HBV È stato richiesto il patrocinio di HIV Ministero della Giustizia Patologie virali croniche LA SALUTE Patologi NON CONOSCE CONFINI Campagna d’Informazione e Sensibilizzazione su HIV e altre patologie virali croniche negli Istituti Penitenziari Patologie virali croniche è un’iniziativa Contenuti e progetto grafico a cura di HIV Patologie vira HBV PREMESSA Iniziamo dalla… B È noto che vivere in un ambiente di comunità, come gli Istituti Penitenziari, espone a un maggior rischio di diffusione di malattie infettive. L’epatite B è una delle più importanti malattie che affliggono l’umanità e costituisce un grave problema sanitario a livello mondiale. In questo libretto ci occuperemo in particolare del rischio riferito a HIV e a tutte le altre patologie virali croniche. Forniremo inoltre alcune nozioni pratiche e di facile e pronta consultazione. “Prevenire è meglio che curare”, raccomanda un antico detto. Ma per prevenire bisogna informarsi! Infatti, la corretta informazione può proteggerci, oltre che dalle malattie, anche dal contagio di sciocche paure e di certi atteggiamenti negativi e spesso immotivati nei confronti di chi ci vive accanto. 02 HBV è la sigla di “Hepatitis B Virus”, ovvero “virus dell’epatite B”, un virus che provoca un’infezione che colpisce il fegato. In Europa, la percentuale di infezione è elevata soprattutto nelle regioni meridionali e orientali del continente, mentre risulta minore nelle regioni nord-occidentali; Secondo le stime più recenti, derivate soprattutto dall’Osservatorio Epidemiologico sull’Epatite B dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia i soggetti infetti da Epatite B sono circa 600.000. 600.000 INFETTI DA EPATITE B In tutto il mondo due miliardi di persone hanno acquisito un’infezione da virus B. Secondo alcune stime dell’OMS, 400 milioni di persone hanno contratto l’infezione e sviluppato un’epatite B cronica. Ogni anno si registrano da 10 a 30 milioni di nuove infezioni. 03 PREMESSA Iniziamo dalla… B È noto che vivere in un ambiente di comunità, come gli Istituti Penitenziari, espone a un maggior rischio di diffusione di malattie infettive. L’epatite B è una delle più importanti malattie che affliggono l’umanità e costituisce un grave problema sanitario a livello mondiale. In questo libretto ci occuperemo in particolare del rischio riferito a HIV e a tutte le altre patologie virali croniche. Forniremo inoltre alcune nozioni pratiche e di facile e pronta consultazione. “Prevenire è meglio che curare”, raccomanda un antico detto. Ma per prevenire bisogna informarsi! Infatti, la corretta informazione può proteggerci, oltre che dalle malattie, anche dal contagio di sciocche paure e di certi atteggiamenti negativi e spesso immotivati nei confronti di chi ci vive accanto. 02 HBV è la sigla di “Hepatitis B Virus”, ovvero “virus dell’epatite B”, un virus che provoca un’infezione che colpisce il fegato. In Europa, la percentuale di infezione è elevata soprattutto nelle regioni meridionali e orientali del continente, mentre risulta minore nelle regioni nord-occidentali; Secondo le stime più recenti, derivate soprattutto dall’Osservatorio Epidemiologico sull’Epatite B dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia i soggetti infetti da Epatite B sono circa 600.000. 600.000 INFETTI DA EPATITE B In tutto il mondo due miliardi di persone hanno acquisito un’infezione da virus B. Secondo alcune stime dell’OMS, 400 milioni di persone hanno contratto l’infezione e sviluppato un’epatite B cronica. Ogni anno si registrano da 10 a 30 milioni di nuove infezioni. 03 Quando l’Epatite giallo è un vero “giallo” L’infezione acuta da HBV presenta nella maggioranza dei pazienti sintomi molto lievi o del tutto assenti. Nel 40% circa dei soggetti cronicamente infetti da epatite B l’infezione non determina malattia o induce malattia solo dopo molti anni. Tali soggetti venivano in passato definiti portatori “sani”, a sottolineare che il virus è presente, ma la sua infezione è senza conseguenze cliniche. Nel rimanente 60% di soggetti cronicamente infetti dall’HBV l’infezione genera epatite cronica attiva. Se l’epatite cronica da HBV resta per anni del tutto asintomatica, il soggetto affetto non si accorge di aver contratto l’infezione e continua a stare bene. Infatti fintanto che almeno il 10% delle cellule epatiche sono indenni, l’organo è capace di mantenere le proprie funzioni fisiologiche. Quando però a causa dell’infezione il conseguente danno si aggrava, possono apparire gravi sintomi quali: • Facile affaticabilità • Febbre • Prurito • Nausea e vomito • Feci chiare • Urine rossastre 04 Il fegato, cos’è e cosa fa Il fegato occupa gran parte dell’addome. È la ghiandola più voluminosa e più pesante del corpo. Il fegato è inoltre un laboratorio infaticabile con numerose attività, essenziali per la vita dell’organismo. Le principali funzioni del fegato sono relative alla produzione di bile (ruolo digestivo) e al filtraggio del sangue. Il fegato riceve il sangue dall’intestino lo filtra e lo invia nuovamente a tutto il corpo: consente quindi di assorbire le sostanze utili ed eliminare quelle dannose. Svolge inoltre la funzione di immagazzinamento del colesterolo, del ferro e di numerose vitamine (soprattutto A, D, E, K e complesso B). Non aprite quella porta! Il nostro corpo è protetto da una barriera formidabile. Ci riferiamo alle difese costituite dalla superficie intatta della nostra pelle e dal sistema immunitario. Certe infezioni devono sperare in una riduzione delle difese immunitarie per poter penetrare nel nostro organismo. Ma se conduciamo una vita sana l’attacco dei virus è quasi una missione impossibile. Per molti virus, come quello dell’epatite B, è ancora più difficile entrare. L’infezione può infatti avvenire solo se… si apre una porta. Ovvero una ferita, anche molto piccola, che metta in contatto il virus direttamente con il nostro sangue. Le situazioni “a rischio” non sono molte, se le conosci le puoi evitare: • Rapporti sessuali a rischio, non protetti da preservativo. • Contatto con il sangue delle persone infette (ferite, trasfusioni). • Punture con aghi contaminati (siringhe, tatuaggi, piercing, agopuntura) • Da madre infetta al bambino (durante la gravidanza o il parto) Usa la testa, fai il Test Per scoprire se il virus dell’epatite B è entrato in contatto con il nostro organismo basta un semplicissimo esame del sangue per verificare i livelli delle cd transaminasi. Le transaminasi sono infatti degli enzimi contenuti nelle cellule del fegato, che sono “liberati” quando queste subiscono un danno, causando l’aumento dei loro livelli nel sangue. Nel caso in cui questi enzimi epatici risultino alterati, è quindi fondamentale trovare la causa. Per fare diagnosi di epatite correlata all’HBV, è necessario eseguire i marcatori di infezione (HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HbcAb) che permettono di capire se il danno epatico è dovuto ad un’infezione recente oppure cronica. Nel caso venga confermata la positività per l’infezione da HBV, viene eseguito l’HBV-DNA per valutare la replicazione del virus. 05 Quando l’Epatite giallo è un vero “giallo” L’infezione acuta da HBV presenta nella maggioranza dei pazienti sintomi molto lievi o del tutto assenti. Nel 40% circa dei soggetti cronicamente infetti da epatite B l’infezione non determina malattia o induce malattia solo dopo molti anni. Tali soggetti venivano in passato definiti portatori “sani”, a sottolineare che il virus è presente, ma la sua infezione è senza conseguenze cliniche. Nel rimanente 60% di soggetti cronicamente infetti dall’HBV l’infezione genera epatite cronica attiva. Se l’epatite cronica da HBV resta per anni del tutto asintomatica, il soggetto affetto non si accorge di aver contratto l’infezione e continua a stare bene. Infatti fintanto che almeno il 10% delle cellule epatiche sono indenni, l’organo è capace di mantenere le proprie funzioni fisiologiche. Quando però a causa dell’infezione il conseguente danno si aggrava, possono apparire gravi sintomi quali: • Facile affaticabilità • Febbre • Prurito • Nausea e vomito • Feci chiare • Urine rossastre 04 Il fegato, cos’è e cosa fa Il fegato occupa gran parte dell’addome. È la ghiandola più voluminosa e più pesante del corpo. Il fegato è inoltre un laboratorio infaticabile con numerose attività, essenziali per la vita dell’organismo. Le principali funzioni del fegato sono relative alla produzione di bile (ruolo digestivo) e al filtraggio del sangue. Il fegato riceve il sangue dall’intestino lo filtra e lo invia nuovamente a tutto il corpo: consente quindi di assorbire le sostanze utili ed eliminare quelle dannose. Svolge inoltre la funzione di immagazzinamento del colesterolo, del ferro e di numerose vitamine (soprattutto A, D, E, K e complesso B). Non aprite quella porta! Il nostro corpo è protetto da una barriera formidabile. Ci riferiamo alle difese costituite dalla superficie intatta della nostra pelle e dal sistema immunitario. Certe infezioni devono sperare in una riduzione delle difese immunitarie per poter penetrare nel nostro organismo. Ma se conduciamo una vita sana l’attacco dei virus è quasi una missione impossibile. Per molti virus, come quello dell’epatite B, è ancora più difficile entrare. L’infezione può infatti avvenire solo se… si apre una porta. Ovvero una ferita, anche molto piccola, che metta in contatto il virus direttamente con il nostro sangue. Le situazioni “a rischio” non sono molte, se le conosci le puoi evitare: • Rapporti sessuali a rischio, non protetti da preservativo. • Contatto con il sangue delle persone infette (ferite, trasfusioni). • Punture con aghi contaminati (siringhe, tatuaggi, piercing, agopuntura) • Da madre infetta al bambino (durante la gravidanza o il parto) Usa la testa, fai il Test Per scoprire se il virus dell’epatite B è entrato in contatto con il nostro organismo basta un semplicissimo esame del sangue per verificare i livelli delle cd transaminasi. Le transaminasi sono infatti degli enzimi contenuti nelle cellule del fegato, che sono “liberati” quando queste subiscono un danno, causando l’aumento dei loro livelli nel sangue. Nel caso in cui questi enzimi epatici risultino alterati, è quindi fondamentale trovare la causa. Per fare diagnosi di epatite correlata all’HBV, è necessario eseguire i marcatori di infezione (HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HbcAb) che permettono di capire se il danno epatico è dovuto ad un’infezione recente oppure cronica. Nel caso venga confermata la positività per l’infezione da HBV, viene eseguito l’HBV-DNA per valutare la replicazione del virus. 05 Soggetti per i quali è consigliato il test Come abbiamo visto, è importantissimo e molto semplice fare il test per l’HBV. I medici raccomandano di concentrare l’attenzione sui cosiddetti “soggetti a rischio” che comprendono soprattutto le persone che vivono in comunità. Possiamo riassumere le principali situazioni: 1 chi ha rapporti sessuali a rischio, non protetti da preservativo, L’igiene è sempre una faccenda “strettamente personale” Nell’ambito della vita di comunità, come gli istituti penitenziari, è particolarmente importante prevenire la trasmissione del virus attraverso materiale che può entrare in contatto con il sangue, in particolare: siringhe, rasoi, forbicine, spazzolini da denti. Anche le piccole ferite devo essere subito medicate e protette. con portatori di virus o con più partner 2 chi si sottopone a tatuaggi, piercing, agopuntura in ambienti di dubbia igiene 3 chi è entrato in contatto con sangue di altri (aghi, rasoi, spazzolino da denti) 4 chi vive nella stessa casa con un portatore del virus 5 chi vive o lavora in ambienti di comunità che espongono a contatti con sangue umano (per esempio: carceri, ospedali) 6 chi ha ricevuto trasfusioni prima del 1975 Comunque, niente paura! L’epatite B è comunque una malattia che si può prevenire o trattare efficacemente. Nel caso dell’infezione da HBV la vaccinazione rappresenta uno strumento estremamente efficace di prevenzione primaria, che nel nostro paese viene utilizzato in modo universale in epoca postnatale, ma anche in adulti a rischio non infetti. (a quei tempi l’HBV non si conosceva ancora così bene) 7 i tossicodipendenti 8 gli emofilici 9 chi proviene da aree dove l’epatite B è molto diffusa (Africa, Medio Oriente, Sud-Est Asiatico) 10 chi è nato da madre portatrice del virus 06 Nota: Dal 1982 è disponibile il vaccino anti-epatite B garantisce l'immunizzazione (che va accertata tramite il valore di anticorpi presenti nel sangue dopo almeno un mese dal completamento dello schema vaccinale). Lo schema di vaccinazione prevede tre dosi, con un possibile richiamo dopo 10 anni. In caso di infezione avvenuta, è fondamentale la diagnosi precoce. Ciò permette infatti di controllare l’eventuale progressione verso gradi più avanzati di malattia. Inoltre, evita la trasmissione inconsapevole della malattia alla popolazione sana. 07 Soggetti per i quali è consigliato il test Come abbiamo visto, è importantissimo e molto semplice fare il test per l’HBV. I medici raccomandano di concentrare l’attenzione sui cosiddetti “soggetti a rischio” che comprendono soprattutto le persone che vivono in comunità. Possiamo riassumere le principali situazioni: 1 chi ha rapporti sessuali a rischio, non protetti da preservativo, L’igiene è sempre una faccenda “strettamente personale” Nell’ambito della vita di comunità, come gli istituti penitenziari, è particolarmente importante prevenire la trasmissione del virus attraverso materiale che può entrare in contatto con il sangue, in particolare: siringhe, rasoi, forbicine, spazzolini da denti. Anche le piccole ferite devo essere subito medicate e protette. con portatori di virus o con più partner 2 chi si sottopone a tatuaggi, piercing, agopuntura in ambienti di dubbia igiene 3 chi è entrato in contatto con sangue di altri (aghi, rasoi, spazzolino da denti) 4 chi vive nella stessa casa con un portatore del virus 5 chi vive o lavora in ambienti di comunità che espongono a contatti con sangue umano (per esempio: carceri, ospedali) 6 chi ha ricevuto trasfusioni prima del 1975 Comunque, niente paura! L’epatite B è comunque una malattia che si può prevenire o trattare efficacemente. Nel caso dell’infezione da HBV la vaccinazione rappresenta uno strumento estremamente efficace di prevenzione primaria, che nel nostro paese viene utilizzato in modo universale in epoca postnatale, ma anche in adulti a rischio non infetti. (a quei tempi l’HBV non si conosceva ancora così bene) 7 i tossicodipendenti 8 gli emofilici 9 chi proviene da aree dove l’epatite B è molto diffusa (Africa, Medio Oriente, Sud-Est Asiatico) 10 chi è nato da madre portatrice del virus 06 Nota: Dal 1982 è disponibile il vaccino anti-epatite B garantisce l'immunizzazione (che va accertata tramite il valore di anticorpi presenti nel sangue dopo almeno un mese dal completamento dello schema vaccinale). Lo schema di vaccinazione prevede tre dosi, con un possibile richiamo dopo 10 anni. In caso di infezione avvenuta, è fondamentale la diagnosi precoce. Ciò permette infatti di controllare l’eventuale progressione verso gradi più avanzati di malattia. Inoltre, evita la trasmissione inconsapevole della malattia alla popolazione sana. 07 Facciamo attenzione all’HIV Il virus epatite B si diffonde in maniera similare a quello dell’AIDS (chiamato HIV): quindi per prevenire l’infezione occorre evitare che il virus entri in contatto con le mucose (occhi, bocca, organi genitali) o nel circolo sanguigno. È interessante notare che vi sono molte affinità tra i due tipi di virus. Ciò spiega anche il fatto per cui queste infezioni sono a volte presenti contemporaneamente: sappiamo infatti che l’HBV è presente in circa il 10% dei pazienti HIV positivi. HBV quasi come HIV 1) i due virus hanno lo stesso modo di replicarsi L’AIDS, il pericoloso nemico delle nostre difese immunitarie Il virus HIV attacca il sistema immunitario dell’organismo e lo priva della capacità di difendersi da altre malattie. Questa situazione viene definita come “immunodeficienza”. Facciamo un passo indietro per spiegare meglio cosa accade durante un’infezione “normale”. Se nel nostro organismo penetra un virus vengono immediatamente attivate tutte le difese naturali contro questa aggressione. Le difese consistono principalmente nella produzione di anticorpi adatti a respingere l’invasore. I risultati di questa battaglia possono essere: • il sistema immunitario riesce a sconfiggere gli aggressori e l’organismo non si ammala; • il microbo o il virus superano le difese immunitarie e, dopo un periodo più o meno lungo di “pace apparente”, si sviluppa la malattia; • il microbo o il virus non sono in grado di far ammalare l’organismo, ma rimangono presenti in esso. L’individuo non ha i sintomi dell’infezione ma è capace di trasmetterla ad altri (detto “portatore sano”). 2) la struttura dei due virus è per diversi aspetti simile 3) hanno tutti e due un’azione tumorale: l’HBV per il tumore del fegato, l’HIV per il linfoma (un tumore che colpisce il sistema immunitario) 4) hanno una via di trasmissione simile, ma l’HBV è un milione di volte più contagioso 08 E ora vediamo cosa accade nell’infezione da HIV. Una volta che il virus è entrato nell’organismo, il sistema immunitario produce anticorpi specifici anti-HIV che possono essere individuati nel sangue attraverso esami di laboratorio. Il virus può rimanere nell’organismo anche per anni senza produrre alcun sintomo di malattia. In questo caso l’individuo è un portatore “asintomatico”, ovvero non ha i sintomi della malattia. Poiché nel suo sangue possono comunque essere dimostrati gli anticorpi contro il virus si è nella condizione di “siero-positività”. Per fortuna solo una parte dei soggetti siero-positivi va incontro all’AIDS. In pratica l’organismo, privato delle sue naturali difese immunitarie, non è più in grado di difendersi da tumori e infezioni. 09 Facciamo attenzione all’HIV Il virus epatite B si diffonde in maniera similare a quello dell’AIDS (chiamato HIV): quindi per prevenire l’infezione occorre evitare che il virus entri in contatto con le mucose (occhi, bocca, organi genitali) o nel circolo sanguigno. È interessante notare che vi sono molte affinità tra i due tipi di virus. Ciò spiega anche il fatto per cui queste infezioni sono a volte presenti contemporaneamente: sappiamo infatti che l’HBV è presente in circa il 10% dei pazienti HIV positivi. HBV quasi come HIV 1) i due virus hanno lo stesso modo di replicarsi L’AIDS, il pericoloso nemico delle nostre difese immunitarie Il virus HIV attacca il sistema immunitario dell’organismo e lo priva della capacità di difendersi da altre malattie. Questa situazione viene definita come “immunodeficienza”. Facciamo un passo indietro per spiegare meglio cosa accade durante un’infezione “normale”. Se nel nostro organismo penetra un virus vengono immediatamente attivate tutte le difese naturali contro questa aggressione. Le difese consistono principalmente nella produzione di anticorpi adatti a respingere l’invasore. I risultati di questa battaglia possono essere: • il sistema immunitario riesce a sconfiggere gli aggressori e l’organismo non si ammala; • il microbo o il virus superano le difese immunitarie e, dopo un periodo più o meno lungo di “pace apparente”, si sviluppa la malattia; • il microbo o il virus non sono in grado di far ammalare l’organismo, ma rimangono presenti in esso. L’individuo non ha i sintomi dell’infezione ma è capace di trasmetterla ad altri (detto “portatore sano”). 2) la struttura dei due virus è per diversi aspetti simile 3) hanno tutti e due un’azione tumorale: l’HBV per il tumore del fegato, l’HIV per il linfoma (un tumore che colpisce il sistema immunitario) 4) hanno una via di trasmissione simile, ma l’HBV è un milione di volte più contagioso 08 E ora vediamo cosa accade nell’infezione da HIV. Una volta che il virus è entrato nell’organismo, il sistema immunitario produce anticorpi specifici anti-HIV che possono essere individuati nel sangue attraverso esami di laboratorio. Il virus può rimanere nell’organismo anche per anni senza produrre alcun sintomo di malattia. In questo caso l’individuo è un portatore “asintomatico”, ovvero non ha i sintomi della malattia. Poiché nel suo sangue possono comunque essere dimostrati gli anticorpi contro il virus si è nella condizione di “siero-positività”. Per fortuna solo una parte dei soggetti siero-positivi va incontro all’AIDS. In pratica l’organismo, privato delle sue naturali difese immunitarie, non è più in grado di difendersi da tumori e infezioni. 09 Come si contrae l’HIV e come si previene Il virus dell’AIDS può essere trasmesso da qualsiasi persona che ha contratto l’infezione, non solo quindi dai malati di AIDS ma anche dai “portatori” asintomatici. I principali veicoli dell’infezione sono: • sangue • sperma • secrezioni vaginali Il contagio avviene solo quando il virus penetra nel sangue di una persona non infetta. Il virus HIV è però un virus “debole”. Ha scarsa sopravvivenza fuori dall’organismo umano. Quindi non è così facile infettarsi… ciò avviene solo se ci si espone a una situazione di alto rischio, ovvero che preveda il contatto con il sangue o le secrezioni genitali di un individuo infetto. Sono pertanto particolarmente esposti al contagio HIV: • i tossicodipendenti • gli omosessuali • le persone con rapporti sessuali promiscui Le regole della prevenzione raccomandano quindi: • Evitare rapporti sessuali con partner occasionali o almeno usare misure di prevenzione che riducono il rischio • Evitare lo scambio di aghi e siringhe tra coloro che si iniettano droghe. Chi è siero-positivo deve: • informare il partner della propria condizione; • informare della siero-positività il personale sanitario che lo ha in cura; • sottoporsi a regolari controlli; • osservare con particolare rigore le norme igieniche; • evitare donazioni di sangue, organi e sperma. È bene comunque ribadire che il virus dell’AIDS non si trasmette con i comuni contatti sociali, di comunità, di famiglia e di lavoro. In particolare, il virus non si trasmette: • nell’aria • con contatti di pelle (stretta di mano), • tramite liquidi biologici o animali (punture di zanzare o altri insetti). 10 Riassumiamo - Identikit dell’HIV Cos’è L’AIDS è una malattia causata dal virus HIV e consiste nella diminuzione delle difese dell’organismo. Come si manifesta Possiamo riassumere in dieci situazioni: Può rimanere per anni senza alcun segno (ma si può ugualmente contagiare il partner) o manifestarsi con sintomi di diversa gravità. Come si trasmette • Rapporti sessuali a rischio, non protetti (vaginali, anali, oro-genitali) con persone infette. • Sangue: scambio di siringhe infette, strumenti per tatuaggi, piercing contaminati con sague infetto, uso in comune di oggetti che possono essere entrati a contatto con sangue infetto (rasoi, forbicine, spazzolini da denti). • Da madre infetta al bambino, durante la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno. Non si trasmette con strette di mano baci, abbracci, morsi, graffi, saliva, tosse, lacrime, sudore, urina, feci, piatti, bicchieri, posate, piscine, palestre, saune… Come si scopre Il test per la ricerca degli anticorpi per HIV può rimanere negativo per mesi, dopo essersi infettati, perciò è bene ripeterlo, fino a 6 mesi dopo il rapporto a rischio. Come si cura Negli ultimi 15 anni la terapia contro l’HIV con i cosiddetti farmaci “antiretrovirali” ha ottenuto notevoli successi. Sino alla fine degli anni ’90 la sopravvivenza del paziente, dal momento dell’esposizione al virus, non superava gli 8-10 anni. Oggi le terapie, oltre a migliorare la qualità di vita dei pazienti, hanno diminuito i casi di sviluppo di AIDS e raddoppiato la sopravvivenza che si è attestata intorno a una media di 20-25 anni. 11 Come si contrae l’HIV e come si previene Il virus dell’AIDS può essere trasmesso da qualsiasi persona che ha contratto l’infezione, non solo quindi dai malati di AIDS ma anche dai “portatori” asintomatici. I principali veicoli dell’infezione sono: • sangue • sperma • secrezioni vaginali Il contagio avviene solo quando il virus penetra nel sangue di una persona non infetta. Il virus HIV è però un virus “debole”. Ha scarsa sopravvivenza fuori dall’organismo umano. Quindi non è così facile infettarsi… ciò avviene solo se ci si espone a una situazione di alto rischio, ovvero che preveda il contatto con il sangue o le secrezioni genitali di un individuo infetto. Sono pertanto particolarmente esposti al contagio HIV: • i tossicodipendenti • gli omosessuali • le persone con rapporti sessuali promiscui Le regole della prevenzione raccomandano quindi: • Evitare rapporti sessuali con partner occasionali o almeno usare misure di prevenzione che riducono il rischio • Evitare lo scambio di aghi e siringhe tra coloro che si iniettano droghe. Chi è siero-positivo deve: • informare il partner della propria condizione; • informare della siero-positività il personale sanitario che lo ha in cura; • sottoporsi a regolari controlli; • osservare con particolare rigore le norme igieniche; • evitare donazioni di sangue, organi e sperma. È bene comunque ribadire che il virus dell’AIDS non si trasmette con i comuni contatti sociali, di comunità, di famiglia e di lavoro. In particolare, il virus non si trasmette: • nell’aria • con contatti di pelle (stretta di mano), • tramite liquidi biologici o animali (punture di zanzare o altri insetti). 10 Riassumiamo - Identikit dell’HIV Cos’è L’AIDS è una malattia causata dal virus HIV e consiste nella diminuzione delle difese dell’organismo. Come si manifesta Possiamo riassumere in dieci situazioni: Può rimanere per anni senza alcun segno (ma si può ugualmente contagiare il partner) o manifestarsi con sintomi di diversa gravità. Come si trasmette • Rapporti sessuali a rischio, non protetti (vaginali, anali, oro-genitali) con persone infette. • Sangue: scambio di siringhe infette, strumenti per tatuaggi, piercing contaminati con sague infetto, uso in comune di oggetti che possono essere entrati a contatto con sangue infetto (rasoi, forbicine, spazzolini da denti). • Da madre infetta al bambino, durante la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno. Non si trasmette con strette di mano baci, abbracci, morsi, graffi, saliva, tosse, lacrime, sudore, urina, feci, piatti, bicchieri, posate, piscine, palestre, saune… Come si scopre Il test per la ricerca degli anticorpi per HIV può rimanere negativo per mesi, dopo essersi infettati, perciò è bene ripeterlo, fino a 6 mesi dopo il rapporto a rischio. Come si cura Negli ultimi 15 anni la terapia contro l’HIV con i cosiddetti farmaci “antiretrovirali” ha ottenuto notevoli successi. Sino alla fine degli anni ’90 la sopravvivenza del paziente, dal momento dell’esposizione al virus, non superava gli 8-10 anni. Oggi le terapie, oltre a migliorare la qualità di vita dei pazienti, hanno diminuito i casi di sviluppo di AIDS e raddoppiato la sopravvivenza che si è attestata intorno a una media di 20-25 anni. 11 HBV È stato richiesto il patrocinio di HIV Ministero della Giustizia Patologie virali croniche LA SALUTE Patologi NON CONOSCE CONFINI Campagna d’Informazione e Sensibilizzazione su HIV e altre patologie virali croniche negli Istituti Penitenziari Patologie virali croniche è un’iniziativa Contenuti e progetto grafico a cura di HIV Patologie vira HBV