4 NOVEMBRE GIORNATA DELLE FORZE ARMATE E DELL’UNITÀ NAZIONALE Il 4 novembre 1918, novanta anni fa, aveva termine il Primo Conflitto Mondiale - La Grande Guerra - un evento dal quale la società dell’inizio del ‘900 fu segnata in modo profondo e indelebile determinando radicali mutamenti politici e sociali. La data celebra la fine vittoriosa della guerra e commemora la firma dell’armistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l’Impero austro-ungarico ed è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate. Stato Maggiore della Difesa Stato Maggiore Esercito Stato Maggiore Marina Stato Maggiore Aeronautica Comando Generale Arma Carabinieri Complesso del Vittoriano Sacrario delle Bandiere 8-16 novenbre 2008 orario 8,30 - 15,30 INGRESSO LIBERO depl 5.indd 1 Nell’ambito delle iniziative organizzate quest’anno per celebrare tale importante anniversario è stato allestito un percorso storico-espositivo che intende mettere in mostra al pubblico cimeli, immagini e documenti di grande rilevanza storica. Essi tracciano infatti le tappe più significative delle Forze Armate, onorando nel contempo: - la memoria dei caduti di ogni conflitto; - il valore di chi si immolò per la Patria, per la libertà e l’onore al giuramento prestato; - l’impegno che da sempre contraddistingue i militari delle F.A. nell’adempimento del dovere. Il percorso si svolge presso il “Sacrario delle Bandiere”, ubicato al piano superiore del Vittoriano, dove sono visitabili le aree espositive dell’Esercito e, senza soluzione di continuità storica, dell’Aeronautica e dei Carabinieri. Discendendo la scalinata interna si accede quindi all’area del piano terra, permanentemente dedicata alla Marina, che in questa occasione è stata arricchita di materiale storico e documentale di rilevante importanza. Organizzazione a cura di - Stato Maggiore della Difesa - V Reparto - Ufficio Storico; - Stato Maggiore dell’Esercito - V Reparto - Ufficio Storico; - Stato Maggiore della Marina - Ufficio Affari Generali e Relazioni Esterne Ufficio Storico; - Stato Maggiore dell’Aeronautica - V reparto – Ufficio Storico; - Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri – Museo Storico e Ufficio storico; - Comando Militare della Capitale. Per approfondimenti ed ulteriori informazioni: www.difesa.it/Approfondimenti/manifestazioni/4novembre08/ www.difesa.it/SMD/Staff/Reparti/Vreparto/CISM 5-11-2008 13:18:03 ESERCITO ITALIANO Con decreto del 4 maggio 1861, il Gen. FANTI Ministro della Guerra, sancisce l'abolizione della denominazione Regio Esercito dell'Armata Sarda, e l'adozione del nome di Esercito Italiano, a ricordare l'ingresso nella nuova Forza Armata dei militari provenienti dagli antichi Stati e dalle file garibaldine. Dopo la sfortunata partecipazione alla Terza Guerra di Indipendenza contro l’Austria, il 20 settembre 1870 l’Esercito Italiano entra in Roma, ponendo fine al potere temporale del Papa. Nel febbraio 1885 inizia l’avventura coloniale. L’espansione in Africa orientale si allarga entro la fine del secolo all’Eritrea ed alla Somalia, ma viene bloccata ad Adua nel 1896. Nel 1900 l’Italia invia in Cina un corpo di spedizione per la repressione della rivolta dei Boxer. A seguito del vittorioso conflitto con la Turchia del 1911-1912 truppe italiane si stabiliscono nel Dodecaneso ed in Libia. Scoppiata la Grande Guerra, tra il 1915 ed il 1917 l’Esercito Italiano svolge una serie di sanguinose offensive sull’Isonzo. Nel novembre 1917, a seguito della sconfitta di Caporetto, l’Esercito Italiano si ritira sulla linea del Monte Grappa-Piave, dove ferma l’avanzata nemica. Dopo aver respinto nel giugno sul Piave una nuova offensiva austro-ungarica, a fine ottobre del 1918 l’Esercito Italiano inizia l’offensiva finale di Vittorio Veneto, che porta alla capitolazione dell’Austria. Nel 1935-1936 l’Esercito è impegnato nell’occupazione dell’Etiopia. Tra il 1936 ed il 1939 un corpo di truppe volontarie partecipa alla guerra civile spagnola. Nel 1939 l’Italia invade l’Albania, che viene annessa all’Impero italiano. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale l’Esercito Italiano, impiegato fino al 1943 a fianco della Germania su svariati fronti: Francia, Africa orientale, Libia, Egitto, Tunisia, Albania, Grecia, Jugoslavia, Russia, Sicilia, Calabria offre una coraggiosa quanto vana resisenza al nemico, nettamente superiore per armi, mezzi e risorse. L’8 settembre le autorità italiane annunciano l’armistizio con gli Alleati ed iniziano i combattimenti contro i tedeschi. I militari italiani si affiancano agli Anglo-Americani ed ai partigiani nella guerra di Liberazione che si concluderà nella primavera del 1945. Nel 1950 l’Italia invia in Somalia un corpo di spedizione su mandato dell’ONU, cui seguirà nel 1982 la missione in Libano. Gli anni Novanta vedono un largo impiego dell’Esercito all’estero come forza di pace ed in missioni umanitarie: Namibia, Kurdistan, Somalia, Mozam– bico, Bosnia, Albania, Kosovo e Timor Est. L’Esercito viene impiegato di frequente anche in operazioni di ordine pubblico e controllo del territorio in appoggio agli organi di polizia e nel soccorso a popolazioni colpite da calamità naturali. Agli inizi del XXI secolo si assiste al passaggio dalla forma di reclutamento basata sulla leva maschile a quella volontaria, che viene estesa anche al personale femminile, mentre si compiono nuove, impegnative, missioni all’estero (Iraq, Afghanistan, Libano). depl 5.indd 2 MARINA militare La Regia Marina nacque formalmente il 17 marzo 1861, in coincidenza con la proclamazione di Vittorio Emanuele II a Re d’ Italia. In poco più di cinquant’anni di vita, grazie all’illuminata e lungimirante opera di personaggi quali Augusto Riboty, Benedetto Brin, Simone Pacoret di Saint Bon e Paolo Thaon di Revel essa, da piccola Marina di importanza locale riuscì a diventare, nei primi anni del XX secolo, un’importante realtà nel panorama mondiale, in accordo con le ambizioni internazionali del giovane Regno d’Italia. Tale eccezionale risultato fu conseguito, nel campo delle costruzioni navali, cavalcando tutte le novità tecnologiche che le continue innovazioni ingegneristiche mettevano a disposizione delle flotte a quel tempo, spesso scompaginando i piani e le strategie delle Marine concorrenti, in primo luogo della Marine Nationale francese che per lungo tempo è stata l’antagonista “naturale” della Marina Italiana. Nel campo più squisitamente dottrinario ed organizzativo, invece, la Marina si pose come una forza di idee sempre all’avanguardia: ne è un esempio la cura, dedicata sin dal 1906, allo sviluppo dell’aviazione navale. La Prima Guerra Mondiale fu per la Marina un severo banco di prova ove, con l’eroismo dei suoi uomini e l’impiego di mezzi spesso non convenzionali, ottenne lusinghieri ed apprezzati successi. La Seconda Guerra Mondiale fu una prova ancora più dura ed impegnativa nel corso della quale, proprio nel momento più doloroso dell’armistizio, l’8 settembre 1943, essa diede prova di eccelso spessore morale imponendosi, con il proprio limpido comportamento, quale punto di riferimento e di continuità per la rinascita della nuova Italia. Nel periodo post-bellico la Marina subì un forte ridimensionamento numerico, anche se continuò ad operare con quell’immutato spirito innovativo che l’ha portata ad essere un elemento cardine dell’Alleanza Atlantica nel complesso scacchiere mediterraneo, nonché una forza moderna e tecnologicamente avanzata, capace di intervenire con prontezza ed efficacia ovunque gli interessi della nazione lo richiedano. Aeronautica Militare Con un regio decreto del 28 marzo 1923 viene istituita la Regia Aeronautica. Con tale provvedimento si concludeva idealmente un processo iniziato poco più di un dieci anni prima – quando l’Italia, primo paese al mondo, aveva sperimentato l’aeroplano in operazioni belliche, nel corso della campagna di Libia – e proseguito durante la I Guerra Mondiale, dove si registrò il contributo fondamentale fornito dai reparti aeronautici alla vittoria finale. Gli anni Venti e Trenta vedono piloti e velivoli italiani salire alla ribalta della scena aeronautica internazionale, con la grande eco ottenuta dalle loro imprese, come le numerose trasvolate che toccano tutti i continenti e i molti record raggiunti. Ma questi furono anche anni di guerre. Gli sforzi compiuti dalla “Regia” in Etiopia e Spagna pesarono sullo stato di preparazione ed efficienza al momento dell’entrata nel II conflitto mondiale. Unici argini alla superiorità dell’avversario si rivelarono le doti di coraggio e abnegazione degli equipaggi, che riuscirono a tenere testa agli Alleati fino al momento della resa dell’8 settembre. Dopo l’armistizio, quanto rimaneva della Regia Aeronautica, schierato sugli aeroporti del sud della penisola, fu impiegato nelle operazioni nei Balcani, per le quali, alla fine, si conquistò il vivo apprezzamento degli Alleati. Nei difficili anni del dopoguerra anche l’Aeronautica Militare – questa la denominazione assunta dopo il referendum del 2 giugno – avvia la sua ricostruzione. Entrano man mano in linea velivoli sempre più moderni, a iniziare, nel 1950, dal primo aereo a reazione, il “Vampire”. La necessità di integrarsi con le altre forze aeree della NATO aumenta il grado di internazionalizzazione dell’Aeronautica Militare, chiamata dalle scelte politiche del Paese a svolgere missioni anche per conto delle Nazioni Unite, come quella del 1961 in Congo, dove rimangono uccisi 13 appartenenti all’Arma Azzurra. Questa “proiezione” al di fuori dei confini nazionali costituisce oggi il nuovo orizzonte operativo, come confermano le molteplici missioni all’estero svolte dai reparti A.M. ARMA DEI CARABINIERI Le Regie Patenti del 13 luglio 1814 costituiscono l’atto di nascita del Corpo dei Carabinieri Reali, un’istituzione inedita con la duplice funzione della difesa dello Stato e della tutela della sicurezza pubblica. Da quel lontano 1814, l’Arma dei Carabinieri ha vissuto da protagonista tutti gli eventi storici che hanno caratterizzato la vita del Regno Sabaudo e, successivamente, del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana: dai primi aneliti risorgimentali alle Guerre d’Indipendenza, dalle Campagne per l’Unità alla lotta al Brigantaggio, dalla Grande Guerra a quella di Liberazione, dal contrasto alla mafia alla lotta al terrorismo negli “anni di piombo” fino agli impegni internazionali odierni per la pace e la sicurezza. Il legame che unisce l’Arma al Paese è intenso e si sostanzia, innanzitutto, nella condivisione forte e sentita dei valori di onestà, impegno sociale e civile, senso del dovere, disciplina e tenacia, senso di giustizia: i Carabinieri impersonano tali valori ed i cittadini onesti si riconoscono in essi in modo spontaneo e convinto. A conferma di questo legame, ci sono le 46 ricompense alla Bandiera, le migliaia di decorazioni individuali ed il termine con il quale l’Arma viene comunemente identificata: “La Benemerita”. La Fedeltà alle Istituzioni è la principale caratteristica dell’Istituzione: il suo motto araldico è “Nei secoli fedele”, la sua marcia d’ordinanza è “La Fedelissima” e alla fedeltà è ispirata la scelta di Sua Santità Pio XII, nel 1949, di affidare l’Arma dei Carabinieri alla celeste Patrona, Maria “Virgo Fidelis”, fissandone la ricorrenza al 21 novembre. L’anniversario dell’Istituzione, invece, si festeggia il 5 giugno, data di concessione, nel 1920, della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera. Con la Legge n. 78 del 31 marzo 2000, il Parlamento della Repubblica Italiana ha elevato l’Arma dei Carabinieri al rango di Forza Armata, conferendole una collocazione autonoma nell’ambito del Ministero della Difesa. Diffusi su tutto il territorio i Carabinieri sono la sicurezza “a portata di mano”: non solo prossimità fisica di pattuglie e Caserme, ma capacità di vivere e comprendere la quotidianità, fornendo risposte concrete alle esigenze dei diversi territori. Per questo le 8.000 comunità che animano il Paese mostrano di percepire i Carabinieri come un proprio “patrimonio”, che supera il pur indispensabile esercizio dei compiti di polizia, per diventare “funzione sociale”, la stessa da 194 anni: proteggere, aiutare, sostenere, garantire la legalità. 5-11-2008 13:18:07