Multivibratore monostabile con amplificatore operazionale Generalità Il multivibratore monostabile è un circuito che presenta uno stato stabile, in cui il circuito rimane finché un impulso esterno di comando lo porta nell’altro stato quasi stabile, in cui il circuito permane per un tempo predefinito per poi tornare spontaneamente nello stato stabile, in cui permane indefinitamente fino al successivo impulso di comando. Derivazione del circuito dal generatore d’onda quadra Partiamo dal generatore d’onda quadra: Per ottenere uno stato stabile, dobbiamo impedire che la tensione ai capi del condensatore arrivi alla soglia V+ H o V+ L , ossia impedire una delle due commutazioni d'uscita. A tale scopo inseriamo in parallelo alla capacità C un diodo, come in figura, rendendo stabile lo stato con uscita VoH . Perché il circuito commuti dallo stato stabile Vo = VoH a quello quasi stabile Vo = VoL , bisogna portare, momentaneamente, l’ingresso non invertente, che si trova alla tensione V+ H , al di sotto di Vγ . Ciò si può ottenere inserendo sull'ingresso non invertente un impulso rettangolare di ampiezza ViM e durata Ti tramite un circuito derivatore, che trasforma il fronte di salita in un impulso positivo e quello di discesa in un impulso negativo, con in serie un diodo che elimina l'impulso positivo, come in figura. Vi ViM Ti t Vi 2ViM t − 2ViM Vo VoH V+ H Vγ T to V+ L VoL t1 t2 Tr t L'impulso negativo porterà per un breve istante la tensione V+ al di sotto del valore Vγ , forzando la commutazione dell'uscita da VoH a VoL . La capacità C, partendo dal valore Vγ , inizia a caricarsi verso la tensione d'uscita VoL . Quando la tensione ai capi della capacità raggiunge, dopo un tempo pari a t 1 − t o = T , il valore V+ L , la tensione d'uscita commuta da VoL a VoH . La capacità interrompe la sua carica verso VoL e inizia a caricarsi, partendo dal valore V+ L , verso VoH . Quando la sua tensione arriva, dopo un tempo t 2 − t 1 = Tr , al valore Vγ , il diodo D va in conduzione bloccando al valore Vγ la tensione ai capi della capacità e ripristinando le condizioni iniziali dello stato stabile. Al fine di definire la durata T dell’impulso in funzione degli elementi del circuito, si utilizza l’equazione di carica della capacità C. v C (t ) = Vf + (Vi − Vf ) ⋅ e − t −to τ = VoL + (Vγ − VoL ) ⋅ e − t −to τ dove τ = RC . In tale equazione, si impone che al tempo t = t 1 la tensione sulla capacità sia V+ L : v C (t 1 ) = VoL + (Vγ − VoL ) ⋅ e ⇒ e − T τ V+ L − VoL Vγ − VoL = − t1 −t o τ = V+ L = VoL + (Vγ − VoL ) ⋅ e V − VoL T = ln + L τ Vγ − VoL ⇒ − ⇒ T = τ ln − T τ ⇒ Vγ − VoL V+ L − VoL R2 VoL e trascurando Vγ rispetto a VoL , poiché Vγ << VoL , si R1 + R 2 Essendo V+ L = ha: T = τ ln − VoL = τ ln V+ L − VoL − VoL R2 VoL − VoL R1 + R 2 = τ ln ⎛ R ⎞ 1 = τ ln⎜⎜ 1 + 2 ⎟⎟ R2 R1 ⎠ ⎝ − +1 R1 + R 2 Prima di applicare il successivo impulso d’ingresso, il circuito si deve riportare nelle condizioni iniziali, cosa che avviene dopo un tempo pari a Tr , detto tempo di recupero, che è il tempo che impiega la tensione ai capi della capacità, partendo dal valore V+ L e caricandosi verso V+ H , a raggiungere il valore Vγ . Il calcolo di Tr si esegue come per T, utilizzando l'equazione di carica della capacità:: v C (t ) = Vf + (Vi − Vf ) ⋅ e − t − t1 τ = VoH + (V+ L − VoH ) ⋅ e − t − t1 τ Si impone che al tempo t = t 2 la tensione sulla capacità sia Vγ : v C (t 2 ) = VoH + (V+ L − VoH ) ⋅ e ⇒ e − Tr τ = Vγ − VoH V+ L − VoH ⇒ − − t 2 −t1 τ = Vγ = VoH + (V+ L − VoH ) ⋅ e Vγ − VoH Tr = ln τ V+ L − VoH ⇒ Tr = τ ln − Tr τ ⇒ V+ L − VoH Vγ − VoH R2 R2 VoH e trascurando Vγ rispetto a VoL , VoL = − R1 + R 2 R1 + R 2 poiché Vγ << VoH , si ha: Essendo V+ L = Tr = τ ln V+ L − VoH = τ ln − VoH − R2 VoH − VoH ⎛ R1 + R 2 R2 = τ ln⎜⎜ 1 + − VoH R1 + R 2 ⎝ ⎞ ⎟⎟ ⎠