinnovarla fino al giorno della sua venuta gloriosa. Cristo continua cosi in
ogni Eucaristia a ripresentarsi, attraverso il ministero sacerdotale, al Padre, come offerta espiatrice dei
peccati dell’uomo, per istaurare sempre più ampiamente la Nuova alleanza fra gli uomini ed
intensificarla nel popolo di Dio. “L’Eucaristia, infatti, in quanto rinnovazione dell’alleanza, perfeziona
i fedeli nell’unità con Dio e tra di loro, rendendoli sempre più partecipi dell’amore di donazione e di
comunione di Cristo con la sua Chiesa”.17 Essa è quindi per il cristiano una “rinnovazione”o meglio
una riattualizzazione dell’alleanza con Dio istaurata in lui attraverso il battesimo. Il dono totale degli
sposi, attraverso il sacramento del matrimonio, è trasformato in segno profetico dell’alleanza fra Dio e
l’umanità, che si realizza nella Chiesa Corpo mistico di Cristo, suo Popolo e sua sposa. Come Cristo
ha sigillato l’alleanza con Dio attraverso il dono totale di se, che ha attinto il suo culmine espressivo
nella morte, cosi l’alleanza coniugale raggiunge la sua pienezza attraverso il primo dono totale
corporeo degli sposi. Come l’Alleanza con Dio si riattualizza nell’Eucaristia, cosi l’alleanza coniugale
si riattualizza nella liturgia della fusione corporea degli sposi. Come l’intimità corporea perfeziona ed
accresce l’unione fra gli sposi, immergendoli maggiormente nell’Alleanza divina di cui sono profeti,
così ricevendo con amore Cristo eucaristico nei loro cuori s’immergono più profondamente
nell’Alleanza divina. Eucaristia e sacramento del matrimonio hanno un'unica meta: rendere
maggiormente partecipi i cuori degli sposi dell’Alleanza divina.
Gli sposi vivendo un attiva partecipazione ad entrambi rafforzano la loro salvezza ed il loro
ministero profetico. “Il matrimonio cristiano trova, infatti, nell’Eucaristia il suo momento fontale e la
sua piena capacità di realizzazione. L’Eucaristia fa presente il sacrificio che sigilla la nuova alleanza di
Dio con gli uomini: gli sposi vi trovano il fondamento del loro patto coniugale e la possibilità di
rinnovarlo in un continuo impegno di reciproca e fedele donazione”.18 Per questo l’Eucaristia attraverso
l’intimità coniugale ha una presenza profetica ed evangelizzatrice nella vita degli sposi e attraverso
loro nel popolo di Dio e nell’umanità. “ In tal modo l’Eucaristia che unisce e edifica la Chiesa, si fa
vincolo e costruzione della famiglia cristiana, che è parte viva e cellula primaria della Chiesa stessa”.19
Cosi l’amplesso fisico che rinnova l’alleanza coniugale edifica la chiesa domestica rendendola più
aperta e permeabile all’azione dell’Eucaristia di cui è immagine profetica.
16
Giovanni Paolo II, La catechesi nel nostro tempo, 16.X. 1979, n.5
CEI, Evangelizzazione e matrimonio, n.30
18
Ivi, n.37
19
Ivi, n.37
17
8
10 - Lo Spirito Santo artefice e centro della santità degli sposi.
Lo Spirito Santo è l’artefice della trasformazione operata nel patto nuziale dal sacramento del
matrimonio. Cristo dall’alto della croce lo ha effuso sul mondo perché attiri tutti a se. Egli realizza
questa missione non solo personalmente, ma servendosi, in modo particolare, anche della dimensione
profetica del matrimonio.
Lo Spirito predilige quindi abitare attivamente nella coppia per condurla alla pienezza della
santità, in altre parole alla piena realizzazione dei doni ad essa elargiti attraverso la creazione e
l’azione salvifica di Cristo. La prima azione trasformante dello Spirito è diretta all’amore pienamente
umano, esclusivo e aperto alla vita degli sposi, “per purificarlo e santificarlo”.20 “Il Signore, infatti, si è
degnato di sanare ed elevare quest’amore con uno speciale dono di grazia e di carità”, imprimendo in
esso una partecipazione singolare alla dimensione profetica, sacerdotale e regale di Cristo e della sua
Chiesa.21 Quest’amore-fecondo, nucleo fondamentale della vita coniugale, racchiude nel suo esercizio
il dinamismo creatore e santificatore dello Spirito Santo, perciò “Il dono dello Spirito Santo è
comandamento di vita per gli sposi cristiani, ed insieme stimolante impulso affinché ogni giorno
progrediscano verso una più ricca unione tra loro a tutti i livelli -dei corpi, dei caratteri, dei cuori, delle
intelligenze, delle volontà, delle anime-, rivelando cosi alla chiesa ed al mondo la nuova comunione
d’amore, donata dalla grazia di Cristo”.22 La docilità all’azione dello Spirito Santo favorirà negli sposi
la realizzazione della sequela di Cristo, vale a dire della loro santità.
Raimondo Bardelli
20
21
22
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, n.56
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, n.50
Ivi, n.19,
9