n. 2 anno 2015 novembre/dicembre Sped. in abb. postale art. 2 comma 20/c, legge 662/96 - Filiale di La Spezia Aut Trib: SP, iscritto al registro stampe n. 1 del 1998 in data 26/01/98 Fraternità di Maria Immacolata Madre Oasi Cuore Immacolato di Maria 50050 Iano di Montaione (FI) Tel. 0571 69482 www.monastero-iano.it e-mail: [email protected] Ogni giorno di più sembra che il vaso del mondo sia vicino a traboccare per il dolore, l’angoscia e insieme la speranza e l’attesa dei popoli. Il vangelo mostra la via, l’unica Via: quella dell’amore del Padre rivelato in Gesù, per ogni uomo. È la via che la Chiesa ci invita percorrere in questo anno santo. L’uomo e il mondo – anche se spesso non lo sanno - hanno bisogno di accogliere Gesù, che incarna la misericordia del Padre, pronto a chinarsi sulle nostre miserie, delle quali la prima è il peccato. La misericordia che celebreremo non è un atteggiamento umano, non è bontà o filantropia, né un semplice darsi da fare per gli altri. Ha il volto di Gesù, nato, morto e risorto per salvarci dal peccato. Solo accogliendo lui, come Dio e salvatore, potremo a nostra volta diventare misericordia per il mondo. Non è una cosa semplice, come cambiarsi d’abito, tanto meno una risoluzione presa una volta per tutte, ma il frutto di una profonda conversione che dura tutta la vita. In realtà la difficoltà a vivere la misericordia nei confronti dei fratelli nasce dal nostro sentirci a posto e non bisognosi di perdono e compassione. Se non avessimo paura di riconoscere le nostre miserie sarebbe più facile provare indulgenza e amore anche per gli altri, a cominciare dai più vicini. L’umile, il povero di spirito, colui che sa di essere fragile e bisognoso di perdono vive col cuore compassionevole con cui chiede a Dio e agli altri di essere accolto. Se guardandoci dentro ci sentiamo a posto e inattaccabili, è il momento di chiedere a Dio di farci conoscere il nostro peccato. È noto il detto di Isacco di Ninive: “colui che riconosce il proprio peccato è più grande di chi risuscita i morti”. Tutti siamo peccatori e non c’è azione più grande per l’uomo che riconoscersi tale. L’albero della misericordia, se non l’ha già fatto, potrà iniziare a mettere le sue radici nel terreno del nostro cuore. Ho pensato molto a questa necessità, per me stessa, per le sorelle della Comunità, per tutti quelli che seguono un cammino con noi. Mi sembra di non poter fare altro che affidare tutti noi a colei che è la Madre della Divina Misericordia. “Nessuno ha sperimentato, al pari della Madre del Crocifisso, il mistero della croce, lo sconvolgente incontro della trascendente giustizia divina con l’amore: quel bacio dato dalla misericordia alla giustizia” (Giovanni Paolo II, Dives in misericordia). A lei chiediamo di rinnovare il mondo e i nostri cuori nell’amore del suo Figlio. La risposta al terrore è la santità e la fede. (Ora pro Siria) DAL DIARIO DI P. GIOVANNI Noi che abbiamo conosciuto p. Giovanni ricordiamo la sua lotta alla superbia come un punto di spicco della sua spiritualità. Ripeteva senza mai stancarsi che alla radice di tutti i malcontenti e i problemi della vita c’è sempre la mancanza di vera umiltà: era il suo punto fisso e la sua lotta quotidiana. Come sarebbero belle, diceva, una famiglia, una comunità, una Chiesa, una società in cui tutti - o comunque i più – cercano di essere cuscini e non spine per gli altri. In ogni omelia non mancava di far cenno a questo aspetto che definiva essenziale per la vita del cristiano perché non c’è carità senza profonda umiltà. Il suo amore per la piccola via, la semplicità evangelica, il richiamo continuo all’abbassamento ci accompagnano come un’eredità preziosa. Era grande ma era tanto piccolo. Nel suo eremo cercava il volto della verità che è il volto di Gesù, mite e umile di cuore. Davanti a questo amore stava a suo agio nella sua piccolezza di bambino, nel suo abbandono confidente. Non gli importava di molto altro: vivere in Dio, inabissare in lui la sua miseria. Umiltà deriva etimologicamente da humus, terra. Mentre il superbo si crede chissà chi e sembra dominare gli spazi, l’umile accetta la sua pochezza e si comporta come il povero pubblicano che fermatosi a distanza non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo. Umiltà e verità sono la stessa cosa, come si nota nella distanza che esiste realmente tra il Cielo e la terra, assetata di Dio e incapace di qualsiasi elevazione, se non interviene l’infinita misericordia del Signore. La battaglia che dura quanto dura la vita bisogna cominciarla al più presto possibile, ossia da giovani, fintanto le forse fisiche sono integre e quella “pianta” è tenera: lasciarla crescere significa darsi per vinti. Non è semplice giungere alla convinzione che nulla ci è dovuto per quanto abbiamo fatto. Questo traguardo si raggiunge partendo da un presupposto fondamentale: “sono davanti a te come terra riarsa” (Sal 142,6). La gioia dell’umile non proviene dall’aver vinto, ma dal fatto che Cristo ha vinto in lui a lode della sua gloria. L’umile non pretende di essere diverso da quello che è: di avere una natura angelica, mentre porta in sé e con sé una natura decaduta con tutte le conseguenze; di essere impeccabile, di essere ripieno di grazie e carismi mentre gli sono compagne solo le tenebre (cf. Sal 87,19). Si prende così per trasformarsi così come deve essere, nei disegni di Dio. Hai ricchezze? Scrivi zero. Sei bello, ammirato? Scrivi zero. Ricevi onori, lodi? Scrivi zero. Sei nobile, altolocato? Scrivi zero. Hai amicizie mondane influenti? Scrivi zero. Sei brillante, simpatico? Scrivi zero. Godi di ottima salute? Scrivi zero. Hai girato il mondo? Scrivi zero. Ti sei fatto una buona cultura? Scrivi zero. Cerchi davvero l’umiltà? Scrivi 0,5. Accetti con fede le umiliazioni? Scrivi 0,8. Sei umile? Scrivi 1. Noi siamo in quanto viviamo convinti di ciò che dice il salmista: “la mia esistenza davanti a te è un nulla!” (Sal 38,6). L’umile è l’unico che riesce a parlare anche al superbo senza irritarlo […]. Del resto, siamo sinceri, ognuno di noi, più o meno “graduato nella superbia”, va in cerca di un’anima semplice con cui sfogarsi. E da lei accetta anche le verità più amare, perché le sa dire senza offendere e senza mettersi in evidenza. Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia (Sal 130). Chi può ripetere col salmista queste parole vive una preghiera che non si restringe all’io, ma spazia in Dio, non è una richiesta di aiuto, di sostegno per sé, ma una supplica per l’avvento del Regno nelle anime. TESTIMONIANZE Abbiamo trascorso un’estate ricca di incontri e presenze tra noi. In particolare, il ritiro annuale con i figli spirituali di p. Giovanni è stato guidato quest’anno da don Daniele del Prà di Roma col quale abbiamo riletto e meditato il capitolo 5 di Matteo, mettendo a fuoco i punti deboli della nostra vita di cristiani. Per tutti è stato un forte momento di grazia in cui abbiamo sperimentato quanto sia grande e importante la figura del sacerdote che in nome di Cristo ci parla e ci assolve e anche la forza che viene dal pregare insieme, dal camminare insieme come fratelli, sostenendoci gli uni gli altri, ciascuno secondo la nostra vocazione. Tutti insieme ... I più giovani ... Don Daniele Sr. Chiara Tutti in adorazione ... Tutti in silenzio ... Alleluia. Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. […] Lodatelo con il suono del corno, lodatelo con l’arpa e la cetra. Il salmo 150 ci invita a lodare Dio sempre e in ogni luogo, a lodarlo con tutti gli strumenti che alla sua lode si addicono. E, come ben ci siamo accorti durante il corso estivo di inizio agosto presso la Fraternità di Maria Immacolata Madre, la cetra è voce privilegiata per lodarlo come si conviene. L’intensa attività di ascolto, il clima di aperto confronto sulla prassi della musica liturgica, uniti alla pratica collettiva degli aspetti tecnici, ha rafforzato questa intuizione-convinzione. Le riflessioni musicali sempre di puntuale efficacia e di forte valenza culturale, oltre che di sapienza tecnica, hanno tenuto vivo l’interesse e la passione anche negli stadi iniziali di accordatura dello strumento, nella modalità di ripetizione dei passaggi più complessi, nell’approccio posturale allo strumento e nell’abitudine a stare a contatto con esso per un periodo prolungato, fasi che richiedono pazienza e che hanno sollecitato un mutuo aiuto tra i corsisti. La ricerca della bellezza sonora, l’attenzione alla qualità di un suono che instilli il ‘silenzio’ della preghiera ha portato ciascuno a una comunione risonante, a una sincronia di respiro, che è sfociata in una sincera amicizia tra i partecipanti, pur nelle diversità di età, di provenienza, di ministero. Tutte, e sono tante, queste corde nella loro specificità di spessore, materiale, tensione e funzione, creano una armoniosa risonanza se toccate dallo Spirito che le fa vibrare insieme: di questo abbiamo fatto esperienza. Molto altro abbiamo imparato dalla costanza e dalla concentrazione che la pratica citaristica, un po’ come quella ascetica richiede. Ogni vivente dia lode al Signore. - Anna L’esperienza dei vari corsi che abbiamo ospitato ci conferma nella convinzione che la ricerca della bellezza è una strada per la ricerca della Verità. In particolare quest’anno si è aggiunto il corso di doratura a guazzo, con l’insegnante iconografa Grazia Sgrilli. Nella tradizione iconografica la doratura è un processo di decorazione ornamentale tramite l’apposizione di un sottilissimo strato di oro, detto foglia. L’oro fornisce un colore estremamente luminoso , particolarmente apprezzato fin dall’antichità nei soggetti sacri, non solo per la preziosità, ma anche per il valore simbolico. Per le sue caratteristiche di incorruttibilità, di durata e per il suo fulgore, l’oro è uno tra gli elementi più adatti per esprimere il divino. Il suo inalterabile splendore richiama la simbologia del sole, come luce, calore, vita e per la lucentezza che emana, diventa simbolo di illuminazione interiore, della conoscenza intellettuale e dell’esperienza spirituale. Lo sfondo dorato colloca la scena o i personaggi dell’icona in una dimensione priva di riferimenti spazio-temporali e quindi di eternità. Dal corso di iconografia... Lavori della scuola di iconografia di Grazia Sgrilli: particolari della doratura Sette allievi: quattro principianti, tre avanzati. Provenienze, storie ed esperienze diverse lì condotte dal desiderio, dalla fede: imparare a dipingere un’icona. A guidare e accompagnare gli allievi in questa avventura l’iconografa Grazia Sgrilli di Pistoia. Giorno dopo giorno dallo sfondo indistinto ecco emergere il VOLTO. La nostra mano incerta, sapientemente guidata, compie qualcosa che lascia senza fiato. L’immagine del Volto di Cristo appare nella sua semplicità forte ed espressivo, lo sguardo profondo, che va oltre. Grande è la nostra meraviglia. Ogni piega, ogni punto, ogni linea ha un suo significato proprio. Niente è a caso. La nostra soddisfazione è tanta. Il nostro lavoro è stato intenso, senza soste. Non avevamo cognizione delle ore che scorrevano. Si andava sempre oltre il tempo fissato. E la notte le rane ci facevano compagnia e i gatti della casa cercavano il grembo dei più disponibili di noi per le loro fusa. Un grande grazie alla Comunità che ha organizzato il corso, che ci ha accolti, nutriti e coccolati, ci ha accompagnati e sostenuti con la preghiera. Un grande abbraccio di riconoscenza a Grazia con la speranza di rivederci presto. Lucia L’ANGOLO DELLA CETRA À LA REINE DES CIEUX CONSTANT SIEG 1807-1891 Trascrizione Elena Guidi 2015 Il brano che riportiamo è una nostra trascrizione strumentale dall’originale per canto e pianoforte di C. Sieg in la bemolle. La parte della mano sinistra è corredata di un pentagramma sul quale la notazione ritmica è di aiuto per decifrare la lettura della modalità dell’esecuzione degli accordi. CORSI CETRA Per l’anno 2016 la Fraternità organizza corsi nelle seguenti date: Corsi 2016 Corsi doratura Corsi iconografia 16-20 maggio 25-27 aprile 6-11 giugno Sr Elena Guidi Grazia Sgrilli 18-22 luglio 8-10 luglio 1-5 agosto Grazia Sgrilli 22-27 agosto 5-9 settembre Venite adoriamo Colui SANTO NATALE 2015 che per noi ha fatto il cielo e la terra. I nostri auguri più cari nella preghiera. Fraternità di Maria Immacolata Madre Via Torri, 39 - 50050 Iano di Montaione (FI) - Tel. 0571 69482 www.monastero-iano.it - [email protected] Per offerte: ccp 10021194 Iban IT 46 R 02008 37810 000102243059