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Cineteatro Stella
via Pezzotti 53 - 20141 Milano
GRAVITY
Regia:
Sceneggiatura:
Fotografia:
Scenografia:
Musica:
USA 2013
Alfonso Cuarón
Alfonso Cuarón, Jonas Cuarón
Emmanuel Lubezki
Montaggio: Alfonso Cuarón, Mark Sanger
Andy Nicholson
Costumi:
Jany Tenime
Steven Price
Durata:
92'
INTERPRETI: Sandra Bullock (Dott.ssa Ryan Stone) George Clooney (Matt Kowalski)
IL REGISTA Alfonso Cuarón Orozco (Città del Messico, 28/11/1961) è regista,
sceneggiatore, produttore cinematografico e montatore. Studia cinema e filosofia all'UNAM,
lavora nella televisione in Messico come tecnico e poi come regista. Nel 1995 gira il suo primo
film prodotto negli USA, La piccola principessa, seguito da Paradiso perduto ('98) e da Y tu
mamá también (2001), Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), I figli degli uomini
(2006), Gravity (2015).
IL FILM Blockbuster di contenuto per due figure più voci, dove le profondità dell'animo
umano si rivelano in una messa in scena interamente in computer grafica, tra fantascienza e
avventura pura. 7 Oscar, 1 Golden Globe, 6 BAFTA.
LA CRITICA "Gravity è un film sorprendente (in positivo). Alfonso Cuarón è riuscito a
dosare gli elementi con cura: l’azione e la contemplazione, il dramma e l’understatement
'clooneyano' (c’è un colpo da fuoriclasse nel pre-finale), la suspense e il dolore sincero. Alla
fine senti davvero la fatica e la gioia della gravità. Perché prima hai percepito il vuoto, la bolla
esistenziale dentro cui vive il personaggio interpretato da Sandra Bullock (altra bella sorpresa),
che deve spogliarsi della vecchia vita per ritrovare un senso, un peso.
Tutto questo dentro un film che al di là dei simboli espliciti, i lirismi (una lacrima che vaga
senza gravità), le battute inevitabili, riesce a farci amare quei due personaggi alla deriva. Riesce
perfino a riconciliarci con il 3D, che disegna una profondità in cui si può cadere all’infinito e
consente di percepire meglio quella dimensione in cui non c’è orizzonte e le cose non hanno
resistenza. Meta-fisica."
(F. Tassi – Cineforum)
"Una storia che abbiamo già visto mille volte al cinema (...) Hollywood ha costruito buona
parte della sua mitologia sull'uomo che fa tesoro delle debolezze per superare i propri limiti,
però bisogna dire che Cuarón, che ha firmato la sceneggiatura con il figlio Jonas, sa trarre il
meglio dall'incalzare della storia e da un'ambientazione decisamente inedita."
(P. Mereghetti – Corriere della Sera)
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