PRIMO PIANO A cura di Cinzia Germinario * L'influenza Capire cos'è per non farsi cogliere impreparati. influenza è una malattia respiratoria acuta associata alla infezione da virus influenzali. Essa costituisce, per la sua diffusione caratterizzata dal ripetersi di epidemie e pandemie e per l’entità delle sue complicanze, uno dei maggiori problemi di sanità pubblica a livello mondiale. I virus responsabili di questa malattia hanno, infatti, la prerogativa di cambiare continuamente e di eludere la risposta immune dell’ospite dovuta a precedenti infezioni. Questa caratteristica determina il ben noto susseguirsi delle cicliche epidemie/pandemie che hanno costellato la storia dell’uomo. È noto, ad esempio, come la famosa influenza “spagnola” del 1918 abbia causato più morti della prima guerra mondiale. La pandemia del 1957 denominata “asiatica” e quella del 1968 “Hong Kong” provocarono danni minori, probabilmente grazie al migliore stato generale della popolazione e all’impiego di misure sanitarie più adeguate. Le prime descrizioni di epidemie caratterizzate da sintomi simil-influenzali risalgono al V sec. a.C., in Grecia e sono continuate durante tutta l’era cristiana, evidenziando come l’influenza sia presente da millenni nella popolazione umana. Indagini di sieroarcheologia su sieri di persone nate nella seconda metà dell’Ottocento hanno evidenziato che virus antigenicamente simili a quelli attualmente circolanti erano già presenti nell’uomo nel secolo passato. Il primo isolamento di virus influenzale nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra (ma in precedenza erano stati isolati virus influenzali sia da polli che da suini). Da allora, sono stati identificati tre tipi di virus influenzale, costituenti il genere Orthomixovirus: i tipi A e B, responsabili della sintomatologia influenzale classica, e il tipo C, di scarsa rilevanza clinica (generalmente asintomatico). pugliasalute I virus di tipo A circolano sia nell’uomo che in altre specie animali e sono ulteriormente suddivisi in sottotipi, distinti in base alle differenze tra le proteine di superficie emagglutinina (HA) e neuramminidasi (NA), verso le quali si indirizza la risposta immunitaria dei soggetti infettati o vaccinati. Ad oggi sono stati identificati 15 sottotipi di emagglutinina e 9 di neuramminidasi. I virus di tipo B sono presenti solo nell’uomo e non esistono sottotipi distinti nell’ambito delle loro proteine di superficie HA e NA. Alla base della epidemiologia dell’influenza vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione con esperienza pregressa di infezione . I cambiamenti possono avvenire secondo due meccanismi distinti: 1. Deriva antigenica (antigenic drift). Si tratta di una graduale modifica della sequenza degli aminoacidi che compongono le proteine in grado di stimolare una risposta immune. Questo fenomeno riguarda sia i virus A che i B (ma negli A avviene in modo più marcato e frequente) ed è responsabile delle epidemie stagionali. Infatti le nuove varianti diventano sufficientemente irriconoscibili agli anticorpi nella maggior parte delle popolazione, così da rendere un ampio numero di individui suscettibile al nuovo ceppo. 2. Spostamento antigenico (antigenic shift). È un fenomeno che riguarda solo i virus influenzali di tipo A e consiste nella comparsa nell’uomo di un nuovo ceppo virale con una proteina di superficie (HA e/o NA) appartenente a un sottotipo diverso da quelli comunemente circolanti nell’uomo. - sedici - novembre 2004 Gli shift antigenici sono dovuti o a riassortimenti tra virus umani e animali (aviari o suini) oppure alla trasmissione diretta di virus non-umani all’uomo (l’esempio più recente è quello verificatosi ad Hong Kong nel 1997). Quindi la fonte dei nuovi sottotipi sono sempre virus animali. Poiché la popolazione non ha mai incontrato prima questi antigeni, in determinate circostanze questi cambiamenti di maggiore entità possono provocare una infezione improvvisa e invasiva in tutti i gruppi di età, su scala mondiale, che prende il nome di pandemia. È comunque importante sottolineare che la comparsa di un ceppo con proteine di superficie radicalmente nuove non è di per sé sufficiente per dire che si è verificata una pandemia. Occorre anche che il nuovo virus sia capace di trasmettersi da uomo a uomo in modo efficace. I virus di sottotipo H5N1 isolati da vari individui ad Hong Kong nel 1997 non possedevano, fortunatamente, questa caratteristica. I virus di tipo C, come già detto, danno una infezione generalmente asintomatica o simile al raffreddore comune. Il periodo di incubazione è molto breve, al massimo 24-48 ore. Il contagio avviene tramite le secrezioni rinofaringee e la diffusione dell’epidemia è rapidissima, entro al massimo 15 giorni dai primi casi registrati si ha un coinvolgimento di tutta la nazione colpita. In Italia e in tutto l’emisfero occidentale l’influenza si manifesta durante il periodo invernale. In realtà la malattia è presente in tutto il mondo e provoca caratteristicamente delle “pandemie” cioè epidemie diffuse a tutto il pianeta, che partono da un focolaio iniziale e coinvolgono progressivamente tutte le nazioni. Sintomi In genere l’influenza è descritta come un esordio brusco di sintomi generali quali: mal di testa, febbre, brividi, dolori muscolari diffusi, malessere generale, tutti accompagnati da sintomi respiratori caratterizzati per lo più da tosse e mal di gola. Tuttavia è possibile non avere sempre l’insieme dei sintomi sopra descritti, tanto che l’influenza può manifestarsi anche in altri modi che vanno da lievi malattie respiratorie senza febbre (simile al raffreddore comune), a esordio sia graduale sia acuto, a stati di grave malessere e prostrazione con scarsi sintomi respiratori. Nella maggior parte dei casi è presente febbre da 38 gradi fino, a volte, 41 gradi, temperatura che sale rapidamente nelle prime 24 ore di malattia e che scende gradualmente nell’arco di 2-3 giorni (a volte però la febbre può durare anche una settimana circa). I disturbi particolarmente fastidiosi sono: mal di testa pugliasalute frontale o generalizzato; dolori muscolari interessanti quasi ogni parte del corpo; dolori agli arti inferiori e soprattutto nella parte lombare della schiena. Il mal di gola, la tosse, il dolore o il senso di costrizione al petto (sterno), il bruciore agli occhi o il dolore al loro movimento, sono sintomi che molte volte durano per una settimana o più, anche dopo la scomparsa della febbre e dei sintomi sopra descritti. Nella maggioranza dei casi l’influenza acuta si risolve in 2-5 giorni ed in genere quasi tutti gli ammalati sono guariti entro una settimana. In una minoranza significativa (20-30%) di individui può esserci una stanchezza o debolezza generalizzata (astenia postinfluenzale) che, a volte, persiste anche per parecchie settimane, astenia molto fastidiosa, di cui non si conosce la causa, soprattutto per coloro che desiderano ritornare prontamente alle proprie attività. Diagnosi La diagnosi è clinica, i sintomi influenzali sono abbastanza caratteristici da essere difficilmente confusi.Per scopi epidemiologici si può effettuare la ricerca del virus nelle secrezioni rinofaringee. Terapia La vaccinazione è l’arma più efficace contro l’influenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha predisposto centri di osservazione e di rilevamento per l’influenza in tutto il mondo. In questo modo, dal ceppo per primo si manifesta in modo epidemico, si può prevedere il tipo di vaccino da somministrare nelle nazioni ancora non raggiunte dall’epidemia. E la rilevazione deve essere fatta ogni anno, è per questo che nelle farmacie italiane il vaccino anti-influenzale arriva sempre verso fine autunno, viene fabbricato secondo le rilevazioni dei ceppi più frequenti, effettuate durante la primavera-estate nei paesi dove l’epidemia di influenza è già in atto. La vaccinazione antinfluenzale viene in genere praticata iniettando intramuscolo componenti virali di superficie estratti e purificati (esistono anche vaccini a virus inattivati ma sono meno diffusi e sono in sperimentazione vaccini da somministrare per via nasale) . Non contenendo virus viventi è praticabile anche in soggetti immunodepressi senza alcun pericolo. L’unica vera controindicazione è l’allergia alle proteine dell’uovo, infatti per ottenere il vaccino vengono utilizzate uova di pollo embrionate. L’efficacia del vaccino si comincia a manifestare dopo 2-3 settimane dalla somministrazione ed è dovuta alla formazione di anticorpi specifici verso le proteine di superficie del virus. - diciassette - novembre 2004 È importante vaccinarsi in tempo per dare modo all’organismo di formare un numero consistente di anticorpi prima dell’arrivo dell’epidemia influenzale. Terapie immunosoppressive, immunodeficienze congenite o acquisite o l’utilizzo di corticosteroidi, possono ridurre la risposta individuale al vaccino. La vaccinazione è consigliata per tutte le persone sopra i 65 anni e a chi è affetto da patologie croniche dell’apparato respiratorio, da cardiopatie, diabete e malattie debilitanti, in quanto in questi soggetti la malattia è gravata da gravi complicanze e può portare al ricovero in ospedale. È anche indicata per le categorie professionali particolarmente esposte (operatori sanitari, insegnanti, addetti a pubblici uffici). Sulla base dei riscontri epidemiologici e sierologici riguardanti la circolazione di virus influenzali nella passata stagione, ottenuti grazie alla rete per la sorveglianza ed il controllo dell’influenza, che si estende in 82 paesi del mondo, Italia compresa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che il vaccino antinfluenzale da utilizzare per la prossima campagna 2004-2005 nell’emisfero settentrionale, sia un vaccino trivalente contenente i seguenti antigeni: • antigene analogo al ceppo A/Nuova Caledonia/20/99(H1N1); • antigene analogo al ceppo A/Fujan/411/2002 - (H3N2); • antigene analogo al ceppo B/Shanghai/361/2002. Se non si è stati vaccinati o se il vaccino non ha dato una copertura ottimale e si contrae l’influenza, la terapia è prettamente sintomatica: restare a letto, assumere antipiretici per la febbre, anticongestionanti per l’ostruzione nasale, sciroppi per la tosse. Non sono necessari gli antibiotici in quanto si tratta di una malattia virale, ma in caso di sovrainfezione batterica possono essere assunti consultando il medico curante. La febbre e l’astenia in genere comportano una prognosi di almeno 5-7 giorni. La sintomatologia può essere attenuata e la durata della malattia ridotta assumendo ai primi segni di influenza farmaci specifici che sono stati messi recentemente in commercio come polveri nebulizabili che si assumono per via inalatoria (zanamivir). pugliasalute La passata stagione influenzale Nella passata stagione 2003-2004, l’andamento dell’influenza è risultato complessivamente al di sotto dell’atteso, ed i tre valori di picco, registrati rispettivamente nella 6a, 7a ed 8a settimana del 2004, sono stati in assoluto i più bassi fra i valori di picco registrati nelle ultime 5 stagioni di sorveglianza. La distribuzione per classi d’età, che nell’ultima stagione di sorveglianza ha riguardato anche le classi d’età 0-4 e 5-14 (negli anni precedenti le due classi erano aggregate) è risultata simile agli anni precedenti ed il massimo contributo è stato dato dalle classi 0-4 e 5-14 mentre l’incidenza più bassa è stata registrata negli ultrasessantacinquenni. Dal confronto con le stagioni precedenti si rilevano un inizio ed un picco più tardivi, una fase di plateau più lunga ed un lento decremento di attività, andamento complessivamente simile a quello rilevato nella stagione 2000-2001. Per ciò che riguarda la sorveglianza virologica complessivamente, al 30 aprile 2004, sono stati raccolti 2.964 campioni, dei quali 423 sono risultati positivi. Sono stati identificati 398 ceppi virali influenzali di tipo A, di cui 331 appartenenti al sottotipo A/H3N2, 8 al sottotipo A/H1N1, 1 al sottotipo A/H1N2 e 58 non sottotipizzati, oltre a 25 ceppi di tipo B. Il primo isolamento di virus influenzale è avvenuto presso il Centro Universitario di Genova dove è stato identificato un virus di tipo A(H1N1) in un campione raccolto nella 47a settimana da una bambina di 3 anni; il successivo isolamento è avvenuto a Milano dove, tramite PCR è stato identificato un ceppo di tipo A(H3N2) da un campione raccolto sempre nella 47a settimana; tutti i primi isolamenti sono stati effettuati su campioni prelevati da bambini di età inferiore a 10 anni. Il picco della circolazione virale è stato registrato nella 6a settimana, in corrispondenza del picco di attività clinicoepidemiologica. Nel complesso, i virus del sottotipo A(H3N2) sono risultati nettamente predominanti ed associati a focolai epidemici, mentre virus del sottotipo A(H1N1) sono stati isolati da casi sporadici. - diciotto - * Professore associato di Igiene nell’Università di Bari novembre 2004