Che cos`è un trattamento ortodontico?

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informazioni paziente … it
Che cos'è un trattamento
ortodontico ?
Informazioni per il
paziente che lo inizia
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Buon giorno,
prima di affrontare un trattamento ortodontico, desideriamo darLe
alcune informazioni di carattere generale.
In questo opuscolo viene illustrato in modo semplice e sintetico,
tutto quello che si deve sapere sulla terapia ortodontica.
Naturalmente, per motivi di spazio e per una migliore
comprensione della materia, il tema non potrà essere sviluppato
completamente e quindi ci raccomandiamo di fare sempre
riferimento al Suo ortodontista qualora Le occorressero ulteriori
delucidazioni.
Generalmente per ciascun soggetto la situazione di partenza può
essere molto differente. Inoltre diverse sono anche le aspettative del
trattamento, i costi ed i materiali impiegati. Per questi motivi, il
colloquio preventivo con il Suo ortodontista è di fondamentale
importanza, perchè solo lui potrà darLe tutte le indicazioni
terapeutiche che porteranno ad un risultato di successo.
Consideri, pertanto, questo libretto solo una prima informazione,
un'occasione per poter formulare delle precise domande al professionista che Lei ha scelto per risolvere il Suo problema dentale.
Le auguriamo una buona lettura.
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In linea di principio, un trattamento ortodontico può essere
affrontato a qualsiasi età; non è quindi solo prerogativa degli
adolescenti. Proprio nel caso di trattamento su adulti, esistono svariate possibilità molto efficaci che tengono anche
conto di un fattore importante: l'aspetto estetico.
Che cos'è un trattamento ortodontico?
A cosa serve?
L'ortodonzia, o ortognatodonzia, è una branca dell'odontoiatria
che si occupa della malposizione di denti e mascellari, provvedendo
alla loro correzione con opportune apparecchiature. Tale correzione
non viene richiesta solo per motivi estetici, ma molto spesso
presenta delle motivazioni di carattere funzionale.
Ad esempio, una malposizione dentale o mascellare può essere la
causa dell'insorgenza della carie o di problemi parodontali, così
come creare fastidi all'articolazione temporo-mandibolare, provocare la perdita prematura dei denti o scatenare anche forti emicranie.
Un trattamento ortodontico può però anche essere assolutamente
indispensabile se dobbiamo intervenire sui denti residui per
facilitare il successivo inserimento di quelli sostitutivi. L'obiettivo di
ogni terapia ortodontica è comunque sempre quello di mettere il
paziente nelle condizioni di recuperare un bel sorriso.
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Referto e diagnosi
Come per qualsiasi altra terapia medica, si inizia con un
approfondito esame dal quale deriverà una diagnosi personalizzata,
base di partenza per un trattamento efficace ed ottimale. In questa
fase, prima di iniziare la cura ortodontica vera e propria, devono
essere presi in considerazione diversi aspetti, come ad esempio la
posizione dei mascellari e dei denti nonché il rapporto tra loro o
l'armonia tra labbra, lingua ed arcate dentali. Tutto ciò riveste una
notevole importanza nella scelta del piano di trattamento
individuale. Per il paziente, tutte le procedure inerenti l'esame
obiettivo del caso non prevedono grosse perdite di tempo né
condizioni di particolare disagio.
In linea di massima sono necessarie anche alcune radiografie che
permetteranno all'ortodontista di valutare i rapporti interdentali o
la presenza di elementi non ancora erotti (germi dentari) ed
eventuali patologie. Altrettanto importante è la conformazione
di entrambi i mascellari per le ulteriori analisi e la definizione del
piano di trattamento. Per l'ortodontista, tutti questi calcoli e
studi comportano molte ore di lavoro e presuppongono una sua
notevole conoscenza scientifica e tecnica. Tuttavia, quanto più
accurata sarà la preparazione del caso, tanto maggiori saranno le
probabilità di successo del trattamento ortodontico.
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L'iter terapeutico
Generalmente ogni trattamento ortodontico si divide in due fasi:
una attiva ed un'altra passiva.
Nella fase attiva, che a seconda del caso può durare fino a 3 anni,
i denti vengono riportati nella posizione corretta con svariati,
piccoli passaggi. In tutto questo periodo saranno necessarie diverse
visite di controllo, con una frequenza media tra 3 e 8 settimane
l'una dall'altra. Per il successo del trattamento, la cooperazione del
paziente è di fondamentale importanza.
L'obiettivo della fase passiva, al termine di quella attiva, è
quello di fissare la posizione raggiunta con la terapia da denti e
mascellari. Questo momento terapeutico viene anche denominato
contenzione o profilassi anti-recidiva.
Quali sono i metodi terapeutici?
In linea di massima, esistono due diverse metodiche d'intervento:
una cosiddetta "fissa" ed un'altra "rimovibile".
Nella terapia fissa, l'apparecchiatura ortodontica (o meglio i brackets) viene incollata direttamente sui denti. Al contrario,
l'apparecchio rimovibile non rimane in bocca per tutto il tempo,
ma può essere rimosso ad esempio durante i pasti o durante
l'attività sportiva. In molti casi, l'ortodontista sceglie una terapia
che utilizzi entrambi i sistemi sopra menzionati.
Nei casi più difficili e complessi, può anche rendersi necessario
l'intervento chirurgico o la rimozione di uno o più elementi dentari.
Questa eventualità viene, tuttavia, sempre concertata tra paziente
e ortodontista.
Per maggiori informazioni su questi argomenti, si rimanda ai
paragrafi riguardanti la tecnica fissa e quella rimovibile.
Al termine del trattamento
Terminata la fase attiva del trattamento, è assolutamente
necessario un periodo di stabilizzazione passiva per fissare il
risultato raggiunto. Si deve sapere che, giunti a questo punto, la
posizione dei denti è ancora relativamente instabile, in altre parole
il rischio che ritornino nella loro posizione iniziale è molto alto.
Con l'impiego di retainer metallici invisibili perchè inseriti all'interno
della bocca o con altri apparecchi rimovibili che però dovranno
essere portati più a lungo (soprattutto di notte), avrà sicuramente
recuperato il Suo splendido sorriso.
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Tecnica fissa
Cosa significa "fissa"?
Fissa significa che l'apparecchiatura ortodontica viene bloccata
direttamente alla bocca del paziente, tramite bande, brackets ed
altri dispositivi.
Il vantaggio di un apparecchio fisso è che le forze necessarie
per spostare i denti, agiscono 24 ore su 24 e quindi il tempo
complessivo del trattamento è inferiore se paragonato a quello
necessario con una terapia rimovibile. Inoltre questo metodo
è molto preciso e ben programmabile. Il paziente non può
dimenticarsi di portare l'apparecchio, vale a dire non viene richiesta
la sua diretta collaborazione ed il successo terapeutico non può
essere compromesso. Inoltre con questa metodica possono essere
trattati casi anche molto complessi con esiti estremamente positivi.
Cosa sono i brackets?
I brackets, o attacchi ortodontici, sono delle piccole ma precise
guide che vengono incollate sui denti. Presentano una scanalatura
centrale (slot) nella quale viene inserito un filo metallico a forma di
arco, preposto a trasmettere le forze necessarie per il movimento
dentale. I brackets possono avere varie forme e dimensioni nonchè
essere realizzati con materiale diverso. La scelta del tipo di attacco
più confacente al caso, dipende dalle necessità terapeutiche ma
anche dalla specifica tollerabilità ai metalli o alle pretese estetiche
del paziente. A tal fine il Suo ortodontista La potrà consigliare per il
meglio.
Brackets metallici: i classici
I brackets più comuni sono quelli metallici. Sperimentati
ed impiegati ormai da anni, sono assai robusti e
presentano eccellenti caratteristiche meccaniche.
Comunemente vengono realizzati in leghe inossidabili
d‘acciaio per specifico uso medicale, anche se per lo più queste
contengono il nichel. Ma niente paura: se sa di essere allergico al
nichel, esistono soluzioni alternative come i brackets in titanio puro,
che sotto il profilo della biotollerabiltà sono il massimo oggi disponibile in commercio. È inoltre molto importante sapere se il bracket
è stato realizzato in un unico pezzo perchè in questo caso è privo di
saldature.
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Brackets autoleganti: i tecnologici
I brackets autoleganti sono l‘ultima generazione di attacchi ortodontici metallici. La loro principale caratteristica
consiste nella presenza di uno sportello che, coprendo lo
slot, sostituisce la tradizionale legatura dell‘arco.
In tal modo, riducendosi l‘attrito complessivo tra filo e bracket, i
tempi di trattamento si accorciano. Viene inoltre richiesto un minor
numero di appuntamenti per il controllo terapeutico.
Brackets in titanio: gli anallergici
Il titanio è il materiale d‘elezione per assicurare la massima biocompatibilità. Già da tempo viene impiegato in
medicina, ad esempio in ortopedia, per questa sua straordinaria peculiarità e viene oggi utilizzato con successo
anche in ortodonzia per il trattamento di pazienti allergici al nichel
o ad altri metalli.
Brackets in ceramica e policarbonato: gli estetici
Per i denti frontali più esposti, questi brackets in
ceramica o plastica sono sicuramente un'alternativa
esteticamente preferibile, soprattutto se combinati con
archi bianchi, ovvero dello stesso croma dei denti.
I brackets in ceramica presentano il vantaggio di mantenere il colore
nel tempo, in altre parole non subiscono pigmentazioni durante la
terapia, rimanendo sempre ben mimetizzati con i denti naturali.
Tuttavia sono un po' più costosi dei brackets metallici.
I brackets in plastica sono invece più economici di quelli in ceramica,
ma possono subire delle modificazioni cromatiche a causa di alcuni
alimenti come ad esempio il curry. Inoltre presentano uno slot
rinforzato in metallo.
Brackets in ceramica colorata: i più vivaci
Molto apprezzati dai più giovani, questi attacchi in
ceramica presentano colori di tendenza che alla
luce ultravioletta delle discoteche assumono una
bellezza "spettrale". Sono disponibili nei colori rosa,
acquamarina e granata. Un modo insolito e divertente per portare
l'apparecchio ortodontico.
Brackets linguali: gli speciali
Anche i brackets linguali sono in metallo. Tuttavia, poichè
vengono applicati all'interno della bocca, risultano praticamente invisibili. La cosiddetta terapia linguale è di gran
lunga più complessa rispetto a quella tradizionale e di
conseguenza più costosa, ma offre un innegabile vantaggio estetico.
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Gli accessori
(2)
(3)
(1)
A cosa servono gli archi? (1)
Gli archi sono fili metallici a forma di arcata dentale di vario
spessore. Vengono inseriti nelle scanalature (slot) dei brackets
e fissati con apposite legature. Le sollecitazioni che vengono
attivate a seguito della loro deformazione elastica, vengono
trasmesse al dente tramite i brackets, per ottenere una rotazione,
un'inclinazione o uno spostamento.
Cosa sono i tubetti buccali? (2)
I tubetti buccali sono piccole cannule attraverso le quali gli archi
vengono guidati nelle zone posteriori dei denti. Generalmente sono
incollati direttamente solo sugli ultimi denti (molari) o fissati alle
bande che a loro volta vengono cementate su questi denti. La loro
funzione è anche quella di impedire all'arco la sua fuoriuscita, ma
permettono anche il montaggio di ulteriori elementi terapeutici con
gli archi extraorali.
Perchè si usano le bande? (3)
Le bande sono "anellini metallici" preformati anatomicamente che
vengono cementati sui denti. Su queste bande vengono fissati i
tubetti precedentemente descritti. In tal modo si ottiene la massima
stabilità e resistenza dell'apparecchiatura, molto importante perchè
spesso nelle zone posteriori si sviluppano forze considerevoli. Viene
pertanto evitato il distacco anzitempo del tubetto.
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Altre apparecchiature
ortodontiche fisse
La cerniera di Herbst®
La cerniera di Herbst® è un dispositivo ortodontico che viene
fissato nella bocca del paziente. Prende il nome dal suo inventore,
il Dr. Emil Herbst® e viene impiegato per riportare la mandibola
in una posizione ideale corretta, in modo che i denti dell'arcata
superiore e quelli dell'arcata inferiore ritrovino un giusto rapporto
tra loro, recuperino una cosiddetta buona "intercuspidazione".
Ancoraggio con miniviti
Un nuovo ed efficace metodo terapeutico per favorire l'ottimale
spostamento dentale, è quello che utilizza uno o più elementi di
ancoraggio abbinati alla tradizionale apparecchiatura ortodontica
(vedi foto sotto). Per ottenere un ancoraggio di questo tipo, viene
inserita nella cavità orale per breve tempo (ca. 6 mesi) una piccola
vite (chiamata anche pin), ad esempio tra le radici di due denti
vicini. Con questo sistema è altresì possibile ridurre il numero delle
estrazioni dentali nei casi di mancanza di spazio, riducendo il
disagio al paziente. Infine, l'apparecchiatura risulta di gran lunga
più invisibile rispetto ad altri metodi fino ad oggi utilizzati per
risolvere problemi analoghi (archi extraorali) e può essere adottata
sia con pazienti giovani che con quelli adulti.
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Tecnica rimovibile
Cosa significa "rimovibile"?
Rimovibile significa che l'apparecchiatura ortodontica non è
permanentemente in bocca al paziente, ma rimane fuori dal cavo
orale durante l'assunzione dei cibi o mentre si pratica un'attività
sportiva. È tuttavia molto importante che l'apparecchio ortodontico
venga portato per il maggior numero di ore del giorno e della
notte.
Di prassi, consiste in una placca di resina in cui sono stati
inseriti diversi elementi in filo metallico ed una o più viti. Tali
componenti provvedono alla creazione delle forze necessarie allo
spostamento dentale.
Molto spesso l'apparecchio ortodontico rimovibile precede un
trattamento fisso o lo conclude per stabilizzare il risultato raggiunto.
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Le resine per placche ortodontiche
La parte più consistente di un apparecchio rimovibile è
rappresentata dalla placca in resina che prende la forma del palato
o della mandibola. La resina impiegata deve possedere elevate
caratteristiche meccaniche nonchè mediche. Innanzitutto deve
essere biotollerabile e ciò vale sia per le resine colorate che per le
figure di cui sono spesso provvisti gli apparecchi. Questi due ultimi
aspetti migliorano l'accettazione del dispositivo da parte dei
pazienti più giovani, aumentando di conseguenza la sua portabilità.
A questo proposito, il Suo ortodontista potrà darLe ulteriori e più
esaurienti ragguagli.
A cosa servono le viti ad espansione?
Per favorire il movimento dentale, la placca ortodontica viene
sezionata in uno o più segmenti. Nelle zone di separazione, si
trovano le cosiddette viti ad espansione che, una volta aperte
(attivate), spingeranno i relativi segmenti nelle direzioni volute. In
questo modo sarà possibile spostare un singolo dente oppure un
intero gruppo di denti. Da un po' di tempo a questa parte sono
disponibili anche viti ad espansione, biocompatibili, in titanio puro.
Quale funzione hanno i fili e gli elementi in filo che
compongono l'apparecchio?
In linea di principio, i fili metallici inseriti nelle placche rimovibili
hanno due funzioni: una ritentiva e quindi passiva ed un'altra
attiva. Gli elementi in filo, come ad esempio i ganci a freccia
o i ganci di Adams, servono per bloccare la placca in bocca al
paziente, mantenendola nella posizione corretta.
Altri fili, come gli archi labiali o le molle di retrusione, hanno invece
una funzione attiva, collaborano cioè allo spostamento dei denti
nella corretta posizione entro l'arcata dentale oppure provvedono al
loro consolidamento nell'esatta collocazione.
Quasi tutti questi elementi metallici devono essere modellati
individualmente dall'odontotecnico e adattati al caso di ogni
singolo paziente.
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Consigli per l'igiene
Per coloro che portano una apparecchiatura fissa, l'igiene
quotidiana risulta leggermente più difficoltosa, per la presenza in
bocca di brackets e fili. È tuttavia importante che il paziente
rispetti scrupolosamente le indicazioni ricevute in merito dal proprio
ortodontista. Sarà necessario cambiare il modo di lavarsi i denti e si
dovranno usare spazzolini speciali con i quali sia possibile
raggiungere anche le posizioni più difficili. L'igiene dopo ogni pasto
è in questo caso ancora più importante perchè si può formare
placca batterica con maggiore facilità e ciò può portare a fenomeni
di demineralizzazione dentaria, perdita di calcio nonchè formazione
della carie. Sarebbe un vero peccato avere, alla fine, denti diritti ma
completamente rovinati!
Anche con le placche rimovibili è necessaria una buona igiene
quotidiana. In questo caso, è consigliabile pulire l'apparecchio con
uno spazzolino duro e con dentifricio. Durante la pulizia, è
indispensabile evitare di deformare gli elementi in filo metallico.
Oltre all'igiene della placca, è altrettanto importante la sua
conservazione; se non portato, l'apparecchio deve sempre essere
riposto in un bicchiere d'acqua. Fuori casa, invece, come ad
esempio a scuola o durante l'attività sportiva, la placca deve essere
custodita in un apposito contenitore chiamato "Ortho-Box"
per preservarla da accidentali danneggiamenti. Per ulteriori
informazioni, Le consigliamo di rivolgersi al Suo ortodontista.
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Ulteriori informazioni
Altri apparecchi ortodontici e possibilità di trattamento
Le apparecchiature ed i metodi d'intervento ortodontico descritti in
questo opuscolo non contemplano per motivi di spazio tutte le
possibilità terapeutiche dell'ortodonzia moderna. L'intervento che
Lei necessita richiederà sicuramente un'approfondita analisi
individuale. Nel capitolo "Glossario" vengono riassunti ulteriori
concetti e descritti in breve altre apparecchiature.
Altre fonti d'informazione
Ad integrazione del fondamentale colloquio che avrà con il Suo
ortodontista di fiducia, potrà consultare la vastissima letteratura
esistente sull'argomento.
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Domande frequenti
- generalità Le seguenti domande e le relative risposte sono state scelte tra gli
innumerevoli quesiti che possono essere rivolti, esprimendo le
problematiche di più comune interesse.
Quanto dura un trattamento ortodontico?
La durata dipende dalla situazione iniziale e dal grado di
difficoltà del caso da trattare. In linea di massima, la durata
media di un trattamento si aggira attorno a 21/2 – 31/2 anni.
La decisione spetta, comunque, all'ortodontista.
L'incollaggio dei brackets può rovinare i denti?
No. Prima dell'incollaggio, la superficie dei denti viene solo
leggermente irruvidita per migliorare l'adesione del brackets. Dopo
la loro rimozione, le superfici dentali vengono semplicemente
trattate con una lacca al fluoro.
Esistono degli apparecchi ortodontici poco visibili?
Sì. Ad esempio quelli che utilizzano brackets in ceramica o plastica
che hanno il colore del dente oppure quelli con attacchi linguali,
invisibili perchè i brackets vengono incollati all'interno della bocca.
Quanto costa un trattamento ortodontico?
È molto difficile dare un ordine di grandezza preciso perchè tutto
dipende da come si presenta il caso, da quali materiali vengono
impiegati e quale metodica di trattamento si segue. Anche in
questo caso è preferibile consultare il proprio ortodontista.
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- tecnica fissa Con i brackets in bocca si può mangiare di tutto?
In linea di principio sì. Tuttavia le gomme da masticare e le
caramelle gommose possono creare qualche problema perchè si
attaccano ai brackets. Qualche rischio si può anche correre
nell'assunzione di alimenti particolarmente duri come ad esempio
le carote. Ovviamente è tassativamente proibito rompere le noci
con i denti o mordere con forza una matita.
Quanto sono tollerati i materiali usati?
Tutti i materiali che vengono inseriti nel cavo orale del paziente
sottostanno alle severe normative comunitarie che regolano i
prodotti medicali e devono riportare per legge il marchio CE che
ne certifica la buona tollerabilità. Naturalmente esistono anche
prodotti particolarmente biocompatibili come i brackets in titanio
puro o quelli in ceramica. Per le persone allergiche al lattice di
gomma, esistono elastici che non lo contengono. In questo
campo, negli ultimi anni, l'industria dentale tedesca ha investito
ingenti risorse ed è oggi leader mondiale in molti segmenti
produttivi. In questo caso un costo più elevato può essere
ampiamente giustificato.
Cosa si deve fare quando si distacca un bracket?
È necessario informare dell'accaduto il proprio ortodontista e
fissare subito con lui un appuntamento per procedere al
reincollaggio del bracket o alla sua sostituzione con uno nuovo.
Si può avvertire dolore all'inizio del trattamento?
Sì, può succedere perchè all'improvviso i denti vengono forzati
nello spostamento e ciò provoca delle tensioni che possono
risultare temporaneamente dolorose. Tuttavia, in questo caso,
rivolgendosi al proprio ortodontista con una semplice telefonata
si potranno ricevere i migliori suggerimenti per far fronte alla
situazione.
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- tecnica rimovibile Cosa si deve fare se l'apparecchio è difettoso?
È necessario informare dell'accaduto il proprio ortodontista e
fissare subito con lui un appuntamento per riparare l'apparecchio.
L'apparecchio ortodontico deve essere portato sempre?
No, ma il più possibile; l'ideale è almeno 16 ore al giorno. Il tempo
preciso, comunque, dovrà essere determinato dall'ortodontista.
A scuola si può anche evitare di portare l'apparecchio, mentre
praticando uno sport o durante i pasti se ne deve proprio fare
a meno. Importante è pulirlo ogni volta che viene rimosso.
Con l'apparecchio in bocca si può parlare normalmente?
Inizialmente la fonazione non risulta particolarmente semplice ed
è necessario un breve tempo di adattamento. Poi, però, tutto
diventa più "naturale" ed anche con una placca ortodontica in
bocca non si avranno più problemi a parlare.
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Glossario
Arco extraorale
parte di una trazione extraorale detta anche "baffo" che consiste in un
doppio arco preformato. La parte esterna viene agganciata all'elemento di
trazione, mentre l'arco interno trasmette la forza agli elementi dentari che
devono essere spostati (quasi sempre i molari)
Bionator
apparecchio ortodontico rimovibile; agisce contemporaneamente
sull'arcata superiore che su quella inferiore
Buccale
o vestibolare, indica il lato delle guance
Dentalastics®
anellini elastici di vario diametro e spessore. Vengono impiegati,
nell'ambito della terapia ortodontica, per ottenere gli spostamenti
dentali desiderati
Distale
indica la direzione che si allontana dalla linea mediana dei denti
Distalizzazione
movimento dei denti in direzione distale (verso il lato posteriore della
bocca)
Extraorale
esterno alla bocca
Gengiva
tessuto mucoso che circonda i denti
Gengivale
indica il lato della gengiva
Intraorale
interno alla bocca
Labiale
indica il lato delle labbra
Legatura
elemento in sottile filo metallico o materiale plastico con il quale viene
fissato l'arco ai brackets
Linguale
indica il lato della lingua
Mandibolare
relativo alla mandibola
Mascellare
relativo alla mascella
Mesiale
indica la direzione che si avvicina alla linea mediana dei denti
Modulo di sicurezza importante elemento di sicurezza di una trazione extraorale. Il suo utilizzo
riduce al minimo la possibilità di procurarsi lesioni con gli archi extraorali
Molare
grossi denti posteriori (6., 7. e 8. dente)
Occlusale
indica il lato delle superfici masticatorie dei denti
Premolare
denti laterali (4. e 5. dente)
Separatori
anellini di gomma che vengono inseriti temporaneamente tra i denti per
separarli tra loro e creare quindi lo spazio necessario all'inserimento delle
bande ortodontiche
Terapia estrattiva
quando i denti sono troppi fitti (affollamento dentale), si può rendere
necessaria l'estrazione di alcuni di essi al fine di creare lo spazio
sufficiente ai restanti e per ottenere un migliore rapporto tra le arcate
Trazione extraorale dispositivo ortodontico composto da un elemento extraorale (trazione) ed
uno intraorale (arco). Entrambi gli elementi sono tra loro connessi tramite
un modulo di sicurezza
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Queste informazioni Le sono state messe
a disposizione da:
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