Lezione 8: Il modello AD/AS: Reddito ed inflazione

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Corso di Scienza Economica (Economia Politica)
prof. G. Di Bartolomeo
Lezione 8:
Il modello AD/AS: Reddito
ed inflazione
Facoltà di Scienze della Comunicazione
Università di Teramo
Variabili nominali e variabili reali
Rimuoviamo l’ipotesi che P  P̄  1 . Diventa rilevante
la distinzione tra variabili nominali e variabili reali.
VARIABILI NOMINALI:
sono quelle espresse nell’unità di conto.
VARIABILI REALI: sono quelle espresse in unità di prodotto
nazionale. Si ricavano dalle corrispondenti variabili reali
dividendo per P.
Ci interessa di più il prodotto reale (da cui dipende
l’occupazione) di quello nominale.
ASSENZA DI ILLUSIONE MONETARIA:
in coerenza con l’ipotesi di
razionalità , le scelte economiche dipendono dalle variabili
reali e dai prezzi relativi (che sono i prezzi in unità di conto
divisi per P)
I simboli dei modelli precedenti indicano, salvo esplicito avviso,
variabili reali : Y è il prodotto reale, C il consumo reale, ecc.
Il modello IS-LM con P variabile
Se vale l’ipotesi di assenza di illusione monetaria, nella IS non
cambia nulla, salvo che ora tutte le variabili sono reali :
Y  mĀ − br
Anche la domanda di moneta è espressa in termini reali :
L  kY − hr
̄ ).
Ma la banca centrale controlla l’offerta nominale di moneta ( M
Perciò la LM va scritta così:
̄
M
P
 kY − hr
ossia offerta reale di moneta uguale a domanda reale di moneta.
Risolvendo il modello col solito procedimento si arriva a
Y  m1Ā  m2
̄
M
P
Risultato che mostra che P ha effetti reali : ∆P > 0 → ∆Y < 0.
La curva della domanda aggregata
̄
Il grafico della funzione Y  m 1 Ā  m 2 MP (con Y in ascissa e P in
ordinata) è una curva decrescente asintotica rispetto all’asse delle
ascisse. Viene chiamata curva della domanda aggregata (AD).
La curva AD dà, per ogni valore di P, la quantità di prodotto che
le imprese possono vendere (ricordiamo che la AD è stata ricavata
dal modello IS-LM, per cui si ha, appunto, Y = E).
La posizione della AD dipende
P
da A e da M: si ha ∂Y  m 1  0
∂A
(A controlla l’asintoto verticale)
∂Y
 mP2  0. Perciò ∆A > 0
e ∂M
e/o ∆M > 0 spostano a destra la
curva AD.
Dunque, la politica economica
AD
0
controlla la posizione della AD.
Y
Variazioni di P ed “effetto Keynes”
̄
m2 M
Dalla AD segue che dY
. Qual è il meccanismo di

−

0
2
dP
P
trasmissione da P a Y? Ricordiamo che P compare nella LM. Una
diminuzione di P comporta un aumento dell’offerta reale di
moneta; perciò sposta in basso la LM e ha, di conseguenza, un
effetto espansivo sul prodotto Y.
̄ /P V . Si ha Y = YV
Nel grafico la posizione della LMV dipende da M
. si passa a PN < PV , si ha un
Se
r
LMV
aumento dell’offerta reale di
IS
LMN
̄ /P V  M
̄ /P N ) e la
moneta ( M
LM si sposta in basso. Il
prodotto aumenta (YN > YV ).
Il meccanismo è lo stesso dell’effetto Keynes (vedi LEZIONE 7),
0
ma è innescato da ∆P.
YV YN
Y
Effetto ricchezza
L’effetto Keynes incontra un limite nella diminuzione del tasso di
interesse (trappola della liquidità). Ma c’è un altro effetto che
provoca dY
 0 lungo la AD: l’effetto ricchezza (o effetto Pigou).
dP
(o patrimonio) delle famiglie è il complesso dei beni
dei titoli e della moneta che esse possiedono: PK + M + B.
RICCHEZZA REALE: si ottiene dividendo la ricchezza per P:
RICCHEZZA
K
MB
P
∆P < 0 accresce la ricchezza reale.
La ricchezza reale influenza positivamente il consumo [vedi NOTA]
Ne consegue che la diminuzione di P fa aumentare il consumo:
ΔP  0 → ΔC  0 → ΔE  0 → ΔY  0
Questo meccanismo di trasmissione è noto come “effetto Pigou”.
Offerta aggregata
La scheda AD è un “luogo” di punti di equilibrio, uno per ogni
livello di P. Per determinare Y* abbiamo bisogno di un’altra curva.
Quest’altra relazione tra P e Y esiste, si chiama curva di offerta
aggregata (o scheda AS) e (a certe condizioni) è crescente.
Essa indica, per ogni dato livello di P, quale è la quantità prodotta
Y che le imprese vogliono produrre e vendere.
L’incontro della scheda AD e
P
AS
della scheda AS determina
l’equilibrio macroeconomico,
ossia i livelli Y* e P*.
La scheda AD si ricava dal
P*
modello IS-LM. Da dove si
AD
ricava la scheda AS ? La si
ricava dalle scelte delle imprese. 0
Y*
Y
Il modello AD-AS
Il modello macroeconomico imperniato sulla combinazione della
curva della domanda aggregata e della curva di offerta aggregata
è noto come modello AD-AS. È sintetizzato dal sistema
Y  m 1Ā  m 2
P
̄
W

Y
̄
M
P
1−

Mentre P è una variabile (endogena) questa versione del modello
AD-AS si basa sull’ipotesi (essenziale) di rigidità nel breve
periodo del salario nominale (esso resta una variabile esogena):
̄
WW
Il modello AD-AS fornisce molte altre informazioni. Permette di
calcolare: (i) il livello dell’occupazione; (ii) il livello del salario
reale; (iii) il livello e la natura della disoccupazione.
Torniamo al lungo e breve periodo
Politiche della domanda espansive
Commento ed effetti composizione
Uno shock di domanda (es. variazione negativa della aspettative
di investimento, quello autonomo) sposta la domanda aggregata
in DA1, portando il reddito al di sotto del suo potenziale, YP.
La politica economica deve spostare la DA in DA2, quindi
1. Politica monetaria espansiva (riduzione del tasso di sconto). In
questo caso il tasso di interesse scende, quindi si ritorna su YP
aumentando la quota della spesa investimenti privati)
2. Politica fiscale o di bilancio espansiva (aumento della spesa
pubblica). In questo caso il tasso di interesse cresce, quindi si
ritorna su YP aumentando la quota della spesa per consumi)
3. Policy mix: politica fiscale espansiva con politica monetaria
accomodante. Il tasso di interesse non varia e quindi si ritorna
su YP senza che la sua composizione sia variata.
Si ritorna sul potenziale, ma diverse politiche implicheranno una
diversa composizione della produzione.
Politiche della domanda restrittive
Commento ed effetti composizione
Uno shock di domanda (es. una variazione delle aspettative degli
investimenti, ossia dell’investimento autonomo) sposta la
domanda aggregata in DA1, portando il reddito al di sopra di YP.
La politica economica deve spostare la DA in DA2, quindi
1. Politica monetaria restrittiva (aumento del tasso di sconto). In
questo caso il tasso di interesse cresce, quindi si ritorna su YP
riducendo la quota della spesa investimenti privati)
2. Politica fiscale o di bilancio restrittiva (aumento della spesa
pubblica). In questo caso il tasso di interesse si riduce, quindi
si ritorna su YP riducendo la quota della spesa per consumi)
3. Policy mix: politica fiscale espansiva con politica monetaria
accomodante. Il tasso di interesse non varia e quindi si ritorna
su YP senza che la sua composizione sia variata.
Si ritorna sul potenziale, ma diverse politiche implicheranno una
diversa composizione della produzione.
La stabilizzazione del ciclo (in sintesi)
Shock di domanda (il caso di shock di offerta, varia OABP, è
simile ma un po’ più complicato) spostano la posizione della
curva di domanda aggregata portando il reddito al di sopra o al di
sotto del suo potenziale (fluttuazioni).
1. Quando il reddito è al di sotto vi è una tensione
sull’occupazione (disoccupazione)
2. Quando il reddito al di sopra sui prezzi (pressione
inflazionistica o inflazione da domanda)
La politica economica nel
1. Primo caso consiste in una politica economica espansiva
2. Nel secondo in una politica economica restrittiva
Il risultato è un ritorno (oppure un riavvicinamento) al potenziale
e quindi una riduzione (stabilizzazione) delle fluttuazioni del
ciclo economico. Diverse politiche hanno diversi effetti di
composizione.
Il lungo periodo
Ciclo e crescita
Ogni tentativo volto ad utilizzare le politiche di stabilizzazione
per influenzare la crescita, la pendenza del trend, (fare crescere
l’economia al di sopra del potenziale) è destinate a fallire
Dinamica tra breve (BP) e lungo (LP) periodo (in sintesi)
1. Nel BP, Politica espansiva da DA1 a DA2 (il reddito aumenta)
2. Il reddito è sopra il potenziale, l’alta domanda di lavoro con
lavoratori pressoché tutti occupati aumenta, nel LP, i salari W;
3. L’aumento dei salari è un aumento dei costi per le imprese
spostamento indietro della curva di offerta;
3. Effetto finale: il reddito non è variato (politica inefficace) e i
prezzi sono cresciuti da P1 a P3 (inflazione).
La crescita (di cui in questo corso non ci occupiamo) dipende
perlopiù da politiche strutturale che stimolano l’innovazione e
migliorano l’efficienza del sistema.
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