Brexit, lo choc dei savonesi a Londra

IL SECOLO XIX
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SABATO 25 GIUGNO 2016
SAVONA
I fagiolini dai cento nomi
Molteplici i nomi attribuiti ai fagiolini, fra cui cornetti, tegoline e fagioli mangiatutto, diversi nelle varie regioni. Nonostante siano legumi, i fagiolini avrebbero tutte le caratteristiche per essere considerati “semplici” ortaggi: a differenza di
piselli, fagioli, fave, dei fagiolini si mangia tutto il baccello.
Piante
e fiori
L’ESITO DEL REFERENDUM SULL’USCITA DEL REGNO UNITO DALLA UE PREOCCUPA ANCHE GLI EMIGRATI LIGURI
Brexit, lo choc dei savonesi a Londra
Lucio Guerra, architetto cairese: «Siamo andati a dormire europei, al risveglio eravamo fuori»
GIOVANNI VACCARO
«ALLA SERA siamo andati a
dormire da europei, al mattino ci siamo risvegliati in un
Paese tornato ad essere
un’isolastaccatadall’Europa».
Lo choc degli italiani che vivonoelavoranoinGranBretagna è ben simboleggiato dalle
parole di Lucio Guerra, architetto cairese di origine varazzina che da 14 anni abita a
Londra, dove è socio e chief
operating officer del grande
studio di architettura “Design
International”, partner di un
gruppo canadese nato negli
anni Sessanta che ha sedi anche a Milano e Shanghai, con
un centinaio di professionisti
di tutte le nazionalità. Anche
un tecnico che ha operato in
tutto il mondo, sposato con
Anna, manager spagnola che
come lui lavora nei cinque
continenti, resta stranito
quando scopre che la sua seconda patria ha cambiato
bandiera nel giro di una notte.
«Siamo rimasti esterrefatti,
non ci aspettavano che alla fine vincessero i sostenitori
dell’uscita dall’Europa – spiega Guerra -. E non ne siamo
certo entusiasti: mi era semprepiaciutalapoliticainglese,
ora un po’ meno. Credo sia
sbagliato concettualmente
fare un referendum del genere in questo momento, forse
anche il primo ministro Cameron non si aspettava questo esito quando promise la
consultazione. Di certo è stato
un voto condizionato dall’insicurezza, i sostenitori della
Brexit hanno spinto a un voto
contro l’establishment puntando sulle aree più depresse,
anche con motivazioni banali.
Inoltre in pratica il futuro del
Paese è stato deciso dai pensionati, la maggiore percentuale di voti favorevoli all’uscita, che così hanno condi-
zionato quello dei giovani. Gli
universitari e le fasce di maggiore cultura e informazione
erano schierate per il “remain”. Certo, questa situazione fa anche riflettere sugli errori commessi dalle istituzioni europee».
Adesso si apre un periodo di
forte incertezza per i tanti savonesi e liguri che vivono Oltremanica. «Nei prossimi mesi - continua l’architetto - bisognerà capire quali ripercussioni ci saranno sui contratti
di lavoro e la tassazione di chi
è venuto a Londra da tutte le
parti d’Europa. Un rammarico
è che milioni di europei che lavorano qui da anni, contribuendo con le tasse all’economia del Paese, non hanno po-
tuto dire come la pensavano.
Tecnicamente non è possibile,
ma mi avrebbe fatto piacere
poter esprimere la mia opinione».
Anche la mamma, varazzina,cheèappenatornatainItalia dal Regno Unito, si interroga sul futuro, cercando di
sdrammatizzare: «La prossima volta che tornerò dai miei
nipotini, forse li dovrò considerare
extracomunitari?».
«Nel breve termine ci saranno
ripercussioni negative sui bilanci delle famiglie – prosegue Guerra -. Per fortuna il
passaggio non sarà immediato, bisogna vedere nei prossimi due anni come si muoveranno le diplomazie».
PAROLE AMARE
Siamo rimasti
esterrefatti, non ci
aspettavamo che
vincesse il no all’Ue
LUCIO GUERRA
architetto trapiantato a Londra
Strade affollate ieri mattina a Londra dopo l’esito del voto
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AP
LE REAZIONI DI ALTRI DUE SAVONESI IN TERRA D’ALBIONE
Davide e Leonora: «Noi giovani penalizzati»
Pastorino, socio in tre locali: «Sono molto preoccupato». La broker Siccardi: «Pensiamo al futuro»
NON SONO solo gli inglesi a
temere per le conseguenza
economiche dell’uscita dall’Europa, sancita dall’esito
del referendum Brexit. A
dormire sonni per nulla
tranquillidaieriancheitanti
italiani che vivono e lavorano in Gran Bretagna. Fra
questi ci sono anche molti
savonesi.
Davide Pastorino, imprenditore varazzino di 33
anni, da sette lavora nella City. Da una semplice caffetteria, la Fleet Street Press, è arrivato a creare, in società con
il londinese Andy Wells, il
brand «Press Coffee&Co»,
che comprende tre locali e
un quarto in cantiere e fa
concorrenza alle grandi catene della metropoli.
Davide Pastorino
Leonora Siccardi
«Considerandochequasiil
70%dellaCityhavotatoperil
“remain” e che, visti i sondaggi precedenti, nessuno si
aspettava un simile esito, è
normale che a Londra ci sia
uno stato di grande delusione e preoccupazione», racconta Davide. «Quello che fa
rabbia è che siano stati soprattutto gli anziani nostalgici a decidere il destino del
paese, che forse loro non vedranno nemmeno e che invece graverà sulle spalle di
noi giovani». Infatti, secondo i dati, il 75% degli under
25 si è espresso contro la
Brexit, mentre gli over 65
hanno votato in massa
l’uscita dall’Unione Europea. «Inoltre, a Londra, le
maggiori
collaborazioni
commerciali e finanziarie si
hanno soprattutto con nazioni europee. Nel mio caso,
Germania e Francia». Oltre al
rammarico per un forte gap
generazionale e le preoccupazioni di carattere economico, Davide si dice deluso
anche per la vittoria politica
di un movimento che taglierà le gambe alle nuove generazioni. Tanti i giovani che
dopo l’Università hanno trovato lavoro a Londra, hanno
fattocarriera,hannoottenuto una posizione e hanno anche investito, si sono comprati casa.
«Anni buttati», scrivono
alcuni su Facebook. Leonora
Siccardi, albissolese che lavora a Londra da 11 anni come broker assicurativo, non
nasconde la preoccupazione per il futuro. «Nella City
siamo tutti choccati e molto
preoccupati. I timori accomunano gli stranieri, ma anche le nuove generazioni inglesi per tutte le ripercussioni finanziarie e non solo.
Adesso siamo solo cercare di
focalizzarci sul “dopoBrexit”. La mia azienda - aggiunge - ha già creato dei
gruppi interni per cercare di
pensare a come risolvere i
problemi imminenti e mettere le basi per il futuro».
D. G.
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