Liceo Scientificio “R.Lombardi Satriani” Petilia Policastro Progetto a cura del 4°A: Cirisano Angela Ierardi Anastasia Manini Marisa Pace Marinella Pace Ida Scalise Carmine Scalise Giuseppe Sotto la supervisione del Prof. Francesco Tricoli VITA & OPERE Inventore e industriale statunitense nato a Milan, nell'Ohio, nel 1847. Figlio di povera famiglia, è costretto ad abbandonare la scuola dopo pochi mesi di frequenza a causa di problemi finanziari; riceve una sommaria istruzione dalla madre e, a soli 12 anni, inizia a vendere giornali sui treni della Grand Trunk Railway, dedicando il tempo libero ai suoi primi esperimenti con apparecchiature elettriche e meccaniche. Organizza così un suo primitivo laboratorio a bordo di un vagone ma, a causa di un incendio da lui involontariamente provocato, viene licenziato. Salva però poi fortunosamente il figlio del capostazione che stava per essere investito da un treno, assicurandosi la riconoscenza del padre, che gli permette di frequentare l'ufficio telegrafico della stazione. In seguito, mentre presta servizio come telegrafista, inventa uno strumento telegrafico a ripetizione per la trasmissione automatica dei messaggi. La vendita degli apparecchi telegrafici, via via perfezionati, gli procura ingenti somme che nel 1876 utilizza per aprire un piccolo laboratorio privato. Nell'ambito delle trasmissioni telegrafiche, estremamente significativa fu l'invenzione dei sistemi duplice e quadruplice che consentivano di trasmettere più messaggi contemporaneamente su una sola linea. 1 Importante per lo sviluppo del telefono, inventato indipendentemente dall'italiano Antonio Meucci e dallo statunitense Alexander Graham Bell, fu il suo progetto del microfono a carbone (1876). Nel 1877 annuncia l'invenzione del fonografo, apparecchio mediante il quale il suono poteva essere registrato meccanicamente. Costituito da un semplice cilindro sul quale è avvolta della carta stagnola, che viene fatto girare manualmente mediante una manovella, l'invenzione costituisce un fondamentale passo avanti nel settore. Si narra che un tale gli chiese se fosse lui il creatore della prima cosiddetta "macchina parlante", al che Edison rispose: "No, la prima macchina parlante è stata creata molti millenni fa, dalla costola di Adamo!" Due anni dopo, Edison presenta pubblicamente la prima lampada elettrica, che ottiene notevole successo. Concorrente di Edison è J.W.Swan, ma la concorrenza fra i due termina poco dopo, con la costituzione della società Edison & Swan United Light Company, alla quale arriderà un proficuo futuro. Nel periodo seguente si dedica invece al perfezionamento della dinamo per generare la corrente elettrica necessaria all'alimentazione dei nuovi dispositivi progettando, fra l'altro, la prima grande centrale elettrica della città di New York. Nel 1882, prima a Londra e New York, e poi a Milano (Santa Radegonda) entreranno in funzione le prime centrali elettriche per la distribuzione dell'elettricità nelle strade e nelle case. 2 Nel 1887 Edison trasferisce il laboratorio da Menlo Park a West Orange (entrambi nel New Jersey), dove prosegue esperimenti e ricerche. L'anno successivo inventa il cinetoscopio, il primo apparecchio con cui era possibile realizzare filmati per rapida successione di singole immagini. Tra le sue ultime invenzioni si ricordano la batteria di accumulatori Edison (una batteria di accumulatori alcalina al ferro-nichel), ancora estremamente rozza ma dotata di un'elevata capacità elettrica per unità di peso. Altre sue scoperte sono il mimeografo e un metodo telegrafico senza fili per comunicare con i treni in movimento. Allo scoppio della prima guerra mondiale progetta e costruisce impianti per la produzione di benzene, fenolo e derivati dell'anilina, che in precedenza venivano importati dalla Germania. Osserva l'effetto termoelettrico, detto "effetto Edison-Richardson", che consiste nell'emissione di un flusso di elettroni da parte di un filamento riscaldato. Edison non conquista tutti i mille e oltre brevetti da solo: intelligentemente si avvale di molti validi collaboratori e delle loro idee per poi perfezionarle e trasformarle in oggetti utili e commerciabili, rivelandosi in ciò, oltre che un ottimo tecnologo, anche un lungimirante uomo d'affari, precorrendo di molto i suoi tempi. Scompare a West Orange, nel New Jersey, il 18 ottobre del 1931 3 LE LAMPADE E IL LORO FUNZIONAMENTO Le prime lampade a gas,che bruciavano gas illuminante, vennero realizzate all’inizio del XIX sec; verso il 1860 fu introdotta la lampada a petrolio che sostituì quasi totalmente la lampada a olio verso la fine del secolo. Nel 1813 vennero ideate le prime lampade a incandescenza all’aria libera, costituite da un blocchetto di carbone sul quale era appoggiata una barretta, pure di carbone, di piccola sezione, che veniva portata all’incandescenza mediante una corrente elettrica,ottenendo così un arco elettrico. L’arco elettrico è ancora utilizzato nei proiettori per uso militare o per teatro e nei proiettori cinematografici. 4 - La lampada elettrica a incandescenza, realizzata nel 1878 da EDISON, sfruttava l’emissione di luce di un filamento portato all’incandescenza nel vuoto; in un primo tempo furono impiegati il carbonio, poco volatile e il bambù carbonizzato. La volatilizzazione del carbonio cresce rapidamente con l’aumento della temperatura, per cui non è possibile superare i 1800°C; temperature superiori si ottengono con l’adozione del filamento metallico. Il metallo più usato è il tungsteno, la cui volatilizzazione è talmente ridotta da consentire di far salire la temperatura fino a 2500°C, ottenendo una luce più bianca e un’efficienza di 8 -10 lumen/W. Dal lato costruttivo le lampade elettriche a incandescenza sono costituite dal filamento, dal suo supporto, consistente in un tubicino di vetro in cui passano i conduttori isolati tra loro, dal bulbo o ampolla di vetro che ricopre filamento e tubicino, dallo zoccolo metallico al quale viene fissato sia il bulbo con un mastice speciale,sia il supporto del filamento; la parte inferiore dello zoccolo è di forma adatta all’attacco, o innesto (a vite o a baionetta), con il portalampada, atto a realizzare la connessione elettrica con i conduttori dell’impianto luce. 5 - Le lampade fluorescenti sono costituite da un tubo di vetro opalino contenente un gas a bassa pressione e rivestito internamente da sostanze (fosfori) che emettono luce quando vengono sottoposte ad una radiazione ultravioletta. Entro il tubo sono disposti due elettrodi (anodo e catodo) tra i quali viene applicata una tensione di valore opportuno;l’accensione della lampada si ottiene riscaldando il catodo in modo che possa emettere elettroni i quali,attratti dall’anodo,ionizzano per urto le molecole del gas contenuto nel tubo. In tali condizioni il gas diventa conduttore e si ha in seno a esso una scarica con emissione di radiazione ultravioletta,la quale colpisce i fosfori dando origine all’emissione luminosa. Il riscaldamento iniziale del catodo,a lampada spenta,è consentito da un elemento,detto starter; che viene automaticamente escluso dal circuito quando si produce la scarica permanente; affinché la tensione applicata alla lampada durante il suo funzionamento abbia il valore desiderato si collega in serie a questa una bobina con nucleo di ferro (reattore), che provoca un’opportuna caduta di tensione. L’efficienza luminosa delle lampade fluorescenti è generalmente compresa tra 30 e 60 lumen/W. 6 - Le lampade a scarica nei gas contengono un gas che emette radiazione luminosa quando fra i due elettrodi, che si trovano all’interno del tubo, viene applicata un’alta tensione. Con il neon si ha luce rossa, con una miscela argo-mercurio si ha luce azzurra, con l’elio luce giallo-rossa,ecc. Nei tubi al neon, a una pressione di 1 mm di mercurio, alimentati con una tensione alternata di un migliaio di volt per metro di lunghezza, l’efficienza è di 10-15 lumen/W. 7 • LA STORIA DELLA LAMPADINA Ripercorriamo le tappe della storia della lampadina come oggetto tecnico, attraverso il quale possiamo ripercorrere anche la progressiva vittoria dell'elettricità come fonte illuminante rispetto al gas e in generale agli altri combustibili (i combustibili liquidi grassi, come il petrolio) o altri materiali per illuminazione (le candele in cera, sego, bianco di balena, paraffina). • Il gas illuminante aveva raggiunto la sua maturità tecnologica alla metà dell'ottocento, quando erano predisposte ormai tutte le tecniche per la produzione e la distribuzione. In molte città del vecchio e nuovo continente, il gas cominciava a raggiungere abbastanza capillarmente luoghi di lavoro, edifici pubblici e case d'abitazione, a partire da impianti centralizzati di produzione per essere trasportato agli utenti attraverso una rete. Il gas, a ben vedere, è stato il primo sistema a risolvere il problema della continuità e della stabilità dell'illuminazione proprio grazie a un sistema tecnico complesso e integrato in tutte le sue fasi. • Tuttavia erano ancora numerosi gli inconvenienti che sconsigliavano l'applicazione del gas illuminante nei piccoli ambienti: le perdite, dovute a imperfezione degli impianti di distribuzione, la scarsa affidabilità dei sistemi di bruciatura, l'annerimento delle pareti. Soltanto con il bruciatore inventato alla metà del secolo da Robert Wilhelm von Bunsen (1811-1899) era diventato possibile regolare l'intensità luminosa, mentre con la reticella incandescente messa a punto negli anni ottanta da Carl Auer von Welsbach (1858-1929), era stato risolto il problema della fuliggine prodotta dalla combustione del gas e aumentato il potere illuminante di cinque volte con lo stesso consumo di combustibile. Le innovazioni nel campo delle lampade a gas erano stimolate proprio dalla necessità di far fronte al successo crescente della lampadina elettrica, che consumava di meno, aveva una resa luminosa superiore ed era considerata più sicura e più igienica. "La lampada elettrica aveva l'intensità di poche candele, era facilmente applicabile all'interno degli appartamenti, superava in splendore la luce del gas e non emanava, al par di questo, né acido carbonico, né ossido di carbonio che viziano l'aria, né acido solforico, né ammoniaca che alterano le decorazioni. E come il gas, la nuova luce poteva essere distribuita a domicilio, pesata, contata. Per accendere un becco a gas occorre una fiamma e basta girare un rubinetto. Per accendere la nuova lampada bastava girare un rubinetto; o premere un bottone senz'altro; l'intervento del fuoco era inutile". Dunque, l'elettricità finì per soppiantare il gas come fornitura destinata all'illuminazione. 9 Per capire l'entità del fenomeno, e soprattutto la sua diffusione in ambiti diversi, basta considerare che negli Stati Uniti mentre nel 1898 il 75% circa del gas prodotto era destinato all'illuminazione, nel 1919 questa percentuale si era drasticamente assottigliata, scendendo attorno al 21% dell'intera quota prodotta. Al contrario, mentre nel 1898 non comparivano neppure come voci, nel 1919 gli usi domestici del gas per riscaldamento e cucina costituivano il 54% del totale. In Italia, che vantava una grande tradizione negli studi dell'elettricità e poi dell'elettrotecnica, lo sviluppo e la diffusione dell'elettricità ebbero un grande impulso soprattutto nel Nord Italia. A Milano e Torino, sedi di due importanti Politecnici e di una classe dirigente formata in parte dai protagonisti della grande imprenditoria, furono all'avanguardia anche nel settore dell'illuminazione pubblica e privata. A Milano, per esempio, "nel 1893, l'utenza privata impiegava circa 33.000 lampade. Questo dato non deve far pensare ad una subitanea diffusione della luce elettrica nelle case. Nel periodo delle prime applicazioni, quel tipo di utenza fu piuttosto contenuto: interessò le abitazioni signorili del centro e restò collegato alle linee dell'illuminazione pubblica già realizzate. Nell'insieme le prime 'luci della città servirono principalmente ai luoghi di ritrovo e di socializzazione, secondo una precisa gerarchiageografia degli spazi urbani. A un decennio dalla sua introduzione, gli impieghi dell'energia elettrica nella vita 10 cittadina comportarono la quadruplicazione degli impianti. IN CONCLUSIONE… …GRAZIE SIG.EDISON… …PER AVERCI DONATO LA LUCE… ...A PAGAMENTO…