LO SCAFFALE DELL’INSEGNANTE
“Ma chi sei tu, di tutto mediatrice?”
Aldo Nove canta (e “prega”) il mistero di Maria
sa. Era una contadina. Io, da adolescente, trovavo ridicola questa sua fede, preferivo starne lontano, ma oggi
ricordo con dolcezza questa sua “diversità”. All’inizio non pensavo a un libro. Poi i primi versi hanno preso, via
via, la forma di componimenti di sette
quartine,in un ritmo,in un respiro che
si è esaurito al termine di trenta “canti”.
E dopo averli fatti leggere ad alcune
persone mi è sembrato che avesse
senso pubblicarli».
ALDO NOVE
Maria
Einaudi 2007, pagg. 42, € 8,00
Aldo Nove, lombardo, classe 1967
e laurea in filosofia, già scrittore “cannibale” negli ormai lontani anni ’90,
nel poemetto Maria ha accettato il
confronto con una religiosità senza
tempo, cantando il mistero e la gloria
di Maria di Nazaret in versi sospesi tra
fede popolare e meditazione cosmica, fra modernità e tradizione: «Ma chi
sei tu di tutto mediatrice,/galassia di
luce benefattrice,/ silenziosa bambina che attraversa i secoli e coi secoli
conversa/»...
Aldo Nove,come arriva agli inni
mariani uno
scrittore come lei,che ha
esordito come narratore “cannibale” ed è poi passato a una fase più
esistenzialista,con incursioni anche
nel mondo del lavoro precario e
flessibile?
«Desideravo da tempo scrivere un
omaggio ideale a mia nonna, che era
sinceramente e intensamente religio-
dre,è una figura molto “inclusiva”. Non
a caso è presente anche nell’Islam».
Il sonetto-preghiera che conclude il suo poemetto nomina tre luoghi bizzarri, «Clivio», «Bustecche» e
«Baranzate».
«In questo sonetto ho tentato di
esprimere insieme una frattura e una
ricomposizione: dall’universalità che
segna quasi tutto il poemetto alla mia
piccola storia personale.Quei nomi infatti indicano località del Varesotto e
di Milano dove ho vissuto».
Gli echi più sonori che risuonano nei suoi versi sono quelli di rime
Il libro separa esplicitamente
a volte “facili” e popolari. Non sono
queste
due dimensioni di universaforme espressive che ormai hanno
lità
e
quotidianità,ma
in proporziofatto il loro tempo?
ne
disuguale:
da
un
lato
c’è soltanto
«Scrivevo idealmente per lei, per
il
sonetto
finale,
mentre
dall’altro
mia nonna, benché certe immagini di
tutti
e
30
i
canti...
questi canti alla fine siano piuttosto
«Il sonetto è una sorta di contrapcomplesse. Ma trovo interessante anche il fatto che la litania, la nenia, il punto personale, e quindi aveva bisomantra e addirittura la filastrocca pos- gno di una forma minima: è un modo
sono sì appartenere a culture diverse, per dire che “ci sono anch’io”, anche se
ma fanno tutti riferimento all’intensità quell’io si è già “sciolto” nel tutto che
espressiva (e universale) della ripeti- lo precede».
zione.Tra l’altro il ricordo della religioPIETRO SALA
sità di mia nonna è legato in particolare al rosario, la preghiera ripetitiva per eccellenMadre di Clivio e di Gerusalemme,
za».
Madre di Betsabea e di Baranzate,
Chi è Maria per Aldo
Nove? La ragazza di Nazaret,la Madre di Dio,un
mito di purezza o di maternità...?
«È bello che le cose
siano fuse, così come nei
vangeli c’è una bambina,
una donna che visse in Palestina in un certo periodo storico,e che però riassume in sé caratteristiche
che trascendono il piano
umano (ed esprimono un
archetipo universale). Per
me Maria, in quanto ma-
INSEGNARE RELIGIONE
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Madre delle Bustecche e di Betlemme
Madre del Monte Nero e di Malnate,
Madre del Crocifisso e della strada,
che va dal tabaccaio a Primaticcio,
dove alle sei la sera si dirada
al primato di nuvole rossiccio,
al primato del cielo che si slaccia
dal cielo tra le nuvole di mille
colori ombreggiando della tua faccia
tra i gas dei camion gli occhi, la scintilla
degli occhi tuoi, Madre, prima che taccia
la sera madre abbracciami…
MAGGIO-AGOSTO 2008
il sonetto finale di Maria
La scuola attraverso gli occhi
di un somaro
DANIEL PENNAC
Diario di scuola
Feltrinelli 2008, pagg. 241, € 12,80
“Insomma andavo male a scuola.
Ogni sera della mia infanzia tornavo a
casa perseguitato dalla scuola.I miei vo-
ti sul diario dicevano la riprovazione dei
miei maestri. Quando non ero l’ultimo
della classe, ero il penultimo.(Evviva!)”
Daniel Pennac, nato a Casablanca nel
1944, già insegnante di lettere in un liceo
parigino, dopo
un’infanzia vissuta in giro per
il mondo tra l’Africa,l’Europa e l’Asia si è
definitivamente stabilito a Parigi. Oltre
che all’attività di scrittore si dedica all’insegnamento ai ragazzi “difficili”. Ha
raggiunto il successo dopo i quarant’anni con la “tetralogia di Belleville”:
quattro romanzi (editi in Italia tra il
1991 e il 1995) incentrati sul personaggio di Benjamin Malaussène, “capro
espiatorio”di professione,e sulla relativa famiglia.
In Diario di scuola, invece, Pennac
racconta che per anni fra i banchi fu
un “somaro”, fino a che un professore
non riuscì a salvarlo dallo stato di
“ignorante perpetuo” cui sembrava
predestinato. Con la consueta verve
l’autore offre ricordi autobiografici e
riflessioni, animandoli con episodi
buffi o toccanti. «Diario di scuola non
è un saggio sulla scuola – ha spiegato
in un’intervista –,ma sul dolore di non
capire». A Pennac è stato anche chiesto qual è il «segreto» del mestiere di
professore-educatore. «L’amore – ha
risposto –.Ma attenzione:non si tratta
di rendere sentimentale il rapporto
pedagogico. Quello che chiamo amore è un cocktail di passione per la materia che si insegna, di piacere nel trasmetterla e di benevola lucidità nei
confronti della giovinezza. Questi tre
ingredienti mi sembrano indispensabili al mestiere di professore».
Le risposte della filosofia
alle domande dei ragazzi
LORIS TAUFER
Adolescenti e filosofi
Erickson 2008, pagg. 271, € 20,00
Che senso ha insegnare filosofia?
Quali percorsi è più opportuno pre-
sentare agli adolescenti? Quali sono
gli obiettivi formativi di questo insegnamento? Che cosa possono realmente fare la scuola e la filosofia per
le generazioni future? Questo libro è
pensato per aiutare gli insegnanti di
filosofia a realizzare percorsi didattici
che assumano significato rispetto ai
quesiti esistenziali tipici dell’adolescenza. Tutto ciò a partire dall’abbandono di una modalità di insegnamento nozionistica e astratta e da un cambio radicale di prospettiva,ponendosi
dal punto di vista delle esigenze concrete degli alunni,partendo cioè dalla
loro soggettività. L’autore (insegnante di filosofia al liceo “Rosmini”di Trento) traccia sei percorsi tematici per il
triennio dei licei,due per classe (Il “mito”e la costruzione identitaria,La que-
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MAGGIO-AGOSTO 2008
stione dell’“essere”, Per quale uomo?,
Formazione e politica, La conoscenza
e Il lavoro ovvero la praxis),e li articola
in moduli che presentano e commentano un’ampia scelta di testi di autori
classici e moderni, attività didattiche,
momenti di sintesi interdisciplinare e
di verifica, come pure spunti per impostare la discussione.Un volume che
permette all’insegnante di lavorare
con gli studenti per costruire insieme
a loro una forma mentis filosofica che
vada nel senso non di una “testa ben
piena”, ma di una “testa ben fatta”.
Di libro in libro...
SALVATORE VECA, Il giardino delle idee, Frassinelli 2004.
JOSTEIN GAARDER, Il mondo di Sofia, Longanesi & C. 1994.