UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
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Padova, 20 novembre 2013
L’UNIVERSITÀ DEDICA UN’AULA A LANFRANCO ZANCAN
Ricercatore, militante della Resistenza, docente universitario, assessore ai lavori pubblici:
con la sua attività politica, professionale e associazionistica Lanfranco Zancan ha segnato la storia
di Padova e della sua Università, contribuendo indelebilmente allo sviluppo economico, sociale e
culturale della città.
Venerdì 22 novembre alle ore 12.00
l’Aula B del Dipartimento di Scienze del Farmaco
in largo Meneghetti 2 a Padova
sarà dedicata a Lanfranco Zancan
Interverranno: Giuseppe Zaccaria, Magnifico Rettore dell’Università di Padova, Ivo Rossi,
Vice Sindaco del Comune di Padova, Lorenzo Cima, Professore Emerito dell’Università di
Padova, Carlo Fumian, Docente di Storia Contemporanea Università di Padova, e Chiara
Saonara, Istituto Veneto per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea
Lanfranco Zancan, nasce a Padova il 27 febbraio 1912. Il padre Giuseppe e il nonno Leandro Sotti,
erano medici di chiara fama ed entrambi furono primari dell’Ospedale civile della città. Nel luglio del 1935,
sotto la guida del professor Achille Roncato, Zancan si laurea anch’egli in Medicina e Chirurgia ottenendo,
con una tesi sperimentale dal titolo “Lo zinco in biologia”, il massimo dei voti e la lode. Presta il servizio
militare tra il 1936 e il 1937 in funzione di Ufficiale medico e in seguito entra nell’Istituto di Farmacologia
prima come assistente incaricato e dal 1939 come assistente ordinario. Sotto la guida del professor Egidio
Meneghetti, svolse la propria ricerca nel campo della chemioterapia, della farmacologia classica e della
tossicologia. Ottenuta la libera docenza in Farmacologia, di ritorno dalla guerra e dopo la Resistenza, la
Facoltà di Medicina gli affida l’incarico di insegnamento di Idrologia medica che ha conserverà fino al 1982.
Richiamato alle armi nel 28 maggio del 1940 Zancan partecipa alle operazioni di guerra svoltesi alla
frontiera alpina occidentale (giugno 1940), a quella greco-albanese (novembre 1940-aprile 1941) e nei
Balcani (luglio 1941-settembre 1942). Due volte decorato sul campo di battaglia per il coraggio e
l’abnegazione con cui assolve alle proprie funzioni di ufficiale medico, rientra a Padova in quanto affetto da
tifo ed è di nuovo in rapporto stretto con Egidio Meneghetti.
Tra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945 Lanfranco Zancan, collabora con il nucleo della
resistenza dell’Università di Padova e collabora con Concetto Marchesi ed Ezio Franceschini. Dal luglio
1944 è attivo tra i Volontari della Libertà e farà parte, in qualità di comandante delle Brigate del Popolo del
Veneto, del Comando Regionale Veneto, strumento della rivolta armata del CLN Veneto. A gennaio del
1945, dopo l’arresto di Meneghetti, Ponti e del fratello Giorgio, lascia Padova per Milano dove con Achille
Marazza, Mario Ferrari Aggradi e Augusto de Gasperi vive i mesi che precedono la giornata del 25 aprile.
Nel settembre del 1945, Zancan viene chiamato a far parte della Consulta Nazionale, designato
dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Nel giugno del 1949, quando a Milano Parri fonda l’Istituto Nazionale per la storia della Resistenza,
promuove con altri a Padova l’istituzione della sede veneta di cui, fino alla sua morte, sarà vicepresidente.
Nel marzo del 1946, e successivamente nel maggio del 1951, ha fatto parte della Giunta del Comune di
Padova, presieduta dal Sindaco Cesare Crescente, in qualità rispettivamente di assessore all’Igiene e ai
Lavori pubblici. Sono gli anni in cui Lanfranco Zancan, tra il 1948 e il 1952, presiede l’Azienda di cura di
Abano, mentre nel 1956, lasciata la civica amministrazione, è chiamato a far parte, come vicepresidente del
comitato esecutivo, poi come consulente medico, del Cottolengo veneto. Non eletto alle politiche del 1958,
Zancan continua a operare nell’Università, nella città di Padova e partecipa allo sviluppo economico e
sociale della città operando all’interno del Consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Padova
e Rovigo. Collabora, all’inizio degli anni Sessanta, all’istituzione della Fondazione Zancan, dedicata alla
sorella Emanuela. Muore il 14 novembre 1987.
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