“APOSTOLI DELLA REGINA
DELLA PACE”
Nel Cenacolo
con Maria..
Sommario
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Canto di apertura: LA PREGHIERA
DI GESU’ E’ LA NOSTRA
Rosario meditato
MESSAGGIO DEL MESE
Meditazione
Consacrazione alla Madonna
Canto allo Spirito Santo
Letture della domenica
Lo Spirito parla al cuore
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Catechesi del tempo…
Liturgia delle ore…Vespri o Compieta
Canto
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Preghiera a Maria prima di dormire
Canto di chiusura: HO
LOTTATO TANTO
Propositi settimanali
Appuntamento successivo
La preghiera di Gesù è la nostra (canto)
Dove due o tre sono uniti nel mio nome,
io sarò con loro, pregherò con loro,
amerò con loro perché il mondo venga a te,
o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.
Voi che siete luce della terra, miei amici,
risplendete sempre della vera luce,
perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi,
o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.
Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno
se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri,
perché voi vedrete Dio che è Padre,
in lui la vostra vita gioia piena sarà.
Voi che ora siete miei discepoli nel mondo,
siete testimoni di un amore immenso,
date prova della speranza che è in voi, coraggio,
vi guiderò per sempre: io rimango con voi.
Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi,
donale fortezza, fa' che sia fedele
come Cristo che muore e risorge,
perché il Regno del Padre
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui,
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.
Consacrazione alla Madonna
Consapevole della mia vocazione cristiana io rinnovo oggi nelle Tue mani, o Maria, gli impegni del mio Battesimo.
Rinuncio a satana, alle sue seduzioni, alle sue opere e mi consacro a Gesù Cristo per portare con Lui la mia croce
nella fedeltà di ogni giorno alla volontà del Padre. Alla presenza di tutta la Chiesa Ti riconosco per mia Madre e
Sovrana. A Te offro e consacro la mia persona, la mia vita e il valore della mie buone opere passate, presenti e
future. Disponi di me e di quanto mi appartiene alla maggior gloria di Dio, nel tempo e nell’eternità. Amen
Consacrarsi a Maria è guardare a Lei come al modello da imitare nella fedeltà a Gesù.
Ella stessa ci incoraggia: fate tutto quello che Egli vi dirà !
La Consacrazione è accogliere Maria nella nostra vita:..allora non saremo più soli!
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Sacro Cuore di Gesù, Immacolato Cuore di Maria, Castissimo Cuore di San Giuseppe, io vi consacro in questo
giorno (o notte), la mia mente, le mie parole, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima affinché si compia attraverso
di me in questo giorno (o notte) la Vostra Santa Volontà. Amen
Preghiera a Maria Santissima prima del riposo notturno
“O Vergine, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l’ora del riposo: non abbandonarmi !
Metti la tua mano sui miei occhi
Come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L’anima mia è stanca di affanni e di tristezze,
la fatica che mi attende è qui a me vicina.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta il mio pensiero.
Dolce sarà il mio riposo,
se benedetto da te.
Perché domani il tuo povero figlio
Si desti più forte
E riprenda allegramente
Il peso del nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore. Lui solo vegli sempre
e Ridica al suo Dio Un amore eterno
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Messaggio del 2 marzo 2011 (a Mirjana)
“Cari figli, il mio Cuore materno soffre grandemente mentre guardo i miei figli che ostinatamente mettono ciò che è
umano davanti a ciò che è Divino, i miei figli che, nonostante tutto ciò che li circonda e nonostante tutti i segni che
vengono loro inviati, pensano di poter camminare senza mio Figlio. Non possono! Camminano verso la perdizione
eterna. Perciò raduno voi che siete disposti ad aprirmi il vostro cuore, che siete disposti ad essere apostoli del mio
amore, perché mi aiutiate, perché vivendo l’amore di Dio siate un esempio per coloro che non lo conoscono. Che il
digiuno e la preghiera vi diano forza in questo ed io vi benedico con la benedizione materna nel Nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo. Vi ringrazio.”
Messaggio del 25 febbraio 2011
“Cari figli, la natura si risveglia e sugli alberi si vedono le prime gemme che porteranno un bellissimo fiore e frutto.
Desidero che anche voi, figlioli, lavoriate sulla vostra conversione e che siate coloro che testimoniano con la propria
vita, così che il vostro esempio sia il segno e l’esortazione alla conversione per gli altri. Io sono con voi e davanti a
mio Figlio Gesù intercedo per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”. Giov. Paolo II
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Giuseppe, sposo della Vergine Madre di Dio,
Insegnaci un gran rispetto per il dono della vita.
insegnaci incessantemente tutta la verità divina e tutta
Insegnaci ad adorare profondamente il Creatore, padre
la dignità umana contenute nella vocazione di sposi e
e datore della vita.
di genitori!
San Giuseppe, patrono del lavoro umano, aiutaci in
San Giuseppe, ottienici da Dio, che cooperiamo, con
ogni lavoro che è vocazione dell’uomo sulla terra.
costanza, con la grazia del grande sacramento nel
Insegnaci a risolvere i difficili problemi collegati col
quale uomo e donna si promettono reciprocamente
lavoro nella vita delle generazioni, a cominciare dai
l’amore, la fedeltà e l’onestà coniugale, fino alla
giovani, e nella vita delle società.
morte!
San Giuseppe, protettore della Chiesa preghiamo Dio
San Giuseppe, uomo giusto, insegnaci l’amore
con queste parole:
responsabile verso coloro che Dio ci affida in modo
“O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi
particolare: l’amore tra i coniugi, l’amore tra i genitori
della nostra redenzione alla custodia premurosa di san
e coloro ai quali i genitori danno la vita!
Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua
Insegnaci la responsabilità verso ogni vita, dal primo
Chiesa di cooperare fedelmente al compimento
momento del concepimento, fino all’ultimo istante su
dell’opera di salvezza”.
questa terra.
Preghiera per i sacerdoti ISPIRATA DAL SIGNORE
Signore Gesù, santifica tutti i Sacerdoti per i meriti della tua Santa Passione, perché possano essere la tua vera
immagine pura e santa nel mondo. Signore Gesù, per l'amarezza che hai provato per il bacio di Giuda traditore, fa' che
ritornino alla Grazia santificante tutti i Sacerdoti che furono infedeli alla loro vocazione e continuano ostinati nei
peccati del mondo. Te lo chiediamo per l'intercessione del Cuore Immacolato di Maria e del Cuore Castissimo di San
Giuseppe.
Eterno Padre, offriamo il Santo Volto del Tuo Figlio Gesù per le mani di Maria con l'intero generoso olocausto di tutti
noi stessi in riparazione di tanti peccati che si commettono, specialmente delle offese al SS. Sacramento dell'Altare. Te
lo offriamo in modo particolare perché i Sacerdoti mostrino al mondo con la santità della vita, l'adorabile fisionomia
del Divin Volto, irradiando la luce della verità e dell'amore per il trionfo della Chiesa e la propagazione del Regno.
O Gesù il tuo Cuore è dolce ed amabile sorgente donde scaturisce ogni bontà e misericordia, traboccante d’Amore.
Immergi l’Anima di tutti i Tuoi ministri nel Tuo sangue preziosissimo, affinché s’immolino con lo stesso Amore con
cui Tu sei morto e risorto, per salvare le anime. Amen 3 Ave Maria
I DOMENICA DI QUARESIMA
Prima Lettura Gn 2, 7-9; 3, 1-7
La creazione dei progenitori e il loro peccato.
Dal libro della Gènesi
Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un
essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece
germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al
giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha
detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del
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giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete
mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto!
Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene
e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza;
prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si
aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Seconda Lettura Rm 5, 12-19 (forma breve: Rm 5, 12.17-19)
Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
[ Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli
uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.... ]
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la
Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della
trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di
Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del
dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il
dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. [ Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha
regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della
giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di
uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo
tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. ]
Vangelo Mt 4, 1-11
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta
giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che
queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che
esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio,
gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il
tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio
tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse:
«Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta
scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL'ANGELUS, 06.03.2011
Cari fratelli e sorelle!
Il Vangelo di questa domenica presenta la conclusione del “Discorso della montagna”, dove il Signore Gesù,
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attraverso la parabola delle due case costruite una sulla roccia e l’altra sulla sabbia, invita i discepoli ad ascoltare le
sue parole e a metterle in pratica (cfr Mt 7,24).
In questo modo Egli colloca il discepolo e il suo cammino di fede nell’orizzonte dell’Alleanza, costituita dalla
relazione che Dio intesse con l’uomo, attraverso il dono della sua Parola, entrando in comunicazione con noi. Il
Concilio Vaticano II afferma: “Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene
con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con Sé”. (Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 2). “In
questa visione ogni uomo appare come il destinatario della Parola, interpellato e chiamato ad entrare in tale dialogo
d’amore con una risposta libera” (Esort. Ap. postsin. Verbum Domini, 22). Gesù è la Parola vivente di Dio. Quando
insegnava, la gente riconosceva nelle sue parole la stessa autorità divina, sentiva la vicinanza del Signore, il suo amore
misericordioso, e rendeva lode a Dio.
In ogni epoca e in ogni luogo, chi ha la grazia di conoscere Gesù, specialmente attraverso la lettura del santo
Vangelo, ne rimane affascinato, riconoscendo che nella sua predicazione, nei suoi gesti, nella sua Persona Egli ci
rivela il vero volto di Dio, e al tempo stesso rivela noi a noi stessi, ci fa sentire la gioia di essere figli del Padre che è
nei cieli, indicandoci la base solida su cui edificare la nostra vita.
Ma spesso l’uomo non costruisce il suo agire, la sua esistenza, su questa identità, e preferisce le sabbie delle
ideologie, del potere, del successo e del denaro, pensando di trovarvi stabilità e la risposta alla insopprimibile
domanda di felicità e di pienezza che porta nella propria anima. E noi, su che cosa vogliamo costruire la nostra vita?
Chi può rispondere veramente all’inquietudine del nostro cuore? Cristo è la roccia della nostra vita! Egli è la Parola
eterna e definitiva che non fa temere ogni sorta di avversità, ogni difficoltà, ogni disagio (cfr Verbum Domini, 10).
Possa la Parola di Dio permeare tutta la nostra vita, pensiero e azione, così come proclama la prima lettura della
Liturgia odierna tratta dal Libro del Deuteronomio: “Porrete dunque nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le
legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi” (11,18). Cari fratelli, vi esorto a fare
spazio, ogni giorno, alla Parola di Dio, a nutrirvi di essa, a meditarla continuamente. È un prezioso aiuto anche per
mettersi al riparo da un attivismo superficiale, che può soddisfare per un momento l’orgoglio, ma che, alla fine, lascia
vuoti e insoddisfatti.
Invochiamo l’aiuto della Vergine Maria la cui esistenza è stata segnata dalla fedeltà alla Parola di Dio. La
contempliamo nell’Annunciazione, ai piedi della Croce e, ora, partecipe della gloria del Cristo Risorto. Come Lei,
vogliamo rinnovare il nostro “sì” e affidare con fiducia a Dio il nostro cammino.
APPELLO
Seguo continuamente e con grande apprensione le tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi Paesi
dell’Africa e dell’Asia.
Chiedo al Signore Gesù che il commovente sacrificio della vita del Ministro pakistano Shahbaz Bhatti svegli
nelle coscienze il coraggio e l’impegno a tutelare la libertà religiosa di tutti gli uomini e, in tal modo, a
promuovere la loro uguale dignità.
Il mio accorato pensiero si dirige poi alla Libia, dove i recenti scontri hanno provocato numerose morti e una
crescente crisi umanitaria. A tutte le vittime e a coloro che si trovano in situazioni angosciose assicuro la mia
preghiera e la mia vicinanza, mentre invoco assistenza e soccorso per le popolazioni colpite.
Ecco il nuovo libro di Benedetto XVI: "Gesù? Non era un rivoluzionario"
di Andrea Tornielli (10/03/11)
Il nuovo libro di Ratzinger affronta l'ultima settimana della vita terrena di Gesù. Ecco alcuni passaggi del volume che
il Giornale ha letto in anteprima
«Di fatto, l'annuncio apostolico col suo entusiasmo e con la sua audacia è impensabile senza un contatto reale dei
testimoni con il fenomeno totalmente nuovo ed inaspettato che li toccava dall'esterno e consisteva nel manifestarsi e
nel parlare del Cristo risorto. Solo un avvenimento reale di una qualità radicalmente nuova era in grado di rendere
possibile l'annuncio apostolico, che non è spiegabile con speculazioni o esperienze interiori, mistiche».
Con queste parole Benedetto XVI, nel secondo volume dedicato alla figura del Nazareno (Gesù di Nazaret.
Dall'ingresso a Gerusalemme alla resurrezione, Libreria Editrice Vaticana, 348 pp., 20 euro, in vendita da oggi),
spiega il «Big Bang» che sta all'origine del cristianesimo nel capitolo dedicato alla resurrezione. Senza un evento
«reale», dunque veramente accaduto, e «radicalmente nuovo» - afferma il Papa - non si riescono a comprendere e
giustificare i primi passi della fede cristiana. Il nuovo libro di Ratzinger, che non è un atto di magistero, ma il
contributo di uno studioso appassionato della figura di Cristo, affronta l'ultima settimana della vita terrena del
Nazareno e i drammatici eventi della sua cattura e crocifissione fino all'epilogo della resurrezione. Questi alcuni
passaggi salienti del volume che il Giornale ha letto in anteprima.
Gesù non è un rivoluzionario politico
«Si è calmata - scrive il Papa - l'onda delle teologie della rivoluzione che, in base ad un Gesù interpretato come zelota,
avevano cercato di legittimare la violenza come mezzo per instaurare un mondo migliore - il "Regno". I risultati
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terribili di una violenza motivata religiosamente stanno in modo troppo drastico davanti agli occhi di tutti noi. La
violenza non instaura il regno di Dio, il regno dell'umanesimo. È, al contrario, uno strumento preferito dall'anticristo per quanto possa essere motivata in chiave religioso-idealistica. Non serve all'umanesimo, bensì alla disumanità [...].
Gesù non viene come distruttore; non viene con la spada del rivoluzionario. Viene col dono della guarigione».
La Chiesa non si preoccupa di convertire gli ebrei
Il Papa cita Hildegard Brem, il quale, commentando un passo di Paolo, afferma: «La Chiesa non deve preoccuparsi
della conversione dei Giudei, perché occorre aspettare il momento stabilito da Dio "quando la totalità dei gentili avrà
raggiunto la salvezza" (Rm 11,25). Al contrario, i Giudei sono essi stessi una predica vivente, alla quale la Chiesa
deve rimandare, perché richiamano alla mente la passione di Cristo»... «Nel frattempo Israele - scrive Ratzinger conserva la propria missione. Sta nelle mani di Dio, che al tempo giusto lo salverà "interamente", quando il numero
dei pagani sarà completo».
Le persecuzioni dei cristiani
«Un elemento importante del discorso escatologico di Gesù è l'accenno alle future persecuzioni dei suoi. Anche qui è
presupposto il tempo dei pagani, perché il Signore non dice soltanto che i suoi discepoli verranno consegnati a
tribunali ed a sinagoghe, ma che verranno portati anche davanti a governatori e re (cfr Mc 13,9): l'annuncio del
Vangelo starà sempre sotto il segno della croce - è ciò che i discepoli di Gesù in ogni generazione devono imparare
nuovamente. La croce è e resta il segno del "Figlio dell'uomo": la verità e l'amore, nella lotta contro la menzogna e la
violenza, non hanno altra arma, in fin dei conti, che la testimonianza della sofferenza»
I fatti del Vangelo sono accaduti davvero
«Il messaggio neotestamentario non è soltanto un'idea; per esso è determinante proprio l'essere accaduto nella storia
reale di questo mondo: la fede biblica non racconta storie come simboli di verità meta-storiche, ma si fonda sulla
storia che è accaduta sulla superficie di questa terra».
L'eucaristia non potevano inventarsela
«L'idea del formarsi dell'Eucaristia nell'ambito della "comunità" è anche dal punto di vista storico assolutamente
assurda. Chi avrebbe potuto permettersi di concepire un tale pensiero, di creare una tale realtà? Come avrebbe potuto
essere che i primi cristiani - evidentemente già negli anni 30 - accettassero una simile invenzione senza fare obiezioni?
[...] Solo dalla peculiarità della coscienza personale di Gesù poteva nascere questo».
Il male del mondo
«Dio non può semplicemente ignorare tutta la disobbedienza degli uomini, tutto il male della storia, non può trattarlo
come cosa irrilevante ed insignificante. Una tale specie di "misericordia"», di "perdono incondizionato" sarebbe quella
"grazia a buon mercato", contro la quale Dietrich Bonhoeffer, di fronte all'abisso del male del suo tempo, si è a
ragione pronunciato. L'ingiustizia, il male come realtà non può semplicemente essere ignorato, lasciato stare. Deve
essere smaltito, vinto. Solo questa è la vera misericordia. E che ora, poiché gli uomini non ne sono in grado, lo faccia
Dio stesso - questa è la bontà "incondizionata" di Dio, una bontà che non può mai essere in contraddizione con la
verità e la connessa giustizia.
Gesù separa fede e politica
«Gesù, nel suo annuncio e con tutto il suo operare, aveva inaugurato un regno non politico del Messia e aveva
cominciato a staccare l'una dall'altra le due realtà, fino ad allora inscindibili. Ma questa separazione di politica e fede,
di popolo di Dio e politica, appartenente all'essenza del suo messaggio, era possibile, in definitiva, solo attraverso la
croce: solo attraverso la perdita veramente assoluta di ogni potere esteriore, attraverso lo spogliamento radicale della
croce, la novità diventava realtà. [...] Ma proprio così, nella totale mancanza di potere, Egli è potente, e solo così la
verità diviene sempre nuovamente una potenza».
Il sapere scientifico non ci fa conoscere la verità
«Nella grandiosa matematica della creazione, che oggi possiamo leggere nel codice genetico dell'uomo, percepiamo il
linguaggio di Dio. Ma purtroppo non il linguaggio intero. La verità funzionale sull'uomo è diventata visibile. Ma la
verità su lui stesso - su chi egli sia, di dove venga, per quale scopo esista, che cosa sia il bene o il male - quella,
purtroppo, non si può leggere in tal modo. Con la crescente conoscenza della verità funzionale sembra piuttosto andare
di pari passo una crescente cecità per "la verità" stessa - per la domanda su ciò che è la nostra vera realtà e ciò che è il
nostro vero scopo».
Ponzio Pilato e la giustizia
«Pilato conosceva la verità di cui si trattava in questo caso e sapeva quindi che cosa la giustizia richiedeva da lui. Ma
alla fine vinse in lui l'interpretazione pragmatica del diritto: più importante della verità del caso è la forza pacificante
del diritto, questo fu forse il suo pensiero e così si giustificò davanti a se stesso. Un'assoluzione dell'innocente poteva
recare danno non solo a lui personalmente - il timore per questo fu certamente un motivo determinante per il suo agire
-, ma poteva anche provocare ulteriori dispiaceri e disordini che, proprio nei giorni della Pasqua, erano da evitare. La
pace fu in questo caso per lui più importante della giustizia»
Il buon ladrone
«Così nella storia della devozione cristiana il buon ladrone è diventato l'immagine della speranza - la certezza
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consolante che la misericordia di Dio può raggiungerci anche nell'ultimo istante; la certezza, anzi, che dopo una vita
sbagliata, la preghiera che implora la sua bontà non è vana. "Tu che hai esaudito il ladrone anche a me hai dato
speranza", prega ad esempio anche il Dies irae».
La Sindone, una reliquia
«È importante la notizia secondo cui Giuseppe comprò un lenzuolo in cui avvolse il defunto. Mentre i sinottici parlano
semplicemente di un lenzuolo al singolare, Giovanni usa il plurale "teli" di lino secondo l'usanza giudaica nelle
sepolture - il racconto della risurrezione ritorna su questo ancora più dettagliatamente. La questione circa la
concordanza con la sindone di Torino non deve qui occuparci; in ogni caso, l'aspetto di tale reliquia è in linea di
massima conciliabile con ambedue i rapporti».
La resurrezione
«La fede cristiana sta o cade con la verità della testimonianza secondo cui Cristo è risorto dai morti. Se si toglie
questo, si può, certo, raccogliere dalla tradizione cristiana ancora una serie di idee degne di nota su Dio e sull'uomo,
sull'essere dell'uomo e sul suo dover essere - una sorta di concezione religiosa del mondo -, ma la fede cristiana è
morta. Gesù in tal caso è una personalità religiosa fallita».
Le donne nella Chiesa
«Come già sotto la croce - a prescindere da Giovanni - si erano ritrovate soltanto donne, così era a loro destinato anche
il primo incontro con il Risorto. La Chiesa, nella sua struttura giuridica, è fondata su Pietro e gli Undici, ma nella
forma concreta della vita ecclesiale sono sempre di nuovo le donne ad aprire la porta al Signore, ad accompagnarlo fin
sotto la croce e a poterlo così incontrare anche quale Risorto».
Il metodo di Dio
«È proprio del mistero di Dio agire in modo sommesso. Solo pian piano Egli costruisce nella grande storia
dell'umanità la sua storia. Diventa uomo ma in modo da poter essere ignorato dai contemporanei, dalle forze
autorevoli della storia. Patisce e muore e, come Risorto, vuole arrivare all'umanità soltanto attraverso la fede dei suoi
ai quali si manifesta. Di continuo Egli bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci
rende capaci di "vedere". E tuttavia - non è forse proprio questo lo stile divino? Non sopraffare con la potenza
esteriore, ma dare libertà, donare e suscitare amore. E ciò che apparentemente è così piccolo non è forse - pensandoci
bene - la cosa veramente grande?»
Il Papa prega per le vittime dello tsunami abbattutosi sul Giappone
da Zenit (11/03/11)
Si parla di oltre 1.000 vittime dopo il terremoto nel Paese asiatico
ROMA, venerdì, 11 marzo 2011 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha espresso cordoglio e vicinanza nella preghiera per
tutti coloro rimasti coinvolti nel violento terremoto e nel successivo tsunami che questo venerdì ha devastato il
Giappone, provocando per il momento oltre 1.000 morti.
Un terremoto di magnitudo 7.9 (con una seconda scossa di 8.8) ed epicentro in mare, a circa 400 km a nord-est di
Tokyo, ha infatti colpito intorno alle 15 ora locale il Paese - situato nel cosiddetto “Anello di fuoco”, un arco di zone
vulcaniche lungo la costa del Pacifico, dove si produce il 90% dei terremoti del pianeta -, scuotendo per diversi minuti
le costruzioni.
Il sisma ha poi provocato uno tsunami con onde alte fino a 10 metri, che hanno investito terreni agricoli, case, raccolti,
trascinando barche e auto e provocando incendi.
In un telegramma a firma del Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone indirizzato a mons. Leo Jun Ikenaga,
Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Giappone, si legge: “Profondamente addolorato per gli
improvvisi e tragici effetti del gigantesco terremoto e del successivo tsunami che hanno colpito le regioni costiere del
nord-est del Giappone, Sua Santità il Papa Benedetto XVI assicura a tutte le vittime la sua vicinanza in questo
momento di difficoltà”.
“Prega per tutti coloro che sono morti – continua il telegramma –, e sulle loro famiglie e sui loro amici in lutto invoca
benedizioni divine di forza e consolazione. Il Santo Padre esprime inoltre la sua solidarietà orante per tutti coloro
impegnati nelle operazioni di salvataggio e che offrono sollievo e sostegno alle vittime di questo disastro”.
Nel frattempo sono stati lanciati allarmi tsunami per l'intero bacino del Pacifico, a eccezione del territorio continentale
di Usa e Canada.
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