F. D`olivet

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F. D’olivet
L’Amore, principio di vita e di fecondità… ***il conservatore del mondo e il suo legislatore.
Verità profonda che gli antichi saggi avevano conosciuta e che essi avevano chiaramente
annunciato nelle loro cosmogonie attribuendogli il districamento del caos. Iside e Cerere, così
spesso chiamate legislatrici, non erano che il tipo divinizzato della natura femminile, considerata
come il punto focale vivente dal quale questo amore si era riflesso.
- Il nome di Iside deriva dalla parola ISHAH che significa la femmina, la donna. Il nome di Cerere
ha la stessa radice della parola HERE che vuol dire la sovrana. Questa parola “HERA” forma il
nome Giunone in greco -.
*** Le stesse sensazioni, per quanto derivanti dalle stesse cause, non producevano gli stessi
effetti nei due sessi…*** E’ il germe di tutta la civiltà, il punto seminale da dove tutto sboccia, il
movente possente dal quale tutto deve ricevere l’impulso nell’ordine sociale. Godere prima di
possedere, ecco l’istinto dell’uomo: possedere prima di godere, ecco l’istinto della donna.
…Facciamo astrazione delle passioni che lo Stato sociale ha fatto nascere, e dai sentimenti che
l’immaginazione ha esaltato… consideriamo l’uomo della natura e non quello della società… un
frutto… l’uomo istintivo sentiva il bisogno di mangiarlo prima di possederlo… Mentre una
donna…proverebbe esattamente il contrario…
Questa contraria attitudine nella costituzione morale dei due sessi, stabiliva tra di loro sin dall’
origine, una differenza sorprendente che impediva alle loro passioni di manifestarsi sotto le
stesse forme, facendo nascere dalla medesima sensazione, un altro sentimento; dallo stesso
sentimento un altro pensiero; e di conseguenza, imprimeva loro un movimento del tutto
contrario. Godere prima di possedere e combattere prima di fuggire, costituiva dunque l’istinto
dell’uomo; mentre possedere prima di godere e fuggire prima di combattere, costituiva quello
della donna.
*** I filosofi che hanno creduto che questa passione potesse essere risvegliata e prodotta, in
origine, dall’aspetto di un essere sofferente, si sono sbagliati. L’aspetto del dolore risveglia la
paura e la paura il terrore. *** …le offre i suoi regali. Alla vista di questo, la donna si commuove,
non come crede il suo adoratore, per la soddisfazione di un bisogno reale, ma per quello
allettamento innato che la spinge a possedere. Essa si rende conto immediatamente di tutto il
vantaggio che può trarre da questa occasione per il futuro; e siccome lo attribuisce, e con
ragione, ad un interminabile fascino che ispira, essa sente, nel suo istinto, una sensazione
gradevole che scuote in lei la sfera animica e vi rivela la vanità.
***,,, la Provvidenza e il Destino hanno una maniera opposta di agire,
inerente alla loro essenza contraria. Quello che fa il destino, lo fa anzitutto interamente,
costretto da ogni lato, e lo lascia tal quale l’ha fatto, senza mai spingerlo più avanti, con un suo
movimento proprio; mentre la Provvidenza, non producendo nulla se non in principio, dà a tutte
le cose che da essa emanano, un impulso progressivo che, spingendolo senza posa dà potenza in
atto, le conduce, per gradi, alla posizione di cui sono suscettibili. Se l’uomo appartenesse al
Destino, sarebbe quello che alcuni filosofi non lungimiranti gli hanno attribuito di essere: senza
progresso nel suo cammino e, di conseguenza, senza avvenire. Invece, quale opera della
Provvidenza, egli avanza liberamente nella via che gli è stata tracciata, si perfeziona man mano
che avanza ed in tal modo tende alla immortalità. Ecco quello di cui ci si deve persuadere se si
vuol penetrare nell’essenza delle cose e comprendere la voce di questo profondo enigma
dell’universo che gli antichi simboleggiavano nella figura della Sfinge. L’uomo è di proprietà
della Provvidenza, che, quale legge vivente, espressione della volontà divina, ne determina
l’esistenza potenziale, ma dato che questo essere deve attingere tutti gli elementi della sua
esistenza affettiva nel dominio del Destino, del quale egli è incaricato di dominare e di
regolarizzare le produzioni, deve farlo sviluppando la sua volontà efficiente, assolutamente
libera nella sua essenza. Dall’uso di questa volontà dipende la sua ulteriore sorte. Mentre la
Provvidenza lo chiama e lo dirige a mezzo delle sue aspirazioni, il Destini gli resiste e lo trattiene
a mezzo dei suoi bisogni. L e sue passioni, che gli appartengono, lo piegano con forza dall’uno o
dall’altro lato.
*** L’uomo è un germe divino che si sviluppa a mezzo delle reazioni dei suoi sensi. Tutto in lui è
innato, tutto: quello che riceve dall’esterno non è che le occasioni per le sue idee e non le sue
idee in sé…
ISIDE “ISHAH” = femmina, la dama = CERERE
HERMAN o GHERMAN radice di HER = EMINENZA, SOVRANO
BOREANO = BARONE
SUDEANO – SYD – CID
HERCOLL (capo di tutti) HERRCULE
CELTO “HELD” eroe
SCITO – CUTH o SCUTH = sputo
SABEISMO “ZAAB” – sole (africa), Padre vivente o risplendente, Ebraico ZEHB, l’oro
ATLANTICI = ATTA, il Padrone, l’Antico,il Padre e LANT, la distesa universale
HEROLL – ERCOLE – ROLL o RAULL + LAND = HERROLAND, ORLAND o ROLAND
RAM = ARIETE. LAM = AGNELLO
La lingua con la molteplicità degli idiomi tradisce l’imperfezione degli organi. S e l’uomo fosse
perfetto, una sola lingua sarebbe compresa e parlata da una estremità all’altra della terra.
La parola dunque, non si presenta ovunque nella stessa forma e con gli stessi attributi, ci si deve
dal fatto che gli organi demandati a produrla all’esterno, non sono gli stessi presso tutti i popoli,
in tutte le ere; ma ancora che ricevono un impulso che lo spirito umano modifica secondo il suo
stato temporale.
Il verbo si veste della sua essenza e si manifesta nel discorso e una grande rivoluzione ha luogo
nella parola. Non appena lo spirito dell’uomo lo ha sentito, immediatamente ne è penetrato. La
sostanza si accende, La vita verbale circola. I mille nomi che anima divengono versi particolari.
Oggi le parole sono fallaci e con esse i sofisti sanno fare autentici giochi di prestigi facendole
diventare strumenti del paradosso. Argomentando si può sostenere ogni tesi, si può dimostrare
il pro e contro con lo stesso successo. Solo a forza di approfondimenti, il pensiero giunge a
cogliere mentalmente ogni cosa, tanto idealmente, quando nel suo rapporto con l’universalità.
…E’ lui che gli Indiani adorano sotto il suo nome proprio di Rama.
E’ lui che il Tibet, la Cina, il Giappone e le immense regione dell’Asia del nord conoscono sotto il nome di
“LAMA”, o di “FO”, di “PA”, di “PA-PA”, di Padi-Shah, o di PA SI-P (la parola “Ram” significa propriamente
un “Ariete”: ed è così che sono stati designati col simbolo dell’ariete Osiride, Dioniso e persino Giove.
L’agnello, attribuito più particolarmente alla parola “Lam”, non è stato meno celebre.L’agnello bianco o
nero indica le diverse orde di Tartari. Con nomi di FO, di Pa, di Pa-Pa, si intende il Padre per eccellenza.
“Pa-dishar” significa il monarca paterno, e “pa-si-pa”, il Padre dei Padri).
E’ lui che i primi antenati dei Persiani, gli Iraniani, hanno chiamato “GIAM.SHYD”, dato che fu il primo
monarca del mondo. // …come il primo uomo che Ormuz abbia favorito con la sua ispirazione. Egli lo
chiama ovunque il Capo dei Popoli e degli armenti, il potentissimo e il fortunatissimo Monarca.
Arrien, che dà a Roma il nome di Dioniso, cioè l’intelligenza divina, riferisce che questo principe insegnò
agli uomini a seminare le terre, a coltivare la vigna ed a fare le guerre, ( GIAN o GEAN o JAN o ZAN,
secondo i dialetti GIAN che significa propriamente il mondo, allo Spirito universale, a tutto quello che
spirituale ed alcolico, ed infine al vino, ne risulta che Rama, Osiride, Dioniso o Bacco, che non sono che lo
stesso personaggio sotto differenti nomi, siano considerati a volte come la Intelligenza universale, a volte
come il Principio spirituale od alcolico di tutte le cose, ed infine, a causa di una materializzazione assoluta
dell’idea primitiva, come il dio del vino).
…per loro (i Celti del culto di Thor) essi rappresentavano un Popolo smarrito, “Eskawander” Iask, Osk,
Esk, l’idea di un bosco. Wander del primitivo Wander più Osk, per significare un popolo errante o
smarrito. Wander, un vertice, una bufera (ingl e ted Wind, franc Went, latino ventus.).
Divenuto in seguito il nome generico di tutti gli eroi che si resero celebri per gesta clamorose: SCANDER.
Il primo, RAMA, come SCANDER ha due corna a causa dell’Ariete che aveva assunto per emblema.
Queste due corna sono divenute singolarmente celebre in seguito. Sono state messe sul capo di tutti i
personaggi teocratici. Hanno dato la forma della Tiara e della Mitria. Infine, è ragguardevole che l’ultimo
degli Scander, Alessandro il Grande, portava il nome col quale questo antico eroe era stato designato.
(SCANDER più l’articolo arabo “al”).
Celti. (i Ripuari da ripa o riba, che significava una riva (spiaggia; e di Salici, a causa della parola Sal o Saul
che esprimeva un’eminenza). I Ripuari passarono per effeminati e fiacchi, e venne loro dato il nomignolo
di RANE, a causa delle loro paludi. I Salici , a contrario, vennero accusati di rusticità e di mancanza di
spirito, e vennero designati coll’epiteto di GRU, a causa delle alture che coltivavano. La loro insegna
s’innobilì di molto in seguito sino a diventare l’aquila romana. Lo stesso avvenne per le rane dei Ripuari
che sono diventati in seguito i fiori di giglio dei Franchi.
(Gli Alani dà All-ans, gli eguali in sovranità; gli Allemani, gli eguali in virilità; i Vandali, quelli che si
allontanavano da tutti; i Frisani, i figli della Libertà; i Quadi, i parlatori; i Cimbri, i tenebrosi; gli Svabi, i
superbi; gli Allobrogi, i compositori di ogni legame, gli Scandinavi, quelli che erano sulle navi; i Franchi, gli
spaccatutto, quelli che nessuno frena; i Sassari, i figli della natura).
…il dio che Bharat offriva all’adorazione dei popoli si chiamava WODHA, cioè l’eternità, o meglio il tipo di
tutto quello che è eterno; l’eterna bontà, l’eterna saggezza, l’eterna potenza, ecc. Gli Indù lo conoscono
ancor oggi sotto il nome di BOUDH, ma molto menomato della sua antica grandezza a causa del
considerevole numero di innovatori che hanno usurpato il suo nome. Il nome di questo antico Wodh si
trova in tutti i culti e in tutte le mitologie della terra. Il soprannome più comune che gli dava Bharat, era
IBWARA, cioè l’Essere supremo.
(Indù significava Negro. E da questa parola che deriva la parola Indaco, e forse l’inglese ed il belga ink,
l’inchiostro).
…(…si vede un Ariete che fugge, la testa rivolta all’indietro, l’occhio fissato sul paese che abbandona.
Ecco la situazione di Rama che abbandona la patria. Un Toro furioso sembra volersi opporsi al suo
cammino; ma la metà del corpo, immerso nel fango, gli impedisce di mettere in atto il suo piano; egli
cade sulle sue ginocchia. Sono i Celti, designati dal loro proprio simbolo che malgrado tutti i loro sforzi
finiscono per sottomettersi a Rama. I Gemelli che seguono esprimono molto bene la sua alleanza coi
selvaggi Turaniani. Il Cancro significa le sue meditazioni ed i suoi ritorni su se stesso. Il Leone, i suoi
combattimenti e soprattutto l’isola di Lanka designata da questo animale; la Vergine alata, che porta una
palma nella mano, indica la sua vittoria. Colla Bilancia non ha egli caratterizzata l’eguaglianza da lui
stabilita tra i i vinti e i vincitori? Lo Scorpione può ricordare qualche rivolta, qualche tradimento; e il
Sagittario la vendetta che ne seguì. Il Capricorno, l’Acquario e i Pesci si riferiscono maggiormente alla
parte morale della sua storia; essi ricordano avvenimenti della sua vecchiaia e forse coi due Pesci ha
voluto esprimere il modo col quale egli credeva che la sua anima sarebbe stata incatenata a quella del
suo successore).
… E ben presto si accorsero con stupore che quello che essi sino allora avevano considerato come il
prodotto di un’Unità assoluta, era quello di una Duità unita. Senza dubbio avrebbero potuto rimettere
tutto a posto, considerando i due Principi, l’esistenza dei quali si vedevano costretti ad ammettere, come
principiati, invece di considerarli come principianti, che è poi quello che fece qualche secolo più tardi il
primo Zoroastro. Abituati a vedere tutto in ISWARA, non ebbero la forza di spodestarlo dalla sua
supremazia, e preferirono duplicarlo, per così dire, ed aggiungere un nuovo principio che chiamarono
PRACRITI , cioè la Natura. Questo nuovo principio possedette il SACTI, ovvero il potere concettivo, e
l’antico ISWARA, il VIDJA, ovvero il potere generativo e vivificante.
Il risultato di questo primo passo che di assai lunga durata, fu dunque, quello di far considerare
l’Universo come il prodotto di due principi che possedevano ciascuno nel suo ambito, l’uno la facoltà del
maschio e l’altro, quello della femmina. …Presso la maggior parte dei popoli si trovano questi due
Principi invocati sotto una quantità di nomi. Sono quelli che Sanchomiatan chiamava HIPSYTOS ,
l’altissimo; e sua moglie BEROUTH, la Creazione o la Natura. Gli Egiziani , i Greci, i Latini, avevano
un’infinità di epiteti per designarli. Quelli che noi usiamo più comunemente in poesia si concentrano nei
nomi mitologici di Saturno e di Rea, corrispondenti a quelli di ISWARA e PACRITI.
( i nomi di Saturno e di Rea significano il Principio igneo e il Principio acqueo. Le due radici che lo
compongono si riconoscono nei nomi delle due Razze sudeana e boreana).
… agli inizi vennero chiamati per derisione i partigiani di IRSHOU (secondogenito del re Angra) i PALLIS,
cioè in sancito i PASTORI (PAL, celtico, bastone allungato da pastore o da scettro).
I seguaci della facoltà femminile in seguito vennero soprannominati YONIJAS, YAWANAS, IONIOI, cioè
IONICI; e dato che per ragioni misteriose avevano preso per insegna il colore rosso tendente al giallo,
venne dato loro anche il nome di PINKSHAS o di FENICI che significa i ROSSI. (Il nome PALLI, cambiato in
quello di BALLI, per i Caldei, gli Arabi, gli Egiziani secondo nazioni e dei tempi, Governatore,Signore,
Sovrano e persino Dio. Bali… Palazzo, come dimora del sovrano… E a causa della Colomba rossa che
questi popoli portavano sugli scudi gentilizi, che l’uccello araldico chiamato FENICE è diventato così
celebre).
Gli Indù, loro antagonisti, rimasti fedele al culto della facoltà maschile, nella Divinità, ebbero anch’essi le
loro denominazioni distinte (segno chiamato LINGA , in sanscrito, PHALLOS o PHAKKUS in greco o in
latino, è riconoscibile, per quanto alterato nell’ordine di architettura DORICO, in contrasto con quello
IONICO. Di solito questo simbolo si trasforma in quello di testa di Ariete. Lo YONI prende anch’esso la
forma di un fiore di viola mammola; ed ecco perché questo fiore, consacrato a Giunone, era così caro agli
Ionici. Il color bianco, che era quello dei Druidi, come in seguito quello dei Bramini, spiega la parola
bianco sinonimo di saggio, di spirituale e si sapiente. In tedesco si dice WEIS o WISSEN, sapere: ICH WEIS,
io so: In inglese WHITE e WIT, spirito; WITTY, pienoni spirito; WISDOM saggezza. E’ da presumersi che in
francese ARGIENS e gli ALBEINS, cioè i Bianchi, furono avversari dei Fenici in Grecia e in Italia).
I Celti bodoni preferirono espatriare. Una gran parte giunse in Etiopia, il resto si estese nel deserto e si
divise colà in popoli erranti che vennero chiamati EBREI per questa ragione (EBRI significa trasportato,
deportato, espatriato, passato al di là. Ha la stessa radice della parola HARBI, un Arabo). Frattando i
Fenici vennero ad occupare le coste del Mediterraneo. (I Purana degli Indù le danno il nome di
PALLISTHAN: è la Palestina propriamente detta.
L’impero caldeo venne rovesciato. Uno dei capi dei Fenici, Balli, fece la conquista di PLAKSHA, l’Asia
Minore,, e costruì sulle sponde dell’Eufrate, Babele. Questo Bâlli, Belos o Belus dai Greci e dai Latini, fu il
fondatore dell’impero chiamato BABILONESE o SIRIANO o ASSIRO. Gli Ebrei,nemici dei Fenici, dato che
erano i discendenti dei Celti bodoni, diedero a Bâlli il nome di NEMROD, per esprimere la violenza e la
tirannia della sua usurpazione.
Dal Nilo sino all’Eufrate, tutto subì in quei secoli il gioco di questi formidabili Pastori. L’Alto-Egitto
resistette per lungo tempo a loro sforzi a causa dei vigorosi seguaci che aveva la facoltà maschile, sotto il
nome di ISWARA, ISRAEL od OSIRIDE; ma alla fine la facoltà opposta ebbe ovunque il sopravvento; e la
Dea ISIDE, presso i Tebani, e la Dea MILIDA, presso i Babilonesi, vennero ugualmente considerate al
disopra di ADONE. In Frigia la buona Madre MA, chiamata DINDIMENE o CIBELE dai Greci, spodestò ATIS,
il Padre Sovrano, delle sue forze virili.
…I preti Egiziani, costretti a chinare il capo sotto il gioco dei re pastori, pensarono di istituire questi
segreti misteri nei quali la verità seppellita, e riservata solo agli iniziati, non apparve più agli occhi dei
profani che coperto dai più fitti veli…essi inventarono l’allegoria di OSIRIDE tradito, dilaniato, le cui
membra disperse insanguinarono l’Egitto; mentre ISIDE, abbandonata alla più orribile disperazione, per
quanto coronata dalle mani di ANUBIS, e sospettata di aver preso parte a questo vigliacco tradimento,
raccoglie piangendo le membra del suo sposo, e le racchiude in una tomba, all’eccezione di uno
solo,perduto nei flutti del Nilo.
Tra gli Iraniani ZERADOST o ZOROASTRO pretese che ci si era sbagliati nel concepire i due principi
cosmogonici, PSWARA e PACRITI, come principianti e possedenti, l’uno la facoltà del maschio e l’altro la
facoltà della femmina; e che al contrario, bisognava considerarla come principianti. Tutte e due maschi,
ambedue emanati dall’Eternità, WODH; ma uno agente nello spirito quale PRINCIPIO DEL BENE, e l’altro
nella materia, QUALE PRINCIPIO DEL MALE, il primo, chiamato ORDMUDZ, il genio della luce; e l’altro,
ARIMAN, il genio delle tenebre.
Un altro teosofo al di là del Gance FO-HI, pretese che il primo scisma dei PALLIS aveva avuto origine da un
malinteso: era PACRITI o la Materia che possedeva la facoltà maschile, fissa e ignea, mentre ISWARA o lo
Spirito possedeva la facoltà maschile, volatile e umida.
La loro speranza fu ugualmente delusa.
Zaratustra accese una guerra civile e religiosa, il cui definitivo risultato fu la separazione totale dell’Iran. I
popoli che lo riconobbero quale loro sovrano teocratico, si chiamarono PARTI, PARSI o PERSI, a causa del
nome di PARADAS, che gli Indù ortodossi avevano loro dato per derisione. Essi ebbero legislatori
Teocratici che successivamente presero il nome del primo ZERADOSHT, che noi chiamiamo ZOROASTRO.
L’ultimo che apparse ai tempi di Dario, figlio di HISRASPES è quello la cui dottrina seguono ancora i
GHEBRES, conservato nello ZENO-AVESTA. ( I GHEBRI sono i residui dei Popoli celebri che Mose chiama
GHIBORIN, e che i Greci hanno conosciuto sotto il nome di IPERBOREANI.
I due opposti principi, quello della luce e quello delle tenebre, Ormudz e Ariman, vi sono presentati
ugualmente umanati dal TEMPO-SENZA-LIMITI, ovvero l’ETERNITA’, SOLO Principio principiante al quale
sono sottoposti. Il terzo principio che li riunisce si chiama MITRA. Questo principio mediatore
rappresenta la volontà dell’uomo come Ormudz e Ariman rappresentano la Provvidenza e ilo Destino. Il
Principio principiante eterno vi è adorato sotto l’emblema del fuoco.
In quanto a FO-HI (Padre della vita) andò a stabilirsi sui bordi del fiume che egli chiamò fiume giallo,
colore preso per emblema.
Secondo lui, i due Principi Principianti sono lo YN, il riposo, e lo YANG,il movimento, ambedue emanati
da un solo Principio principiante chiamato TAI-KI il Primo Motore.
I due principi YN e YANG danno, a causa della loro azione reciproca, origine ad un terzo Principio
mediatore, chiamato PAN-KOU, l’Essere Universale: esistono dunque tre potenze chiamate Tien-hoang,
Ti hoang e Gin hoang; cioè il regno Celeste, il Regno terrestre e l’animale, ovvero in altri termini: la
Provvidenza, il Destino e la Volontà dell’uomo. Il culto degli Antenati venne ammesso nella religione di
FO-HI ancor più decisamente che in quella di Zoroastro.
E’ a questa emigrazione che i Libri sanscriti attribuiscono l’origine dell’impero cinese che essi chiamano
TCHANDRA-DUOIP, il Paese della Luna mascolizzata; cioè il Paese dove il principio femminile è diventato
maschile. TCHINAS. Mentre l’impero indiano è stato preda di trenta nazioni rivali, mentre lo scettro dei
Fenici, strappato alle loro mani dai Assiri, è passato in quelle degli Egiziani, degli Arabi ed anche degli
Etruschi è tornato di nuovo nelle mani degli Assiri, per cadere in quelle dei Medi, dei Persi, dei Greci, dei
Romani, ed infine i suoi rottami sfuggiti alla rovina di Costantinopoli si sono dispersi su tutti i paesi
dell’Europa; la Cina è sopravvissuta… e non ha mai potuto essere conquistata senza che la forza della sua
costituzione non abbia subito asservita i suoi stessi conquistatori.
…per quanto riguarda l’Eternità assoluta, Dio solo la possiede. L’Eternità assoluta determina il principio
ed il modo. Tutte le forme sono sotto il dominio del tempo; il tempo stesso non è che la successione delle
forme; le solo essenze sono indistruttibili perché esse appartengono, in base al loro principio, all’essenza
assoluta.
La Forma, il Tempo. L’Eternità relativa, sono delle emanazioni, l’Essenza, lo Spazio, l’Eternità assoluta,
sono delle identità divine. Tutto quello che costituisce queste identità è immutabile; tutto quello che
appartiene a queste emanazioni può cambiare. Le Forme, succedendosi le une alle altre, producono il
Tempo, il Tempo dà origine alla eternità relativa; ma questa eternità, e il tempo che la misura, e le forme
che la riempiono, svaniscono ugualmente nell’Essenza che dà le forme, nello Spazio che crea il Tempo, e
nell’Eternità assoluta che avvolge l’eternità relativa.
Tutto ha il suo peso, il suo numero, e la sua misura…la volontà dell’uomo è là per conservare ogni cosa
nei giusti limiti, sia nel regno vegetale che in quello animale, e per impedire che le piante nocive e gli
animali pericolosi si moltiplicano quanto le loro forze lo consentirebbero…/ questa Volontà, tuttavia, non
è in grado di mutare la natura intima di nessuna cosa, ne di sottrarla alle leggi del Destino, nel dominio
del quale essa è costretta a ricavare il suo nutrimento.
I Fenici, alleatesi col resto dei Celti, adottarono il culto di Thor…il suo nome è TIRO in seguito MELICARTZ
(Melicerte). In quanto a TEUTAD gli diedero il nome eccelso di MOLOC, il Re, o quello di KRON,
l’incoronato. Nel corso dei secoli divenne il famoso Kronos dei Greci, il Saturno degli Etruschi, dal quale
emanarono tutti gli altri Dei mitologici degli antichi Politeisti.
(I greci confondono il nome di Kronos, l’Incoronato, con quello del tempo CRONOS, quello che scorre, han
finito per fare di Saturno il Dio del tempo).
Fu sulle rive dell’Eufrate la prima nazione che ebbe la gloria di sottrarsi al gioco dei Fenici, che avendo la
facoltà maschile riprese la dominazione sulla facoltà femminile, venne di muovo adorato il suo simbolo
sotto il nome di BAL-ISWARA-LINGA.
…Il primo conquistatore NINUS, cioè il figlio del Signore. Conquistò l’IRAN che assunse il nome di PERSIA.
La dinastia del primo ZOROASTRO si chiamava MAHABAD, la grande saggezza. Questa venne sostituita da
quella dei PISHDADIENS, o dei Giudici. Quest’ultima dinastia scomparve coll’avvento di KAI-KOSRON
(CIRO).
NINO, dopo aver esteso le sue conquiste nella Scizia e tra i Celti d’Europa, rivolse contro l’India per far
risorgere l’impero di RAMA. Ma morì e gli succedette la sposa divenuta celebre sotto il nome di
SEMIRAMIDE, cioè lo splendore di RAMA, e prese per insegna una colomba bianca. (La parola SEM o
SHEM significa un segno, un luogo, un nome, una cosa splendente.
Un uomo apparve nel mondo voluto dalla Provvidenza. Nato tra i Pastori col nome di GOPALLA (significa
Bifolco, è il BOOTES dei Greci, che gli Arabi chiamano ancora MAUFFRID-al- RAMI, colui che spiega Rama)
fu in seguito chiamato KRISHNA, l’Azzurro-celeste, a causa del colore azzurro che prese per emblema. I
Bramini lo considerano l’ottava incarnazione di VISNU’.
KRISNA affermò l’essenzialità dei principi maschili e femminili per la produzione degli esseri ma
eternamente separate se una terza facoltà non disse loro il mezzo per riunirsi. Questa facoltà che egli
attribuì a VISNU’ venne da lui concepita come una specie di legame medio tra ISWARA e PRACRITI,
l’anima che unisce lo Spirito e la Materia. Le due facoltà sono indipendenti e isolate negli esseri fisici e
principianti ma non negli esseri intellettuali e principianti. Ammettendo una specie di ermafrodismo
universale insegnò che ogni principio cosmogonico era doppio. Quindi lasciando da parte l’Essere
assoluto WODH (i Bramini chiamano anche KARTA, il primo Motore; BARAUASTON, il Grande Essere;
PARASASHY, il sole Sovrano ecc. Il suo nome misterioso, che essi non pronunciavano, Est OM nome
composto di tre lettere , A, U, M, rappresenta VISNU’, SCIVA, e BRAMA che sono per KRISHNA una
divinità e non sono che le facoltà manifeste dell’Eternità assoluta) …/ Si deve intendere per BRAMA, lo
spirito o l’ Intelligenza; per VISNU’, l’Anima o l’Intelletto; e per SCIVA, il corpo o l’Istinto.
Tra le tre persone di questa Trinità, il profeta indiano scelse VISNU’ allontanando i simboli del LINGA e
dello YONI e prese per emblema quello dell’OMBELICO, come per riunire gli altri due, e caratterizzando in
tal modo la dottrina dell’ermafroditismo divino che egli istituiva.
NINO e SEMIREMIDE cercano di vincere l’India, e dopo di loro il LARTE, SÈTHOS, ne fece la conquista.
SETHOS, venuto dall’Etruria era il 17° monarca dopo AMOSIS, quello stesso che mise fine in Egitto al
regno dei Pastori.
L’Assiro NINO fu il primo conquistatore politico e con SEMIRAMIDE che lo succedette. Babilonia tenne lo
scettro del mondo sino all’avvento dei Faraoni, AMENOPHIS ed ORO, che lo dettero all’ Egitto circa sii
secoli dopo. I Pastori affluirono parte in Palestina e parte i LIBIA (linguaggio atlantico, LYB, cuore. L’Africa
deriva dal celtico APRI, feroce, barbaro).
La guerra scoppiata tra l’Asia e l’Europa fu lunga e terribile. Nel periodo che va dal regno dell’Assiro
Beloco sino a quello dell’Egiziano ORO, non si vedono che disastri e calamità… la volontà dell’uomo si era
dato al destino…Tutto quello che era possibile fare in quel frangente era quello di conservare il deposito
delle antiche tradizioni ed i principi delle scienze, al fine di restituirle a dei popoli nuovi. La Provvidenza
ne concepì il pensiero, e questo progetto in potenza non tardò a passare in atto…
…Tre uomini straordinari apparvero sulla terra; ORFEO, presso i TRACI; MOSÉ, presso gli EGIZIANI;
BUDDA, presso gli INDU’, prima chiamato FOÊ e poi SAKYA……ORFEO ha rivestito coi più brillanti colori le
idee di RAMA, ZOROASTRO e KRISHNA. MOSÈ, tramandandoci l’UNITA’ divina degli Atlantici, FOÊ,
rivelando i misteri delle esistenze successive, mostrando lo scopo della vita, ha parlato al cuore
dell’uomo…Questi tre uomini, che partono ugualmente dalla stessa verità, ma che si impegnano in modo
particolare a farne risaltare uno dei volti…
All’epoca in cui ORFEO apparve, l’Egitto dominava sulla terra: aveva diminuito la potenza di Babilonia,
fatto alleanza con gli Etiopici e gli Arabi.
Un fortissimo litigio era sorto in Egitto tra due fratelli, RAMESSES soprannominato GÔPHT, il superbo e
ARMESSES DÔNTH, il modesto. Il primo, rimasto vincitore, costrinse il fratello ad espatriare che passò in
Grecia, dove creò parecchie colonie. E’ lui che i Greci chiamano DANAUS su cui hanno imbastito parecchie
favole mitologiche.
GÔPTH il cui nome è stato cambiato in quello di EGYPTUS, diede per i Greci, il suo nome all’Egitto, che
prima di questo evento si chiamava CHEMI o MITZRAH. (L’articolo fenicio HA, reso in greco dall’articolo O
che messo davanti alla parola GÔPTH ne ha fatto HA- GÔPTH, cambiato in seguito in AEGYPTUS. Il nome
moderno di COPTI è una prova di questa derivazione).
Fu una di queste colonne che ORFEO, tracio di origine, ma iniziato a TEBE ai misteri sacri dai preti egiziani,
passò in Grecia. Vedendo una Grecia diversa e una buona quantità di piccoli sovrani che non volevano
assolutamente più riconoscere la supremazia dei Traci, li persuase a riunirsi insieme a mezzo di una
confederazione politica e religiosa, e offrì loro un punto di riunione sul monte PARNASSO nella città di
PITO (antico nome di DELFI, così chiamata a causa della PIZIA che vi pronunciava l’oracolo di Apollo).
Istituì il consiglio degli ANFIZIONI (quello che fa un Paese di parecchi paesi od un popolo di parecchi
popoli).
…Orfeo ha prodotto PITAGORA, ed è a Pitagora che l’Europa deve SOCRATE, PLATONE, ARISTOTELE ed i
loro numerosi discepoli.
…i tentativi di sostituire i misteri di BACCO a quelli di CECERE che furono funesti. Sembra che gli IONICI,
cioè gli antichi settari delle facoltà femminili, siano riusciti a sopraffarlo… le sue istituzioni gli
sopravvissero, ed i suoi discepolo, chiamati EUMOLPIDI, cioè i PERFETTI ,dettero lustro per lungo tempo
alla Grecia.
Il nome ORFEO significa il Guaritore. Il Medico illuminato, come Esculapio.
MOS‹ , iniziato ai misteri sacri, passò in ETIOPIA a causa di un omicidio che aveva commesso. Fu li che
conobbe la tradizione primitiva degli Atlantici sull’UNIT€ Divina e che ritrovo una parte di quelle tribù
arabe che i Pastori fenici avevano scacciato dallo YEMEN e discendenti da un miscuglio di Atlantici e di
CELTI BODONI e che detestavano quei PASTORI pei quali serbavano il nome di FILISTEI (uomini rozzi e
ignoranti).
…venne ridotto a far da guardiano alle mandrie di JETRO di cui sposò la figlia ZEFORA.
JETRO gli insegnò la tradizione dei suoi antenati e gli diede il libro delle GENARAZIONI DI ADAMO, quelle
delle GUERRE DI IH› A, quello delle PROFEZIE.
Il suo SEFER pervenuto sino a noi mercé il TRIPLICE velo col quale lo ha ricoperto ci ha tramandato la più
antica tradizione che esiste oggi sulla terra.
Gli EBREI non erano un residuo dei Pastori fenici ma un miscuglio avvenuto in Arabia, tra il sangue
sudeano e quello boreano. La loro opposizione alla dottrina ionica li costrinse ad abbandonare la loro
patria, considerati testardi e antisocievoli. MOSE' li condusse alla conquista della Palestina.
Il nome di ORFEO e di MOSE' sono piuttosti dei titoli risultanti dalle loro dottrine, che dei nomi propri.
I punti essenziali della dottrina di FOÊ, il padre vivente, chiamato in seguito BUDDA, l’eterna saggezza, e
SAKVA, l’Essere sempre esistente, si riducono ai seguenti: le anime degli uomini e degli animali sono della
medesima essenza; esse non differiscono tra loro a seconda del corpo che animano, e sono ugualmente
immortali. Le anime umane sole libere, vengono ricompensate o punite a secondo delle loro buone o
cattive azioni.
Il luogo dove le anime virtuose godono di piaceri eterni è governato da AMIDA, il principe del Bene, che
regola ranghi a seconda della entità degli uomini. Ogni abitante di questo luogo fortunato, in qualsiasi
grado sia collocato, si fa una dolce illusione di pensare che la sua porzione è la migliore, e che non deve in
alcun modo invidiare la felicità altrui. Tutti i peccati vi vengono cancellati dalla misericordia di AMIDA e
per sua intercessione. Non vi è più sofferenza tra gli uomini e le donne. I due sessi godono degli stessi
vantaggi, secondo la dottrina di KRISHNA.
Il luogo destinato alla punizione dei cattivi non comprende affatto delle pene eterne. Le anime colpevole
non vi sono tormentate che in relazione ai crimini che hanno commesso ed i loro tormenti sono più o
meno lunghi secondo l’intensità delle anime… Una volta che queste anime hanno espiato i loro crimini,
esse vengono rinviare sulla terra per passare nei corpi degli animali immondi le cui inclinazioni si
accordano con i loro vecchi vizi. La loro trasmigrazione si fa in seguito dagli animali più vili a quelli più
nobili sino a quando esse sono degne, dopo una intera purificazione, di rientrare nei corpi umani: allora
esse percorrono lo stesso cammino che avevano già percorso, e subiscono le stesse prove.
Tre principi da lungo tempo confusi nell’unità, dividendosi davano origine a tre forme di governo del
tutto nuove. In Asia la massa del popolo sottomessa all’individuo, subiva il dispotismo sotto le leggi del
destino; in Europa, l’individuo sottomesso alla massa, si piegava sotto la democrazia, e seguiva l’impulso
della volontà dell’uomo; In Arabia, in Egitto, in Etiopia, e soprattutto in Palestina, una specie di potenza
intellettuale priva di forze e di mezzi apparenti, governava individualmente dei popoli, indifferentemente
in preda a tutte le forme di governo, fluttuando tra mille visioni e mille opinioni differenti e mutando
sotto l’arbitrio sotto l’arbitrio di questi capricci, le più sublime verità in superstizioni e pratiche puerili.
Dopo DANAUS l’Egitto si indebolì passando sotto la dominazione degli Etruschi con il Laerte SETHOS. Gli
Egiziani riuscirono a riprendere la loro influenza ma furono sopraffatti prima da LIDIANI, discendenti dei
Fenici, e poi da Rodiani.
…il MANU degli Indiani diventava il MINOSSE dell’isola di Creta, e lo SCANDER dalle due corna, il figlio di
SEMELE…
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