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Le gerle
10
Clara Gallini
La sonnambula
meravigliosa
Magnetismo e ipnotismo
nell’Ottocento italiano
Prefazione di Adelina Talamonti
In copertina:
raffigurazione di un trattamento di Mesmer
In quarta di copertina:
da E.T.A. Hoffmann, La casa deserta,
in L’uomo della sabbia e altri racconti, Rizzoli, Milano 1983
Prima edizione
Giangiacomo Feltrinelli Editore 1983
Prima edizione con la Prefazione
e un aggiornamento bibliografico di Adelina Talamonti
L’Asino d’oro edizioni 2013
© 2013 L’Asino d’oro edizioni s.r.l.
Via Saturnia 14, 00183 Roma
www.lasinodoroedizioni.it
e-mail: [email protected]
ISBN 978-88-6443-185-7
ISBN ePub 978-88-6443-186-4
ISBN pdf 978-88-6443-187-1
A Marc Soriano
Indice
Prefazione di Adelina Talamonti
xi
Parte prima La sonnambula
1. La signorina Elisabetta
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
1.6
1.7
1.8
1.9
La signorina Elisabetta
Mesmer e i suoi seguaci
I passi
Il fluido
Il sonno
La crisi
La lucidità
Due verbali
L’efficacia simbolica
2. La sonnambula
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
2.7
2.8
Il guaritore guarito
Un sonnambulo meraviglioso
La medicina sonnambolica
La fenomenologia magnetica
La trance a confronto
Da pratica terapeutica a fatto culturale
Chiudi gli occhi, e vedrai
La dimostrazione scientifica del meraviglioso
3. Il magnetizzatore libertino
3.1
3.2
3.3
3.4
Il potere buono
Desiderio, simpatia, bisogno
La dipendenza biunivoca
Le donne magnetizzatrici
5
5
8
13
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57
61
61
64
68
69
3.5 Le donne magnetizzate
3.6 Il modello della coppia
3.7 Il magnetizzatore libertino
4. Il magnetismo in Italia
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
4.8
Preludio belliniano
Gli esordi
Il magnetismo nei diversi stati
Torino, fra esorcisti, occultisti e medici
Storie di contesse e di levatrici
Un professore di magnetismo: Francesco Guidi
Francesco Scaramuzza e le serve
La circolazione culturale
5. Il meraviglioso sulle scene
5.1
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
5.7
5.8
Madamigella Luisa
L’estasi musicale
Gli spettacoli di magnetismo
Sfide e scommesse
Magnetizzatori e illusionisti
La morta viva
Realtà e illusione
Cultura di massa?
6.L’indovina
6.1
6.2
6.3
6.4
6.5
6.6
I gabinetti magnetici
La sonnambula abruzzese
Pietro e Anna d’Amico
La zingara
L’indovina
I sincretismi culturali
7. Nuove diavolerie
7.1 La condanna ufficiale
7.2 Miracoli e diavoli
7.3 Non siamo maghi
72
76
78
83
83
85
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93
97
101
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115
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139
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149
151
155
161
161
168
172
Parte seconda L’automa
1. Paolo Conte
1.1 Ritratto di Paolo
1.2 Il dottor Catello Fusco e il prete Palmigiano
177
177
182
1.3 Isteria e simulazione
1.4 L’irresistibile ascesa e la rovinosa caduta
1.5 La voce di Paolo
1.6 Testimoni, avvocati e periti
1.7 Le perizie e la sentenza
1.8 La sentenza
1.9 Buono e cattivo uso del codice
1.10 Il giudizio d’Appello
1.11 Due morti e una scomparsa
2. L’automa
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
Al Teatro Scribe di Torino
L’ipnotismo tornato di moda
Fascinazione e suggestione
I soggetti
L’automa
3. La suggestione del potere
3.1
3.2
3.3
3.4
L’occhio della scienza
Ipnosi e positive certezze
Alcuni esperimenti di suggestione
Donato di fronte al Consiglio superiore di Sanità
4. L’ipnotizzatore criminale
4.1 Gli apparati di verità
4.2 L’ipnotizzatore criminale
5. Pazzi e birbanti
5.1
5.2
5.3
5.4
Il magnetizzatore truffaldino
Streghe e diavoli
Il processo delle sonnambule
La causa del Libro del Comando
6.L’isterica
6.1
6.2
6.3
6.4
6.5
6.6
La trasposizione dei sensi
La sonnambula isterica
L’estatica e l’ossessa
Le indemoniate di Verzegnis
La ribelle
Il dramma di Mezzojuso
7. La folla delinquente
7.1 La suggestione allo stato di veglia
185
188
192
194
200
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211
211
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257
257
262
271
271
278
282
295
309
309
314
316
325
331
337
347
347
7.2
7.3
7.4
7.5
7.6
La psicosi epidemica
La folla delinquente
La leadership
Un mediocre contropotere
Mario e il mago
La vicenda si interrompe
Bibliografia
351
354
358
361
364
371
377
Prefazione
di Adelina Talamonti
Scritto sotto forma di saggio storico, La sonnambula meravigliosa è
un’analisi antropologica della nascita e della diffusione del magnetismo
nell’età moderna, e dei suoi sviluppi nell’ipnotismo. Il magnetismo come
una forma di cultura che non è una «sopravvivenza» di arcaiche credenze
e pratiche superstiziose e magiche, ma si pone nuovi interrogativi sul rapporto tra scienza e magia, corpo e mondo, e sui modi del comunicare in
relazione a scienza, religione, tecnologia.
Al momento della sua pubblicazione – ma il panorama non si presenta
oggi molto diverso, tranne poche eccezioni di studiosi non italiani – sono
stati soprattutto gli storici, in particolare quelli delle scienze psicologiche
e della medicina, a farne oggetto di studio per il legame che il magnetismo,
diffuso a livello europeo, presenta con quella che è stata chiamata la «scoperta dell’inconscio». Clara Gallini però propone di leggere il magnetismo
con un approccio antropologico, che ne considera gli aspetti di radicamento sociale, presenti non solo tra i ceti alti, ma ampiamente diffusi a livello
popolare e urbano. Questa prospettiva, che affronta temi come quello del
rapporto tra corpo e psiche, della logica e dell’efficacia simboliche di pratiche non solo terapeutiche, dei luoghi e delle espressioni del potere, della
circolazione di modelli culturali, della costruzione dell’immagine della
donna, può peraltro essere feconda anche per chi volesse esaminare da
altre ottiche la costruzione del meraviglioso immaginario ottocentesco in
Italia e in Europa.
Uno dei principali interessi di questa lettura dell’antropologia magnetica positivista è proprio nel fortunato intreccio tra ricerca storica e metoxi
La sonnambula meravigliosa
do antropologico di analisi di pratiche e rappresentazioni reali e simboliche il cui senso, situato nel contesto storico, va indagato tenendo conto
delle posizioni dei soggetti sociali e dei rapporti di potere, ricorrendo anche, entro certi limiti, alla comparazione con altre forme culturali. Da questo punto di vista, per l’approccio antropologico tradizionalmente applicato a terreni esotici e qui messo alla prova su un oggetto che appartiene
alla nostra storia occidentale, per la concezione dinamica della cultura, per
l’attenzione alle logiche simboliche, La sonnambula meravigliosa fa riferimento critico da una parte all’antropologia di Ernesto de Martino, dall’altra all’antropologia francese (principalmente di Bourdieu e Lévi-Strauss),
prefigurando quella che in Francia sarà chiamata «antropologia dell’Europa». Nel panorama della produzione scientifica dell’antropologia italiana
contemporanea alla sua uscita – e non solo – il libro di Gallini mantiene
una sua precipua originalità. Potrebbe essere semmai accostato alla microstoria che negli stessi anni vedeva impegnati in Italia storici come Carlo
Ginzburg o Giovanni Levi. Nuovo è comunque l’utilizzo dei testi come
campo etnografico, testi interrogati dall’autrice facendoli dialogare fra di
loro, grazie a uno stile di scrittura sperimentale che sarà ulteriormente affinato in un lavoro successivo – Il miracolo e la sua prova. Un etnologo a
Lourdes –, il più originale e maturo di Gallini sotto questo aspetto.
È proprio questo un elemento che va evidenziato: la scelta di uno stile
narrativo che presenta i documenti, l’analisi e le interpretazioni sotto forma di un racconto che accompagna il lettore alla graduale conoscenza dei
discorsi e dei vari attori (e delle loro rispettive posizioni) del magnetismo.
Una scrittura che raggiunge un felice equilibrio tra riferimenti colti, chiarezza ed essenzialità di linguaggio, e rende piacevole la lettura provocando
anche un singolare effetto: quello di riprodurre nel lettore il duplice movimento dell’operazione conoscitiva dell’autrice, di «immersione» nel mondo meraviglioso del magnetismo e di distanza critica.
Fenomeno culturale, il magnetismo è letto non in astratto ma considerando, oltre ai discorsi, le pratiche reali e simboliche, con un’attenzione
costante a far emergere gli oggetti di quei discorsi, attori delle pratiche e
sempre «soggetti di storia». Così è possibile cogliere lo slittamento di significato e di funzione che avviene nel passaggio della pratica magneticoipnotica dai gabinetti dei magnetisti e dai salotti borghesi alle scene teatrali
e alle fiere, da un piano psicologico a un piano spettacolare.
xii
Prefazione
Diversi sono, infatti, gli spazi sociali in cui il magnetismo si mette in
scena: case private, studi magnetici, strutture ospedaliere e manicomiali,
teatri e piazze; e diversa è la composizione del pubblico: familiari, solo
medici, persone colte (giornalisti, scrittori) o del ceto popolare. La sua
«dimensione interclassista», il suo diventare una cultura popolare di massa, pone dunque il problema della circolazione dei modelli culturali nella
società. All’autrice appare riduttivo lo schema secondo il quale tale circolazione avviene dall’alto verso il basso della scala sociale (o nel senso contrario), sia perché c’è contiguità temporale e spaziale tra i gabinetti magnetici frequentati dalla borghesia urbana e quelli popolari allestiti nelle
fiere, sia perché in tutti i casi sembra emergere la stessa richiesta di guarigione del corpo e predizione del futuro. Contemporanei saranno anche,
verso la fine del secolo, lo spettacolo dell’ipnotizzatore nei teatri delle
grandi città e il teatro dell’isteria allestito dagli alienisti nelle cliniche. Ciò
che fa la differenza – ci dice Clara Gallini, nell’ottica di una concezione
dinamista della cultura e ricorrendo al concetto di appropriazione simbolica dei campi della cultura elaborato da Bourdieu – è il diverso significato
che a una stessa pratica o a uno stesso enunciato danno i diversi attori
(individui o gruppi sociali) a seconda del variare delle rispettive posizioni
tra di loro e rispetto al messaggio. Si tratta quindi del rapporto tra soggetti sociali, ordini del discorso e livelli di potere. Nella riappropriazione da
parte dei medici delle tecniche ipnotiche e nella medicalizzazione degli
attori del magnetismo – operata principalmente attraverso «l’invenzione»
dell’isteria – vediamo, ad esempio, una lotta per il controllo di campi
della cultura.
Le visioni, le previsioni, la «trasposizione dei sensi», la plasticità dei
corpi in pose estatiche o che sembrano sfidare le leggi naturali, appartengono a un ambito che prima del magnetismo e prima di essere egemonizzato dalla scienza medica era definito magico o soprannaturale e sfuggiva
al controllo della ragione. La Chiesa ha sempre ricondotto le espressioni
del meraviglioso all’intervento di forze extraumane, per lo più diaboliche
(divine nel caso dei miracoli), tentando di marginalizzarle e di imporre la
verità del discorso religioso cattolico. Sebbene in uno scenario più complesso, in cui anche il magnetizzatore afferma di ispirarsi a leggi scientifiche e non alla magia, all’epoca del magnetismo la lettura religiosa resta
sostanzialmente la stessa. A contendere alla Chiesa l’egemonia in questo
xiii
La sonnambula meravigliosa
ambito è la scienza positivista, che tenta di verificare la realtà dei fenomeni
«straordinari» con criteri naturalistici e scientifici estranei alla logica simbolica, pure operante nel magnetismo, e riconducibili in sintesi all’alternativa verità/finzione. Ciò che si vuole controllare attraverso il discorso religioso o scientifico è il campo del fantastico, dell’immaginario in cui opera
un pensiero simbolico irriducibile alla razionalità della scienza e alla specifica interpretazione cattolica. Nello stato modificato di coscienza la sonnambula sperimenta sia un tipo di conoscenza non razionale di sé e del
mondo naturale e umano, sia una comunicazione con gli altri – soprattutto
con colui che induce la trance – di tipo empatico, fusionale. In questo
orizzonte culturale si inseriscono la richiesta di guarigione e la risposta
terapeutica per mali spesso dall’incerta definizione e di varia natura e origine, a cui la pratica sonnambolica fornisce un senso e una soluzione non
in termini di ragione ma, appunto, simbolici, facendo riferimento a valori
condivisi – significativi per gli attori coinvolti – che possono non coincidere con il valore della razionalità dominante. Oggetto della contesa tra Chiesa e scienza per l’egemonia è dunque, in particolare, la gestione del campo
della malattia e del disagio. A vincere è la ragione scientifica, che riferisce
alla sfera della patologia mentale, anche criminalizzandoli, stati psichici e
comportamenti devianti e trasgressivi rispetto al modello egemone.
La sonnambula meravigliosa è anche uno studio dell’esercizio del potere come potere culturale. Un potere che la stessa cultura magnetica scopre
nelle forme del condizionamento psicologico operante nella relazione tra
gli individui e che «passa anche attraverso i nostri corpi, i nostri cervelli».
Sulle capacità straordinarie del corpo si basa la fenomenologia sonnambolica, e nella sua analisi Clara Gallini restituisce al corpo la sua centralità.
Indotto nello stato di «sonno magnetico», il corpo della sonnambula estende i poteri dei cinque sensi per utilizzarli a fini terapeutici o spettacolari sia
facendoli confluire in un senso superiore e unitario (sesto senso) sia operando la cosiddetta «trasposizione dei sensi»: si assiste dunque al trasferimento all’epigastro o alle estremità delle dita delle mani o dei piedi la capacità di udire voci, gustare sapori, riconoscere oggetti nascosti. È un
«corpo in azione» che produce una «forma di conoscenza vissuta» visionaria ed empatica, sfidando le regole della razionalità scientifica, e che si
fa esso stesso veicolo della diffusione del messaggio del magnetismo.
La crisi magnetica, che la medicina ufficiale leggerà come patologia istexiv
Prefazione
rica, fa parte di un processo, fondato su una «educazione terapeutica», in
cui il malato passivo si trasforma in soggetto attivo, capace di individuare il
rimedio necessario, la cadenza delle crisi, il momento della guarigione.
L’acquisizione della capacità di introspezione si effettua nel corso di un
«apprendimento guidato di un sé corporeo» attraverso un lavoro di elaborazione verbale, come argomenta Giordana Charuty nel suo saggio Les somnambules à la lettre. E se ci si interroga, come fa Gallini, sui modi di efficacia
delle cure magnetiche evitando di ridurle al solo ambito medico, emerge
che il procedimento catartico è riconducibile più al piano dell’efficacia simbolica che a quello dell’efficacia terapeutica in senso proprio. Tanto più che
nella fenomenologia sonnambolica trova spazio di espressione un materiale
eterogeneo, residuale rispetto alla dominante «ragione di veglia» (si pensi
alla chiaroveggenza, ai viaggi mentali) e agiscono – come sottolinea Charuty
– logiche cognitive diverse (divinatoria e psicologica).
Da una parte, allora, per affrontare il problema dell’efficacia simbolica
delle cure magnetiche, risulta utile comparare la terapia magnetica a quella
sciamanica descritta da Lévi-Strauss, dall’altra, Gallini usa con cautela il
metodo comparativo, evitando il rischio di una comparazione fenomenologica che farebbe perdere la possibilità di cogliere il significato culturale.
Il confronto tra gli stati di trance del sonnambulismo, dell’estasi religiosa,
della possessione diabolica, dell’isteria, è condotto essenzialmente all’interno di una lettura critica del lavoro di comparazione fatto dai magnetisti
stessi (e poi dagli alienisti), che cercano nei popoli primitivi, nei contadini,
nelle streghe e nelle possedute del passato l’esistenza dei «poteri magici»,
riconducibili al fluido magnetico. Così facendo, sono proprio i magnetisti,
rileva Gallini, a suggerire implicitamente la possibilità di lettura in termini
simbolici e culturali di una fenomenologia che la Chiesa ha letto in termini
religiosi e la Scienza organicistici.
La sonnambula meravigliosa è anche un’acuta analisi della progressiva
medicalizzazione del disagio femminile e della parallela costruzione
dell’immagine della donna ottocentesca. Esaminando le modalità attraverso le quali si articolano i discorsi e le pratiche che dalla fenomenologia
sonnambolica conducono alla sintomatologia isterica, Gallini disegna un
percorso nel quale si passa da un’intensa attenzione al corpo – luogo di una
particolare conoscenza, capace di meraviglie – alla sua negazione nell’estasi
a favore delle «facoltà dell’anima», al suo diventare mezzo di comunicazioxv
La sonnambula meravigliosa
ne con altri mondi nel medium spiritista o, parallelamente, negli studi medici e nelle cliniche, corpo malato che si esprime negli automatismi psicologici dell’isteria. Sebbene il fenomeno del «donatismo» riguardi in
prevalenza soggetti di sesso maschile, ponendo altri interrogativi, in gioco
è soprattutto il controllo del corpo (e della psiche) della donna, emotivamente instabile e inferiore per natura secondo uno stereotipo che riflette
una morale condivisa. Sempre più confinata nel ruolo di moglie e madre
nella coppia e nella famiglia borghese, l’espressione del suo disagio in termini somatici o con comportamenti trasgressivi rientrerà nel campo di
competenza dei medici, che riconducono al patologico quanto prima poteva anche essere letto come meraviglioso.
La capacità visionaria della sonnambula, che era prova della validità del
trattamento magnetico, viene altrimenti concettualizzata, interpretata e
utilizzata dalla Chiesa: nelle apparizioni di Lourdes, altre veggenti mettono
in scena il meraviglioso, che assume la forma del miracolo, rilanciato dal
santuario cercando la collaborazione della scienza medica.
Queste osservazioni non rendono certo conto della ricchezza e complessità del testo di Clara Gallini, pieno di suggestioni e in grado di fornire
strumenti per riflettere anche sulla realtà contemporanea. Leggerlo o rileggerlo sollecita a interrogarsi, ad esempio, sulle forme, le modalità e i luoghi
in cui si esprimono oggi le richieste di guarigione e sulla circolazione dei
modelli e dell’accesso alle alternative culturali relative alla cura e alla gestione della malattia e del disagio; sul senso che assume il ritorno in auge
di pratiche esorcistiche e carismatiche che si ritenevano ormai desuete e
oggi convivono in una problematica mescolanza con pratiche scientifiche
egemoniche ma da tempo in crisi; sulle trasformazioni dell’immagine del
corpo ai tempi dell’artificio tecnico... Soprattutto, La sonnambula meravigliosa ci ricorda che all’interno di un ordine simbolico i significati dei discorsi e dei comportamenti dei reali soggetti storici possono diversificarsi
e anche entrare in conflitto, riferendosi a logiche diverse e talvolta contraddittorie, pur in presenza di un codice dominante che struttura i rapporti di
potere.
La cultura magnetico-ipnotista rappresentò un tentativo di dare espressione a quella parte più oscura e meno razionale dell’uomo senza ridurla a
sola patologia, e sfidando la scienza sul suo stesso terreno propose una visione laica e olistica dell’uomo. Fondata sul metodo della suggestione ipxvi
Prefazione
notica, del rapporto empatico, assegnava per prima una assoluta centralità
alla relazione terapeutica, poi diversamente declinata dalle scuole psicoanalitiche e di psicologia clinica. Ricostruendo il quadro storico e culturale
di questa vicenda, il libro pone il problema della necessità, ancora attuale,
di riconsiderare criticamente i modelli interpretativi, spesso dogmatici ed
esclusivi, utilizzati per conoscere e spiegare quella parte dell’attività umana
non razionale che fa riferimento al pensiero simbolico. Ci invita dunque a
sorvegliare le categorie impiegate per comprendere i fenomeni culturali,
nella profonda consapevolezza sia dei limiti del linguaggio oggettivante,
prodotto di quel modello di ragione a cui il magnetismo tentò di contrapporsi, sia della difficoltà di trovare alternative valide che non assolutizzino
un modello contrario. Si tratta di una questione epistemologica sulla quale
le scienze umane continuano a interrogarsi.
xvii
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